Per amore mio - Il Castello del Tempo

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Per amore mio - Il Castello del Tempo
Per amore mio
Storia completa
Cap.1....................................................................................................................................................2
Cap.2....................................................................................................................................................5
Cap. 3.................................................................................................................................................10
Cap. 4.................................................................................................................................................14
Cap. 5.................................................................................................................................................18
Cap. 7.................................................................................................................................................26
Cap. 8.................................................................................................................................................29
Cap. 9.................................................................................................................................................33
Cap. 10...............................................................................................................................................38
Cap. 11...............................................................................................................................................41
Cap. 12...............................................................................................................................................45
Cap. 13...............................................................................................................................................48
Cap. 14...............................................................................................................................................53
Cap. 15...............................................................................................................................................58
Cap. 16...............................................................................................................................................62
Cap. 17...............................................................................................................................................66
Cap. 18...............................................................................................................................................70
Cap. 19...............................................................................................................................................74
Cap. 20...............................................................................................................................................78
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Cap.1
Servizi sociali.
Harry non aveva mai immaginato che persino nel mondo dei maghi esistessero.
Eppure quella era la prova: guardò la testa bionda di M alfoy al tavolo di Serpeverde. M angiava a
testa bassa, senza parlare con nessuno.
Da quando era stato trovato ed arrestato era passato poco più di un mese. Essendo minorenne erano
intervenuti i servizi sociale ed invece di sbatterlo ad Azkaban con suo padre lo avevano rispedito ad
Hogwarts, a finire la scuola.
Harry aveva scoperto allora che il compleanno del suo eterno rivale era appena un paio di mesi
prima del suo. M alfoy avrebbe terminato la scuola e dato gli esami, poi avrebbe subito un processo
regolare per la sua partecipazione all’omicidio di Silente.
Al pensiero del vecchio preside gli si strinse il cuore. Gettò lo sguardo al tavolo dei professori. La
M cGranitt aveva un’espressione inacidita e fulminava con lo sguardo il delegato del ministero che
sostituiva Silente fino alla nuova nomina.
Una risata lo distolse dai suoi cupi pensieri.
Ginny ed Hermione stavano confabulando e Ron le ascoltava, rosso fino alla punta delle orecchie.
La piccola di casa Weasley si accorse del suo sguardo e lo fulminò, mettendogli il muso. Hermione
si girò verso di lui, guardandolo malissimo e rigirandosi subito, ruotando il busto per dargli le
spalle.
Ron, a testa china, fingeva che lui non esistesse.
Era da quando Hermione aveva beccato, quell’estate, il suo ragazzo ed il loro migliore amico che si
rotolavano tra le lenzuola, alla Tana, che il loro rapporto aveva preso quella piega.
Ron aveva scaricato tutta la colpa su Harry, tranne poi chiedergli scusa e giustificarsi che non
poteva perdere la ragazza e guadagnarsi l’odio della sorella e forse della madre, tutte in una volta.
Ginny l’aveva lasciato seduta stante, appena Hermione le aveva detto che i loro ragazzi se la
spassavano un po’ troppo per i fatti propri.
Ed ora, Harry aveva bisogno di una valvola di sfogo.
In fondo lui e Ron non si erano mai giurati eterno amore, avevano le loro ragazze e Ron era
innamorato di Hermione, si limitavano a qualche ‘innocente evasione’ insieme, ma il concetto
sembrava incredibilmente ostico per la strega più brillante della loro età.
Harry tornò a fissare M alfoy, che in quel momento si vedeva sottrarre dalla mano una lettera appena
giunta via gufo da un Auror. L’uomo controllò la lettera e solo dopo la consegnò al ragazzo.
M alfoy era palesemente offeso ed umiliato e la cosa fece provare una strana eccitazione ad Harry.
Hogwards era discretamente sorvegliata dagli Auror da quando M alfoy era stato ritrovato.
Pattugliavano i corridoi mentre i ragazzi erano a lezione e perlustravano la Foresta Proibita con
regolarità. Pranzavano e cenavano in Sala Grande con loro, ma non davano un reale disturbo.
L’unico che risentiva della loro presenza era M alfoy, che non poteva neppure ricevere una lettera
senza che uno di loro piombasse su di lui come un falco.
M alfoy lasciò la Sala con la sua lettera stretta in pugno ed Harry seguì i suoi passi finché scomparve
oltre la porta.
La sera in cui era arrivato aveva un occhio pesto e zoppicava. Non dovevano esserci andai leggeri
con lui. M adama Chips lo aveva riassestato in un paio di giorni, ma aveva sempre quell’aria un po’
spaventata, e le spalle curve, la testa bassa... nulla pareva rimasto di quell’atteggiamento sfrontato
che Harry aveva sempre conosciuto e che identificava un po’ come un marchio di famiglia.
Chissà se erano stati solo gli Auror a malmenarlo o se ci aveva pensato anche il suo Signore? Harry
sentì un certo formicolio alle parti basse pensando a M alfoy usato come bambola gonfiabile da
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Voldemort... Non era male come pensiero da tenere da parte e consumare più tardi, per farsi una
sega.
M a per quanto lo ritenesse adeguato per le ore notturne, il pensiero molesto gli propose rapidamente
una serie di immagini piuttosto chiare e dettagliate, che richiesero, da parte sua, la ricerca del bagno
più vicino, ove poter, ‘dare una mano’ alla sua mente per liberarsi della nitida visione di un
bellissimo Draco M alfoy nudo e sconvolto dal piacere.
Un Draco M alfoy nudo e, possibilmente, lobotomizzato, che sapeva solo gemere ed usare quella
bella bocca per cose oltremodo stimolanti.... Harry grugnì schizzando poderosamente e
maledicendo il nome di M alfoy per essere così dannatamente eccitante e così poco disponibile.
Draco osservava il cielo da una finestra del piano terra. Gli erano state tolte la bacchetta e la scopa,
partecipava solo alle lezioni teoriche e mai a quelle pratiche, non poteva giocare a quidditch e
nemmeno volare perché temevano che scappasse. Non poteva allontanarsi dal dormitorio se non per
i pasti, le lezioni e lo studio in biblioteca e non poteva aggirarsi per i corridoi dove non ci fossero
aule dei corsi che frequentava ed ora non poteva neppure ricevere una lettera da sua madre.
Blaise gli arrivò alle spalle, spaventandolo, ma lo abbracciò subito cullandolo per confortarlo.
-Non rischiare di farti vedere con me, Blaise-Sei il mio migliore amico, Draco. Non posso lasciarti solo quando ti vedo stare così male!Draco gli sorrise, ma lo allontanò un po’. -Non rovinarti la reputazione facendoti vedere con meZabini sospirò. -Ci vediamo dopo in Comune?Draco annuì, accarezzandogli una guancia ed allungando un po’ il collo per dargli un bacio leggero
esattamente sull’angolo della bocca. Un po’ più a destra e sarebbe stato un bacio sulla guancia. Un
po’ più a sinistra e gli avrebbe baciato le labbra.
Spettava a Blaise decidere da che parte inclinare il viso, ma lui non lo faceva mai.
Draco sospirò mentre l’unico vero amico che aveva si allontanava. Avrebbe voluto che diventasse
più di un amico, ma Zabini non mostrava particolare interesse per quel genere di relazioni umane.
Draco sentì un discreto desiderio di essere toccato in un modo un po’ diverso che un abbraccio da
quel bel ragazzo che popolava i suoi sogni da tempo. Forse era colpa del recente contatto fisico, del
buon profumo di mandorle e caramello di Zabini.
Sorrise mestamente alla sua immagine vagamente riflessa dal vetro: era abbastanza pietoso pensare
che sbavava sul suo migliore amico da tempo e non riusciva neppure a dirglielo.
Draco liberò la mente e cercò di racimolare qualche pensiero nell’aria. Era un buon legillimans e
nessuno ne era al corrente, quindi poteva concedersi quell’unica libertà.
Avrebbe voluto conoscere i pensieri di Blaise, ma non aveva il coraggio di frugare nella sua mente,
per scoprire, magari, che aveva pena di lui, così scrutava in alto, senza cercare di identificare i
pensatori che spiava e percepì un distinto gemito di piacere.
Non era un gemito ‘sonoro’, proveniva da un pensiero dotato di un incredibile audio e si mosse in
quella direzione. Scovò il pensiero e vi si addentrò. Non c’erano camere, letti, era tutto bianco e,
sospeso come nel nulla... lui.
Draco trasalì. Qualcuno stava facendo pensieri erotici su di lui.
Subito, istintivamente, la sua mente si ritrasse, ma poi, come attratto irresistibilmente, si avvicinò di
nuovo.
Non poteva essere lui. Quella creatura così bella e perfetta che gemeva e si contorceva e veniva non
poteva essere lui.
Draco interruppe il contatto, sconvolto ed eccitato. Non c’era nessuno nella visione, solo lui, ma un
‘lui’ diverso: bello, con gli occhi caldi, non il piccolo meschino, infimo codardo che aveva scoperto
di essere.
Cercò di nuovo quel pensiero, ma non lo ritrovò da nessuna parte. Voleva sapere a chi apparteneva.
Chi lo vedeva a quel modo? Chi lo desiderava a quel modo?
Voleva saperlo.
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Le lezioni del pomeriggio lo distrassero da quel pensiero e gli donarono nuova, gratuita amarezza. Il
nuovo insegnante di pozioni non era neppure lontanamente paragonabile a Piton, ancora latitante ed
aveva una particolare antipatia per Draco.
Il Serpeverde si era ritrovato, da primo della classe, ad essere uno degli ultimi. Non che il
professore gli togliesse punti o gli desse brutti voti, no, peggio: lo ignorava totalmente. Così Draco
si ritrovava a non avere voti e non poter dimostrare le sue doti di pozionista, emarginato e
totalmente tagliato fuori.
Quel giorno, quando erano stati distribuiti gli ingredienti per la pozione da preparare, per lui non ce
n’erano più. Semplicemente, quando l’insegnante aveva preparato le dosi, si era dimenticato di
contarlo. Draco era uscito sbattendo la porta ed era incappato in un Auror che l’aveva afferrato
malamente per una spalla e l’aveva risbattuto in classe chiedendo se ci fossero problemi.
Il professore aveva detto che la presenza di M alfoy non era necessaria in classe e che l’Auror
poteva anche portarlo alla lezione successiva. Solo che l’aula in cui avrebbe dovuto andare un’ora e
mezza dopo era occupata da petulanti Tassorosso del secondo anno, che erano rabbrividiti al solo
vederlo, così era stato ricondotto al suo dormitorio, col monito di non uscirne fino alla lezione
successiva.
Draco si era chiuso in camera sua. Una specie di sgabuzzino riservatogli per non farlo dormire con
gli altri... come fosse stato un appestato!
Solo Blaise andava a trovarlo in quella stanza e qualche volta Pansy. Tiger e Goyle solo se erano
invitati.
Draco si buttò sul letto e, fregandosene di ogni buon principio ‘M alfoy’ insegnatogli da suo padre,
pianse.
Piangendo era sopraggiunto un torpore pesante e molesto, da cui uscì con una terribile emicrania. Si
guardò allo specchio cercando di capire se fosse il caso di andare a lezione o no.
Decisamente no.
Aveva gli occhi gonfi e tutto il viso arrossato. I capelli erano arruffati e decisamente troppo lunghi
per i suoi gusti, cielo! Sembrava la versione slavata di Potter!
Gli occhi erano due acquemarine limpidissime perse nella lava di un vulcano. Era rosso come un
Weasley! Il naso era uno schifo! La bocca era contratta in una di quelle espressioni ridicole che
faceva ogni tanto Lenticchia.
Si sedette sul letto e ricominciò a piangere.
Verso sera qualcuno bussò alla sua porta.
Era Blaise.
Si era riaddormentato ed il mal di testa era insopportabile. Aveva la gola secca ed il naso arrossato
da quante volte l’aveva soffiato.
-Draco!Blaise gli sedette accanto e lo abbracciò.
Il conforto di un momento, ma pur sempre conforto. Draco gli si attaccò come se avesse preso
lezioni per tutto il giorno dalla piovra gigante e strusciò la fronte sulla sua spalla, inalando quel
profumo che gli piaceva tanto, desiderando ardentemente baciarlo.
-Se ti do una bella notizia, ti tiri un po’ su?- Gli chiese comprensivo come sempre il suo migliore
amico.
Draco non staccò la testa dalla sua spalla, ma si girò in modo da poterlo guardare in viso e gli
sorrise, annuendo debolmente.
-Sai che sei uno spettacolo?!- Lo prese in giro Zabini, per allentare un po’ la tensione che provava
nel dovergli dare la notizia per lui così importante.
-Non prendermi in giro!- Sorrise più apertamente Draco, passandosi una mano sugli occhi che
bruciavano fastidiosamente.
-No, no! Sei davvero affascinante, così!-Piantala!- Finalmente rise.
Blaise si schiarì la voce e si inumidì le labbra, arrossendo vagamente e sorridendo felice.
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Draco seguì attentamente i piccoli movimenti della lingua sulle labbra, desiderandola nella sua
bocca.
-Pansy e io ci siamo messi insieme!Draco scatto, allontanandosi da lui come se scottasse.
-Tu e Pansy?-Si, Draco! Ci pensi? Non ci avevo mai neppure provato con lei, perché era la tua ragazza! Anche se
sapevo che il vostro era un fidanzamento combinato e che non eravate innamorati, però...- sorrise
raggiante, felice. -Draco, sono innamorato pazzo di lei!-Tu e Pansy- ripeté con un filo di voce, stirando le labbra in un sorriso forzato e perdendo il fuoco
su di lui, gli occhi di nuovo pieni di lacrime.
-Draco? Qualcosa non va?- Gli chiese subito Zabini, preoccupato.
-No! No, che stai dicendo? Cosa ci fai ancora qui? Va da Pansy! Cielo! Io... Io.. sono felice per voi,
Blaise! Sono davvero felice per voi!- Fece appena in tempo a spingere un Blaise per nulla convinto
e preoccupato fuori dalla porta, prima di scoppiare di nuovo a piangere.
Chiuse la porta a chiave e guardò, tra le lacrime, ogni oggetto di quella stanza. Possibile che non ci
fosse nulla di utile? Possibile che non ci fosse nulla con cui un uomo potesse decidere di farla
finita?
Si trascinò fino al letto e ci si buttò sopra, pregando di poter morire.
E mentre scivolava di nuovo nel sonno, captò di nuovo un pensiero vagante.
Non stava usando il suo potere e pensò che fosse solo la sua fantasia, ma non lo era. Era un pensiero
forte e per un attimo pensò di riuscire ad individuarne il proprietario.
Era di nuovo lui l’oggetto di quel pensiero, di nuovo nello spazio vuoto e bianco e... cielo!
-Si!- Gemette Draco, eccitato, desiderando fondersi col se stesso del mondo onirico.
Chiunque lo stasse pensando, stava pensando di scoparlo e... si, era decisamente un uomo! Lo
masturbava e lo possedeva, ma perché non si vedeva? Perché il suo sognatore non si immaginava
con l’oggetto dei suoi desideri?
-Chi sei?- Chiese all’aria intorno a sé, mentre nella fantasia dell’altro veniva gemendo, con
un’espressione così bella. Vuota, ma soddisfatta.
Draco si slacciò velocemente cintura e pantaloni, infilandoci una mano ed iniziando a masturbarsi
rudemente.
Voleva diventare come quella creatura che si contorceva nella passione.
Voleva riconoscersi in quel viso sereno, in quel corpo che dava e provava piacere.
C’era qualcuno, ad Hogwards, un ragazzo, che doveva avere almeno una cotta per lui e, fosse stato
anche l’ultimo Tassorosso mezzosangue, lo avrebbe trovato e gli avrebbe regalato il suo cuore!
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Iniziai a scrivere questa fic prima dell'uscita del sesto libro. Ignoravo, quindi, che i maghi
raggiungessero la maggiore età a 17 anni. Tutta la fic è, per tanto, da leggersi in attesa del
diciottesimo compleanno di Draco con il conseguente raggiungimento della maggiore età in tal data.
Cap.2
Draco aspettò che i ragazzi più piccoli andassero a letto per chiamare Pansy in disparte. Per molti
dei ragazzi più grandi di Serpeverde lui era una specie di eroe, il M angiamorte più giovane di cui si
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sapesse. Condividevano le convinzioni dei loro genitori e lo approvavano in silenzio, ma per i più
piccoli e quelli che non lo conoscevano, era solo un criminale ed avevano paura.
Pansy lo seguì su una poltrona in disparte e Draco le fece gli auguri per il suo nuovo rapporto con
Blaise e poi le chiese il suo prezioso aiuto per ‘darsi una sistemata’.
Pansy fu ben lieta di aiutarlo. Lo abbracciò, baciandolo sulla guancia. Suo padre aveva rotto il
fidanzamento combinato mentre Draco era latitante ed a loro era rimasta una bella amicizia che
infastidiva notevolmente il signor Parkinson.
