FRIdeas_costellazioni

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FRIdeas_costellazioni
Future Research Ideas: Traslitterazioni visive per un’Introduzione
IMMA FORINO
Mutuata dall’inglese e ormai entrata nell’uso comune, la parola Cluster significa letteralmente
«grappolo», per poi passare ad individuare un «ammasso stellare, di tipo globulare». In
ambito scientifico il termine designa un gruppo di unità simili o vicine fra loro, dal punto di
vista della posizione o della composizione (per es. i composti chimici) o, comunque, un
insieme di elementi aggregati o collegati. Infine, il Cluster individua un «insieme integrato».
Cluster, o Ammasso stellare di tipo globulare
Ammasso delle Galassie Vergine-Chioma
(Scoperta da Charles Messier, è la struttura più grande del nostro vicinato intergalattico e il più lontano oggetto cosmico fisica-mente
legato al nostro piccolo gruppo di galassie, il Gruppo Locale, di cui la nostra galassia Via Lattea fa parte.)
Le 161 proposte pervenute nei mesi scorsi sul Blog possono essere viste come un
«ammasso di tipo globulare». A partire da questo, il gruppo di lavoro della Call for Ideas vi
propone oggi un disegno di costellazione. Operando con una sorta di pareidolìa, ovvero
con una rappresentazione formale schematica non scevra da intuizioni, abbiamo tracciato
un’immagine di ciò che tutti voi riteniate possa essere il Futuro della Ricerca del
dipartimento. Almeno, alla data di scadenza della Call.
La lettura che il gruppo di lavoro ha sviluppato si è orientata secondo due filoni
interpretativi differenti delle vostre proposte, di cui vi parleranno di seguito Simona Pierini
e Valeria Fedeli. Io vi accenno solo al quadro generale, profilatosi in questa occasione di
confronto.
Paraideolìa (con cambiamento del punto di vista usuale)
Johannes Hevelius, Leo (tav. FF), in Firmamentum Sobiescianum, sive Uranographia - Prodromus Astronomiae, Danzica 1690
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(Nel rappresentare sulla carta le costellazioni, Hevelius rinuncia al punto di vista geocentrico dei predecessori, che disegnano la volta
stellata così come la si vede alzando gli occhi al cielo. Al contrario, egli raffigura le costellazioni come apparirebbero dall'esterno della
sfera ideale in cui queste si collocano. Tale scelta porta al risultato di ribaltarne specularmente la posizione e di perdere la corrispondenza
con il cielo reale).
Innanzitutto va detto che questa lettura si offre come uno sguardo d’insieme, sia sullo stato
dell’arte delle Ricerche del DAStU, sia sulle Ricerche possibili che ognuno di voi ha
immaginato. È uno sguardo che ribalta l’usuale punto di vista del vedere – dall’interno del
DAStU e dei gruppi di ricerca –, e che si pone al di fuori, nel tentativo di comporre una
figurazione multiforme, ma unitaria, della complessità delle Proposte.
L’aggregare, come abbiamo fatto, le Proposte per metodologie o per temi di Ricerca –
affini, analoghi, contigui –, invece che mediante i settori scientifici disciplinari, ha imposto
al coacervo una visione trasversale, certamente parziale, ma stimolante. Si tratta di una
configurazione armonica, grazie alle sue molte sfaccettature e alle «connessioni» che
possono essere tratteggiate fra queste.
Johannes Hevelius, Emisfero boreale (tav. 55), in Firmamentum Sobiescianum… cit.
(Alle costellazioni tolemaiche, Hevelius affianca 11 nuove costellazioni affollando il firmamento con nuove figure, spesso create per
godere del favore del personaggio politico cui la costellazione è dedicata. Delle sue 11 costellazioni, ne sono in vigore 7 attualmente).
