ASSOCIAZIONE ALLEVATORI DEL FRIULI VENEZIA GIULIA

Transcript

ASSOCIAZIONE ALLEVATORI DEL FRIULI VENEZIA GIULIA
ASSOCIAZIONE ALLEVATORI DEL FRIULI VENEZIA GIULIA
LABORATORIO ANALISI
Via XXIX OTTOBRE 9/B 33030 Codroipo (UD)
tel. 0432 824225-6-7-8/fax 0432 824298
e-mail: [email protected]
GESTIONE EMERGENZA AFLATOSSINA M1 NEL LATTE IN
FRIULI VENEZIA GIULIA (II SEMESTRE 2003)
Roma, 21 gennaio 2004
Introduzione
z
z
z
Le micotossine (aflatossine, ocratossine, zearalenone, tricoteceni,ecc.)
sono delle molecole tossiche prodotte naturalmente dal metabolismo di
alcune specie di funghi, generalmente saprofiti, appartenenti ai generi
Aspergillus, Penicillium e Fusarium;
Lo sviluppo delle muffe e dei loro metaboliti tossici sulle derrate
alimentari può verificarsi in qualsiasi fase del ciclo produttivo
dell'alimento, a partire dalla coltivazione fino ad arrivare al consumo;
Le condizioni ideali per lo sviluppo dei miceti sono:
1.
2.
3.
4.
z
temperatura compresa tra 15 e 40 °C (optimum 20-25 °C), anche se alcune muffe
possono svilupparsi fino a temperature di congelamento (-20 °C);
umidità relativa elevata (> 70%);
pH tra 4 e 8, ma a volte anche più bassi;
presenza di ossigeno, anche se alcune specie in microaerobiosi (minimo 1-2%);
La formazione delle micotossine è strettamente connessa alla crescita
fungina; senza di essa, la produzione di tossine non avviene. Non è detto
però che la presenza di muffe tossigene su un alimento indichi
necessariamente l’esistenza di micotossine e viceversa l’assenza di ceppi
fungini non esclude la loro presenza in quanto le tossine sono molto più
resistenti, nel tempo, rispetto al micelio che le ha prodotte.
Roma, 21 gennaio 2004
Carry over nel latte e nei prodotti
lattiero-caseari
LATTE: la quantità di AFM1 che può essere rinvenuta nel
latte vaccino, in rapporto alla quantità di AFB1 ingerita con
l’alimento, presenta variazioni medie dello 0.17 al 3%, con
punte del 6% in funzione dei seguenti fattori:
z
–
–
–
–
–
entità del metabolismo
specie animale
Razza
fattori individuali, ad esempio le infezioni mammarie aumentano la
quantità di AFM1 eliminata con il latte
livello produttivo
9
9
z
La comparsa di AFM1 nel latte è di solito rapida, per assunzione di quantità elevate di AFB1
con l’alimento, (già dopo 4 ore)
altrettanto veloce è la sua scomparsa : in media, già entro 3-4 giorni dalla sospensione
dell’assunzione di AFB1.
Prodotti lattiero-caseari: distribuzione non uniforme
Roma, 21 gennaio 2004
Normativa in vigore
La UE e lo Stato italiano hanno imposto dei limiti precisi per le aflatossine
sia negli alimenti per animali (Direttiva 2002/32/CE del 7 maggio 2002)
che negli alimenti ad uso umano (Regolamento CE n° 466/2001 dell’8
marzo 2001).
– ALIMENTI SEMPLICI PER ANIMALI, contenuto massimo ammesso
di AFB1: 50 µg/kg (ppb);
– Arachidi, copra, salmisti, semi di cotone, babassu, granoturco e loro
derivati, contenuto massimo ammesso di AFB1: 20 µg/kg (ppb);
– ALIMENTI COMPLEMENTARI PER ANIMALI DA LATTE,
contenuto massimo ammesso di AFB1: 5 µg/kg (ppb);
– LATTE e SUOI DERIVATI, siano essi essiccati, trasformati,
costituiti da più ingredienti, per il latte destinato alla fabbricazione
dei prodotti a base di latte o per il latte trattato termicamente,
contenuto massimo ammesso di AFM1: 0.05 µg/l;
– Alimenti a base di latte destinati all’infanzia, contenuto massimo
ammesso di AFM1: 0.01 µg/l.
Roma, 21 gennaio 2004
Situazione in Italia
IN passato le Aflatossine hanno rappresentato un problema
prevalentemente
legato
all’importazione
di
derrate
alimentari da paesi a clima caldo umido, mentre la
contaminazione dei prodotti locali rivestiva carattere di
eccezionalità e comunque sempre con livelli molto bassi in
relazione ai suddetti motivi climatici ed alle migliori tecniche
agronomiche, di raccolta e conservazione.
Secondo alcune fonti quest’anno, ad aggravare la situazione
avrebbe inoltre contribuito lo scorretto essiccamento
industriale di alcune partite di granella, giunte agli
stabilimenti di lavorazione con bassissimi livelli di acqua
libera
Roma, 21 gennaio 2004
IN FRIULI VENEZIA GIULIA: GESTIONE EMERGENZA
(II semestre 2003)
1.
2.