Così li trovò Blaise, finito di mettere a letto i più giovani e li strinse entrambi in un abbraccio,
baciando la sua ragazza.
Draco sentì il cuore accelerare, avrebbe dato qualunque cifra perché Blaise baciasse lui al posto di
Pansy.
-Draco mi ha chiesto di aiutarlo...- spiegò lei, raggiante, mentre estraeva la bacchetta.
Lo fece sedere e, con pochi, rapidi colpi di bacchetta, i capelli di Draco furono perfettamente in
ordine: tagliati e lucidi come se non li avesse mai trascurati.
Draco sospirò di piacere. Quanto avrebbe voluto avere la sua bacchetta invece di dover chiedere
aiuto a Pansy!
-Grazie, piccola! Va molto meglio così!- Disse passandosi le dita tra i capelli con evidente piacere.
Pansy e Blaise gli sorrisero.
-Credici, Draco: siamo contenti di vedere che hai voglia di ricominciare- Pansy lo abbracciò di
nuovo e si scambiarono un bacio lieve sulle labbra.
Blaise non era geloso del loro affetto, anzi. Si sedette sul bracciolo della sedia e cominciò ad
accarezzare la nuca di Draco.
Il biondo trasalì, arrossendo e Pansy rise di cuore riconoscendo il suo imbarazzo.
-Certe cose, falle alla tua ragazza, cretino!- Lo apostrofò Draco, cercando di mascherare il proprio
stato.
Blaise scoppiò a ridere a sua volta e prese di peso Pansy in braccio, baciandola appassionatamente.
Draco si impose di guardarli con un sorriso sempre più tirato. Blaise era felice e lui doveva esserlo
di conseguenza.
Per tutto il giorno aveva cercato di captare i pensieri del suo misterioso ammiratore, ma senza
trovarne traccia.
Aveva deciso di ridarsi un contegno per lui, chiunque fosse. Per attrarlo ancora di più e sedurlo,
stavolta volontariamente.
M entre si spalmava l’unguento che Pansy gli aveva dato per curare la pelle screpolata del viso,
un’immagine attraversò di nuovo la sua mente.
Gemette in risposta ai sospiri del suo alter ego che stava offrendo uno spettacolo quanto meno
delizioso al suo osservatore invisibile.
Draco resistette un istante, poi infilò la mano nei pantaloni e cominciò ad accarezzarsi. La mano era
scivolosa e fresca per la lozione che stava usando e lo fece sussultare.
Il suo uomo lo stava osservando, si stava eccitando... probabilmente si stava toccando
immaginandolo a quel modo e per lui la consapevolezza era un afrodisiaco incontenibile.
Quel biondo malizioso che si masturbava lentamente, con gli occhi innocenti e gemeva languido
accarezzandosi l’erezione così esposta tra le sue gambe divaricate era li per ‘lui’. Anche Draco
voleva fare altrettanto.
Il ragazzo della visione venne con un piccolo grido e si stese a terra, guardando negli occhi il suo
spettatore, sorridendogli, con un braccio mollemente ripiegato accanto al viso e la mano con cui si
era masturbato ancora intorno al suo pene ormai sgonfio. Con un movimento pigro e dei piccoli
gemiti cambiò posizione, in modo da poter raggiungere più agilmente il suo fondoschiena con la
mano bagnata di sperma.
Quando cominciò ad inserire le dita nel suo corpo, gemendo e contorcendosi, Draco venne.
La visione si interruppe di colpo e Draco gemette di frustrazione. Voleva vederlo. Voleva vedere lo
spettatore invisibile che il se stesso della fantasia aveva guardato in viso.
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Si fissò la mano, dove la lozione e lo sperma si mischiavano ed arrossì al pensiero improvviso di
emulare la visione.
Si lavò nel piccolo bagno a lui riservato e, finalmente nudo davanti allo specchio, prese un altro po’
di lozione sulle dita. Di sicuro non era un lubrificante ordinario.
Guardò indeciso la sostanza trasparente nella sua mano e ripeté la posizione che aveva visto.
Piuttosto rigido infilò la prima falange dell’indice, scoprendo che non era fastidiosa.
Spinse un po’ di più ed iniziò a trovare l’intrusione molesta.
Aggrottò le sopracciglia. Lui era gay. Era innamorato di Blaise. Sarebbe sicuramente finito con un
uomo, prima o poi... ma per quanto trovasse magnifica l’idea del suo amante che lo riempiva di sé e
lo amava... quel passaggio lo terrorizzava.
-Vigliacco- si disse amaramente, distogliendo gli occhi dalla sua immagine nello specchio e
tornando in piedi.
Si sentiva sciocco e spense la luce, vestendosi al buio per non vedere il suo riflesso arrossato nello
specchio e si infilò a letto. Voleva che la sua prima volta fosse con qualcuno che amava sul serio...
voleva essere amato e coccolato... e si rendeva conto di essere terribilmente ridicolo. Era un
M angiamorte marchiato e, praticamente, già condannato e si permetteva di fantasticare di un amore
romantico... probabilmente ad Azkaban c’erano un sacco di carcerati che non vedevano l’ora di
potergli spaccare il culo e prima di allora non aveva certo molte possibilità di trovare qualcuno con
cui iniziare una romantica storia d’amore.
Si rigirò nel letto, la sua unica possibilità era trovare il suo misterioso amante.... doveva essere un
mago potente per riuscire a far cogliere i suoi pensieri così nitidamente... Draco si augurò che
nessun altro li cogliesse! Si sarebbe vergognato infinitamente! Se non altro, comunque, ciò
escludeva M astro Gazza, si consolò ridacchiando. Oppure doveva essere qualcuno di molto vicino...
un Serpeverde! M a chi? Non Blaise, purtroppo...
Il giorno successivo, Theodor Nott rientrò in Comune decisamente di pessimo umore. Aveva un
labbro spaccato ed un vistoso livido sullo zigomo destro.
-Theo! Cos’è successo?- Gli andò subito incontro Blaise, preoccupato.
-Sono stati quei maledetti Grifondoro!- Rispose per lui M illicent, che lo accompagnava, inviperita.
-Chi? Perché?- Chiese subito Pansy, preparandogli una sedia.
-Per Draco!- Iniziò la ragazza.
-Piantala, M illy!- La zittì lui. -Abbiamo avuto delle divergenze d’opinione, tutto qui- si alzò dalla
sedia e si diresse al dormitorio.
Draco, intanto, lo fissava con sguardo interrogativo e Theodor arrossì, affrettando il passo.
Draco non aveva avuto grandi rapporti con Nott negli ultimi due anni. Theo non era esattamente un
ragazzo espansivo e sembrava trovarsi più a suo agio con la Bulstrode che con lui e con gli altri.
-Cos’è successo, M illy?- Insistette Pansy, quando la porta della camera si chiuse dietro a Nott.
La ragazza sospirò. -Seamus e Finniga hanno fatto un paio di battutacce su Draco e Theo non ci ha
più visto. Tutto quiDraco, dopo aver ascoltato attentamente, salì i gradini che portavano alle camere, due a due ed entrò
senza neppure bussare.
Nott trasalì trovandoselo in camera.
-Theo, non devi difendermi. Non voglio che succeda un’altra volta!Nott arrossì, fissando il pavimento.
-Perché lo hai fatto, Theo?-Non volevo che parlassero a quel modo di te-Grazie..-Draco!- Nott lo fissò con gli occhi lucidi. -Draco, io... - le parole però non volevano uscire.
‘Oppure doveva essere qualcuno di molto vicino’... il cuore di Draco perse un battito. Possibile che
fosse Theodor? Gli si avvicinò ed il ragazzo trasalì di nuovo. Gli sfiorò gentilmente il labbro gonfio.
-Deve farti male...Nott annuì, il respiro pesante.
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Draco puntò gli occhi nei suoi e non ebbe dubbi: quel ragazzo era innamorato di lui. Non gli era poi
andata male: Theo era un Serpeverde, un purosangue e non era neppure un brutto ragazzo...
appoggiò delicatamente le labbra sulle sue per un istante e Nott gemette, rimanendo a braccia
aperte.
Draco gli accarezzò lo zigomo. -Non voglio che ti faccia male per colpa mia...Nott lo abbracciò di slancio, circondandogli i fianchi ed arrossendo precipitosamente.
-Ti amo, Draco! Da tanto di quel tempo! Farei qualsiasi cosa per te!- Gemette, forse vergognandosi.
Draco gli prese il viso tra le mani, arrossendo impercettibilmente e baciandogli la punta del naso. Sistemati questo labbro, Theo, se no non posso baciartiNott quasi svenne. -Draco... vuoi dire che...Draco gli appoggiò un dito sulle labbra, zittendolo. -Vieni a trovarmi quando vuoi. Ti aspettoSi sentiva stranamente euforico mentre scendeva le scale per dire agli altri che Nott stava bene e che
non dovevano preoccuparsi.
Raccattò i libri dal tavolo sul quale stava studiando con Pansy e Blaise e si chiuse nella propria
stanza. Avrebbe iniziato una storia con Nott. Si sorrise allo specchio. Avrebbe imparato ad amarlo,
sicuramente. In fondo Theo lo amava, lo aveva difeso senza chiedere nulla in cambio... e lo vedeva
a quel modo...
Harry aveva ascoltato Hermione strepitare contro i loro due compagni che avevano attaccato briga
in un corridoio, dove avrebbero potuto essere scoperti, poi si mise a bighellonare per il suddetto
corridoio avvertendo chiaramente l’adrenalina aumentare nel suo sangue. Avrebbe volentieri dato
man forte a quei due, se avesse potuto. Solo avrebbe preferito di gran lunga pestare M alfoy invece
di quella nullità di Nott. Avere sotto le mani M alfoy stava diventando un chiodo fisso e gli sarebbe
andato bene anche malmenarlo pur di poterlo toccare.
Ad un certo punto la tensione era diventata troppo alta, tanto che dovette infilarsi in un bagno per
darle libero sfogo prima di mettersi a sbranare qualche ragazzino che gli diceva semplicemente
‘Ciao Harry’ con la sua vocetta petulante.
Avrebbe voluto sbattere M alfoy al muro e... e appena iniziò a pompare le sue idee cambiarono
radicalmente, spingendolo a dare un ritmo più lento ai suoi movimenti.
Adorava immaginare quel maledetto Serpeverde come una languida bestiolina lussuriosa totalmente
dedita al suo piacere. Allo stesso tempo il pensiero di desiderarlo a quel modo lo faceva vergognare
oltre modo, tanto da non riuscire mai ad immaginarsi mentre lo toccava.
Draco sistemò i libri sulla sua scrivania, ma non fece in tempo ad aprirli che fu assalito da una delle
solite visioni.
-Theo- soffiò iniziando ad eccitarsi. Theo stava fantasticando su di lui di nuovo... poi le immagini
sparirono e, pochi minuti dopo qualcuno bussò alla sua porta.
Vagamente accaldato Draco andò ad aprire, trovandosi Nott di fronte.
M alfoy lo fissò per un istante, prima di trascinarlo dentro e sbattere la porta, assaltandogli le labbra,
infischiandosene bellamente della sua ferita.
Nott lo circondò subito con le braccia robuste e se lo strinse al petto.
-Non perdi tempo, vedo- gli soffiò il biondo sulle labbra.
-Io... ero venuto per chiederti... ma credo che non ce ne si più bisogno- lo baciò lentamente, attento
al labbro dolorante, ma incapace di resistergli. Aveva dubitato delle intenzioni di Draco e per questo
era andato a parlargli, in fondo lui non proveniva da una famiglia altolocata come Blaise e suo
padre non era in affari col padre di Draco come quelli di Vincent e Gregory, ma quel bacio affamato
gli aveva tolto ogni dubbio.
Harry aveva tirato lo sciacquone ed era uscito guardando storto i tre ragazzini che erano entrati in
bagno schiamazzando e distraendolo dalle sue fantasie e si ritrovava con ancora più voglia di
picchiare qualcuno e con un’erezione quanto mai frustrante chiusa nei pantaloni.
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Quando Nott lasciò la stanza di Draco, l’ora del coprifuoco era passata da un po’. Il ragazzo si
diresse con passo felpato alla sua stanza, senza accorgersi della presenza di Zabini, sul divano nella
Sala Comune.
Zabini osservò la sua espressione sognante e lo stato generale di abiti e capelli e si diresse nella
stanza di Draco, spalancando la porta senza bussare.
Draco era in bagno, ma le condizioni del letto la dicevano lunga sull’uso che ne era stato fatto.
Quando Draco tornò in camera, ammutolì vedendo il suo amico a braccia incrociate che lo aspettava
appoggiato alla porta.
-Perché non mi hai mai detto di te e Nott?Draco abbassò lo sguardo. -Perché non c’era nulla da dire fino a stamattina-Non mi avevi neppure detto che ti piacciono i ragazzi!-Cosa dovevo dirti, Blaise? Che sono gay e che ero innamorato di te? M i saresti stato ancora amico?
Oppure ti saresti sottratto ad ogni mio abbraccio temendo che cercassi qualcosa di sessuale con la
scusa dell’amicizia?!-Sei innamorato di Theo?-Stai glissando la risposta-Non so che cosa avrei fatto, Draco! Non mi hai dato la possibilità di saperlo! M a ora mi pare che tu
stia con Theo, quindi è di lui che voglio parlare!-Abbiamo passato le ultime ore a farci le coccole, niente di più, Blaise! E’ innamorato di me-E tu?-Io imparerò-Cosa vuol dire che imparerai, Draco?!M alfoy andò a sedersi ed indicò a Blaise di fare altrettanto. -E’ una storia un po’ lunga, Blaise,
siediti- Gli raccontò delle visioni e di come gli avessero dato la forza di reagire e di come avesse
promesso il suo cuore al misterioso ragazzo che non si vedeva mai in esse.
-E tu sei convinto che sia Theo?- Chiese Zabini, corrucciato. Conosceva Nott meglio di Draco e non
lo credeva affatto tipo da quel genere di cose.
Draco fece spallucce. -Chi altri, Blaise?-Potrebbe essere chiunque, Draco! Tu sei indiscutibilmente un bel ragazzo e chiunque sia
interessato al genere maschile sarebbe un pazzo a non fare certi pensieri su di te almeno una volta!Draco sorrise, peccato che Blaise non avesse quel tipo di interesse.
-Adesso vorrei andare a letto, se non ti spiaceZabini sollevò un sopracciglio, tornando a fissare il letto sfatto.
Draco ridacchiò. Ti assicuro che non abbiamo fatto nulla che tu e Pansy non abbiate già fatto!-M mm!- M ugugnò poco convinto il moro.
-Blaise! Solo qualche bacio... e magari ci siamo scoperti un po’, ma ti giuro che non ci siamo tolti i
pantaloni, d’accordo?-Sarà meglio per te, signorino, se no, come prefetto, ti farò avere una punizione esemplare!-Cos’è? Il nuovo codice Serpeverde sulla morale? Riuscirai ad applicarlo su di te?- Ridacchiò con
un ghigno divertito.
-No, non voglio che tu faccia qualcosa di cui poi ti pentiresti!-D’accordo voce della mia coscienza!- Scherzò alzando gli occhi al cielo. -Dovresti saperlo che non
sono così facile, BlaiseBlaise avrebbe voluto rispondere che, no, non lo sapeva. Come non sapeva che fosse gay. Si limitò
a dargli la buona notte e Draco chiuse la porta dopo averlo visto entrare nella sua stanza.
Ingoiò il dolore di quella separazione: Blaise poteva anche credere che non sarebbe cambiato nulla
tra loro, ma Draco aveva notato che non lo aveva abbracciato come faceva sempre, prima di dargli
la buona notte.
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Cap. 3
Il corridoio fu invaso da un turbine di primini urlanti che correvano a perdifiato, tanto che gli
studenti più grandi dovettero addossarsi alle pareti per non essere travolti.
Harry per poco non perse l’equilibrio nel tentativo di scansare un paio di ragazzini rimasti un po’ in
dietro. Era un piacere vedere tanta gioia e fu ancora col sorriso sulle labbra che si girò per
imboccare un corridoio silenzioso.
Il suo buon umore svanì immediatamente, appena gli occhi gli si posarono su due figure
indiscutibilmente allacciate, il cui atteggiamento non lasciava dubbi sulle loro attività.
Harry sentì montare dentro una rabbia immensa e l’odio verso M alfoy crebbe istantaneamente.
Come osava quel bastardo pomiciare e farsi baciare a quel modo lungo un corridoio?!
Pochi attimi dopo, quando, praticamente gli era già alle spalle, riconobbe nell’altro ragazzo Nott.
-Bene, M alfoy, ora saprò spiegare perché qualcuno ha ancora voglia di difenderti!- Sibilò con la sua
migliore espressione cattiva.
Nott e M alfoy si separarono all’istante, come si fossero scottati.
M alfoy impallidì immediatamente, mentre Nott assumeva una colorazione rossastra.
