Co-assunzione di alcol ed amfetamina nei ratti giovani
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Co-assunzione di alcol ed amfetamina nei ratti giovani
Contributi originali Co-assunzione di alcol ed amfetamina nei ratti giovani: effetti cognitivi e neurodegenerativi Laura Soverchia1,2, Serena Stopponi1,2, Massimo Ubaldi1, Maria Francesca Evaristi1, Roberto Ciccocioppo1 1 Scuola di Scienze del Farmaco e dei Prodotti della Salute, Unità di Farmacologia, Università di Camerino, Italia 2 Gli autori hanno collaborato in egual misura alla realizzazione del progetto) O biettivi: il consumo di elevati quantitativi di bevande alcoliche in poche ore (binge drinking) associato all’uso di psicostimolanti, rappresenta ad oggi un fenomeno di enorme diffusione fra i giovani con possibili ripercussioni a livello anatomico e funzionale in un cervello in fase di sviluppo quale quello adolescenziale. Nel presente lavoro abbiamo utilizzato un modello animale per analizzare gli effetti neurodegenerativi e cognitivi associati alla co-assunzione di alcol e amfetamina. Metodi: giovani ratti Wistar sono stati intossicati per quattro giorni con alcol, amfetamina o entrambi (binge treatment). I cervelli sono stati analizzati a vari livelli mediante colorazione con Fluoro-Jade B, un marker di degenerazione neuronale. Gli effetti dell’intossicazione con alcol sulla flessibilità cognitiva sono stati studiati mediante il test del reversal learning. Risultati-chiave: l’intossicazione con alcol ha indotto una diffusa degenerazione neuronale nel giro dentato dell’ippocampo (DG) e nella corteccia entorinale (Etc) e perinale (PRh). Gli animali intossicati con amfetamina hanno mostrano una compromissione dell’area somatosensoriale (S1BF), e, seppur in misura inferiore, dell’area talamica (VA). La co-somministrazione di alcol ed amfetamina ha indotto una marcata neurodegenerazione nella Etc, nella DG e, nel bulbo olfattorio (OB), zona debolmente lesionata nel gruppo intossicato con solo alcol. Il test del reversal learning ha evidenziato una perdita di flessibilità cognitiva dovuta all’intossicazione con alcol. Conclusioni: il binge treatment ha indotto una diffusa neurodegenerazione a livello di alcune aree coinvolte nella memoria quali DG ed Etc. La vasta neurodegenerazione osservata a livello del bulbo olfattorio con la presumibile perdita di cellule dopaminergiche suggerisce la possibilità che la co-somministrazione ripetuta di alcol ed amfetamina possa portare a disturbi affettivi fra cui la depressione. Parole chiave: ratto, alcol, binge drinking, amfetamina, Fluoro-Jade B, neurodegenerazione Alcohol and amphetamines co-assumption in young rats: cognitive and neurodegenerative effects Objectives: the consumption of large amounts of alcohol in a small period of time (binge drinking) associated with the use of psycho-stimulants, is nowadays a widespread phenomenon observed among adolescents. This can lead to possible repercussions in the correct anatomical and in the functionality of the developing brain. In this study, we used animal models to analyze the neurodegenerative and cognitive effects associated with the consumption of alcohol and methamphetamines. Methods: young Wistar rats were administered high amounts of alcohol or amphetamines or both for four consecutive days (binge treatment). Brain activity was analyzed during different stages, by using Fluoro-Jade B, a marker for neural degeneration. The effects to the cognitive flexibility due to intoxication were studied by using the reversal learning test. Key-Results.: alcohol intoxication resulted in a high neural degeneration in the Dentate Gyrus of the Hippocampus (DG) and in the entorhinal and perineal cortex (Etc) and (PRh). The specimens that were administered methamphetamines showed damage to the somatosensory system (S1BF) and slight damage to the thalamus area (VA). The specimens that consumed both alcohol and methLaura Soverchia Scuola di Scienze del Farmaco e dei Prodotti della Salute, Unità di Farmacologia, Università di Camerino Via Madonna delle Carceri, 62032 Camerino, Italia tel: +39 0737403322 Fax: +39 0737403325 email: [email protected] Contatti: Dott.ssa Di partimento Politiche Antidroga Presidenza del Consiglio dei