voci della nostra gente - Centro Socio
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3a Edizione Premio letterario “Città di Corridonia” VOCI DELLA NOSTRA GENTE Poesie A cura del Centro Socio-Culturale e Ricreativo “Mons. Raffaele Vita” 2011 Patrocini: Città di Corridonia È con vero piacere che questa Amministrazione, che investe molto nella cultura, offre il proprio patrocinio, il sostegno e tutta la collaborazione possibile al Centro Sociale “Mons. Raffaele Vita” per la riuscita di una fra le più importanti manifestazioni culturali della nostra Città. Assessorato alla Cultura Nell’accordare il patrocinio di questa Provincia alla terza edizione del Concorso Letterario “Città di Corridonia”, esprimiamo compiacimento e auguro alla manifestazione il più vivo successo. Regione Marche Accordiamo con piacere il patrocinio della Regione Marche e formuliamo i migliori auguri per lo svolgimento del Concorso letterario “Città di Corridonia” 1 Patrocinio: ANCeSCAO DA CORRIDONIA UN MESSAGGIO DI POESIA Con la nuova edizione del concorso di poesia, il Centro Sociale di Corridonia continua una esperienza importante che, sin dalla prima edizione, Ancescao - Marche e la Presidenza Nazionale hanno convintamente sostenuto. Ancora più adesso che il concorso di poesia si sta estendendo a livello nazionale. A qualcuno potrebbe sembrare anacronistico e un esercizio superato parlare di poesia in un mondo in cui sembrano prevalere atteggiamenti che vanno in ben altra direzione. E invece va ricordato che da sempre gli uomini si sono espressi con un brano poetico o musicale per esprimere i propri sentimenti: amore o odio, solidarietà, fratellanza, ammirazione per la natura. In un momento in cui tornano a prevalere guerre, egoismi personali e nazionali, discriminazioni, è bene che la poesia torni a parlare alla gente. E i nostri anziani, non solo loro si spera, che hanno vissuto giorni belli e, purtroppo, anche quelli amari, fanno bene a tornare alla poesia. Finchè ci sarà un poeta ci sarà speranza di un mondo migliore. Ancora i complimenti per la iniziativa e i migliori auguri di successo anche per gli anni futuri. On. Lamberto Martellotti Presidente Nazionale Ancescao 2 Benvenuti alla terza edizione del Premio Letterario “Città di Corridonia” VOCI DELLA NOSTRA GENTE e un grazie al Presidente, al Consiglio Direttivo e alla Commissione del Centro Socio-Culturale e Ricreativo “Mons. Raffaele Vita” che con il loro impegno hanno reso possibile questa edizione a carattere nazionale. Questo evento non solo caratterizza le attività e la vita del Centro SocioCulturale ma valorizza tutta la Città di Corridonia nonché la nostra Associazione ANCeSCAO. Da diversi anni il Centro Socio-Culturale è un enorme contenitore di tantissime iniziative che le danno vivacità e ne colorano ogni spazio; questo premio letterario è l’evento più importante e più coinvolgente, in quanto ha coinvolto tutte le nostre realtà associative ANCeSCAO nel territorio nazionale. Un saluto ed un ringraziamento a tutti i partecipanti al Premio Letterario, in quanto la loro partecipazione è l’elemento indispensabile per raggiungere ambiti traguardi: inserire la Città di Corridonia nei grandi itinerari nazionali della Cultura; con le loro opere ci hanno fatto partecipi dei loro momenti più intimi e ci terranno gradevole compagnia nella lettura. Ai lettori del libretto che raccoglie i lavori di questa edizione auguro buona lettura, ricordando ed invitando tutti loro ad essere vicini alla nostra Associazione, cercando di contribuire nell’azione di costruzione che ci possa far sentire orgogliosi di appartenervi. A Maria Salamone un