-Non ti resta altro che fartela con le nullità, M alfoy! Sei proprio caduto in basso!- Infierì Potter,
mentre Nott illividiva oltraggiato.
Prima che Theodor potesse muoversi, Draco gli afferrò il braccio, dicendogli di lasciar fare a lui e
pregandolo di lasciarli soli.
Il ragazzo protestò, ma M alfoy gli disse di raggiungere l’aula per la lezione successiva e rimase solo
col rivale di sempre.
Quando Nott sparì dietro l’angolo del corridoio, M alfoy si decise a parlare.
Non sapeva perché lo infastidisse tanto l’essere stato scoperto da Potter, ma non voleva che
Theodor subisse le ripercussioni dell’essere il suo ragazzo.
Nessuno, al di fuori dei Serpeverde, doveva sapere che Nott lo frequentava.
-Non dirlo a nessuno, Potter- gli chiese con tono basso, affatto imperioso.
-E perché dovrei accontentarti, M alfoy?-Perché sei un Grifondoro! E i Grifondoro non fanno queste cose!-M a sentilo! Il piccolo M angiamorte che si preoccupa per il suo amichetto! Fottiti, M alfoy!- Harry
non riusciva a dimenticare che M alfoy era implicato nella morte di Silente e neppure che fosse il
nipote di Bellatrix. Dalla sua famiglia gli era venuto ogni male, negli ultimi sei anni. Sapeva che
quel ragazzo era stato poco più che una pedina, che forse non aveva avuto scelta, ma non si era mai
ribellato, non lo aveva mai visto lottare... voleva ferirlo, farlo sanguinare... voleva riversare su di lui
tutta la sua rabbia ed il suo dolore.
-Va bene, Potter! Cosa vuoi per mantenere il silenzio?-Pensi di comprarmi come....?- Harry si fermò a metà frase, riflettendo.
Draco attese. Sapeva che tutti, per certo, avevano un prezzo. Neppure San Potter era escluso da
questa regola.
-Vieni con me, M alfoy!- Gli ordinò Harry. Si diceva “Carpe diem”, giusto? E lui l’avrebbe fatto.
Il cuore gli picchiava forte nel petto. Non era orgoglioso di quello che voleva fare, ma mise a tacere
la propria coscienza dicendosi che M alfoy meritava questo ed altro.
Entrarono nel bagno silenzioso di un corridoio vicino. Harry spalancò la porta di un gabinetto e ci
spinse malamente dentro M alfoy.
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-Giù!- Gli ordinò secco. -Fammi vedere come sai usare la lingua quando non la usi per parlare a
sproposito!-Potter, non...-Zitto e ubbidisci! O preferisci far sapere a tutta la scuola che ti scopi Nott o è lui a sbattere te,
M alfoy?Draco illividì di rabbia e mortificazione, ma si inginocchiò davanti a Potter e lavorò con mani
tremanti sulla sua cintura e sulla cerniera, fino ad estrarne il sesso turgido e rosso di Potter.
Harry doveva ammettere che avere M alfoy in ginocchio davanti a lui gli dava una sensazione molto
piacevole. Attese col cuore in gola finché il Serpeverde non si decise a prenderlo in bocca e rilasciò
un respiro profondo e roco.
Finalmente le sue fantasie si avveravano.
M alfoy si muoveva a scatti, non troppo sicuro di quel che faceva. Il pene di Harry gli riempiva la
bocca e la salivazione era aumentata copiosamente. Il suo sapore lo stava intossicando. L’odore era
pungente ed eccitante e lo stava velocemente facendo eccitare a sua volta. Eppure lui non voleva!
All’improvviso sentì le dita di Potter artigliargli i capelli ed una contrazione nella sua bocca.
Potter venne schizzandogli sperma in gola e Draco ebbe la forza di respingerlo, tossendo lasciando
colare dalla bocca spalancata seme e saliva, la lingua immobile, come sospesa, mentre altra saliva
gli si formava sotto di essa e colava subito fuori.
Alcune gocce gli erano schizzate direttamente in gola ed aveva dovuto ingoiarle suo malgrado.
Le lacrime gli bruciavano gli occhi, ma era troppo sconvolto per piangerle.
Potter, ancora ansimante, si richiuse i pantaloni.
-Niente male, M alfoy. Credo che ripeteremo questa esperienza- fece per uscire dal gabinetto,
scavalcandolo, ma gli rivolse un’ultima frase, carica di scherno.
-Vedi di darti una ripulita, prima di uscire, M alfoy!Draco, allora, riuscì a versare quelle due lacrime amare, afferrò un po’ di carta igienica e si ripulì il
mento, alzandosi poi sulle gambe malferme.
Si guardò e si rese conto di aver sbavato sulla divisa... senza bacchetta non poteva neppure usare un
incantesimo pulente. Si sentì misero e scoppiò a piangere, appoggiato alla porta.
Aveva fatto la cosa giusta. Se lo ripeté almeno una decina di volte mentre cercava di smettere di
piangere. Non poteva permettere che Theodor venisse compromesso.
Theo era così gentile e premuroso con lui. Draco non poteva permettere che fosse additato come un
simpatizzante dei M angiamorte. Non poteva compromettere il suo futuro. Pensare che solo poche
ore prima si erano svegliati nello stesso letto, abbracciati. La sera prima avrebbero potuto fare
l’amore, ma Theo aveva sentito il disagio di Draco, che non si sentiva ancora pronto e gli aveva
detto che non c’era fretta, che poteva aspettare.
Si erano scambiati carezze e baci intimi... Theo gli aveva fatto raggiungere l’orgasmo solo
toccandolo, gli aveva massaggiato lungamente il sedere, sfiorando di tanto in tanto il suo ingresso,
facendolo rilassare, succhiandogli i capezzoli tanto che Draco aveva pensato che non sarebbero più
tornati molli e lui lo aveva toccato appena...
Stavano assieme appena da una settimana e gli pareva ancora così strano stare con lui... aveva colto
altre volte le fantasie che lo riguardavano, aveva provato ad estorcere una confessione da Theo, ma
lui non cedeva di un passo... e ora aveva succhiato l’uccello a Potter!
Si strinse addosso il mantello e cercò di non farsi vedere dagli Auror che, solitamente, lo tenevano
d’occhio e sgusciò, attraverso corridoi bui, fino ai sotterranei.
Harry si sentiva straordinariamente bene. Aveva bisogno di uno sfogo ed era così tanto che
fantasticava su M alfoy che nessun senso di colpa poteva neppure lontanamente affacciarsi alla sua
mente.
Fottere la bocca del Serpeverde era stata, senza ombra di dubbio, l’esperienza più eccitante della
sua maledetta vita.
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Sorrise beatamente a Ron ed Hermione, fregandosene delle loro opinioni e si mise ad attendere
l’inizio della lezione.
Quando Nott raggiunse la Comune dei sotterranei, lasciò i libri sul primo piano d’appoggio
che trovò e si precipitò in camera del suo ragazzo, immensamente preoccupato per la sua assenza da
lezione.
Draco era sprofondato nel suo letto, col viso nascosto tra i cuscini e Theodor lo scosse piano,
toccandogli una spalla.
-Draco? Come stai? Cos’è successo con Potter?Draco si riscosse subito dal leggero torpore in cui era immerso, impallidì e si costrinse a girare il
volto verso il suo ragazzo, ma non riuscì a guardarlo in faccia.
-Niente, non preoccuparti. Ho la sua parola che manterrà il segreto-M a non me ne importa niente, Draco! Io vorrei dirlo al mondo intero che sto con te! Vorrei gridare
a tutti che ti amo! Sono preoccupato per quello che ti può aver fatto quel maledetto Sfregiato!Draco arrossì e tornò a seppellirsi tra i guanciali.
-Draco, per favore, guardami!Draco gli ubbidì piuttosto riluttante.
-Ti ha fatto qualcosa?- Insistette Nott, premuroso.
-No, Theo. Non preoccuparti- gli mentì con un sorriso tirato quanto falso.
-M eno male, amore mioNott lo attirò a sé per baciarlo, ma Draco si ritrasse. La bocca gli si riempì di saliva e trattenne le
lacrime che gli erano risalite agli occhi. Gli pareva di risentire quel sapore in bocca e... sentì il suo
pene irrigidirsi e gonfiarsi appena.
“E’ da malati! M erlino.... Potter... è come se mi avesse stuprato e io mi eccito? Non è possibile!”
Nott lo abbracciò protettivamente e lo tenne stretto per almeno mezz’ora, prima che arrivasse Blaise
e capisse che qualcosa non andava.
Il ragazzo, con la scusa di dover parlare un attimo da solo col suo migliore amico, allontanò Nott e
si sedette sul letto accanto a lui.
Draco fu grato di quella vicinanza, ma non osò chiedergli un abbraccio. Per quanto il suo rapporto
con Theo fosse diventato fisicamente coinvolgente, era ancora Blaise che gli faceva battere il cuore
e gli svegliava la mente.
-Cos’è successo, Draco?- Gli chiese Zabini con tono accorato.
Draco ghignò. -Se te lo dico devi promettermi di non dirlo a TheoZabini sollevò un sopracciglio con fare interrogativo. -Hai già dei segreti col tuo ragazzo?
Comunque, ok, te lo prometto-Ho fatto un pompino a Potter in un gabinettoZabini impiegò qualche secondo a digerire la notizia. -Scusa?Draco si sollevò a sedere e lo guardò in viso.
-Potter ci ha beccati a baciarci in un corridoio. Ho cercato di comprare il suo silenzio e questo è
stato il prezzoZabini rimase in silenzio ancora un po’. -Questo non è un prezzo, Draco. E’ una molestia!-Si, ma...- Si leccò le labbra soprappensiero. -...subito ho desiderato di morire, Blaise.... ma poi... io
continuo a pensarci e, più ci penso e più vorrei...-Draco!-Non so cosa mi succede, Blaise! Potter mi fa salire il sangue alla testa! M i toglie il fiato! M erlino!
Io credo... di desiderarlo!-Draco, tu non stai affatto bene! Sei diventato masochista?Draco sospirò. -Finirò ad Azkaban, Blaise... lì non dovrò certo limitarmi ad elargire pompini!-Non è detto che tu ci finisca!-
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-Come no! Questo bel disegnino domani sparirà dal mio braccio! Ci credo, Blaise! Certo che ci
credo! Tanto vale che mi abitui a dar via il culo, almeno quando qualcuno degli “amici” di mio
padre cercherà di sfondarmelo avrò già un po’ di esperienza!Zabini ammutolì. Odiava litigare con Draco e stavolta il suo amico si era messo a gridare come non
aveva mai fatto. E forse non aveva poi tutti i torti su quello che lo aspettava in prigione.
-Scusa Blaise. Sto sragionando-Non importa... resta quello che ti ha fatto Potter. Deve pagarla- rispose il moro con voce mesta.
-Stanne fuori, Blaise. M e la vedo io con Potter. Se non altro ha dimostrato di non essere un Santo...
vuol dire che posso affrontarlo alla pari, giusto?Zabini sospirò. -Tu sei sorvegliato dagli Auror e lui è il salvatore del mondo magico: non siete alla
pari, Draco-Se anche lo dicessi, qualcuno mi crederebbe Blaise? Non c’è più Severus a difendermi. Non ho
nessuno...Blaise rimase in silenzio, fissandosi la punta delle scarpe. Draco aveva ragione.
-Comunque grazie. M i sono sfogato. C’è sempre stata tanta animosità tra me e Potter... forse questo
è il naturale evolversi degli eventi. Sai, lui ti somiglia... forse la prossima volta che succederà, se
immaginerò di essere con te non sarà così maleZabini sussultò, arrossendo violentemente. -La prossima volta?-Si, Potter ha detto che ripeteremo l’esperienza... posso pensare a te, Blaise?-E... e... Theo?- Gracchiò Zabini, a disagio.
-Stai tranquillo, Blaise. Se non vuoi non penserò a te. Non ti farei mai del male, lo sai. T heo... sto
bene con lui, ma ancora non sento scoccare la scintilla... se intendi cosa voglio direZabini sembrava essersi ripreso. -Draco, in tutta sincerità: io non penso che sia Theo il tipo di cui
cogli i pensieri. Lo conosco: Theo non è tipo da fantasie del genere!Draco lo fissò con gli occhi duri e tristi. -Se è come dici, allora sto sbagliando tutto...- chinò la testa
e rimase in silenzio.
Zabini, piuttosto goffamente, gli si avvicinò e gli appoggiò una mano sulla spalla.
Quando Draco lo guardò con gli occhi lucidi, l’abituale confidenza prese il sopravvento e lo
abbracciò.
Non poteva neppure immaginare quanto quel gesto fosse di conforto a Draco e quanto gliene fosse
grato.
M entre si separavano, Pansy bussò rapidamente alla porta della camera ed entrò senza troppi
preamboli, salutando entrambi ed appoggiando un vassoio sul letto di Draco.
-Ho pensato che non sareste scesi a cena a forza di confabulare tra voi ed infatti, eccovi qui! Vi ho
portato qualcosa per riempirvi lo stomaco appena vi renderete conto che la cena è finita da un pezzo
e vi verrà fame!- Spiegò lei, allungando ad entrambi delle salviette.
Draco e Blaise si scambiarono uno sguardo e si resero conto che il tempo era effettivamente volato.
Draco si precipitò a baciarle una guancia e poi lei si rivolse verso Zabini, con entrambe le
sopracciglia sollevate, finché lui si decise a baciarla.
Draco sorrise. Cominciava ad abituarsi a quella situazione.
Pansy aveva lasciato la porta aperta e Theodor bussò sullo stipite.
-E’ una festa privata o posso unirmi anch’io?-Entra Theo!- Cinguettò la ragazza, senza esitare ed il Serpeverde prese posto accanto al suo
ragazzo.
M entre Draco lo guardava pensieroso Nott gli scoccò un bacio sulle labbra e Draco arrossì, facendo
scoppiare a ridere la sua migliore amica.
Blaise intuì il reale motivo di quel rossore, mentre Nott pareva totalmente lusingato e gli passò una
salvietta dicendogli di mangiare qualcosa.
I quattro si misero a banchettare sul letto di M alfoy, con Pansy che parlava a raffica e Draco si
ritrovò avvolto nel caldo abbraccio del suo ragazzo.
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Non sarebbe stato male se il tempo si fosse fermato in quel momento. Chiuse gli occhi e sospirò. Lo
sguardo duro di Potter mentre gli ordinava di inginocchiarsi gli attraversò la mente come un fulmine
a ciel sereno e gli mancò il fiato. Gli occhi gli si riempirono di lacrime che mascherò con uno
sbadiglio mentre spalancava gli occhi e si accoccolò meglio contro il petto di Theo, in cerca di
protezione.
Cap. 4
Nevicava. Doveva aver nevicato tutta la notte perché il parco e le cime degli alberi della Foresta
Proibita erano imbiancati. Anche il lago era coperto da un leggero velo di ghiaccio.
Harry fissava la distesa immacolata dalla finestra della sua camera. Tutto quel bianco accecante lo
faceva star male.
Era uno spettacolo incantevole, ma bianco era il mondo del “suo” Draco, di quel bellissimo ragazzo
che miagolava nella sua testa.
La neve era fredda e lui non voleva che Draco fosse nudo nel freddo. Improvvisamente realizzò che
il candore di cui lo circondava nelle sue fantasie doveva essere caldo, morbido, avvolgente.
Una pelliccia.
Una meravigliosa pelliccia bianca, di orso od ermellino.... di animali morti.
Sangue lavato via.
Si allontanò dalla finestra con un peso sul cuore. Sangue lavato via come “quel” Draco era reso
innocente dalla totale mancanza di personalità o di coscienza.
Harry lo aveva trasformato in un giocattolo, un animaletto capace solo di gemere e fare le fusa e
godere perché non poteva tollerare che quello reale si fosse macchiato di colpe così grandi.
Falso in un mondo falso.
Una menzogna che gli permetteva di adorare l’idea e disprezzare la realtà.
Scese a fare colazione dietro a Seamus che fischiettava allegro, forse immaginando già di correre a
fare a palle di neve con i suoi amici.
Avrebbero sporcato la distesa bianca.
Harry sentì che era profondamente giusto perché tanta purezza non poteva esistere nel mondo.
In Sala Grande si sedette al suo solito posto e vide M alfoy che sorrideva alle battute della
Parkinson, mentre Nott lo sfiorava con falsa casualità per fargli sentire la sua presenza.
M alfoy sorrideva e gli occhi limpidi come due acque marine brillavano innocenti.
“Come fosse nato senza peccato” pensò Harry, irritandosi e desiderando di nuovo di ferirlo.
Come osava quel piccolo, lurido M angiamorte brillare di luce propria?
Come osava, quando Sirius e Silente erano morti?!
Harry addentò il suo toast ed uscì con passo rapido, urtando un ragazzino del terzo anno e facendolo
finire a terra.