Ministri 15 Italian Journal on Addiction Vol. 3 Numero 4 2013 amphetamines showed a significant neural degeneration in the Etc, DG and in the olfactory bulb, which is an area that was weakly damaged during the only-alcohol trials. The reversal learning test showed a loss of cognitive flexibility due to alcohol intoxication. Conclusion: the binge treatment resulted in high neural degeneration of certain areas related to memory, such as DG and Etc. The vast level of neural degeneration detected in the olfactory bulb along with the presumable loss of dopaminergic cells, suggests that repeated use of both alcohol and methamphetamines could be responsible for the emergence of psychiatric and neurological diseases including depression. Keywords: rat, alcol, binge drinking, amphetamine, Fluoro-Jade B, neurodegeneration Obiettivi S ebbene l’uso eccessivo di bevande alcoliche sia una pratica storicamente diffusa tra gli adulti, negli adolescenti sta crescendo vertiginosamente un fenomeno noto come binge drinking, definito come il consumo di cinque o più bevande alcoliche in una sola occasione1,2,3. Dai dati dell’indagine europea “Special Eurobarometer-EU citizens’ attitudes towards alcohol”, condotta nell’ottobre 2009, risulta che un cittadino europeo su tre, di età compresa tra 15 e 24 anni (33%) pratica il binge drinking regolarmente almeno una volta la settimana4. Gli adolescenti sembrano essere predisposti al binge drinking per una alterata sensibilità agli effetti dell’alcol5,6, con un aumento della sensazione di disinibizione sociale ed una riduzione della percezione delle conseguenze negative (sintomi dell’astinenza come ansia, tremore, crisi epilettiche) rispetto agli adulti6,7. Il binge drinking rappresenta un passaggio iniziale ma assai significativo verso la progressione tossicomanica e lo sviluppo della dipendenza alcolica8,9,10 causando gravi alterazioni sia a livello funzionale che anatomico11,12. Studi preclinici hanno dimostrato che l’esposizione ad elevate dosi di alcol, anche per brevi periodi può determinare gravi alterazioni neurofunzionali, morte neuronale e conclamate alterazioni morfologiche a livello delle aree corticolimbiche come l’ippocampo, la corteccia prefrontale e le strutture cortico-amigdaloidee13, coinvolte nel controllo dei processi emozionali, dell’apprendimento e della memoria spaziale14. Gli psicostimolanti, fra cui le amfetamine, sono un’altra classe di sostanze d’abuso ad elevata azione neurotossica e al contempo di ampio utilizzo nei giovani. Queste sostanze causano iperstimolazione protratta del sistema dopaminergico e serotonergico con conseguente danno neurologico delle vie catecolaminergiche. L’ipotesi che il loro uso possa contribuire all’ezio-patologia dei disturbi del movimento (come ad esempio il morbo di Parkinson) è stata spesso suggerita, tuttavia questa possibile correlazione non è stata sufficientemente studiata15. Nel cervello di individui che hanno abusato di amfetamine da giovani, è stata osservata un’alterata attività elettrica a livello della corteccia frontale e una ridotta sensibilità del sistema dopaminergico a livello dei nuclei della base con alterazioni dei meccanismi della memoria, capacità decisionale ed impulsività15. Negli animali da laboratorio concentrazioni ematiche di amfetamina (AMPH) e metamfetamina (METH) comprese tra 2.5 e 3.5 μM (raggiunte dopo 1 ora dall’iniezione) causano una deplezione del 70% della dopamina striatale, una marcata neurodegenerazione nella corteccia e nel talamo ed un improvviso aumento della temperatura corporea fino alla morte per ipertermia16,17,18,19. Sebbene AMPH e METH producano chiari segni di neurotossicità negli animali adulti, meno noto è l’effetto esercitato 16 Di partimento Politiche Antidroga Presidenza del Consiglio dei Ministri su un cervello giovane in fase di sviluppo. Alcuni dati suggeriscono la possibilità che, anche nell’animale giovane, tali sostanze causino compromissione della funzione delle vie talamo-corticali20. Un fenomeno di enorme diffusione fra i giovani è la pratica del co-abuso, dove più sostanze psicoattive legali e/o illegali vengono combinate per esaltarne gli effetti di rinforzo positivi ed eventualmente attenuarne gli effetti secondari sgraditi. Una