POLITICA IMMOBILIARE PAT 9 11 11 l`adige
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POLITICA IMMOBILIARE PAT 9 11 11 l`adige
Trento l'Adige IL CASO Piazza Dante ha in essere 199 contratti di locazione in tutto il Trentino mercoledì 9 novembre 2011 CURIOSITÀ SEMBENOTTI Tra gli affitti più curiosi pagati dalla Provincia c’è quello di una porzione di terreno di 42 metri quadrati nei pressi del rifugio Graffer (nella foto). Alla Sat, proprietaria dell’area, vanno ben 27 euro e 50 centesimi al mese. Per l’autorimessa di 15 metri quadrati nell’ex canonica la Provincia paga al Comune di Spiazzo 19,49 euro al mese, mentre al Comune di Pieve Tesino ne vanno 36,19 per un locale di 22 metri quadrati. «È evidente che negli anni c’è stata una carenza estrema di programmazione da parte della Provincia, perché non si può ridursi a pagare quasi un milione di euro al mese di affitti». Così Marco Sembenotti (nella foto) commenta i dati usciti dalla risposta alla sua interrogazione. «Con i soldi spesi in tutti questi anni per gli affitti la Provincia avrebbe comprato tutti gli immobili che attualmente occupa». 29 Provincia, 10,5 milioni per gli affitti All’Itas oltre 1,2 milioni per nove stabili in città DANIELE BATTISTEL Dieci milioni e mezzo di euro l’anno di affitti da pagare, di cui oltre 800 mila euro alla Trifoglio srl per la vecchia sede della Grundig, provvisoriamente (ma sono trascorsi ormai 24 anni) sede dell’istituto d’arte Vittoria (nella foto a destra) a Trento nord. Non c’era dubbio che fosse Piazza Dante il più grande inquilino di tutto Il singolo canone più oneroso è quello per la sede dell’Istituto d’arte Vittoria a Trento nord: 810 mila euro l’anno il Trentino, ma ora si conoscono nel dettaglio le cifre. Sono ben 199 i contratti d’affitto in essere della Provincia con oltre un centinaio di locatori. Tra i beneficiari degli assegni della Provincia ci sono privati ed enti pubblici, Comuni soprattutto, ma anche - e questa è una cosa piuttosto curiosa - società della Provincia come Trentino trasporti che, oltre ad essere finanziata in toto da Piazza Dante per la gestione del trasporto pubblico, incassa pure quasi 18 mila euro al mese per l’affitto della vecchia sede della Trento Malé in via Secondo da Trento e un magazzino a Castello Tesino. Spulciando nella dozzina di pagine dell’elenco (fornito al consigliere d’opposizione Marco Sembenotti che ne aveva chiesto copia in un’interrogazione ) si scopre che il locatore meglio pagato dalla Provincia è, appunto la Trifoglio srl. Per l’affitto dell’ex sede italiana dell’azienda di televisori tedesca, la Trifoglio srl (tra i cui soci c’è guarda caso l’ex manager Grundig Celso Pasini), Piazza Dante paga 67.591,90 euro al mese. Curiosamente l’affitto - secondo le carte fornite per rispondere all’interrogazione - è scaduto lo scorso 31 ottobre. Visto che la Provincia ha dato mandato alla Patrimonio del Trentino di acquistare a sud del quartiere Michelin un’area di proprietà delle Ferrovie dello Stato dove costruire la nuova scuola (si dice che la progettazione RAVINA sarà affidata allo studio di Renzo Piano), sarebbe curioso conoscere fino a quando è stato proprogato l’affitto. Rendita costante di 65 mila euro al mese anche per la Toxon. La società immobiliare che fa riferimento alla famiglia Lunelli (cantine Ferrari) mette a disposizione della Provincia palazzo Consolati (sede distaccata dell’Università) e una ventina di vani del Condominio Giulia in via Vannetti. Sono invece circa 44 mila gli euro che tutti mesi la Provincia paga all’Arcidiocesi per l’affitto delle palazzine di via Lunelli sede di uffici dell’urbanistica. All’ente Seminario Minore Arcivescovile, invece, va un assegno mensile di 1.328 euro per una