Uscì e si mise al riparo contro una sporgenza delle mura esterne del castello.
Poco dopo alcuni Serpeverde uscirono ridendo e tra loro c’era M alfoy.
La Parkinson lo trascinava per un braccio e Zabini lo spingeva, Tiger, Goyle, la Bulstrode e Nott li
circondavano, chiacchierando animatamente.
M entre la Parkinson saltellava e batteva le mani guantate i quattro che li avevano circondati
cominciarono a lanciarsi palle di neve.
Anche altri ragazzi cominciarono ad uscire e la Parkinson afferrò Zabini e M alfoy per trarli in
disparte.
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Zabini la abbracciò e M alfoy cominciò ad allontanarsi per lasciarli un po’ soli.
Aveva le gote lievemente arrossate e si stringeva il mantello addosso.
Harry perse qualche battito mentre lo osservava isolato in quel candore.
Nott lo raggiunse e gli disse qualcosa all’orecchio, prima di abbracciarlo.
-M alfoy!- Harry non riuscì a trattenersi dal chiamarlo.
I due Serpeverde e Zabini, a pochi metri di distanza, lo fissarono.
-Sparisci dalla mia vista!- Gli sibilò contro.
-Il parco non è solo tuo, Potter!- Intervenne Nott.
Un paio di Grifondoro del sesto anno si avvicinarono ad Harry, pronti a dargli man forte.
-Lascia perdere, Theo. E’ meglio entrare- cercò di essere condiscendente Draco.
-No, Draco! Non puoi dargliele sempre vinte!- Protestò il suo ragazzo, ma M alfoy, a testa bassa, già
lo spingeva verso il portone.
I Grifondoro ridacchiavano, mentre altri studenti si erano interessati alla scena.
Zabini si avvicinò a Draco, fissando con ira Potter, mettendosi tra lui ed il suo migliore amico, quasi
a volergli fare da scudo.
La Parkinson prese Draco sotto braccio e rientrò con lui.
Zabini e Potter si fissarono per qualche altro minuto, poi Hermione si avvicinò chiedendo cosa
stesse succedendo.
Zabini adocchiò un paio di Auror che dovevano aver assistito a tutta la scena senza intervenire e
preferì lasciar perdere.
Fece un gesto stizzito con la mano e seguì i suoi compagni di casa nel castello.
Quello di Potter era un sopruso da qualunque prospettiva lo si guardasse, ma ai maledetti Auror non
importava se San Potter maltrattava un ragazzo che per loro era colpevole prima di essere
processato.
La neve prese a scendere molto più fitta e gli studenti vennero richiamati all’interno.
Nei sotterranei il fuoco scoppiettava allegro ed i ragazzi più piccoli si rincorrevano con i vestiti
ancora umidi di neve.
Qualcuno si era già messo a studiare, approfittando del sabato per portarsi avanti con i compiti,
qualcun altro parlava dell’uscita dell’indomani ad Hogsmeade.
Sul divano al centro della stanza Draco si era rannicchiato in silenzio, con le ginocchia strette al
petto.
Nott lo abbracciava e la Parkinson gli accarezzava ora una mano, ora gli baciava una guancia.
Zabini aveva preso una sedia e gli si era seduto di fronte. Goyle e Tiger si erano allontanati alla
chetichella su consiglio della Bulstrode, che si era messa poco distante per poter intervenire in caso
di necessità, ma anche alla dovuta distanza: lei non era ammessa alla corte del principe.
Neppure Nott lo era fino ad una decina di giorni prima, ma ora lui era il favorito, o almeno avrebbe
dovuto esserlo.
Draco si riscosse dopo infiniti minuti di silenzio. -Scusatemi, è colpa mia. Vi ho guastato la
giornata- si alzò in piedi e fece per andarsene, ma Pansy lo trattenne.
-Stai scherzando, Draco?! La colpa è di Potter! Non tua!-Grazie, piccola- le baciò la guancia e si avviò alla sua stanza.
Theodor lo seguì, ma Draco lo fermò sulla porta, dicendogli che voleva restare solo.
M illicent osservò la scena e chiamò il suo amico. Nott la raggiunse e lei lo abbracciò.
Anche Pansy aveva trovato conforto tra le braccia di Blaise.
La sorte di Draco preoccupava tutti e la sua tristezza li contagiava come un tempo si erano fatti
trasportare dal suo carisma e dalla sua dolcezza.
Draco sprofondò in una sedia. La stanza era piuttosto fredda e si avvolse in una coperta
sottratta al letto.
Aveva perseguitato Potter per sei anni e ora lui si prendeva la rivincita, doveva farsene una ragione.
Liberò la mente da ogni pensiero e cercò in alto.
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Si era quasi assopito quando trovò quel che cercava e la sensazione di calore lo avvolse
meravigliosamente.
La sensazione di essere avvolto in una pelliccia calda.
Era tutto immerso nel bianco, come di consueto, ma quel bianco era soffice, con un leggero odore
che non avrebbe saputo riconoscere, vagamente selvatico. Doveva essere l’odore delle pelli e della
concia.
“Lui” era lì, strofinava il viso sul pelo morbido e sorrideva. Affondava le dita nella pelliccia e la
sentiva su tutto il corpo. Lo solleticava deliziosamente.
Draco arrossì dolcemente: gli piaceva quel pensiero insolito. Era quasi come essere coccolato.
Si stiracchiò ed uscì in Sala Comune per cercare Theo.
Il sorriso gli morì sulle labbra quando lo vide impegnato a conversare con la Bulstrode. Le
immagini continuavano a danzargli davanti agli occhi e Theo faceva conversazione. Non poteva
essere lui l’artefice di quei pensieri.
Pansy lo vide e fece per chiamarlo, ma lui le fece segno di tacere portandosi l’indice alle labbra.
Blaise lo fissò interrogativo e Draco gli sorrise, chiedendogli di avere fiducia in lui.
Uscì dalla Sala Comune e si mise a camminare per i corridoi.
-Dove vai, M alfoy?!- La voce di un Auror lo fece sobbalzare.
-Ho bisogno di sgranchirmi le gambe...-Attento a dove vai!- Lo ammonì l’uomo, per nulla amichevole.
Draco annuì e riprese il suo peregrinare senza meta per i corridoi. L’uomo alle sue spalle non faceva
nulla per nascondere la sua presenza mentre lo seguiva e Draco strinse i pugni fino a conficcarsi le
unghie nei palmi. Voleva avere un po’ di libertà.
Gli mancava volare, giocare a quidditch. Gli mancava usare la magia e potersi muovere a testa alta
a scuola....
Potter pareva ipnotizzato dal lento scendere della neve. Stava appoggiato alla finestra e
guardava fuori, perso nei suoi pensieri.
Draco decise di cambiare strada prima che il Grifondoro si accorgesse della sua presenza.
-Salve Harry!- Salutò gioviale l’Auror e Draco sentì infrangersi la sua sola possibilità di
svignarsela.
-Buongiorno!- Salutò Harry, senza troppo entusiasmo. -M alfoy!-Che vuoi, Potter?- Draco fu costretto a rigirarsi e guardarlo in faccia.
Harry fissò l’uomo alle spalle del Serpeverde e poi il ragazzo.
-Era ora che arrivassi. Non ne potevo più di aspettarti! M uoviti!- Si staccò dalla finestra e prese la
direzione da cui M alfoy era arrivato. -Arrivederla!- Salutò garbatamente l’Auror che gli rivolse un
gesto della mano.
Draco si ritrovò a doverlo seguire, ma, se non altro, l’Auror non seguiva più lui. Pochi minuti dopo
riconobbe il corridoio e poi la porta del bagno dove era avvenuto il loro “piccolo scambio” solo il
giorno prima.
-Cosa vuoi, Potter?- Gli chiese con voce stanca, ma combattiva, rifiutandosi di entrare nella stanza.
-Lo sai cosa voglio, M alfoy. E vedi di spicciarti!Draco entrò ed Harry chiuse la porta alle sue spalle.
-Non intendo farlo, Potter-Benissimo, allora tutta Hogwarts saprà di te e Nott-Da quando ti comporti come un Serpeverde?!-Da quando mi dai dei giudizi morali?!- Harry fissò gli occhi troppo limpidi della sua vittima e non
riuscì a sostenere il loro sguardo. -Inginocchiati e succhiami, M alfoy o il tuo amichetto non avrà
vita facile in questa scuola!Draco ubbidì.
Si inginocchiò, mantenendo orgogliosamente la testa alta, sbottonando la divisa di Harry e
prendendo in mano il suo sesso congestionato, lo manipolò brevemente, deciso a non farsi
sottomettere come la prima volta.
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Sentì un sospiro uscire da Potter ed il suo sguardo su di sé.
Forse si chiedeva perché si stesse comportando in quel modo.
-Non sei tanto diverso da me, Potter- fu appena un sussurro, prima di prenderlo in bocca.
Harry soffocò un grido con un grugnito ed arpionò i capelli biondi con le dita.
Quello era l’unico posto in cui voleva stare. Voleva scendergli fino in gola, possederlo e riempirlo e
legarlo a sé in modo insolubile e... fargli pagare tutti gli sbagli, renderlo di nuovo innocente come
quando era venuto al mondo...
Harry soffocò le lacrime. Non aveva mai sentito nessun desiderio così struggente. Riversò il suo
piacere e la sua rabbia nella bocca del Serpeverde e gli strinse forte i capelli perché non lo
allontanasse di nuovo, ma stavolta Draco non lo respinse, trattenne lo sperma in bocca ed appena
Harry lo lasciò libero lo sputò nel water. Si alzò e fissò Harry in faccia.
-Le puttane imparano in fretta- constatò Harry, ansimante.
M alfoy uscì sbattendo la porta. Si sciacquò la bocca al rubinetto ed osservò Potter uscire dallo
specchio.
-Alla prossima, puttana!Quando Draco fu di nuovo solo si rese conto di aver perso il contatto con il suo sognatore. M aledetto Potter!- Riprese il suo contegno e tornò ai sotterranei.
-Draco! M i ero preoccupato!- Nott gli fu sibito vicino.
-Scusami, Theo. Avevo bisogno di fare quattro passiTheodor gli sorrise in risposta e gli baciò dolcemente le labbra.
-Andiamo in camera, Theo- gli sussurrò all’orecchio con voce roca.
Nott arrossì violentemente ed annuì con un movimento scattoso.
Draco notò che quel brusco cambiamento non era sfuggito a Blaise e gli sorrise per tranquillizzarlo.
Precedette Theodor in camera e poi chiuse la porta a chiave.
Non appena Nott si girò si ritrovò M alfoy addosso, che reclamava voracemente le sue labbra. Dra..... co... cosa...?-Voglio fare l’amore, Theo!-Co... co...? D... aco...?-Ti prego! Adesso, Theo!Nott lo baciò voracemente, girandolo e guidandolo al letto. Non gli sembrava possibile che Draco
avesse deciso di farlo così in fretta. Gli baciò e gli morse il collo, iniziando a spogliarlo.
Draco non riusciva a stare fermo, lo abbracciava, gli strattonava il maglione, si aggrappava alla
camicia, lo baciava.
Theodor riuscì, con qualche sforzo, a sfilargli i pantaloni. L’eccitazione di Draco non era ancora del
tutto risvegliata, e lui si diede da fare per portarlo velocemente all’erezione completa. Lo masturbò
rapidamente e scese con una scia di baci umidi sul suo petto, gli morse delicatamente l’addome
appena un po’ morbido ed in fine lo prese tra le labbra.
Draco sussultò e gridò.
Theodor succhiò piano la punta tumida, sentendo le cosce nervose cominciare a tremare sotto le sue
mani per la tensione. Lo lasciò e risalì fino al suo viso p er baciarlo di nuovo.
Draco aveva gli occhi serrati ed il respiro pesante.
-Rilassati amore- gli sussurrò dolcemente mentre lo baciava sulle labbra chiuse.
Draco cercava disperatamente di convincersi che stava facendo la cosa giusta, che doveva farlo con
Theo prima che Potter decidesse che scopargli la bocca non gli bastava più, ma voleva con tutta
l’anima il ragazzo che lo sognava. Sentiva di essere solo suo. Suo e di nessun altro.
Theodor fece scivolare la punta inumidita di saliva del proprio dito nel suo ano, ondeggiandolo
lentamente.
I muscoli di Draco si contraevano debolmente, contrastando appena l’intrusione, ma quando questa
si fece più profonda Draco gemette, aggrappandosi alle spalle del suo ragazzo ed iniziando a
spingersi verso l’alto per sottrarvisi.
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Theodor ritirò il dito guardando addolorato gli occhi chiusi di Draco, ma quando lui li dischiuse
decise di fare un nuovo tentativo.
Premette con forza con due dita e Draco urlò e lo respinse.
-No! No! Non voglio!- Singhiozzò alzandosi a sedere ed afferrando il cuscino per coprirsi l’inguine.
-Scusa Theo.... scusaDraco piangeva e tremava, una mano a coprirsi la bocca aperta da cui uscivano singhiozzi
incontrollabili.
-Draco!... Scusami... io...- Nott lo abbracciò, cercando di confortarlo.
-Credevo di essere pronto, Theo... scusa...- ricambiò l’abbraccio e continuò a piangere.
-Ssh! Non importa Draco. Avrei dovuto capirlo, invece di insistere... scusami... è che... tu non sai
quanto ti desidero!Draco smise di piangere e si stese di nuovo.
Theodor lo baciò sulla fronte e lo lasciò da solo.
Quando chiuse la porta, si trovò di fronte gli occhi blu di Zabini.
-Hai ragione, Blaise. Non è me che vuoleLa voce amara di Nott lo rattristò, gli posò una mano sulla spalla e lo accompagnò dagli altri. Scusami, Theo, ma dovevo dirtelo. Non sarei stato un amico, altrimenti!-Hai fatto bene! Ci ho sperato fino all’ultimo, ma...- Sorrise e tirò su col naso. -...ho avuto la mia
possibilità e non ha funzionato. Per il bene di Draco ti aiuterò a trovare questo tizio che lo
ossessiona... e sarà bene per lui che lo tratti con tutti i riguardi, se no lo uccido con le mie mani!Zabini gli sorrise apertamente. Per il bene di Draco avrebbero dovuto fare ben più che trovare il suo
principe azzurro.
Cap. 5
La neve riverberava il rossore acceso del cielo al tramonto sembrando un’immensa distesa
insanguinata.
Harry la fissava dalla finestra della Sala Comune, mentre i suoi compagni di Casa, i perfetti
Grifondoro, nobili d’animo e coraggiosi, schiamazzavano ancora infervorati dalla fasulla guerra del
mattino.
Lui aveva una guerra vera da combattere e non l’avrebbe vinta con le palle di neve.
Lui era così nobile e coraggioso che si faceva spompinare da Draco M alfoy in un cesso,
ricattandolo.
Al solo pensiero della bocca di M alfoy che si chiudeva intorno a lui sentì un brivido di eccitazione e
l’immagine tornò prepotentemente.
Cercò di scacciarla. Non ne poteva più di essere preda degli ormoni. Passava ore in bagno di giorno
e notti insonni a farsi seghe pensando a M alfoy.
Non era salutare.
E quando lo vedeva pensava solo a trascinarlo lontano dagli sguardi per ficcarglielo in bocca.
Non era prudente.
E soprattutto non gli bastava più.
Se con la bocca lo faceva godere a quel modo... chissà cosa faceva in camera con Nott... quel bel
sedere fasciato nei pantaloni sempre impeccabili doveva essere una via diretta per il paradiso.
Appena formulò il pensiero, il Draco nella sua testa si rigirò facendo le fusa, mostrandogli le
natiche perfette, accarezzandole, torcendo il collo lungo e delicato per guardarlo con gli occhi
languidi, piegandosi in avanti, inarcando la schiena ed allargando le gambe.
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Harry fissò intensamente lo scroto che occhieggiava tra le gambe e subito quel maledetto si mise ad
accarezzarsi i testicoli, gemendo piano, continuando a dargli le spalle.
Harry poteva vedere appena le sue dita che si muovevano con carezze delicate sulla pelle scura e lui
gli offriva quel sedere pallido e sodo, spingendolo in dietro, ma, come sempre, Harry non poteva
toccarlo. Non poteva neppure avvicinarsi.
Poteva solo desiderarlo.
Harry scosse la testa e sospirò.
Non doveva ricascarci.
M a ormai era eccitato e Ron era arpionato da Hermione.
Accartocciò il compito di Trasfigurazione che stava cercando di scrivere e si diresse al bagno.
Draco sentì il suo pene contrarsi ed iniziare ad inarcarsi, trattenuto a forza dalla stoffa e
forse arrossì.
Il suo “principe azzurro” stava di nuovo fantasticando su di lui e Draco avrebbe voluto poter dare
sfogo a quelle sensazioni stupende, ma Blaise, Theo, Pansy e M illy lo circondavano e balbettò un
“grazie” con cui cercò di mascherare la sua reazione.
