Sezione anagrafica - Osservatorio Nazionale Distretti Italiani

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Sezione anagrafica - Osservatorio Nazionale Distretti Italiani
Sezione anagrafica
Denominazione
Distretto Industriale delle calzature di Barletta
Sede del Distretto
Il distretto Nord Barese Ofantino comprende i comuni di Andria, Barletta, Canosa di Puglia,
Trani, Trinitapoli, Margherita di Savoia e San Ferdinando di Puglia.
Specializzazione produttiva
Il distretto è specializzato nella produzione di calzature: nel polo di Barletta si fabbricano
principalmente scarpe antinfortunistiche e casual, in quello di Molfetta-Trani calzature da
donna.
I prodotti tipici del distretto sono calzature antinfortunistica e casual. Con riferimento alla
classificazione Ateco 2007 delle attività economiche, le imprese del Distretto operano nel
comparto 15.2 (“Fabbricazione di calzature”) del macrocomparto 15 (“Fabbricazione di articoli
in pelle e simili”) delle attività manifatturiere (C) che presenta diverse specializzazioni.
Ambiti merceologici del Distretto Industriale delle calzature di Barletta
C ATTIVITÀ MANIFATTURIERE
15 FABBRICAZIONE DI ARTICOLI IN PELLE E SIMILI
15.2 FABBRICAZIONE DI CALZATURE
Ente di riferimento
Associazione Industriali Sesta Provincia Pugliese (ASSINPRO)
Via Trani, 37
70051 Barletta (BT)
Tel. 0883 349379
Fax 0883 349707
www.assinpro.it
[email protected]
Riconoscimento regionale e Normativa di riferimento
La Regione Puglia ha seguito una strada diversa dalla semplice individuazione dei distretti
industriali, rinviandola alla iniziativa degli attori locali di autoproporsi come sistema distrettuale
e negoziare con la Regione i progetti di sviluppo (logica bottom-up secondo cui siano le
imprese ad aggregarsi ed a chiedere il riconoscimento quale area distrettuale).
Leggi Regionali
Legge Regionale n. 23 del 3.08.2007 “Promozione e riconoscimento dei distretti produttivi”
Il distretto non aderisce alla Federazione Distretti Italiani
Dati quantitativi
N. Imprese (2009)
N. Imprese fino a 49 addetti (2008)
N. Addetti (2008)
Export 2009 (Ml Euro)
688
344 (97,73%)
3.544
139
Var.%
Var.%
Var.%
Var.%
Imprese (2009/2007)
Imprese fino a 49 addetti (2008/2007)
Addetti (2008/2007)
Export 2009/2008
+86,45
-4,44
+1,05
-20,11
Dati qualitativi
Breve presentazione e descrizione del Distretto
Barletta è, dopo Bari, il più importante centro industriale e commerciale della Puglia e assieme
a Casarano uno dei due maggiori poli calzaturieri della regione. Sebbene di alta vocazione
agricola l’area barlettana si connota per la presenza di un settore calzaturiero fortemente
sviluppato, in particolare quello delle calzature del tempo libero e sportive, con un
insediamento diffuso di piccole e medie imprese spesso a conduzione familiare. Lo specifico
tipo di lavorazione qui adottato prevede un largo uso della plastica e tela e ha permesso uno
sviluppo a lavorazioni decentrate e diffuse sul territorio, con un alto numero di piccole strutture
artigiane che producono le varie parti e componenti della scarpa, dalle tomaie agli accessori.
Nel polo di Barletta, caratterizzato dalla produzione di calzature antinfortunistica e casual, a
partire dalla metà degli anni ’90, si è verificato un sensibile mutamento dell’assetto produttivo
attraverso ristrutturazioni aziendali e diversificazioni di prodotto. Importanti aziende hanno
riconvertito la produzione passando nel settore delle calzature antinfortunistiche facendo
diventare Barletta la più rilevante area produttiva italiana di calzature di sicurezza. Questo
significativo polo produttivo del nord barese è caratterizzato dalla presenza a fianco delle
imprese con un nome e marchio proprio di numerose aziende terziste. Tra i prodotti del
distretto vi sono calzature da uomo, donna e bambino, scarpe antinfortunistiche e da
passeggio, ciabatteria e fanaleria per la casa e per il mare.