ringraziamento dal profondo del cuore, ci è stata sempre vicina e con affetto, Le tributiamo l’amicizia di tutti i Soci e dell’ANCeSCAO. Angelo Formica Il Presidente Coordinamento Provinciale ANCeSCAO 3 PRESENTAZIONE … abbiamo fatto nostra una massima: “DARE È AMARE; RICEVERE È IMPARARE AD AMARE.” Un semplice sorriso, un saluto sincero, la capacità di ascoltare con il cuore anche il silenzio di chi ci è accanto, la gioia di condividere momenti lieti e tristi rendono bello stare insieme. Il Centro Sociale di Corridonia ha indetto il terzo Concorso di poesia, a livello nazionale, riservato ai soci dei Centri di tutta Italia. La raccolta si intitola “VOCI DELLA NOSTRA GENTE”. I contenuti trattano momenti di vita quotidiana. 4 SALUTO DEL PRESIDENTE DEL CENTRO SOCIALE La terza edizione rappresenta un importante banco di prova per il nostro premio letterario. L’apertura del concorso a poeti di tutta Italia, infatti, rispetto agli anni passati mette l’efficienza dell’apparato al vaglio di una platea più vasta ed esigente, di fronte alla quale c’è il rischio di risultare provinciali e inadeguati. Inoltre, rispetto allo scorso anno l’organizzazione deve fare a meno, per motivi diversi di due delle collaboratrici più valenti ed impegnate nel progetto. In memoria di una delle due, purtroppo scomparsa, da quest’anno è stato istituito il Premio Speciale “Marcella Tomassoni”, assegnato direttamente dal Direttivo del nostro Centro Sociale. Con questi presupposti, al momento di andare in stampa non so ancora quale sarà l’esito di questa manifestazione tanto importante per il nostro Centro. Posso però cullare un minimo di ottimismo basato, da un punto di vista contenutistico, sulla riconosciuta qualità delle opere presentate e, da un punto di vista della organizzazione, sul visibile moltiplicato impegno del Direttivo e di tutti i soci coinvolti a cui va il mio ringraziamento più sentito. Desidero inoltre ringraziare la Poetessa Maria Salamone per la sua affettuosa vicinanza, la Presidente e i componenti della Commissione Giudicatrice per la competente e disinteressata collaborazione fornitaci, nonché per il partecipe impegno oltre il mero esame delle opere. Un doveroso ringraziamento infine a tutti gli Enti patrocinanti, senza il cui sostegno il Concorso non potrebbe esistere: il Comune, la Provincia, la Regione e - per ultimo solo perché di famiglia - l’ANCeSCAO, il sodalizio a cui il nostro Centro è affiliato, il cui contributo è stato assolutamente determinante. Giampaolo Montecchia 5 ANATOLIA In uno strazio arido di sabbia si arrampicano a fatica case rubate alle rocce del deserto, esse stesse aride pietre riarse e sabbiose, faticosamente abbarbicate per dare rifugio e speranza a chi non sa cosa vuol dire tenerezza umida e verde di fiori, alberi e ruscelli, per offrire sopravvivenza a chi morirà dopo aver conosciuto solo lotta e miseria. 1 a Classificata e vincitrice del concorso di poesia Maria Bagiardi Descrivo un viaggio in Cappadocia. Conoscere un paese dove solo la miseria e la sofferenza sono la loro vita. Una grande emozione ha invaso il mio cuore e per non dimenticarlo l’ho riportato sulla tela e in questa poesia. Motivazione della Giuria Attraverso l’uso di un stile lucido e di un linguaggio essenziale, con immagini ricche di richiami emotivi, il poeta scruta – con amore e con dolcezza – gli aspetti fisici e metafisici di un arido paesaggio desertico, roccioso e sempre bruciato dal sole, diventando esso stesso luogo-emblema dei limiti e della povertà della condizione umana” 6 AL FINIR DEL GIORNO Camminano vicini, lenti; lei si appoggia al bastone, lui, più gagliardo, la sostiene: due reduci della vita sulla soglia del non ritorno. Li accoglie, amorevole, una panchina. Lui Ie sfiora una spalla in un gesto di istintiva tenerezza; sorride dolcemente, malinconico: assapora la patetica bellezza di un fiore che sta appassendo. A tratti si guardano complici. Amici e compagni da tempo. Si conoscono, si appartengono. Non sanno di rivelare un ricco universo colmo di grande vitalità. 