Siamo italiani, no al fumo verde
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Siamo italiani, no al fumo verde
MASSIMOTAMMARO.COM CORRIERE DELLA SERA ITALIA-LIBIA, IL CASO «Siamo italiani, no al fumo verde» Prove cancellate per le Frecce La risposta alle richieste dei libici per l'esibizione a Tripoli DAL NOSTRO INVIATO TRIPOLI — «Shut down the engine, you have a delay». Per ben due volte il comandante delle Frecce Tricolori, Massimo Tammaro, che stava rullando sulla pista dell'aeroporto militare di Maitiga ha ricevuto dalla torre di controllo l'ordine di spegnere i motori degli Aermacchi. Con la terza comunicazione è giunto anche l'ordine di rientrare perché l'esercitazione era cancellata. Quella di ieri, sul cielo di Tripoli, doveva essere la prova generale della manifestazione acrobatica che la nostra pattuglia — che tutto il mondo ci invidia per la sua abilità — avrebbe dovuto fare per i festeggiamenti odierni in occasione dei 40 anni della Le frecce tricolori rivoluzione verde che portò al potere il colonnello Muhammar Gheddafi. E il colore verde potrebbe essere all'origine della cancellazione. Da tempo, infatti, le autorità libiche chiedono che le Frecce scarichino scie di fumo verde durante le acrobazie previste per i festeggiamenti in onore dei 40 anni di potere del Raìs. Ma la risposta è sempre stata la stessa: un cortese ma fermo no. Anche ieri, durante il consueto briefing che precede un'esercitazione, Tammaro si è sentito fare la medesima richiesta. E anche ieri ha risposto: «Noi siamo italiani e abbiamo una disposizione ferrea. I fumi che possiamo scaricare sono bianchi o tricolori, come la nostra bellissima bandiera». Insomma, tutto lascia intendere che potrebbe essere questo diniego all'origine della decisione libica di sospendere i voli acrobatici. Anche se ufficialmente nessuno vi fa riferimento, nemmeno gli italiani. Lo stesso Tammaro, in una improvvisata conferenza stampa nella nave albergo che ospita gli uomini della pattuglia, spiega che la ragione è «tecnica» dopo essersi consultato con lo stato maggiore dell'aeronautica militare italiana, l'ambasciatore Francesco Tupiano e il ministro della Difesa Ignazio La Russa. «In una zona della città, di fronte al mare, — dice l'ufficiale — è ancora in corso il vertice dei capi di Stato africani e quindi per motivi di sicurezza ci è stato comunicato che tutti i voli erano stati sospesi». Tutti i nostri, militari e politici, ne prendono atto. Ragioni di opportunità invitano ad accettare per buono quanto hanno sostenuto i libici perché è del tutto plausibile la loro tesi visto che sul lungomare, sotto una tensostruttura, la stessa che domenica ha ospitato la cena tra Gheddafi e Silvio Berlusconi, si svolge il vertice dei leader dell'Unione africana. Dal punto di vista diplomatico si vogliono evitare incidenti perché si sa quanto siano imprevedibili i dirigenti libici e quanto talvolta paiono capricciose se non addirittura eccessive le loro richieste. Ecco perché si fa finta di credere a questa versione e ci si dimentica che ieri mattina, proprio sulla stessa porzione di cielo prospiciente la zona del summit panafricano hanno volteggiato per una buona mezzora tre aerei leggeri di fabbricazione francese. I rapporti di buon vicinato e la possibilità di fare buoni affari consigliano quindi di essere prudenti. Ecco perché, a meno di impreviste novità, il programma messo a punto per lo show delle nostre Frecce resta inalterato e si compone di sette «figure», alcune come il giro MASSIMOTAMMARO.COM della morte «a triangolone» ripetuto due volte. I nove Aermacchi concluderanno con un passaggio spettacolare che mette i brividi per la sua bellezza. In formazione «Alona con carrello estratto» scaricheranno una fumata tricolore sulle note del «Vincerò» cantate da Luciano Pavarotti. Lorenzo Fuccaro 01 settembre 2009 MASSIMOTAMMARO.COM ITALIA ILSOLE24ORE.COM > Notizie Italia A Tripoli le Frecce stendono il tricolore 1 settembre 2009 Le Frecce Tricolori hanno lasciato una scia di fumo verde, bianco e rosso sul cielo di Tripoli in occasione del 40/o anniversario della rivoluzione e del primo anniversario della firma del trattato di amicizia con l'Italia. La pattuglia acrobatica dell'Aeronautica militare italiana, guidata dal colonnello Massimo Tammaro, si è esibita per dodici minuti durante la maxi parata organizzata nella capitale libica, davanti al colonnello Muammar Gheddafi. Nel primo pomeriggio si erano diffuse voci di un c ontrasto tra Italia e Libia in merito all'esibizione delle Frecce: l'ambasciatore italiano a Tripoli, Trupiano, aveva riferito dell'insistenza del governo libico perchè il fumo degli aerei italaini fosse solo verde (il colore dell'Islam e della bandiera libica). Nel pomeriggio la precisazione dell'ambasciatore libico a Roma Abdulhafed Gaddur: «Sono state persone non responsabili a mettere in giro questa voce», ha aggiunto. Decisa e senza esitazioni era stata - alla supposta richiesta libica di utilizzare il fumo verde per celebrare l'Islam e la rivoluzione di Gheddafi - la risposta del colonnello Massimo Tammaro, capo delle pattuglie acrobatiche italiane. «Non ci alzeremo in volo se i nostri aerei non potranno spendere i colori della nostra bandiera», aveva detto l'ufficiale. 1 settembre 2009 MASSIMOTAMMARO.COM Sky.it tg24 > mondo Libia, quando le Frecce tricolore dissero "no" al raìs Nel 2009 il comandante della pattuglia acrobatica, "prestata" a Gheddafi per celebrare i 40 anni della rivoluzione, si rifiutò di sostituire la scia bianca, rossa e verde con una solo verde. Evitando una concessione simbolica ai capricci del Colonnello 25 marzo, 2011 Parole Chiave libia guerra libia muammar gheddafi odissea all'alba speciale mediterraneo frecce tricolori tg24 mondo di Cristina Bassi “O lasciamo la scia bianca, rossa e verde oppure torniamo in Italia senza esibirci”. Era il primo settembre 2009, in piena fase di “ottimi rapporti di amicizia” tra Italia e Libia. Muammar Gheddafi si prepara a celebrare in grande stile i 40 anni della rivoluzione Verde, quella che l’ha portato al potere. Tra parate di carri armati, cammelli ed elefanti il raìs ha un capriccio: vuole che le Frecce tricolori, la pattuglia acrobatica nazionale (Pan) dell’Aeronautica militare che insieme a quelle di Francia, Portogallo e Serbia si alzerà in volo durante la cerimonia, invece di stendere dietro di sé il tradizionale fumo con i colori della bandiera italiana, MASSIMOTAMMARO.COM lascino una scia verde. Ma quella volta il Colonnello si trova davanti un militare italiano patriottico e irremovibile, il tenente colonnello Massimo Tammaro, comandante (oggi ex) della Pan. “Non ci alzeremo in volo se le Frecce non potranno stendere il fumo bianco, rosso e verde”, ripete Tammaro alle autorità libiche che da giorni continuano a chiedere uno strappo alla regola. Quel tricolore evidentemente non andava proprio giù a Gheddafi, che forse si aspettava che gli amici italiani cedessero. “I piloti italiani che in passato venivano a bombardare la città di Tripoli, oggi vengono a congratularsi con il popolo libico per i 40 anni della Rivoluzione”, aveva annunciato pochi giorni prima dell’anniversario, durante un incontro con Silvio Berlusconi. Di certo non immaginava che un anno e mezzo più tardi gli aerei italiani sarebbero tornati sui cieli libici di nuovo da nemici. Oggi i piloti delle Frecce non sono autorizzati a parlare di quella vicenda. Ma il gran rifiuto di Tammaro allora ha rischiato di causare un incidente diplomatico. Dopo le sue prime dichiarazioni sia il ministro della Difesa Ignazio La Russa sia il premier Berlusconi ribadivano che la pattuglia si sarebbe esibita rispettando lo schema riproposto in tutti i Paesi. Nessuna eccezione per Gheddafi, anche se la querelle coinvolge capi di Stato maggiore e ambasciatori. La prova generale degli aerei italiani del giorno precedente comunque veniva annullata in extremis, ufficialmente per motivi di sicurezza, l’esibizione rimaneva in bilico fino all’ultimo e si svolgeva con un programma ridotto. In sostegno di Tammaro, sostituito alla guida della Pan nel febbraio 2010, è nato anche un gruppo su Facebook e quella sera, dopo la parata di Tripoli, il comandante ha dichiarato: “Ho ricevuto centinaia di messaggini che mi incitavano a fare il Tricolore e solo quello. È una bella cosa, perché vuol dire che ci siamo attaccati a questa bellissima bandiera”. Quando la minaccia è verde, leghista o libica, gli italiani rispolverano il simbolo spesso dimenticato. MASSIMOTAMMARO.COM http://www.americaoggi.info Libia. Le Frecce si sono esibite nella parata volute da Gheddafi. Tricolore nel cielo di Tripoli 02‐09‐2009 TRIPOLI. Alla fine l'ha spuntata il Tricolore. Nei cieli di Tripoli le Frecce hanno steso il fumo bianco, rosso e verde della bandiera italiana ‐ così come hanno sempre fatto in tutti i Paesi in cui si sono esibite ‐ e non con il solo colore verde della Libia, come continuavano a chiedere le autorità libiche, seppure "in via informale" agli stessi piloti della pattuglia acrobatica. Una modalità che era già stata tassativamente esclusa, nei giorni scorsi, dal ministro della Difesa Ignazio La Russa, e su cui ieri è stato netto anche il premier Silvio Berlusconi: o le Frecce volano con il Tricolore o niente. Mentre da parte libica si assicurava che agli italiani non era stata posta alcuna condizione. L'esibizione aerea italiana per il 40/o anniversario della Rivoluzione che portò Muammar Gheddafi al potere, in programma da tempo, è però rimasta in dubbio per gran parte della giornata, dopo che il comandante delle Frecce, tenente colonnello Massimo Tammaro, aveva ribadito ieri mattina che di fronte alle continue richieste di volare con il solo fumo verde (o al massimo con una fumata bianca), i suoi si sarebbero rifiutati di alzarsi in volo. Nelle stesse ore anche l'ambasciatore italiano, Francesco Paolo Trupiano, confermava "questa esigenza libica" di vedere le Frecce con la fumata verde: "Oggi è la loro festa nazionale ‐ ha spiegato ‐ e vorrebbero avere solo il loro colore". Ma da Danzica, dove si trovava per l'anniversario dello scoppio della Seconda guerra Mondiale, Berlusconi è stato perentorio: "Sono rimasto d'accordo due giorni fa con il ministro della Difesa, che le Frecce Tricolori voleranno con la scia tricolore": o questo o niente, aveva puntualizzato. Poco dopo gli ha fatto eco lo stesso La Russa dicendo di aver confermato all'ambasciatore libico in Italia, Hafed Gaddur, "la disponibilità italiana a rispettare l'impegno di far esibire le Frecce in segno di amicizia tra i due popoli", ma ribadendo che lo avrebbero fatto solo nella modalità "sempre rispettata in tutti i Paesi del mondo dove le Frecce si sono esibite". Il problema ‐ ha comunque precisato il ministro ‐ "non è mai stato aperto in sede politica", ma "a livello locale c'erano state delle avances non accoglibili". Anche Tammaro, del resto, aveva parlato ieri di "richieste informali" di volare con il fumo verde. Il braccio di ferro si è risolto nel primo pomeriggio. A Roma, appena atterrato al