statements 2013.2
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statements 2013.2 statements 2013.2 a cura di Ivan Quaroni Milano, 20-28 giugno 2013 Circoloquadro, via Thaon di Revel 21, Milano Statements 2013.2 Arianna Beretta Criticare è valutare, impadronirsi, prendere possesso intellettuale, insomma stabilire un rapporto con la cosa criticata e farla propria. William James Statements 2013.2 chiude idealmente il percorso che un gruppo di artisti ha compiuto e condiviso con Ivan Quaroni negli ultimi tre mesi. La collettiva prende infatti le mosse dal workshop Manuale per artisti, ideato e curato da Quaroni stesso. Cosa è avvenuto nello spazio di Circoloquadro negli ultimi mesi? Ogni lunedì sera diciotto artisti si sono messi in discussione con grande coraggio, mostrando il proprio lavoro non solo ai propri compagni, ma anche a critici e artisti professionisti. Non è stato facile per nessuno. Per mettersi a nudo di fronte a estranei e sottoporsi al loro giudizio è necessaria una buona dose di coraggio e di voglia di mettersi in gioco. re chiuso nel proprio studio, non ha la possibilità di un confronto diretto e continuo con chi pratica lo stesso lavoro. Il rischio di isolamento e soprattutto di una visione parziale, e perciò inadeguata, molto spesso blocca una produzione che avrebbe in sé tutte le componenti per avere successo. L’allenamento a quella che negli Stati Uniti viene definita “criticality”, ovvero l’abilità a esercitare una lettura critica della propria ricerca riuscendo a individuare punti di forza e di debolezza, porta gli artisti ad una nuova consapevolezza rispetto alla propria ricerca artistica e al lavoro prodotto. La frase citata in apertura esprime in poche parole ciò che avviene durante il Manuale per artisti: si critica e si valuta il proprio operare artistico e se ne prende pienamente il possesso e il controllo. Per alcuni questo cammino non è del tutto indolore e la maturazione avviene anche attraverso una ritrovata obiettività nei confronti delle proprie opere e nella conseguente sterzata, per i più coraggiosi, della direzione di marcia o nella correzione delle debolezze e nel consolidamento dei punti di forza. Questa prassi ha portato i nostri artisti ad affinare la propria capacità critica. L’esercizio costante, supportato anche dai colloqui individuali che ognuno di loro ha avuto con Quaroni, ha raggiunto uno degli obiettivi fondamentali del workshop che è quello di sapere vedere il proprio lavoro. Statements 2013.2 mette in mostra dunque le opere, accuratamente selezionate da Ivan Quaroni, che mostrano, per ognuno dei partecipanti, il punto più alto dell’attuale ricerca. La collettiva raccoglie dunque i risultati migliori di artisti che operano distribuiti su tutto il territorio nazionale e che utilizzano i medium più diversi – dall’olio all’acquerello, dalla foto al video all’installazione. Statements si rivela dunque, ancora una volta, un piccolo affresco di ciò che accade in Italia per le arti visive. La capacità di andare oltre la visione personale, alla ricerca di errori o debolezze, è indispensabile per un artista che, abituato ormai a lavora- Circoloquadro ringrazia Flavio Arensi, Silvia Argiolas, Vanni Cuoghi, Massimo Dalla Pola, Pastorello, Michael Rotondi, Igor Zanti. works Malvina Berti Salto, 2013, fotomontaggio e stampa digitale, 100x70 cm è nata nel 1990 a Milano, dove vive e lavora bertimalvina.blogspot.it Nella mia ricerca personale il corpo è tema e forza inarrestabile, un’espressione artistica autoreferenziale che pone le sue radici nel dolore. Il mio metodo inizia con lo studio del mio corpo e un’impressione di esso, seguono scatti fotografici e disegni preparatori, stampati con le più svariate tecniche, dalla calcografia alla litografia, passando per il digitale ma anche lo sviluppo ai sali d’argento. Lavoro e sviluppo i temi dell’inadeguatezza del mio corpo, un disagio che nasce da un incidente che ha cambiato il mio modo di vivere la mia corporeità, tutti