Per quanto riguarda le origini della produzione calzaturiera di Barletta, sono di carattere
artigianale e risalgono ai primi del 1900. I primi calzolai infatti erano i cosiddetti “ciabattini”, la
cui professionalità era messa a servizio dei nobili cittadini e delle zone limitrofe a Barletta.
Queste figure dominarono il panorama dell’artigianato locale e della produzione calzaturiera
fino al 1950, quando si iniziano a sviluppare prodotti più accessibili a un vasto pubblico e ha
luogo una prima industrializzazione nel settore, con la realizzazione di calzature con tomaia in
panno, materiali sintetici e suola vulcanizzata in gomma. Questa fase si completa e vive il suo
periodo più fiorente negli anni ’70, quando si iniziano ad usare tomaie in sintetico e/o in pelle
con suola iniettata in PVC. Attualmente il distretto barlettano è invece volto a una produzione
di alta tecnologia, con l’uso di macchine ad iniezione di poliuretano e la realizzazione di
calzature casual, da trekking, da jogging e di moda con suole di poliuretano cementate alla
tomaia.
A Barletta, in ogni caso, resta una significativa presenza di aziende che producono sandali e
calzature per il tempo libero. Le tendenze recenti del comparto delle calzature
antinfortunistiche (circa metà del polo barlettano) evidenziano significativi investimenti sulla
qualità dei prodotti, certificazioni tecniche e marchi, e si tenta di presidiare le fasce medio-alte
dei mercati. Le possibilità future di questa produzione sono legate all’aumento delle attività di
ricerca e di progettazione stilistica e tecnica, e alla diversificazione del prodotto (ad esempio,
guanti e abiti da lavoro) e dei mercati di esportazione.
Il quadro delle tendenze e delle possibilità del comparto delle calzature casual mostra che le
imprese sono ormai poco competitive nei confronti delle importazioni sui grandi volumi. Sono
in atto una progressiva riduzione, fino all’abbandono, delle produzioni di fascia più bassa e la
tendenza a passare dalla produzione in programmato a quella pronto moda. Le vendite su
riassortimenti sono in aumento. Tempi di consegna e flessibilità produttiva costituiscono i
principali fattori competitivi. Vi è, inoltre, qualche tentativo di investimento sui marchi e di
acquisizione di licenze da marchi esterni
I principali punti di forza del Distretto sono:
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il buon livello di competitività nel settore di specializzazione grazie alla flessibilità offerta
dalle piccole imprese contoterziste su cui operare azioni di qualificazione produttiva e la
delocalizzazione di produzioni di bassa qualità, in paesi con minori costi del lavoro.
a fronte di una riduzione quantitativa della produzione, si riscontrano fenomeni in
controtendenza, di rafforzamento qualitativo e quantitativo di un ristretto numero di
imprese, maggiormente strutturate, che hanno puntato al riposizionamento verso l’alto
dei prodotti attraverso politiche di marchio e acquisizione di licenze;
la tendenza da parte delle imprese più dinamiche del distretto ad abbinare alle
tradizionali competenze manifatturiere elementi di creatività, concentrando i propri
sforzi nel processo di creazione di prodotti sempre più innovativi, e ad adottare nuovi
canali di distribuzione per rispondere meglio alle esigenze dei consumatori. In tale
logica le “eccellenze” svolgono una funzione di traino per il complesso produttivo e dei
servizi e consentono di far accrescere la numerosità dei soggetti economici in grado di
intraprendere l’evoluzione richiesta dalla competizione internazionale.
Tra i punti di debolezza è possibile annoverare
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un significativo aumento delle importazioni e della concorrenza, spesso sleale, sui
mercati internazionali da parte dei Paesi di recente industrializzazione (mancanza di
reciprocità nel commercio mondiale);
un aumento del potere di mercato della distribuzione, anche per i fenomeni di
concentrazione (outlet, piccole catene, grandi distributori);
una forte riduzione dei volumi di produzione ed una tendenza rapida ed estesa verso la
chiusura dei laboratori artigianali;
scarsa propensione verso l’export;
scarsa attenzione delle politiche pubbliche al finanziamento della Ricerca e Sviluppo.
