15 maggio 2016 - Scienze e Ricerche
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15 maggio 2016 - Scienze e Ricerche
ISSN 2283-5873 Scienze e Ricerche news SR SUPPLEMENTO AL N. 29, 15 MAGGIO 2016 Carlo Doglioni alla presidenza dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia Il Prof. Carlo Doglioni, ordinario di Geologia presso il Dipartimento di Scienze della Terra alla Sapienza Università di Roma, è il nuovo presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Nato a Feltre nel 1957, Carlo Doglioni è stato presidente del consiglio scientifico del Progetto Strategico Crosta Profonda (CROP) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e della Società Geologica Italiana, è autore della mappatura delle asimmetrie tettoniche globali e di un nuovo modello della geodinamica terrestre. È socio dell’Accademia Nazionale dei Lincei e dell’Accademia Nazionale delle Scienze. “Scienza e virgola”: otto incontri con autori di scienza organizzati dalla SISSA a Trieste È possibile raccontare la ricerca in modo nuovo, superando il classico modello in cui lo scienziato «divulga» il suo sapere al pubblico? Come tener conto dei rapporti sempre più complessi tra la scienza praticata e quella percepita dalla società? Come raggiungere una platea sempre più ampia senza banalizzare un processo complicato e non lineare come la ricerca scientifica? Per rispondere a queste domande, il Master in Comunicazione della Scienza “Franco Prattico” della SISSA - Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste organizza in questi giorni “Scienza e virgola”, una serie di otto incontri con autori di scienza aperti al pubblico e gratuiti. Frutto di un’attenta selezione tra più di 60 titoli proposti da tutti i principali editori, i libri scelti per questa iniziativa sono stati pubblicati di recente o sono in uscita quest’anno. Essi rappresentano uno spaccato molto qualificato del panorama italiano in materia di divulgazione scientifica. Non saranno delle semplici presentazioni di libri, ma vere conferenze sotto forma di dialoghi tra autori e giornalisti, ricercatori ed esperti di comunicazione della scienza. L’intento è quello di offrire al pubblico una mappa degli argomenti oggi più interessanti in campo scientifico, sanitario e ambientale, ma anche di mostrare come cambia la rappresentazione della ricerca e delle sue implicazioni e come cambiano i modi di raccontare la scienza al di fuori del mondo accademico. Gli otto libri selezionati sono quelli di Baroukh Assael (Il gene del diavolo. Le malattie genetiche, le loro metafore, il sogno e la paura di eliminarle, Bollati Boringhieri), Marco Malvaldi (L’infinito tra parentesi. Storia sentimentale della scienza da Omero a Borges, Rizzoli), Massimiano Bucchi (Per un pugno di idee. Storie di innovazioni che hanno cambiato la nostra vita, Bompiani), Angelo Guerraggio, Con la testa tra le nuvole? Il mestiere del matematico, il Mulino), Massimiano Bucchi (Per un pugno di idee. Storie di innovazioni che hanno cambiato la nostra vita, Bompiani), Carlo Alberto Redi e Manuela Monti (Storia di una cellula fantastica. Scienza, cultura e natura dell’uovo, Sironi), Alessandro Amato (Sotto i nostri piedi, Storie di terremoti, scienziati e ciarlatani, Codice Edizioni), Vincenzo Barone (Albert Einstein, Il costruttore di universi, Laterza) e Amedeo Balbi, già vincitore dell’ultima edizione del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica (Dove sono tutti quanti? Un viaggio tra stelle e pianeti alla ricerca della vita, Rizzoli). Lotta al cancro: dalla genomica all’attività clinica. L’Università di Verona in primo piano L’International cancer genome consortium, Icgc, riunito a New Orleans in occasione del recente congresso dell’American Association for Cancer research, ha annunciato che sarà attivata una nuova fase di attività del consorzio mondiale che collegherà la ricerca condotta in questi anni sull’analisi del genoma dei tumori all’attività clinica. Anche in questo caso l’Università di Verona giocherà un ruolo da protagonista all’interno del consorzio mondiale, come rappresentante dell’Italia di questa seconda fase del progetto. Referenti