questi pensieri vengono resi con la grafica d’arte. Ecco perché nei miei lavori l’immagine che prevale è quella delle mie gambe, l’opera conclusa vede quindi una parte di me, la parte più dolorosa su cui continuo costantemente a lavorare. Nell’opera finale voglio dunque lasciare una trasposizione di me, un diario corporeo di un preciso vissuto che vive in quel preciso momento, diventando un’arte esistenziale. Alla fine le mie opere diventano un viatico, all’autentica ricerca di me. La mia pittura si focalizza sui canoni di un figurativismo dove licenze prospettiche e mescolanza stilistica ne sono i cardini imprescindibili. Antonio Bisignano Donna con pane, 2012, tecnica mista, 42x30 cm Luci ed ombre di un universo umano debole ed arrogante, la natura e la vita quotidiana sono concepiti e vissuti come centro e motore del mio essere artista . La figura umana rientra come motivo rappresentato; la pastosità dei colori si contrappone ad un supporto leggero e sottile quale la tela; l’accenno, lo sfumato, la tecnica mista, aggrediscono una superficie solida ma morbidamente calda ed accogliente. Ci si cala in un ambientazione surreale dove la composizione diviene il fulcro ed il simbolo della rappresentazione in cui un dinamico cromatismo si oppone alla staticità delle scene. Tema ricorrente in questo universo simbolico è l’ambivalenza del punto prospettico, legata ad una contemporanea fusione di cosa rappresento, che si riflette molte volte nella titolazione dell’ opera. Voglio unire i personaggi da una trama narrativa, da un procedere di rimandi di senso, che lascino spazio ad un'interpretazione che è semplice raccogliere, ma che si svela lentamente. è nato nel 1981 a Maratea (PZ), vive e lavora a Milano [email protected] Stefano Cerioli Apokalipse Now, 2012, china, acrilico e pastello su carta vintage, trittico 20x26 cm cad. Nelle mie opere convivono mondi eterogenei che si ispirano a icone del mio tempo. Il mio stile viene influenzato e nutrito direttamente dalla Street Art, dal Pop Surrealismo, dalla Pop Art, dai fumetti, dai codici grafici dei tattoo e del rock. Linguaggi visivi apparentemente disomogenei che finiscono per dialogare ed amalgamarsi creando opere cariche di simbologie e contrasti non solo cromatici e materici. Spesso le basi sulle quali dipingo sono formate da collage di vecchi libri o riviste, che diventano parte integrante della tematica e accrescono la simbologia. Così, per esempio, le pagine ingiallite di una vecchia edizione della Divina Commedia stampata negli anni ’50 diventano il supporto per la mia rilettura attuale, critica, ironica e un po’ dissacrante che colma la distanza tra passato e presente, tra l’uomo di ieri e quello di oggi, lontani l’uno dall’altro soltanto nel tempo, ma uguali di fronte alle debolezze insite nell’animo umano. I tratti sono la sintesi di un’idea emotiva, scarni, essenziali, grafici, sottolineati dalla tempestività esecutiva dei colori acrilici e della china. Opere che evocano messaggi e accompagnano l’osservatore in un percorso visivo fatto di contraddizioni e contrapposizioni, di evocazioni ed assenze descrittive. è nato nel 1966 a Monza, vive e lavora a Milano www.stefanocerioli.it/arte/ La ricerca e il tentativo di far convivere elementi, linguaggi e mezzi distanti e differenti è il concetto che sta alla base di tutto il mio lavoro. La mia ricerca pittorica trae ispirazione dall'immaginario e dalle esperienze artistiche sorte nella New York a cavallo tra gli anni '70 e '80. Il cinema underground, ma soprattutto la musica No Wave hanno avuto un'importante influenza nella mia concezione estetica: le chitarre maltrattate, gli accordi fuori tono ripetuti alla nausea, i fastidiosi feedback si trasmutano in una pittura sincopata, alterata, scomposta, ma anche ironica e anarchica. DalCio Jocko Homo, 2013, tecnica mista su tela, 80x80 cm Per comunicare in modo diretto ed energico utilizzo materiali presi in prestito dall'edilizia, gesso e pittura murale uniti a acrilici