Attentato di Sarajevo
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Attentato di Sarajevo
Leggende e Realtà Attentato di Sarajevo Lavoro svolto da Chiara Zanovello Laboratorio WEB anno scolastico 2015-2016 Leggende Nel titolo è ricorsa la parola “leggende”, sì perché ci sono anche due leggende su questo avvenimento. La prima è che l'uccisione del principe ereditario Francesco Ferdinando nell'attentato di Sarajevo sarebbe stata la causa della prima guerra mondiale. La seconda leggenda dice che la Germania, l'Austria, la Francia, l'Inghilterra e la Russia, cioè le potenze principali poi coinvolte nella prima guerra mondiale, sarebbero "scivolate" in questa catastrofe, spinte dalle circostanze e senza volerla veramente. Ma queste leggende, ripresentate periodicamente anche da blasonate riviste storiche, con un più attento esame delle fonti, non trovano conferma. Realtà I preparativi per l'attentato del 28 giugno 1914 erano cominciati già alcuni mesi prima. All'inizio erano in tre a voler uccidere Francesco Ferdinando in occasione della sua visita a Sarajevo, tra cui il futuro attentatore Gavrilo Princip. Tutti e tre avevano tra i 18 e i 19 anni ed erano membri della associazione bosniaca nazionalista e pro-serba "Giovane Bosnia". Più tardi si aggiunsero altri quattro ragazzi serbi e bosniaci, tutti giovanissimi (il più giovane aveva 17, il più vecchio 27) e tutti erano privi di qualsiasi esperienza con le armi. Il "gruppo di fuoco" dei 7 ragazzi, che disponeva di 4 rivoltelle e 6 bombe a mano, si distribuì lungo il percorso che l'arciduca e il suo seguito (in tutto 6 macchine) doveva fare a Sarajevo e che era stato pubblicato in precedenza sui giornali. Ma il primo del gruppo non capì in quale macchina viaggiava l'arciduca e così rinunciò, il secondo riuscì invece a lanciare una bomba a mano verso la macchina dell'arciduca. Ma l'autista aveva visto il lancio, accelerò e così la bomba esplose davanti alla macchina successiva, causando 8 feriti, ma nessun morto. L'attentatore fu subito preso e arrestato, mentre il terzo, Gavrilo Princip, che era nelle vicinanze, si rifugiò in un Kaffeehaus per riflettere su cosa fare. Ormai il piano era saltato e gli altri quattro, disorientati e ostruiti dalla folla ebbero paura e rinunciarono. Il corteo delle macchine continuò verso il municipio per seguire il programma previsto, un banchetto con discorsi ufficiali. Solo una incredibile coincidenza fece sì che alla fine il piano dell'attentato riuscisse. Al ritorno dal municipio l'autista della macchina con Francesco Ferdinando dovette fermarsi un attimo per una retromarcia: non era stato informato in tempo di un cambiamento del percorso e aveva sbagliato strada. E si fermò proprio davanti al Kaffeehaus dove sedeva Gavrilo Princip, che nel frattempo stava riflettendo se era meglio suicidarsi o scappare. Quando Princip si vide la macchina con Francesco Ferdinando davanti uscì di corsa dal Kaffeehaus e sparò i colpi mortali che uccisero, oltre all'arciduca, anche sua moglie Sofia. Coordinatore prof. Francesco Giacobbe
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riguarda il Dott. Becchetti secondo me è lui che ha delle colpe, visto che ci sono vari metodi per fare la
formazione (cartaceo, e-mail, sms) e non si doveva approfittare della disponibilità altrui...