rientro da Tripoli, lo stesso Gaddur ha rassicurato: "Le Frecce voleranno come sempre, con il loro Tricolore, le abbiamo invitate per questo". In quelle stesse ore, all'aeroporto militare di Tripoli, i piloti italiani continuavano a prepararsi al decollo come previsto, nonostante la manifestazione aerea (con pattuglie di diversi Paesi) si dilungasse accumulando ritardo. MASSIMOTAMMARO.COM La situazione si è poi sbloccata verso le 15, quando Tammaro ha ricevuto la telefonata di La Russa che avvertiva "è tutto a posto", contemporaneamente al via libera dei libici. Le Frecce si sono quindi alzate in volo alle 18.35 e dopo pochissimi minuti i colori della bandiera italiana hanno colorato il cielo di Tripoli, davanti al colonnello e ai suoi ospiti e a decine di migliaia di libici in festa: un "looping" e una virata in formazione "schneider", e gli Aerei hanno steso la seconda scia Tricolore. Un programma ridotto "per motivi tecnici" invece dei previsti dieci‐dodici minuti, ma di grande impatto coreografico. Mentre in Italia si polemizzava, a far calare il sipario sulla giornata sono state le parole soddisfatte di Tammaro: "E' andata benissimo. Abbiamo fatto solo il nostro dovere", ha commentato appena rientrato dal volo. Si poteva evitare di rischiare l'onore delle Frecce Tricolori. Il pasticcio di Tripoli di Pino Agnetti 02‐09‐2009 Lasciamo stare, per favore, il militarismo e l'antimilitarismo che in questo caso non c'entrano un bel niente. E diciamo apertamente che, da tutto questo balletto di scie multicolori o monocrome in terra libica, l'unico a uscirne davvero a testa alta è proprio il tenente colonnello dell'Aeronautica, Massimo Tammaro. Il quale, con quel "Sono italiano e siamo orgogliosi di poter mostrare il Tricolore, diversamente non ci alzeremo in volo" ribadito ieri da comandante della pattuglia acrobatica più famosa del mondo ha salvato l'onore della nostra bandiera. Di più: la faccia dell'intero Paese seriamente minacciata di sprofondare in un abisso di ridicolo fin dal giorno in cui qualcuno si è fatto venire la bella idea di spedire a Tripoli le Frecce tricolori a "festeggiare" i 40 anni del golpe di Gheddafi. D'altra parte, lo stesso ambasciatore italiano in Libia, Francesco Paolo Trupiano, aveva fiutato da giorni la polpetta avvelenata. Abilmente mascherata anche fra le foto della mostra (pagata con soldi nostri pure quella) sulla nostra trentennale occupazione coloniale. Operazione storiograficamente ineccepibile, ma resa discutibile dalle scritte "Never forget!" (Non dimenticare mai!) disseminate ovunque lungo il percorso espositivo: decisamente lo slogan meno adatto per celebrare la ritrovata e tanto osannata "Amicizia italo‐ libica". Insomma, a furia di fare i salti mortali per evitare di urtare l'indole lunatica di sua Maestà Gheddafi e assecondarne l'incontenibile pulsione autoglorificante, ci siamo cacciati con le nostre stesse mani in un pasticcio colossale. Ricevendone in cambio poi che cosa? Il solito paio di barconi stracarichi di disgraziati lanciati verso le nostre coste. Un incredibile invito diramato avant'ieri dal "re dei re d'Africa" a chiudere tutte le ambasciate israeliane del continente nero. Un altro clamoroso sfottò sempre all'indirizzo della comunità internazionale sotto forma di una bella foto di gruppo del colonnello in compagnia del presidente sudanese Al Bashir (ricercato dal Tribunale dell'Aja per i massacri nel Darfur) e del capo dei pirati somali, anch'egli nel mirino delle intelligence di mezzo mondo per i ripetuti sequestri di navi nel golfo di Aden. MASSIMOTAMMARO.COM Per carità, "the business is business". E, dunque, i risultati della "diplomazia commerciale" verso la Libia rivendicati con comprensibile insistenza e orgoglio da Berlusconi ci sono e rimangono tutti. Ma possibile che nessuno dell'entourage del nostro premier (che ai tempi del suo secondo governo aveva ricoperto pure la carica di ministro degli Esteri ad interim) sia riuscito a convincerlo preventivamente che mischiare il nuovo corso dei rapporti italo‐libici (già ampiamente suggellato dalla visita lampo dello stesso Berlusconi di domenica scorsa) allo show per la presa di potere del Raìs equivaleva a una follia pura? Alla fine, il convulso braccio di ferro fra Roma e Tripoli sul colore della fumata dei nostri jet è stato sbloccato grazie a un estremo, quanto tardivo, "O tricolore o niente" controfirmato da Berlusconi in persona. Tutti felici e contenti, insomma. Ma fra gli attori noti e meno noti della ben poco memorabile pochade, lasciateci citare ancora una volta quei cavalieri dell'aria che il mondo intero ci invidia. E che, manco se minacciati di finire sotto corte marziale, avrebbero mai accettato di tradire il Tricolore. Tanto meno, per recitare la parte dei saltimbanchi alla corte di un dittatore capriccioso e megalomane. MASSIMOTAMMARO.COM 1 Settembre 2009 LA POLEMICA Libia, alla fine sfreccia il tricolore Alla fine ha vinto il tricolore. Le Frecce hanno eseguito le loro evoluzioni nel cielo di Libia disegnando suggestive scie di fumo come da tradizione: verde, bianco e rosso. La richiesta di Tripoli di usare solo il verde (colore rappresentativo della Jamahiriya) per festeggiare il quarantennale della Rivoluzione libica, che sembrava poter portare ad una piccola crisi nei rapporti bilaterali, è stata accantonata, anche dopo l'intervento dell'ambasciatore di Tripoli a Roma ("nessun problema", ha dichiarato). L'esibizione della nostra pattuglia acrobatica è stata effettuata con un paio d'ore di ritardo rispetto a quanto previsto, segno che qualche "spina" le diplomazie hanno dovuto toglierla, ma la conclusione della vicenda è positiva. Soddisfatto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, che ha spiegato come non ci siano mai stati "veri problemi, salvo qualche disguido locale che non ha intaccato i nostri rapporti". "Oggi l'Italia è tornata in Libia con la sua bandiera, grazie alla presenza della Brigata Sassari e delle Frecce Tricolori, per la prima volta da Paese amico e non più colonizzatore". Lo ha affermato l'ambasciatore italiano in Libia Francesco Paolo Trupiano a margine della parata militare che si sta svolgendo in Piazza Verde a Tripoli per il quarantesimo anniversario della Rivoluzione. La polemica. "Sono rimasto d'accordo ieri sera con il ministro della Difesa che le Frecce tricolori voleranno con la scia tricolore". Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi, da Danzica. E, a chi gli chiedeva se altrimenti la pattuglia italiana non avrebbe volato, ha risposto: "Sì, esattamente". Era intervenuto così il presidente del Consiglio sulla polemica tra Italia e Libia sull'esibizione delle Frecce in programma per la celebrazione dei 40 anni di potere di Gheddafi. Tripoli aveva insistito ripetutamente sul far cambiare il colore della fumata degli aerei dal tradizionale tricolore a verde, il colore della Libia. Dopo il rifiuto del comandante delle Frecce, Massimo Tammaro, stamane era arrivata la conferma ufficiale del ministro della Difesa La Russa: le Frecce tricolori avrebbero potuto esibirsi a Tripoli, ma solo esponendo il fumo bianco, rosso e verde della bandiera italiana. Il ministro sottolineava di averlo confermato in un colloquio con l'ambasciatore della Libia in Italia Abdulhafed Gaddur. Ma la Libia aveva insistito, continuando a chiedere che le Frecce Tricolori si alzino in volo oggi a Tripoli stendendo il fumo verde. Lo aveva spiegato l'ambasciatore d'Italia in Libia Francesco Paolo Trupiano. "Oggi è la loro festa nazionale, vorrebbero avere solo il proprio colore. Ma i nostri punti sono chiarissimi, vedremo fino all'ultimo momento", ha detto il diplomatico. CMYK MASSIMOTAMMARO.COM - OPINION/7 OPINION/7-- Adresa: Rruga “Medar Shtylla ”, Shtylla”, qendra e biznesit E PËRDITSHME E PAVARUR Drejtor: FAHRI BALLIU Kryeredaktor: ILIR NIKOLLA Tel: 04/2321364, Tel: 04/232136 6, 04/2321366 Fax:04/2321365, Tiranë E-mail: [email protected], gazeta55mail@ yahoo.com, Internet: www .gazeta55.al www.gazeta55.al Nr. 215 (3945) Viti XIII i botimit (numri i parë doli më 18.10.1997) E martë, 1 shtator 2009 Çmimi 30 lekë Greqi 1,5 EURO E ftuara e paftuar Nga Qemal Sakajeva 1. Cila ishte Nënë Tereza? Kisha lexuar një lajm për të, në gazetën sovjetike “Za rubjezhom”, shumë vite të shkuara, kur ende shtypi sovjetik vinte dhe lexohej në redaksinë e “Zëri i Rinisë”. Në atë organ botoheshin artikuj, intervista dhe lajme, marrë nga shtypi perëndimor, kryesisht nën këndvështrimin e interesave sovjetike, që nuk binin ndesh me politikën e Bashkimit Sovjetik. Nga emri i saj, dhe padija ime, mendoja se, Nënë Tereza duhet të qe italiane, spanjolle ose nga ndonjë vend i Amerikës së Jugut. Kjo hamendje lindëte nga arsyetimi mbi besimin e saj fetar dhe emrin tipik latin. Qeveria Berisha-Meta, një koalicion që do miratojë reformat e vitit 2021 përfundimin e bisedimeve me LSI-në dhe themelimin së afërmi të një koalicioni qeverisës, i cili do propozojë dhe miratojë një paketë reformash që do të vlejnë edhe për vitin 2021, kur Shqipëria do të ketë vite, e anëtarësuar në Bashkimin Evropian. ♦ Berisha: “Do të bëj çdo përpjekje me Kosovën dhe Maqedoninë, që të gjithë shqiptarët e rajonit të ndihen një dhe vetëm një, pra të bashkuar” POLITIKE/5 ♦ Kryeministri Sali Berisha ka garantuar Edvini shpërndan zarfet e pagesave për zgjedhjet e 26 shtatorit Teza kryesore e fushatës së shtatorit është “zarfa të rëndësishëm për ata që janë hapur kundër meje, pagesa të vogla për të dyshimtët dhe dru për të verbritstakanovistë”. Pagesat janë një përdorim i ri i mekanizmit të lejeve të ndërtimit, por ai pritet ta përçajë edhe më shumë anëtarësinë socialiste, të topitur nga përplasjet e kongresit të 29 gushtit ♦ Berisha: “Edi Rama nuk e ka problemin te humbja e zgjedhjeve, por te pengimi i lëvizjes së lirë për interesa personale” Në brendësi Kreu i LSI-së Ilir Meta garanton një qeverisje në koalicion me PD-në deri në vitin 2013 “Edi Rama ka nevojë për psikiatër psikiatër,, nuk e ndihmojnë dot diversioni dhe diversantët” Arben Malaj pas furtunës Nga Lavdrim Lita Shkolla 12-vjeçare jopublike Shkolla që sfidon të ardhmen REGJISTRIMET FILLUAN Kontakto: 0692099430; 0692076801 Letra Letra// P se e majta do të shk ojë drejt shkojë minimizimit... Nga Sefedin Xharri Diktatura komuniste, e cila kishe moto luftën e kla FORUM - ISKSH firmos kontratat kolektive me punonjësit e shëndetësisë Kontrata përcakton të drejtat, obligimet dhe përgjegjësitë si dhe të Çështje të brendshme në politikën e jashtme Nga Ramiz Lushaj E martë, 1 gusht 2009 55 1 MASSIMOTAMMARO.COM ITALIANO Libia: annullata prova generale delle Frecce Tricolori La Russa: "Non c'è nessuna motivazione politica" Tripoli - Le autorità libiche hanno annullato "per motivi di sicurezza" l’esibizione delle Frecce Tricolori in programma per questo pomeriggio sui cieli di Tripoli, prova generale per l’esibizione di domani per la Festa per i 40 anni dalla rivoluzione verde. Lo ha riferito il comandante della pattuglia acrobatica dell’Aeronautica militare, tenente colonnello Massimo Tammaro. Confermata