delle combinazioni più frequenti tra i giovani consumatori consiste nel mix di alcol e stimolanti del sistema nervoso21; difatti i frequenti o assidui bevitori di alcol segnalano livelli di consumo di amfetamine o di ecstasy molto più alti rispetto alla media della popolazione22. Lo scopo di questa combinazione è quello di potenziare gli effetti euforizzanti delle due sostanze e contemporaneamente ridurne gli effetti sgradevoli, quali la sedazione indotta dall’alcol e l’agitazione e l’ansia che possono essere provocate dagli psicostimolanti21. Sebbene l’alcol e gli amfetaminici siano tra le sostanze d’abuso più largamente diffuse, e nonostante numerose evidenze sperimentali indichino che queste sostanze condividono diverse proprietà farmaco-tossicologiche, non sono presenti in letteratura studi rivolti ad un’analisi sistematica degli effetti risultanti dal loro uso concomitante durante lo sviluppo del sistema nervoso centrale. Nel presente studio si sono valutati gli effetti neurotossici derivanti dall’uso di alcool, amfetamina e la combinazione delle stesse utilizzando giovani ratti Wistar intossicati secondo il protocollo descritto da Majchrowicz23, universalmente accettato come modello preclinico di binge drinking13-24. Per l’intossicazione con amfetamina è stato seguito il protocollo sperimentale modificato di Bowyer25. Durante la fase di intossicazione (alcolica e/o amfetaminica), sono stati monitorati alcuni parametri fisici (temperatura corporea, stato di idratazione) e psichici (eventuali segni dell’astinenza alcolica, stato di sedazione, irritabilità) come indice dello stato di benessere generale dell’animale. Allo scopo di valutare se l’esposizione a dosi intossicanti di alcol potesse avere effetti protratti sulla sfera mnesica, a distanza di alcuni giorni dalla fase di intossicazione, un nuovo gruppo di animali è stato testato per misurare la flessibilità cognitiva utilizzando il test del reversal learning. Materiali e metodi Animali Gli animali, ratti Wistar maschi di 8 settimane, (Harlan, Correzzana, Italia) sono stati stabulati due per gabbia in condizioni di temperatura (20-22°C) e di umidità controllate (45-55%), con un ciclo giorno/notte invertito (luce spenta alle ore 8.00). Durante la sperimentazione, gli animali hanno avuto libero accesso all’acqua ed al cibo (4RF18, Mucedola, Settimo Mila- Co-assunzione di alcol ed amfetamina nei ratti giovani nese, Italia) per l’intero arco delle 24 ore. Tutte le procedure sperimentali sono state effettuate nel rispetto delle norme etiche sulla sperimentazione animale dell’European Community Council Directive for Care and Use of Laboratory Animals. Intossicazione alcolica L’intossicazione alcolica è stata eseguita esponendo gli animali ad una dieta liquida contenente il 79.3% di una soluzione alcolica (etanolo al 20% v/v), latte in polvere (14.7 %) (Mellin 2, Mellin S.p.A.) e zucchero (6%). I ratti di controllo hanno ricevuto la stessa soluzione (Veicolo Alcol) priva di etanolo. Gli animali sono stati intossicati per 4 giorni consecutivi secondo il protocollo di Majchrowicz23. La soluzione alcolica è stata somministrata oralmente (gavage) in tre dosi frazionate nell’arco delle 24 ore ad intervalli di 8 ore per garantire livelli ematici alcolici continui e costanti23. Il primo giorno di intossicazione, una dose iniziale di 5 g/kg è stata somministrata a tutti gli animali. Le dosi successive (totale 10-13 g/kg/ di alcol al giorno) sono state stabilite valutando lo stato di intossicazione dell’animale, secondo quanto riportato nella tabella di Majchrowicz23. Sono stati analizzati i seguenti parametri: atassia (livello 1, 2, 3, 4), sedazione, perdita del “righting reflex” ed eventuale stato di coma. La stessa procedura è stata eseguita nel gruppo di controllo a cui è stato somministrato latte (veicolo dell’alcol). I campioni sono stati centrifugati per 10 minuti a 1500 rcf, ottenendo cosi la frazione plasmatica. La misurazione della concentrazione di etanolo è stata effettuata con 5µl di plasma mediante un analizzatore ad ossigeno (Analox Instruments, Lunenburg, MA). Peso e temperatura corporea Gli animali sono stati pesati giornalmente per monitorare le eventuali variazioni di peso durante le intossicazioni. La