2 a Classificata Gina Massini E’ nelle persone mature che, oggi, è più facile scoprire sentimenti profondi segretamente nascosti o espressi con grande semplicità Motivazione della Giuria L’autore ha colto il tema centrale della precarietà della vita con il fluire delle cose e delle persone, sottolineando, con delicatezza e sensibilità, gesti e dettagli legati ad una vita intimamente condivisa e che sta per volgere al termine. La descrizione del lento cammino dei due, inframmezzato da pause di silenzio e di cauto timore, sembra voler riavvolgere il nastro del destino che ha tenuto la coppia felicemente unita ed ancora aggrappata alla vita. 7 L’ORGOGLIO E LA SPERANZA Noi che siamo partiti dalla guerra 3 a Classificata Noi che abbiamo mangiato pane e crusca Noi che abbiamo vagato su macerie Noi che abbiamo lasciato i nostri luoghi Noi che abbiamo raccolto pietra a pietra per rialzare i muri rovinati Noi che siamo incurvati sopra i libri Noi che abbiamo schiacciato i nostri sogni pur di gettare un ponte all’avvenire Noi che ai Padri obbedienza abbiamo dato ed ai Figli indulgenza e comprensione Noi, marchiati nel sangue di Dovere e Sacrificio ed Onestà e Lavoro Noi che vediamo adesso lo sfacelo di questa società senza valori e la sfiducia imbelle dei figlioli Noi ci sentiamo dire “fortunati” da chi sconosce il prezzo già pagato. Ma forse in parte è vero. Noi che nulla avevamo per ricominciare guardavamo - caparbi - alla distanza: Noi avevamo l’orgoglio e la speranza. Irene De Pace Noi, giovani di un tempo, non avevamo nulla ma credevamo nel futuro; i nostri giovani hanno molto più di noi, ma vivono l’oggi senza progetti e prospettive. Motivazione della Giuria Avvalendosi di un linguaggio incisivo ed efficace, l’autore rievoca le trascorse vicende umane con la positiva visione ed il fermo convincimento di essere “uomo, servitore e soldato della speranza”(Ungaretti). Come un monito rivolto ai più giovani, la poesia è un canto di dolore che narra dell’esistenza degli uomini e dell’umanità, destinata a soffrire in quanto uomini che vivono, mitigato dalla ottimistica fiducia nelle nuove mete del futuro. 8 6 APRILE 2009 La terra trema forte oscilla il cielo nero, urla la sorte il mistero della vita e della morte. 4 a Classificata Il buio inghiotte vane richieste di un aiuto di occhi sbarrati nel sonno non compiuto spezzato dai latrati. Rigurgita la notte corpi straziati dall’intreccio di macerie e ricordi di un vissuto, affetti persi, senza una ragione svuotati dei pensieri, privati del futuro, sommersi da cocci d’illusione di ciò che fino a ieri era sicuro. Sull’intimità violata di gente esanime, impastata di vomito e polvere di anime che tormenta e duole, lacrime trasparenti al sole, di un’alba insanguinata. Cinzio Cacaci Terremoto in Abruzzo. Impreca chi non crede. Urla la poesia il dolore delle vittime innocenti e dirada la polvere del sisma per rappresentare la realtà cruda del tragico evento. 