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In prova reflex Sony α700
Quasi completa
l nome è certamente uno di
quelli più noti anche in ambito fotografico. Si, perché
Sony, questo è il marchio, è la
prima azienda che ci ha fatto capire, all’inizio degli anni ’80,
che la pellicola non era più insostituibile come supporto per registrare immagini fotografiche.
Con il prototipo di un apparecchio che si chiamava Mavica, la
quale registrava le sue immagini
su un floppy magnetico con tecnologia ancora analogica presa a
prestito dal video, l’azienda
giapponese propose la prima soluzione tutta elettronica per il
mondo fotografico. Il futuro non
sarebbe stato quello e Sony la
sapeva già: la tecnologia digitale
molto più versatile e qualitativamente migliore avrebbe preso
prima o poi il sopravvento. Negli
anni’90 arrivò la prima Mavi-
I
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di Michele Buonanni
Tranne la funzione Live View,
ha tutto quello che serve
al fotoamatore esigente
compreso lo stabilizzatore
d’immagine.
ca digitale; manco a farlo apposta, per la registrazione delle
immagini, utilizzava anch’essa
un floppy standard di quelli allora comunemente in
uso nei
GENNAIO 2008 FOTOGRAFIA REFLEX
computer. Il successo proprio
per la versatilità del supporto di
registrazione, fu grande nonostante il costo proibitivo e la risoluzione ancora scarsa che non
garantiva risultati di vera qualità
fotografica ai quali gli utenti
della
pellicola
erano abituati.
Negli anni successivi, però,
Sony così come le altre grandi
aziende della fotografia e dell’elettronica di consumo investirono parecchio nella ricerca di
soluzioni che offrissero una
qualità sempre maggiore.
Il resto è storia recente, almeno fino a quando la casa giapponese non ha compiuto un ulteriore balzo in avanti con il lancio del fiore all’occhiello della
sua produzione di fotocamere
digitali ovvero la linea di reflex
Alpha. Sony ha semplificato
l’ingresso nel mondo reflex acquisendo tutto ciò che c’era di
buono della appena dismessa linea di prodotti fotografici Konica-Minolta; ciò ha consentito a
Sony di accelerare notevolmente i tempi di lancio della sua prima reflex digitale, la Alpha 100,
utilizzando progetti e parte della
componentistica della Minolta
Dynax 7D oltre che l’innesto
obiettivi che ha assicurato la immediata disponibilità di un gran
numero di ottiche già presenti
sul mercato. L’ulteriore passo in
avanti della serie è stata la seconda reflex Alpha che si chiama α700 e della quale abbiamo
già parlato in passato, mettendola a confronto con la diretta
concorrente Canon ovvero il
modello 40D.
In attesa della preannunciata
terza reflex digitale della serie
Alpha che sarà una professionale, molto probabilmente con
sensore a pieno fotogramma
grande quanto il formato
24x36mm, torniamo ad esaminare più approfonditamente la α700 la quale, oltre ad essere una Sony, ha
notevoli caratteristiche di
base ed un prezzo decisamente competitivo. L’apparecchio infatti costa circa
1400 euro solo corpo ed offre,
oltre al sensore CMos da 12 megapixel, anche lo stabilizzatore
d’immagine ed un display lcd di
nuova generazione, adottato anche nelle due nuove Nikon D3 e
D300, il quale offre una risoluzione elevata, con un numero di
pixel più che quadruplo rispetto
agli standard attuali. Il tutto è
contornato da altre tecnologie e
soluzioni Sony come, ad esempio, il processore d’immagine
Bionz corresponsabile, insieme
al sensore della qualità d’immagine oppure dalla gestione semplificata dei menu che permettono l’accesso alle funzioni.