Patto per lo sviluppo del Distretto
La nascita del Distretto Moda, è espressione della volontà delle imprese e delle Associazioni
che le rappresentano di individuare un sistema di azioni, tese a:
o
o
o
sostenere l'evoluzione dei modelli organizzativi delle imprese;
creare e promuovere una rete tra i poli produttivi della moda e servizi di competitività
regionale;
sostenere gli investimenti innovativi integrati delle imprese, la loro
internazionalizzazione e la formazione degli addetti del settore.
Tale volontà è stata recepita nell’ambito del “Piano di azione per lo sviluppo del sistema
moda in Puglia” elaborato da Confindustria Bari, Confindustria Lecce e Confindustria Taranto
sulla base delle indicazioni fornite dalle imprese. Questo piano, in particolare, individua le
motivazioni, gli obiettivi, gli strumenti che le imprese ed il loro sistema di rappresentanza
ritengono necessari per le strategie complessive del distretto, riportate nella sezione
successiva.
Strategie di Sviluppo del Distretto:
Le strategie di sviluppo del distretto si realizzano lungo tre direttrici:
o
o
rafforzamento delle imprese: innovazione di prodotto; marketing e politiche di marchio;
rete commerciale e distribuzione; competenze delle persone; infrastruttura tecnologica
aziendale;
consolidamento del contesto territoriale: l’attivazione di iniziative tese alla integrazione
impresa-fornitori, impresa–consumatori, impresa–distribuzione, impresa–società,
impresa-cultura, considerando le imprese un nodo all’interno di relazioni complesse (di
o
natura economica ma anche culturale), che la pongono in azioni di continua
interconnessione e negoziazione con altri soggetti, a loro volta produttivi (fornitori,
clienti, erogatori di servizi) o socio-culturali: costruttori del consenso e della diffusione
di idee, ma anche di significati e di conoscenze. Le imprese incontrano tuttora difficoltà
nell'assumere personale provvisto di competenze specializzate, e particolarmente acuta
è l'esigenza di disporre di una formazione di alta qualità che risponda alle esigenze del
nuovo profilo del settore. Non solo, ma dati i cambiamenti tecnologici verificatisi e la
modernizzazione dei processi produttivi, è necessario che anche la manodopera
esistente disponga di una migliore formazione che le consenta di aggiornare le sue
qualifiche e competenze e di adattarsi al nuovo contesto o ambiente di lavoro.
Un’ulteriore obiettivo è quello di sviluppare le competenze manageriali all’interno delle
aziende, per lo sviluppo della creatività e contemporaneamente per la conservazione di
competenze artigianali caratterizzanti i prodotti Made in Italy;
integrazione nel contesto globale: l’obiettivo principale è che l’internazionalizzazione
debba rappresentare la dimensione trasversale della struttura produttiva del distretto, il
fulcro intorno al quale modellare il futuro del territorio, allontanando la tentazione di
considerarla come un mezzo aggiuntivo, come un canale in più per migliorare
l’economia esistente. Al raggiungimento di questo obiettivo contribuiscono anche
sviluppo delle esportazioni, inteso sia dal punto di vista della crescita quantitativa,
ancora inadeguata rispetto al potenziale industriale della regione (nonché al livello di
valore aggiunto raggiunto), sia soprattutto per quanto concerne il riposizionamento
qualitativo dell’export regionale a vantaggio di produzione di fascia medio-alta ed a
maggiore intensità di conoscenza e di innovazione; e rafforzamento dei i tradizionali
mercati di sbocco, accrescere, cioè, la presenza nei paesi di recente ingresso nella
Unione Europea e in quelli a maggiore tasso di crescita che attualmente sono
rappresentanti dalla Russia e dai Paesi limitrofi, nonché da quelli del Mediterraneo e del
Medio Oriente ed intraprendere investimenti a lungo termine nelle grandi aree a forte
sviluppo.