Emerge senz’altro «ciò che già siamo» come ricercatori. Vi sono infatti Ricerche in atto,
espressione di gruppi di lavoro consolidati, che in questa occasione sono state riformulate
sinteticamente. Alcune di queste proposte si sovrappongono fra loro, vuoi perché filiere di
un processo d’individuazione di temi, avvenuto a monte e tempo fa, vuoi perché frutto di
ricercatori con formazioni e interessi similari o appartenenti al medesimo settore
disciplinare. Eppure, pur riallacciandosi alle rispettive tradizioni di studio, la «riscrittura» in
questa sede di quelle Ricerche le apre senz’altro a possibili e inediti approfondimenti, anche
da parte di nuovi studiosi interessati a partecipare o a essere coinvolti (pensiamo
soprattutto ai giovani dottorandi e assegnisti). D’altra parte, la stessa «riformulazione» di
Ricerche consolidate rimarca assertivamente l’impegno in direzioni già prese – spesso
premiate da riconoscimenti nazionali e internazionali –, sottolineando quanto quei temi
siano da voi ritenuti indispensabili alle prospettive di sviluppo della Ricerca del DAStU.
Nel ripensare criticamente a questa materia «del già fatto e del rifare», una prima
considerazione che affiora dalla Call for Ideas è che sarebbe interessante, oltre che
«economico», coordinare in modo sinergico i lavori consimili, all’interno dei diversi gruppi,
nelle loro ipotesi di prospettive future. Soprattutto per presentarsi alle prossime occasioni
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di Ricerca con più forza, ricchezza di vedute e omogeneità d’intenti. Inoltre, i futuri
investimenti in termini culturali su questi temi consolidati possono accogliere quella
interdisciplinarietà che caratterizza il successivo gruppo di Idee, cui ora farò cenno.
Cielo boreale, Sala della Creazione, Palazzo Besta, Teglio, affresco (part.) seconda metà del XVI sec.
Nel quadro di queste altre Proposte, un gran numero di esse si distingue per l’innovazione
di cui sono portatrici. Vanno sottolineati gli aspetti di trasversalità, non solo nel
superamento dei confini settoriali, ma anche nell’unione di persone provenienti da
formazioni e interessi di ricerca diversi. Molti gruppi si sono costituiti appositamente per
questa occasione, mettendo a punto riflessioni interdisciplinari su temi attuali della ricerca
(quali per esempio il Riuso e la Rigenerazione di edifici o luoghi urbani) oppure
proponendone altre, nate dall’intersezione di visioni culturali differenti (pensiamo
all’unione degli storici con i progettisti).
In queste proposte emerge «ciò che vorremmo essere», talvolta un po’ a scapito della reale
strategia dell’Idea nell’ambito dello sviluppo della Ricerca dipartimentale. In esse è
comunque preponderante la sperimentazione, metodologica e critica, ma vi è anche il
tentativo di rispondere progettualmente alla crisi della città contemporanea e alle sue
discontinuità alle varie scale: edifici silenti, luoghi commerciali dismessi, spazio pubblico,
spazi aperti – sono alcuni dei possibili nodi d’intervento per riformulare il perduto
riconoscersi della comunità sociale nella città.
Cielo australe, Sala della Creazione, Palazzo Besta, Teglio, affresco (part.) seconda metà del XVI sec.
Molte poi le proposte di giovani studiosi, per lo più promosse individualmente, che si sono
mossi su temi di confine. Non solo perché hanno posto al centro della Ricerca città e
territori extraeuropei (l’India, la Cina, l’Africa, i paesi latinoamericani), ma anche per la
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convinzione di poter importare da quelle realtà saperi e competenze poco noti, nell’ipotesi
di un travaso di culture.
Frontiere
Theophilus Siegfried Bayer, Tabella dell’Eclittica e di tutte le Stelle, in Globus Coelestis Sinicus Explicatus, Beijing-Cina e St PetersburgRussia, XVIII secolo
(Mappa degli emisferi australe e boreale con testo in cinese. Il manoscritto comprende la traduzione latina.)