esibizione "Quella di oggi doveva essere una prova generale" dell’esibizione di domani. "Abbiamo subito appreso i motivi della cancellazione da parte delle autorità libiche: la concomitanza con il meeting dell’Unione africana in corso a Tripoli che si è protratto oltretempo". È quanto spiega i comandante delle Frecce Tricolori, il tenente colonnello Massimo Tammaro, a SkyTg24 confermando comunque l’esibizione di domani. "Domani - afferma dovremmo effettuare quanto già provato ieri e quanto avremmo dovuto riprovare oggi, cioè un programma studiato e adattato a questo luogo. Ci esibiremo sul lungomare di Tripoli alla fine di una parata, ci saranno anche velivoli di altri paesi". "Solo fumi bianchi o tricolori" Tammaro ha aggiunto che "per via informale" le autorità libiche anche oggi avevano chiesto che le frecce tricolori si esibissero rilasciando una fumata verde al posto del tradizionale rosso, bianco e verde. "Ho risposto: sono italiano e siamo orgogliosi di poter mostrare la cosa più bella che è il tricolore" ha aggiunto parlando con i giornalisti, "nel nostro programma si vola con fumi bianchi e tricolori". Tammaro ha sottolineato che "al momento per l’esibizione di domani resta tutto come previsto". La Russa: "Non ci sono motivi politici" "Non ci sono stati motivi diversi da quelli organizzativi e di sicurezza che potes- sero avere risvolti politici. Tanto che i libici hanno cancellato ogni tipo di manifestazione aerea, non solo la nostra". Lo ha detto il ministro della difesa Ignazio La Russa al telefono da Roma con i giornalisti italiani a Tripoli, dopo aver parlato con il comandante delle Frecce Tricoloritenente colonnello Massimo Tammaro e con il sottosegretario agli Esteri, Alfredo Mantica. Va a votare e scatta la vendetta: naso e orecchie mozzate dai talebani Non bastavano le immagini diffuse da Al Jazeera, il filmato degli elettori afghani fermati ai posti di blocco dai talebani, bendati e finiti in fila indiana con la minaccia del taglio delle dita, le stesse che avevano intinto nell'inchiostro blu per andare a votare e scegliere il nuovo presidente. Ora dall'Afghanistan arriva la testimonianza agghiacciante di un altro elettore, un contadino della provincia di Uruzgan, Lal Mohammed, che sul suo corpo porta i segni della ferocia integralista. Naso e orecchie mozzate. Per Lal non c'è stato nulla da fare. Anche lui è stato punito solo per essersi recato alle urne. La sua storia è stata raccontata dal quotidiano britannico The Independent, che riferisce di come la vittima viva ora nascosta dalle truppe ribelli con due amici, contadini come lui, che gli fanno da guardie e lo aiutano come possono. Il 20 agosto Mohammed aveva lasciato il suo villaggio di Galpagel per andare a votare. Un viaggio di circa un ora e mezza a piedi, interrotto dall'arrivo di tre uomini armati di kalashnikov che lo hanno perquisito. «Avevo votato alle precedenti elezioni, e non pensavo di fare niente di male. Non sono coinvolto nella guerra e non ho nulla a che fare con gli stranieri. Guardate le mie mani, sono un contadino, lavoro la terra», ha detto l'uomo. Ma quando i talebani gli hanno trovato ad- 22 55 E martë, 1 gusht 2009 dosso i documenti elettorali, l'incubo di Mohammed è cominciato. «Urlavano e mi picchiavano col calcio del fucile, dicendo che mi avrebbero insegnato una lezione», ha raccontato il contadino, aggiungendo: «Un uomo si è seduto sul mio petto, ha tirato fuori un coltello e ho sentito un dolore terribile quando mi ha tagliato il naso. Stavo perdendo conoscenza, ma un altro uomo stava usando il coltello e ho sentito altro dolore e il sangue su tutto il volto. Pensavo che sarebbe stato meglio morire». L'uomo ha raggiunto Kabul a dorso di mulo e per tre giorni nessuno lo ha curato perché gli ospedali erano tutti pieni. Adesso aspetta di essere operato. Nonostante il governo afgano abbia incoraggiato i suoi cittadini a sfidare i talebani e ad andare a votare, Mohammed e i suoi amici sostengono che dopo allo spaventoso attacco subito, nessuna autorità gli ha offerto aiuto. La sua più grande preoccupazione, ha raccontato tra le lacrime, sono i suoi otto bambini e suoi parenti. «Siamo in 11 in famiglia e io sono l'unico che li mantiene. Il mio figlio più piccolo ha due anni, non so cosa ne sarà adesso di loro, chi se ne occuperà», dice, spiegando di aver dovuto chiedere un prestito di circa 250 sterline per provvedere alla famiglia e comprarsi le medicine, ma di non sapere quando sarà in grado di ritornare a lavorare e saldare il debito. MASSIMOTAMMARO.COM Braccio di ferro fra Tripoli e Roma La bandiera italiana vola sul cielo della Libia Le Frecce Tricolore ce l'hanno fatta. La nostra bandiera alla fine è riuscita a solcare il cielo di Tripoli vincendo il braccio di ferro tra le autorità italiane e quelle libiche che avrebbero preferito solo il fumo verde. Alla fine il Tricolore ha segnato il cielo di Tripoli. Tre strisce di fumo. Una verde, una bianca e una rossa perché quello è il simbolo delle nostre Frecce. Il Tricolore. Ma quella che doveva essere una dimostrazione di amicizia tra Tripoli e Roma si è trasformata in un vero e proprio braccio di ferro, quasi al limite del ridicolo, tra le autorità italiane e quelle libiche che avrebbero preferito per il quarantesimo anniversario della Rivoluzione Verde una fumata monocolore, e per l'appunto verde, delle Frecce. Che qualcosa non stava andando nel verso giusto lo si poteva immaginare già lunedì sera quando da Tripoli arrivò il divieto per le Frecce Tricolori di eseguire la prova generale per l'esibizione di ieri. Tutto ovviamente «per motivi di sicurezza» legati all'imprevisto prolungamento del vertice dell'Unione africana. Perché non crederci? D'altronde anche il ministro della Difesa Ignazio La Russa non aveva visto nel divieto alcun motivo politico. Però a sentire il comandante delle Frecce, il tenente colonnello Massimo Tammaro, qualche dubbio viene: «Per via informale le autorità libiche ci hanno chiesto di cambiare il colore della fumata degli aerei da tricolore a verde». Ad essere maliziosi però qualche volta ci si azzecca. È bastata una dichiarazione di ieri dell'ambasciatore d'Italia in Libia, Francesco Paolo Trupiano, a sottolineare come la prova di forza tra i due Paesi stava arrivando al limite dello scontro diplomatico. «La Libia - sostiene Trupiano continua a chiedere che le Frecce Tricolori si alzino in volo stendendo il fumo verde. Tripoli ritiene che oggi sia la propria Festa nazionale e vorrebbe avere solo il proprio colore». La richiesta ufficiale questa volta c'è. Ma se da una parte si puntano i piedi, dall'altra ci si appella all'orgoglio nazionale. «Non ci alzeremo in volo se i nostri aerei non potranno spendere i colori della nostra bandiera». E ora? Come uscire dal groviglio? Ecco allora che da Roma arriva l'appoggio del governo ai militari italiani. Il premier Silvio Berlusconi avverte: «Frecce con tricolore o non voleranno». Il Colonnello Gheddafi farà questo sgarbo all'amico Cavalier Berlusconi? No. E la notizia arriva proprio da La Russa che annuncia: «Le modalità dell'esibizione della pattuglia italiana - ha affermato il ministro spiegando di aver parlato con l'ambasciatore libico a Roma, Hafed Gaddur - sono le stesse costantemente rispettate in tutti i Paesi del mondo dove le Frecce Tricolori si sono esibite. Non può peraltro esserci omaggio migliore per la ritrovata amicizia con la Libia della esibizione della nostra pattuglia che ha, nei fumi tricolore, la sua bandiera e il suo messaggio di pace e concordia». Il dado è quindi tratto. Dopo 12 minuti circa di acrobazie le Frecce hanno tinto il cielo di Libia con la classica fumata tricolore. Italia uno, Libia zero, verrebbe da dire se si fosse trattato di una partita di calcio. Solo che ora, al rientro dalla trasferta, bisognerà gestire le polemiche in patria. «Una vergogna che i piloti delle Frecce Tricolori siano stati obbligati a decollare e a omaggiare uno Stato che non riconosce i diritti umani e che chiede tangenti al nostro Paese», tuona Stefano Pedica, senatore dell'Idv. «Silvio Berlusconi invia le Frecce in un Paese che fiancheggia i terroristi» commenta Antonio Di Pietro, leader dell'Idv. «Un governo serio non lascia ai propri militari il compito di sbrigare le questioni diplomatiche: vergognoso che le Frecce abbiano dovuto contrattare le modalità di un'esibizione», denuncia Roberto Rao, deputato dell'Udc. Ma i commenti arrivano anche dalla maggioranza. Così, se il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri attacca l'opposizione: «Anche questa volta i bugiardi dovrebbero chiedere scusa», il capogruppo alla Camera della Lega, Roberto Cota, si sbilancia: «Con tutti i problemi che il Paese ha in questo momento, francamente il colore del fumo degli aerei non mi sembra la priorità delle priorità». Alessandro Bertasi 02/09/2009 MASSIMOTAMMARO.COM Il fumo delle Frecce imbarazza Tripoli I libici: «Fatelo solo verde» Prova generale annullata GUIDO RUOTOLO INVIATO A TRIPOLI I motori rullavano sulla pista. Per la seconda volta le Frecce Tricolori stavano per alzarsi in volo, per quello che tecnicamente si chiama un sorvolo acrobatico. Ma dalla torre di controllo dell’aeroporto militare di Maitiga è arrivato per la seconda volta l’ordine di spegnere i motori. E poi l’annuncio che la prova generale era stata annullata, senza spiegazioni. Ancora ieri mattina, al breefing di coordinamento, i libici avevano chiesto al comandante delle Frecce Tricolori, il colonnello Massimo Tammaro, di sganciare il fumo verde, il simbolo della Libia di Muammar Gheddafi. Ancora una volta, come era accaduto l’altro giorno, il colonnello Tammaro ha declinato l’invito. Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, è tranquillo. Ha avuto assicurazioni che oggi, alla sfilata per le celebrazioni dell’anniversario della rivoluzione, le nostre Frecce si esibiranno. Ma davvero bisognerà aspettare oggi. Vedere per credere. Intorno alle sei del pomeriggio, il colonnello Tammaro e i suoi piloti fanno ritorno sulla nave ormeggiata in porto trasformata in albergo per gli ospiti. E nella sala bar improvvisa una conferenza stampa: «Non conosco il motivo per cui sono state cancellate tutte le attività. Si sarebbe dovuta svolgere la prova generale di quello che dovrà accadere domani anche se, devo precisare, tutte le pattuglie che si esibiranno domani (oggi, ndr) in questi giorni hanno fatto le prove. Anche noi, domenica. Quella annullata era considerata di per sé un evento». Appena informato, il ministro della Difesa La Russa ha chiamato il sottosegretario agli Esteri, Alfredo Mantica, e l’ambasciatore italiano a Tripoli, Francesco Trupiano: «Se non abbiamo garanzie che i nostri si esibiranno domani, voglio che già stasera le nostre Frecce Tricolori tornino a casa». Un giro di telefonate, la giustificazione libica ha convinto La Russa che non si è trattato di un incidente diplomatico ma, effettivamente, di un «problema organizzativo»: «Il vertice dell’Unione Africana si è protratto ben oltre il previsto». Sarà, ma i dubbi rimangono. Tricolore su Tripoli, per la seconda volta, oggi in Libia, durante la parata per il quarantennale della rivoluzione di Gheddafi. Che bella situazione. A Roma questa presenza italiana alla parata è vissuta come una «concessione » al regime di Gheddafi. Qui a Tripoli, con il niet italiano sul fumo verde sganciato dai nostri Aermacchi «MB 339», come uno sgarbo all’ospitalità e alla ritrovata amicizia con Roma. Era già successo l’altro giorno, quando le nostre Frecce tricolori, appena arrivate in Libia, avevano fatto un giretto sopra Piazza Verde. Le avevano viste anche Berlusconi e Gheddafi, prima che a metà pomeriggio si esibissero un’altra volta. E loro, i libici, erano rimasti delusi, amareggiati che i nostri Aermacchi «MB 339» non avessero rilasciato un fumo verde, insomma il colore della Libia di Muammar Gheddafi, come gesto per l’amicizia ritrovata. Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha negato decisamente di aver dovuto esaminare una richiesta ufficiale in questo senso. In realtà, fonti ufficiose della Difesa confermano che è andata esattamente così: «A livello tecnico è stata avanzata dai militari libici la richiesta di un gesto di amicizia da parte delle nostre Frecce Tricolori. Prima che fosse coinvolto il livello politico, il ministro La Russa, sapendo della richiesta, ha dato disposizioni precise perché l’esibizione delle nostre Frecce Tricolori si svolgesse non violando la prassi consolidata». Insomma, il nostro ministro della Difesa ha giocato d’anticipo. Così, dunque, anche ieri pomeriggio le nostre Frecce Tricolori avrebbero dovuto esibirsi rilasciando il fumo tricolore. Il colonnello Tammaro spiega: «Ho avuto una disposizione ferrea molto chiara ed esplicita. Ai libici che mi hanno chiesto ancora una volta di rilasciare il fumo verde ho detto che siamo italiani, siamo le Frecce tricolori, siamo orgogliosi di poter portare e donare a loro la cosa più bella alla quale teniamo: la bandiera italiana». MASSIMOTAMMARO.COM A sbloccare l'impasse sono state le parole dell'ambasciatore libico in Italia A Tripoli tanto fumo, ma poi sfreccia il Tricolore Fumi tricolori, come sempre. Si è svolta secondo le modalità consuete l'esibizione in Libia delle Frecce Tricolori, prevista nel quadro delle celebrazioni del 40° anniversario della rivoluzione libica. Alla fine, dopo le prese di posizione di diverse autorità politiche, è stato disposto che le spettacolari manovre aeree della Pattuglia Acrobatica Nazionale dell'Aeronautica militare si svolgessero come sempre è avvenuto in questi anni, senza mutamenti cromatici per l'occasione nello scarico dei jet. Tripoli, 01-09-2009 Alla fine, sgombrando il campo da ogni polemica, la pattuglia acrobatica italiana ha tinto con il tricolore il cielo di Tripoli per festeggiare il 40.esimo anniversario della rivoluzione Verde che portò al potere Muammar Gheddafi. Le Frecce Tricolori hanno aperto e chiuso con la fumata verde, bianca e rossa lo show aereo cui partecipano velivoli militari e civili italiani, francesi, portoghesi e serbi. A sbloccare l'impasse sono state le parole dell'ambasciatore libico in Italia, Abdulhafed Gaddur: "Le frecce voleranno con il tricolore" ha affermato, aggiungendo che "la manifestazione si svolgerà come previsto". In Italia, ha osservato anche l'ambasciatore, "c'è gente che vive di polemiche". Il primo a battersi per il tricolore era stato il tenente colonnello Massimo Tammaro, capo della pattuglia acrobatica dell'Aeronautica militare. "Non ci alzeremo in volo se i nostri aerei non potranno spendere i colori della nostra bandiera", aveva spiegato. Le autorità libiche avevano chiesto che le Frecce non rilasciassero alcuna scia, dopo aver inutilmente sollecitato l'utilizzo di un fumo verde in omaggio alla rivoluzione di Muammar Gheddafi. Tripoli, aveva detto l'ambasciatore italiano in Libia, Francesco Trupiano, "ritiene che oggi sia la propria Festa nazionale e vorrebbe avere solo il proprio colore, ma la bandiera della pattuglia acrobatica è quella. I punti sono chiarissimi e i nostri piloti sono pronti al decollo". Da Roma era poi arrivato l'appoggio del governo ai militari italiani: "Frecce con tricolore o non voleranno", aveva avvertito Silvio Berlusconi. "Le modalità dell'esibizione della pattuglia italiana - aveva affermato anche il ministro della Difesa, Ignazio La Russa - sono le stesse costantemente rispettate in tutti i Paesi del mondo dove le Frecce si sono esibite". Gheddafi intanto ha continuato la sua operazione di accreditamento morale e politico presso l'Occidente. La Libia potrebbe risarcire le famiglie delle vittime dei terroristi nordirlandesi dell'Ira, a titolo di compensazione per il ruolo avuto nel passato da Tripoli nel sostegno e nella fornitura di armi per gli attentati. Lo riferisce il britannico Independent citando fonti vicine al colonnello Muammar Gheddafi, secondo cui - dopo il rilascio di Abdelbaset Ali Mohmet al-Megrahi, l'autore dell'attentato di Lockerbie - il governo libico tratta con Londra. Sul tavolo di un negoziato mai ufficialmente aperto c'è anche la consegna dell'assassino di Yvonne Fletcher, poliziotta venticinquenne che nel 1984 fu uccisa dal proiettile di un cecchino mentre teneva d'occhio una manifestazione fuori dall'ambasciata libica a Londra. I libici ne organizzarono il rimpatrio in tutta fretta e segretezza. Tripoli ha collegato questa vicenda con la richiesta di "informazioni" su un presunto complotto britannico messo in piedi nel 1996 per uccidere Gheddafi. MASSIMOTAMMARO.COM Le autorità libiche hanno vietato il sorvolo di Tripoli da parte della pattuglia acrobatica italiana La decisione ufficialmente per motivi di sicurezza. Confermata l'esibizione di domani Frecce tricolori, annullata prova La Libia blocca gli aerei italiani TRIPOLI - Le autorità libiche hanno annullato "per motivi di sicurezza" il sorvolo delle Frecce Tricolori in programma per questo pomeriggio sui cieli della capitale libica, prova generale per l'esibizione di domani per la Festa per i 40 anni della Rivoluzione Verde. Lo ha riferito il comandante della pattuglia acrobatica dell'Aeronautica militare, tenente colonnello Massimo Tammaro. "Eravamo già sugli aerei quando la torre di controllo ci ha detto di spegnere i motori perché la manifestazione aerea era annullata senza ulteriori spiegazioni", ha riferito Tammaro. Successivamente i piloti sono stati informati che la decisione è stata presa per motivi di sicurezza, a causa dell'imprevisto prolungamento del vertice dell'Unione africana. Il comandante delle frecce tricolori si è detto "dispiaciuto" per non aver potuto effettuare la prova. E ha aggiunto che "per via informale" le autorità libiche anche oggi avevano chiesto che le frecce tricolori si esibissero rilasciando una fumata verde al posto del tradizionale rosso, bianco e verde. "Ho risposto: sono italiano e siamo orgogliosi di poter mostrare la cosa più bella che è il tricolore ha proseguito Tammaro parlando con i giornalisti - nel nostro programma si vola con fumi bianchi e tricolori". Il comandante ha quindi sottolineato che "al momento per l'esibizione di domani resta tutto come previsto". Dietro l'annullamento della prova generale "non ci sono stati motivi diversi da quelli organizzativi e di sicurezza", ha dichiarato il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, convinto che non vi saranno "risvolti politici". La Russa ha sottolineato che "le autorità libiche hanno annullato tutte le prove di esibizioni aeree, e non solo quella italiana", per evitare il sorvolo della sede del vertice dell'Unione africana. Una decisione presa per motivi di sicurezza, forse anche in considerazione del forte vento che spirava sulla capitale libica. Anche il minitro ha rimarcato che rimane confermata l'esibizione di domani, dopo la prova di ieri per i festeggiamenti del primo anniversario del trattato d'amicizia italo-libico. (31 agosto 2009) MASSIMOTAMMARO.COM TRIPOLI - Alla fine le Frecce Tricolori hanno esibito nel cielo di Tripoli la classica fumata bianca, rossa e verde. Il lungo braccio di ferro tra Libia e Italia sul colore del fumo si è risolto con il rispetto della tradizione italiana. il tricolore al posto del verde, colore della rivoluzione di Gheddafi di cui oggi cade il 40esimo anniversario . La polemica era nata ieri: "Non ci alzeremo in volo se le Frecce tricolori non potranno stendere il fumo bianco rosso e verde", aveva detto il comandante della pattuglia acrobatica italiana, il tenente colonnello Massimo Tammaro. D'altronde il premier Silvio Berlusconi era stato più che chiaro: "O la scia tricolore, o non si vola". Era stato il ministro della Difesa Ignazio La Russa ad annunciare all'ambasciatore della Libia in Italia Abdulhafed Gaddur, che le Frecce tricolori si sarebbero esibite a Tripoli solo esponendo il fumo bianco, rosso e verde della bandiera italiana. "Abbiamo fatto così in tutti i Paesi del mondo dove le Frecce tricolori si sono esibite", aveva detto La Russa. Il decollo, che in un primo momento era previsto intorno alle 16.20, è stato ritardato alle 18 ma l'esibizione è stata emozionante come sempre. Davanti a migliaia di spettatori sul lungomare di Tripoli, la pattuglia acrobatica è sfrecciata per dodici minuti, tingendo il cielo della città dei colori italiani. (1 settembre 2009) MASSIMOTAMMARO.COM La cerimonia Tricolore sulla festa in Libia Finito lo scontro sulle Frecce 01 settembre 2009 Alla fine, sgombrando il campo da ogni polemica, la pattuglia acrobatica italiana ha tinto con il tricolore il cielo di Tripoli per festeggiare il 40esimo anniversario della rivoluzione Verde che portò al potere Muammar Gheddafi. Le Frecce Tricolori hanno aperto e chiuso con la fumata verde, bianca e rossa lo show aereo cui partecipano velivoli militari e civili italiani, francesi, portoghesi e serbi. A sbloccare l’impasse sono state le parole dell’ambasciatore libico in Italia, Abdulhafed Gaddur: «Le frecce voleranno con il tricolore» ha affermato, aggiungendo che «la manifestazione si svolgerà come previsto». In Italia, ha osservato anche l’ambasciatore, «c’è gente che vive di polemiche». Il primo a battersi per il tricolore era stato il tenente colonnello Massimo Tammaro, capo della pattuglia acrobatica dell’Aeronautica militare. «Non ci alzeremo in volo se i nostri aerei non potranno spendere i colori della nostra bandiera», aveva spiegato. Le autorità libiche avevano chiesto che le Frecce non rilasciassero alcuna scia, dopo aver inutilmente sollecitato l’utilizzo di un fumo verde in omaggio alla rivoluzione di Muammar Gheddafi. Tripoli, aveva detto l’ambasciatore italiano in Libia, Francesco Trupiano, «ritiene che oggi sia la propria festa nazionale e vorrebbe avere solo il proprio colore, ma la bandiera della pattuglia acrobatica è quella. I punti sono chiarissimi e i nostri piloti sono pronti al decollo». Da Roma era poi arrivato l’appoggio del governo ai militari italiani: «Frecce con tricolore o non voleranno», aveva avvertito Silvio Berlusconi. «Le modalità dell’esibizione della pattuglia italiana - aveva