Organismi di rappresentanza e di governance distrettuale
Il Comitato di Distretto, secondo quanto previsto dall’art. 5 comma 2 della Legge Regionale n.
23/2007, provvede a:
a. redigere e coordinare l’adozione di un Programma di Sviluppo del Distretto, ai sensi dell’art.
7 della Legge Regionale n. 23/2007 da presentare alla Giunta Regionale;
b. promuovere l’attuazione del Programma e l’utilizzo degli strumenti e delle risorse delle
politiche industriali comunitarie, nazionali e regionali;
c. esprimere proposte e pareri alla Giunta Regionale in materia di politica industriale regionale
di interesse per il Distretto;
d. organizzare ed effettuare procedure ed attività di monitoraggio delle diverse fasi di
realizzazione del Programma di sviluppo del Distretto;
e. convocare ogni sei mesi, ovvero quando lo si ritenga necessario, i rappresentanti delle
imprese, aziende ed enti che sottoscrivono il Programma di sviluppo del Distretto;
f. definire un Regolamento, da presentarsi alla Giunta Regionale unitamente al suddetto
Programma, che ha la finalità di stabilire le norme di funzionamento del Distretto ai fini di una
migliore funzionalità ed attività dello stesso in relazione ai sopraindicati compiti dello stesso
distretto;
g. eleggere un Presidente a maggioranza assoluta dei componenti al quale viene attribuita, ai
sensi dell’art. 6 della Legge Regionale n. 23/2007, la rappresentanza del Distretto, la vigilanza
sullo stato di attuazione del programma di sviluppo, i poteri convocazione del Comitato del
Distretto, la redazione annuale sullo stato di attuazione del Programma di Sviluppo e
quant’altro da definirsi con la definizione del Regolamento di cui al precedente comma f);
Presenza di centri servizio a supporto delle attività e delle strategie distrettuali
Moda Mediterranea Spa è stata costituita il 12 dicembre 2002, per iniziativa della Camera di
Commercio di Bari, allo scopo di assicurare funzioni di promozione e supporto al settore moda
della provincia di Bari e della Puglia La mission di Moda Mediterranea è ambiziosa e variegata.
Il suo conseguimento è reso possibile dalla quotidiana interazione fra gli importanti soci che
compongono l'azionariato della Spa. La finalità societaria di Moda Mediterranea è così
sintetizzabile:
- Cultura della qualità: migliorare la cultura d'impresa e promuovere il ricorso alla
certificazione di qualità dei processi produttivi e dei prodotti.
- Internazionalizzazione: favorire il processo di internazionalizzazione delle imprese.
- Marketing: effettuare studi, analisi di mercato, indagini campionarie, anche allo scopo di
acquisire dati e informazioni per l'analisi delle tendenze.
- Formazione, ricerca e sviluppo: elaborare e realizzare programmi di ricerca e attivare
percorsi specifici di istruzione e formazione, promovendo ogni utile coordinamento con
università, scuole e centri di formazione.
- Emersione d’immagine e strategie consortili: Favorire la collaborazione con le grandi maisons
del settore, il partenariato tra imprese anche di regioni differenti, promuovere il collegamento
in rete delle imprese e la creazione di marchi.