misurazione della temperatura rettale è stata effettuata un’ora dopo la prima e la terza somministrazione giornaliera di amfetamina. Immunoistochimica Fase di pretrattamento. Gli animali sono stati abituati alla procedura sperimentale ricevendo iniezioni intraperitoneali di soluzione salina e somministrazioni orali di acqua demineralizzata nei 3 giorni antecedenti l’inizio dell’esperimento. Fase di intossicazione. Utilizzando il disegno sperimentale between-subject, gli animali (n=32) sono stati suddivisi in 4 gruppi (n=8/gruppo). Le somministrazioni sono state eseguite secondo lo schema riportato nelle Tabelle 1 e 2. Per la valutazione istologica del danno neuronale, il quinto giorno, un’ora dopo l’ultima somministrazione di alcol (ore 9.00) e di amfetamina (ore 10.00), i ratti sono stati anestetizzati con isofluorano e perfusi (perfusione intracardiaca) con salina, seguita da una soluzione di paraformaldeide (4% paraformaldeide in 0.4 M tampone sodio fosfato pH 7.4). I cervelli sono stati rimossi e sottoposti ad un trattamento di postfissazione per 16 ore in paraformaldeide al 4%, seguita da 24 ore in saccarosio al 30%. Successivamente sono state tagliate al criostato (Leica CM- 1950) delle sezioni orizzontali da 20 µm. Le sezioni, raccolte in accordo alle coordinate riportate nell’atlante del cervello di ratto di Paxinos and Watson26 rispetto al Bregma, sono: -3.1, -3.2, -3.3, -3.8, -4.2, -5.1, -5.8, -6.1, -6.2 , -6.6, -6.8, -7.1, -7.6. Le sezioni sono state montate in vetrini Superfrost Plus® (Fisher Scientific) e conservate a -20°C fino al momento dell’uso. Le sezioni su vetrino sono state marcate con Fuoro-Jade B (Histo-Chem Inc. P.O.box 183, Jefferson, AR 72079, USA), marker di neurodegenerazione secondo il protocollo di Schmued27. In dettaglio: le sezioni di cervello sono state immerse in etanolo al 100% (Sigma) per 3 minuti e reidratate attraverso passaggi graduali di soluzioni di etanolo decrescenti. Le sezioni sono state quindi incubate in leggera agitazione con 0.06 % di permanganato di potassio per 15 minuti, risciacquate con acqua distillata e quindi incubate in una soluzione allo 0.01% di Fluoro-Jade B in 0.1% di acido acetico per 30 minuti. Le sezioni sono state successivamente lavate in acqua distillata, disidratate, chiarificate in xilene e montate con DPX (Sigma). I vetrini sono stati analizzati con un microscopio fluorescente (Olympus BX51) con una luce di eccitazione blu (450-490 nm). Livelli ematici nel sangue (BALs) Reversal learning I campioni di sangue (~200 µl) sono stati ottenuti mediante prelievo dalla vena caudale degli animali appartenenti al gruppo (3) Alcol/Veicolo dell’Amfetamina e (4) Amfetamina/Alcol, 90 minuti dopo la prima somministrazione giornaliera di etanolo nel secondo, terzo e quarto giorno di intossicazione. Un nuovo gruppo di animali (n=20) è stato testato per stu- Intossicazione con amfetamina La d-amfetamina HCl (Salars, Como, Italia) è stata sciolta in salina (sodio cloruro 0.9%, S.A.L.F. S.p.A.) e somministrata intraperitonealmente (IP) alla dose di 3 mg/kg (volume di somministrazione 1 ml/kg) tre volte al giorno ad intervalli di 3 ore (ore 9.00, 12.00, 15.00). La stessa procedura è stata eseguita nel gruppo di controllo con la sola somministrazione di soluzione salina (veicolo dell’amfetamina). Protocollo di intossicazione n Alcol Amfetamina Gruppo 1 8 Latte (veicolo) Salina (veicolo) Gruppo 2 8 Latte (veicolo) 3 mg/Kg Gruppo 3 8 3-5 mg/Kg Salina (veicolo) Gruppo 4 8 3-5 mg/Kg 3 mg/Kg Tab.1: Schema di intossicazione con alcol ed amfetamina. Tab. 2: Schema del regime terapeutico giornaliero. Di partimento Politiche Antidroga Presidenza del Consiglio dei Ministri 17 Italian Journal on Addiction Vol. 3 Numero 4 2013 diare eventuali effetti sulla flessibilità cognitiva a seguito della intossicazione alcolica. L’analisi è stata condotta utilizzando una procedura di reversal learning che misura la capacità di modificare il comportamento operante per raggiungere un determinato obiettivo28. La procedura è iniziata con una fase di training con sessioni giornaliere di 20 minuti durante le quali gli animali, posti in condizioni di restrizione (16 g di cibo al giorno) hanno imparato a premere la leva attiva per ottenere un rinforzo, che