e oil stick, che stendo sulla tela con spatolate e pennellate prive di artificio. Nelle mie opere è evidente il rifiuto dei canoni estetici tradizionali: raffiguro perlopiù figure umane in avanzato stato di alienazione, dove i corpi deformi, allucinati, regrediscono fino a somigliare a dei primitivi: un'estetica che rimanda alle correnti artistiche dell'Art Brut e del gruppo CO.BR.A. è nato a Pordenone, vive e lavora a Milano www.dalcio.it Fabio Eracle Dartizio Tabellina, 2013, vernice spray su acetato, 42x30 cm è nato nel 1989 a Vaprio D'Adda, vive e lavora a Busnago (MB) [email protected]. La mia pratica artistica pone radici nel writing, successivamente ho iniziato a dipingere mantenendo come medium la bomboletta, adoperata con spatole, spugne e spazzole industriali. Lavoro sulla trasparenza dei fogli acetati stratificando colore inversamente a come avverrebbe su tela. Geometrie frammentate e segni calligrafici sono due cifre ricorrenti nei miei lavori. Del writing oltre al mezzo conservo l’identità Eracle, sotto la quale realizzo dei taccuini, senza subordinare scrittura e disegno nel ruolo di comprimari. Le tematiche affrontate con taglio dissacrante e viscerale, sono psicologiche e socio-politiche, muovendo da elementi privati per incontrare la sfera pubblica. Ad oggi articolo ricerca pittorica ed editoriale con linguaggi eterogenei, favorendo l’istallazione e una progettualità dell’opera in stretto legame con il contesto tematico/spaziale in cui sono inserito. Attraverso la pittura intendo sviluppare una riflessione sull’Uomo, al fine di indagare le ragioni e gli effetti delle inquietudini che lo caratterizzano e ne travagliano la natura stessa. Sono profondamente influenzato dalla pittura antica, in particolare da quella barocca, che studio e colleziono. Nel mio lavoro parto sempre da un appiglio figurativo, che tuttavia progressivamente logoro e deformo, estrapolando la figura da qualsiasi contestualizzazione o “ingabbiamento” identitario. Parallelamente, l’aspirazione a scavare nelle profondità dei soggetti raffigurati si traduce nell’esigenza di aggredire fisicamente la superficie pittorica, raschiando la tela con spazzole o con il dorso del pennello stesso. Dopo quest’opera di disfacimento, intraprendo allora una parziale ricostruzione dei tratti, applicando sottili strati di carta e di colore acrilico, nel tentativo di ricomporre una fisionomia certamente deformata e sofferta, ma altresì autentica: quella che, in fondo, considero come l’essenza più intima e sincera dell’Uomo. Jacopo Dimastrogiovanni Lucrezia, 2012, acrilico, pastello e carte su tela, 100x80 cm è nato nel 1981, vive e lavora a Trento www.jacopodimastrogiovanni.it Loretta Fiore In un passato remoto e nel presente, 2013, serie di 12 stampe digitali, 20x30 cm L’auto-indagine e il disagio psicologico sono i motori propulsivi dei miei lavori. La prima stagione della mia fotografia si può definire la “fase dello specchio”. Si concentra infatti quasi esclusivamente sull’autoritratto digitale, combinato all’uso di texture ed evidenti fotomanipolazioni di parti del corpo per ottenere un effetto di straniamento spazio-temporale, di un sé sospeso tra reale e irreale, o meglio tra coscienza di sé e inconscienza. Mi interessano gli stati di inquietudine e di paura. I mostri generati dalla mente umana, quando e dove non te li aspetti. Essi ad esempio diventano reali e possono essere immortalati anche con un semplice smartphone nella metropolitana di Milano. è nata nel 1974, vive e lavora a Milano www. http://cargocollective.com/lorettafiore La mia ricerca mi ha portato infine ad esplorare la memoria attraverso i luoghi vissuti dell’infanzia nel tentativo di ricercare, forse, l’origine dell’inquietudine e della paura. Lo faccio questa volta con una fotografia molto semplice e reale, senza l’ausilio di fotomanipolazioni, perché è nella realtà del presente che voglio evocare il passato. La mia ricerca nasce e si sviluppa dalla necessità sempre più