Bonatti Bulletin - Università degli Studi di Parma
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Bonatti Bulletin - Università degli Studi di Parma
Bonatti SpA Corporate Bulletin 2010 - n. 2 - Giu / Ott INDICE HSE 4 Extension de la central electrique d’Alrar, Algerie, attuazione di un sistema di incentivazione alla sicurezza Contributor: Luca Princivalli Conti 7 Un nuovo tetto, caldo e pulito Contributor: Stefano Protogene, Claudio Sanzo 10 Safety News ORDERS ACQUIRED 12 Dahab Field Development: aiutiamo la Libia a risparmiare acqua Contributor: Marco Garbusi, Mario Gioia, Alessandro Merli 14 Gasnetz Steiermark, ‘Progetto Sudschiene’, proseguiamo fino a Eisbach Contributor: Oliviero Corvi COUNTRIES & WORKS UNDERWAY 16 Un anno di successi a Karachaganak Contributor: Andrea Manzoni 20 Mellitah: Shut Down 2010 Contributor: Matteo Benincasa, Ilario Pulcini 24 OPAL Project: un aggiornamento dalla Germania Contributor: Manfred Klingelhöfer 28 Algeria: un aggiornamento sui lavori di Gassi Touil ed El Merk Contributor: Norberto Tisacchi 30 KIOGE 2010 Interviste con Andrea Etzi e Aliya Karlinbayeva 34 TOG 2010 - 5th Technology of Oil and Gas Forum Contributor: Giovanni Gorgoglione, Franco Grassi (Emerson), Walid Zlitni 36 STU Stazione: l’Università entra in cantiere Contributor: Filippo Bucci Intervista con il Prof. F. Giuliani PEOPLE 42 In Germania con la massima affidabilità Intervista con Arnold Diethelm 44 La formazione e lo sviluppo in Bonatti: due anni di esperienze Contributor: Paolo Umidon 46 EDITORIALE “Devo confessarlo, sono nato molto giovane”, assicurava un maestro della comicità, Groucho Marx. Così apriamo questa edizione del Bulletin: con una copertina dedicata ai giovanissimi. Nella prima pagina, infatti, sono ritratti gli studenti della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Parma intenti ad osservare il lavoro degli operai sul cantiere STU Stazione di Parma. Questo interesse del mondo accademico nei confronti delle attività di Bonatti ci onora: si tratta di una collaborazione avviata ormai da diversi anni che stabilisce un reciproco scambio di esperienze e di saperi, indispensabili alla crescita di entrambe le parti quanto a relazioni ed a progetti innovativi. Crediamo inoltre che non sia un fatto casuale che le università ci intercettino perché si possono individuare nella nostra struttura quei veri e propri centri di eccellenza di cui è composta l’identità stessa di Bonatti: i mestieri e le competenze nel campo dell’ingegneria delle costruzioni. Ne raccontiamo una larga parte in questo Bulletin: dagli Shut Down di Karachaganak a quelli di Mellitah (consegnati al cliente in anticipo), dalle pipeline in Germania (il diametro più grande in Europa!) fino, appunto, alla Stazione di Parma. “Se la giovinezza è la stagione della speranza, lo è spesso solo nel senso che i più anziani sono pieni di speranza per noi”, disse una volta la scrittrice inglese George Eliot. Il tema dei giovani ricorre, infatti,anche nell’articolo che abbiamo dedicato alla Formazione, quella con la “f” maiuscola, in quanto costituisce uno degli elementi qualificanti della nostra azienda: un percorso che sta dando già da qualche mese interessanti risultati. Giovani come Aliya e Andrea, protagonisti dell’edizione del Kioge 2010: li abbiamo intervistati per voi direttamente dal “campo di battaglia” di Almaty! Diamo, infine, il benvenuto alla nuova BU Automation & Electrical Solutions, fondata per valorizzare al massimo la preparazione tecnica di Carlo Gavazzi Impianti, il ramo del Gruppo specializzato nel settore elettro-strumentale. È, insomma, un’edizione molto densa di contenuti, che dà un quadro completo dell’andamento di molti progetti in corso con un peso significativo per la crescita dell’azienda e del suo personale. Last but not least, come direbbero gli anglosassoni, vogliamo catturare la vostra attenzione sulle immagini che abbiamo impiegato per questo Bulletin: sempre più curate, raffinate e di elevata qualità (speriamo che il National Geographic non pensi di saccheggiarci!). È uno dei primi risultati di un progetto di ampio respiro per descrivere sempre meglio e con più efficacia la realtà Bonatti. Buona lettura! Matteo Patera Frédéric Santelli Entriamo in sala controllo al fianco del cliente Intervista con Fabio Mazzoli 2 El Merk: lo sfilamento. HSE Extension de la central electrique d’Alrar, Algerie, attuazione di un sistema di incentivazione alla sicurezza Contributor: Luca Princivalli Conti Il giorno 15 Ottobre il progetto di Alrar, in Algeria, ha celebrato un anno di attività senza infortuni con assenza dal lavoro (Lost Time Incidents). Come dicono i Francesi o meglio gli Algerini: Bravos! Il nuovo impianto di produzione di energia elettrica di Alrar, viene realizzato nel sud-est dell’Algeria vicino al confine Libico; il progetto commissionato da Sonatrach, la Società nazionale petrolifera, è portato avanti congiuntamente da Bonatti e Gavazzi, mentre il principale subcontractor è GCB, una società locale. Circa il 90% del personale utilizzato è locale (informazioni più dettagliate sul progetto sono contenute nel contributo di Pettinari e Giansante apparso sul Bulletin nr. 1/2010). Il programma di costruzione della centrale prevede 900.000 ore di lavoro. In linea con la politica aziendale HSE, Bonatti/Gavazzi hanno intrapreso da subito i giusti passi per istituire e mantenere un ambiente di lavoro sicuro; tramite un team di tecnici della sicurezza impiegati a tempo pieno ed attraverso il suo line manangement, forte di una mentalità antinfortunistica ormai acquisita è stato attuato un programma di sensibilizzazione, responsabilizzazione ed incentivazione del personale che ha dato i suoi frutti: nel corrente mese di Ottobre le statistiche di sicurezza hanno registrato 500.000 ore lavorate senza infortuni (Lost Time Injury), un obiettivo il cui raggiungimento è stato accolto con entusiasmo dalla committente. Nelle immagini alcuni momenti dell’evento. 4 Questa è la breve cronaca di una serata di festa, dove si è celebrato il raggiungimento di un obiettivo di sicurezza importante, ma che ha anche costituito un momento di svago e di avvicinamento tra compagni di lavoro di paesi e costumi diversi. HSE La cerimonia, in occasione della quale era stato preparato un apposito palco nella Base de Vie, (verificato strutturalmente dall’occhio esperto del collega Renzo Peroni...) ha avuto inizio alle 17:30 di fronte a un centinaio di lavoratori che attorniavano il podio e alla presenza dei funzionari della Sonatrach, con un discorso di apertura da parte di Alberto Merella, Coordinatore della Costruzione in Algeria. Merella, che sin dall’inizio del progetto ha preteso l’applicazione dei più alti standard di sicurezza sul cantiere, ha ringraziato tutti i presenti per il loro impegno nel rispetto delle regole di HSE e per il contributo al raggiungimento di questo obiettivo ed ha auspicato che il progetto continui sugli stessi binari. Dopo Merella, sotto la regia del Responsabile HSE Bonatti di Progetto François Fragnè e del suo team HSE (Mohamed Ali M’barek, Salim Difallah, Tarek Beroual, Mohamed Benkhedim, Issam Djerida) e con la gentile traduzione in lingua araba del responsabile HR du Site Mr. Abderrahmane, si sono susseguiti gli altri discorsi ufficiali mentre i Responsabili del progetto Paolo Pettinari, Chef du Projet e Alessio Tomassini, Construction Manager, hanno consegnato delle targhe commemorative ai rappresentanti della Sonatrach e della GCB. L’evento è continuato con la premiazione sul palco di un numero di lavoratori che si sono distinti per meriti nell’applicazione delle norme di sicurezza. I colleghi più alti in grado, tra cui il QA/QC Manager Paolo Vetri, si sono succeduti nella distribuzione dei riconoscimenti ufficiali. La serata ha avuto termine con l’estrazione a sorte di alcuni premi, parte questa che è stata seguita da tutti i presenti con particolare trasporto. I partecipanti alla manifestazione, inclusi i rappresentanti del cliente, si sono infine trasferiti nella mensa del campo, dove a tutti è stato servito un pasto tradizionale molto apprezzato, méchoui (montone) e cous cous. L’evento ha raccolto larga parte delle maestranze. Dall’alto, in senso orario: le premiazioni, A.Merella e un momento dell’evento nel campo di Alrar. 5 Questo tipo di manifestazione, per chi vuole saperne di più, rientra nell’ambito di uno schema di incentivazione alla sicurezza. Nell’applicazione pratica di un sistema di gestione della sicurezza, uno schema di incentivazione assolve il compito di dare evidenza allo sforzo che viene richiesto per istituire un ambiente di lavoro sicuro e a zero incidenti. I cardini di uno schema di incentivazione sono : • Promuovere il lavoro di team tra tutti i lavoratori del progetto e migliorare la sicurezza. • Promuovere la performance di sicurezza attraverso l’educazione del personale. • Riconoscere formalmente e premiare i raggiungimenti di sicurezza. HSE Sviluppare, implementare e mantenere un luogo di lavoro e un’attitudine sicura richiede l’impegno da parte di tutto il personale, incluso quello dei subappaltatori. Staff, lavoratori, subappaltatori, autisti, manager, tutti coloro che hanno un compito all’interno dell’organizzazione hanno la potenzialità di subire un danno da una situazione o da un’azione rischiosa, ma sviluppando in modo cosciente un metodo di lavoro sicuro si può arrivare a minimizzare il rischio di realizzazione dei potenziali pericoli. Inoltre, quando viene valutata la sefety performance di una commessa o quella relativa ad un luogo di lavoro, c’è una tendenza a focalizzare sugli aspetti negativi associati alle attività, quali gli incidenti e gli infortuni sul lavoro. Benché vi sia una riconosciuta necessità di registrare tali eventi, per motivi contrattuali o perché richiesto dalla legge, vi è anche la esigenza di dare un riconoscimento a quelli che sono chiamati indicatori proattivi della performance di sicurezza. Uno schema di incentivazione alla sicurezza serve quindi a creare un salutare spirito di competizione e ad accrescere la sensibilità nei confronti della sicurezza. Inoltre, da ultimo ma certo non meno rilevante, può costituire un momento di comunicazione positiva nei confronti dei clienti. François Fragné assegna i premi per la sicurezza; sopra altri momenti dell’evento e delle premiazioni. 6 HSE Un nuovo tetto, caldo e pulito Contributor: Stefano Protogene, Claudio Sanzo Il tetto della palazzina magazzino-officina-uffici di Parma in una fase avanzata dei lavori: il nuovo tetto è quasi pronto. IIl progetto di riqualificazione energetica e ambientale della nostra sede, iniziato nel 2008 con l'ammodernamento degli impianti di climatizzazione, ha oggi raggiunto un altro traguardo ragguardevole. Entro la fine dell'anno sarà messo in funzione il nuovo impianto fotovoltaico installato sulla altrettanto nuova copertura dei capannoni magazzino e officina, adiacenti al palazzo uffici. zato e monitoraggio remoto • riattivare l’unità di trattamento dell'aria che provvede al ricambio giornaliero dell'aria in tutti gli ambienti dell'edificio. • l'installazione, all'ingresso principale, di una nuova porta a bussola ad apertura automatica che consente di ridurre sensibilmente lo scambio d'aria con l'esterno, oltre che migliorare la funzionalità dell’accesso. Ci conforta poter scrivere che, dalle prime verifiche effettuate, risultano ridotti i consumi energetici di sede di circa il 15%. L'impianto fotovoltaico che stiamo costruendo è il naturale sviluppo del progetto di riqualificazione ambientale ed energetica della sede. Prima di illustrare il progetto fotovoltaico, vorremo fare un breve cenno sul "revampig" (termine a noi noto) dell'impianto di climatizzazione. Con lo scopo di migliorare la efficienza energetica dell'edificio, oltre che migliorare il confort abitativo, si è provveduto a: • sostituire l'intero gruppo frigorifero che provvede al raffrescamento degli uffici • sostituire i termoconvettori di tutti gli uffici • installare un nuovo sistema di gestione della climatizzazione interna con controllo centraliz- Il particolare di una singola pannellatura. 