Fra le criticità va rilevato che mancano connessioni concrete a occasioni di finanziamento
già disponibili (come Horizon 2020). Mancano le tematiche connesse ai Gender Studies,
che in altre realtà accademiche hanno invece un peso ormai rilevante. Alcuni temi –
indagati in passato dai colleghi del DAStU a un livello internazionale riconosciuto –
sembrano ora meno «urgenti», come la mobilità urbana o le infrastrutture. Per questi ultimi
casi va, peraltro, specificato che vi sono delle interessanti declinazioni: per esempio i temi
infrastrutturali vengono da alcuni di voi presentati nell’ambito del paesaggio o coniugati
come «infrastrutture del sapere». Mentre altre tematiche, come quelle connesse all’housing,
sembrano sottorappresentate.
Probabilmente le tematiche assenti, o solo meno presenti, sono da imputare al desiderio di
Innovazione, anche del proprio profilo intellettuale, che molti di voi hanno messo in
campo in quest’occasione. Piuttosto che raffinare un’Idea di Ricerca già presente nelle
proprie esperienze, alcuni hanno articolato un pensiero differente sia in termini di metodo
che di proiezione verso il futuro: è un dato da non sottovalutare, perché predispone il
DAStU a configurarsi come un riferimento nell’ambito dell’Ateneo, proprio per questa
potenzialità al Rinnovamento dei suoi componenti.
Restituzione scientifica
Mappa dell’emisfero boreale
(Nel 1930 l'organismo internazionale dell’Unione Astronomica Internazionale stabilisce in maniera definitiva il numero,
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la nomenclatura e i confini delle costellazioni in cui è suddivisa l’intera volta celeste.)
Le strutture di Ricerca sono persone – intelligenze, idee, desiderio di mettersi e rimettersi
culturalmente in gioco. Ed è a partire dalla loro inter/azione che si sviluppano le strutture per
la Ricerca. A tal proposito, va sottolineato come molte delle vostre Idee hanno posto con
forza l’accento sul ruolo etico dell’Università: una Istituzione a cui guardare non solo come
modello di conoscenza, approfondimento e diffusione di saperi, ma quale rinnovabile
riferimento per la costruzione civile della Società. Le vostre proposte hanno messo in
campo questioni relative alla mafia, alla corruzione, ai rischi sociali, all’emergenza,
nell’ipotesi di progettare reali strumenti operativi a servizio della collettività.
Connessioni
Diagrammi Sociometrici di Jacob Levy Moreno per individuare la formazione di gruppi all’interno di strutture collettive: maggiore è il
numero di persone coinvolte, più è complesso decifrare le loro interazioni.
(L’“atomo sociale” di Moreno è un nodo di attrazioni, repulsioni e indifferenze reciproche, la cui posizione può essere descritta
sinteticamente da un sociodramma, che rappresenta le posizioni dei leader – definiti da Moreno Stelle –, degli “isolati” o che generano
indifferenza, infine dei “respinti”.)
Dagli «insiemi integrati» delle Idee si sviluppano traiettorie aperte.
Simona Pierini vi parlerà della metodologia d’interpretazione che ha guidato la
clusterizzazione e le sue sfioccature, sottolineando i contenuti e i pesi ponderali delle diverse
Proposte. Valeria Fedeli vi mostrerà le prospettive delle Ricerche e le possibili aggregazioni o,
meglio, le «coagul/azioni» di persone e idee. Non uso questo termine a caso, poiché
comprende in sé le «azioni», quale movimento dinamico verso il futuro.
Si tratta di due letture interpretative diverse, ma non in opposizione. Esse costituiscono un
potenziale dialogo, da cui speriamo possano scaturire ulteriori elementi propositivi per la
Ricerca.
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Traiettorie aperte
Contrail (Incroci di scie di condensazione o vapore acqueo di aerei che sorvolano il cielo.)
Concludo accennando alle proiezioni future (le cosiddette «azioni», su cui si ritornerà alla
fine) che questo primo momento di confronto potrà mettere in atto e che vi vedranno
protagonisti, come:
1. costruire filiere di ricerca per presentare nuovi progetti;
2. sviluppare con cadenza trimestrale dei seminari di approfondimento da parte di alcuni
gruppi, o insiemi di persone, su temi che ritenete vadano indagati e lanciati;
3. rintracciare i riflessi della Call for Ideas sull’organizzazione dei Laboratori operativi e di
ricerca già presenti nel DAStU.
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