per il nostro paese saranno Giampaolo Tortora, direttore della Oncologia Medica e Aldo Scarpa, della Diagnostica molecolare dell’Anatomia patologica. Dal 2007, infatti, gli scienziati dell’Icgc sono al lavoro per costruire un database che, a oggi, comprende 25mila genomi di 50 diversi tipi di cancro. Collegando i dati, disponibili per ricercatori 1 NEWS | SCIENZE E RICERCHE • N. 29 • 15 MAGGIO 2016 di tutto il mondo, con informazioni di tipo clinico, il consorzio ha l’obiettivo di favorire prevenzione, diagnosi e prognosi della patologia. Obiettivi già in parte raggiunti cui a breve si aggiungerà il traguardo più importante, quello dell’avvio di studi clinici con i nuovi farmaci basandosi sui dati dei profili molecolari dei singoli pazienti, per l’individuazione e la validazione di terapie più efficaci e personalizzate per ciascun paziente. “A breve si aprirà la fase due della lotta mondiale al cancro condotta dagli scienziati che lavorano in centri e atenei di tutto il mondo sotto il cappello dell’Icgc - comenta Tortora- e noi siamo felici di essere ancora una volta tra i protagonisti del progetto. Grazie alla presenza di eccellenze in ambito di ricerca e clinica, Verona è stata identificata come capofila italiana del progetto mondiale che ha l’obiettivo della personalizzazione su base molecolare delle nuove terapie contro i tumori. Una notizia che ci rende orgogliosi e riconosce le eccellenze al lavoro tra l’università e l’Azienda ospedaliera universitaria integrata della città”. 22.04.2016 L’Università di Urbino Carlo Bo indaga l’influenza delle pubblicità sugli anziani L’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo e l’Universidade do Estado de Minas Gerais, in Brasile, dando seguito a un accordo di ricerca iniziato due anni fa, stanno approfondendo le strategie comunicative delle imprese verso gli anziani. Responsabile del team italiano è la professoressa Lella Mazzoli, docente di Sociologia della comunicazione e direttore del Laboratorio Ricerca Comunicazione Avanzata (LaRiCA) dell’Università Carlo Bo. “L’analisi che faremo a partire dalle similitudini o differenze tra Italia e Brasile - afferma Mazzoli - prenderà in esame spot e annunci pubblicitari trasmessi dalle maggiori emittenti televisive nazionali e pubblicati su alcuni dei più importanti 2 magazine. Da questo campione, utilizzando una serie di variabili, cercheremo di capire quale immaginario sugli anziani viene costruito dalla pubblicità”. Secondo i ricercatori delle due università, il target sta differenziando molto. La popolazione invecchia sempre più e sempre più rimane giovane nello stile. I prodotti tengono conto di questo? Dall’analisi delle pubblicità emerge non di rado come l’anziano sia trattato con ironia. “Da un lato - spiega Lella Mazzoli - per prodotti di alta qualità, è presentato come esempio di eleganza senza tempo. Dall’altro, lo stereotipo è quello della nonna che dà la paghetta al nipote per portare a cena la fidanzata; non troviamo mai il 65enne che vive attivamente la propria età allargata. Ci occuperemo quindi di tutto ciò attraverso discipline e approcci diversi: la comunicazione e il design”. Il progetto di cooperazione tra le due università prevede anche una ricerca comparativa sulle attività di comunicazione delle istituzioni museali e sul loro modo di fare social networking. Il ché comporterà lo studio delle attività di comunicazione dei musei italiani e, contestualmente, dell’ecosistema informativo della popolazione italiana, con particolare riferimento ai temi del patrimonio culturale. I dati della ricerca verranno presentati nel corso del Festival del Giornalismo Culturale che si svolgerà a Urbino e a Fano dal 14 al 16 ottobre. Finmeccanica e Politecnico di Milano insieme per dare impulso alla Open Innovation inmeccanica – Politecnico Innovation Hub sarà lo strumento per promuovere attività di collaborazione in ricerca, sviluppo, innovazione e formazione. L’intesa è stata siglata a Milano da Giovanni Azzone, rettore del Politecnico di Milano, e da Mauro Moretti, amministratore delegato e direttore generale di Finmeccanica. Nove le aree tecniche preliminari individuate