7 HSE Le fasi iniziali dei lavori: pannelli fotovoltaici non sono ancora stati montati. L’intervento comprende, infatti, interventi utili alla nostra salute e a quella dell'ambiente, suddivisi in 3 fasi: 1. Rimozione della copertura in fibrocemento Ethernit. Oltre 4.500 metri quadrati di copertura, sebbene ancora perfettamente integri, sono stati rimossi, sigillati e trasportati nei siti di smaltimento. 2. Installazione della nuova copertura. Per ottenere le migliori prestazioni in termini di efficienza energetica, si è optato per la posa di una copertura composta da pannelli precoibentati in lamiera di acciaio 6/10 con verniciatura ad alta resistenza. La coibentazione del pannello è costituita da poliuretano ad alta densità con uno spessore di ben 10 centimetri (contro i 4 normalmente impiegati per scopi analoghi). Questo consentirà un eccellente isolamento termico sia inverno che in estate, migliorando sensibilmente il benessere dei colleghi che ogni giorno lavorano nei locali sottostanti. La verniciatura e la tinta sono ad alta emissività per ridurre al minimo l'assorbimento di calore in estate. 3. Produzione di energia pulita da generatori fotovoltaici. L'impianto installato, completamente integrato nella struttura del tetto, ha una potenza di 195 Kwp (il massimo consentito per scambiare sul posto l'energia prodotta) ed una produzione annuale stimata di oltre 200.000 Kwh/anno. Questo grande generatore di energia pulita è composto da 868 pannelli fotovoltaici disposti in stringhe parallele sul tetto, collegati con uno speciale cablaggio fino ad alcuni inverter e poi alla rete. L'energia prodotta dal sole gode di speciali incentivi tariffari per 20 anni, grazie ai quali in un periodo ragionevole saremo in grado di recuperare l'intero investimento e magari sostenere nuove spese per ridurre ulteriormente l'impatto ambientale. I pannelli installati, di assoluta qualità e tra i migliori in fatto di prestazioni e rendimento, sono progettati per produrre energia per almeno 25 anni con massimo grado di efficienza. Tutta l’energia prodotta sarà destinata, attraverso lo scambio sul posto, alla nostra sede e potrà soddisfare circa il 70% del consumo del palazzo uffici e almeno 1/3 dell’intera sede, se si considera anche il fabbisogno dell’officina. Qual è nostro prossimo obiettivo? Soddisfare l'intero fabbisogno energetico degli uffici con l'impianto fotovoltaico. Come possiamo riuscirci? È semplice: riducendo i consumi! Stiamo già studiando la riqualificazione dell’illuminazione interna dell'edificio, ma il contributo più importante deve arrivare da noi che, ogni giorno o saltuariamente, abitiamo la sede. Chiudiamo con due consigli per il rispetto dell’ambiente, apparentemente molto semplici ma davvero efficaci, validi per tutti i colleghi di ogni Paese dove è presente Bonatti: • Favoriamo l’illuminazione naturale e accediamo la luce solo quando necessario; • Spegniamo la luce quando usciamo dall'ufficio, durante la pausa pranzo e alla sera. Una fase dei lavori: gli uomini sono al lavoro sul tetto, coadiuvati dalle gru. 8 HSE Claudio Sanzo si occupa della manutenzione di edifici di proprietà dell’azienda e in concessione. Per il nuovo impianto ha seguito e coordinato direttamente i lavori per Bonatti. Gli abbiamo fatto qualche domanda. Claudio, quali sono le fasi principali dei lavori? Tutto si è svolto in modo regolare e lineare, con accantieramento, bonifica, messa in sicurezza dell’area. Poi abbiamo bonificato le lastre di Ethernit, rimuovendole tramite incapsulamento e asportato la lana di roccia sottostante. Dopodiché i materiali sono stati calati a terra sui camion e trasportati in discarica per lo smaltimento. Si trattava di materiali pericolosi a livello ambientale: per le operazioni di smaltimento ci siamo rivolti a una società certificata che ha impiegato personale qualificato allo scopo. Successivamente abbiamo posato i pannelli a sandwich di copertura (PVDF 6/10), i lucernari in policarbonato trasparenti e le relative lattonerie. Per quanto riguarda i pannelli va segnalato che sono garantiti 20 anni sulla verniciatura. Di seguito è stata effettuata la posa dei pannelli fotovoltaici. Ci puoi raccontare qualcosa del nostro nuovo impianto fotovoltaico? Il nuovo impianto sarà gestito con 18 inverter. Questo ci consentirà di avere il massimo controllo su tutte le “stringhe” e, quindi, ci darà una capacità di intervento mirata. Mi spiego meglio: in caso di eventuali problematiche sarà possibile escludere una zona dell’impianto senza perdere capacità di produzione nelle altre parti, mantenendo, così, sempre la resa ottimale. Abbiamo intenzione di montare nell’atrio dell’azienda un monitor che ci darà in tempo reale i dati sulla produzione di energia. L’impianto è di tipo totalmente integrato e usufruisce della migliore tariffa incentivante. È di tipologia “scambio sul posto” ed è stato montato, insieme alle altre parti del nuovo tetto, da Isomec, specializzata nelle lavorazioni sui tetti industriali. Per quanto riguarda la gestione e la manutenzione? È un impianto robusto e lo gestiremo completamente effettuando regolarmente i controlli periodici previsti dal costruttore. Questi specifici pannelli fotovoltaici sono garantiti 5 anni, così come gli inverter ed è garantito il 90% di capacità minima di produzione ai 10 anni e l’80% a 25 anni dall’installazione. Claudio Sanzo e il nuovo tetto; sopra, le gru al lavoro. 9 HSE Safety News Kazakhstan, Karabatan Kazakhstan, Karabatan Giugno 2010, il progetto Kashagan EP Onshore Project Gas Tranche 1 & 2 che vede impegnato il Consorzio Bonatti-MSS ha raggiunto 3.000.000 di ore lavorate senza infortuni. Il cliente AGIP KCO ha rilasciato al Consorzio un attestato di riconoscimento. Prosegue la campagna di sensibilizzazione e incentivazione del personale del progetto Kashagan EP Onshore Project Gas Tranche 1 & 2. Saudi Arabia, Abu Ali Il personale di progetto che maggiormente si è distinto nel rispetto delle norme di sicurezza è stato premiato con un riconoscimento ufficiale dal cantiere. I colleghi che hanno ottenuto questo riconoscimento per il mese di Giugno sono: Rajul Islam Mozahar (steel fixer), Ganesan Perisamy (scaffolder), Abdul Gafoor Kutty (rigger), Nar Bahadur Baruwal Chetri (helper), MD. Ibrahim Abdur Rahaman (helper), Reynaldo Mauricio (wood carpenter), Dil Bahadur Pun (wood carpenter), Hari Bahadur Dangol (mason), Nelson Rico (mason), MD. Nazmul Hossan Nasir (asst. steel fixer), Pawan Kumar Chawan (helper), Durga Bahadur Thapa Magar (mason), MD. Mukshed Vashan (helper), Chandon Rubidas (pipe fitter), Shah Alam Rukkurniah (helper). A loro vanno anche i nostri complimenti. Libya, Mellitah, General Maintenance Services La fermata dell’impianto programmata nel mese di Settembre per portare a termine un numero di attività manutentive nel Complesso industriale di Mellitah si è concluso nel segno della professionalità e della sicurezza. Le attività di manutenzione sono eseguite da un Consorzio formato da Bonatti e dalla Società Olandese Dietsmann. Il cliente Mellitah Oil & Gas ha inviato alla Direzione del Consorzio una lettera ufficiale di ringraziamento. Nella foto, il Management Bonatti nelle persone dell’Ing. Canacci e di Paolo Giovannoni premia un lavoratore che si è distinto nel rispetto delle norme di sicurezza. 10 Mellitah: un addetto HSE prepara un collega alla fase operativa. Orders Acquired Dahab Field Development: aiutiamo la Libia a risparmiare acqua Contributor: Marco Garbusi, Mario Gioia, Alessandro Merli La sensibilità verso l’ambiente sta evolvendo in tutto il mondo, e la Libia non è da meno. Negli anni passati lo sfruttamento della risorse minerarie prevaleva su qualsiasi concetto di protezione dell’ambiente e prevaleva sull’uso razionale di risorse quali l’acqua, che oggi è riconosciuta coma un bene da preservare, a maggior ragione in Libia dove è un bene scarso e prezioso. Premessa Anche l’impianto di Fidaa fu realizzato a suo tempo in questo modo: non tenendo conto, cioè, del valore strategico delle risorse idriche. Ricordiamo ai lettori più giovani che Bonatti lavorò in quest’area negli anni ’80 e questo è un felice ritorno. Al giorno d’oggi in questo ed in altri impianti vengono investiti capitali con due scopi complementari: ridurre o azzerare l’uso di acqua di buona qualità e trattare l’acqua contaminata che viene estratta con il petrolio rendendola innocua per l’ambiente. Bonatti è molto attiva in questo tipo di interventi e vanta già molte esperienze con clienti di diversi Paesi e con l’utilizzo di più tecnologie adatte allo scopo. EPC produced water tratment and injection facilities Installation of surface facilities, phase II Il progetto è un EPC completo, che prevede il design, l’ingegnerizzazione, l’approvvigionamento, la costruzione e l’avviamento di un impianto per il trattamento dell’acqua che si ottiene per separazione durante la produzione del petrolio. Dal punto di vista strategico questo progetto permette alla Business Unit di creare un’importante referenza per questa tipologia di lavori e fare esperienza con un cliente che ha un potenziale note- Un’immagine dell’impianto di Hakim. 12 Dahab Field vole per progetti EPC nel campo della water injection. Il cliente è una compagnia libica, Zueitina Oil Company, con la quale Bonatti condivide una tradizione di lunga data, ma senza aver finora toccato il campo dei progetti EPC . Orders Acquired 60.000 barili al giorno si compone di: • Filtri Duplex • Degasatore • Sistema di filtrazione con induzione e flottazione di gas • Sistema di filtrazione con gusci di noce • Iniezione di reagenti chimici Inoltre è previsto il revamping della stazione di pompaggio a Fidaa. Di fianco alle tre esistenti, verrà installata una quarta pompa centrifuga per l’iniezione ad alta pressione. Veduta dell’area di Fidaa L’obiettivo della compagnia è realizzare in un suo centro olio già in funzione, un impianto per il trattamento dell’acqua di separazione. Attualmente la produzione di petrolio, che necessita un’iniezione d’acqua nei pozzi, utilizza acqua di falda. Scopo del lavoro è realizzare un impianto che permetta di filtrare e trattare l’acqua di separazione in modo da poterla iniettare nei pozzi al posto dell’acqua di falda. La National Oil Company ha infatti imposto delle severe direttive, imponendo un’attenta gestione dell’impianto al fine di non inquinare l’ambiente. In particolare: • non è ammesso lo scarico superficiale di acqua di separazione Un tratto di strada verso Dahab. • non è ammessa la reiniezione nei pozzi di acqua non trattata • non sono più disponibili pozzi a bassa pressione per la reiniezione La località è remota e lontano dai tradizionali insediamenti Bonatti in Libia. Il centro olio è situato a Fidaa, 40km dalla più vicina oasi, Zellah. Siamo in pieno deserto, 750 km da Tripoli, 11 ore di macchina. Dovendo essere riutilizzata per la reiniezione nei pozzi, l’acqua di separazione deve soddisfare delle caratteristiche molto restrittive in termini di contenuto d’olio e solidi sospesi. Sono requisiti particolarmente impegnativi da raggiungere, così come impegnativo è il tempo di consegna. L’impianto deve essere infatti consegnato in soli 19 mesi dalla firma del contratto, avvenuta a metà giugno 2010. A Fidaa viene convogliato il petrolio prodotto a Dahab, un satellite situato a 8 km a nord-ovest, e ad Hakim, un piccolo GOSP situato 15 km a sud-est. Il progetto prevede di installare ad Hakim un piccolo serbatoio di polmonazione e di collegare Hakim con Fidaa tramite una pipeline da 8” in GRP (Glass Reinforced Pipe) di 15 km. Ad Hakim dovranno essere installate anche due transfer pump con a monte due filtri Duplex. Sarà così possibile convogliare l’acqua di separazione di Hakim a Fidaa, dove verrà installato l’impianto di trattamento. L’acqua di separazione, una volta trattata, sarà pompata nei pozzi di Fidaa, Hakim e Dahab. Il progetto prevede anche di completare l’installazione di “oil flowlines” e “water flowlines” da 4” a Dahab, per un totale di circa 9 km. L’impianto, che sarà in grado di trattare una portata massima di 13 Colleghi al lavoro durante i primi sopralluoghi. Orders Acquired Gasnetz Steiermark, ‘Progetto Sudschiene’, proseguiamo fino a Eisbach Contributor: Oliviero Corvi Sono terminate le attività in Stiria/Austria relative al progetto Semmering – Bruck/Mur 32” km. 65 e contemporaneamente abbiamo acquisito ed iniziato il progetto Bruck/Mur – Eisbach 32” km.37 circa, naturale prosieguo del pipeline precedente ed entrambi legati allo sviluppo del “Progetto Sudschiene” di Gasnetz Steiermark. Il nuovo pipeline si sviluppa in aree orograficamente molto complesse, quasi completamente montagnose, si raggiungono anche i 1.600 msl. di altitudine, saliscendi con dislivelli importanti, e caratterizzate da presenza di roccia in gran parte del tracciato. Le caratteristiche specifiche del progetto hanno richiesto una pianificazione particolare, legata alla necessità di operare con diversi fronti operativi contemporanei, utilizzo di attrezzature specifiche per il superamento delle forti pendenze (teleferiche). I lavori sono iniziati nel mese di giugno e termineranno in Agosto 2011. Alcune vedute del progetto, già in fase di realizzazione in Austria. 