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CAPITOLO I
TIPICITÀ DELLA FATTISPECIE E DISCREZIONALITÀ PENALE:
UNA ‘DIFFICILE’ COESISTENZA
1.1. I rapporti tra tipicità della fattispecie e discrezionalità
del giudice penale. Un dibattito ormai chiuso........................pag. 1
1.2.1. Il concetto ampio di fattispecie: la discrezionalità
come interpretazione. Profili generali.............................. 11
1.2.2. Discrezionalità come interpretazione:
il concetto ampio di fattispecie nelle posizioni
di Salvatore Messina e Franco Cordero........................... 20
1.3.1. Il tentativo dottrinale di configurare un autonomo
ambito concettuale alla discrezionalità
rispetto alla tipicità della fattispecie: in particolare,
il contributo di Franco Bricola......................................... 27
1.3.2. Gli ulteriori avvicinamenti e allontanamenti della
discrezionalità penale dalla tipicità della fattispecie:
le posizioni di Latagliata, Massa e Stile .......................... 35
1.4.1. La tracimazione concettuale dell’elemento tipico
sull’elemento discrezionale. La cd. ‘sottofattispecie’
e la ‘tipicità graduale’: i casi dell’illecito bagatellare
e della riformulazione del reato ....................................... 48
1.4.2. La concretizzazione della tipicità nella
soluzione del tema intertemporale: dalla
‘fattispecie astratta’ alla ‘sottofattispecie’ ....................... 60
1.4.3. I percorsi teorici dalla ‘sottofattispecie’
alla cd. ‘tipicità stratificata’: l’erosione concettuale
della discrezionalità ......................................................... 68
VIII
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CAPITOLO II
‘TIPICITÀ CLASSIFICATORIA’ E ‘TIPOLOGIA ORDINALE’
NEL DIRITTO PENALE. CRITICA STORICA,
EPISTEMOLOGICA E DEONTICO-APPLICATIVA
2.1. La costante dimensione ‘classificatoria’
della tipicità penale secondo Ernst Beling ...........................pag. 77
2.2. Il mantenimento del carattere ‘classificatorio-modulare’
del Tatbestand nell’evoluzione della teoria del reato del ’900.
La posizione del problema: la distinzione tra ‘arricchimento’
e ‘concretizzazione’ del Tatbestand............................................ 86
2.2.1. Le due radici metateoretiche del Tatbestand
belinghiano: le ascendenze hegeliana e neokantiana ....... 88
2.2.2. Resistenza del paradigma ‘divisionistico’ e
‘impersonalità classificatoria’ del Tatbestand
nella teoria del reato del ‘900 tedesco ............................. 95
2.3.1. Circa la presunta natura ‘tipologico-ordinale’
della tipicità penale: ‘classe’ vs. ‘tipo’........................... 108
2.3.2. ‘Tipologia’ e ‘tipicità’ della fattispecie penale:
un’incongrua equiparazione. La posizione di
Gustav Radbruch ........................................................... 113
2.3.3. Circa la presunta natura ‘tipologico-ordinale’
della tipicità penale: ‘classe’ vs. ‘tipo’.
L’ermeneutica giuridica di Arthur Kaufmann
e Winfried Hassemer ..................................................... 126
2.3.4. ‘Tipicità’ e ‘tipologia penale’ tra ‘classificazione’
e ‘commisurazione’: aporie pratiche e
tecnico-penalistiche della tipicità stratificata................. 143
CAPITOLO III
TIPICITÀ CLASSIFICATORIA E DISCREZIONALITÀ PENALE
NEL RAGIONAMENTO GIUDIZIARIO: GLI AMBITI DELLA
DENOTAZIONE E DELLA CONNOTAZIONE
3.1. Una breve premessa: la discrezionalità negli istituti del diritto
positivo. L’opportunità di nuova impostazione metodologica .. 156
3.2. Cenni generali sul ruolo della ‘tipizzazione’
nella conoscenza umana e nella conoscenza giudiziaria........... 165
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IX
3.3. La teoria referenziale del significato nella logica
di Gottlob Frege. La sua utilità per la comprensione
della struttura del ragionamento giudiziario ......................pag. 169
3.4. ‘Tipicità’ come denotazione classificatoria vs.