corrispondeva al rilascio di un pellet di cibo. Nella fase successiva il modello ha previsto l’aggiunta di uno stimolo visivo, rappresentato da una luce posizionata sopra ciascuna leva, utilizzata come segue: 1. leva destra associata alla illuminazione della luce destra (RR) e viceversa (LL) 2. leva destra associata alla illuminazione della luce sinistra (RL) e viceversa (LR) Un computer (MED-PC software, Med associated) ha registrato sia le premute alla leva attiva che a quella inattiva. La leva attiva è variata ogni giorno secondo lo schema Gellerman randomizzato28. Tutti gli animali sono stati allenati alle 4 differenti associazioni leva/luce fino al raggiungimento del 90 % delle risposte corrette, che consistevano nel premere la leva attiva ottenendo il rinforzo. Terminata la fase di training, gli animali sono stati divisi in due gruppi: a) Veicolo dell’Alcol (n=10), b) Alcol (n=10). Gli animali hanno ricevuto il latte (gruppo veicolo dell’alcol) o l’alcol (gruppo alcol) secondo le modalità descritte nella sezione Intossicazione Alcolica. Cinque giorni dopo l’ultima somministrazione, gli animali sono stati nuovamente sottoposti ai 4 differenti programmi sopra descritti (RR, LL, RL, LR). L’esperimento è iniziato utilizzando lo stesso programma del giorno precedente, con una sessione che è terminata o al raggiungimento di 25 premute sulla leva attiva o dopo 5 minuti. Trascorsi 2 minuti dalla fine del programma, la sessione è ricominciata invertendo la leva attiva e mantenendo la luce nella stessa posizione. Sono state registrate sia le risposte corrette che incorrette. Peso e temperatura corporea L’analisi statistica (ANOVA) ha evidenziato l’effetto significativo del trattamento sulla variazione del peso corporeo monitorato durante la fase di intossicazione [F(3,19) = 11.25, p<0.01] (Figura 1). L’analisi post-hoc ha rivelato una generale diminuzione del peso corporeo nei tre gruppi di animali trattati rispetto ai controlli, evidenziando un effetto più marcato nel gruppo intossicato con alcol ed amfetamina (riduzione del 20%). La somministrazione di amfetamina non ha modificato la temperatura corporea negli animali trattati, in contrasto con quanto indicato in letteratura, dove per dosaggi di amfetamina superiori (4 mg/kg x 5 volte al dì, ad intervalli di 2 ore)25, si evidenzia un aumento fino a 42◦C. Nel nostro studio, nel gruppo di animali trattati contemporaneamente con alcol ed amfetamina, il dosaggio è stato ridotto, in quanto gli animali, dopo uno stato iniziale di malessere generalizzato, non sono riusciti a tollerare la combinazione. Nel gruppo di ratti trattati con sola amfetamina, solo due animali hanno raggiunto la temperatura di 40◦C. Livelli ematici di alcol (BALs) I livelli di alcol nel sangue sono stati analizzati nel secondo, terzo e quarto giorno di intossicazione nei gruppi Alcol/Veicolo ed Alcol/Amfetamina. Come illustrato in tabella 3, gli animali mostrano un graduale aumento dei BALs durante il trattamento, a conferma del fatto che le somministrazioni di alcol hanno permesso il raggiungimento di livelli ematici fra i 250 e i 400 mg/dl. Gruppo Alcol/Veicolo Gruppo Alcol/Amfetamina Alcol (g/kg/giorno) BAL (mg/dl) Alcol (g/kg/giorno) BAL (mg/dl) Giorno 2 13.0 ± 0.0 265.7 ± 33.8 13.0 ± 0.0 250.4 ± 30.6 Analisi dei dati Giorno 3 10.0± 0.8 330.3 ± 33.3 9.0± 1.2 302.7 ± 29.4 L’analisi dell’andamento del peso corporeo durante i giorni dell’intossicazione è stata eseguita mediante ANOVA a due vie ponendo il trattamento come fattore between ed i giorni come fattore within. La successiva analisi post-hoc è stata eseguita per mezzo del test di Dunnett. L ‘analisi dei risultati del reversal learning è stata eseguita mediante lo Student t-test. Giorno 4 11.8± 0.2 428.5 ± 31.3 9.8± 0.7 390.8 ± 33.4 Peso corporeo (grammi) 280 Veicolo/Veicolo Veicolo/Amfetamina Alcol/Veicolo Alcol/Amfetamina 260 240 * 220 * 200 180 0 1 2 3 4 Tempo (giorni) ** 5 6 Fig. 1: Effetto delle intossicazioni alcolica e/o amfetaminica sulla variazione di peso corporeo nei quattro gruppi sperimentali. I dati rappresentano la media ± SEM. *p<0.05, **p<0.01 vs. il gruppo Veicolo/Veicolo Di partimento Politiche Antidroga Presidenza del Consiglio dei Ministri Tab. 3: Dosi di alcol somministrate e