14 Bruck: i tubi vengono portati in quota con delle teleferiche. Countries & Works Underway Un anno di successi a Karachaganak Contributor: Andrea Manzoni L’approccio vincente di Bonatti agli shut down è il risultato di un dettagliato planning, una meticolosa preparazione che consentono un’esecuzione efficiente ed efficace, grazie alle competenze sviluppate capitalizzando l’esperienza acquisita dall’azienda nel tempo. Il risultato dei successi nel campo di Karachaganak, a nord del Kazakhstan, può essere attribuito a diversi fattori. Quello più importante è sicuramente la naturale evoluzione, conseguente a importanti differenze di approccio tra progetti brownfield e progetti greenfield, che ha richiesto lo sviluppo di specifiche competenze e tecniche impiegando le best practices internazionali e ottenendo risultati complessivi che hanno soddisfatto i vari obiettivi di progetto in termini di sicurezza, di qualità e di budget. La notevole dimensione dei tubi in materiale F22, altamente spessorato. Il 2010 è stato caratterizzato da più shut down che hanno interessato diversi impianti nel campo di Karachaganak, in cui opera il nostro cliente KPO. Ciò che ha maggiormente contribuito al miglioramento dell’approccio e metodologia di queste attività nell’area è stata l’esperienza maturata nella gestione del progetto MRP (material replacement project) all’unità 2, dedicata alla reiniezione nel sottosuolo del gas acido ricco di H2S. Il progetto è stato eseguito durante tutto l’anno da un team multidisciplinare e multietnico in un impianto in marcia a 550 bar, con una percentuale di H2S del 5%, in condizioni meteorologiche che sono andate da +45° a – 40°, coinvolgendo diverse organizzazioni ed enti governativi. Lo scopo del lavoro è stato quello di tagliare e rimuovere 3 km di tubazioni esistenti in impianto e rimpiazzarle con quelle in materiale speciale (acciaio f22) e spessorato (arrivando a saldature da 100 mm con tubi da 20”). L’approccio e l’evoluzione della filosofia del controllo di progetto adottato sono basati su 5 importanti fattori: La prima lettera di ringraziamento del cliente KPO inviata al Project Director A. Manzoni per la qualità del lavoro svolto. 16 Countries & Works Underway • Preparazione: significa saper Le saldature in condizioni ambientali particolarmente difficili sono state caratterizzanti del lavoro. dimostrare e garantire le capacità tecnico-gestionali del progetto, provvedere a una esaustiva e avanzata check-list di evidenze documentali tale da soddisfare qualsiasi requisito prima di poter affrontare qualsiasi attività di shut down. Questo ha comportato la creazione di due book tecnici molto dettagliati, che includono i pacchetti di lavoro, le attività di mobilizzazione e insediamento, liste dettagliate delle risorse di cantiere, risk assessment, planning, lifting plans, etc. Il materiale è stato successivamente sottoposto ad audit approfondito e a vari “go-no go” meeting da parte delle consociate oil companies (Chevron, British Gas) prima di garantire la green light definitiva. • Integrazione ad ogni livello: performare operazioni simultanee con team di progetto appartenenti a differenti organizzazioni può essere garantito solo da un’integrazione spinta che comporta il trasferimento di conoscenze e competenze tra le varie funzioni dell’organizzazione e tra le organizzazioni stesse. • Communication management: la corretta gestione della comunicazione è essenziale in un progetto complesso. 15 nazionalità, varie interfacce e gruppi di lavoro, differenti lingue e culture: chiare linee di comunicazione sono necessarie per assicurare che accurate e consistenti informazioni siano recepite all’interno dell’organizzazione e trasmesse fino ai livelli più bassi. Viceversa occorre che il site management riceva le informazioni necessarie per agire correttamente ed apportare le azioni dovute, ove richiesto. • Formazione e competenze: un’elevata concentrazione di H2S e elevate pressioni di esercizio richiedono un training continuo per portare tutto il personale ad un adeguato livello di consapevolezza del rischio e competenza nelle attività svolte. La seconda lettera di ringraziamento del cliente KPO inviata al Project Director A. Manzoni per la qualità del lavoro svolto. 17 Countries & Works Underway • Imparare dall’esperienza: il processo di miglioramento continuo non può essere avulso dall’imparare dagli errori commessi per evitare di ricommetterli in futuro e dall’evoluzione della tecnica / procedura di esecuzione. Significa quindi condurre dei riesami periodici sulle attività svolte ed eseguire le necessarie azioni correttive che permettono un miglioramento della performance in termini di tempo, sicurezza, qualità ed efficienza. Questo processo ha comportato una riduzione progressiva e sensibile delle tempistiche di lavoro sui tre treni. Tutto ciò ha consentito di condurre due shut down parziali e uno shut down totale nell’unità 2, in sicurezza e con grande anticipo sui tempi (in totale 28 giorni risparmiati nell’anno). Le competenze maturate hanno altresì permesso di effettuare simultaneamente lo shut down all’impianto KPC , Unita’ 3 e al Bolshoi Chagan sempre in sicurezza, qualità e anticipo sui tempi, permettendo al site management di gestire efficacemente un picco di persone di oltre 2000 unità (498.000 ore registrate nel mese di Settembre). Ancora un’immagine di saldatura dei tubi che hanno consentito il replacement del materiale obsoleto. Una fotografia degli impianti di Aksai. 18 Aksai: il tramonto su Karachaganak Field. Countries & Works Underway Mellitah: Shut Down 2010 Contributor: Matteo Benincasa, Ilario Pulcini Cinque anni di operazioni ininterrotte hanno consentito un’eccezionale performance negli Shut Down. Il Complesso di Mellitah è situato sulla costa a circa 100 km a ovest di Tripoli ed è gestito dalla società Mellitah Oil&Gas B.V. di proprietà di NOC ed ENI S.p.A. Mellitah Complex Libya circa. Nel complesso, vi sono due Impianti principali denominati: Wafa Coastal Oil Plant adibito al trattamento dell’olio e dei condensati provenienti da Wafa Desert e dalla piattaforma offshore Sabratha e l’impianto denominato NC-41 per il trattamento del gas proveniente dalla stessa piattaforma offshore. Lo zolfo, associato al gas proveniente da Sabratha, una volta rimosso dall’Impianto NC-41, viene trasferito sul Jetty tramite un “Pipe Conveyor Belt” e quindi caricato automaticamente su navi. Gli idrocarburi liquidi quali propano e butano vengono convogliati sul Jetty (lungo circa 3 KM) e caricati sulle rispettive petroliere, mentre il petrolio viene inviato tramite un pipeline sottomarino al terminale offshore “SBM”; il gas della piattaforma Sabratha, dopo essere stato trattato dall’impianto NC-41 per rimuovere lo zolfo in esso contenuto, viene unito al gas proveniente da Wafa Desert e quindi compresso dalla Stazione di compressione denominata Green Stream (anch’essa situata presso il Complesso di Mellitah), dopodiché inviato in Sicilia per mezzo di una condotta sottomarina di lunghezza 600KM Ogni sorta di istallazioni come le centrali di potenza e di compressione, gli impianti ausiliari, i sistemi di stoccaggio, i sistemi di trattamento di acque reflue etc., fa parte degli impianti del complesso. Un complesso così esteso e multifunzionale ha indotto il cliente ad affidare a Bonatti (presente in Libia da 30 anni) il compito di fornire un Servizio di Global Maintenance con l’obiettivo di mantenere la produzione degli idrocarburi a livello richiesto in tutta sicurezza, attraverso la manutenzione preventiva, predittiva e correttiva (supportata da un sistema computerizzato CMMMS), oltre alla fornitura dei pezzi di ricambio vitali alle operazioni. I servizi eseguiti da Bonatti, organizzati per lo scopo, hanno avuto inizio nel Gennaio del 2006 e sono ancora in corso per l’anno 2010. Il Mellitah Complex da satellite e, sopra, la stazione di compressione.. 19 Countries & Works Underway Lo Shut Down nel Complesso di Mellitah Il cliente, con il passare del tempo, dopo che l’azienda si è conquistata sul campo la fama di Contractor estremamente affidabile e dopo avere dimostrato di agire con efficienza e sicurezza nella esecuzione delle attività di manutenzione globale, ha affidato all’azienda compiti più complessi e diversificati: le attività di Shut Down. Si tratta di ristrutturazioni, riabilitazioni e correzione di imperfezioni funzionali e strutturali, ispezione di serbatoi e vessels etc. In occasione di queste attività (Shut Down parziali o totali) il rispetto del tempo programmato dal cliente, è sempre un obiettivo fondamentale. Siamo orgogliosi di avere dimostrato di poter completare gli incarichi assegnati sempre con un certo anticipo nonostante i tempi di esecuzione fossero proibitivi in rapporto al rispetto della sicurezza e alle condizioni ambientali. Attività di Shut Down – Settembre 2010, Mellitah Complex Nel Complesso di Mellitah esiste un gran numero di vessel e strutture cilindriche a spazi chiusi che richiedono col passare degli anni (in genere ogni cinque) l’ispezione interna/esterna onde accertarne l’integrità, il livello di corrosione, la consistenza strutturale e lo stato di altre caratteristiche meccaniche. Quest’anno la Company, sostenuta dalle autorità competenti, ha richiesto di eseguire l’ispezione su 24 vessels critici, affidandoci la pianificazione del lavoro, il reperimento delle parti di ricambio e le relative attività comprese nello Shut Down. L’organizzazione Bonatti e la Divisione produzione del cliente hanno stabilito insieme un programma che prevedeva il completamento di tutte le attività in 24 giorni (Purging, Ramp Down, Performances, Start up, Purging e Ramp Up), a partire dal 16 Settembre 2010. La lettera di congratulazioni ricevuta a seguito dei lavori. Il cliente si è dimostrato inizialmente soddisfatto di questo “programma ottimale”, ma a seguito delle esigenze di esportazione di gas verso l’Italia, dettate da condizioni particolari in Europa, ha ritenuto necessaria una drastica riduzione dei tempi. lasciando invariato lo scopo del lavoro. In linea di principio è sembrato un compito impossibile, ma l’insistenza del cliente ci ha imposto di trovare soluzioni e metodi per abbreviare il tempo massimo in 10 giorni (includendo Ramp down e Ramp up). A seguito dell’esperienza maturata negli stessi impianti durante i suddetti 5 anni, abbiamo escogitato e adottato le seguenti strate- 20 gie con lo scopo di raggiungere ad ogni costo l’obiettivo: • Company e Contractor considerati partners nella visione dell’obiettivo stabilito; • Tempi di lavoro in tre turni; • Utilizzo di 