incalzante di riuscire a coniugare la dimensione bidimensionale con quella tridimensionale. Flavia Gaglini b.cubo, 2013, incisione su plexiglass, 22x22x22 cm Inizialmente attraverso la pittura ho cercato di indagare sia uno spazio saturo, pervaso da forme organiche stratificate, che uno spazio scarno in cui le forme diventano rarefatte fino a trasformarsi in segni impercettibili. Successivamente grazie allo spessore minimo del plexiglass e alla sua trasparenza, che permette di moltiplicare i piani all’infinito, sono riuscita a perfezionare la mia ideologia così da entrare a tutti gli effetti in dialogo con lo spazio circostante. Le lastre vengono incise al laser o manualmente con forme diverse o con la ripetizione della stessa forma in posizione differente e successivamente vengono collocate in teche. L’inserimento poi del led permette, in condizione di buio, di definire la silhouette delle forme interne e fissa la linea di confine che separa l’opera dall’esterno. In condizione di luce invece crea solide ombre che vanno ad addizionarsi all’opera rendendola completa. è nata nel 1985 a Roma, vive e lavora a Milano flaviagaglini.altervista.org ottavia hiddenart Daydreaming | In a japanese sunday afternoon, 2012, stampa di elaborazione digitale di fotografia d'epoca su dibond e plexiglass, 80x80 cm vive e lavora a Milano ottaviahiddenart.blogspot.nl Ho vissuto un’esistenza quasi trasparente, tra il 1903 e il 1983. Non sono stata coraggiosa e non ho fatto quello che avrei voluto, non sono riuscita a separarmi da mia madre né dalla casa in cui vivevo. Non mi sono sposata, non ho avuto figli e la mia famiglia si è estinta. Avrei voluto essere un’artista, lavoravo nel segreto della mia mente senza mai realizzare le mie opere. Ora, a trent’anni dalla morte, mi viene data una seconda possibilità da chi si è trovato in mano le mie fotografie, unica eredità della mia esistenza. Si perde facilmente la memoria delle persone che sono state, con la mia arte lotto contro questo: voglio riportare in vita volti rimasti senza una storia. La mia ricerca pittorica si basa sulla rappresentazione di elementi naturali che dialogano tra loro in una dissonanza di dimensioni e proporzioni stravolte, al confine tra realtà organica e astrazione. Veronica Lovati Posizione, 2013, olio su tela, 30x40 cm I diversi piani della geometria scenica sono il teatro in cui creature solitarie e misteriose si fondono tra loro in un’ineffabile fluidità, fin quasi a diventare fantasmi della materia. Le ambientazioni sono minimali, prive di elementi narrativi, dove la manifestazione del soggetto lascia grande spazio all’inesplicabile, in un microcosmo vago ed ambiguo. Un mondo indefinito dove ciò che appare può non essere ciò che è. è nata a Milano, vive e lavora a Trezzo sull’Adda (MI) www.veronicalovati.com Christian Masuero Bianco n° 1, 2013, render 3D e fotocomposizione digitale su forex, 70x70 cm è nato nel 1981 a Genova, dove vive e lavora [email protected] La maggior parte dei miei lavori si presenta sotto forma di elaborazioni digitali a carattere illustrativo-figurativo stampate su tela o forex, ottenute tramite l’unione e la stratificazione delle più svariate immagini di partenza (prevalentemente fotografie o rendering 3D), con molteplici elementi acquisiti, il più delle volte, da scatti naturalistici o di particolari. L’obiettivo che mi pongo è quello di portare l’osservatore a ripercorre una sorta di “viaggio onirico”, attraverso immagini virtuali che affondano le loro radici in soggetti archetipici (il tema del corpo trasfigurato e modificato, il rapporto dell’uomo con l’ambiente che lo circonda, il viaggio, il confronto con elementi di dimensioni ipertrofiche, ecc.), atti far scaturire in esso emozioni rasentanti il classico “senso del sublime”. La mia ricerca artistica nasce dal bisogno di esprimere e sondare in profondità l'universo femminile. L’intuizione si lega al mio vissuto e a frammenti di storie ascoltate che si depositano dentro di