relativi BALs per i gruppi alcol ed alcol + amfetamina. Intossicazione da alcol e neurodegenerazione Peso corporeo 18 Risultati L’analisi istochimica delle sezioni cerebrali del gruppo di animali intossicato con alcol ha mostrato un elevato numero di cellule neuronali positive al Fluoro-Jade B (neuroni in apoptosi), evidenziabili con una colorazione verde fluorescente su uno sfondo di verde più scuro. I risultati mostrano una marcata neurodegenerazione nelle aree del giro dentato (DG), della corteccia entorinale (Etc), della corteccia perinale (PRh) e della corteccia laterale entorinale (LEnt). La conta dei neuroni, effettuata ad ingrandimento 20X di tutte le sezioni cerebrali del gruppo in esame (distanza -6.1 mm dal bregma), ha dato un valore medio di 60 cellule degenerate nell’area della corteccia entorinale e 40 nel giro dentato dell’ippocampo. I risultati descritti si riferiscono al conteggio di tutti i neuroni Co-assunzione di alcol ed amfetamina nei ratti giovani Fig. 2: Le immagini mostrano un esempio del risultato ottenuto mediante marcatura con Fluoro-Jade B delle sezioni cerebrali appartenenti al gruppo sperimentale intossicato con alcol + amfetamina. In verde fluorescente i neuroni degenerati nel bulbo olfattorio (OB) ad ingrandimento 4X (A) e ad ingrandimento 20X (B). Neurodegenerazione evidenziata nella regione del giro dentato (DG) ad ingrandimento 4X (C) e nelle aree della corteccia entorinale (Ect), della corteccia perinale (PRh) e della corteccia entorinale laterale (LEnt) ad ingrandimento 4X (D). Le sezioni prese in esame si riferiscono al livello bregma -6.1 mm degenerati presenti sulla sezione analizzata e non è stato rapportato alle dimensioni dell’area. Analizzando le sezioni a -5.6 mm dal bregma, una modesta neurodegenerazione è stata evidenziata nell’area infralimbica (IL), nella corteccia orbitale (VO) e nel bulbo olfattorio (OB). Il quadro di neurodegenerazione è risultato identico per entrambi gli emisferi cerebrali. Come ci si attendeva, il gruppo di animali di controllo non ha presentato segni di neurodegenerazione sia nelle sezioni bregma -6.1 mm che in tutte le altre aree analizzate. Intossicazione da amfetamina e neurodegenerazione Nei cervelli degli animali intossicati con amfetamina si evidenzia una chiara degenerazione nell’area cerebrale corrispondente alla corteccia somatosensioriale (S1BF). La media dei neuroni marcati positivamente al Fluoro-Jade B di tutte le sezioni cerebrali del gruppo in esame (distanza -3.1 mm dal bregma) è di 14. Anche le aree del talamo (VA) e del periacquedotto (PAG) mostrano segni di una modesta neurodegenerazione con rispettivamente 5 e 3 neuroni marcati. Il gruppo di animali di controllo per l’amfetamina non presenta segni di neurodegenerazione nelle aree corrispondenti. Intossicazione da alcol /amfetamina e neurodegenerazione Come riportato in figura 2, nel gruppo sperimentale che ha subito la co-somministrazione di alcol e di amfetamina, è stata osservata una chiara neurodegenerazione nelle stesse aree risultate positive nel gruppo di ratti trattato con solo alcol, ossia nel giro dentato (DG), nella corteccia entorinale (Etc), nella corteccia perinale (PRh) e nella corteccia laterale entorinale (LEnt). La conta delle cellule marcate positivamente Di partimento Politiche Antidroga Presidenza del Consiglio dei Ministri 19 Italian Journal on Addiction Vol. 3 Numero 4 2013 Fig. 3: Rappresentazione schematica in cui vengono riportate tutte le aree cerebrali nelle quali è stata osservata neurodegenerazione dopo trattamento con alcol, amfetamina o loro combinazione: bulbo olfattorio (OB), area infralimbica (IL), corteccia orbitale (VO), corteccia somatosensoriale (S1BF), giro dentato (DG), corteccia entorinale (Ect), corteccia perinale (PRh), corteccia entorinale laterale (LEnt), periacquedotto (PAG) dal Fluoro-Jade B, su tutte le sezioni del gruppo in esame, ha definito un valore medio di 38 neuroni nell’area della corteccia entorinale e 55 nel giro dentato dell’ippocampo. Questo risultato sembra indicare un’inversione di tendenza rispetto al gruppo di animali intossicati con solo alcol, nei quali era maggiore il numero dei neuroni degenerati nella corteccia entorinale rispetto all’ippocampo. Il risultato più