12 squadre indipendenti; • Aumento degli ispettori da parte del cliente da 4 a 11 persone; • Uso dei solventi chimici forniti da Bonatti per accelerare la pulizia dei vessel e permettere una rapida ispezione; • Studiare insieme al cliente il processo e il sistema operativo degli impianti per anticipare ai team Bonatti la consegna delle apparecchiature e vessel coinvolti; Countries & Works Underway • L’isolamento dei vessel meno critici (almeno 9) e la consegna degli stessi alla Bonatti prima di iniziare lo Shut Down in modo da poter effettuare una anticipata pulizia e relativa ispezione riducendo così i tempi di puro Shut Down; • Uso di speciali pompe Bonatti (unità mobili di nuovo acqusto) per svuotare i serbatoi contenenti miscele miste di idrocarburi /acqua e depositi solidi e trattarli successivamente allo Shut Down; • Interfacciarci ogni giorno con il personale del cliente e il suo management attraverso incontri finalizzati al fine di creare un unico spirito di gruppo in grado di affrontare le diverse problematiche e risolverle sul posto; • Effettuare un rapporto puntuale circa lo stato avanzamento attività (progress) quotidiano usando la stessa metodologia (weight factors) dei Progetti di sviluppo. Applicando tutti i metodi fin qui illustrati abbiamo raggiunto l’incredibile obiettivo di completare tutte le attivita’ di lavoro manutentivo in 7 giorni (sola Manutenzione-escludendo il ramp down e ramp up)), ricevendo il pieno apprezzamento da parte del cliente per il grande risultato raggiunto, avendo guadagnato un giorno intero di produzione rispetto all’ ultimo programma summenzionato. Tale risultato ha portato il cliente a considerare lo SHUT DOWN di Settembre 2010 come caso speciale da tener presente in altri casi simili a suggerimento della ottimizzazione dei tempi e metodi. Lo Shut Down 2010 nei dettagli… Il total Shut Down di Mellitah Complex per il 2010 aveva come principale scopo del lavoro: la pulizia, l’ispezione e la certifica- Alcune immagini delle fasi dei lavori. 22 zione di 24 vessel per Wafa Coastal Plant (area C1, G1, L1 & Q1) e l’NC-41 Mellitah Gas Plant (area A2, B2, F2, L2 & M2). Le attività di Shut Down sono state sintetizzate nel relativo Master Plan riguardante i lavori principali. Tuttavia, durante la fase di preparazione, sono stati richiesti dal cliente lavori aggiuntivi, che ha imposto al Contractor di produrre un programma alternativo (Shutdown 2010 Additional Plan) nel quale erano compresi tutti i lavori supplementari richiesti. Inoltre, durante la fase di esecuzione, la Divisione Produzione ha richiesto di eseguire alcune attività non programmate. Countries & Works Underway La mobilizzazione di manodopera e di mezzi straordinari è iniziata il 17 Agosto 2010. Per questo la formazione sull’HSE, le istruzioni sull’impianto e la preparazione sui lavori sono stati svolti in modo che i vari team si rendessero conto del compito delicato e fossero ragionevolmente consapevoli delle criticità e dell’ambiente peculiare in cui si trovavano. GMS ha mobilitato tre subappaltatori specializzati nella pulizia interna dei vessel e alcuni vendor specialist per l’AC/DC UPS: è stato attivato per lo scopo anche un vendor specialist per il relé di protezione (SEPAM). La mobilizzazione di manodopera e di mezzi straordinari è iniziata il 17 agosto 2010. Per questo personale la formazione sull’HSE, le istruzioni sull’impiantio e la preparazione sui lavori sono state portate avanti secondo la necessità di renderli consapevoli delle criticità e dell’ambiente peculiare in cui si trovavano. Le attività di manutenzione relative allo Shut Down totale hanno avuto inizio il 16 Settembre 2010 e sono state completate il 22 Settembre 2010; successivamente l’Operatore ha dato corso alla ripresa di produzione gradualmente. Durante lo Shut Down non è stato registrato alcun incidente. Gli addetti HSE sono stati attivamente coinvolti in tutte le attività di manutenzione mettendo a disposizione tutti gli equipaggiamenti necessari quali: PPE, maschere,gas detectors etc, seguendo le opportune e specifiche precauzioni di sicurezza. Le ore totali lavorate ammontano a 39.185 e sono riassunte come segue: • Preparazione del site: le attività • • • • • • • sono iniziate il 5 Luglio 2010 con l’installazione delle impalcature e la rimozione dell’isolamento, per cui sono state necessarie circa 4.990 ore Attività di manutenzione: 20.023 ore Safety/ HSE: 6156 ore SD Management: 6156 ore Ristrutturazioni del site riferite alla re-installazione dell’isolamento, rimozione delle impalcature e servizi di pulizia hanno assorbito un totale di 3602 ore. Personale totale: 275 persone Permessi di lavoro: 785 Si sono svolte 37 riunioni tra GMS e MO&G per organizzare lo shutdown Non si sono verificati incidenti, infortuni o danni e l’impatto ambientale è stato totalmente annullato. Il successo della performance è stato riportato a tutte le principali Compagnie per voce della NOC, al fine di dimostrare che solo grazie ad una stretta collaborazione, alla fiducia e alla cooperazione, alcuni compiti visti come impossibili (per esempio ridurre la perdita di produzione il più possibile mantenendo un alto grado di sicurezza) possono essere portati a termine rispettando tempi, sicurezza e costi. Nella pagina ancora fasi dei lavori e in alto una parte delle installazioni di sicurezza. 23 Countries & Works Underway OPAL Project: un aggiornamento dalla Germania Contributor: Manfred Klingelhöfer L’OPAL Pipelines Project è uno dei più grandi progetti infrastrutturali per il trasporto di energia in corso di esecuzione in Germania ed in Europa. La lunghezza del pipeline che scorre da nord a sud attraverso tre regioni (Mecklenburg, Brandedurg, Sassonia) è di circa 480 km (per la precisione da Ludmin (Greifswald ad Olberhau al confine tra Germania e Republica Ceca). Questo gasdotto da 1.400 mm di diametro, (56 pollici) opererà con una pressione di esercizio di 100 bar, garantendo, una volta completato, una fornitura annua di 35 miliardi di metri cubi di gas, capace di soddisfare un terzo del fabbisogno nazionale della Germania. Il Gasdotto OPAL è stato progettato e verrà realizzato al fine di consentire la connessione e il trasporto del gas tra il North Stream Pipeline (che collega attraverso un tratto off-shore Vyborg in Russia con Ludmin ) con gli esistenti pipelines di importazione Jagal e Stegal. Il cliente finale è WINGAS GmbH che opera per conto di OPAL NEL TRANSPORT GmbH ed E.ON Ruhrgas AG. Il gasdotto OPAL è stato suddiviso in 14 Lotti che sono in corso di costruzione attraverso 7 cantieri simultaneamente operativi. Bonatti ha il compito di realizzare 4 Lotti (7, 8, 9 & 10), che attra- versano a est e a sud-est la città Berlino (in Brandeburgo), con una lunghezza totale di ca. 140 km e un importo complessivo di ca. 90 Mln €. Nella pagina: alcune fotografie delle lavorazioni in cantiere; in alto Manfred Klingelhöfer. 24 OPAL Project: una fase della posa dei tubi. Countries & Works Underway La filosofia costruttiva di Bonatti è stata quella di operare con due distinti ed autonomi Construction Spreads. Uno Spread è incaricato delle attività di costruzione relative ai lotti 7 e 8 ed localizzato a Hoppergarten, a est di Berlino, e l’altro è incaricato delle attività relative ai lotti 9 e 10 presso Freiwalde a sud-est di Berlino. Il tracciato individua condizioni oro-topografiche più o meno equivalenti per tutti i lotti, terreni da pianeggianti a collinari, foreste, terreni generalmente sabbiosi e presenza d’acqua diffusa già a livello superficiale. I lavori di costruzione dei lotti 7 e 8 sono stati avviati nel febbraio 2010 e quelli relativi ai lotti 9 e 10 circa due mesi dopo. La situazione attuale dei lavori di costruzione evidenzia per i lotti 7 e 8 un progress pari al 65,3%, esattamente in linea con la programmazione effettuata. La pista di lavoro, lo sfilamento, la curvatura, la saldatura di linea e relativo ripristino del rivestimento dei giunti saldati sono stati già completati, mentre il progress di posa è all’85%, quello dei tie-ins/ crossing (collegamenti) è del 65%, ed il rinterro della trincea è all’ 84%. I collaudi idraulici di tutta la condotta relative all’ lotto 7 sarà completato prima della fine dell’anno in corso. I restanti lavori di costruzione del lotto 8 sono programmati in completamento per la primavera 2011. La situazione attuale dei lavori relativa ai lotti 9 e 10 evidenzia un progress pari al 54,3% , in anticipo di circa il 4% rispetto alla programmazione definita. La pista di lavoro, lo sfilamento, la curvatura, la saldatura di linea sono fasi di lavoro già completate, mentre il ripristino del rivestimento dei giunti saldati è all'84%, la posa della condotta è al 63%, la fase tie-ins / crossing (collegamenti) è al 41,3% ed il rinterro della trincea è al 63%. I collaudi idraulici della condotta relativa al lotto 9 è al 67%. I restanti lavori di costruzione sui lotti 9 e 10 termineranno all’inizio dell’estate del 2011, in linea con la programmazione di progetto. Nella pagina: ancora immagini delle lavorazioni nei cantieri dell’OPAL Project. 26 OPAL: saldatura. Countries & Works Underway Algeria: un aggiornamento sui lavori di Gassi Touil ed El Merk Contributor: Norberto Tisacchi Gassi Touil Le attività di mobilitazione con la costruzione del campo principale, ed il trasferimento dei mezzi necessari alla costruzione per Il Progetto Gassi Touil volgono al termine, sono inoltre sono iniziate il 2 Ottobre le attività di costruzione con l’ apertura della pista di parte dei 363 km previsti, iniziando dal punto più remoto del Campo di Gassi Touil, localizzato in un’area vasta circa 55 km denominata Brides. Quest’area oltre ad essere nella zona più remota del progetto è anche quella che presenta le maggiori difficoltà operative, presentando una morfologia caratterizzata da dune di elevata altezza, tipicamente Sahariane, che ci obbligano a mettere in campo un numero elevato di mezzi per eseguire gli sbancamenti necessari. A breve inizieranno le attività di sfilamento delle linee 8” e di seguito la fase di saldatura, svolta utilizzando personale locale qualificato. Tipico di tutti i progetti realizzati in Algeria è l’obbligo di eseguire le attività con la presenza di scorte militari. Tale obbligo influisce negativamente sulla mobilità del personale e dei mezzi impiegati limitandone gli spostamenti secondo tempistiche non sempre compatibili con le esigenze operative. Nella pagina: alcune immagini dell’area desertica intorno a Gassi Touil. I lavori si svolgono in regioni remote. 28 Countries & Works Underway El Merk El Merk è un Progetto unico su base EPC nella storia dell’esperienza di Bonatti Spa, unico per il tipo di cliente e per le difficoltà logistiche tipiche della zona desertica, estremamente remota, nella quale verrà realizzato. La rete stradale del paese in quest’area è scarsa ed in pessime condizioni, molte strade non sono asfaltate e le piste non vengono mai manutenzionate. Le lunghe distanze da percorrere per gli approvvigionamenti di cantiere e la grande quantità di materiali da trasportare in tempi relativamente brevi per la costruzione, ha obbligato lo staff messo in campo ad un’attenta pianificazione per ottimizzare le risorse. Le attività di costruzione sono iniziate nel mese di Giugno con l’apertura della pista lunga di 70 km del lato Nord per la linea da 20” , e lato West con la costruzione della pista e della strada di 160 km. che collegherà El Merk a Gassi Touil, lungo la quale verranno installate le linee da 16” e 18” per un totale di 320 km. Attualmente stiamo operando su più fronti anche con le attività meccaniche di saldatura della linea Nord 20” e della Linea West da 18” impiegando due team di 80 addetti composti da soli saldatori algerini qualificati, con l’obbiettivo prefissato di completamento del progetto entro la fine di Ottobre 2011. El Merk è un progetto sfidante che Bonatti affronta mettendo in campo tutta l’esperienza acquisita negli anni , impiegando risorse per circa 350 persone nella sola attività di costruzione. Solo una minima parte di questi consta di espatriati, al fine di perseguire l’obiettivo di una totale integrazione, coinvolgendo e massimizzando le potenzialità delle risorse locali. Alcune immagini dei lavori ad El Merk. In alto: sul campo di El Merk sventola un tricolore “marcato” Bonatti. 