Moda Mediterranea Spa
Corso Cavour, 2
70121 Bari (presso la CCIAA di Bari
Tel. 0805289732 - 0802174302 - 080.5271981
Fax 0805243254
PROGETTI: ESEGUITI – IN FASE DI REALIZZAZIONE – PROPOSTI
L’attuale periodo di sviluppo del Distretto è caratterizzato dai processi di forte agglomerazione
con gli altri distretti pugliesi, in particolare, quelli dei settori orafo e tessile-abbigliamento, ai
fini della creazione di un unico Distretto – Distretto Produttivo ModaPuglia. Questo processo è
stato preceduto dalla formazione di alcuni elementi di base normativa, tra i quali è lecito
citare:
- in data 5 luglio 2007, il Comune di Barletta e Confindustria Bari hanno sottoscritto un
protocollo d’intesa per sviluppare un rapporto di ulteriore collaborazione per definire un
"Programma Strategico di Sviluppo del territorio di Barletta", da realizzarsi negli anni 20072011;
- in data 9 ottobre 2007 è stato sottoscritto il “Protocollo d’intesa tra Confindustria Bari e CGIL
CISL e UIL/Bari per migliorare la competitività del sistema industriale della provincia di Bari”
che in riferimento alle iniziative industriali relative alla promozione dei distretti pone, tra le
priorità, il settore della moda;
- la costituzione del Tavolo Tecnico per il settore tessile abbigliamento – calzaturiero con
determinazione del dirigente del settore Formazione Professionale della Regine Puglia n. 325
del 21 marzo 2007;
la stipula dell’Accordo organizzativo tra la Regione Puglia e l’Ufficio Scolastico regionale per la
realizzazione in Puglia di percorsi Istruzione e Formazione Tecnica Superiore nei settori tessile,
abbigliamento, moda e calzaturiero del 6 luglio 2007
Nel biennio 2005/07, in diversi istituti scolastici della provincia Barletta-Andria-Trani,
l’associazione Ecoistituto Puglia, ha realizzato un progetto di educazione ecologica, attraverso
la creazione di un laboratorio per la sostenibilità ecologica e socio-economica. Il progetto,
rivolto ai docenti, ragazzi e genitori era patrocinato:
- dalla Regione Puglia;
- dalla Direzione Scolastica Regionale;
- dalla Provincia di Bari;
- dal Comune di Barletta;
- dall’ABAP (Associazione Biologi Ambientalisti Pugliesi);
- dall’AGABAT (Associazione Giovani Architetti Barletta-Andria-Trani);
- dalla Commissione Cultura dell’Arcidiocesi Barletta, Trani, Bisceglie e Nazareth;
- dall’Associazione dei Presidi del Libro.
Si tratta di un progetto innovativo, ambizioso e complesso, che si collega alle normative - che
da circa 20 anni - chiedono al mondo della scuola di modificare i propri principi e strategie
verso un nuovo paradigma filosofico, scientifico, etico: passare cioè, dal meccanicismo
filosofico, dal riduzionismo scientifico e da una società fondata su un’etica antropocentrica ad
un approccio sistemico, ad un olismo scientifico ed un’etica biocentrica. In pratica accettare la
cosiddetta “sfida della complessità”. Il progetto vuole unire sinergicamente diverse correnti
ecologiche che da tempo connotano il panorama, molto variegato, della filosofia, sociologia ed
etica dell’ambiente: si vuol coniugare alcuni temi dell’ecologia sociale, alcune istanze
dell’ecofemminismo di Carolyn Merchant, dell’ecologia politica che vede, nel Giorgio Nebbia,
uno dei padri fondatori del movimento ecologico del nostro paese e dell’Ecologia profonda o
Deep Ecology, del filosofo norvegese Arnae Naess.
L’obiettivo è redigere un Piano di Azione Locale per rendere scuola e territorio più
ecocompatibili, cercando di ridurre impatti ed implementare “buone pratiche” ; nello stesso
tempo si cercherà di attivare quel processo di ecocoscientizzazione, di eco consapevolezza.
Attività promozionali e Attività pubbliche del Distretto
Il protocollo di intesa per la costituzione del Distretto produttivo turistico federiciano è stato
sottoscritto nel mese di marzo 2008 con i Comuni di Andria, Barletta, Canosa e Trani, oltre che
con associazioni sindacali, consorzi, aziende, enti di formazione e banche.
Il comparto agroalimentare e quello ambientale rappresentano per la sesta provincia pugliese
un importante e straordinario motivo di posizionamento non soltanto in virtù delle eccellenze
del territorio, della tipicizzazione delle produzioni e dell’alta specializzazione e vocazione di
alcune produzioni, ma anche e soprattutto nelle nuove frontiere del turismo enograstronomico,
rurale, sostenibile, consapevole e responsabile.
Finanziamenti per investimenti:
Le informazioni su eventuali bandi si possono consultare su
http://www.comune.barletta.ba.it/retecivica/bandi.htm