me e che restituisco attraverso l’esperienza pittorica. Elena Menga The wolf and the girl, 2013, olio su tela, 120x100 cm Il lavoro ha inizio con una ricerca iconografica fatta di foto che scatto o che mi faccio scattare; poi, giocando con le immagini e disegni improvvisati, scelgo la composizione che più si avvicina all’intuizione e alle parti emotive coinvolte in quell’istante. A partire da un segno incisivo, al quale raramente riesco a rinunciare, prendono vita, isolate in un tempo e spazio eterni, le mie donne che raccontano la loro storia all’osservatore: oscillando tra convenzioni, espressione di bisogni profondi, sondo tutti gli aspetti della vita accogliendone anche le contraddizioni e le zone d’ombra. Oggi utilizzo prevalentemente la pittura ad olio che uso liberamente, con colature o impasti più densi, con pennellate decise che posso riprendere o abbandonare ossessivamente. Prediligo gli accostamenti di tonalità contrastanti e intense che trascendono la realtà, per creare delle dissonanze e delle stratificazioni di colore come se fossero uno specchio della complessità dell’esistenza. è nata nel 1971, vive e lavora a Milano www.elenamenga.com Francesco Messina La triste verità, 2013, olio su carta, 28x20 cm Il mio lavoro è una risposta alla realtà del quotidiano caos che genera il mondo. Ogni giorno attraverso i media d’informazione assorbo una consistente dose di notizie, che mi provocano varie spaccature d'animo. In un solo giorno si resta passivi davanti alla morte, al sesso, alla politica e alla violenza. Questo destruttura i miei soggetti, li spezza e sono io a dover ricollocare tutti i pezzi e trovarne un equilibrio. Tramite il colore ad olio riesco ad ottenere quella corposità che rispecchia il peso della frattura che porto dentro. Nei miei lavori si respirano stati d’innamoramento non corrisposto, quel dolore e quella emozione che ci fanno capire di essere vivi. Quel vuoto nello stomaco che annulla tutto il resto, quella ricerca spasmodica di equilibrio. Perché oggi tutto cerca un equilibrio, che sia mentale, fisico o meccanico. è nato nel 1979 a Catania, dove vive e lavora www.francescomessina.net Infine sento che il mio lavoro è pronto quando tutti i pesi dei colori formano una stabilità, come una formula chimica, ma cromatica. Mi chiamo Roberto Persichini in arte robeperse, il mio nikname non ha solo a che fare con la contrazione del mio nome e cognome, ma è anche una dichiarazione d'intenti, cioè io utilizzo la tecnica mista dell'assemblage usando materiali di recupero che mi permette di realizzare qualcosa di unico, ciò rispecchia il mio soprannome. RobePerse ( Kia Paladino ( Klemente, 2012, tecnica mista su tela 120X100 cm ( Kukki Come formazione vengo da una scuola di comunicazioni visive, dove si insegna grafica pubblicitaria, fotografia e ripresa cinetelevisiva, inizialmente ho sviluppato un percorso più rivolto ai multipli, sia che mi servissi dell'incisione grafica, sia della fotografia, sia della video art. Poi la svolta, ho deciso di dedicarmi alla pittura coi pezzi unici, per farlo ho dovuto esercitarmi parecchio per avere quello che si usa dire “una buona mano”; perciò con la tecnica pittorica ho da prima illustrato i linguaggi e i miti dei giovani d'oggi, utilizzando la street-art painting con uso di bombolette spray e smalti liquidi su cartoni, poi sono passato alle tematiche che mi stano più a cuore nell'ambito storico/sociale o del recente passato, come il fenomeno degli indignati, dove con tecnica mista l'assemblage e lo stile del fumetto che posizionando più inquadrature sulla tavola crea lo storybord narravo, evidenzando in maniea schematica visivamente ciò che è accaduto. Di recente sto usando lo stile artistico astratto/informale col quale sviluppo un indagine introspettiva tra le pieghe della mia anima, usando colori freddi ad olio ed acrilico, tinte scure e catrame bruciato rivelo le angosce e i dolori che mi affliggono, con tinte calde luminose colori sgargianti stese su