su cui si concentrerà l’accordo: dal system engineering alle strutture e materiali avanzati, dalla robotica spaziale ai sistemi meccanici ed elettrici. Particolare attenzione sarà riservata anche allo sviluppo di iniziative congiunte nell’ambito dei maggiori programmi europei: da Horizon 2020 a Clean Sky 2. Il Politecnico di Milano affida un ruolo cruciale alle partnership strategiche con importanti aziende italiane e internazionali su tematiche di ricerca di interesse comune. L’obiettivo dell’Ateneo è orientare la sua ricerca di base all’integrazione in contesti applicativi di interesse industriale, oltre che creare osservatori congiunti sull’evoluzione tecnologica. Alle aree tecnologiche che fanno parte dell’accordo (fluido – aero dinamica; strutture e materiali strutturali e multifunzionali; sistemi meccanici ed elettrici; sistemi e componenti avionici; sistemi elettronici di guida, navigazione e controllo; ingegneria del software; system engineering; sensoristica ottica e acustica; robotica spaziale) si aggiunge un ambito di collaborazione relativo alla formazione manageriale e professionale. “L’orientamento delle imprese verso l’innovazione – ha sottolineato Mauro Moretti – è sempre più legato alla individuazione di fonti di conoscenza avanzate che solo il sistema di ricerca universitario può soddisfare e che sostengano le imprese nel mantenimento di una posizione competitiva sul mercato nazionale e internazionale. “L’accordo con Finmeccanica si inquadra in una strategia in cui il Politecnico di Milano vuole affiancarsi alle realtà industriali del Paese per collaborazioni di medio termine volte a creare un ambiente di ricerca sempre più permeabile tra le metodologie scientifiche accademiche e le esigenze e le tecnologie industriali – afferma Giovanni Azzone, rettore dell’Ateneo - In questa strategia Finmeccanica, che rappresenta un punto di riferimento internazionale di numerosi settori dell’ingegneria, e la sua volontà a investire in ricerca con il Politecnico di Milano, rappresentano una opportunità per l’innovazione, per i ricercatori di entrambe le istituzioni e soprattutto per l’attrattività del nostro Paese. Un comitato - guida sarà istitu- SCIENZE E RICERCHE • N. 29 • 15 MAGGIO 2016 | NEWS ito con funzioni di indirizzo strategico e di monitoraggio affinchè le volontà si trasformino in progettualità”. Particolare attenzione sarà anche dedicata alla partecipazione congiunta a bandi e programmi di ricerca a carattere regionale, nazionale e internazionale. In ambito europeo saranno sviluppate iniziative legate a programmi di ricerca quali Horizon 2020, il più importante programma di finanziamento per la ricerca e l’innovazione varato dall’Unione Europea, e Clean Sky 2, focalizzato alla riduzione dell’impatto ambientale dell’aviazione commerciale, che mira allo sviluppo eco–sostenibile del trasporto aereo. Gli ambiti della collaborazione tra Finmeccanica e l’ateneo milanese riguarderanno, oltre a progetti di ricerca tecnico scientifici, anche attività di progettazione, organizzazione ed erogazione di percorsi formativi. Presentati all’Istituto Superiore di Sanità i risultati del progetto Heartbeat per la prevenzione della morte improvvisa nei giovani Misurare le fonti di stress nei giovani collegate a problemi cardiaci: è questo l’obiettivo del progetto Heartbeat i cui risultati preliminari sono stati presentati a fine aprile, al convegno “Prevenzione della morte improvvisa nei giovani attraverso indagini elettrocardiografiche e dei livelli di stress. Promozione della Life Skills”. L’incontro, organizzato dal Reparto di Neuroscienze comportamentali dell’Istituto Superiore di Sanità, diretto da Enrico Alleva, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) e l’Istituto Nazionale Ricerca Cardiovascolare, si inserisce nell’ambito del progetto Heartbeat che prevede l’applicazione di un protocollo di screening cardiologico con ECG eseguito su ragazzi di età compresa tra i 16 ed i 18 anni, un’indagine per la misurazione dello stress nei giovani e un intervento nelle scuole sulle Life Skills per la promozione della salute. L’obiettivo fondamentale è quello di identificare