Screening
su campioni di latte vaccino
Laboratorio AAFVG);
(presso
Nelle aziende in cui è stata riscontrata la presenza
di AFM1 si è provveduto a correggere la dieta dei
bovini ed è stato effettuato un successivo prelievo
(alcuni campioni sono stati analizzati in HPLC in altri laboratori);
3.
Campionamenti su materie prime (granaglie) e su
prodotti finiti (analisi di AFB1 in ELISA presso Laboratorio ARAV-PD)
4.
In parallelo è stata potenziata l’attività
formazione per tecnici del settore e allevatori
Roma, 21 gennaio 2004
di
Screening su campioni di latte
9
9
9
Nel corso del secondo semestre 2003
(concentrati nei mesi novembre-dicembre)
nel Laboratorio Analisi dell’Associazione
Friuli Venezia Giulia è stato condotto uno
screening su 587 campioni di latte vaccino
(681 analisi effettuate) utilizzando il
metodo E.L.I.S.A.
Alcuni campioni (circa 3%) sono stati inviati
presso altri Laboratori per l’analisi in HPLC.
Roma, 21 gennaio 2004
Materiali e metodi
z Campionamento:
587 campioni di latte crudo
vaccino omogeneizzato prelevati da singole aziende o da
campioni di massa presso i caseifici della regione Friuli
Venezia Giulia
– Preparazione
dei campioni: ca 100 ml di latte previa
centrifugazione per 10 minuti a 3000g veniva sgrassato per
aspirazione col vuoto, la parte sgrassata veniva aliquotata
almeno in doppio ed eventualmente, conservata a –20°C per
l’analisi successiva.
z Reagenti
e
Apparecchiature:
– ImmunoscreenAFLAM1(cod. MA418; Tecna srl)
– Ridascreen Aflatoxin M1 (Art. No: R1101; R-Biopharm GmbH);
z Prove di validazione tra i due kit tuttora in corso (stiamo
raccogliendo i dati..)
– Lettore micropiastre (Elx 800 Univ. Microp. Reader Bio-tek
Instrument Inc.), filtro 450 nm, azzeramento contro aria
Roma, 21 gennaio 2004
Specifiche dei kit
ImmunoscreenAFLM1
Ridascreen Aflatoxin M1
Specifiche
Parametri
Limite di rilevazione nel
latte
5ppt
Recuperi dal latte
100 % (cv 20%)
Cross reattività con AFLM1
100%
Limite di rilevazione nel
latte
5 ppt
Recuperi dal latte
tra 10-80 ppt
95% (cv 15%)
Cross reattività con AFLM1
100%
Roma, 21 gennaio 2004
Risultati
DISTRIBUZIONE CAMPIONI PER GRUPPO
novembre -dicembre 2003
50
46
45
40
35
30
24
% 25
G1(<5ppt)
19
20
15
G2(da 5 a 29 ppt)
G3(da 30 a 49 ppt)
G4( superiore o uguale a 50ppt)
11
10
5
0
G1(<5ppt)
G2(da 5 a 29 G3(da 30 a 49 G4( superiore
ppt)
ppt)
o uguale a
50ppt)
Roma, 21 gennaio 2004
Tab1. Distribuzione dei campioni di latte vaccino per i diversi range di
concentrazione di AFM1
Range
(ppt)
N. camp.
Frequenza Min Mediana max Media
(%)
DS
AFM1 <5
67
0,114 (11)
/
/
/
/
5≤AFM1<30
270
0,460 (46)
5
18
29
18
7,2
30≤AFM1<50
140
0,239 (24)
30
38
49
38
5,9
AFM1≥50
110
0,187 (19)
50
/
>100
/
Roma, 21 gennaio 2004
Conclusioni (I)
z L’emergenza Aflatossina M1 ha rappresentato una situazione di crisi che ha
investito diversi livelli (mediatico, singolo consumatore, associazione di
consumatori, organi sanitari, produttore) e è stata affrontata attraverso:
– APPARATO-SQUADRA ANTI-CRISI: composizione, ruoli, portavoce
– GESTIONE CRISI: monitoraggio mezzi di informazione, potenziamento
della formazione, interventi con media e autorità sanitarie
z Potenziamento dell’attività di monitoraggio del latte di massa e di singola
azienda conferito nei caseifici attraverso la predisposizione di un piano di
autocontrollo
– per garantire la qualità dei prodotti lattiero caseari commercializzati
– e per rilevare se esiste una differenza stagionale correlabile con la
contaminazione nel latte (Blanco et al., 1988);
z Negli allevamenti in cui è stato riscontrato il fenomeno ed ove si è provveduto
a modificare opportunamente il regime alimentare, le analisi successive hanno
fornito risultati confortanti. Attualmente in Friuli si sta effettuando una
seconda campionatura.
Roma, 21 gennaio 2004
Conclusioni (II)
Da un punto di vista tecnico si evidenzia il vantaggio dell’ utilizzo
del metodo ELISA come sistema di screening comportando:
– una riduzione dei tempi di analisi
– specificità per la tossina in questione,
– semplificazione nella preparazione del campione da sottoporre ad
analisi
Tuttavia per la nostra esperienza si rende necessario
– implementare le prove interlaboratorio tra metodi ELISA vs
HPLC;
– confermare in HPLC i dati ottenuti dallo screening in ELISA
non solo nella fascia superiore al limite di legge, ma anche
per le fasce più critiche tra i 30-40 ppt assai prossime al
limite normato
Roma, 21 gennaio 2004