9 ARENARIA Pennellate appassionate e sicure,5 a Classificata stratificazioni ondulanti e danzanti di un’esistenza pregna di emozioni. Arenaria, evoluzione dell’io più profondo, sabbia fragile e indistruttibile, ricordi nel movimento l’onda del mare dal quale vieni fatta di ritorni a volte teneri, a volte tenebrosi. Su tutto, un rosso fuoco, una fiamma d’amore per la vita, un brivido forte ti strappa l’anima verso l’alto per farla volare lontano. Maria Bagiardi E’ un mio quadro, è il voler entrare nel cuore della terra con la mia fantasia, colori di fuoco, emozioni e brividi forti come un vero e grande amore. 10 LE TUE MANI 6 a Classificata Le tue mani la prima volte su di me. Le tue mani sul mio corpo si muovono, leggere, tenere, lo stanno ad accarezzare. Poi un giorno non so perché, le tue mani si agitano, diventano nervose, volano, cadono, ricadono su di me. Mi picchiano Mi fanno male. Forse, hanno smesso di amare! Lucia Lozzi Quando una donna subisce una violenza sa cosa vogliono dire quelle mani che prima ti amano poi ti odiano. 11 Da sinistra il Presidente Provinciale ANCeSCAO Angelo Formica, la Poetessa Maria Salamone, il Sindaco Nelia Calvigioni, il Presidente del Centro Giampaolo Montecchia, la Vice Presidente del Centro Marcella Tomassoni e Giandomenico Lisi, animatore dell’evento. 12 La Poetessa Maria Salamone in compagnia del Presidente Giampaolo Montecchia. 13 CI SEI ANCHE TU Premio speciale Nuvole bianche vagano nel cielo Marcella Tomassoni e zefiri leggeri van per l’aria; Vice Presidente del Centro volteggiano su petali di fiori soavi aromi… come una carezza. Premio speciale Maria Salamone Ed io guardo Poetessa Internazionale e respiro e mi abbandono al soffio lieve che mi sfiora il viso. Poi chiudo gli occhi e in tanta tenerezza il tuo volto mi appare e il tuo sorriso. Ci sei anche tu - di certo tra Ie cose minime e immense a noi così vicine. Ci sei anche tu ed io vorrei vederti... Dove dovrò cercare per trovarti, tra Ie nuvole bianche o dentro i soffi di zefiri leggeri o in mezzo ai fiori fra i colori... e i profumi... ed i velluti morbidi di corolle e di bocciòli?! Dimmelo, che io mi inoltri nei giardini o mi offra al vento o mi alzi verso il cielo. O chiuda gli occhi e viaggi dentro me se - come credo dentro me tu sei. 14 Nuvole bianche e zefiri e profumi e il tuo sorriso … balsami del cuore realtà e memorie suggestioni ed echi che accompagnano il viaggio di una vita lungo la strada sempre più in salita. Irene De Pace Anche quando scompaiono, gli affetti più cari non ci lasciano, ma continuano ad essere in noi ed intorno a noi. Motivazione del direttivo del Centro Sociale Versi intensi e coinvolgenti sono dedicati dal poeta ad una persona cara, ormai lontana. La lirica, dolce e sentita, sviluppa il tema della funzione del ricordo e della memoria - fonte di gioia e di consolazione durante il cammino umano - intersecando repertori di registro che creano rapporti logici e semantici tra la bellezza della natura e quella della vita stessa. 15 GABBIANO FERITO Quella sera un affanno lo colse, come un gabbiano ferito a terra si posò, ad alzarsi in volo più volte tentò … Spinto da una forte fede, mista a speranza e da un emanato calore dai suoi amici, quel gabbiano ferito presto in volo si alzò! Con fatica, caparbietà e speranza cercò di raggiungere in breve tempo quello spazio infinito, oltre l’oceano … Il gabbiano ferito ormai era salvo! Marcella Tomassoni 16 A UNA DONNA SPECIALE Il “Gabbiano Ferito”, al quale si è paragonata in una recente poesia, non è riuscito a volare. Marcella se ne è andata nonostante tutto il suo ottimismo, la sua forza di volontà e il suo attaccamento alla vita, che resteranno di esempio. Figura positiva e rassicurante, trascinante ma non prevaricatrice, con la sua solarità e la sua coinvolgente allegria ha comunicato entusiasmo e voglia di fare sia nel lavoro che nelle associazioni di volontariato di cui faceva parte. Al Centro Sociale tutti la ricordano con grande affetto e gratitudine per l’impegno sempre gioiosamente profuso. Anche se il “Gabbiano Ferito” non è riuscito a volare, resta a tutti la certezza che ora lo fa in spazi più ampi e più alti. Gli amici del Centro faranno in modo che il suo nome non venga dimenticato e che il suo esempio diventi un punto di riferimento costante. 