i giovani affetti da anomalie cardiovascolari occulte, con conseguente modifica del loro stile di vita. Il progetto nasce dall’esigenza di ridurre i numeri ancora elevati della morte cardiaca improvvisa nei giovani, che può avvenire per anomalie cardiovascolari occulte o possibili fonti di stress collegate a problemi cardiaci. Nell’ambito del progetto sono stati anche proposti interventi di promozione della salute nelle scuole attraverso l’insegnamento delle competenze per la vita (Life Skills). Promuovere salute nella scuola significa, infatti, stimolare e sviluppare negli individui una maggiore responsabilità e consapevolezza circa i comportamenti corretti di salute. Nel 1993 l’OMS ha individuato, infatti, nelle Life Skills lo strumento privilegiato per la promozione della salute in ambito scolastico. E’ utile promuovere le Life Skills (o abilità sociali): autoconsapevolezza, empatia, gestione delle emozioni, senso critico, gestione dello stress, risoluzione dei problemi, decisioni, comunicazione efficace. Queste abilità offrono strumenti che permettano ai giovani di diventare protagonisti delle proprie scelte al fine di correggere le cattive abitudini o comportamenti a rischio di salute. Sono la Ca’ Foscari e l’Università di Salerno gli atenei più «attivi» nella ricerca L’università «generalista» più attiva nella ricerca in Italia è la Ca’ Foscari di Venezia, mentre a fondo classifica si incontrano Lecce, Campobasso e Catania: anche nel Mezzogiorno, però, non mancano gli atenei molto “produttivi”, tra i quali primeggia Salerno, mentre tra i politecnici Bari supera di un soffio quello di Torino. E’ questo - secondo Gianni Trovati sul Sole 24Ore - il quadro che emerge dai dati definitivi della nuova «VQR», la valutazione periodica sulla «qualità della ricerca», in base alla quale l’Agenzia Nazionale di Valuta- zione (l’Anvur) assegna i punteggi e il ministero distribuisce la quota di fondi statali assegnati alle università in base ai risultati nella ricerca e nella didattica. I dati, che riguardano la valutazione della ricerca nel periodo 2011-2014, si riferiscono al numero di «prodotti di ricerca» (monografie, articoli, brevetti e così via) inviati dagli atenei per la valutazione. Giusto per capire le dimensioni dell’impresa: l’agenzia si aspettava intorno ai 102mila «prodotti» e ne ha ricevuti circa 96mila, cioè il 94%, con un tasso adesione analogo a quello del primo ciclo: ora tocca ai 400 docenti e agli 11mila «revisori» passare al setaccio i prodotti, in vista dei risultati che secondo il calendario ufficiale dovrebbero arrivare a fine ottobre. Gli indicatori utilizzati - afferma Trovati - premiano gli atenei piccoli e specializzati su settori ad alta intensità di ricerca. È il caso, per esempio, delle università milanesi legate a San Raffaele e Humanitas, o degli istituti speciali come il Sant’Anna di Pisa, l’Imt di Lucca o l’Istituto universitario di studi superiori di Pavia. Tutte queste realtà hanno messo a disposizione dei valutatori il 100% dei prodotti attesi, il Politecnico di Bari si è fermato a un soffio (99,6%) superando di pochissimo lo Iulm di Milano (99,4%) e Ca’ Foscari (99,3%). Tra le università più grandi, il risultato più robusto è quello di Milano Bicocca (98,3%), che stacca la Statale (95,4%) e distanzia la Sapienza, in fondo alla graduatoria con un rapporto dell’86,4% fra prodotti ricevuti e attesi. L’ENI e il Politecnico di Torino rinnovano l’accordo quadro per progetti congiunti di ricerca e formazione Molte delle misure di politica energetica e ambientale dell’Unione Europea sono finalizzate a un progressivo abbattimento delle emissioni di gas a effetto serra, come ha dimostrato la ventunesima Conferenza sul clima COP21 giunta 3 NEWS | SCIENZE E RICERCHE • N. 29 • 15 MAGGIO 2016 al primo accordo universale sul clima, firmato venerdì scorso a New York da oltre 170 Paesi. E’ in questo contesto sche è stata rinnovata la collaborazione fra Eni e Politecnico di Torino per sviluppare il macrotema della crescita sostenibile del settore energetico. L’applicazione di tecnologie sempre più “intelligenti” ed ecosostenibili per l’esplorazione e la