Pansy lo abbracciò e gli baciò una guancia. Credette quindi di essere stato convincente.
Lui e Theo avevano parlato, si erano chiariti ed avevano posto fine alla loro neonata relazione.
Draco si era sentito in imbarazzo, ma Nott aveva dimostrato una forza invidiabile e si era messo a
scherzare sulla situazione.
Poi erano intervenuti gli altri. Anche M illy, in qualità di amica di Theo, si era dichiarata disposta a
partecipare alla loro “caccia al tesoro”.
-Se escludiamo le ragazze, metà degli studenti di Hogwarts è già cancellata!- Gli aveva strizzato
l’occhio Theodor.
-Il che significa circa centoquaranta ragazzi!- Aveva sottolineato Draco con un misto di ironia ed
autocompatimento.
-M a dobbiamo eliminare anche tutti i Serpeverde, giusto, Draco?- Gl aveva chiesto Blaise,
ricordando le parole dell’amico di pochi giorni prima.
Draco aveva annuito e M illy conteggiato: -Siamo a centocinqueDraco sorrise e guardò la Sala con affetto. -A meno che i ragazzini di oggi non crescano molto più
in fretta di noi, direi di eliminare anche tutti quelli al di sotto del quinto anno!-Ehi! Io mi sono preso una cotta per te al quarto!- Protestò Nott, facendoli ridere e ridendo lui
stesso.
-Razza di maniaco! Non dirmi cosa facevi già a quell’età nelle tue fantasie perverse!- Gli tenne testa
Draco e le risa si alzarono di nuovo.
-Restiamo solo con quarantacinque studenti, allora!- Annotò M illy, molto precisa.
-Allora non ci resta che stilare una lista dei candidati- si intromise Pansy, prendendo pergamena e
piuma. -Cominciamo da quelli del settimo anno per ogni casa. A Grifondoro ci sono: Potter,
Weasley, Paciok, Thomas, Finnigan, poi, a Corvonero...Pansy non si era accorta, scrivendo, che Draco aveva cambiato espressione appena aveva nominato
Potter, ma a Blaise non era sfuggito ed aveva stretto la mano del suo amico.
Draco gli aveva sorriso brevemente, mentre Pansy cominciava a stilare la lista dei ragazzi del sesto
anno.
Quella notte Draco andò a dormire molto più rilassato, chiedendosi ancora una volta chi fosse il suo
sognatore e se si toccasse mentre fantasticava di lui... sentì le guance ardere mentre faceva scivolare
la mano dentro l’elastico del pigiama e si accarezzava pigramente.
L’unico vantaggio di non dormire più con i suoi amici era non dover chiudere le tende del letto per
potersi dare piacere da solo. L’aria restava più fresca e gli permetteva di mantenere la mente più
lucida, godendo appieno delle sensazioni.
Si addormentò con la sensazione degli slip bagnati... l’indomani li avrebbe buttati nel sacco della
biancheria destinata alla lavanderia. Non si era mai vergognato degli elfi domestici.
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Per tutta la settimana successiva, Harry ebbe la sensazione di non riuscire neppure a
respirare.
Compiti ed interrogazioni si susseguirono a ritmo serrato perché gli insegnanti dovevano raccattare
i voti per la pagella, data l’imminente chiusura del quadrimestre.
Harry sbuffò sapendo che non solo i Dursey non l’avrebbero firmata, ma non si sarebbero neppure
presi la briga di guardarla.
Per di più, quella mattina aveva discusso con Ron.
Erano mesi che non si parlavano più, ma il rosso aveva deciso di dare una svolta alla situazione
proprio la mattina del compito di Incantesimi.
I loro compagni di stanza si erano già avviati a fare colazione e Ron si mise a parlare in fretta;
evidentemente Hermione gli aveva vietato di restare solo con lui.
“Harry, lo sai che non è colpa mia! Se tu ti trovassi una ragazza sarebbe tutto diverso! Hermione e
Ginny tornerebbero a fidarsi!”
“Non ho bisogno di una ragazza, Ron! Rivorrei il mio miglior amico!” Gli aveva risposto lui.
“M a Harry! Se avessi una ragazza con cui fare certe cose... saresti più rilassato...”
“Sono nervoso per la scuola Ron! E per scopare non ho bisogno né di te, né di una ragazza!” Si era
arrabbiato. “E comunque, sul fronte sesso, tranquillizza chi vuoi: sono già sistemato!” Gli aveva
sibilato prima di sbattere la porta e precederlo.
Hermione aspettava il suo ragazzo in Comune, sotto le scale e si girò appena lo vide, per non
salutarlo.
Harry sibilò uno “stronza” in serpentese. Ecco una cosa che lui sapeva fare e “lei” no, si disse con
un minimo di orgoglio.
Prima di lasciare la stanza sentì la voce di Ron che si scusava per il ritardo, ma non volle ascoltare
le parole della sua ex migliore amica.
Fare colazione non lo aiutò certo a smaltire il nervosismo che Ron aveva saputo fomentare tanto
bene, lasciò quindi la mensa piuttosto in fretta.
Adocchiò M alfoy che, con i suoi amici, si dirigeva in Sala Grande e lo chiamò. -M alfoy! Qui! Devo
parlartiSubito Zabini si mise tra loro, cercando di ribattere, ma Draco lo fermò facendogli un gesto di
diniego, dopo avergli appoggiato una mano sulla spalla.
M entre la Parkinson si lamentava per la maleducazione del Grifondoro, Draco lo seguì fino alla
solita porta.
-Credevo che ti fossi già stancato di questo gioco, Potter- gli disse con la sua solita voce strascicata.
-E sinceramente la tua compagnia non mi mancava!-Sta zitto, M alfoy! Sono stato impegnato con le lezioni, io!Draco lo guardò in cagnesco. Non era certo per sua volontà che non partecipava alle prove pratiche.
-Devo ancora fare colazione, Potter e tu non sei di sicuro la mia marmellata preferita!Harry ghignò con un improvviso lampo nello sguardo.
-Vorrà dire, M alfoy, che approfondirò la conoscenza con altre parti di te!Draco ebbe appena il tempo di chiedere che intenzioni avesse che si ritrovò faccia al muro con
Potter che gli strattonava la cintura ed i pantaloni.
-No! Potter! Non farlo!- Gli ordinò con il panico che cresceva di più ad ogni sillaba, ma il
Grifondoro lo aveva immobilizzato al muro con un incantesimo e si stava freneticamente aprendo i
pantaloni.
-Potter, ti prego!- Gli chiese, ormai con le lacrime agli occhi, fissando i suoi pantaloni e gli slip
accartocciati intorno alle caviglie.
Potter gli allargò le gambe spostandogli un piede col proprio, senza troppi convenevoli ed,
altrettanto rapidamente si spinse in lui.
Draco urlò.
Non aveva mai sentito un dolore così acuto.
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Le dita di Theo non erano state neppure lontanamente paragonabili.
La fitta si inerpicava per la sua schiena e Potter, indifferente, si muoveva con rabbia.
Draco artigliò il muro, appoggiandoci la fronte e piangendo con gli occhi sbarrati. Nella sua mente
l’immagine candida creata dal suo misterioso innamorato si frantumò come un pezzo di vetro, come
si sentiva spaccare lui, in migliaia di frammenti doloranti.
Il muro freddo gli diede un minimo di conforto. Non provava piacere, non era neppure vagamente
emozionato.
Potter grugnì riversandosi in lui ed uscendo subito, rivestendosi.
Draco scivolò sulle ginocchia, continuando a piangere. -Sei un bastardo, Potter! Sei un bastardo!Singhiozzò contro di lui.
-Non farla tanto lunga, M alfoy. In fondo non sono né il primo, né l’ultimo! Porta i miei saluti a
Nott- Harry lasciò la stanza e si diresse rapidamente in aula. Fisicamente si sentiva molto meglio.
La rabbia verso Ron era passata, ma, al suo posto, si era formata una strana inquietudine: M alfoy
era maledettamente, divinamente stretto...
Draco pianse ancora per un po’. Aveva detto no a Theodor per quello? Eppure sapeva,
sentiva che sarebbe successo! Cercò di pensare ad Azkaban e che avrebbe dovuto abituarsi, ma
invece di calmarlo, il pensiero, lo fece disperare ancora di più.
Chiamò mentalmente il suo uomo dei sogni, gli gridò di aiutarlo, ma non sapeva a chi dirigere i suoi
pensieri e non arrivò nessuno.
Si rassettò meglio che poté ed uscì dal gabinetto. Sentiva ancora la schiena dolergli e sentiva un
umidore molesto scivolargli lungo le natiche.
-No! Per favore no! Non anche questo...- Scivolò di nuovo sulle ginocchia e rimase a sentire lo
sperma di Potter che scivolava fuori dal suo corpo, non trattenuto dai muscoli intorpiditi e doloranti
e forse qualche goccia di sangue.
Arrossì e dirottò i suoi pensieri a Blaise. “Aiutami, Blaise! Sono nel bagno in fondo al corridoio est
al secondo piano”
Zabini percepì il messaggio di Draco. Non era un legillimans, ma, qualche volta, Draco
aveva usato la sua capacità telepatica per comunicare con lui.
-M i scusi, professore, posso andare in bagno?- Chiese d’improvviso.
-Prego, signor Zabini- Rispose l’insegnante continuando l’interrogazione.
Blaise corse fuori e qualcuno ridacchiò della sua fretta. Scese i gradini a due a due e quasi travolse
un Auror. -M i scusi!- Gli disse di fretta, fermandosi un istante per controllare che stesse bene e
raggiunse il bagno in un tempo record.
-Draco!- Spalancò la porta e lo trovò ancora in ginocchio e col viso rigato di lacrime.
Cap. 6
-Non è una scusa, Draco!- Stava strepitando Zabini, camminando avanti e indietro nella camera del
suo migliore amico.
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Draco si spostò a disagio nel letto, non riuscendo a trovare una posizione comoda per il suo corpo
ancora dolorante.
Blaise lo aveva accompagnato in camera ed aveva aspettato a lungo, mentre Draco si faceva una
doccia quanto mai purificatrice.
Draco aveva ancora i capelli bagnati e rimaneva a testa bassa. Gli aveva raccontato cos’era
successo.
-Non mi sarei mai immaginato un comportamento del genere da Potter!- Ringhiò di nuovo Zabini.
-Abbiamo fatto lo stesso errore di cui li abbiamo sempre accusati, Blaise: abbiamo giudicato dalle
apparenza...-In nome di Salazar, Draco! Tu lo difendi! M a come puoi dopo quello che ti ha fatto?!Draco si morse il labbro per un po’. -Non cambia nulla, Blaise: lui è l’eroe buono e io il cattivo in
attesa di condanna... se anche lo dicessi, non mi crederebbe nessunoZabini sapeva che M alfoy aveva ragione. Si sedette sul letto, accanto a lui e lo abbracciò.
Draco fu confortato da quel contatto tiepido e dal profumo di Blaise. Appoggiò la testa tra spalla e
collo e si rilassò ascoltando il cuore di Zabini pulsare velocemente.
-Non resterai più solo, Draco. Ti staremo sempre vicino e non lasceremo più che Potter ti avvicini!Gli promise dopo un po’, finalmente più calmo.
-Vorrei che gli altri non lo sapessero. Pansy scoppierebbe a piangere e Theo cercherebbe di scuoiare
vivo Potter... non che non se lo meriti, ma... non voglio altri guai-Draco, noi siamo qui per aiutarti! Sarai anche un insopportabile spocchioso, viziato figlio di papà,
ma sei soprattutto il nostro punto di riferimento... cosa sarebbe rimasto dei Serpeverde se tu non ci
avessi tenuti uniti, dal ritorno di tu_sai_chi? E ti ricordi quando il padre di M arcus si mise nei guai e
tu insistesti con tuo padre perché lo aiutasse? O quando ruppero la scopa a Duglas e tu gli mettesti
nell’armadio la tua perché suo padre non gliene avrebbe comprata un’altra, dato che non voleva che
il figlio perdesse tempo a volare?Draco abbozzò un sorriso. -Quella volta ne ricavai una scopa nuova e di ultimo modello, Blaise-Si, ma tu sapevi che tuo padre non avrebbe battuto ciglio se gli avessi detto di aver rotto la tua
scopa, invece Duglas ne avrebbe sofferto... sei rimasto senza scopa per una settimana...-Ho volato con la tua...-Tu hai sempre dato una mano ai tuoi amici! E’ il nostro turno di aiutare te!Draco si sistemò meglio e circondò i fianchi di Blaise con le braccia, senza aprire gli occhi e Zabini
lo cullò finché non sentì il suo respiro farsi lento e profondo.
Potter dormì male. Incubi senza senso lo tormentarono per tutta la notte. Draco piangeva e
gli dava del bastardo e lui cercava di difendersi, ma non poteva perché era nudo e dal suo pene
gocciolavano ancora sperma e sangue.
Gridava che Draco era solo una puttana, che scopava con Nott e che era stato l’amante di
Voldemort, ma una voce profonda e sconosciuta gli chiedeva di giustificare il sangue. Ribatteva che
Draco non era una donna, che non era una prova della sua verginità, ma raffiche di vento lo
colpivano e lo respingevano e la voce gli diceva ancora di giustificare il sangue.
Harry gridava che non lo aveva preparato, che era stato rude e “forse” gli aveva fatto male, ma il
vento lo colpiva ancora e lo allontanava da Draco, in ginocchio, che continuava a piangere.
La voce gli diceva che sapeva di mentire e lui sentiva di nuovo la calda, conturbante sensazione di
sprofondare nel corpo di Draco, solo che il Serpeverde era di fronte a lui e lo guardava con le
guance rigate di lacrime mentre invadeva una copia di sé.
Harry si svegliò di soprassalto, sudato e di pessimo umore.
Sperò, per il bene di M alfoy e per il suo, di non trovarselo davanti, quel giorno.
Zabini mantenne la sua promessa, trovando mille scuse per non lasciare mai Draco solo, ma
la verità era che Potter non tentò di avvicinarsi nei giorni seguenti.
Era brusco e scostante e pareva che neppure il quidditch riuscisse più a divertirlo.
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Dopo la partita con Tassorosso, che Grifondoro vinse 160 a 140, passò un’ora buona ad inveire
contro Weasley, che aveva incassato quattordici tiri, riuscendo a pararne a malapena tre. Ginny
intervenne in difesa del fratello e per poco non vennero alle mani.
Tra Ginny ed Harry volarono insulti pesanti ed il risultato finale fu che tutta la squadra venne a
conoscenza del motivo della frattura del trio.
Ron uscì sbattendo la porta, rosso fin sopra le orecchie ed il giorno seguente tutta Hogwarts sapeva
che Harry aveva conteso Ron ad Hermione e che aveva perso.
A chi protestava dicendo che, l’anno precedente, Harry aveva baciato Ginny di fronte a tutta la
scuola, i più pronti rispondevano che il ragazzo d’oro aveva usato la rossa per avvicinarsi ancora di
più al ragazzo.
Harry odiava stare al centro dell’attenzione ed odiava che si parlasse male di lui alle sue spalle. In
capo ad una settimana era furioso col mondo intero.
Da giorni non riusciva neppure a farsi una sega come M erlino comandava. Dietro ad ogni porta gli
sembrava di sentire voce mormorare. Non trovava rifugio neppure nelle sue fantasie perché il suo
animaletto non miagolava e non faceva più le fusa.
Doveva togliersi dalla mente le lacrime di M alfoy o non sarebbe più riuscito a farselo venire duro.
Proprio mentre cercava, frustrato, una soluzione, M alfoy gli tagliò la strada, scortato dai due gorilla
senza cervello.
Harry non rifletté, allungò il braccio ed afferrò M alfoy. -Vieni con me!Il Serpeverde impallidì visibilmente, mentre i due che lo accompagnavano grugnirono per protesta.
-Vince! Greg! Non preoccupatevi, vi raggiungo tra poco-M a, Draco... Blaise dice...-Dopo lo spiego io a Blaise, andate, adessoGoyle e Tiger si guardarono e si allontanarono, rigirandosi ogni tanto.
Draco non sapeva perché lo avesse fatto. Potter gli faceva paura da quando... ma stranamente aveva
atteso ogni giorno che lui lo pretendesse ancora.
La vita non aveva più quel sapore nostalgico delle loro liti, delle loro sfide, da troppo tempo. Per
cinque anni Draco si era sentito al centro del mondo ogni volta che aveva litigato con Potter, poi,
l’anno prima, schiacciato da responsabilità che non voleva, incapace di uscire da una situazione
spaventosa... aveva visto il loro rapporto prendere una direzione diversa, inaspettata. Aveva avuto
paura, aveva avuto paura che Potter lo vedesse per quello che era e che si allontanasse per sempre.
Quando Harry lo aveva quasi ucciso, nel bagno di M irtilla, per un solo, brevissimo attimo, era stato
felice che tutto finisse, di non vedere le conseguenze. Adesso... non capiva bene cosa provasse, ma
la presenza di Potter nella sua vita gli era necessaria.