29 Countries & Works Underway KIOGE 2010 Anche quest’anno il gruppo Bonatti ha presentato le sue attività presso la fiera kazaka sull’Oil & Gas, il Kioge di Almaty. Il Kioge è la più importante manifestazione di settore in Asia centrale perché rappresenta un’ampia piattaforma di scambi e incontri fruttuosi. Dal 6 al 10 Ottobre lo stand di Bonatti è stato visitato da decine di operatori venuti da tutto il mondo: si calcola che mediamente la Fiera del Kioge, con i suoi 15.000 metri quadri di spazi, ospiti 520 allestitori e 8.000 visitatori (per quanto riguarda la Conferenza, erano presenti 800 partecipanti e 50 speaker). Il taglio del nastro inaugurale alla Fiera è stato eseguito dal ministro del Petrolio in persona, Sauat Minbayev e dal presidente della società petrolifera di stato Kazmunaigas, Kairgheldy Kabyldin. Questa volta vogliamo parlarne con Andrea Etzi, Procurement manager a Kazakhstan. Andrea ha accolto presso il nostro stand fornitori d’ogni genere e di differenti nazionalità, non risparmiandosi, naturalmente, di andare a visitare tutti gli altri espositori presenti al Kioge. senti avendo preferito altra manifestazione in Astana. Dal punto di vista, invece, qualitativo, possiamo senza dubbio evidenziare un miglioramento, nel senso di un notevole avvicinamento alle esigenze degli operatori stranieri, almeno per quanto riguarda la nostra realtà. Abbiamo avuto delle piacevoli sorprese che richiedono di essere colAndrea, questa è la seconda vol- tivate affinché possano concretizta che affronti il Kioge. Come ti è zarsi. sembrato rispetto alla scorsa edizione? Tu sei un esperto di ProcureProbabilmente il KIOGE comincia a ment: come valuti questa tua risentire dell’età, siamo giunti al specializzazione nel mercato 18° anno e questo è stato un anno kazako (prospettive, Local conmeno ricco di contatti, almeno in tent, difficoltà)? termini quantitativi. Su questo ha sicuramente influito il fatto che le Il giudizio, anche per quanto prima Oil Company quest’anno erano as- detto, è sicuramente positivo. Possiamo guardare fiduciosamente al futuro in relazione alle possibilità di trovare una risposta locale alle nostre esigenze. Certo non possiamo nascondere che il fattore costo abbia una incidenza talvolta notevole. Avevamo già visto dei segnali sul mercato di Atyrau, del quale abbiamo una conoscenza più diretta e quotidiana. Ad Almaty, ne abbiamo avuto la conferma: quando gli operatori locali capiscono le opportunità di business e soprattutto capiscono il fatto che queste possono realizzarsi nel breve termine, si mostrano allora disponibili ad investire e si adoperano al fine di presentare al mercato le proprie potenzialità o i propri prodotti. La squadra al gran completo: da sinistra V. D’Ingianti, la collaboratrice della camera di commercio Italo-Kazaka Goulsim Jougulova, Zhanna Kulzhanova, P. Ghirelli, A. Karlibayeva, C. Burizzi, M. Canacci, S. Belletti, A. Etzi, F. Mazzoli e R. Castelli. 30 Countries & Works Underway Per quanto riguarda il Local content, se ci riferiamo al solo step di acquisto presso i fornitori locali, possiamo dire che ciò non rappresenta alcuna difficoltà. Se ci riferiamo invece allo step della produzione locale, ovvero la cosiddetta “nazionalità kazaka” del prodotto, allora siamo nei guai: nel senso che, rispetto agli anni passati, poco è stato fatto. Anche in considerazione di quell’obiettivo di guadagno immediato di cui dicevamo prima. Può essere interessante citare il recente accordo doganale Russia/ Bielorussia/Kazakhstan, che in generale è un improving per il Kazakhstan, ma se parliamo di produzione locale questo non so quanto possa essere un beneficio. In Kazakhstan ci sono molti "rivenditori" locali, molto materiale arriva dalla Russia, ma non essendoci più vincoli e/o dazi doganali sarà ancora più conveniente (da un punto di vista di tempi e di spesa) approviggionarsi con prodotti che arrivano dal mondo russo. Probabilmente sarebbe stato più vantaggioso agevolare lo scambio di materie prime e/o semilavorati ma non di prodotti finiti, per dare input alla produzione locale. Investire nella creazione di una fabbrica rappresenta un obiettivo di medio o lungo termine che al momento non è nell’interesse degli operatori locali, mentre dobbiamo rilevare l’ingresso di alcuni grossi operatori quali Mittal Steel Arcelor e Thyssen. Per i locali è molto più semplice importare prodotti europei o asiatici, che i contractor già conoscono e quindi acquistano volentieri, piuttosto che dover aspettare alcuni anni prima di poter mettere in commercio un prodotto comunque da testare e qualificare. Non dimentichiamo che, da questo punto di vista, la burocrazia locale è un grosso freno. L’unico segmento di mercato nel quale qualcosa si muove è quello degli indumenti da lavoro. In particolare, abbiamo individuato due aziende che nei prossimi mesi cominceranno ad assemblare su licenza europea le calzature da lavoro: suole e corpo arrivano comunque già tagliati dall’estero. Si tratta quindi di un mero assemblaggio, che in ogni caso concorre alla creazione di local content. In sintesi, per quella che è l’attuale situazione, seppur sia condivisibile l’obiettivo, senza dubbio l’orizzonte temporale imposto è troppo breve e troppo stringente alla luce delle reali potenzialità dell’industria locale. Sebbene il compito delle aziende straniere operanti sul paese debba essere quello di spingere verso prodotti locali, comunque è il mercato a dover andare in questa direzione. La domanda, insomma, esiste e sicuramente non può che aumentare; bisogna però che anche l’offerta locale cresca in termini qualitativi e quantitativi. Il KIOGE ti ha aiutato ad individuare e ad approfondire fornito- ri interessanti? Sicuramente si. Abbiamo avuto dei contatti che dobbiamo continuare a coltivare e che potranno esserci utili per aumentare la nostra indipendenza dai mercati europei. Una bella veduta di Almaty, sede del Kioge, e, sopra, Andrea Etzi. 31 Countries & Works Underway Allo stand Bonatti non c’era soltanto Andrea Etzi. Molto importante è stato il contributo in termini organizzativi di Aliya Karlinbayeva e Zhanna Kulzhanova. Abbiamo intervistato Aliya, ormai alla sua seconda esperienza in Kioge e da tempo nei ranghi della nostra azienda. Aliya, la tua presenza in Bonatti è oggi qualcosa di storico. Puoi dirci quando e come hai iniziato a lavorare con noi? La prima volta che ho avuto l'opportunità di lavorare in Bonatti è stato nel 2004, durante lo stage estivo durato due mesi. Dopo un po’ di settimane, ho ricevuto una telefonata dal nostro capo contabile, Nurlan Iskaliyev: ha parlato di un posto libero aperto presso il Dipartimento Amministrazione aggiungendo, inoltre, che in azienda sarebbero stati felici se avessi accettato l’offerta. Io mi ero appena laureata e ho risposto immediatamente con un "Sì!" senza un attimo di esitazione. Entrando in Bonatti, non avevo grande esperienza di lavoro ma la società mi ha dato una bella opportunità di cui sono molto grata! Ecco che il 7 luglio 2005 ho iniziato a lavorare come impiegata ad Aksai della "Bonatti SpA Kazakhstan Branch". Dopo un anno sono stata promossa contabile e, quando la sede della filiale è stata trasferita da Aksai ad Atyrau, l’ho seguita. Ad Atyrau sto ancora lavorando e vivendo oggi. KIOGE la tua presenza è storica: è la seconda volta che partecipi alla preparazione dello stand e supporti le attività in fiera in modo altamente professionale. Cosa ti piace di questo compito? Comprensione reciproca, Diplomazia, Responsabilità e Resistenza allo stress. Ora vorremmo che ci dicessi le tue cinque parole preferite in È un piacere avere avuto per la italiano (mi raccomando: niente seconda volta questo incarico insie- parolacce, per carità!) me agli altri colleghi al KIOGE. Abbiamo cercato di fare del nostro "Amore", "Dogana", "Pronto", "Ciao" meglio. Permettetemi di dire che e ... "Che buono!" questi eventi ci permettono di legare con i colleghi e soprattutto In conclusione vorrei dire che sono con i clienti. In questo modo l’esse- felice di poter lavorare con Bonatti re colleghi si trasforma anche in e ho il piacere di conoscere e collavera amicizia. La fiera è un’ottima borare con persone come Cristian occasione per dare le migliori inBurizzi, Giuseppe Mercaldi, Alessio formazioni sulla nostra società. Atzeni, Aliya Sharipova, Elena Menshikova e tante altre (l’elenco sarebbe troppo lungo per entrare in Con chi hai collaborato durante il questa pagina...). In Bonatti ho KIOGE? trovato un sacco di amici con cui sono sempre in contatto. Una bella squadra si è formata durante la preparazione e durante la La nostra società mi ha dato la fiera: abbiamo cercato di aiutarci a possibilità di visitare l'Italia per la vicenda e tutto è andato bene con prima volta ed ottenere una preAndrea Etzi, Frederic Santelli, ziosa esperienza di lavoro con i Zhanna Kulzhanova e Stefano Belcolleghi della sede centrale di Parletti. ma. Per me lavorare in Bonatti significa Potresti darci solo 4 parole che imparare qualcosa di nuovo ogni descrivano Bonatti e il vostro giorno ed essere contenta di contriPossiamo dire che ormai anche al team? buire al successo dell’azienda. Zhanna Kulzhanova e Aliya Karlibayeva; alle loro spalle, indaffaratissimo, l’instancabile Stefano Belletti. 32 Alcune immagini dal Kazakhstan: sopra, bambini diretti a scuola; sotto i nostri uomini al lavoro a Karabatan. Countries & Works Underway TOG 2010 5th Technology of Oil and Gas Forum Contributor: Giovanni Gorgoglione, Franco Grassi (Emerson), Walid Zlitni La fiera TOG 2010 ha visto la partecipazione di Bonatti insieme ai partner Emerson e CEngineering, con i quali ha dato vita al progetto Oil & Goal. L’iniziativa comune ha destato curiosità negli operatori e un buon riscontro, che lascia intravedere una buona potenzialità per lo sviluppo futuro del progetto. Il commento sui tre giorni alla fiera Tripoli Oil and Gas è sicuramente positivo. Fantastica percentuale di partecipanti, interessati realmente ad interagire con noi, buon feedback e numero di opportunità potenziali. La demo "Cactus" fornita dal partner Emerson simulava il controllo dei sistemi e delle strumentazioni per centralizzare, raccogliere e trattare i dati al fine di programmare le azioni corrette in ottica di maintenace: una bella attrattiva per le persone che sono passate dal nostro stand. Ettore Pirrone di Emerson ha fatto un lavoro davvero instancabile per ricevere tutti i visitatori in modo professionale spiegando a tutti la potenzialità elevata del sistema. Il formaggio parmigiano che abbiamo offerto all’interno dello stand ha stimolato la curiosità dei visitatori tanto che alcuni di loro hanno ripetuto l’assaggio più e più volte! Abbiamo avuto un numero incredibile di richieste di informazioni e assistenza: dai semplici visitatori curiosi di conoscere la realtà O & Goal ai molti che già conoscevano Emerson e Bonatti, che hanno chiesto informazioni su progetti specifici. Abbiamo registrato la presenza massiccia di Oil Company come Zueitina Oil Company, Arabian Gulf Oil Company, National Oil Company Libya, Waha Oil Company, Sirte Oil Company e molte altre. Per quanto riguarda l’argomento formazione, che è parte integran- te del progetto O & Goal, le richieste sono state numerose: c’è, infatti, una carenza reale di questo servizio in Libia, così la maggior parte delle aziende con questo tipo di esigenza sono costrette a rivolgersi all'estero per questo Alcune immagini dello stand Oil & Goal al TOG 2010: in alto Giovanni Gorgoglione; sotto il personale dei partner Emerson e CEngineering nelle fasi preliminari della fiera. 