17 ANIMA Le poesie successive sono classificate ex æquo (in ordine alfabetico) Un cerchio nel cuore in un istante di cielo sulle note di un’inaspettata armonia. Quello che voglio sentirmi dire non è così scontato. Mi illudo di non pensarci, ma divoro solamente la mia anima, gelosa della sua essenza quanto della sua apparenza. Anima che si copre con un velo e lascia scoperta un’innata fragilità, derisa nella realtà. Una presenza incostante e imperfetta, un filo che lega parole ed emozioni. Libera da scogli la poesia sbatte involontariamente su di lei. Nuvola sconfinata raccoglie i raggi di un pensiero svogliato. Non è semplice ascoltarla, lo so, odio sentirla mentre lascia scivolare le lacrime senza poterle asciugare. Amo vederla dipinta di passione pronta a donarsi al suo cuore in un moto incoerente. Jessica Malfatto Questo componimento nasce dalla voglia di esplorare le emozioni, dal bisogno di una ricerca costante che avviene nell’interiorità, attraverso un viaggio che non conosce la parola “fine”. Il titolo, “Anima”, richiama la dimensione più intima dell’essere umano. 18 CERCO UN’OASI Quanto tempo spreco, forse inutilmente, ad elaborare versi, a rivestire di parole il tempo che mi porto dentro, a rendere musicale la segreta intimità delle cose. È il grido, contenuto e dolce, della mia presenza; un volo, senz’ali, in una macchia d’azzurro. E lì, in quell’azzurro, cerco un’oasi dove gli avvenimenti perdono il moto, dove gli angoli si sciolgono in cerchio, dove il respiro si decanta del quotidiano affanno. Cerco un’oasi Dove mi chiudo e una corrente leggera mi porta lontano. Angelo Gandolfi “Cerco un’oasi” è il volo in un mondo senza tempo, la fuga dalla precaria e tumultuosa realtà che ci avvolge. La ricerca del luogo dove i moti dell’anima trovano pace. 19 COME VORREI … Ah! Come vorrei sapermi spiegare, ma non so dire, un nodo mi stringe la gola e mi fa scoppiare il cuore. Tutto è come sempre confuso dentro di me. E sono io ad essere come non vorrei, a cercare ciò che non ho ancora trovato in questo tempo delle parole vuote. Ah, quanto vorrei potermi guardare dentro senza vergogna e accettarmi così come sono! Saper cogliere le finitudini, il grido del povero, con la febbre del fare politica, del fare comunità nella responsabilità, nella fiducia che viene dal cuore, negli anni come chicchi di grano, nella poesia come miele di memoria. Come vorrei ch’io vivessi come il cuore mi detta dentro, come pulsa il sangue nelle vene! Credevo di dover morire correndo mi sono accorto che vale più il lento morire nei miei giorni incerti, nei miei passi lenti, nel mio timore di non essere 20 tra quanti gridano verità tra gli umiliati ed offesi di sempre, tra quanti cercano nella fede nuda, nel silenzio orante. Cosimo Damiano Piccolo E’ una poesia scritta di getto dopo aver visto il film “La strada” di Federico Fellini. Ero rimasto con un nodo strozzato alla gola, impotente ad esprimere l’intensa emozione e la carica umana apparsa sul volto di Gelsomina, interpretata dall’indimenticabile Giulietta Masina. 