affermato anche il ministro della Difesa, Ignazio La Russa - sono le stesse costantemente rispettate in tutti i Paesi del mondo dove le Frecce si sono esibite». Gheddafi intanto ha continuato la sua operazione di accreditamento morale e politico presso l’Occidente. La Libia potrebbe risarcire le famiglie delle vittime dei terroristi nordirlandesi dell’Ira, a titolo di compensazione per il ruolo avuto nel passato da Tripoli nel sostegno e nella fornitura di armi per gli attentati. Lo riferisce il britannico Independent citando fonti vicine al colonnello Muammar Gheddafi, secondo cui - dopo il rilascio di Abdelbaset Ali Mohmet al-Megrahi, l’autore dell’attentato di Lockerbie - il governo libico tratta con Londra. Sul tavolo di un negoziato mai ufficialmente aperto c’è anche la consegna dell’assassino di Yvonne Fletcher, poliziotta venticinquenne che nel 1984 fu uccisa dal proiettile di un cecchino mentre teneva d’occhio una manifestazione fuori dall’ambasciata libica a Londra. I libici ne organizzarono il rimpatrio in tutta fretta e segretezza. Tripoli ha collegato questa vicenda con la richiesta di «informazioni» su un presunto complotto britannico messo in piedi nel 1996 per uccidere Gheddafi. MASSIMOTAMMARO.COM Il Sole 24 Ore ILSOLE24ORE.COM > Notizie Italia ARCHIVIO A Tripoli le Frecce stendono il tricolore Le Frecce Tricolori hanno lasciato una scia di fumo verde, bianco e rosso sul cielo di Tripoli in occasione del 40/o anniversario della rivoluzione e del primo anniversario della firma del trattato di amicizia con l'Italia. La pattuglia acrobatica dell'Aeronautica militare italiana, guidata dal colonnello Massimo Tammaro, si è esibita per dodici minuti durante la maxi parata organizzata nella capitale libica, davanti al colonnello Muammar Gheddafi. Nel primo pomeriggio si erano diffuse voci di un contrasto tra Italia e Libia in merito all'esibizione delle Frecce: l'ambasciatore italiano a Tripoli, Trupiano, aveva riferito dell'insistenza del governo libico perchè il fumo degli aerei italaini fosse solo verde (il colore dell'Islam e della bandiera libica). Nel pomeriggio la precisazione dell'ambasciatore libico a Roma Abdulhafed Gaddur: «Sono state persone non responsabili a mettere in giro questa voce», ha aggiunto. Decisa e senza esitazioni era stata - alla supposta richiesta libica di utilizzare il fumo verde per celebrare l'Islam e la rivoluzione di Gheddafi - la risposta del colonnello Massimo Tammaro, capo delle pattuglie acrobatiche italiane. «Non ci alzeremo in volo se i nostri aerei non potranno spendere i colori della nostra bandiera», aveva detto l'ufficiale. 1 settembre 2009 MASSIMOTAMMARO.COM Frecce Tricolori: nein zu Rauchschwaden in grün Tripolis (Libyen) - Standhaft verweigern die Frecce Tricolori den Libyern ihre Bitte, am morgigen Dienstag bei der von Premier Silvio Berlusconi gewünschten und stark kritisierten und diskutierten Flugshow nur grüne Rauchschwaden in den Himmel zu zeichnen. "Auch heute", so der Kommandant der Frecce Tricolori, Tenente Colonello Massimo Tammaro, "haben wir zum wiederholten Male eine Anfrage dazu erhalten. Ich habe geantwortet, daß wir Italiener von Stolz erfüllt wären, dem libyschen Volk das Wertvollste schenken zu dürfen das wir besitzen - unsere drei Landesfarben." Inzwischen haben die Verantwortlichen der libyschen Regierung für heute "aus Sicherheitsgründen" die Proben für die morgige Flugshow abgesagt. Von: asx MASSIMOTAMMARO.COM Frecce,"scia tricolore o niente" 01/09/2009 Berlusconi su manifestazione in Libia Dopo il loro comandante, Massimo Tammaro, e il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, anche il premier interviene sulla pattuglia acrobatica. "Sono rimasto d'accordo con il ministro della Difesa che le Frecce Tricolori voleranno con la scia tricolore" ha detto Silvio Berlusconi. Alla domanda: "Altrimenti lo stormo non avrebbe volato?" ha risposto: "Sì, esattamente". La Libia aveva chiesto un fumo verde in omaggio alla bandiera del Paese. Libia, Frecce in volo col tricolore 01/09/2009 Ambasciatore chiude la polemica Le Frecce Tricolori si esibiranno a Tripoli con la classica fumata bianco-rosso-verde. Lo ha assicurato l'ambasciatore libico a Roma Abdulhafed Gaddur spiegando che la Libia non ha mai opposto alcun divieto su questo punto: "Sono state persone non responsabili a mettere in giro questa voce". Poco prima c'era stata la presa di posizione del ministro La Russa e del premier Berlusconi: "Senza i nostri colori non si vola". Era stato il comandante della pattuglia acrobatica dell'Aeronautica militare, tenente colonnello Massimo Tammaro, ad annunciare che le autorità libiche avevano annullato "per motivi di sicurezza" l'esibizione delle Frecce Tricolori in programma alla prova generale alla vigilia della celebrazione sui cieli di Tripoli della Festa per i 40 anni dalla rivoluzione verde. "Eravamo già sugli aerei quando la torre di controllo ci ha detto di spegnere i motori perché la manifestazione aerea era annullata senza ulteriori spiegazioni", ha riferito. Successivamente i piloti sono stati informati che la decisione era stata presa per motivi di sicurezza, a causa dell'imprevisto prolungamento del vertice dell'Unione africana. Dicendosi "dispiaciuto" per non aver potuto effettuare la prova, il comandante Tammaro ha dichiarato che "per via informale" le autorità libiche avevano chiesto per l'ennesima volta che le Frecce Tricolori si esibissero rilasciando una fumata verde al posto del tradizionale rosso, bianco e verde. "Ho risposto: sono italiano e siamo orgogliosi di poter mostrare la cosa più bella che è il tricolore" ha aggiunto. "Nel nostro programma si vola con fumi bianchi e tricolori". Per l'esibizione della festa "resta tutto come previsto" ha comunque specificato Tammaro. La Russa: "Si vola solo col tricolore" Le Frecce tricolori potranno esibirsi a Tripoli, ma solo esponendo il fumo bianco, rosso e verde della bandiera italiana. Il ministro della Difesa Ignazio La Russa sottolinea di averlo confermato in un colloquio con l'ambasciatore della Libia in Italia Abdulhafed Gaddur. Si tratta, osserva il responsabile di Palazzo Baracchini, della stessa modalità "sempre rispettata in tutti i paesi del mondo dove le Frecce tricolori si sono esibite". "Non può, per altro, esserci omaggio migliore per la ritrovata amicizia con la Libia, dell'esibizione della pattuglia italiana che ha nei fumi tricolore - conclude il ministro della Difesa - la sua bandiera e il suo messaggio di pace e concordia". Ultimatum anche di Berlusconi "Sono rimasto d'accordo con il ministro della Difesa che le Frecce tricolori voleranno con la scia tricolore". Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi, da Danzica. E, a chi gli chiedeva se altrimenti la pattuglia italiana non avrebbe volato, ha risposto: "Sì, esattamente". Tricolore sul cielo di Tripoli 01/09/2009 Esibizione della pattuglia acrobatica Il cielo di Tripoli si è tinto alla fine del tradizionale tricolore italiano. Dopo dodici minuti di manovra acrobatica, le Frecce Tricolori hanno emesso la classica fumata verde-bianca-rossa. La partecipazione della nostra pattuglia ai festeggiamenti per il 40.mo anniversario della rivoluzione verde in Libia aveva suscitato numerose polemiche. Tutto si è poi svolto come ci si attendeva e come era stato promesso dal comandante Tammaro. Nelle scorse ore da Roma era poi arrivato l'appoggio del governo ai militari italiani che intendevano volare con i colori nazionali e non con i colori libici, come ventilato da Tripoli. "Frecce con tricolore o non voleranno", aveva avvertito Silvio Berlusconi. "Le modalità dell'esibizione della pattuglia italiana - aveva affermato anche il ministro della Difesa, Ignazio La Russa - sono le stesse costantemente rispettate in tutti i Paesi del mondo dove le Frecce si sono esibite". Gheddafi intanto ha continuato la sua operazione di accreditamento morale e politico presso l'Occidente. La Libia potrebbe risarcire le famiglie delle vittime dei terroristi nordirlandesi dell'Ira, a titolo di compensazione per il ruolo avuto nel passato da Tripoli nel sostegno e nella fornitura di armi per gli attentati. Lo riferisce il britannico MASSIMOTAMMARO.COM Independent citando fonti vicine al colonnello Muammar Gheddafi, secondo cui - dopo il rilascio di Abdelbaset Ali Mohmet al-Megrahi, l'autore dell'attentato di Lockerbie - il governo libico tratta con Londra. Sul tavolo di un negoziato mai ufficialmente aperto c'è anche la consegna dell'assassino di Yvonne Fletcher, poliziotta venticinquenne che nel 1984 fu uccisa dal proiettile di un cecchino mentre teneva d'occhio una manifestazione fuori dall'ambasciata libica a Londra. I libici ne organizzarono il rimpatrio in tutta fretta e segretezza. Tripoli ha collegato questa vicenda con la richiesta di "informazioni" su un presunto complotto britannico messo in piedi nel 1996 per uccidere Gheddafi. "Senza Tricolore non voliamo"01/09/2009 Parla il comandante delle nostre Frecce Non si alzeranno in volo le Frecce tricolori se non potranno disegnare le loro scie di fumo bianco, rosso e verde. Lo ha detto a Tripoli il comandante della pattuglia acrobatica italiana, il tenente colonnello Massimo Tammaro, ripetendo ancora una volta che le autorità libiche continuano a chiedere il solo fumo verde, colore della bandiera della Libia, o in alternativa nessun colore. L'esibizione dovrebbe svolgersi nel pomeriggio. Libia, no a prova Frecce Tricolori 31/09/2009 La Russa: "Nessun motivo politico" Le autorità libiche hanno annullato "per motivi di sicurezza" la prova generale delle Frecce Tricolori in programma sui cieli di Tripoli in vista della Festa per i 40 anni dalla rivoluzione Verde. Lo ha riferito il comandante della pattuglia acrobatica dell'Aeronautica militare, Massimo Tammaro. "L'esibizione ci sarà regolarmente domani - ha spiegato il ministro La Russa -. Non ci sono motivi politici per l'annullamento". MASSIMOTAMMARO.COM IL GIORNALE - martedì 01 settembre 2009, 19:55 Frecce, Gheddafi cede: il cielo di Tripoli tinto del tricolore italiano di Redazione Vinto il braccio di ferro con Tripoli che voleva il fumo verde. Le Frecce volano con la classica fumata biancorosso-verde. L'aviazione: "Il Tricolore è il simbolo più prezioso che gli italiani possano donare" Strumenti utili Tripoli - Alla fine le Frecce tricolori hanno tinto di verde, bianco e rosso i cieli di Tripoli. Dopo una lunga giornata di polemiche e attacchi le autorità libiche hanno rinunciato a imporre la fumata verde all'aviazione nostrana. D'altra parte lo stesso presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, non aveva ammesso margine di trattativa: "Sono rimasto d’accordo ieri sera con il ministro della Difesa che le Frecce tricolori voleranno con la scia tricolore". Così è stato. Non a chiusura dell’esibizione come previsto ma come prima manovra, le Frecce tricolori hanno svettato su Tripoli in occasione del 40esimo anniversario della Rivoluzione Verde. Un lungo braccio di ferro Alla fine, sgombrando il campo da ogni polemica, la pattuglia