‘discrezionalità’ come intensione pratico-valutativa................. 176
3.5. Discrezionalità del giudice penale come
connotazione del fatto: il ruolo dell’‘equità’............................. 180
3.6. La tipicità come allontanamento ‘legalistico’ e
la discrezionalità come avvicinamento ‘equitativo’
tra giudice e reo (favor rei) ...................................................... 193
3.7. Un’ulteriore actio finium regundorum tra discrezionalità
come comprensione equitativa e potere
di connotazione del fatto: l’indagine probatoria ....................... 201
3.8. I nuovi possibili itinerari di ricerca:
circa le ripercussioni tecnico-operative dell’indagine
epistemologica su alcuni tradizionali temi applicativi .............. 205
3.8.1. L’inammissibilità della cd. discrezionalità ‘bifasica’:
l’esempio della nuova disciplina della recidiva e
possibili conseguenze applicative.................................. 208
3.8.2. Le ripercussioni della comprensione equitativa
sulla natura libera o vincolata della discrezionalità
del giudice penale: la discrezionalità come forma
di ragionamento ‘analogico’ e
di razionalità decisoria................................................... 217
3.8.3. Circa la plausibilità di una nozione unitaria di
discrezionalità penale. La discrezionalità
nella commisurazione sanzionatoria.............................. 229
CAPITOLO IV
IL RUOLO DELLA COLPEVOLEZZA DEL REO PER IL FATTO
COMMESSO NEL DIRITTO PENALE: TRA TIPICITÀ
CLASSIFICATORIA E TIPOLOGIA ORDINALE.
CRITICA STORICA, DOGMATICA E POLITICO-CRIMINALE
4.1. La commisurazione della pena nelle elaborazioni della
dottrina tedesca e italiana: criteri ‘finalistici’,
‘fattuali’ e ‘logici’e cd. ‘vuoto dei fini’
nell’ordinamento penale italiano............................................... 238
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4.2. Il ruolo della colpevolezza nella commisurazione
della pena nel più recente dibattito dottrinale ....................pag. 245
4.3.1. Circa le origini dello svuotamento del ruolo fondante
della colpevolezza nella commisurazione della pena:
a) il versante storico-filosofico ...................................... 255
4.3.2. b) il versante dogmatico: il persistere dell’ingrediente
psicologico e della componente classificatoria
nelle varie concezioni, cd. formale e cd. sostanziale,
della colpevolezza normativa. La conseguente
separazione tra cd. colpevolezza fondante
e colpevolezza graduante............................................... 264
4.3.3. c) il versante politico-criminale:
la ‘funzionalizzazione’ della colpevolezza tra cd.
Strafbegründungsschuld e cd. Strafzumessungsschuld.
In particolare, nel pensiero di Claus Roxin.................... 279
4.4.1. Per un superamento ‘epistemologico’ della dicotomia
tra cd. Strafbegründungsschuld e cd.
Strafzumessungsschuld: il ruolo della denotazione
‘classificatoria’ e della connotazione ‘ordinale’
nelle cause di scusa in senso lato ................................... 292
4.4.2. Per un superamento ‘epistemologico’ della dicotomia
tra cd. Strafbegründungsschuld e cd.
Strafzumessungsschuld: il ruolo della denotazione
classificatoria per dolo e colpa e della
‘globale connotazione’ del fatto-reato per la colpevolezza.
L’esempio dell’equivocità del cd.
ne bis in idem sostanziale in tema di circostanze........... 311
4.5. Conclusioni dogmatiche sulla colpevolezza
come categoria ‘ordinale’: l’abuso di libertà
come significato della colpevolezza e
sua ascrizione alla teoria del reo ............................................... 324
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XI
CAPITOLO V
IL RUOLO DELLA COLPEVOLEZZA DEL REO PER IL FATTO
COMMESSO NEL DIRITTO PENALE: TRA TIPICITÀ
CLASSIFICATORIA E TIPOLOGIA ORDINALE.
RISCONTRI CRITICI
5.1. Il rilievo della ‘razionalità del senso comune’
nell’elaborazione della nozione di colpevolezza
come categoria ordinale, alla stessa stregua
degli elementi soggettivi e oggettivi del fatto tipico ..........pag. 337
5.2. Elementi del ‘fatto tipico’ e ‘colpevolezza ordinale’
nell’art. 133 c.p. La ‘rivisitazione’, alla luce della colpevolezza
ordinale, dei coefficienti classificatori del fatto tipico.
Il caso della problematica distinzione tra dolo eventuale e
colpa con previsione in giurisprudenza..................................... 351
5.3. I più importanti riscontri della dimensione
‘tipologico-ordinale’ della colpevolezza nel diritto positivo:
retrospettiva storica sull’art. 133 c.p. e
sui criteri di commisurazione della pena................................... 371
5.4. Il rapporto dialettico di colpevolezza ordinale
e specialprevenzione nella commisurazione discrezionale
della pena: la capacità a delinquere come insieme
degli elementi dai quali desumere l’esatta collocazione
‘ordinale’ della colpevolezza e della risposta sanzionatoria ..... 379
5.5. Considerazioni conclusive. La rilevanza costituzionale
della discrezionalità penale, tra principio di uguaglianza
e di personalità della responsabilità penale............................... 393
Bibliografia ...................................................................................... 401