serie di locali nel comparto attualmente occupato dal liceo scientifico da Vinci. Di poco superiore ai 40 mila l’incasso della società di Giuseppe Abbasciano per l’affitto della palazzina di via Guardini 75, sede dell’Agenzia del lavoro, mentre all’Edilbeton (a cui il Comune paga circa 1 milione di euro l’anno per la palazzina est del Top Center) vanno 32 mila euro al mese per 2.296 metri quadrati di uffici al quinto, sesto e settimo piano e una cinquantina di posti auto (sempre al Top Center). In generale, comunque, il proprietario di casa con maggiori entrate dalla Provincia è l’Itas Mutua che, per gli uffici di piazza Silvio Pellico, via Manci, via Roma e corso Buonarroti incassa ogni mese oltre 100 mila euro. La rivincita «Due anni fa - ricordava ieri in conferenza stampa Luca Trainotti (Pdl) - la sfida alle primarie del centrosinistra fu vinta da Alessandro Andreatta contro Claudio Bortolotti (sostenuto da Dellai, ndr)». Come tutti sanno vinse largamente il primo, poi votato sindaco. «Ma Andreatta ora non ha un euro per fare investimenti pubblici sulla città - afferma Trainotti mentre Bortolotti, presidente di Patrimonio del Trentino, guida una società con bilanci sempre più gonfi che compra all’Italcementi e alla Michelin per fare scuole e musei. Secondo voi chi comanda effettivamente in città?». LA POLEMICA Politica immobiliare, il Pdl torna all’attacco della giunta «Si compra l’Italcementi, con il S.Chiara a disposizione» «Speculazioni a favore di amici» Assegni mensili oltre i 30 mila euro anche a favore dell’Arcidiocesi, di Lunelli, Abbasciano ed Edilbeton In un anno, dunque, oltre un milione e 200 mila euro. In confronto, sono briciole quelle date alla controllata Itas Vita: circa 11 mila euro al mese per il terzo e il quarto piano di galleria dei Legionari. «A libro paga» della Provincia anche l’impresa di costruzioni Piffer (per gli uffici di viale Verona - via Aosta) e il Poli (per immobili in via Maccani 76), rispettivamente per 17 mila e 19 mila euro al mese. La conferenza stampa dei consiglieri provinciali e comunali del Pdl ieri mattina contro le scelte immobiliari della giunta «Socializzazione del rischio, privatizzazione del profitto». «Speculazioni immobiliari a favore degli amici». «Gestione arrogante del potere». Sono soltanto alcune delle pennellate al vetriolo con cui il Pdl (per l’occasione presente ieri mattina in conferenza stampa con i gruppi consiliari in Provincia e in Comune) ha descritto la politica immobiliare di Piazza Dante. Dopo i giornali e dopo i sindacati anche il maggior gruppo d’opposizione in città e in provincia prende posizione contro il progetto da quasi 110 milioni di euro per la compravendita di uffici nel capoluogo. Lo fa per contestare un piano che - secondo il capogruppo Walter Viola - non ha un minimo di razionalità. Viola cita tre casi: l’esproprio a suon di miliardi di lire del comparto all’angolo di via Romagnosi e via Vannetti per farne uffici provinciali e ora abbandonato a semplice parcheggio per i dipendenti; l’acquisto di «terza mano» (e a prezzo quasi raddoppiato) dell’area ex Italcementi; l’indecisione sul futuro dell’attuale ospedale Santa Chiara. «Di quello stabile, che si potrebbe abbastanza facilmente adattare per uffici - accusa Viola - ancora non si conosce la destinazione, nonostante a giorni venga pubblicato il bando per il nuovo ospedale (pronto per il 2017, ndr). Nel frattempo, però, la Provincia compera all’ex Italcementi». Qualcosa non torna, secondo Viola. Andrea Merler, vicecapogruppo Pdl in Comune, ne dà la sua spiegazione: «Con si soldi dei trentini si preferisce realizzare delle speculazioni immobiliari a favore di pochi, di imprenditori amici». Rodolfo Borga, invece, calca la mano