acrobatica italiana ha tinto con il tricolore il cielo di Tripoli per festeggiare il 40esimo anniversario della rivoluzione Verde che portò al potere Muammar Gheddafi. Le Frecce Tricolori hanno aperto e chiuso con la fumata verde, bianca e rossa lo show aereo cui partecipano velivoli militari e civili italiani, francesi, portoghesi e serbi. A sbloccare l’impasse sono state le parole dell’ambasciatore libico in Italia, Abdulhafed Gaddur: "Le frecce voleranno con il tricolore", ha affermato aggiungendo che "la manifestazione si svolgerà come previsto". In Italia, ha osservato anche l’ambasciatore, "c’è gente che vive di polemiche". Il botta e risposta con Tripoli Il primo a battersi per il tricolore era stato il tenente colonnello Massimo Tammaro, capo della pattuglia acrobatica dell’Aeronautica militare. "Non ci alzeremo in volo se i nostri aerei non potranno spendere i colori della nostra bandiera", aveva spiegato. Le autorità libiche avevano chiesto che le Frecce non rilasciassero alcuna scia, dopo aver inutilmente sollecitato l’utilizzo di un fumo verde in omaggio alla rivoluzione di Muammar Gheddafi. Tripoli, aveva detto l’ambasciatore italiano in Libia, Francesco Trupiano, "ritiene che oggi sia la propria Festa nazionale e vorrebbe avere solo il proprio colore, ma la bandiera della pattuglia acrobatica è quella. I punti sono chiarissimi e i nostri piloti sono pronti al decollo". Da Roma era poi arrivato l’appoggio del governo ai militari italiani: "Frecce con tricolore o non voleranno", aveva avvertito Silvio Berlusconi. La Difesa: "Seguire le modalità" "Le modalità dell’esibizione della pattuglia italiana - aveva affermato anche il ministro della Difesa, Ignazio La Russa - sono le stesse costantemente rispettate in tutti i Paesi del mondo dove le Frecce si sono esibite". Gheddafi intanto ha continuato la sua operazione di accreditamento morale e politico presso l’Occidente. La Libia potrebbe risarcire le famiglie delle vittime dei terroristi nordirlandesi dell’Ira, a titolo di compensazione per il ruolo avuto nel passato da Tripoli nel sostegno e nella MASSIMOTAMMARO.COM fornitura di armi per gli attentati. Lo riferisce il britannico Independent citando fonti vicine al colonnello Muammar Gheddafi, secondo cui - dopo il rilascio di Abdelbaset Ali Mohmet al-Megrahi, l’autore dell’attentato di Lockerbie - il governo libico tratta con Londra. Il negoziato sul tavolo Sul tavolo di un negoziato mai ufficialmente aperto c’è anche la consegna dell’assassino di Yvonne Fletcher, poliziotta venticinquenne che nel 1984 fu uccisa dal proiettile di un cecchino mentre teneva d’occhio una manifestazione fuori dall’ambasciata libica a Londra. I libici ne organizzarono il rimpatrio in tutta fretta e segretezza. Tripoli ha collegato questa vicenda con la richiesta di "informazioni" su un presunto complotto britannico messo in piedi nel 1996 per uccidere Gheddafi. MASSIMOTAMMARO.COM IL GIORNALE – libia2 martedì 01 settembre 2009, 08:56 Frecce Tricolori, giallo sullo scontro con la Libia: "Fumo verde? Senza tricolore noi non voliamo" di Redazione La lite sui colori delle scie fa saltare la prova generale della formazione degli aerei italiani a Tripoli per l'anniversario della presa del potere di Gheddafi. La Russa: "Ma resta confermata l'esibizione di oggi delle Frecce" Tripoli - Le autorità libiche hanno annullato "per motivi di sicurezza" la prova dell'esibizione delle Frecce Tricolori in programma ieri pomeriggio sui cieli di Tripoli, prova generale per l’esibizione di oggi per la Festa per i 40 anni dalla rivoluzione verde. Lo ha riferito il comandante della pattuglia acrobatica dell’Aeronautica militare, tenente colonnello Massimo Tammaro. Confermata esibizione "Quella di oggi doveva essere una prova generale" dell’esibizione di domani. "Abbiamo subito appreso i motivi della cancellazione da parte delle autorità libiche: la concomitanza con il meeting dell’Unione africana in corso a Tripoli che si è protratto oltretempo". È quanto spiega i comandante delle Frecce Tricolori, il tenente colonnello Massimo Tammaro, a SkyTg24 confermando MASSIMOTAMMARO.COM comunque l’esibizione di domani. "Domani - afferma - dovremmo effettuare quanto già provato ieri e quanto avremmo dovuto riprovare oggi, cioè un programma studiato e adattato a questo luogo. Ci esibiremo sul lungomare di Tripoli alla fine di una parata, ci saranno anche velivoli di altri paesi". "Solo fumi bianchi o tricolori" Tammaro ha aggiunto che "per via informale" le autorità libiche anche oggi avevano chiesto che le frecce tricolori si esibissero rilasciando una fumata verde al posto del tradizionale rosso, bianco e verde. "Ho risposto: sono italiano e siamo orgogliosi di poter mostrare la cosa più bella che è il tricolore" ha aggiunto parlando con i giornalisti, "nel nostro programma si vola con fumi bianchi e tricolori". Tammaro ha sottolineato che "al momento per l’esibizione di domani resta tutto come previsto". La Russa: "Non ci sono motivi politici" "Non ci sono stati motivi diversi da quelli organizzativi e di sicurezza che potessero avere risvolti politici. Tanto che i libici hanno cancellato ogni tipo di manifestazione aerea, non solo la nostra". Lo ha detto il ministro della difesa Ignazio La Russa al telefono da Roma con i giornalisti italiani a Tripoli, dopo aver parlato con il comandante delle Frecce Tricoloritenente colonnello Massimo Tammaro e con il sottosegretario agli Esteri, Alfredo Mantica. MASSIMOTAMMARO.COM E ALLA FINE IL TRICOLORE ITALIANO SORVOLA TRIPOLI il med - redazione il mediterraneo Wednesday 02 September 2009 Il sorvolo della città di Tripoli della pattuglia acrobatica dell'Aeronautica italiana, segnato da una lunga scia bianca, rossa e verde, ha chiuso, questa sera, la "vicenda" che, intorno all'esibizione in Libia delle Frecce tricolori, era andata montando, nella giornata. Le autorità locali avevano infatti chiesto che la pattuglia acrobatica italiana chiudesse la sua esibizione, in occasione dei festeggiamenti per i 40 anni della "rivoluzione" guidata dal colonnello Gheddafi, con una scia completamente verde, il colore della bandiera del Paese nordafricano, ma anche dell'Islam. Una richiesta che il comandante della pattuglia, il tenente colonnello Massimo Tammaro, aveva respinto spiegando il suo no con il fatto che "il Tricolore è il simbolo più prezioso che gli italiani possono donare". Quindi una scia tricolore, ma all'inizio dell'esibizione e non invece, come tradizione, alla chiusura del programma di spericolate esibizioni che hanno fatto delle Frecce tricolori una delle formazioni acrobatiche aeree più famose e richieste al mondo. Alla celebrazione di oggi a Tripoli non hanno partecipato gli ambasciatori di Gran Bretagna e Stati Uniti (presente quello italiano, Francesco Paolo Trupiano), mentre sul palco d'onore erano accanto al colonnello Gheddafi capi di Stato africani (molti dei quali hanno preso parte, nei giorni scorsi, al vertice dell'Ua) e arabi. (ANSAmed). MASSIMOTAMMARO.COM Il colonnello chiede la fumata verde salta la prova delle Frecce tricolori LA REPUBBLICA del 01 settembre 2009 — pagina 6 sezione: POLITICA ESTERA TRIPOLI - Per due volte all' aeroporto militare di Maitiga è stato dato l' ok. Motori, rullaggio, pronti alla prova generale del sorvolo acrobatico sui cieli di Tripoli. E per due volte i piloti delle Frecce Tricolori hanno dato gas e sono quasi arrivati al decollo. Ma la torre di controllo, guidata dal generale libico che ha il comando delle operazioni congiunte, prima ha fermato tutto per un breve rinvio, «delayed», poi, alle 5 del pomeriggio un ordine è arrivato in cuffia all' incredulo colonnello Massimo Tammaro, il capo della pattuglia italiana, alla cloche del suo jet: «Cancelled. Annullato. La prova generale non si fa più». Non solo per i nostri nove top gun ma anche per gli altri equipaggi stranieri invitati alla parata di oggi per i quarant' anni al potere di Gheddafi, e che aspettavano il loro turno: tre aerei francesi, un paio dei serbi, il gruppo dei portoghesi, più alcuni aerei civili italiani. Appiedati ufficialmente per ragioni di sicurezza: evitare il sorvolo mentre è in corso sul lungomare il vertice dei paesi africani, summit per altro previsto e convocato da molti mesi. Il tutto mentre a tre aerei superleggeri di fabbricazione francese, ma con equipaggi misti, veniva invece dato l' ok alle manovre sulla città. Il ministro La Russa, rimasto a Roma, sdrammatizza. «Non ci sono risvolti politici, solo questioni organizzative». Ma, dietro le quinte, dal titolare della Difesa è arrivato un aut aut ai libici: o l' esibizione si fa alle nostre condizioni oppure i piloti fanno le valigie e se ne tornano a casa. Perché a far saltare la prova generale è stato un braccio di ferro in corso da giorni fra i libici e gli italiani: il colonnello vuole la scia verde-libica dai tubi di scarico delle Frecce, i nostri rifiutano. «Ancora nel briefing di ieri, poco prima della prova poi cancellata - è il racconto del colonnello Tammaro - i libici sono tornati alla carica chiedendoci di usare il fumo verde per la nostra esibizione. Lo fanno da parecchio tempo. Noi abbiamo disposizioni a dir poco ferree in materia: la pattuglia usa il tricolore, i colori della nostra bandiera, la più bella del mondo. Non possiamo certo sfilare sotto il simbolo di un' altra nazione». E' stato perciò un no secco alle richieste libiche, così come due giorni fa, quando le Frecce appena arrivate dall' Italia hanno chiuso il volo di saluto alla città disegnando nel cielo tripolitino la nostra bandiera. Gheddafi non ha gradito, chiedeva il verde simbolo della sua rivoluzione. «Dai nostri jet - insistono i piloti della pattuglia acrobatica può venire fuori solo il tricolore, oppure un fumo bianco per sottolineare certe manovre. Non è previsto altro. E a questo ci atterremo anche per la parata ufficiale di oggi». Ma il Colonnello, dopo aver lanciato l' avvertimento cancellando d' improvviso l' esercitazione generale, è già tornato alla carica. La Russa (che non ha messo piede in Libia per prendere le distanze dai festeggiamenti del regime) dopo consultazioni frenetiche con Tripoli, in serata rassicura. «Le Frecce si esibiranno regolarmente alla manifestazione ufficiale libica, e come tradizione vuole chiuderanno con i colori bianco-rosso-verde». Lo strappo sembrerebbe perciò scongiurato, ma la notte è lunga e il Colonnello imprevedibilee abituato ai colpi di teatro. Per dare una «lezione» agli italiani potrebbe annullare l' intero programma aereo straniero della parata che oggi blocca Tripoli per celebrare il quarantennale della Jamahiriya. Ma è dagli italiani che il Colonnello, dopo la firma del trattato di amicizia celebrato insieme a Berlusconi, vuole un risarcimento anche simbolico, i piloti dei colonialisti di una volta che rendono omaggio ai simboli della nuova Libia. Le Frecce sono il cuore superstar dell' esibizione, pochi gli aerei degli altri paesi, e che non sono tecnicamente in grado di lasciarsi dietro le spettacolari scie. Sul palco, niente