produzione dei giacimenti e la messa a punto di nuovi materiali, lo studio di processi a supporto delle energie rinnovabili e il monitoraggio ambientale sono alcuni dei filoni di ricerca che verranno condotti e che consentiranno di valutare e migliorare le performance dei processi aziendali e la loro integrazione nei territori di intervento. “Il Politecnico di Torino - ha commentato il rettore Marco Gilli dopo la firma dell’accordo - si sta accreditando a livello internazionale come uno dei poli di riferimento per la ricerca sui sistemi energetici, come testimonia anche la recente inaugurazione a Torino dell’Energy Center; è un ambito che richiede sempre di più un approccio interdisciplinare e il pieno coinvolgimento dei principali attori pubblici e privati del sistema socio-economico. La partnership con Eni si fonda su un consolidato rapporto di collaborazione e si propone di sviluppare un programma pluriennale di formazione e ricerca, focalizzato sulle applicazioni delle tecnologie più avanzate ai sistemi energetici, con il contributo sinergico e congiunto dei ricercatori dei due enti e l’attiva partecipazione degli studenti. Da parte sua Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, ha sottolineato che “la storia di Eni è fatta di ricerca e innovazione tecnologica per creare valore per il nostro futuro ed è per questo che, anche nell’attuale scenario petrolifero complesso, continuiamo ad investire in progetti di ricerca. La collaborazione con il Politecnico di Torino si inquadra in un rapporto di lungo termine che in questi anni ha portato ad importanti risultati. Eni continua a collaborare con i migliori centri di eccellenza italiani e stranieri e vuole, in questo modo, dare un segnale concreto ed un contributo al grande tema della transizione energetica”. 4 Costruita in Italia la nuova “Sentinella” europea della Terra lanciata dalla base europea di Kourou E’ stato lanciato a fine aprile dalla base europea di Kourou, nella Guyana francese, il razzo vettore russo Sojuz che ha portato nello spazio il “Sentinel 1B”, il satellite europeo di circa 2200 Kg di peso che osserverà la terra da un’altezza di circa 700 chilometri. Ad accompagnare “Sentinel” anche alcuni mini-satelliti universitari, tra cui quello italiano - e-st@r II - costruito dagli studenti del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale del Politecnico di Torino. La nuova “sentinella” europea della Terra è un satellite-radar dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), progettato ed integrato in Italia da Thales Alenia Space (joint venture tra Thales 67% e Finmeccanica 33%). Fa parte della famiglia Sentinel 1 del Programma di Osservazione della Terra Copernicus, coordinato dalla Commissione Europea. Thales Alenia Space, come primo contraente, è responsabile della progettazione, sviluppo, integrazione e test di questa costellazione orbitale, che include anche il satellite Sentinel-1A, lanciato nel 2014, e i Sentinel-1C e 1D, che saranno messi in orbita in seguito, a partire dal 2021. In orbita da due anni, il SentineI 1A ha già trasmesso una grande mole di dati per il monitoraggio ambientale e la risposta alle calamità naturali. Sentinel 1B, lavorando “in coppia” col primo, potrà localizzare più rapidamente le variazioni geo-climatiche delle aree osservate. Fornirà agli utenti immagini continue, giorno e notte, in tutte le condizioni meteorologiche. Darà un contributo importante nel controllo di foreste, montagne, vulcani e città, sull’inquinamento marino, e controllando i ghiacciai sull’articolo. I dati saranno raccolti per l’Italia dal Centro Spaziale di Matera, gestito da e-GEOS, un società costituita da FinmeccanicaTelespazio (80%) e Agenzia Spaziale Italiana (20%). Il successo del lancio del Sojuz è stato salutato da un lungo applauso anche dal Politecnico di Torino che ha inviato nello spazio l’e-St@r II, un satellite che fa seguito al primo, lanciato nel 2012. Il nuovo e-st@r-II è stato costruito secondo gli standard dei CubeSat, una classe di nano satelliti cubici delle dimensioni di 10 cm di lato e una massa di circa un chilogrammo. Queste caratteristiche permettono di ridurre