I fiori della Terra desolata - Fondazione Gerardino Romano
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I fiori della Terra desolata - Fondazione Gerardino Romano
I FIORI DELLA TERRA DESOLATA Pier Franco Uliana I was a wasp of New England (natione non moribus). Al primo quarto di mia vita guadai il vallo atlantico fino agli Champs Elisée. Flegiàs, elmo chiodato, mi sospinse poi dentro al cuore della City (of Dite) da cui non feci più ritorno. Da lì, dopo l’esondazione del Flegetonte (dai Laghi Masuri alla Marna, dal Piave alla Manica), per la Respublica christiana vidi crescere la paglia senza spiga, buona solo per spaventapasseri, i papaveri nelle menti bracciantili, il ricino per infusi nel Bel Paese e i colchici per decotti nella Magna. E dalla Lloyds Bank una nevrosi che infestò anche la vita della mia Vivien. Il miglior fabbro mi limò e forgiò. E un Mercoledì delle Ceneri in ginocchioni al som de l’escalina scelsi Chiesa Monarchia e Metodo mitico. Rovistai tra capitelli bizantini e la suburra londinese e nella chimica e fisica e metafisica ed etica, ordine geometrico demonstrata, e nell’antro di Platone e di Sibilla e nei poemi e nelle canzonette … Rivisitai epoche ed epopee d’occidente. Salii candide rose, iperuranii, cieli tolemaici, giardini pensili, acropoli, attici, soffitte … Scesi necropoli, ipogei, catacombe, mausolei, cappelle rinascimentali, cripte barocche, sepolcri neoclassici, cimiteri romantici, ossari, cantine, sottoscala… Misi a sacco scriptoria e biblioteche e pinacoteche e cineteche … e tutte le terre emerse (io che aborrivo il Wild West) e Cocito (io che ero spirito apollineo) e il Mare Nostrum (io che venivo da oltre le Colonne d’Ercole). Non trassi che un pugno di polvere ultraterrena, a mostrare il terrore, e frammenti per puntellare il Credo mutilo. Dal bosco sacro trafugai il Ramus Aureus, dal bosco ctonio il ramo della Vigna. Dissi del lusso e di lussurie e vissi l’apocalisse del quotidiano. Tutto, seppur confusamente, scrissi in vv. 433.