politici del nostro paese. Ci saranno invece il presidente venezuelano Chavez, il serbo Tadic, forse il ministro degli Esteri spagnolo. Ma di affari con il nostro paese, Gheddafi ne fa tanti. Cancellare loomping, tonneaux e giri della morte delle Frecce al Colonnello non conviene molto. - DAL NOSTRO INVIATO UMBERTO ROSSO MASSIMOTAMMARO.COM Esteri - Libia, le Frecce lasciano la scia tricolore sul cielo di Tripoli Le Frecce Tricolori hanno lasciato una scia di fumo verde, bianco e rosso sul cielo di Tripoli in occasione del 40mo anniversario della rivoluzione. La pattuglia acrobatica dell'Aeronautica militare italiana, guidata dal colonnello Massimo Tammaro, si è esibita per dodici minuti durante la maxi parata organizzata nella capitale libica, davanti al colonnello Muammar Gheddafi. Solo qualche ora fa le cose non erano così certe - La Libia chiedeva che le Frecce Tricolori si alzassero in volo stendendo il fumo verde. Lo aveva detto l'ambasciatore d'Italia in Libia Francesco Paolo Trupiano. "Oggi è la loro festa nazionale, vorrebbero avere solo il proprio colore. Ma i nostri punti sono chiarissimi, vedremo fino all'ultimo momento", ha detto il diplomatico. Interviene anche Berlusconi - Sulle polemiche è intervenuto anche il premier Silvio Berlusconi, che ha ribadito di essere rimasto d'accordo con il ministro della Difesa che le Frecce tricolori avrebbero volato con la scia tricolore". E, a chi gli chiedeva se altrimenti la pattuglia italiana non avrebbe volato, ha risposto: "Sì, esattamente". Una situazione difficile da gestire - La situazione si stava facendo sempre più intricata e sempre più difficile da interpretare. “Oggi è la loro festa nazionale, vorrebbero avere solo il proprio colore. Ma i nostri punti sono chiarissimi, vedremo fino all'ultimo momento", ha detto l'ambasciatore d'Italia in Libia Francesco Paolo Trupiano. "Non ci alzeremo in volo se le Frecce tricolori non potranno stendere il fumo bianco rosso e verde". Lo ha detto a Tripoli il comandante della pattuglia acrobatica italiana, tenente colonnello Massimo Tammaro, riferendo che le autorità libiche continuano a chiedere alle Frecce tricolori il fumo verde (colore della bandiera libica), o in alternativa di nessun colore, per la parata di oggi pomeriggio per il 40/mo anniversario della rivoluzione. Le ragioni delle Frecce Tricolori - Il comandante Tammaro ha precisato che le Frecce Tricolori "al momento attuale" si stanno preparando alle procedure per il volo previsto attorno alle 16, ma che "la situazione è in via di definizione". Il pilota ha voluto infine di nuovo sottolineare che per la Pattuglia "il Tricolore è il simbolo più prezioso che gli italiani possano donare". Le Frecce tricolori potranno esibirsi a Tripoli, ma solo esponendo il fumo bianco, rosso e verde della bandiera italiana. Il ministro della Difesa Ignazio La Russa sottolinea di averlo confermato in un colloquio con l'ambasciatore della Libia in Italia Abdulhafed Gaddur. Si tratta, osserva il responsabile di Palazzo Baracchini, della stessa modalità "sempre rispettata in tutti i paesi del mondo dove le Frecce tricolori si sono esibite". La dura presa di posizione dell’Udc - "Un governo serio non lascia ai propri militari il compito di sbrigare le questioni diplomatiche: è una vergogna che le Frecce Tricolori si siano trovate sole in terra straniera a dover contrattare le modalità di una esibizione. Il suk arabo con cui il nostro presidente del Consiglio gestisce i rapporti con la Libia e con il suo leader dittatore determinano ogni giorno gravi conseguenze, ultima la presenza italiana a una manifestazione piena di discutibili personaggi, tra cui il capo riconosciuto dei pirati somali". Lo dichiara in una nota il deputato dell'Udc Roberto Rao. "Come sempre - aggiunge Rao rinnoviamo la piena solidarietà e vicinanza alle Frecce Tricolori, eccellenza della nostra aeronautica militare, per la serietà e la correttezza che le porta, in ogni caso, a rispettare gli ordini che in via gerarchica vengono loro impartiti". 01 settembre 2009 Redazione Tiscali MASSIMOTAMMARO.COM 01/092009 Le Frecce Tricolori in polemica con Tripoli Respinta la richiesta libica del solo fumo verde. L’Aeronautica dice che l’esibizione a Tripoli si svolgerà secondo il programma stilato: scia bianca, rossa e verde L’esibizione delle Frecce Tricolori in Libia per i festeggiamenti del quarantennale della Rivoluzione, resta confermata, nonostante sia stata respinta la richiesta libica del solo fumo verde. L’Aeronautica fa sapere che l’esibizione a Tripoli si svolgerà secondo il programma stilato, con la scia bianca, rossa e verde. Dopo l’annullamento di lunedì pomeriggio della prova della Pattuglia Acrobatica, motivato dalle autorità libiche per il protrarsi dei lavori del vertice dell’Unione Africana in corso nella capitale libica, tutto dovrebbe comunque svolgersi senza ulteriori intoppi. Lunedì il comandante della pattuglia acrobatica, il tenente colonnello Massimo Tammaro, aveva raccontato che in modo informale le autorità libiche avevano chiesto che le Frecce Tricolori si esibissero rilasciando una fumata verde al posto del tradizionale tricolore italiano. Lo stesso Tammaro ha riposto che la pattuglia acrobatica è orgogliosa del tricolore e che si vola con quel programma. MASSIMOTAMMARO.COM LYBIA:TRICOLOUR WAKE CLOSES FLIGTH DEMONSTRATION CONTROVERSY (ANSAmed) ‐ ROME ‐ A flyover of Tripoli by the flight demonstration squadron of the Italian Air Force marked with a long white, red, and green wake, ended the today's mounting controversy regarding the show put on in Libya this evening by the Frecce Tricolori. Local authorities asked the group to close their demonstration for the 40th anniversary of the ''revolution'' led by Colonel Gaddafi by leaving a green trail in the sky, the colour the North African nation's flag as well as the colour of Islam. A request that squadron leader Lieutenant Colonel Massimo Tammaro rejected, explaining that ''the Tricolour is the most precious symbol that the Italians can donate''. Therefore, the red, white and green of the Italian flag was seen at the beginning of the exhibition and not at the end of their daring manoeuvres that have made the Frecce Tricolori one of the most famous and highly requested flight demonstration teams in the entire world. The ambassadors of Great Britain and the United States did not participate in the festivities today in Tripoli (only the Italian ambassador, Francesco Paolo Trupiano was present), while on the stage of honour next to Colonel Gaddafi were African and Arab heads of state (many of whom took part in the past days in the AU summit). (ANSAmed). (ANSAmed) — TRIPOLI, SEPTEMBER 1 — Giant photographs of Muammar Gaddafi, green flags, lights and poster with the number 040’ written on them can be seen on every corner and every building front in Tripoli. This is all to celebrate the Libyan leader and the revolution which brought him to power on September 1, 1969. For this 40th anniversary, Gaddafi wanted everything to be larger than life, with sumptuous spectacles and a forceful military parade which will feature — as scheduled a long time ago and despite political controversies — the Italian acrobatic flying squad, the Frecce Tricolori. At his meeting in Tripoli with Italian Premier Silvio Berlusconi on Sunday, on the occasion of the Italian‐Libyan day, Gaddafi himself underlined the great symbolic significance of the flypast by the Frecce Tricolori: “Italian pilots, who in the past have bombed the city of Tripoli, will today congratulate the Libyan people on the 40 years of the revolution.” The unpredictable Gaddafi, courted by the West for his country’s oil but who is always accused on violating human rights in Libya,, and who just two days ago celebrated peace with Italy, yesterday returned to the attack on the international community and Israel, accusing the latter from the African Union summit stage of being “behind all the wars in Africa” and asking that all Israeli ambassadors leave the capitals of the African continents. Many leaders meeting at the AU summit will sit next to Gaddafi in the VIP stand. These include Robert Mugabe, president of the increasingly‐starving Zimbabwe, and Omar Bashir, the Sudanese head of state who is facing an arrest warrant form the International Criminal Court for crimes of war committed during the civil war in Darfur. Venezuelan president, Hugo Chavez, a close friend of Gaddafi, will also be present. Spanish Foreign Minister Miguel Moratinos is also expected to attend. However in recent days the presence of French President Nicolas Sarkozy and Russian leaders, Dmitri Medevedev and Vladimir Putin, were quickly denied by the French Cabinet office and the Kremlin after their participation had been announced by Tripoli. Representing Italy will be the Italian ambassador to Libya, Francesco Paolo Trupiano, and Giuseppe Morabito, from the African office at the Foreign Ministry. And of course, the Frecce Tricolori will carry out their flypast. The Libyans continue to ask them to do their display using green smoke, green being the colour of the revolution, but the squad’s commander, Massimo Tammaro, replied with polite firmness: “We are Italian and we are proud to offer our tricoloré, the three colours representing Italy.” (ANSAmed). MASSIMOTAMMARO.COM Libia in festa Celebrati i quarant' anni dalla Rivoluzione Scia tricolore su Tripoli Via libera alle Frecce Niente fumo verde: decisivo l' intervento di Gheddafi TRIPOLI - L' attesa dura sino alle 18 e 40, quando le nove Frecce tricolori si levano in volo dall' aeroporto militare di Maitiga per lo show acrobatico che ha luogo con oltre due ore di ritardo e che chiude quello che poteva diventare un caso diplomatico tra Libia e Italia. Due minuti dopo, gli Aermacchi, comandati dal tenente colonnello Massimo Tammaro, scaricano una prima scia tricolore sulla verticale della piazza della Rivoluzione dove ci sono tutte le autorità che assistono ai festeggiamenti per i 40 anni del regime guidato da Muammar Gheddafi. Una seconda scarica tricolore viene sparata nel corso di una virata in formazione, tecnicamente «Schneider», sopra il lungomare e in prossimità della tensostruttura che ospita i vertici dell' Unione africana della quale Gheddafi è il presidente. Insomma l' omaggio alla «rivoluzione verde» del Colonnello le Frecce lo hanno fatto con il tricolore che, spiegherà in serata Tammaro, «loro proprio non volevano». Sarebbe stato proprio il Colonnello, fanno sapere fonti che hanno seguito da vicino la questione, a sbloccare una situazione che rischiava di degenerare. Gheddafi, che era a conoscenza delle pressioni che i suoi alti ufficiali stavano facendo sui piloti italiani e anche degli impegni presi a livello politico, ha ritenuto di non forzare la mano con la richiesta perentoria di non utilizzare la scia bianca, rossa e verde. A questo epilogo, sottolinea la stessa fonte, si è giunti perché il fronte italiano, governo e militari, si è mostrato compatto. «Attorno alle 15 - racconta il comandante