molto i costi e i tempi di produzione, e di avvicinare anche le università allo sviluppo di satelliti come oggetti di ricerca e approfondimento formativo e tecnologico per gli studenti, ma le ricadute di questi progetti di ricerca si rivolgono a tutto il settore aerospaziale. Futuro Remoto 2016: bandito il concorso organizzato dalla Fondazione IdisCittà della Scienza e dalle università della Campania “Futuro Remoto”, la più antica manifestazione europea di diffusione della cultura scientifica, festeggia nel 2016 la sua XXX edizione. Quest’anno l’evento conclusivo si terrà dal 6 al 10 ottobre in Piazza del Plebiscito, a Napoli. L’evento è organizzato dalla Fondazione IdisCittà della Scienza in collaborazione con l’Università degli Studi di Napoli Federico II, la Seconda Università di Napoli, Università degli Studi L’Orientale e l’Università degli Studi di Napoli Parthenope, in partnership con tutti i principali centri di ricerca nazionali, le scuole e le associazioni campane. I temi centrali della manifestazione verteranno sull’idea del “costruire” in senso lato. Costruire con la ricerca per innovare il mondo della ricerca stessa ma anche il mondo della formazione e quello della produzione. Costruire è anche stabilire nuovi rapporti, ampliare le relazioni, far nascere esperienze, connettere realtà diverse e permettere scambi, cose che sono, anch’esse, favorite dal progresso delle scienze e delle tecnologie. Insomma, il “costruire” che si vuole rappresentare è il fare attivo dei quanti lavo- SCIENZE E RICERCHE • N. 29 • 15 MAGGIO 2016 | NEWS rano per un mondo nel quale tutti abbiano spazio per esprimersi e cercare la dimensione più adatta al proprio benessere, un mondo migliore e più giusto. Secondo il bando indetto dalla Fondazione Idis-Città della Scienza il concorso riguarda la progettazione e realizzazione di prodotti atti alla divulgazione di ricerche in corso su temi scientifici di attualità e che facciano riferimento alle nuove possibilità nuove offerte da tali ricerche sul piano dell’innovazione tecnologica e sociale. Il concorso è rivolto agli studenti, ai dottorandi, agli assegnisti di ricerca e ai ricercatori universitari di età non superiore ai 35 anni. È ammessa la partecipazione sia con prodotti ideati e realizzati individualmente sia con prodotti ideati e realizzati in cooperazione. In questo secondo caso, il lavoro deve essere presentato da un soggetto capofila. Il Movimento 5 Stelle sotto la lente della Scuola Normale di Pisa Si chiama “Scalable Democracy”: è il titolo del progetto, curato da Marco Deseriis, che si svolgerà presso l’Istituto di Scienze Umane e Sociali della Scuola Normale di Pisa nell’ambito delle borse Marie Curie (programma Horizon 2020 della Commissione Europea). Il programma esamina la recente ascesa in Europa di nuove forme di partecipazione politica in rete concentrandosi su alcuni partiti politici - come Podemos in Spagna, il Movimento 5 Stelle in Italia e il Partito Pirata in Germania - che incoraggiano la partecipazione diretta dei cittadini ai processi decisionali politici attraverso l’uso delle tecnologie di rete. In particolare, la ricerca analizza le affordance tecniche e gli usi sociali di una nuova generazione di software decisionali adottati da questi partiti per promuovere una nuova idea di democrazia basata sull’ibridazione di elementi propri della democrazia rappresentativa e della democrazia diretta. Responsabile scientifico del progetto è la prof.ssa Donatella Della Porta, preside dell’Istituto di Scienze Umane e Sociali. Il finanziamento è 180.277 euro per una durata di 2 anni. “Ping” e “Ok”. Festeggiato al CNR di Pisa il trentennale di Internet Dall’allora Cnuce del Consiglio nazionale delle ricerche, il 30 aprile del 1986, partì un semplice comandomessaggio: “Ping”. Da oltreoceano, precisamente da Roaring Creak in Pennsylvania, si rispose con un semplicissimo “Ok”. Così l’Italia si è collegata trent’anni fa ad Arpanet, la rete statunitense antesignana di Internet. Il collegamento avvenne a ‘ben’ 64KB tra la sede del Cnuce-Cnr, in via Santa Maria a Pisa, e quella di Telespazio, nella piana abruzzese del Fucino, rimbalzando