sull’operazione Italcementi, mettendo in risalto come, a suo dire, si siano piegate le ragioni dell’urbanistica agli interessi immobiliari dei privati (in questo caso la Cooperazione), decidendo di spostare le scuole da via Brigata Acqui a Piedicastello. Pino Morandini e Giorgio Leonardi, invece, sottolineano come tutte queste operazioni vengano realizzate da una società pubblica (Patrimonio del Trentino) che però opera con criteri privatistici. «Così - si lamenta Morandini - per noi non ci sono strumenti per attiaver controlli». «Governare il Trentino - aggiunge Leonardi rivolto metaforicamente a Dellai - non vuol dire fare il padrone con i soldi degli altro. Queste operazioni sono in antitesi con i principi della libertà e della democrazia». Il presidente della circoscrizione critica chi ne ha voluto la cancellazione «Ciclabile utile e a impatto zero» Si dice «basito» Roberto Stanchina per il dibattito che si è sviluppato in questi giorni sul progetto di pista ciclabile in destra Adige e sulle conclusioni, che hanno portato a una cancellazione del progetto stesso. E accusa di incoerenza i protagonisti, in particolare il sindaco di Aldeno, Emiliano Beozzo, e il presidente della Società frutticoltori Trento, Mauro Coser. Il presidente della circoscrizione RavinaRomagnano ricorda con dovizia di particolari due incontri avvenuti nel giugno scorso nella sede del Comune di Aldeno a cui parteciparono, oltre al sindaco di Trento, anche Beozzo e Coser. Il tema era quello della salvaguardia del terreno agricolo e tutti si trovarono d’accordo sulla necessità di evitare in quella parte della valle potenziamenti stradali. Visto quanto successo il commento di Stanchina è caustico: «Ora mi chiedo: non vogliamo il traffico pesante e veicolare, non vogliamo l’urbanizzazione magari produttiva come successo poco più a nord, ma diciamo duramente no anche ad eventuali sviluppi di mobilità alternativa sui nostri territori? Non è un controsenso? Non è forse un vantaggio investire su queste mini strutture a impatto zero che garantirebbero davvero la genuinità e la non trasformazione dei nostri territori?» Il presidente della circoscrizione sottolinea anche i vantaggi promozionali di una ciclabile che attirerebbe i turisti nel cuore delle campagne dove nascono i prodotti tipici. «Sbagliano o sono meno furbi di noi i nostri vicini altoatesini che accolgono i clienti anche in bici direttamente nelle loro aziende quasi porta a porta?» Quanto ai suoi territori, Ravina e Romagnano, Stanchina sottolinea lo storico pro- blema della sicurezza e del collegamento tra i due paesi. Collegamento assicurato da una strada provinciale rattoppata solcata da un servizio pubblico urbano ed extraurbano che la percorre da nord a sud senza nemmeno una sosta in sicurezza. «La ciclabile principale - ricorda non è raggiungibile, a meno che non si sia disposti a rischiare la vita. Crediamo davvero che una ciclopedonale tra campagna e sede stradale sia il peccato originale? Servono delle regole certo, chiare e che devono essere fatte rispettare. Si devono progettare infrastrutture ma nel contempo siamo moralmente obbligati a legiferare a tutela di chi lavora nei territori dove queste opere sono presenti regolamentando chi le utilizza, non solo per divertimento ma anche per muoversi o semplicemente per raggiungere la città o il posto di lavoro.» SERVIZI INVESTIGATIVI · · [email protected] www.delmarcoinvestigazioni.com R1110904 INDAGINI SU: DANNEGGIAMENTI AUTO O PROPRIETÀ PRIVATA GIOCO D'AZZARDO-DROGA-MOLESTIE-STALKING-RICATTI INSIDIE E PERICOLI DELLA RETE (INTERNET) RIGUARDANTI I MINORI FURTI IN NEGOZI E/O ABITAZIONI INFEDELTÀ ALTRI SERVIZI PRESENTI SUL SITO: www.delmarcoinvestigazioni.com Tel. 335 7001040 h 24