Harry lo trascinò nel solito bagno, aprendo nervosamente la porticina del solito gabinetto e
sbattendoci dentro M alfoy.
Si guardarono per qualche momento negli occhi, decisi a sostenere lo sguardo dell’altro.
Infine Harry capitolò. -Non serve che ti dica cosa voglio, M alfoy-Si, invece, Potter. Vuoi che te lo succhi o preferisci scoparmi come l’ultima volta?- Lo provocò.
-Non farmi arrabbiare, M alfoy! Non ti conviene!-Perché Potter? Ti scoccia che tutta la scuola sappia di te e Weasley?! Com’è il suo uccello, Potter?
Coperto di lentiggini?-Non esagerare, M alfoy!- Harry gli rivolse uno sguardo infuriato.
-Se devi scoparmi per sfogarti, almeno fallo bene, Potter! E dimmi che non pensi al culo di Weasley
quando entri nel mio!Harry fu sul punto di colpirlo, ma M alfoy era già in ginocchio a lavorare sulla sua cintura.
Harry sentì un’ondata di eccitazione travolgerlo e non poté trattenere un gemito sonoro quando il
Serpeverde lo prese in bocca senza nessun preavviso.
Draco lasciava quanta più saliva possibile sul pene di Harry e, nel frattempo, con una mano, si
liberava della cintura.
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Harry grugnì contrariato quando un brivido lo avvisò che M alfoy non intendeva finire la sua
fantastica opera di suzione. Spalancò gli occhi e rizzò la testa, trovandosi davanti gli occhi chiari di
M alfoy, che finiva di sfilarsi i pantaloni e li ripiegava sul coperchio del water.
Il serpeverde si mise faccia al muro e si puntellò con le braccia, allargando le gambe. -Vedi di non
farmi più male del necessario, PotterHarry impiegò qualche minuto a capire quel che il biondo gli stava dicendo, tuttavia la saliva che
diventava fredda rapidamente sul suo amichetto lo convinse a non perdere altro tempo. Scivolò
piano dentro di lui e gemette di nuovo.
Gli afferrò i fianchi e si premette contro la schiena di M alfoy, iniziando un dondolio lento e
profondo. Squisitamente stretto e caldo. Harry si rilassò, aumentando appena la velocità delle
spinte, conficcando la fronte contro la spalla del biondo, mentre una mano gli scivolava alla base
del sesso della sua vittima che, pazientemente sopportava.
Le dita di Harry, inconsciamente scivolarono intorno al pene molle, mentre il mignolo, quasi
abbandonato, andava a stuzzicare curiosamente lo scroto.
Draco si irrigidì, sentendosi ancora più vulnerabile.
In quel momento Harry affondò di nuovo in lui, trovando un punto particolare e Draco sentì,
malgrado tutto, brividi di piacere e di eccitazione attraversargli il corpo. Represse un gemito, ma il
suo pene iniziò a gonfiarsi. La stretta di Harry intorno a lui divenne più decisa. Il Grifondoro lo
accarezzò timidamente, affondando ancora e Draco produsse un basso gemito di piacere che lo fece
venire istantaneamente.
Harry si immobilizzò, respirando affannosamente. Lasciò la presa e, poco alla volta, si sollevò dal
corpo che aveva premuto contro al muro.
Per qualche momento rimase con la testa conficcata nella sua spalla come se volesse penetrarvi,
infine risalì lungo il collo del biondo e lo baciò delicatamente.
Draco rimase paralizzato, il cuore fermo, il respiro bloccato, il sesso che improvvisamente voleva
esplodere di eccitazione.
Harry uscì senza una parola e Draco attese di sentire richiudere la porta del bagno.
Potter lo aveva baciato.
Aveva appoggiato le labbra sul suo colo e lo aveva baciato.
Improvvisamente Draco tornò a sentire i battiti accelerati del suo cuore, mentre il respiro si faceva
fin troppo rapido ed un sorriso idiota gli illuminava il viso.
Si rivestì alla svelta e corse a perdifiato a cercare Blaise.
Zabini venne travolto da un abbraccio strangolante mentre Draco rideva, con gli occhi lucidi
di gioia..
-M i ha baciato! M erlino, Blaise! Dopo mi ha baciato!Zabini lo fissò allibito, poi decise di prendere in mano la situazione, dato che Draco continuava a
sorridere in modo stupido e non diceva più nulla.
Lo trascinò nella stanza di Draco e lo fece sedere. -Chi ti ha baciato?Draco aprì la bocca, formando delle lettere, ma non emise suono. M ise a fuoco il suo amico con
sguardo raggiante e finalmente rispose in modo comprensibile. -Harry!Zabini rimase perplesso per qualche attimo, come a voler ricordare tutti gli Harry della scuola, poi
aggrottò le sopracciglia. -Potter?Draco annuì e gli raccontò il loro recente incontro.
-Draco, quello non è un bacio!- Protestò. -Si è appoggiato dopo aver fatto di nuovo i suoi porci
comodi e tu hai avuto l’impressione che ti baciasse!- Ringhiò arrabbiato.
Draco negò con decisione. -So cosa ho sentito, Blaise. Ho sentito le sue labbra che mi baciavano...
proprio qui!- Ripiegò il braccio per indicare un punto dietro al collo.
-Che Salazar ti aiuti, Draco perché stai perdendo il senno!Draco gli sorrise con un’espressione degna di Luna Lovegood, ma ignorò totalmente il suo
commento.
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Harry si dava mentalmente dell’idiota. Cosa gli era passato per la mente per baciare Draco
M alfoy? Sperava solo che il Serpeverde non si fosse accorto del suo gesto. M a, M erlino! Quelle
scopate nel cesso stavano diventando il miglior sesso della sua vita! Quando lo aveva sentito
gemere... aveva perso il controllo. Per un attimo realtà e fantasia si erano fuse ed aveva pensato di
poter toccare il Draco nella sua testa! Il ricordo di quel verso lo infiammò per tutta la notte. Lo
rivoleva. Voleva sentirlo gemere ancora e più forte. Quel maledetto di M alfoy doveva averlo
stregato!
La mattina dopo scalpitò irrequieto per tutta la prima lezione, in attesa della successiva ora buca.
Schizzò fuori dall’aula e corse a cercare M alfoy. Praticamente lo rapì sotto gli occhi di un paio di
Tassorosso che non commentarono.
Arrivati al solito corridoio, Draco cominciò a stare al passo, senza più farsi tirare.
-Che diavolo hai, Potter? Non riesci più a tenerlo nei pantaloni?- Lo provocò nascondendo una vaga
soddisfazione.
Harry chiuse la porta alle loro spalle e si avventò su di lui, iniziando a sbottonargli con urgenza i
pantaloni e rigirandolo faccia al muro.
Draco si sentì penetrare di colpo, ma non fu doloroso come si era aspettato. Sentì qualcosa di freddo
e scivoloso e capì che Potter doveva aver usato un lubrificante. Forse non era mai stata sua
intenzione fargli del male.
-M iagola!-Cosa?- Chiese Draco, sorpreso. Un brivido lo aveva percorso appena sentito il fiato caldo di Potter
contro il suo orecchio e la voce bassa e roca che gli ordinava di miagolare.
Potter spinse e gemette e Draco gli rispose con un basso verso strozzato.
-Più forte, M alfoy!- Gli ordinò sentendo il suo pene contrarsi al breve suono del biondo. Spostò una
mano sul sesso del Serpeverde e cominciò a toccarlo.
Draco iniziò ad eccitarsi sotto le carezze e le spinte lente e profonde e quasi urlò quando sentì l’altra
mano del Grifondoro infilarsi sotto la sua camicia e raggiungergli un capezzolo, titillandolo piano e
stringendolo poi tra le dita.
Harry grugnì di piacere, incuneandosi in profondità dentro di lui e fermandosi a riprendere fiato. Il
sudore gli imperlava la fronte.
Draco trattenne il fiato, in attesa di cosa avrebbe fatto, poi sentì di non poter più sopportare il
silenzio. -Ti voglio...Potter si risvegliò di colpo, quasi fosse scivolato, per qualche istante, in un sogno.
-Certo che mi vuoi, M alfoy!- Gli abbaiò rabbioso, staccandosi velocemente da lui ed afferrandogli il
polso sinistro. Con la mano libera gli strattonò le maniche della giacca e della camicia, esponendo il
M archio Nero.
-Tutti quanti voi mi volete! Per consegnarmi a Voldemort!- Lo lasciò con un moto di disgusto ed
uscì.
Draco, sconvolto, trattenne a fatica i singhiozzi. -Non è vero, Harry!- M ormorò, quasi volesse
provare a se stesso di saper pronunciare quelle parole.
Spalancò la porta, Potter stava per sparire nel corridoio deserto. -Non è vero!- Gli gridò prima che
sparisse.
M estamente riprese i suoi abiti e si rivestì.
Harry aveva bisogno d’aria. Con passo deciso si diresse al portone e lo spalancò, uscendo
nel parco. La neve copriva ogni cosa e le orme dei ragazzi usciti a giocare erano state sepolte da un
nuovo strato falsamente morbido.
Harry si incamminò verso il lago, ma non si avvicinò. La tomba di Silente era perfettamente
mimetizzata, marmo bianco tra neve bianca. Strinse i pugni, sorprendendosi di avere le dita gelate.
Erano già passati mesi e lui cosa aveva fatto? Aveva subito la protezione non voluta del ministero e
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scopava con M alfoy... Quella notte e i giorni successivi aveva pensato a M alfoy come ad un’altra
vittima, aveva cercato di giustificarlo, ma quando lo aveva avuto nuovamente davanti....
Harry respirò a fondo sentendo il freddo penetrarlo.... M alfoy doveva pagare. Doveva pagare per
sua zia, per suo padre, per Piton.... C’era solo lui su cui poteva mettere le mani quindi avrebbe
pagato per tutti. Su di lui avrebbe riversato frustrazione, odio e amarezza e poi, forse, sarebbe
riuscito a perdonarlo.
Cap. 7
Pansy bussò e, come sempre, aprì la porta senza attendere la risposta.
Draco era sdraiato sul letto, la manica sinistra della camicia arrotolata, il braccio sollevato sopra la
testa, in modo da poter fissare il M archio e le sorrise, riabbadandò il braccio, mentre lei si sedeva
accanto alla sua testa, messa di traverso ai piedi del letto.
-Cosa facevi?- Gli chiese lei, allegra, senza però indugiare troppo sul macabro simbolo.
-Conosci un modo qualsiasi per farlo andare via, Pansy?- Le rispose lui, senza lasciarsi scivolare
nella tristezza.
Lei gli accarezzò i capelli biondi con fare materno. -Temo di no, DracoLui sospirò e tornò a sorriderle. -Cosa volevi?Lei tornò allegra e quasi saltò sul letto, battendo le mani. -I regali di Natale! Domani vado ad
Hogsmeade e, visto che tu non ci puoi venire, mi chiedevo se volessi che ti penda qualcosa!Draco si mise a sedere, incrociando le gambe. -Hai ragione! Temo che dovrai aiutarmi... soprattutto
con i regali per i più piccoli... non ho avuto modo di conoscerli bene, quest’anno...- sollevò un
sopracciglio con espressione loquace e Pansy ridacchiò.
-Lascia fare a me: ho preparato una lista di cose per ogni Serpeverde dal primo al settimo anno! Ho
pensato che tu non avessi avuto modo di pensarci, quest’anno... però ho tralasciato Blaise e Theo...
per loro penso che tu voglia decidere da soloDraco le sorrise soddisfatto. Pansy pensava sempre a tutto: sarebbe stata una splendida padrona di
casa, un giorno.
-Si, hai ragione-. In realtà non aveva pensato molto ai regali di Natale. Fin dal suo primo anno
aveva preso l’abitudine di fare piccoli regali a tutti i ragazzi della su Casa. In fin dei conti erano una
specie di seconda famiglia.
-M i dispiace solo che non potrò farti una sorpresa, piccola! Immagino che tu e Blaise andrete
assieme...-Si! Anche perché mi deve aiutare a portare i pacchi!- Sorrise lei, felice e radiosa.
-Va tutto bene, vedo- commentò il biondo vedendo la sua migliore amica arrossire e cominciare a
tormentare un fazzolettino di pizzo che teneva in mano-Non immagini quanto, Draco!- Gli rispose con voce dolce. -Io... ho deciso che...-Che?- La incalzò lui, curioso.
-Voglio fare l’amore con lui!- Disse rapidamente lei, coprendosi il viso con le mani.
Draco la abbracciò e le baciò i capelli. -Blaise sarà felicissimo, lo sai, vero?-Oh, Draco! Sai, io... quando stavamo insieme... mi chiedevo se noi due, prima o poi... certo, non
sapevo che tu preferissi i ragazzi! A volte mi sentivo così insicura... pensavo di non piacerti
abbastanza!- M ormorò con gli occhi bassi.
-Scusami, piccola! Tu sei bellissima! E Blaise è davvero fortunato!-
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Pansy gli sorrise di nuovo e ridacchiò sporgendo la lingua ed alzando le spalle. Il rossore sulle sue
guance si stava attenuando.
-Spero che anche tu trovi presto qualcuno... anche se non è TheoDraco ghignò debolmente. -Per la verità... sto... frequentando un ragazzo... Non chiedermi chi è
perché non te lo posso dire!- La precedette mentre lei, a bocca aperta, stava già iniziando a fare
domande.
-Hai trovato il ragazzo dei sogni?!- Gli chiese comunque.
-No.... e, sinceramente, è un po’ che non capto più i suoi pensieri. Credo che l’infatuazione per me
gli sia passata-M i dispiace...-Anche a me, però... c’è questo ragazzo....-E?- Chiese lei, dato che lui non accennava a continuare.
-E non c’è molto da dire. Ha ottimi motivi per odiare i M angiamorte e io... mi taglierei il braccio
per lui...-Oh, Draco! Per questo prima mi hai chiesto... ma... tra voi...?Draco scosse la testa. -Diciamo solo che abbiamo un tipo di rapporto molto fisico. Non parliamo
molto... anzi, non parliamo affatto- gli occhi gli divennero lucidi e con un gesto veloce ed un sorriso
tirato Draco cercò di nascondere il suo imbarazzo. -Parliamo dei regali adesso!-Draco tu lo ami?- Insistette lei, colpita dalla sua espressione.
-Credo sia un po’ presto per dire una cosa del genere...-E lui ti ama?-Pansy, eri venuta per i regali...-E’ un no, Draco? Lui non ti ama?-No. Credo sia impossibile che s’innamori mai di me, Pansy. Ora vogliamo parlare dei regali, per
favore?Pansy prese dalla tasca una pergamena e cominciò ad elencare i vari oggetti cui aveva pensato per i
Serpevede più piccoli. Ogni tanto Draco la interrompeva e le chiedeva qualcosa.
-Tu cosa vorresti per Natale? Dato che non posso farti una sorpresa, vorrei che scegliessi quello che
più desideri- Le disse quando arrivarono alla fine della lista.
-Che tu sia felice e che il ragazzo del tuo cuore ti ricambi... ma non credo che questo si possa
comprareDraco le sorrise grato. -Per Blaise vorrei che cercassi questo libro -le passò una pergamena con il
titolo- e per Theo... sinceramente ho qualche dubbio... credi sia troppo impersonale un nuovo
astuccio per la sua bacchetta?-Se ci fai mettere le iniziali e magari ci fai scrivere qualcosa di carino dentro, no-Carino, quanto?- Indagò lui, con aria preoccupata.
-Bhe, non so... qualcosa come che i momenti che avete passato assieme sono ricordi preziosi o che
avrà sempre un posto speciale nel tuo cuore-Questo è certo-Bene, allora abbiamo finito!-No, ancora non mi hai detto cosa desideri! E poi c’è un altro regalo che devo fare!-I tuoi genitori?-No, per loro ho mandato una lettera agli elfi domesticiPansy gli sorrise con aria saputa. -Per “lui”?Draco sorrise imbarazzato e lei si mise più comoda nel letto.
-Cosa vuoi regalargli?-Ti ricordi quel negozio in cui ti eri comprata quegli orecchini a forma di luna?-Certo. Li ho portati tutto l’anno scorso-C’erano anche dei ciondoli molto carini...-Niente cuori, Draco, ti prego!- Lo interruppe lei fingendo un’espressione raccapricciata.
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-No- le sorrise comprensivo. -Pensavo a qualcosa come un portafortuna... in oro bianco e magari
con degli smeraldi. La catenina...-Draco!- Lo interruppe di nuovo lei.
-Cosa?-Lui ti farà un regalo di Natale?Draco la fissò come se lei gli dicesse che le piacevano i Babbani.
-No- Rispose semplicemente.