Globalmente la Sony α700 è
una reflex di taglio fotoamatoriale dotata però di caratteristiche che possono soddisfare anche parte dell’utenza professionale specie quando non siano
richieste prestazioni mozzafiato, appannaggio delle reflex di
costo ben superiore. A questo si
aggiunge poi la qualità di diversi obiettivi della gamma, alcuni firmato Zeiss, altri presi
dalla vecchia produzione professionale Minolta ed altri ancora progettati ex-novo. Tra tutti, per versatilità e qualità il
Sony DT 16-105mm f/3,5-5,6
con il quale abbiamo condotto
le prove di ripresa, una ottica
che, sfruttando le dimensioni
del sensore CMos, inferiori
a quelle del formato
35mm, si trasforma di
fatto in un 28-160mm
con una estensione di
focali e prestazioni che
avremmo solo sognato una quindicina di anni fa. Non
si tratta di un obiettivo economico poiché l’accoppiata insieme al corpo macchina sfiora i 1900
euro ma valorizza le
prestazioni
della
α700 ben più dell’obiettivo base fornito
in alternativa, a corredo, il classico 1870mm di derivazione
Minolta che costa poco ma ha prestazioni
modeste specie in
presenza di un sensore
da 12 megapixel il
quale richiede una risoluzione d’immagine
superiore a quella per il
Una vista della parte superiore
dalla quale è visibile la mancanza del display monocromatico i
cui dati sono invece visibili nel
disply posteriore da tre pollici
(foto sotto) dotato di una eccellente qualità di visione.
quale l’ottica era stata progettata ovvero il CCD da sei megapixel delle reflex digitali Konica-Minolta.
Corpo e comandi. Abbiamo
già detto in passato che la
Sony α700
è una reflex piuttosto massiccia
ma ben disegnata. La struttura
del corpo e la disposizione sia
delle varie cavità e sporgenze sia
dei comandi tradisce uno studio
accurato dell’ergonomia: nonostante spigoli, curve
e sporgenze e
dimensioni
non indifferenti il corpo macchina della α700 si impugna molto
bene sia da chi ha mani piccole
sia da chi le ha grandi. Ciò anche
grazie alla possibilità di alloggiare comodamente le dita della
mano destra ed alla guarnizione
antiscivolo collocata nella parte
centrale dell’impugnatura a destra della fotocamera.
La sensazione di solidità è
chiaramente percepibile ed in
questo la α700 compie un bel
passo in avanti rispetto alla sorella minore α100; le varie zone
sono realizzate ed assemblate
con cura tipica dei prodotti
Sony. Non bisogna dimenticare
che il corpo macchina è realizzato in lega di magnesio e rifinito in nero opaco da una verniciatura piuttosto resistente a
graffi leggeri.
Nella parte superiore a destra
del pentaprisma manca il classico display monocromatico che
ci informa sulle impostazioni
dell’apparecchio. Questa funzione viene svolta, come accade
sempre più spesso nel mondo
delle reflex digitali, dal display
posteriore a colori che si trova
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PROVA PRATICA DI RIPRESA
Sono ormai diversi mesi che stiamo utilizzando la α700 nelle più svariate situazioni di ripresa, dagli scatti in interni a luce ambiente fino alle riprese in pieno sole. Qui pubblichiamo alcuni scatti tra cui un paesaggio autunnale caratterizzato da colori che variano in tutte le tona-
lità del giallo e del verde e particolarmente difficili da riprodurre nella
loro vivacità. La Sony se la cava molto bene con una resa cromatica di
notevole impatto. Altrettanto si può dire per la ripresa del coperchio
rosso che si staglia sullo sfondo e delle foglie autunnali dalla quale ab-
INGRANDIMENTO
I dodici megapixel della Sony
α700 uniti alla qualità dell’obiettivo 16-120mm hanno permesso di ottenere un dettaglio di elevato livello partendo da una immagine scattata
in luce ambiente ed a mano libera. I contorni della foglia si
stagliano nettamente senza
quell’effetto di artificiosità,
tipico di alcuni processori
d’immagine.
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biamo effettuato un ingrandimento per saggiare anche il dettaglio
fornito dal sistema. Di ottimo livello anche il paesaggio lacustre realizzato in una giornata di pieno sole impostando il programma speciale di ripresa dedicato proprio al paesaggio.