attraverso il satellite Intelsat V, e da lì a Roaring Creek. Quella connessione stabilita con Arpanet, la prima in Italia, fu la quarta in Europa, dopo quelle stabilite in Inghilterra, Norvegia e Germania. Un anno dopo, l’Italia registrerà il primo dominio ufficiale con suffisso .it: ‘cnuce.cnr.it’. Il trentennale è stato festeggiato presso l’auditorium dell’Area della ricerca di Pisa del Cnr, con un programma ricco di interventi e conclusi con gli interventi del presidente del Consiglio, del ministro Giannini e del presidente del Cnr Massimo Inguscio. “Il Cnr è stato, è e resta un protagonista indiscusso nel campo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione”, ha affermato Inguscio. “Questo evento non è una semplice commemorazione ma anzi ci lancia verso il futuro. La stessa sinergia tra Cnr, Università e mondo industriale che portò alla nascita della Cep (la Calcolatrice elettronica pisana) e allo sviluppo dell’informatica pisana che oggi ricordiamo promette di essere vincente nelle nuove comunicazioni, che si baseranno sulle tecnologie quantistiche. Una flagship sulle tecnologie quantistiche è stata appena approvata dalla Commissione europea e l’Italia è pronta a ricoprire un ruolo da protagonista”. Ambiente: l’ENEA propone un’Agenzia nazionale per l’uso efficiente delle risorse Dar vita a un’Agenzia per l’uso efficiente delle risorse, sull’esempio di Paesi come Germania, Regno Unito, Stati Uniti e Giappone, per promuovere la transizione verso un’economia circolare, un modello virtuoso che potrebbe creare oltre 500 mila nuovi posti di lavoro a livello nazionale. La proposta è stata lanciata in occasione del convegno “L’Italia verso l’economia circolare. Gli strumenti operativi per una gestione efficiente delle risorse”, organizzato dall’ENEA, al quale hanno partecipato il sottosegretario del Ministero dell’Ambiente, Silvia Velo, il presidente della Commissione Industria del Senato, Massimo Mucchetti, il vice segretario generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Raffaele Tiscar, la responsabile Ambiente del Partito Democratico, Chiara Braga, e rappresentanti della Commissione europea e dell’UNEP (United Nations Environment Programme). L’economia circolare può generare importanti benefici per l’ambiente e il sistema produttivo, con particolare riferimento al settore manifatturiero dove si possono ottenere consistenti riduzioni dei costi di produzione tenuto conto che le materie prime incidono fino al 60% del prezzo finale dei prodotti. La Commissione europea stima che l’eco-progettazione, la riduzione della produzione di rifiuti e il loro riutilizzo, possono generare risparmi pari a 600 miliardi di euro per le imprese (l’8% del fatturato annuo) e ridurre le emissioni di gas serra di 450 milioni di tonnellatel’anno. E secondo un recente studio, in Italia la piena implementazione dei principi dell’economia circolare lungo l’intera catena del valore – che comprende progettazione, produzione, uso e gestione del fine vita dei prodotti – potrebbe creare 541 mila nuovi posti di lavoro a fronte di soli 35 mila in uno scenario business as usual. “La transizione verso un’economia 5 NEWS | SCIENZE E RICERCHE • N. 29 • 15 MAGGIO 2016 circolare è fondamentale e la creazione di un’Agenzia per l’uso efficiente delle risorse consentirebbe di rendere disponibili,attraverso un approccio sistemico, tecnologie e metodologie per una gestione eco-efficiente delle risorse e di fornire supporto diretto alla PA, alle imprese, in particolare alle PMI, e alle filiere produttive”, ha sottolineato il presidente dell’ENEA, Federico Testa. “L’ENEA, con le sue strutture e competenze di Agenzia nazionale per l’energia, le nuove tecnologie e lo sviluppo economico sostenibile, potrebbe svolgere con efficacia questo ruolo – ha aggiunto Testa – Ciò garantirebbe un’immediata operatività, grazie alla disponibilità di professionalità consolidate, di una rete di collegamenti nazionali e internazionali e delle infrastrutture logistiche e informatiche di eccellenza dei nostri centri di ricerca”. Sull’economia circolare Bruxelles sta investendo molto, con un programma di ricerca da 650 