Tammaro - gli stessi libici mi hanno comunicato che tutto era risolto. Nello stesso istante mi ha telefonato La Russa per dirmi la stessa cosa, che noi avremmo usato il tricolore per la nostra esibizione». Un' esibizione più contenuta a causa del ritardo accumulato, ritardo che trova giustificazione con il fatto che era in corso una trattativa serrata tra Roma, Tripoli e Danzica, dove si trovava in visita Silvio Berlusconi. Basta osservare i tempi di questo braccio di ferro per rendersene conto. In mattinata, prima di andare in aeroporto, Tammaro riceve numerose telefonate da parte dei libici che insistono con la loro richiesta di non utilizzare i nostri colori. Lo conferma anche l' ambasciatore italiano, Francesco Trupiano: «Trattandosi di una festa nazionale i libici insistono che non si usi il tricolore. Ma le pattuglie acrobatiche nazionali hanno ciascuna la propria bandiera e quella italiana è il tricolore». Chiarisce anche che non c' è alcuna questione aperta tra i due Paesi. Di lì a poco arriva anche una nota del ministro della Difesa La Russa, trasmessa all' ambasciatore libico a Roma Hafed Gaddur, con la quale riassume il punto di vista italiano e ricorda a quali condizioni si sarebbero esibite le Frecce. Da Danzica Silvio Berlusconi, a sua volta, ribadisce: «Senza tricolore i nostri non volano». Il cerchio si sta stringendo. E la prova sono le parole di Gaddur, che arrivano qualche minuto dopo le 15, dopo cioè la comunicazione ai piloti italiani riuniti nel briefing a Maitiga. Il diplomatico libico se la prende con quanti «vivono di polemiche» e assicura che «la pattuglia acrobatica italiana volerà come normalmente», cioè scaricherà i colori della bandiera italiana. Gongola La Russa: «C' è grande soddisfazione. Abbiamo tenuto il punto e allo stesso tempo abbiamo salvaguardato il nostro rapporto di amicizia con la Libia». Lorenzo Fuccaro RIPRODUZIONE RISERVATA La polemica Terrorista Nei giorni scorsi Gheddafi ha accolto a Tripoli, dopo la sua liberazione da un carcere scozzese, Abdel Basset al-Megrahi, responsabile dell' attentato di Lockerbie. Anche in Italia Il gesto ha suscitato polemiche Invito La querelle su al-Megrahi ha spinto i gruppi di opposizione, a Roma, a chiedere di non inviare le Frecce tricolori in Libia in occasione della firma del Trattato di amicizia italo-libico (domenica 30 agosto) e del quarantennale della «Rivoluzione verde» di MASSIMOTAMMARO.COM Gheddafi (1° settembre), come richiesto dal leader libico (foto) Fumo La questione si è complicata quando i libici hanno chiesto ai piloti italiani di diffondere fumo verde (e non tricolore) durante la parata. Dopo una lunga trattativa, la richiesta è alla fine rientrata Fuccaro Lorenzo Pagina 16 (2 settembre 2009) - Corriere della Sera MASSIMOTAMMARO.COM Roma, 1 set. (Apcom) - Le Frecce si esibiscono, e restano tricolori. Nonostante le ripetute richieste delle autorità libiche, la performance a Tripoli della pattuglia acrobatica italiana durante la parata militare per il 40esimo anniversario dell'ascesa al potere di Gheddafi, si concluderà "con i colori bianco-rosso-verde" e non con una scia monocolore in omaggio all'islam e alla 'rivoluzione verde' del 1969. Lo conferma stamattina dalla capitale libica il maggiore Massimo Tammaro, comandante delle Frecce. Intanto, la città è blindata e pronta per i festeggiamenti. A ogni angolo di strada e sulle facciate degli edifici sul lungomare ci sono luminarie, bandiere e maxi-affissioni che celebrano 'Al Fatah', "la conquista" del primo settembre di quarant'anni fa. Il colonnello ha voluto fare le cose in grande. A partire dalle 16, secondo il programma ufficiale, sfileranno schieramenti di fanteria e della marina, nuclei di sommozzatori, mezzi corazzati terrestri e cingolati. Alla parata saranno presenti i leader dell'Unione Africana, tra cui il presidente sudanese Omar al-Bashir e altri capi di Stato come il venezuelano Hugo Chavez. In questo contesto, l'esibizione delle Frecce - insieme agli aerei militari di altri paesi come Francia, Portogallo e Serbia assumerà, nell'ottica libica, un forte significato simbolico. Lo stesso Gheddafi lo ha sottolineato, domenica, nell'incontro con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per il Giorno dell'amicizia italo-libica (come riporta l'agenzia Jana): "I piloti italiani che in passato venivano a bombardare la città di Tripoli - ha osservato il colonnello oggi vengono a congratularsi con il popolo libico per i 40 anni della Rivoluzione". Berlusconi, che ha lasciato la Libia nella tarda serata di domenica e oggi non sarà presente alle celebrazioni, torna intanto sull'importanza della visita a Tripoli e replica, in un'intervista a 'Il Giornale', alle polemiche dell'opposizione: "Sono critiche come sempre fuori luogo - afferma il premier - E arrivano da chi è stato amico dell'Unione Sovietica e della Cina comunista ed è ancora amico di Fidel Castro". Berlusconi parla poi di "risultati straordinari" della "nostra diplomazia commerciale" e cita l'autostrada (di 1.700 chilometri, ndr) che collegherà Egitto e Tunisia, affidata a imprese italiane "mentre l'Ansaldo Breda fornirà la parte tecnica dei treni ad alta velocità che serviranno tutte le più importanti città libiche". Alla cerimonia di Tripoli non ci saranno nemmeno gli altri leader europei, che hanno preferito tenersi alla larga dopo la scarcerazione per motivi umanitari, la scorsa settimana, da parte delle autorità scozzesi di Al Megrahi, l'ex agente dei serivizi libici condannato all'ergastolo per l'attentato di Lockerbie del 1988, costato la vita a 270 persone. L'accoglienza riservata da centinaia di libici a Megrahi, malato terminale di cancro alla prostata (l'uomo è stato ricoverato ieri sera, e stando a fonti libiche sarebbe in fin di vita), dopo il rientro in patria ha scatenato cori di disapprovazione nella comunità internazionale. Il governo inglese aveva espresso la sua indignazione e Gordon Brown aveva avvertito Tripoli che l'eventuale presenza, poi smentita, di Al Megrahi alle celebrazioni in onore di Gheddafi avrebbe provocato un incidente diplomatico. Ora la Libia tenta di ricucire. E' di oggi la notizia, riportata dall'Independent, che Tripoli potrebbe risarcire le famiglie delle vittime dei terroristi nordirlandesi dell'Ira, a titolo di compensazione per il ruolo avuto nel passato nel sostegno e nella fornitura di armi per gli attentati. Un accordo nel merito, però, non sarebbe ancora stato raggiunto. Tornando alle celebrazioni di Tripoli, dopo la parata proseguiranno alle 19.30 con la cena dell'Iftar (che al tramonto interrompe il digiuno del Ramadan) in una megapiattaforma galleggiante. In serata, poi, dalle 21.30 sarà la volta di un maestoso spettacolo nella centralissima Piazza Verde sulla storia libica degli ultimi 5mila anni (dai fenici ai romani, fino alla civiltà araba): circa 300 tecnici stanno lavorando da due settimane all'allestimento dell'imponente coreografia con cammelli, cavalli, elefanti, palloni aerostatici e 400 artisti, fra attori e ballerini. Pubblico previsto: 250mila persone. MASSIMOTAMMARO.COM L'Italia, il dittatore di Libia e le Frecce Tricolori 02/09/2009 10:13 Intervengo a proposito del recente impegno della nostra pattuglia acrobatica in Libia per festeggiare il 40° anniversario della rivoluzione che portò al potere il colonnello Gheddafi. Per noi non c'è proprio nulla da festeggiare, visto che il dittatore che 40 anni fa aveva cacciato migliaia di Italiani è ancora saldamente al potere, oltretutto al prezzo di metterci contro le maggiori diplomazie occidentali che come gli elefanti hanno la memoria lunga e domani certamente ci presenteranno il conto. Vorrei però segnalare un aspetto certamente secondario della vicenda, ma che tuttavia mi ha lasciato alquanto perplesso. I Libici avrebbero voluto una pattuglia acrobatica «monocolore», che cioè lasciasse una scia solo verde, il colore della loro bandiera e dell'Islam. A quel punto si sono alzate molte voci, che condivido pienamente, contrarie all'esibizione della nostra pattuglia, comprese quelle degli stessi piloti interessati. Prendendo per buona la versione diffusa dai mezzi di comunicazione, sembra che essi abbiano dichiarato che «…non avrebbero accettato di volare a quelle condizioni perché, appartenendo essi alle Frecce Tricolori, avrebbero sempre usato il bianco, il rosso ed il verde». Spero tanto che si sia trattato di un'invenzione, o almeno di un'esagerazione giornalistica, perché altrimenti ci sarebbe da preoccuparci seriamente. I migliori piloti, coccolati dall'Aeronautica ed ammirati dalla gente, il cui addestramento costa ai lavoratori ed ai pensionati un mucchio di euro e di sacrifici, si permettono di fare i «fighetti» per il colore che si lasciano alle spalle, contribuendo così magari ad un incidente diplomatico? Ma siamo diventati tutti matti? Essi fanno parte a tutti gli effetti ed in maniera organica delle Forze Armate, e perciò non si dovrebbero permettere di entrare pubblicamente nel merito delle decisioni che li riguardano, neppure per «eccesso di patriottismo». Alberto Baldessari - Folgarìa Da 40 anni in Libia vige la dittatura di un istrione narcisista, che ha imposto un duro regime islamico, cancellando ogni libertà ed ogni rispetto del diritto, a cominciare da quello degli italiani nati in Libia, derubati dei loro beni, perseguitati ed espulsi dall'oggi al domani. Per celebrare le gesta di questo bulletto da circo, finanziatore negli anni del terrorismo, alimentatore di scontri etnici e religiosi (l'ultima sparata ieri l'altro, quando ha accusato Israele di essere la causa delle guerre d'Africa), il governo italiano ha assicurato la sua presenza al più alto livello (la partecipazione del premier in persona) inviando come premio supremo le Frecce tricolori, simbolo tra i più amati dell'Italia nel mondo. Non pago dell'immeritata gratitudine del governo italiano nei suoi confronti, il dittatore Gheddafi ha anche preteso che le Frecce tricolori sfilassero al suo comando glorificando il verde emblema della «rivoluzione». Comprensibile quindi le perplessità del tenente colonnello Massimo Tammaro, comandante della pattuglia acrobatica italiana, che ha difeso la dignità dell'Italia ribadendo che le Frecce Tricolori non sono un'attrazione da circo a cui far fare tutte le pagliacciate che al primo che capita passano per la mente. Forse è grazie anche alla ferma convinzione del tenente colonnello Tammaro, che ha difeso i colori della bandiera e la sacralità dell'istituzione italica, se il governo nella persona del Ministro della Difesa Ignazio La Russa ha opposto finalmente un po' di resistenza alle pretese del dittatore libico. Così ieri le Frecce Tricolori hanno potuto sfrecciare col loro consueto tricolore. Anche se resta immutata la domanda iniziale: cosa ci faceva l'Italia a Tripoli alle celebrazioni per la dittatura di Gheddafi, che tutto il mondo deplora per la violenza del suo regime e le continue ripetute violazioni dei diritti umani? [email protected]
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