-Argento e smalto andranno più che bene. Non buttarti ai suoi piedi, Draco. Conquistalo e poi, se
vuoi, regalagli il mondo intero, ma fa le cose con calma. Per la catenina vedrò cosa trovo-Corta, però-D’accordo, corta. Ora vado: Blaise mi aspetta in biblioteca. CiaoDraco la salutò con la mano e si ristese a letto. “Fa le cose con calma” aveva detto Pansy. Di sicuro
non aveva torto, ma era impossibile fare le cose con calma con Potter. Conquistarlo, poi, era
praticamente impossibile.
L’indomani Pansy e Blaise rovesciarono una montagna di pacchetti e pacchettini nella
camera di Draco.
-E ora, mio caro, buon lavoro con i bigliettini!- Blaise gli porse un astuccio pieno di pergamene con
piccoli disegni natalizi in movimento.
-M a come! Pensavo che tu e Pansy mi avreste aiutato!- Si lamentò M alfoy.
-Nemmeno per idea! Andiamo a preparare le valige e a scrivere i nostri di bigliettini! Chiedi aiuto a
Vince o a Greg!-Tu sei impazzito! Quei due sanno a malapena tenere la piuma in mano! Voi invece sapete
falsificare la mia firma a meraviglia! Vi siete esercitati per sei anni!-M a quest’anno abbiamo da fare, vero, amore?- Zabini guardò Pansy che ridacchiava complice.
-Pansy, almeno tu!- La supplicò Draco con la sua migliore interpretazione di bimbo sull’orlo del
pianto.
-M i dispiace, Draco, ma non ho potuto tenere Blaise fuori da negozio quando sono andata a
prendermi il “tuo” regalo e ora... ha un po’ fretta...- Arrossì lei.
-Si può sapere almeno “cosa ti ho regalato”?-Spiacente, amico! Sappi solo che io lo apprezzo molto e che se davvero l’avessi scelto tu,
omosessuale o meno, ti avrei ucciso!- Ghignò Blaise, divertito.
-Pansy... dimmi che non è qualcosa di cui dovrei vergognarmi!- Finse di supplicarla preoccupato,
stando al gioco.
Lei gorgogliò una risatina e poi gli si accostò per baciarlo sulla guancia. -Diciamo che è
scandalosamente provocante e che mi vergognerei a fartelo vedere addosso a me... e che sei
spudoratamente fortunato nella scelta dei regali...- gli strizzò l’occhio porgendogli una scatolina
rivestita di raso. -Argento e smalto erano finitiDraco aprì il piccolo contenitore e vide un bellissimo quadrifoglio in oro bianco e smeraldi fissato
ad un laccetto scuro ed appoggiato al velluto.
-Ti è costato un patrimonio. Spero almeno che lui lo apprezzi- Gli fece lei, mentre Blaise guardava
da tutt’altra parte, immaginando, da quello che la sua ragazza gli aveva detto, a chi fosse destinato.
-Grazie, piccola, sei un tesoro-Lo so!- Civettò lei, salutandolo con la mano ed avviandosi alla porta.
-E io spero che tu non ci stia troppo male quando te lo tirerà dietro- gufò Blaise a mezza voce,
dandogli una botta amichevole sulla spalla e raggiungendo la Parkinson sulla porta.
Draco guardò i vari pacchettini che aspettavano di essere completati con le pergamene natalizie. Ci
avrebbe messo ore, ma poteva dedicare ancora qualche minuto a guardare quel piccolo quadrifoglio
ed immaginarlo al collo di Harry.
Un paio di giorni dopo, Draco salutava i suoi compagni di Casa sul grande portone di
quercia della scuola.
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Quella mattina avevano trovato i doni nella loro comune. I più piccini erano rimasti sorpresi e poi
gli avevano rivolto ringraziamenti imbarazzati, gli altri, abituati al suo gesto, erano stati meno
impacciati. Tiger e Goyle gli avevano dato i loro che, da quando li conosceva, non erano mai
cambiati: due confezioni extra di dolci che, regolarmente, lui divideva con i compagni del loro
anno.
Blaise e Pansy lo avevano abbracciato e gli avevano sussurrato che il loro regalo lo avrebbe
ricevuto alla mezzanotte di Natale e Theodor gli aveva stampato un bacio a schiocco sulle labbra e
gli aveva regalato una splendida quanto bizzarra piuma color verde acido di Fwooper africano, con
incisioni d’argento. Draco la contemplò a lungo. Era un oggetto bizzarro, ma di una certa
ricercatezza. Trovare le parole adatte per Theo era stato particolarmente difficile, ma alla fine
doveva esserci riuscito, dato che Nott sembrava quasi commosso.
Potter, invece, non era sceso a salutare nessuno. Chiaramente non sarebbe andato dai
Weasley, quel Natale e per Draco sarebbe stato più facile fargli avere il suo regalo, dato che lo
avrebbe affidato a Kreacher e l’elfo l’avrebbe deposto tra i regali del Grifondoro.
Gli Auror erano diminuiti al castello, dato che vi erano rimasti in pochi, ma Draco suppose che
fosse già un grande risultato che la scuola non avesse chiuso i battenti dopo la morte del preside.
Draco avrebbe voluto far visita alla sua tomba e ringraziarlo per quell’opportunità che gli aveva
offerto e che lui era stato tanto stupido da non accettare, ma probabilmente gli Auror non
l’avrebbero fatto avvicinare al lago, così si diresse rapidamente ai sotterranei: non voleva correre il
rischio di incontrare Harry fino al giorno di Natale.
Passò davanti alla porta che aveva chiuso l’ufficio di Piton e vi appoggiò la mano in un gesto
nostalgico... gli mancava Severus, ma sperava che non lo trovassero ancora per molto tempo.
La comune era completamente vuota. Gi altri due Serpeverde che sarebbeo rimasti al castello,
evidentemente, erano ancora fuori e comunque erano del terzo e del primo anno e non li conosceva
bene. Non avrebbe fatto molta conversazione in quei giorni.
Tornò nella sua camera e scrisse l’ultimo biglietto.
“Buon Natale. Draco”
Cap. 8
Harry arrivò in Sala Grande a grandi passi decisi. In mano stringeva un regalo inaspettato.
Quella mattina si era svegliato in completa solitudine e se l’era presa decisamente comoda: non
pensava che qualcuno gli avrebbe fatto dei regali, quell’anno. Tranne, forse, Dobby e Kreacher e
non poteva dire di impazzire dal desiderio di sapere cosa gli avessero regalato.
Tuttavia, quando finalmente si decise ad alzarsi, trovò, ai piedi del suo letto, alcuni pacchettini
inattesi.
Dalla puzza di uova marce individuò il regalo di Kreacher e decise di farlo evanescere senza
neppure scartarlo.
Quello di Dobby si rivelò un nuovo paio di calzini spaiati. Sbuffò: almeno fossero stati la copia di
quelli dell’anno prima: avrebbe finalmente potuto usarli.
Dalla professoressa M cGranitt ricevette un nuovo paio di guanti da cercatore. Gli fecero piacere
dato che i suoi erano piuttosto lisi, ormai.
Hagrid gli aveva mandato una scatola di dolci di M ielandia. Se ne mise subito in bocca uno, prima
di scartare un pacco piuttosto voluminoso.
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Rimase turbato e commosso dal regalo di Ron. Lui non gli aveva preso nulla, sapendo che avrebbe
passato le feste con Hermione, ma avrebbe rimediato appena fosse tornato. Era un bell’annuario del
quidditch emesso dalla Gringot. Di sicuro era riuscito a procurarselo grazie a suo padre o a Bill.
Poi vide un pacchettino piuttosto piccolo ed aggrottò la fronte: di chi poteva essere?
Lo scartò ignorando il bigliettino e, appena lo vide, capì.
Non c’erano molte persone che gli avrebbero fatto un regalo di valore e, tra queste, nessuna che
avrebbe pensato ad un oggetto simile.
M arciò in Sala Grande e rimase qualche istante sulla porta, osservando i commensali, piuttosto
silenziosi, che consumavano un’abbondante colazione tardiva. Evidentemente non era stato l’unico
ad alzarsi tardi.
In tutto erano rimasti in sette, lui era l’unico Grifondoro. C’erano tre Serpeverde: M alfoy e due
fratelli piuttosto piccoli e con l’aria poco socievole e tre ragazzini di Tassorosso che avevano chi
perso i genitori a causa di Voldemort, chi pensava di essere comunque più al sicuro a scuola
piuttosto che a casa.
Nel complesso, considerò Harry, M alfoy si trovava in una situazione peggiore del solito.
Si diresse al suo tavolo, infilando la collanina in tasca e cominciando a mangiare. Ogni tanto
occhieggiava il tavolo di Serpevede e notò che M alfoy lo osservava piuttosto palesemente. La cosa
lo irritava abbastanza.
Al tavolo degli insegnanti c’erano parecchi posti vuoti. Harry immaginò che qualche insegnante
avesse gozzovigliato fino a tardi, la notte prima e che non si fosse ancora alzato. Hagrid, invece,
doveva aver già finito la colazione da un po’ e, a quell’ora, probabilmente stava accudendo
qualcuno dei suoi animali.
La M cGranitt gli rivolse un pallido sorriso. Negli ultimi mesi sembrava invecchiata di dieci anni,
eppure, al momento del bisogno, sapeva tirare fuori tutta quella grinta per cui era nota e per cui
Silente la rispettava tanto. Harry le rispose con un sorriso ed un cenno del capo. Avrebbe voluto
vederla insediata al più presto nell’ufficio del preside.
Tornando con lo sguardo sul biondo, Harry si accorse che aveva finito la colazione. Cincischiava
per non doversi alzare dal tavolo, probabilmente temendo che gli Auror lo avrebbero rispedito ai
sotterranei immediatamente, così ingoiò rapidamente l’ultimo boccone di dolce e lasciò la stanza.
Prevedibilmente, M alfoy si alzò subito dopo e lo raggiunse in corridoio.
Gli Auror si avvicinarono, mascherando non troppo bene il loro compito, ma ad un gesto di Harry si
ritrassero, senza perderli di vista.
-Cos’è questo?- Chiese Harry, senza mezzi termini, togliendo dalla tasca il ciondolo.
-Un regalo di Natale-Perché?M alfoy fece spallucce e lo prese delicatamente dalla sua mano, girandogli intorno e mettendoglielo
al collo.
Harry sentiva il cuore picchiare forte, respirò pesantemente per un paio di volte e chiuse gli occhi
per ritrovare la calma.
-Tranquillo. Stavolta non è stregata-Non mi hai ancora detto perchéM alfoy gli si mise di fronte, osservando il piccolo quadrifoglio brillante che spiccava sulla sua
divisa. Era perfetto.
-Così non dovrai più trascinarmi in giro. Puoi tenerlo sotto la camicia e, quando mi vuoi tirarlo
fuori. Verrò da te ogni volta che lo vedrò- allungò le dita sottili per accarezzarlo ed Harry
indietreggiò come se scottassero.
-M alfoy...-E’ Natale, Harry! Anche se è solo un modo di dire.... per oggi deponiamo l’ascia di guerra, vuoi?Harry, imbarazzato, non sapeva cosa dire.
-Se poi, vuoi farmi anche tu un regalo, ho un’idea molto chiara di quello che voglioHarry aggrottò la fronte, ma annuì.
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Draco stirò appena le labbra in un sorriso.
Draco lo invitò a seguirlo al settimo piano. Harry si fermò dubbioso davanti al quadro di Barnaba il
Babbeo che insegnava il balletto ai troll e lo guardò interrogativo.
-Nessuna trappola, fidati- lo rassicurò il biondo facendo comparire la porta.
La Stanza delle Necessità si presentò come un’accogliente camera con un fuoco scoppiettante nel
camino.
-Vorrei che almeno oggi, anziché sbattermi in un bagno, potessimo farlo in un letto vero...
Immagino che ad Azkaban non avrò questa possibilità e se tu accettassi... io te ne sarei gratoM alfoy aveva parlato a testa bassa, le guance rosate dall’imbarazzo.
Harry, che era rimasto sulla soglia, entrò, guardandosi attorno.
La camera era elegante e comoda, con colori sobri, ma allegri. Si chiese se rispecchiasse la camera
del ragazzo a M alfoy M anor.
Draco si spostò accanto al letto e si sedette, guardandolo in faccia in attesa della sua risposta.
Harry si avvicinò e trovò assolutamente impossibile resistere al desiderio di baciare quelle labbra
sottili ed inespressive. Lo baciò con ardore e lo spinse giù, sul materasso, continuando ad affondare
nel suo palato e trovando la via per infilare le mani sotto i vestiti.
Draco mugolò e gli fece spazio tra le sue gambe, abbracciandolo e rispondendo con passione al
bacio.
Le mani di Harry sulla schiena e sui fianchi lo facevano rabbrividire di piacere e quando il moro
lasciò la sua bocca per baciargli l’addome, urlò e si inarcò, incapace di riaprire gli occhi.
Harry lo spogliò rapidamente e Draco, con gesti insicuri lo aiutò a liberarsi dei suoi abiti. A dita
aperte gli accarezzò il petto con bramosia, incontrando l’ostacolo duro dei capezzoli ritti. Era
candido e splendidamente solido, una linea sottile come un capello lo attraversava, appena visibile
ed Harry riconobbe il segno lasciato dalla maledizione che gli aveva lanciato nel bagno di M irtilla.
Se Piton non fosse intervenuto subito, M alfoy sarebbe morto dissanguato davanti a lui, incapace di
fare qualunque cosa.
Strinse quella carne bianca e profumata tra le dita e cominciò a tempestarla di lappate e piccoli
morsi, si avventò su un capezzolo e cominciò a succhiarlo. La sua durezza era meravigliosa contro
la lingua che continuava a girarci intorno.
Con la mano libera scese lungo il fianco, mentre l’altra continuava a saggiare la consistenza del
petto e proseguì lungo la coscia nervosa, fino al ginocchio, per risalire ed afferrargli tra le dita la
natica soda e sentirlo gemere ancora.
Il pene di Draco gli premeva contro l’addome, circondato da un piccolo ciuffo di peli biondi. Harry
scese con la lingua segnandolo tra i pettorali, mordicchiando appassionatamente il ventre, tuffandosi
nell’ombelico e stringendo nel pugno la sua erezione si godette ogni gemito ed ogni sussulto che
usciva dal Serpeverde, che, ad occhi chiusi e labbra aperte, ansimava sotto di lui.
-Harry!- Lo invocò Draco, vicino al piacere.
La stanza stava perdendo colore, si immergeva nel bianco avvolgente.
Draco allungò il braccio sinistro verso di lui ed Harry lo vide.
Il M archio Nero campeggiava sul braccio di M alfoy ed Harry si rese conto che quella non era una
sua fantasia, ma la realtà.
La stanza riprese l’aspetto che Draco le aveva dato ed Harry gli torse il braccio, respingendolo
verso il cuscino.
Draco gemette di dolore, spalancando gli occhi e vedendo lo sguardo duro di Harry sul suo
avambraccio, cercò di pigolare una scusa.
Harry lo guardò dritto in quegli occhi troppo limpidi, chiari come acquemarine e non poté
sostenerne lo sguardo.
Vide un tubetto di lubrificante sul comodino e lo prese con un movimento brusco.
Draco si sistemò meglio sul letto mentre Harry si cospargeva il sesso della sostanza trasparente.
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Il Grifondoro gattonò fino a lui e, in ginocchio tra le sue gambe lo afferrò per le ginocchia e lo
trascinò un po’ più verso di sé, sollevandogli una natica ed infilando due dita ancora impiastricciate
nel suo ano.
Draco mugolò un po’, abituandosi gradualmente all’intrusione.
Quando Harry lo penetrò con una spinta decisa, Draco lo abbracciò, stringendogli le braccia al
collo, gli occhi puntati sul ciondolo che ondeggiava al suo collo, che illuminava la pelle lievemente
scurita dal sole del suo petto.
Harry spinse sentendo aumentare il piacere ogni istante di più, in precario equilibrio riprese il pene
di M alfoy tra le dita, carezzandogli la punta gonfia con i polpastrelli, facendolo presto venire con un
grido.
Harry, sollecitato dalle contrazioni dell’orgasmo del suo amante, venne a sua volta, cadendogli
addosso, ansimante.
Draco lo avvolse più strettamente nel suo abbraccio. Respirava un po’ a fatica e si sentiva il volto in
fiamme. Il profumo di Harry e del loro amplesso gli invadeva le narici ed era incredibilmente buono
ed eccitante. Spostò una mano tra i capelli di Harry, massaggiandogli la nuca, pigramente, forse
incoscientemente.
Dopo qualche minuto, Potter allungò un braccio verso la bacchetta, richiamandola dal cumulo di
abiti con un incantesimo di appello e si sollevò dal corpo sotto il suo il tanto che bastava a dirigere
l’incantesimo di pulitura.
Il pasticcio di sperma sui loro ventri divenne istantaneamente freddo e poi scomparve.
Harry mollò la bacchetta come se non avesse importanza e mugulò di piacere ondeggiando la testa,
dove le dita di M alfoy erano ancora appoggiate.