34 Countries & Works Underway tipo di servizio. Bisogna notare che non ci sono molte società e imprese in Libia in grado di fornire formazione come O & GOAL. A questo proposito abbiamo ricevuto richieste per effettuare una visita diretta al dipartimento di formazione Agoco, Zueitina e Sirte Oil Company, per fornire una presentazione per sul nostro programma di formazione. Il risultato fa pensare che se vorremo che O & Goal prenda piede veramente in Libia un sarà necessario che questo progetto si trasformi in una vera e propria società libica, con licenza di fornire manutenzione servizi e formazione come previsto fin dall'inizio. Oil & Goal è un’iniziativa nata dalla partnership tra Bonatti, Emerson e CEngineering. L’obiettivo è avvicinarsi alle esigenze dei clienti del settore Oil & Gas offrendo servizi di maintenance che sviluppano le caratteristiche delle tre società, per assicurare loro un vantaggio competitivo sostenibile e ridurre i costi operativi a lungo termine nelle installazioni libiche. Il principale commitment di Oil & Goal è lo sviluppo del local content trasferendo il know-how agli ingegneri e operatori libici. Il rischio è, infatti, che i potenziali clienti restino disorientati, non riponendo la giusta fiducia in un'alleanza per ora senza valore giuridico. Ancora immagini dello stand. Possiamo notare l’affluenza e l’interesse per il Parmigiano-Reggiano; sopra: le dimostrazioni con il “cactus”. 35 Countries & Works Underway STU Stazione: l’Università entra in cantiere Contributor: Filippo Bucci Prosegue lo scambio tra la Business Unit Infrastrutture e la facoltà di Ingegneria dell’Università di Parma: dai seminari in Facoltà tenuti dai nostri ingegneri, fino alle visite degli studenti ai cantieri. Raccontiamo le fasi principali di questo rapporto e abbiamo intervistato il Prof. Felice Giuliani, docente di “Ingegneria delle Infrastrutture Viarie e dei Trasporti", che questa estate ha accompagnato gli studenti del corso di laurea magistrale di Ingegneria Civile a visitatare i lavori alla Stazione di Parma. Seminari La Business Unit Infrastrutture ha, negli anni recenti, tenuto due seminari presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Parma. Il primo, tenutosi nel 2007, nel contesto dell’Insegnamento di “Progettazione Avanzata di Infrastrutture Viarie” (Corso di Laurea Specialistica in Ingegneria Civile), ha riguardato la realizzazione del Ponte sul Fiume Taro, sul Nuovo Asse Cispadano SS. 62 di competenza ANAS. Il secondo, tenutosi nel 2010, come parte dell'Insegnamento di "Ingegneria delle Infrastrutture Viarie e dei Trasporti" (Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Civile) ha invece trattato i lavori in corso a Parma del Progetto di Riqualificazione Urbana Stazione FS- Ex Esso, per il cliente STU Areastazione. In entrambi i casi, i seminari in aula della durata di due ore ciascuno, hanno consentito ai rappresentanti della Bonatti SpA, di esporre le linee generali che guidano la concezione di un progetto calato in un determinato contesto territoriale, fino alla sua completa progettazione, pianificazione ed esecuzione nei minimi dettagli. Particolare rilievo è stato dato al tema della gestione della Commessa di Costruzioni, come risul- tato di un insieme di azioni fortemente integrate, finalizzate al controllo anticipato del processo produttivo e della verifica degli obbiettivi temporali ed economici, allo scambio di informazioni all’interno del team di progetto ed alla volontà di lavorare in squadra, come fattore professionale determinante e peculiare della Bonatti SpA. Si è creata così una situazione di scambio tra l’Impresa e gli alunni, i quali hanno dato seguito alla loro curiosità con numerose domande ed interventi, che hanno consentito di mettere in luce la Bonatti come un importante punto di riferimento lavorativo e formativo. Il plastico che mostra il progetto: la piazza antistante la stazione di Parma. 36 Countries & Works Underway Nella foto la stazione di Parma vista dal lato nord. Visita in cantiere Questa estate, in seguito al seminario del 2010, gli alunni dell’Università di Parma guidati dal Prof. Felice Giuliani, si sono recati in visita presso il cantiere della STU Stazione FS. Il personale della Commessa Stazione scarl si è così organizzato per accogliere circa 70 alunni. La visita, della durata di due ore, si è articolata su un percorso tracciato su una planimetria, sulla quale sono stati indicati anche i vari punti di sosta ed osservazione. La numerosa partecipazione ha richiesto la formazione di due gruppi che hanno percorso l’itinerario in senso alternato, guidati ciascuno da: un rappresentante della Direzione di Cantiere, da uno della Progettazione ed uno del Servizio Sicurezza e Prevenzione. In ogni punto di osservazione, i gruppi hanno preso visione dei lavori descritti dai rappresentanti del Cantiere, e fatto domande e foto sulle lavorazioni specifiche: dagli scavi e diaframmi in c.a. in zona nord, alle fasi di lavoro ed interferenze in zona Sud (Piazzale dalla Chiesa), dalle delicate opere fondazionali e murarie della palazzina Viaggiatori, alle com- plesse attività di installazione della copertura metallica dei binari e di edilizia sempre in zona Nord. Particolare curiosità hanno destato le lavorazioni più peculiari di tipo geotecnico, come il Jetgrouting e le tirantature di tipo attivo, e strutturale, come il complesso sistema di ponteggi utilizzati per i getti degli edifici, oppure il sistema di controventi provvisionali a sostegno del Fabbricato Viaggiatori. Anche le tematiche più generali sono state oggetto di dibattimento, come quella dell’impatto dei lavori sul contesto urbano circostante e la gestione contemporanea di tutti gli aspetti associati (rumore , vibrazioni, traffico, smaltimento dei materiali di risulta ecc..). L’occasione è stata preziosa per Bonatti, per presentarsi alle future leve del mondo delle Costruzioni, con orgoglio, professionalità e con la convinzione di rappresentare un punto di riferimento nel campo delle costruzioni di opere civili caratterizzate da un elevato grado di complessità. 37 Il progetto di rivalutazione di questa vasta area circostante la stazione, che è in fase di realizzazione da Bonatti, raggiungerà i 20.000 mq. È stato chiamato “ParmaOltre”, per rievocare l’idea di un nuovo centro organico della città, intensamente collegato con il nucleo antico. ParmaOltre è stata progettata dagli architetti spagnoli di MBM Arquitectes: si tratta dello studio che ha progettato la rinascita di Barcellona. Bonatti sta costruendo una piazza grande quanto un campo da calcio e sarà circondata da quattro edifici: un grande albergo (quattro stelle della catena spagnola NH), molti spazi per uffici Open space da attrezzare come vorrà chi li utilizzerà, una sessantina di appartamenti delle più svariate dimensioni e la rete dei negozi di servizio. “Quando abbiamo deciso di partecipare alla gara per la realizzazione del progetto bandita dal Comune”, ci confida l’ing. Ezio Pellegrini, storico esperto di Project Financing per Bonatti “siamo stati affascinati dalla possibilità di recuperare una parte della città abbandonata, ma importante per la sua posizione strategica: ora si tratta di renderla viva e vitale. Abbiamo iniziato portando il miglior operatore alberghiero d’Europa, che offrirà anche sale riunioni, catering e servizi vari agli uffici di ParmaOltre e stiamo proseguendo con la selezione dei negozi che caratterizzeranno il piano terra degli edifici. Vorrei fare notare infine”, prosegue Pellegrini, “che l’attività immobiliare è il motore economicofinanziario dell’intera iniziativa: quest’ultima non si sviluppa con soldi della committenza ma, in gran parte, mediante finanziamento di Bonatti e Di Vincenzo e così sarà, sempre di più, anche per altre iniziative nel futuro”. Per ammirarne le immagini, visitate il sito www.parmaoltre.it Ancora immagini dei lavori in corso al cantiere: il traffico ferroviario non si è mai interrotto dall’inizio dei lavori e l’utilizzabilità dei binari è garantita da Bonatti alle Ferrovie dello Stato per tutta la durata della realizzazione del progetto. Countries & Works Underway Il professore Felice Giuliani, docente del Dipartimento di Ingegneria Civile, dell’Ambiente, del Territorio e Architettura ha risposto con piacere alla nostra intervista e, grazie a questo intervento, possiamo apprezzare il valore di questa collaborazione anche dal punto di vista accademico. I vostri studenti sono venuti in visita al nostro cantiere STU Stazione di Parma: quali sono le caratteristiche dell’insegnamento in cui si inquadra questa occasione “sul campo”? del Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Civile. L'insegnamento di "Ingegneria delle Infrastrutture Viarie e dei Trasporti" è un corso obbligatorio che permette agli Allievi Ingegneri di comprendere ed analizzare le problematiche della Gli studenti in visita sono Ingegneri progettazione e della conduzione che hanno già completato il percor- di cantieri di grandi opere. Nel so triennale di studi e che stanno settore delle infrastrutture di traconcludendo il successivo biennio sporto la figura professionale deve possedere una visione ampia delle problematiche di impianto, organizzazione e coordinamento di lavorazioni complesse, con la massima lucidità nella definizione dei tempi e degli oneri. Credo che la realtà STU stazione di Parma-Bonatti sia senz'altro emblematica. Era una occasione unica che non volevo sfuggisse proprio agli studenti di Parma. In alto: una veduta aerea della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Parma. Sotto: i ragazzi in visita al cantiere STU Stazione di Parma. 39 Countries & Works Underway Quali sono gli aspetti principali su cui vi siete focalizzati durante la visita con i ragazzi? L'organizzazione Bonatti, per tramite degli Ingegneri Carassini e Bucci, non ci ha permesso di trascurare nessun aspetto del progetto e del progresso delle lavorazioni in corso. Dalle opere di sostegno, agli allestimenti per la realizzazione dei sottopassi, alle attività edilizie, tutto ha destato interesse. Notevole è risultata l'attenzione alle opere di by-pass della sovrastruttura ferroviaria senza interruzione dell'esercizio. Questa visita non è il vostro primo incontro con il mondo Bonatti, perché ci sono state visite ad altri cantieri e contributi in aula dell’Ing. Carassini e dei suoi uomini: come vi trovate lei e i suoi colleghi a collaborare con i nostri ingegneri? No, non è stato il primo incontro, e non credo si sia trattato dell'ultimo. Ritengo che questo tipo di collaborazioni siano alimentate dall'entusiasmo nel trasferire le conoscenze senza inutili autocelebrazioni. La Bonatti si è presentata agli Allievi Ingegneri sempre con lo spirito di comunicare e trasmettere le proprie esperienze, con efficacia didattica ed attenzione agli aspetti tecnici concretamente formativi. Università e grande Impresa, ognuno col proprio ruolo e con molto rispetto reciproco. Cosa ci può dire da accademico del nostro cantiere STU e più in generale di questo importante progetto? Il progetto è nato ambizioso per diversi aspetti. Sotto la matita di Oriol Bohigas vi erano molto pro- babilmente diverse problematiche sfuggite allo stesso grande architetto. Il cantiere STU, per tempi di realizzazione, ubicazione, interferenze e vincoli, può a ragione essere additato come esempio di come l'Impresa sia chiamata a spendersi per il coordinamento di numerose attività con l'attenzione e la precisione di un orefice. Credo che la fasatura delle lavorazioni, invisibili all'utenza ed alla cittadinanza, sull'asse ferroviario più importante di Italia, sia un risultato di non poco conto. Un’altra veduta del cantiere; sopra i ragazzi si muovono all’interno della zona dei lavori accompagnati dal personale Bonatti. 