Tre tasti nella parete superiore
permettono di accedere direttamente ad altrettante funzioni. A
destra, il selettore del modo autofocus e qui sotto la slitta flash.
quindi ad assolvere atre funzioni: menu di gestione, informazioni di ripresa e riproduzione
delle immagini contenute nella
scheda di memoria. Tornando
alla parte superiore a destra del
pentaprisma, visto lo spazio a
disposizione vi sono stati alloggiati quattro comodi pulsanti,
tre sulla stessa fila ed uno più
avanti che permettono di accedere direttamente ad altrettante
funzioni dei ripresa quali la cadenza di scatto, il bilanciamento
del bianco, la impostazione della sensibilità Iso ed infine il correttore fisso di esposizione. Come vedremo, le stesse funzioni
sono impostabili anche tramite
un tasto collocato nella parte
posteriore che consente l’accesso diretto a tutte le funzioni visibili nel display. Sopra l’impugnatura troviamo il pulsante di
scatto e, protetta da una lieve
sporgenza, anche la ghiera di selezione anteriore.
A sinistra del pentaprisma vi è
invece la ghiera che consente di
scegliere il modo di funzionamento della fotocamera. Oltre
alle quattro modalità classiche
(Program, auto a priorità dei
tempi o dei diaframmi ed esposizione manuale) vi è la posizione Auto che contraddistingue il
programma tuttofare per chi non
ha voglia di impostare tutti i parametri di funzionamento, la
posizione MR che richiama all’istante uno dei tre canali di
memoria nei quali impostare i
parametri preferiti ed infine sei
programmi speciali di ripresa
per le situazioni più comuni (Ritratto, Paesaggio, Macro, Foto
d’azione, Tramonto e Ritratti
notturni in luce mista flash-ambiente). Proprio sopra al pentaprisma è alloggiato il flash elettronico che deve essere attivato
manualmente sollevandolo dalla
posizione di riposo. In questa
zona c’è anche la slitta per i flash che non è standard ma deriva
direttamente da quella proprietaria messa a punto da Minolta
per le sue fotocamere.
Sul retro della fotocamera fa
bella mostra il display a colori
da tre pollici dotato di una qualità di visione tale che prima o
poi costringerà tutti gli altri fabbricanti a migliorare gli schermi
delle loro reflex. Composto da
quasi un milione di pixel il di-
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LA PROVA FLASH
La prova di ripresa con il flash elettronico incorporato
nell’apparecchio è stata effettuata alle tre distanze di
riferimento ed alle due sensibilità più comuni ovvero 100
e 400 Iso.
I risultati forniti sono di buon
livello e dimostrano che la
α700 è in grado di scattare
immagini a 100 Iso fino alla
distanza di cinque metri senza particolari sottoesposizioni pur lavorando all’aperto,
situazione che comporta una
maggiore dispersione della
luce emessa dal piccolo flash
della fotocamera.
DISTANZA 1 METRO
100 ISO
DISTANZA 3 METRI
splay è anche dotato di un contrasto eccellente e di una buona
visione anche in piena luce. Nel
display, come già detto, sono visibili sia le informazioni di ripresa sia i menu di gestione. Nel
primo caso i dati possono essere
in forma stringata oppure più
dettagliata ed inoltre la schermata ruota quando si inquadra
con l’apparecchio in verticale
consentendo una agevole visione anche quando si impugna
l’apparecchio in questo modo.
Sopra al display c’è l’oculare
del mirino dotato di correzione
diottrica e di protezione gommata per farlo aderire meglio all’occhio e non graffiare le lenti
di eventuali occhiali indossati
dall’utente. L’oculare è dotato
anche di due sensori che “sentono” l’avvicinarsi dell’occhio all’oculare e predispongono sia la
messa a fuoco che la lettura dell’esposizione e disattivano invece la visione dei dati nel display
che a questo punto diventa superflua. Ciò consente di recuperare del tempo e velocizzare le
operazioni di scatto.
Sulla sinistra del display vi
sono quattro comandi relativi
alle funzioni digitali ovvero attivazione dei menu di gestione
della fotocamera, funzioni visibili nel display, cancellazione
delle foto contenute nella memoria e riproduzione delle stesse nel display. Dal lato opposto
c’è il classico comando a joy-
DISTANZA 5 METRI
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400 ISO
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stick: in questo caso è un vero e
proprio joystick e non quattro
pulsanti posti ai punti cardinali.