tela, metto in luce la mia gioia di vivere. è nato nel 1969 a Milano, dove vive e lavora [email protected] Leandro Russo Apparently they were reconciling with nature, 2013, ecoline e china su tela, 70x100 cm Il mio lavoro nasce dall'esigenza di raccontare la natura umana ed i suoi istinti attraverso l'espressività figurativa. I soggetti, gli attori dei miei quadri sono proiezioni di me stesso e di quello che il mondo riversa su di me: angosce, repressioni di qualsivoglia genere, ipocrisie, violenza, bellezza... Nella maggior parte dei casi intervengo direttamente sul supporto senza la preparazione di bozzetti o studi di qualsiasi genere; mi lascio guidare dall’istinto e la tecnica dell’ acquerello mi permette di esternare tutto in modo immediato, nervoso con tratti volutamente sporchi ed essenziali. Il sesso è un istinto primario. Nascono allora scene di incontri e scontri fisici, contatti, confronti che si concretizzano all’interno di luoghi ben precisati: dark room dove riuscire ad essere finalmente se stessi e dare sfogo alla propria natura. Natura che ancora si manifesta con la violenza come unico strumento di dinamismo sociale nei rapporti di produzione e proprietà. Dalla primavera araba alle manifestazioni di piazza di lavoratori o studenti attanagliati dal precariato, lo scontro è inevitabile. Da qui un senso di attesa per qualcosa che tarda ad arrivare: che si tratti di evoluzione sociale, di crescita spirituale o di conquiste personali sembra non esserci soluzione alcuna. è nato nel 1973 a Catania, dove vive e lavora www.leandrorusso.com Arriva allora la consapevolezza della grandiosità della natura che per quanto ottusamente devastata avrà comunque il suo inesorabile corso con o senza di noi. Dipingo corpi, le mie tele hanno una propria identità, esse stesse mi ispirano rendendo ogni lavoro unico ed irripetibile, visto l’utilizzo di colori temporanei lavabili con acqua. La performance è la forma in cui si può apprezzare al meglio la vera natura del body painting, che poi catturo e reinterpreto con fotografie, video e screenshot . Ritengo fondamentale che i miei modelli comprendano e sentano il significato di ciò che voglio realizzare ed esprimere: la loro emotività è parte fondamentale dell’opera. Utilizzo la forma più antica dell’arte reinterpretandone i fini, le modalità, i materiali ed i media, nelle forme più attuali: colori studiati per il corpo, video digitali , luci di wood e stroboscopiche, lenti a contatto sclera, ecc. Le mie performance hanno in comune la pittura sul corpo, ma sono estremamente differenti tra loro a seconda di ciò che voglio esprimere: atti teatrali, coreografie, musiche create ad hoc, proiezioni, colori fluorescenti, ecc. Con le mie opere parlo di quello che vedo nel mondo e nella natura umana degli anni 2000 da cui mi scaturiscono emozioni forti quali l’inquietudine, la tristezza, il dolore, lo stupore, il fascino, l’estasi. Porto tutto ciò sulla pelle per toccare le corde più antiche e intime dell’essere umano. Elena Tagliapietra W.instinct, video digitale, 1.45 min, ed. 9 + 2 p.a. (Courtesy by Galleria M&D Arte - Gorgonzola) è nata nel 1974 a Venezia, vive e lavora tra Milano e Venezia www.elenatagliapietra.it Anna Turina Crisi d’identità d’un coniglio contemporaneo (ovvero la vera storia di Banny il coniglio), 2013, tecnica mista, 40x40x42 cm è nata nel 1973 a Santa Maria Hoè, dove vive e lavora [email protected] Avvalendomi di differenti mezzi, spesso, cerco di focalizzare delle situazioni in cui il fruitore possa interagire, attivare, completare l’opera. Queste situazioni le indico come “luoghi”: spazi (anche mentali) ove il visitatore è considerato come interlocutore ed ha la possibilità di oltrepassare i limiti imposti dallo scambio meramente percettivo del momento artistico. Solitamente, seguo le regole di un’indagine empirico/ludica per avvicinarmi al fruitore in maniera semplice e diretta. Ciascuno può intervenire servendosi della personale esperienza cognitiva e