40 Countries & Works Underway Quali competenze punta a dare in particolare il percorso di studi di ingegneria civile della vostra facoltà? mente timoroso verso il mercato del lavoro. Sebbene vi siano non poche difficoltà dettate da dinamiche economiche a volte indecifrabili, ritengo che ci siano spazi non La Facoltà di Ingegneria dell'Unisolo per l'ingresso nell'attività proversità di Parma ha formato ormai fessionale ma anche per farlo con il numerosissimi tecnici che da anni giusto entusiasmo, portando idee rivestono con autorevolezza ruoli di ed energie nuove. responsabilità nelle Imprese e nelle Amministrazioni o che sono risultati apprezzati professionisti. Anche Bonatti punta moltissimo sui gioper il significativo impulso rappre- vani ingegneri preparati, sulla sentato dalle attività della costru- loro freschezza e sul loro entuzione della linea alta velocità e siasmo: a suo avviso quali sono i dallo sviluppo delle rete stradale a punti di forza e di debolezza dellivello interregionale, gli ingegneri la preparazione che dà l’univercivili di Parma hanno avuto modo di sità italiana? spendere al meglio le conoscenze nel settore delle infrastrutture Negli ultimi anni il Paese ha assistiviarie, con competenze specifiche to ad una notevole trasformazioni nel campo delle costruzioni strada- delle professioni e l'Ingegnere è, in li, ferroviarie ed aeroportuali. tal senso, uno degli esempi più evidenti. Dalla figura classica del libero professionista o dell'IngegneQuali sono le aspettative di un re tuttologo si è passati, forse sbagiovane laureato che esce dalla gliando, alla ricerca di figure estrevostra facoltà? mamente specializzate pensate per essere collocate all'interno di sisteRimprovero ai miei Allievi migliori mi di analisi in posizioni ben precidi porsi spesso in modo eccessivase ma di visioni d'insieme limitate. A mio avviso, nel prossimo futuro, assisteremo al compimento di un percorso nuovo, che formi e rivaluti la figura di Ingegnere che sia in grado di comprendere con coscienza la complessità di un progetto, e di accompagnare, col suo specifico contributo, la realizzazione di opere nelle quali sia comunque riconoscibile il proprio apporto. L'Università Italiana credo possa puntare ancora, a scapito di esasperate specializzazioni, a porre basi solide per formare Ingegneri preparati e culturalmente versatili. Una curiosità, visto che ci conosce bene: com’è Bonatti dal suo punto di vista? Ho visto la Bonatti attraverso chi ci lavora, da Parma al Kazakhstan, dalla Cispadana alla Spagna. Non è retorica, credo di avere di fronte una realtà che fonda il proprio rispetto sull'impegno e sul lavoro. I miei Allievi testimoniano per me la soddisfazione di essere "Ingegneri in Bonatti"....si dice così? Foto di gruppo al termine della visita insieme al Docente e agli uomini Bonatti. 41 People In Germania con la massima affidabilità Intervista con Arnold Diethelm, Bonatti Deutschland Country Representative Ci puoi dire qualcosa della tua carriera professionale prima di approdare in Bonatti? Lavoro da trent’anni nella progettazione e nella costruzione di progetti internazionali e di impianti industriali. Ho trascorso oltre dieci anni nel campo degli impianti chimici (poliestere, filatura della gomma, ecc.) e negli ultimi dieci anni sono attivo nel settore usptream dell’oil & gas (pipeline, ecc.) in tutto il mondo. Perché hai scelto questa professione e che cosa ti permette di dare sempre il massimo nel lavoro? Ho iniziato a concentrarmi in questo campo di attività perché è molto interessante e ricco di momenti importanti. È una miscela di lavoro di ufficio e di lavoro in cantiere. Mi piace in particolare il contatto con i clienti, le imprese e con il personale al lavoro sui progetti: è davvero emozionante. Si possono incontrare un sacco di persone di diverse nazionalità e, di conseguenza, entrare a contatto con culture e costumi diversi. Ogni progetto o riunione o interazione con controparti diverse rappresenta una sfida e un trasferimento di conoscenze. Cosa sapevi di Bonatti, prima di iniziare a lavorare con noi? Nel settore oil & gas si ha sempre un po’ di informazioni sui progetti e sulle aziende che li eseguono. Sono voci e informazioni che si trasmettono tra colleghi e amici. Pertanto, da molti anni ho un po’ di conoscenza di base in merito a Bonatti. Prima di cominciare a lavorare per Bonatti, ero con Wintershall nel deserto libico e, grazie alla posizione che rivestivo, avevo diversi contatti con il personale della nostra azienda, anche con frequenza quotidiana. Cosa ti piace di più nel lavorare con Bonatti? La mia impressione sulla cultura aziendale di Bonatti è che la soddisfazione del cliente abbia sempre la priorità: in Germania diciamo "il cliente è re". Questo significa dare la priorità all'esecuzione dei lavori di costruzione in modo sicuro e con l’obiettivo di adempiere al contratto con un’alta qualità e tempi di consegna rispettati. Il personale è molto professionale e fa di tutto per dare il meglio ogni giorno, affrontando in cantiere le avversità climatiche di luoghi e ambienti diversi. Una veduta di Berlino. 42 Cosa pensi del tuo Paese, la Germania? Come potresti descrivere il tuo Paese ai colleghi che l’hanno mai visitato? Quali pensi siano i punti in comune tra il modo tedesco di pensare e quello italiano? Sono da sempre in viaggio in giro per il mondo e ho avuto modo di conoscere culture diverse: per me oggi la Germania ha molte sfaccettature. Naturalmente, conoscere la Germania comporta due approcci diversi: dipende se la si vive per lavoro oppure no. Io suggerirei a chi non la conosce di visitarla. Penso che sia molto difficile spiegare la cultura di un paese in poche frasi. Inoltre, dipende in quale parte della Germania vogliamo esaminare. Riguardo agli elementi comuni tra Germania ed Italia, credo che valga in larga parte il discorso di prima. Credo che questa domanda People sarebbe più adatta per i lavoratori italiani di Bonatti (Nemo Propheta in Patria…), che operano attualmente in Germania per il progetto OPAL: anch’io forse potrò imparare molto dalla loro risposta! Quanto credi possa essere importante per Bonatti la possibilità di irrobustire le proprie radici in Germania? Il mercato tedesco, ed in particolare nel settore dell’Oil & Gas, sarà molto importante per l’azienda, grazie alla sua posizione geografica nell’Europa centrale. Gli idrocarburi provengono da Est ma i principali consumatori sono ancora in Europa occidentale. Pertanto la Germania sarà sempre un centro strategico e un Paese di transito, che significa che la maggior parte dei gasdotti attraverserà la Germania o la vedrà comunque connessa ad una rete esistente per assicurare l'approvvigionamento di gas. Tutto sommato, penso che sia di grande importanza il tentativo di rafforzare le radici in Germania: tutti i clienti e le aziende devono essere consapevoli della presenza di Bonatti sul mercato tedesco e del suo interesse a collaborare e a lavorare come un’impresa affidabile. Qual è il tuo lavoro principale? Come accennato in precedenza, quello tedesco è un mercato molto importante. Vedo il mio ruolo principale nello stabilire la relazione tra Bonatti e i potenziali clienti futuri. Poi vorrei proseguire ed approfondire il rapporto di collaborazione tra Bonatti e gli attuali clienti, al fine di garantire loro piena soddisfazione. Un'altra parte del mio lavoro è rappresentata dalla raccolta di informazioni sui futuri investimenti e progetti: ciò permetterà che Bonatti venga sempre considerata per gare e quotazioni. Inoltre, i possibili clienti devono essere consapevoli che l'ufficio in Germania farà da “link” per i progetti da realizzare anche in altri paesi dove Bonatti opera. Saremo il punto di contatto per le aziende con sede in Germania impegnate in progetti in altri paesi come, ad esempio, in Nord Africa e negli Emirati. Quali sono le difficoltà di questo lavoro? Dopo molto tempo trascorso in paesi stranieri i contatti con le imprese e la politica vanno rinnovati e rinforzati. Inoltre, le informazioni sui progetti futuri e le probabilità di realizzazione devono essere analizzate e valutate continuamente. Che prospettive vedi? Sono certo e fiducioso che con il sostegno del management Bonatti avremo l’opportunità di fare diventare Bonatti-Germany una società molto conosciuta e rispettata in questa parte d'Europa. Io farò sicuramente del mio meglio. Una mappa dei principali sistemi di trasporto idrocarburi dell’area Eurasiatica. 43 People La formazione e lo sviluppo in Bonatti: due anni di esperienze Contributor: Paolo Umidon Vorrei iniziare con le parole che aprirono il primo articolo apparso sul n° 2 del Bullettin del 2008 del collega e amico Cassi, in cui si incominciava così a parlare di formazione e di sviluppo in Bonatti: “Il business, lo sviluppo, la persona. Tre parole chiave che racchiudono gli stimoli formativi che, in una logica di sempre maggiore ascolto alle esigenze che nascono dal business, dalle professionalità e dalle persone, possono alimentare itinerari di crescita e di apprendimento”. Sono passati 2 anni e mezzo da allora e un po’ di strada insieme l’abbiamo fatta. La Formazione Istituzionale, finalizzata ad accogliere ed accompagnare il neo-inserito nell’ articolato mondo Bonatti, costituisce ormai un percorso consolidato, che segna i primi anni di vita aziendale del giovane. Essa, infatti, parte dall’approfondita presentazione della Società, attraverso la parola dei diretti protagonisti che dirigono i diversi settori di attività, e, transitando dalla conoscenza dell’azienda come soggetto che opera nei mercati internazionali, dotandosi di forme organizzative e modalità strategiche coerenti con i suoi obiettivi, arriva a far riflettere l’individuo sulla propria efficacia personale nelle diverse situazioni aziendali, nell’ottica di una mag- giore consapevolezza e possibilità concreta di miglioramento delle proprie competenze comportamentali. I numeri parlano chiaramente: 13 edizioni del Modulo 1 “Introduzione alla cultura d’Impresa”, 7 edizione del Modulo 2 “Impresa e cultura di mercato”, 10 edizioni del Modulo 3 “Strumenti per l’auto sviluppo”, iniziative che hanno visto coinvolti oltre 290 partecipanti, per un totale di 9500 ore erogate. Grazie a questa esperienza di successo, abbiamo ulteriormente sofisticato ed esteso il processo di inserimento e di crescita in una diversa mansione, attraverso la progettazione, realizzazione e monitoraggio (valutazione e verifica dell’apprendimento) di piani di affiancamento personalizzati, per quei ruoli di particolare criticità o per i quali risulta insufficiente ed inadeguato il solo “ascolta ed impara”, sulla base delle competenze core e di supporto necessarie per un rapido impiego operativo. Abbiamo dato maggiore sistematicità e forma a dei percorsi di apprendimento maggiormente orientati ai diversi filoni professionali quali la Sicurezza, l’Ambiente, il Commerciale e la Contrattualistica, il Project management. Nella pagina: colleghi impegnati in attività di formazione a Karabatan. Al termine dei corsi è stato rilasciato loro un attestato di partecipazione. 