evidente dell’effetto della co-somministrazione di alcol ed amfetamina è la marcata neurodegenerazione a livello del bulbo olfattorio. In questa regione una media di 30 cellule sono risultate positive al Fluoro-Jade B (Figura 2) contro la media di 3 cellule riscontrate nell’intossicazione con solo alcol. Tutte le aree in cui è stata osservata neurodegenerazione nei diversi gruppi trattati sono schematizzate in Figura 3. Reversal Learning Durante la fase di training, tutti gli animali hanno raggiunto il 90% di risposte corrette come previsto dal protocollo sperimentale. Terminata l’intossicazione alcolica, tutti gli animali sono stati nuovamente esposti ai 4 differenti programmi (RR, LL, RL, LR), raggiungendo la stessa percentuale di risposte corrette come mostrato in Figura 4a. Nella fase di initial task, entrambi i gruppi, controllo e ratti intossicati, hanno raggiunto la media delle percentuali di risposte corrette (80%) necessarie per raggiungere la soglia prestabilita Figura 4b. Nella Figura 4c sono mostrate le medie percentuali delle premute alla leva attiva nel reversal task nei due gruppi sperimentali. I risultati mostrano che la percentuale delle risposte corrette è stata più bassa nel gruppo degli animali intossicati rispetto ai controlli. La differenza non è però statisticamente significativa. Questi risultati anche se preliminari suggeriscono una 20 Di partimento Politiche Antidroga Presidenza del Consiglio dei Ministri Figura 4. Reversal Learning Task. a) risultati ottenuti durante la fase di training (8 giorni); viene riportata la media percentuale delle risposte rinforzanti registrate ogni giorno. b) risultati della fase di initial task; viene riporata la media percentuale delle risposte corrette in funzione del trattamento (veicolo vs intossicazione alcolica). c) risultati della fase di reversal task; viene riportata la media percentuale delle risposte corrette in funzione del trattamento (veicolo vs intossicazione alcolica) perdita della capacità di cambiare strategia per ottenere un rinforzo dopo intossicazione alcolica. Ciò riflette una riduzione delle capacità cognitive conseguenti l’esposizione all’alcol. Discussione Per mimare la modalità di assunzione di alcolici più frequentemente adottata dai giovani è stato utilizzato il protocollo di intossicazione sviluppato da Majchrowicz23, come modello animale di “binge drinking”. I risultati dello studio condotto, hanno dimostrato come la somministrazione intragastrica di etanolo in ratti giovani, induce uno stato di costante e sostenuta intossicazione alcolica, con BALs compresi nell’intervallo Co-assunzione di alcol ed amfetamina nei ratti giovani 250-400 mg/dl. Il livello di intossicazione è stato confermato dall’osservazione di alcuni parametri comportamentali quali atassia, sedazione, perdita del riflesso di equilibrio e coma. Tra gli effetti dell’intossicazione alcolica, è stata rilevata una marcata riduzione del peso corporeo negli animali intossicati rispetto ai veicoli. È noto dalla letteratura che negli alcolisti, un inadeguato apporto nutrizionale può contribuire allo sviluppo di malattie neurodegenerative celebrali29 Il test comportamentale di reversal learning ha confermato che l’esposizione a dosi intossicanti di alcol altera la flessibilità cognitiva degli animali, mostrando un trend alla diminuzione della percentuale delle risposte corrette, negli animali intossicati rispetti ai veicoli. Nei giovani, l’esposizione ad elevati quantitativi di bevande alcoliche è caratterizzata da una maggiore suscettibilità ad eventi neurodegenerativi, in quanto a questa età le attività cerebrali sono fortemente plastiche e quindi sensibili alla tossicità di agenti xenobiotici30,31,32. A livello neuroanatomico, il binge drinking è associato ad alterazioni strutturali sia dell’ippocampo33,34 che della corteccia prefrontale35,36. In accordo con i dati di letteratura, i nostri studi, di immunoistochimica con Fluoro-Jade B, hanno evidenziato una marcata neurodegenerazione nelle aree del giro dentato, della corteccia entorinale, della corteccia perinale e della corteccia laterale entorinale. È stata inoltre osservata una moderata degenerazione a livello dei bulbi olfattori, della corteccia orbitale e dell’area