21 CHIOME CANUTE Le chiome canute... pensieri nascosti, memorie smarrite. Rimpianti! Rimorsi! Ricordi velati di eventi sepolti. I volti segnati. A volte... sconvolti. Non essere triste!... Se il tempo è scomparso. Si sa che avrà fine… il giorno che è in corso. Non contano i giorni o gli anni trascorsi. Più conta... lo stile di quelli percorsi. L’anziano, custode di mille esperienze, modella ai nipoti... le loro coscienze. Elio Mirimao La poesia “Chiome canute” esprime l’inevitabile tristezza che accompagna l’avanzare degli anni, ma anche la grande ricchezza costituita dai ricordi, dalle esperienze e da tutte le abilità apprese, che si possono tramandare. Si sa che l’esistenza terrena ha un termine, ma questo traguardo sarà meno triste e avrà avuto un senso, se la nostra presenza avrà lasciato un’impronta positiva. 22 CURVATURA Tirando con l’arco... essere la freccia. Scoccando la freccia... essere l’arco. E con il sibilo che fruscia vibrante nell’aria proiettarsi verso il bersaglio. Con la punta acuminata che s’infigge tra gli atomi della materia fondersi con l’inquietudine densa che dimora nel suolo; essere terra, essere cielo, mentre i calzari affondano sul sentiero sentire che non c’è nulla a cui tendere, né mèta a cui giungere, né terra incognita da disvelare, solo rare radure dove flettere un arco per scoccare una freccia per colpire un bersaglio che nella curvatura esiziale della vita e del vuoto è celato solo dentro l’arciere. Paolo Maria Borsoni Si può diventare maestri del tiro con l’arco solo dimenticando il bersaglio. Si può diventare maestri del tiro con l’arco anche quando non tutti i colpi sono centrati. I colpi centrati sono solo prove, conferme. Quando si è maestri di tiro con l’arco, non esiste più alcun bersaglio, non c’è più nulla da raggiungere. Il punto da colpire è l’attimo totale dove ogni scelta rende più liberi e la tensione si avvicina all’ascesi. 23 MERAVIGLIOSO! Meraviglioso questo alzarmi la mattina e scrivere ogni giorno una nuova pagina di questa vita meravigliosa fatta di ripetute cadute e di rialzate amiche nelle fatiche quotidiane. Meraviglioso questo slancio di dentro che mi spinge ad uscire ad esplorare il mondo di fuori che mi mette in cammino verso l’altro e I’ignoto. Meraviglioso Il sapore della fatica che si fa sempre più intenso ad ogni ferita e caduta che torna a farsi bello dopo ogni oscuramento. Meraviglioso questo tramonto dei miei anni che mi fa scoprire il dono della lentezza e della meditazione, dopo aver gustato l’ebbrezza della velocità del sentire e del fare nella primavera di questo camminare che si fa cammino. 24 Meraviglioso lo sguardo di bimbo a ottant’anni, del mio amico Arturo, sul mondo che mi parla del miracolo d’una vita donata, di questo viandante che mi ritrovo, nel farmi prossimo. Meraviglioso! Cosimo Damiano Piccolo E’ uno slancio senza tempo, un inno alla vita vissuta come dono, anche se nella fatica. Un dono: l’altro che mi viene accanto e dà un senso quotidiano, il pane condiviso, come il sorriso che si fa forza etica e vera gioia in questa società sempre più individualista e divorata dall’ansia dell’apparire. 25 NEVE Né un cinguettio, né un ululare di cani, né rumore, solo I’orologio della torre batte, sordo, Ie ore. È I’alba: un’altra giornata concessa! Sbircio dalla finestra, sorpresa: nevica! Lo sguardo si perde nel brulichio dei fiocchi; pensieri affiorano, spariscono, si confondono nello sfarfallio, leggero, della neve che cade. Domani il sole toglierà I’incanto. Adesso, però, il mondo è pulito, primordiale, luminoso, accecante e, nel biancore diffuso, mostra tutta la sua naturale bellezza. Gina Massini Con le parole, spesso povere e inefficaci, si tenta di descrivere le meraviglie della natura, per poter trattenere nella mente tutto ciò che essa, spontaneamente, sa regalare. 