44 People Una fase di uno dei corsi di formazione in sede. Contemporaneamente abbiamo proposto alcuni workshop di analisi ed approfondimento in aula ai responsabili per farli riflettere e lavorare concretamente sul proprio stile comportamentale e di gestione e conduzione delle risorse umane (es, Gestione e valutazione Risorse umane suddiviso in 4 moduli di ½ giornata, Team building) ed iniziato ad aprire il confronto interno e l’apprendimento sul tema dell’interculturalità (Introduzione alla cultura giapponese), problematica di grande impatto rispetto ai nostri scenari di azione. Proprio parlando di scenari internazionali, mi voglio permettere di enfatizzare un altro importante passo che è stato fatto dallo scorso autunno e che ha iniziato a diventare operativo all’inizio del 2010, per concludersi entro dicembre: il Progetto di Training and Development in Kazakhstan – Karabatan, rivolto alle risorse locali. Questo progetto ha visto coinvolte oltre 30 risorse (worker e staff, dopo una severa selezione iniziale), attraverso un lungo percorso di fidelizzazione all’azienda, acquisizione dei basic comportamentali e della lingua inglese, dei corsi specifici per rinforzare le competenze tecnicospecialistiche proprie del ruolo ed un lungo periodo di affiancamento durante l’attività lavorativa con il diretto responsabile per migliorare la propria performance ed efficacia operativa. Il progetto segna una svolta ed indica una nuova frontiera futura per processi di apprendimento e sviluppo in Bonatti sempre più indirizzati a coloro che vivono e lavorano con noi nei Paesi in cui siamo presenti: la sfida, cioè, è rendere concreto e tangibile il concetto di localizzazione anche attraverso la crescita ed il consolidamento delle competenze e delle esperienze dei colleghi kazaki, algerini, libici, etc. Durante questi due anni abbiamo lavorato per mettere a punto e rendere strumento di gestione e di sviluppo, un sistema condiviso ed oggettivo di valutazione della performance annuale delle risorse di staff (nel primo semestre del 2010, sono state valutate oltre 500 persone worldwide riguardo alla loro prestazione 2009), per misurare il loro contributo professionale attraverso la declinazione delle attività e dei compiti svolti nella copertura del ruolo, nonché il livello di presenza delle capacità e competenze comportamentali necessarie per svolgerlo al meglio. Abbiamo anche iniziato recentemente un percorso con alcune risorse ed i loro responsabili per trasformare la valutazione da “semplice compilazione di una scheda”, ad un processo vitale e continuo, che entri a far parte del “normale strumentario del capo”, attraverso la restituzione al valutato dei risultati, nell’ottica della 45 definizione condivisa di un piano annuale di miglioramento e consolidamento delle competenze e dei risultati. Il tema dello sviluppo e dell’analisi delle potenzialità si sta concretizzando attraverso un articolato percorso di confronto e di monitoraggio che coinvolge oggi oltre 100 risorse. Si tratta di colloqui di approfondimento, analisi delle caratteristiche e della motivazione con le risorse, confronto e raccolta di ulteriori informazioni ed indicazioni con il responsabile, predisposizione di piani di verifica e sviluppo delle competenze nel ruolo, riverifica dopo 10-14 mesi per conferma, modifica, etc. Questo scenario, che ha rappresentato, seppur con fatica e con qualche resistenza, una significativa modifica del ruolo delle Human Resources in Bonatti, fa emergere con sempre maggiore nitidezza un filo rosso che ci dà indicazioni precise. Partendo proprio dalle tre parole citate all’inizio - business, sviluppo, persone - dal loro sempre più stretto legame e grazie anche ai processi di apprendimento, di sviluppo e di valorizzazione, si evidenzia la direzione verso cui concentrare il nostro impegno per affrontare le sfide che il contesto esterno quotidianamente ci offre, incitando i nostri colleghi ad affrontarle insieme con maggiore solidità, competenza e motivazione. People Entriamo in sala controllo al fianco del cliente Intervista con Fabio Mazzoli, responsabile BU Automation & Electrical Solutions Da giugno in Bonatti c’è una nuova Business Unit: Automation & Electrical Solutions, affidata a Fabio Mazzoli. Qual è il motivo di questa scelta per l’azienda? Il primo obiettivo è senz’altro acquisire nuovi progetti in un ambito a noi noto e identificabile con l’area di business di Carlo Gavazzi Impianti. Proprio attraverso la nostra controllata Carlo Gavazzi Impianti possiamo, infatti, contare su esperienza e capacità di alto livello da declinare secondo il modello di business di Bonatti, che è focalizzato sui Paesi dove operiamo e siamo presenti stabilmente con la nostra organizzazione. Il controllo fornito dalla nostre filiali sui singoli mercati consente facilmente di capire come molte aree di attività siano riferibili a Carlo Gavazzi Impianti: questa situazione può divenire “concreta” solo se le branch possono effettivamente implementare questo tipo di business. La nuova BU Automation & Electrical Solutions è un centro di profitto a tutti gli effetti, che, per essere competitivo, non ha necessità di creare in Bonatti una replica di Carlo Gavazzi Impianti: questo è il motivo per cui questo nuovo ramo d’azienda è interamente sviluppato attraverso la struttura di CGI a Marcallo, ma nel contempo resta strettamente collegato all’orientamento strategico e commerciale della capogruppo Bonatti. Il rischio che Carlo Gavazzi Impianti perda identità è in pratica azzerato dal fatto che il business tipico di Marcallo proseguendo nel suo percorso rimarrà del tutto intatto: non intaccato, ma potenziato da questa nuova operazione. Oggi Carlo Gavazzi Impianti è, infatti, altamente preparata ad affrontare il ruolo di Contractor, ma non è integrata nella ricerca di business nelle realtà locali, in particolare laddove Bonatti è già radicata. Se si osserva, invece, questo tipo di business dalla prospettiva di Bonatti si scopre che l’azienda capogruppo opera in veste di mero fornitore, tralasciando l’opportunità di approfondire l’affinità dell’area automation con la specialità di Operation & Maintenance. Questa situazione lascia intravedere la chiara opportunità di accedere a lavori di manutenzione dei sistemi di controllo sia di processo che elettrici. In definitiva , possiamo “entrare in casa del cliente”. Esempio di sistemi di supervisione e controllo ( DCS); sopra: Fabio Mazzoli, nuovo responsabile della BU Electrical & Automation Solutions. 46 People Una grande sala controllo. Dalle nostre analisi è emerso che, in questo campo, la capacità di eseguire lavori di construction può essere alla portata di molti, ma che, viceversa, entrare all’interno della sala di controllo degli impianti significa avere un knowhow specifico. Siamo consapevoli di averlo già e vogliamo che diventi uno dei punti di forza del gruppo Bonatti. scelta è il fatto che, dopo un’esperienza di respiro internazionale, ero tornato ad operare prevalentemente in un contesto di mercato nazionale. Con Bonatti posso finalmente tornare ad occuparmi di mercati esteri con clienti di livello internazionale. Lei viene da esperienze importanti prima di approdare in Bonatti. Come mai ha fatto questa nuova scelta professionale? Oggi che sono dentro mi accorgo ogni giorno di più che conoscevo veramente poco di Bonatti. Devo confessare, però, che quando ho ricevuto la proposta di entrare a far parte di questo team si sono aperti scenari che mi hanno dato la vera consapevolezza dell’azienda, della sfida da raccogliere e della complessità che è propria del DNA della nostra organizzazione. Arrivo dall’automation, dal settore impiantistico e dalle forniture. Mi muovo in questo ambito da più di 25 anni e ho fatto questa scelta perché sono convinto che qui in Bonatti si possa arrivare a operare nel settore ad alto livello, con progetti di grandi dimensioni: penso, ad esempio, a commesse di total revamping, non solo come contractor, ma affiancando il cliente al punto da arrivare al cuore del sistema. Ciò che più mi ha spinto nella Cosa conosceva di Bonatti vista da fuori? Com’è trovarsi qui con noi? Il primo impatto è molto buono e mi trovo bene. A Parma vedo una possibilità di fare che si identifica con la cre- 47 scita dell’ultimo quinquennio. Si avverte un elevato livello di adrenalina e una palpabile tensione verso le cose nuove. Gavazzi è in una fase che definirei esplorativa e cauta verso questa nuova operazione, ma si percepisce in modo evidente come l’azienda sia molto stimolata e attenta a rientrare prepotentemente nel settore Oil & Gas, che può rappresentare un’interessante evoluzione dopo gli ultimi anni dedicati soprattutto a infrastrutture, energia e rinnovabile. Bonatti possiede Carlo Gavazzi Impianti dal 2006, un’azienda che conserva il suo percorso peculiare. Qual è, a suo avviso, il potenziale di questa realtà? È ancora un po’ presto per dare una riposta a questa domanda ma posso confermare che Carlo Gavazzi Impianti ha come punto di forza un elevato livello di preparazione tecnico-gestionale che è difficilmente riscontrabile in altre realtà italiane. People Credo che questo sia dovuto a molteplici aspetti tra cui il basso turnover di personale , al mix corretto tra senior e junior , al tipo di commesse eseguite. C’è una grande conoscenza tecnica acquisita, ma anche una situazione che definirei “poco rock”; vedo, insomma, un potenziale elevato, ma lievemente statico: è come essere al volante di una Ferrari e non avere la convinzione di poter correre a Monza. Da oggi partiamo invece con iniezioni di iniziative fresche in grado di stimolare in profondità l’ambiente e sono sicuro che a Monza ci correremo ben presto. Quali sono i punti-cardine per un’efficace sinergia tra Bonatti e Carlo Gavazzi Impianti, capace di creare un effettivo sviluppo del business nel settore automazione? Al momento le altre linee di business di Bonatti vedono il settore dell’automation come una mera fornitura indifferenziata, che potrebbe essere più o meno simile a una fornitura di cavi o di strutture. Oggi, però, non è più sufficiente: deve essere vista come elemento di profitto futuro, come valore aggiunto al cliente. Vorrei riprendere un’espressione che esemplifica il concetto alla base della sfida che abbiamo di fronte: “dobbiamo entrare in casa del cliente”. Con l’automazione diventeremo “collegati” al cliente e questo ci permetterà di capire le sue esigenze e i suoi percorsi, anticipando quasi i suoi bisogni per creare rapporti Bonatticliente di lungo periodo. Siamo in periodo di KIOGE, la fiera Oil & Gas più importante dell’Asia Centrale, e su Gavazzi Impianti Kazakhstan è riposta la massima attenzione. Quali sono gli obiettivi su questo brand, nato dall’unione tra il nome Gavazzi e l’esperienza Bonatti nel Paese? zako e ha come primo obiettivo quello di consolidarsi nel tessuto locale, appunto, come società capace di sviluppare ingegneria e servizi di management di base e di dettaglio di tipo elettrostrumentale. Questo ci permetterà di fornire in anticipo al nostro Gruppo le necessità di realizzazione nel Paese, diventando il nostro “termometro” del mercato kazako anche per le atre Business Unit. Gavazzi Impianti Kazakhstan, creata per dare un servizio di ingegneria e management, sta operando su uno dei più grandi progetti di Bonatti nel Paese ka- La sede di Carlo Gavazzi Impianti a Marcallo con Casone; in alto l’entrata della filiale Bonatti di Atyrau (Kazakhstan), sede di Gavazzi Impianti Kazakhstan; sotto i marchi di Carlo Gavazzi Impianti e il nuovo logo di Gavazzi Impianti Kazakhstan. 48 Bonatti SpA Corporate Bulletin 2010 - n. 2 - Giu / Ott Coordinamento editoriale Matteo Patera Frédéric Santelli Si ringraziano per la preziosa collaborazione Matteo Benincasa Filippo Bucci Roy Collins Oliviero Corvi Arnold Diethelm Andrea Etzi Marco Garbusi Mario Gioia Prof. Felice Giuliani (Università degli Studi di Parma) Giovanni Gorgoglione Franco Grassi (Emerson) Aliya Karlibayeva Manfred Klingelhöfer Andrea Manzoni Fabio Mazzoli Alessandro Merli Ezio Pellegrini Luca Princivalli Conti Stefano Protogene Ilario Pulcini Claudio Sanzo Norberto Tisacchi Paolo Umidon Walid Zlitni Tutti i diritti riservati © 2010 Bonatti S.p.A. - Sede legale: Via Nobel 2/a – 43122 Parma, Italia. Capitale Sociale € 28.813.403,88 interamente versato - Iscrizione Registro Imprese di Parma numero 02188130153 - R.E.A. 130274 - Codice Fiscale 02188130153 - Partita IVA IT00765080346 Società soggetta a direzione e coordinamento di Bonatti Holding Srl. Il presente Bulletin è riservato ad uso interno. La riproduzione dei materiali contenuti all'interno del Bonatti Corporate Bulletin, con qualsiasi mezzo, non è consentita senza il consenso scritto di Bonatti S.p.A. Tutti i marchi ed i nomi commerciali citati all'interno del Bonatti Corporate Bulletin sono protetti dalla legge sul copyright e sono di proprietà esclusiva delle rispettive aziende detentrici. Il logo ed il nome Bonatti S.p.A appartengono a Bonatti S.p.A., Parma, Italia.
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