Sotto, troviamo due pulsanti a
doppia funzione: in ripresa servono rispettivamente ad impostare direttamente una funzione
a scelta dall’utente tra quelle disponibili (ad esempio variare la
risoluzione d’immagine) e ad
accedere direttamente alle funzioni visibili nel display. Utilizzando quest’ultimo tasto insieme al joystick è possibile navigare tra tutte le funzioni di ripresa e variarne i parametri senza dover entrare nei menu di gestione. In riproduzione questi
stessi comandi servono invece
ad attivare la visione dei dati
supplementari dello scatto e degli istogrammi e a ruotare le immagini per avere una corretta visione degli scatti realizzati in
verticale. C’è comunque da tener presente che l’apparecchio
realizza questa funzione automaticamente e la variazione manuale è richiesta solo in casi
particolari. Nella stessa zona è
presente anche il comando che
attiva il sistema di stabilizzazione dell’immagine, collegato al
sensore di ripresa e quindi disponibile per tutte le ottiche
montate sulla α700. Con tale
dispositivo attivo, secondo il
fabbricante è possibile ottenere
immagini ferme anche con tempi più lunghi di tre o quattro
stop rispetto alla norma.
...E LA NUOVA PROFESSIONALE?
e le uscite video anche in formato digitale HDMI presente in
tutti i nuovi tv color HD Full oppure HD Ready. L’alimentazione viene fornita dal classico accumulatore di buona capacità e
realizzato in tecnologia InfoLithium, una prerogativa Sony
tramite la quale esso informa
con continuità l’apparecchio
circa il suo stato.
Conclusioni. In attesa di tornare sulla reflex digitale Sony
α700 per una puntata dedicata
alla funzionalità ed ai componenti dell’apparecchio, possiamo concludere questa puntata
confermando che si tratta di
una reflex digitale molto completa ma al tempo stesso piuttosto accessibile anche per chi è
meno esperto, grazie a funzioni
intuitive e menu di gestione
molto chiari. Le prestazioni so-
La terza reflex della
serie Alpha sarà una
professionale.
Annunciata già dallo
scorso anno con un
prototipo visibile qui a
destra, mostrato al
PMA di Las Vegas,
dovrebbe arrivare non
a breve ma solo verso
la metà dell’anno. Avrà
quasi sicuramente un
sensore CMos a pieno
formato e
caratteristiche di
rilievo sia per quel che
riguarda autofocus ed
esposizione sia per il
processore d’immagine,
ulteriore evoluzione
dell’attuale Bionz.
Qui a sinistra, i
quattro pulsanti
sul lato sinistro
del display che
servono alle
funzioni digitali.
A destra, il lato a
destra del display
nel quale è
visibile sia il
joystick sia il
comando dello
stabilizzatore.
Sopra a sinistra,
la ghiera dei modi
di esposiiz0one,
grande e ben
frenata per
prevenire
spostamenti
accidentali è a
sinistra del
pentaprisma.
Sotto a sinistra,
nella zona delle
prese di
collegamento con
il mondo esterno
c’è anche quella
per i flash a
cavetto.
Sopra al joystick è invece presente un comando che serve a
bloccare la lettura dell’esposizione; coassialmente c’è un selettore che permette invece di
impostare il tipo di lettura esposimetrica tra le tre a disposizione (multizona, semispot e spot).
Subito a destra un ulteriore pulsante permette di disattivare
momentaneamente la messa a
fuoco automatica e passare a
quella manuale per eventuali
correzioni: sempre nella stessa
zona troviamo anche la ghiera di
selezione posteriore.
Sul frontale della fotocamera
troviamo solo i comandi relativi
al modo di funzionamento dell’autofocus, allo sblocco dell’obiettivo ed alla previsualizzazione della profondità di campo.
Uno sportello sul lato destro
copre i due slot per le schede di
memoria (CompactFlash e Memory Stick Duo); le schede non
possono essere utilizzate in
combinazione come nelle reflex
professionali ma solo una alla
volta selezionandole da menu.
Sul lato opposto troviamo le
prese di collegamento con il
mondo esterno che comprendono sia il collegamento per flash
a cavetto, sia per l’alimentazione esterna, il collegamento USB
no di ottimo livello senza raggiungere, ovviamente quelle
delle professionali più titolate.
L’unica cosa che le manca rispetto alla concorrente diretta
Canon EOS 40D è la funzione
Live View che consente la visione in tempo reale, nel display, di ciò che inquadra l’obiettivo. Ma alla Canon, invece,
manca lo stabilizzatore d’immagine incorporato…
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