26 RINASCITA Gioivi tranquilla godendo il sole e le semplici delizie della vita. Tutto era possibile meno che un crudele destino bussasse alla tua porta. A quell’annuncio ore di ansia, di trepidazione, di angoscia hanno spento, in parte, la tua allegria. Poi..., la rassegnazione il dover lottare, corpo a corpo, contro il nefando soggetto che, spesso, non lascia scampo. Nessun nemico, infatti, è più forte della malattia: l’unico capace di rubare la vita, men che l’anima. Non ti sei, però, arresa alle trepidanti attese, ai momenti di sconforto, alle labili certezze: hai guardato in alto per cercare, invano, una Luce. Ora, di sembianze angeliche vestita, leggera e libera da ogni terrena preoccupazione, esulti e godi lo splendore e le meraviglie del Cielo. Milvia Flamini E’ dedicata ad un’indimenticabile amica con la quale ho condiviso parecchi momenti. Ho potuto costatare che, quando le sofferenze e i dolori causati dalla malattia diventano insostenibili, si chiede aiuto al cielo. Il credente confida che nell’aldilà lo attenda una vita migliore di quella terrena. 27 TI PENSO ….. Ti penso dopo il temporale che ha squassato la terra, dopo la lotta dei pensieri in continuo conflitto per non sentirti... ti penso mentre osservo calma il bianco della sigaretta che lentamente si consuma mandando fumo azzurro negli occhi stanchi ti penso con languida tenerezza quella tenerezza che è fatta solo di noi ti penso senza quel solito romanticismo ma con tanto desiderio di viverti perché tu sei parte di me… TI PENSO!!!!!! Anna Rita Copparini Si dice sempre che ognuno di noi ha la sua anima gemella, ma troppo spesso la si incontra quando è tardi per condividere la vita, ma il cuore non lo ammetterà mai, e lotterà sempre con la ragione, anche se soffrirà, vincerà sempre il cuore. Anche se questo amore rimarrà il più bel sogno segreto … vivrà in noi. 28 Chiesa Auditorium “S. Francesco” - panoramica dei presenti alla 2a Edizione. Il vincitore della 2a Edizione Cinzio Cacaci premiato dal Sindaco di Corridonia Poetessa Maria Salamone e Marcello Alviti 29 POETESSA INTERNAZIONALE, AMICA DEL CENTRO PER UN CANTO DI VITA No! Io non chiedo la luna, che brilli come diamante o che porti fortuna! Non aspiro allo splendor del firmamento, nemmeno quando, maestoso s’ammanta, d’un prezioso luccichio d’argento! Non invidio i bagliori del sole: un raggio solo basta a riscaldarmi il cuore! Ma voglio vivere su questa terra, lottando contro il razzismo, la fame, la guerra... Voglio vivere in quest’universo, che sia diritto, storto, o che sia di traverso! Voglio vivere su questo pianeta, che han cantato gli dei, i profeti, il romantico poeta! Voglio vivere in questo mondo, anche se perde a volte la ragione, il senso della vita e dei suoi valori, perdendosi in conflitti e provocazione. 30 Voglio vivere quaggiù, senz’alcuna paura, alcun timore, per i nostri figli, per il loro futuro, or che svanisce la speranza, or che muore l’amore... Vivere! Anche quando non ne posso più! Vivere! Non chiedo altro, non chiedo di più! Tu che senti il mio canto di vita non sogni un nuovo mondo, un mondo più giusto, un mondo migliore... un mondo ove la pace e l’amore regnino in perfetta armonia: Fate oh mio Dio! Che così sia! Maria Salamone Poesia con cui a Torino, nell’ottobre del 2009, ha ricevuto il 1° premio della Lega Internazionale dei Diritti dell’Uomo, ovvero la medaglia d’argento del Presidente della Repubblica Italiana. 31 La parte grafica è stata curata dalla pittrice Mariella Ciammella di Corridonia Finito di stampare nel mese di Maggio 2011 presso la Tipolitografia TAF srl - Corridonia in 1.500 esemplari 32 Esterno del Centro Sociale