infralimbica. La regione ippocampale come, seppure in misura minore, la corteccia entorinale e le aree dei bulbi olfattori, sono conosciute per essere implicate nei processi di apprendimento spaziale e nella memoria di lavoro37,38,39,40. I nostri dati di neurodegenerazione suggeriscono che l’esposizione all’alcol e all’amfetamina potrebbero tradursi in una significativa compromissione di questi processi cognitivi. In parte questa osservazione è confermata dai dati comportamentali che, come discusso in precedenza, hanno dimostrato che l’esposizione a dosi intossicanti di alcol riduce in maniera significativa le capacità cognitive dell’animale. Nei ratti giovani, il trattamento cronico con amfetamina, pur non avendo provocato l’innalzamento della temperatura corporea rispetto ai veicoli, ha determinato una evidente degenerazione dei neuroni della corteccia somato sensoriale (S1BF). La letteratura scientifica supporta i nostri risultati fornendo una serie di evidenze sperimentali sul danno neurotossico dell’amfetamina in questa area specifica41,42. D’altro canto studi preclinici confermano che le alterazioni morfologiche e funzionali indotte dall’ intossicazione da amfetamina nella regione corticale somato-sensoriale non sono correlabili alla sindrome serotoninergica e al relativo aumento della temperatura corporea16,43. Nel nostro studio, segni di una modesta neuro degenerazione sono stati osservati anche nelle aree del talamo (VA) e del periacquedotto (PAG). In linea con la nostra osservazione, data precedentemente pubblicati hanno dimostrato che una singola iniezione di uno psicostimolante (cocaina o amfetamina) o l’esposizione acuta ad uno stress sociale (social defeat stress), determinano un aumento significativo dell’espressione del cfos, un marcatore tipico dell’attivita’ neuronale, in alcune aree specifiche come il PAG, il locus ceruleus (LC) ed il dorsal raphe44. La PAG potrebbe quindi essere coinvolta nella sensitizzazione da psicostimolanti (Klaus et al. 1999) e mentre l’aumento dell’espressione del c-fos potrebbe riflettere una attivazione neuronale associata agli effetti neurodegenerativi osservati in questa area. I risultati di immunoistochimica successivi alla co-somministrazione di alcol ed amfetamina hanno evidenziato una fortissima neuro degenerazione a livello del bulbo olfattorio. Livelli di neuro degenerazione significativi sono stati inoltre osservati anche nel giro dentato e nella corteccia entorinale. Il bulbo olfattorio è una regione del cervello ricca di neuroni dopaminergici fortemente sviluppata nei roditori, coinvolta nella regolazione dei processi olfattivi ma anche nel controllo dell’umore. Esperimenti di lesione cerebrale hanno evidenziato, ad esempio, che nel ratto il danneggiamento dei bulbi risulta in un marcato effetto simil-depressivo45. Queste osservazioni sono in linea con i dati clinici i quali dimostrano come l’esposizione protratta ad amfetamina e ad altri psicostimolanti possa innescare crisi depressive nell’uomo46. In conclusione, i dati raccolti nella nostra sperimentazione preclinica evidenziano la pericolosità del co-abuso di alcol ed amfetamina nell’indurre gravi danni neuronali in aree implicate nel controllo della sfera psichica e cognitiva. Questi danni possono essere molto marcati se l’esposizione avviene in età giovanile e cioè in una fase dello sviluppo caratterizzata da elevata plasticità neuronale. I dati epidemiologici indicano che l’uso degli psicostimolanti da soli e in associazione con bevande alcoliche è molto frequente proprio fra i giovani e ciò rende la situazione particolarmente allarmante. L’attuazione di politiche preventive e di strategie educative mirate alla riduzione dell’uso di queste sostanze dovrebbe essere percepita come una priorità medica e sociale. Ringraziamenti Questo studio è stato condotto con il supporto del Fondo di Ateneo per la Ricerca 2011 (a MU). Si ringraziano i Sign.ri Marino Cucculelli e Rina Righi per la assistenza tecnica e la cura degli animali. Bibliografia 1. Miller, J. W., Naimi, T. S., Brewer, R. D., and Jones, S. E. Binge drinking and associated health risk behaviors among high school students. Pediatrics 2007, 119: 76–85. 2. 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