del suo individuale rapporto con la realtà esterna. Di fronte alla microinstallazione Crisi di identità di un coniglio contemporaneo, relativa alla storia di Banny il coniglio (ipotetico personaggio fuggito da una gabbia), l’osservatore può scorgere degli indizi che lo portano a riflettere su chi fosse il soggetto assente. Le tracce date sono rimandi a immagini/informazioni già storicizzate nell’inconscio collettivo (come, ad esempio, La ragazza con l’orecchino di perla di Vermeer, piuttosto che lo sbarco sulla luna), mentre altri richiami al contemporaneo possono smuovere la curiosità di chi/cosa è il non storicizzato (ad esempio, il Quadro in Erba di Vittorio Comi). Un approccio più fisico è dato dal Nido e dall’Albero di latta. Al di là dei significati iconografici attribuibili, nel primo, il grande formato e la possibilità di entrarvi permette di inglobare il fruitore divenendo egli stesso l’osservato; nel secondo sussiste la possibilità di muovere ciò che apparentemente è considerato immobile. Prima di raggiungere il mio obiettivo sperimento delle microstorie, realizzo personaggi/luoghi che potrebbero fare parte di un mondo a sé attraverso schizzi, appunti anche scultorei. Queste esperienze, la cui finalità è comunque quella di essere condivise e condivisibili, sono documentate in tutte le loro sfaccettature: attraverso scatti fotografici, disegni preparatori o di approfondimento, pezzi installativi, testi scritti... si generano, in tal modo, indicazioni di micromondi da scoprire di volta in volta. Una curiosità: “Banny the Rabbit è una lepre addomesticata o un coniglio in cerca della sua vera identità? Banny è anche Banny XVII che anagrammato diviene VIXI. Per questo vi domando: Banny è ancora vivo?” (da La vera storia di Banny il coniglio. W.P.) Il mio lavoro nasce nell'unire la mia esperienza nel mondo della moda con i grandi amori dell'infanzia e dell’ adolescenza. Silvia Vigano' To dream or not..., 2012, tecnica mista su tela, 80x80 cm Il mondo del glamour è una grande passione, l’essere un’amante di cartoon e fiabe ed una Barbie addicted mi porta a creare dipinti dove il soggetto, che è sempre femminile, vive in mondi fantastici insieme ad animali surreali come se fossero tutti intrappolati inconsciamente in un paradiso artificiale. Le superfici delle tele sono mosse, increspate, il colore è steso in modo più o meno piatto, le figure sono ben definite da contorni precisi e molto visibili, ricordano i bozzetti che disegnavo durante il corso da fashion designer e magicamente tutto si fonde nel caos di fantastici giardini edenici. Il cromatismo è molto brillante e potente a volte psichedelico ed è il mezzo con il quale rapisco il pubblico per catapultarlo in caleidoscopiche visioni. Per concludere vorrei citare la frase di Lewis Carrol tratta da Alice’s adventures in wonderland: “Se avessi un mondo come piace a me, là tutto sarebbe assurdo, niente sarebbe com'è, perché tutto sarebbe come non è, e viceversa; ciò che è, non sarebbe e ciò che non è, sarebbe”. è nata nel 1978, vive e lavora a Carate Brianza (MB) www.silviavigano.it Stampato in 500 esemplari in occasione della mostra STATEMENTS 2013.2 a cura di Ivan Quaroni © Milano, 20-28 giugno 2013 martedì > venerdì - 15.00 > 19.00 Testo Arianna Beretta Progetto grafico Massimo Dalla Pola Crediti © Gli autori (testi e opere) Nessuna parte di questo catalogo può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l'autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti. Tutti i diritti riservati. Circoloquadro via Thaon di Revel 21, Milano | tel. +39 026884442 www.circoloquadro.com | [email protected] Malvina Berti Antonio Bisignano Stefano Cerioli DalCio Fabio Eracle Dartizio Jacopo Dimastrogiovanni Loretta Fiore Flavia Gaglini ottavia hiddenart Veronica Lovati Christian Masuero Elena Menga Francesco Messina robeperse Leandro Russo Elena Tagliapietra Anna Turina Silvia Vigano' a cura di Ivan Quaroni
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