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#3 PANTANAL la pittura emerge dalla palude ALESSANDRA ARIATTI - DANIELE CUDINI - TILL FREIWALD - ELKE KRYSTUFEK - YAYOI KUSAMA - GIORGIO LUPATTELLI - MAROTTA & RUSSO - RYAN MENDOZA - NAVIN RAWANCHAIKUL - ANTONIO RIELLO - ALESSANDRO ROMA - FRANCESCO SPAMPINATO ALEXANDRA WACKER special guest Sure Creative Lab Il Pantanal è la più grande zona umida di acqua dolce del mondo, un’immensa pianura alluvionale situata nel sud dell’America, fra Brasile, Bolivia e Paraguay, con un’estensione di 150.000 km quadrati. Il nome Pantanal deriva dalla parola portoghese “pântano”, ovvero “palude”. Pur essendo uno dei luoghi più propizi per lo studio della flora e della fauna, è per l’uomo un ambiente difficile, dal quale è faticoso emergere, così come è problematico per un artista di oggi farsi strada nel grande stagno in cui la pittura si è impantanata. Nonostante i parecchi tentativi di rianimazione sperimentati negli ultimi anni, la pittura ha grosse difficoltà ad affiorare da una situazione che la vede spesso incapace di far fronte alle esigenze dell’attuale società. La profezia che sostiene un ritorno dei valori espressi dal fare pittorico, è sistematicamente smentita con cadenza annuale dalle ultime generazioni, sempre più propense a confrontarsi con i nuovi strumenti di comunicazione. Detto questo, non si vuole certamente affermare un’imminente scomparsa della pittura, anzi, pensiamo che questo mezzo abbia ancora molto da comunicare, e lo dimostrano gli artisti presenti in questa mostra e i tanti che per ragioni di spazio non abbiamo potuto invitare. L’esposizione prende in esame tredici autori di generazioni differenti, più un gruppo di ospiti molto speciale. Alessandra Ariatti (Reggio Emilia, 1967) dipinge amici e parenti con una precisione glaciale, restituendoci un inedito album di famiglia. In mostra due grandi tele, una delle quali intitolata Quello spirito guerrier ch’entro mi rugge del 2006. Sempre sul tema del ritratto lavora Till Freiwald (Lima - Perù, 1963), realizzando immagini di giovani modelli ripresi dal vero, ai quali l’artista restituisce una rilevanza monumentale. Sguardo frontale, posa schedativa, sfondo neutro, volti anonimi, quasi fototessere. Due esempi di pittura frutto di elaborazioni grafiche digitali sono rappresentati dai lavori di Giorgio Lupattelli (Magione - Perugia) e di Marotta & Russo (Stefano Marotta, La Chaux de Fonds - Svizzera, 1971 / Roberto Russo, Udine, 1969). Il primo, con l’opera The phisical impossibility of death in the mind of someone living, titolo preso a prestito da Damien Hirst, cita con ironia la famosa opera dell’artista inglese, autore del grande squalo australiano sotto formalina. Nel caso di Lupattelli è un semplice insetto sezionato a subire lo sguardo indiscreto del pubblico. Per quanto riguarda Marotta & Russo, invece, la pittura assume un’identità digitale, grazie a coloratissimi skylines di metropoli del futuro ispirati a “geometrie informatiche”. Sofisticati software sostituiscono la precisione manuale, così come la stampa lambda prende il posto della tela. Carica dell’irruenza tipica della pittura, è il grande quadro di Daniele Cudini (Fermo – Ascoli Piceno). Storie senza tempo, enigmatiche e visionarie emergono dalle sue raffinatissime opere in bianco e nero. Nella grande tela esposta in galleria, Party, l’artista mostra un paesaggio surreale animato di personaggi assorti in attività fra loro prive di relazione. Provocatoria e fuori degli schemi è l’opera di Elke Krystufek (Vienna - Austria, 1970), artista che cavalca le cronache da una quindicina d’anni con opere che spaziano nei più diversi generi: dalla fotografia alla pittura, dalle installazioni al cinema. Dalle sue performance politicamente scorrette, in cui l’attore principale è il suo corpo nudo e imperfetto, nascono i coloratissimi dipinti che la autoritraggono. Cromie meno squillanti si riscontrano nelle tele di Ryan Mendoza (New York – USA, 1971) e Alexandra Wacker (Austria, 1958). I dipinti del primo manifestano con determinazione storie di vita quotidiana che vanno oltre la realtà e la cronaca, nelle opere della seconda si apprezzano ritratti di protagonisti del mondo musicale ripresi direttamente dalle copertine dei loro dischi. Navin Rawanchaikul (Chiang Mai - Tailandia, 1971) sfrutta lo stile della cartellonistica orientale ritraendo i personaggi come in una specie di grande circo. Di Antonio Riello (Marostica, 1958) è il grande “ritratto” di pistola stagliato su di uno sfondo decorato da una tappezzeria proveniente da una cameretta per bambini. Altrettanto ludica e spettacolare, l’opera di Yayoi Kusama (Tokio – Giappone) è riconoscibile per l’utilizzo di pallini colorati, questa volta trasformati in dinamici spermatozoi. Fra gli artisti più giovani di questa mostra: Alessandro Roma (Milano, 1977) rappresenta pittoricamente interni di abitazioni, spesso camper, caravan e roulotte, in un fitto dialogo con gli elementi d’arredo anni sessanta e con il paesaggio esterno; Francesco Spampinato (Catania, 1978) con astratti ma concettuali giochi di colore che ricordano i mandala buddisti, mostra la vertigine e la perdita d’orientamento che testimonia l’attuale stato della percezione contemporanea. Ospiti di Pantanal, i Sure Creative Lab (Michela Caselli, Domenico Falaschetti, Fabrizio Falaschetti, Fiorenzo Masacci, Patrizia Gabriella Mazza, Walter Pica e Maria Carmina Puggioni), collettivo marchigiano che si insinua come un ironico virus all’interno dello spazio espositivo disseminandolo di Guardian Angels, angeli protettori della pittura in piena emersione dalla palude. Luca Panaro Giorgio Lupattelli, The phisical impossibility of death in the mind of someone living, 2006 3 pezzi 135x90 cm caduno, acrilico e olio su mdf telato Marotta & Russo, I Can Contain Images Texts Sounds, 2006 125x200 cm, stampa lambda (courtesy Sergio Tossi Arte Contemporanea) Francesco Spampinato, Goudron, 2005 223x182,8 cm, acrilico su tela (courtesy Galleria Marabini) Ed Templeton, Caswell, Greesboro, North Carolina, 2002 (courtesy Drago Arts & Communications, Roma) Daniele Cudini, Party, 2006 246x278 cm, acrilico su tela Antonio Riello, Next time you’ll stay at home n 5, 1999 Alexandra Wacker, Lenny Kravitz – Mama Said, 2006 160x160 cm, olio su tela (courtesy Galleria Antonio Ferrara) Antonio Riello, Luger, 2004 157x192 cm, acrilico su tela Till Freiwald, Senza titolo, 2000 90x63 cm, acquerello su carta Ryan Mendoza, My girlfriend, 2000 167x196 cm, olio su tela (courtesy Galleria Antonio Ferrara) Navin Rawanchaikul, 2000 parte 3, 2000 120x75 cm, olio su tela
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