milioni di euro “Industria 2020 ed economia circolare” e il pacchetto di misure varato lo scorso dicembre che fissa nuovi target di riduzione dei rifiuti al 2030 (riciclaggio del 65% di rifiuti urbani e del 75% di imballaggi, con un limite massimo di smaltimento in discarica del 10%) e promuove il riuso, lo scambio dirisorse tra le industrie – la cosiddetta simbiosi industriale – e gli incentivi economici per prodotti verdi e riciclabili. L’Istituto Superiore di Sanità studia la ricaduta dei nanomateriali sulla sicurezza degli alimenti e la salute dei consumatori I nanomateriali, cioè i materiali “ingegnerizzati” costituiti da particelle dalle dimensioni piccolissime, nell’ordine di qualche milionesimo di millimetro, trovano applicazione nei campi più disparati, dalla medicina ai cosmetici, all’abbigliamento e in tutti gli ambiti produttivi, con il settore alimentare 6 in prima fila. Qui in particolare, ne è proposto l’impiego sia nella produzione agricola (ad esempio nei pesticidi o nei mangimi), che negli alimenti stessi (ad esempio negli additivi), come pure nei materiali a contatto col cibo. Con la pubblicazione del nuovo regolamento sui novel food (UE 2015/2283), che entrerà in vigore dal primo gennaio 2018, i nanomateriali ingegnerizzati sono esplicitamente contemplati nelle categorie di ingredienti alimentari disciplinate. Ciò richiederà una preventiva valutazione sulla loro sicurezza da parte dell’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare. Due aspetti sono meritevoli di attenzione: l’inclusione dei nanomateriali fra i novel food - cioè fra gli ingredienti alimentari per i quali non esiste al momento un consumo abituale - e la necessità di metodi aggiornati per valutare gli aspetti di sicurezza specificatamente legati alla dimensione nano, ad esempio, un diverso assorbimento da parte dell’organismo. E’ a partire da questo contesto che si è svolto all’Istituto Superiore di Sanità nei giorni scorsi il secondo Convegno Nazionale Nanotecnologie e Nanomateriali nel Settore Alimentare e loro Valutazione di Sicurezza. Da anni, infatti, il Dipartimento di Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare dell’ISS è impegnato nella valutazione delle ricadute dell’impiego di nanomateriali sulla sicurezza degli alimenti e la salute dei consumatori: dalla partecipazione all’attività di sviluppo di metodi analitici promossa dalla Commissione Europea, alla valutazione del rischio in sede EFSA (NanoNet- work), ai progetti di nanotossicologia europei (Nanogenotox, NANoREG) e nazionali. I nanomateriali traggono dalle loro dimensioni estremamente ridotte proprietà fisiche importanti - talvolta uniche - che possono essere trasmesse al materiale a cui vengono applicati (ad esempio la rigidità, l’elasticità, la fluorescenza e così via). Energia: dai laboratori ENEA un cavo superconduttore da record Prestazioni da record del nuovo cavo superconduttore progettato dall’ENEA per DEMO, il reattore che – una volta dimostrata fattibilità e convenienza della fusione nucleare – produrrà energia elettrica. La geometria rettangolare del nuovo cavo superconduttore consente di distribuire gli enormi carichi elettromagnetici in modo da evitare il fenomeno della “degradazione” delle prestazioni. Il test sulle caratteristiche elettromagnetiche del superconduttore è stato effettuato in Svizzera nei laboratori dello Swiss Plasma Center (SPC), che ha anche collaborato alla manifattura di una parte del campione, al trattamento termico e all’installazione della strumentazione. “Con questo test – spiega Antonio della Corte, ENEA Superconductivity Group Leader - abbiamo dimostrato di poter progettare in maniera affidabile cavi superconduttori di alta potenza con le caratteristiche ‘estreme’ richieste da progetti come DEMO”. ISSN 2283-5873 Scienze e Ricerche News Rivista bimensile supplemento al n. 29 di Scienze e Ricerche, 15 febbraio 2016 Scienze e Ricerche Sede legale: Via Giuseppe Rosso 1/a, 00136 Roma Registrazione presso il Tribunale di Roma n. 19/2015 del 2/2/2015 Gestione editoriale: Agra Editrice Srl, Roma Direttore responsabile: Giancarlo Dosi www.scienze-ricerche.it [email protected]