-Continua- ordinò con voce roca e Draco non attendeva altro per riprendere a passare le dita tra i
capelli aggrovigliati del moro.
Harry si accartocciò un po’, riprendendo a leccare voluttuosamente il petto glabro, mentre con una
mano descriveva piccoli cerchi intorno all’ombelico.
Draco gemette e sospirò forte. Era la cosa più bella della sua vita.
Quando Harry smise di dedicargli quelle attenzioni, Draco capì che si era addormentato. Continuò
ad accarezzargli la nuca finché non si addormentò a sua volta.
Quando Harry si svegliò, l’ora di pranzo doveva essere passata da un pezzo. Di M alfoy non
c’era traccia nella stanza, ma Harry trovò, sotto la sua bacchetta, appoggiata sul comodino, una
pergamena.
“Ho immaginato che ti saresti sentito in imbarazzo, se al risveglio mi avessi trovato ancora
accanto a te, così sono andato via.
E’ stato un Natale bellissimo. Grazie.
Draco”
Harry sospirò, guardandosi intorno e rigirandosi il foglietto tra le mani. Si sarebbe sentito in
imbarazzo? Probabilmente si.
Però sentiva che neppure così andava del tutto bene.
Svegliandosi aveva immaginato di trovare il corpo caldo di M alfoy accanto al suo e di poterlo
stringere ed accarezzare ancora, prima di alzarsi.
Sbuffò arrabbiato con se stesso: M alfoy non era il suo ragazzo e neppure un vero amante, era... un
giocattolo, una fantasia e lui era un coglione che si era lasciato trasportare oltre e non aveva idea di
come uscire da quella situazione.
Il ciondolo a quadrifoglio dondolò sul suo petto ed Harry lo osservò. Era indubbiamente un bel
oggetto. Decise di tenerlo al collo, almeno per un po’.
Si rivestì e lasciò la stanza, ma non riuscì a lasciarsi indietro i suoi pensieri e tanto meno il desiderio
di avere accanto un compagno con gli occhi chiari.
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Cap. 9
Quando Harry scese per recarsi a cena, si imbatté in una scena che non si aspettava di vedere:
sorvegliati da due Auror, nell’ampia sala d’ingresso, Draco e sua madre si abbracciavano.
Harry avvertì un miscuglio di sensazioni confuse: c’era l’imbarazzo per aver assistito ad un gesto
intimo tra madre e figlio, c’era un po’ d’invidia per non poter stringere allo stesso modo sua madre,
c’era un distinto fastidio verso quei due guardiani irrispettosi che non avvertivano il calore
dell’affetto tra Draco e Narcissa e c’era anche il ricordo dell’ultimo incontro con quella donna.
Non era stato certo un incontro piacevole, ma Harry lo ricordava chiaramente: la scoperta e la
certezza che Draco fosse stato marchiato, il dolore che aveva dimostrato di provare al braccio e le
parole che aveva pronunciato...
Narcissa stava con la fronte appoggiata alla spalla del figlio, che ormai la sovrastava di tutta la testa
e Draco la stringeva e le sorrideva.
C’era da immaginarselo che, non potendo Draco lasciare la scuola, lei lo avrebbe raggiunto.
Gli Auror li scortarono in una stanza dove avrebbero potuto cenare da soli. Da soli, con gli Auror di
guardia.
Draco lo vide, mentre con sua madre lasciava l’ingresso e gli sorrise.
Harry non ricambiò. Si diresse in Sala Grande e mangiò da solo, terminando velocemente e
tornando in camera subito.
Il mattino seguente, a colazione, Draco pareva più sereno. Aver passato un po’ di tempo con la
madre, che non vedeva da mesi, gli aveva fatto bene.
A tavola aveva alzato gli occhi su Harry più di una volta, ma il Grifondoro aveva preferito fingere
di ignorarlo. Non voleva turbare la sua serenità e non voleva ritrovarsi nella situazione del giorno di
Natale: non voleva sentire la sua mancanza, ma la sentiva.
La sera del 31 dicembre, Harry aveva fatto un po’ di provviste per passare la serata in
camera sua, leggendo l’almanacco di Ron e no dover scendere per il cenone.
Draco lo aspettava sulla scala, sorvegliato a pochi metri di distanza da un Auror.
In quei giorni si era accorto che Harry lo aveva evitato e la cosa lo aveva fatto soffrire. Si era dato
dell’idiota più e più volte, dicendosi che doveva essere contento della perdita d’interesse per lui di
Potter, ma ogni volta che Harry distoglieva lo sguardo per non incontrare i suoi occhi, per lui era
una ferita sul cuore.
Harry lo vide fermo sul primo gradino. Ormai era tardi per cambiare strada, così decise di fingere di
non vederlo ed andare oltre.
Draco, appena Potter gli fu ad un passo di distanza, allungò una mano verso il suo collo.
Come le dita fredde lo toccarono, Harry sobbalzò e fece un passo all’indietro, rendendosi conto che
Draco stava estraendo il ciondolo e che, contemporaneamente, l’Auror aveva fatto un passo avanti.
Con un gesto Harry fermò l’uomo, dicendogli che tutto andava bene.
Draco sorrise, poi il sorriso si tese nel solito ghigno. -Vedo che mi stai cercando, Potter!Harry lo fissò privo di espressione. -SeguimiLo sottrasse dallo sguardo indesiderato e camminò per alcuni corridoi, senza una meta.
-Cosa vuoi M alfoy?-M i stai evitando-Dovresti esserne contento-Harry... - arrossì, ma Harry non lo vide, poiché camminava davanti a lui. -Andiamo nella stanza
delle Necessità....Harry si fermò e dopo qualche istante si girò a fissarlo interdetto.
M alfoy abbassò lo sguardo, imbarazzato. -Voglio farlo con te- pigolò sempre più imbarazzato.
Harry lo afferrò per una spalla e lo spinse contro il muro del corridoio, sbattendolo con prepotenza.
Gli mise una mano tra le gambe a tastare la sua erezione e si sorprese di trovarlo duro.
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-Immagino che al tuo ragazzo non farebbe piacere sapere che preferisci farti sbattere da me
piuttosto che farti coccolare da lui-Io... io...- Draco arrossì violentemente. -SiHarry gli si avvicinò a parlargli direttamente all’orecchio, mentre gli infilava un ginocchio tra le
gambe e gli strusciava la coscia sull’inguine. -Noto con piacere che finalmente un M alfoy ha
imparato a ragionare con le parti basse! Sicuramente un salto di qualità!Draco si sentì mortificato.
Harry lo strattonò e lo trascinò per corridoi e passaggi segreti, fino al settimo piano.
La Stanza delle Necessità si aprì per loro come la volta precedente ed Harry non attese nemmeno di
chiudere la porta per assaltare Draco.
Il Serpeverde spinse il legno resistendo all’impulso di abbandonasi completamente alle mani di
Harry e solo quando la porta fu chiusa cominciò a gemere forte.
Harry gli aveva sollevato la camicia, sfilandola dai pantaloni e si era messo a succhiare e mordere i
suoi capezzoli, uno per volta, senza dargli tregua.
Lo spinse sul letto e gli fu subito sopra.
Draco lo aiutò a spogliarlo alzando le braccia e poi il bacino. Harry lo baciò violentemente,
afferrandogli strettamente i testicoli e, per un momento, Draco ebbe paura delle sue intenzioni, ma
Harry scese con una scia di morsi sul suo ventre, letteralmente scopandogli l’ombelico con la
lingua. Gli allargò le gambe, mordicchiandogli l’interno coscia, un po’ a destra, un po’ a sinistra.
Harry si riempiva la bocca di quella carne morbida e bianca e l’odore del sesso lo ammaliava
sempre di più. Non voleva cedere. Non voleva ritrovarsi coinvolto in quella scopata. Era sesso,
dentro, fuori, dentro, fuori e la mente da un’altra parte. Invece la sua mente era lì ed apprezzava
ogni millimetro di quel corpo. senza pensare a quello che faceva, Harry prese in bocca la punta
congestionata del pene di M alfoy e cominciò a succhiarla e vezzeggiarla con rapidi colpetti di
lingua.
Draco urlò.
Harry sorrise, mente i peli dell’inguine, con una vaga sfumatura rosata, gli solleticavano il naso.
S’inarcò.
Harry adorava quando M alfoy balbettava il suo nome e succhiò più forte, inserendo due dita tese
nel sedere del biondo, muovendole con una dolce rotazione, spingendole dentro e fuori.
Venne.
Harry ingoiò ed attese qualche istante. Baciò la punta prima che sparisse totalmente rivestita dalla
pelle ed osservò Draco.
Il ragazzo pareva totalmente sconvolto. Harry non ricorava di averlo mai visto così rosso in viso e
lo sguardo tanto assente. Respirava a fatica, come se avesse appena corso una maratona. Risalì
carponi lungo il suo corpo, lo baciò sulle labbra aperte e seppe di aver completamente fallito il suo
obbiettivo: quelle scopate stavano diventando il più grosso pasticcio della sua vita.
-Tutto bene?- Gli chiese, trattenendosi dal ridere.
M alfoy lo guardò, recuperando un po’ della sua presenza. -Non so cosa hai fatto... ma non farlo mai
più!Harry ridacchiò suo malgrado. -E’ stato così devastante?M alfoy si limitò ad annuire.
-Temo che dovrai abituartici: potrei farlo ogni giorno per vederti così!Draco sentì il rosso re aumentare di un’altra gradazione. -Harry...Harry lo abbracciò e nascose il viso contro il suo collo.
Draco ricambiò l’abbraccio, sentendo le sue pulsazioni rallentare lentamente. Harry era ancora
vestito e la stoffa gli dava un leggero fastidio.
-Non me lo posso permettere, M alfoy-Cosa?-Questa... “cosa”! Non posso permetterle di diventare più di sesso! Tu sei un M angiamorte, M alfoyHarry alzò il viso per guardarlo. -Dobbiamo smettere di vederci!-
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Draco deglutì a fatica. -Prova per un momento pansare...- Trattenne le lacrime sbattendo
rapidamente le ciglia chiare. -Se avessi avuto scelta, credi che lo avrei fatto?-No-E allora perché non mi dai una possibilità? Silente me la stava dando...-Lo so... M a... tu stai con Nott...-Non sto con Theo! L’ho lasciato! Non potevo più stare con lui... dopo che tu...Harry sentì lo stomaco torcersi. Draco aveva distolto lo sguardo e lui aveva ricordato sin troppo
chiaramente. Gli accarezzò una coscia, la pelle era liscia e leggermente fredda. -Per te era... la
prima... volta?Draco annuì, senza guardarlo.
-M i dispiace...-E’ passato-No: non doveva essere così-Harry! Non importa! Ora sono con te e sono... sono io a volerloHarry lo fissò, dolorosamente rapito dai suoi occhi chiari.
-Comincio ad avere freddo, Harry... ti va di spogliarti e metterti sotto le coperte con me?Harry gli sorrise e cominciò a spogliarsi, buttando a casaccio la divisa sul pavimento.
Sfilò lenzuolo e coperta e fece posto per Draco.
Il biondo prima lo abbracciò e poi cominciò ad accarezzargli il torace. Harry er più caldo di lui e
Draco finì per addossarglisi completamente. In pochi minuti, coinvolti da un bacio appassionato,
Harry gli era salito sul petto e Draco gli circondava i fianchi con le gambe lunghe.
-Non volevo dire quello che ho detto prima- si scusò mentre si muoveva lentamente e
profondamente in lui.
-Lo so- M iagolò Draco con quel tono particolare che mandava scariche di piacere lungo la colonna
vertebrale di Harry.
-Cioè... probabilmente per tuo padre sarebbe appropriato...-Basta che tu no voglia scoparti anche lui!Harry si riversò con estremo piacere nel suo corpo e gli sorrise malizioso. -Saresti geloso?Ondeggiò di nuovo su di lui.
-Si!- Grugnì il biondo ed Harry non seppe decidere se fosse la risposta alla sua domanda, o se fosse
un segno dell’orgasmo che sopraggiungeva in quel momento.
Un orologio batté dodici rintocchi in quel momento.
-Buon anno, Harry-Buon anno, M alfoyHarry si mise sul fianco e si stiracchiò languidamente, mentre Draco si accoccolava contro di lui,
insonnolito.
-Ho lasciato tutti i manicaretti che avevo sgraffignato nel mio dormitorio- si lamentò Harry.
-Hai fame?-No. E tu?-Nemmeno- sbadigliò.
-Domani mangeremo di più a colazioneDraco annuì. I capelli si mossero contro il petto di Harry e poi il biondo si addormentò.
Harry, con un ultimo sforzo per restare sveglio, richiamò a sè la bacchetta. M ise in ordine i loro
abiti su due poltrone e fece comparire una pergamena sopra quelli del biondo e finalmente, poté
dormire anche lui.
“Non andare via, non mi mette in imbarazzo svegliarmi con te. Domattina voglio baciarti e
abbracciarti ancora”
Quando Harry si risvegliò, si specchiò negli occhi chiari di Draco. Il biondo gli sorrideva,
abbracciato a lui.
-Ciao-
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-CiaoHarry si mise sul fianco abbracciandolo e baciandolo profondamente.
Draco arrossì e nascose il viso nell’incavo del suo collo.
-Cosa facciamo oggi?- Gli chiese con voce ancora arrochita dal sonno.
-Tutto quello che vuoi, HarryHarry ridacchiò soddisfatto, arruffandosi i capelli.
-Che ore sono?- Chiese strizzando gli occhi senza riuscire a mettere a fuoco la pendola.
-Quasi le dieci-Devo andare in bagno...- Harry si stiracchio, gonfiando il torace e Draco ne approfittò per
accarezzargli il petto e stuzzicare un capezzolo scuro. -E poi ho fame-La Stanza ha provveduto a tutto: dietro quella porta c’è un bagno e sul tavolo è già pronta la
colazioneHarry si decise ad alzarsi, sgusciando dall’abbraccio di M alfoy e dal letto caldo e si diresse in
bagno.
Draco lo fissò camminare verso la stanza, un po’ incerto, avendo lasciato gli occhiali sul comodino,
nudo come era venuto al mondo.
Quando Harry uscì dal bagno, Draco stava apparecchiando per due sul tavolino, con in dosso i
pantaloni della divisa.
-Cosa fai, M alfoy?-Preparo-Togliti quei pantaloni e torna a letto!- Harry si infilò tra le coltri decisamente grato che avessero
conservato il calore. Era stato strano ed indescrivibilmente piacevole trovare M alfoy vicino a lui,
pochi minuti prima. Non immaginava che passare un’intera notte con qualcuno potesse rendere così
appagati.
Harry si sistemò meglio sotto le coperte e si diede dell’idiota: non doveva mettersi a fare il
sentimentale con M alfoy.
-Non vuoi fare colazione?- Draco sfilò l’indumento e si riaccuattò al caldo.
-Si- prese la bacchetta. -Accio colazioneLa caraffa di succo di zucca, i bicchieri, i cestini di pane e le scodelline di burro e marmellata, i
piatti di pancetta e uova strapazzate levitarono barcollando e si adagiarono sul letto.
Draco bloccò la caraffa prima che si rovesciasse sul piano stropicciato della coperta, versando il suo
contenuto e si dedicarono a spazzolare fino all’ultima briciola di colazione.
-Ora mi farei un altro sonnellino- sbadigliò Harry, dopo aver rispedito le stoviglie vuote sul
tavolino.
-Allora facciamolo- Draco si stese e si riavvicinò ad Harry, abbracciandogli i fianchi.
-Iniziamo bene il nuovo anno, M alfoy- Harry si mise su di lui e cominciò a baciargli il collo con
trasporto.
Draco miagolò e fece le fusa come un vero gatto, facendo scorrere le mani sulla schiena di Potter.
Prima di addormentarsi Harry lo prese quasi con indolenza, come se non volesse davvero scoparlo,
ma stare dentro di lui.
-Doccia!- Implorò Harry, svegliandosi di nuovo. Aveva caldo, era schiacciato dal peso di
M alfoy totalmente avvinghiato e voleva rinfrescarsi ed uscire a prendere un po’ d’aria.
Fissò brevemente il biondo che dormiva con respiro leggero e le palpebre abbassate così sottili da
risultare quasi azzurre.
Sorrise suo malgrado e cercò di liberarsi dal suo abbraccio stritolante.
-Sveglia, M alfoy- gli sussurrò all’orecchio ed il ragazzo brontolò qualcosa, raggomitolandosi su se
stesso.
Harry lo scrollò delicatamente. -Io vado a farmi una doccia-. Non si rendeva neppure conto di
avvisarlo per paura che si sentisse abbandonato, come si era, in fondo, sentito lui, il giorno in cui si
era svegliato e M alfoy era andato via.
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Quando sentì l’acqua scorrere, M alfoy si risvegliò. realizzando subito che Harry gli aveva
accennato qualcosa a proposito di una doccia.
Si stiracchiò e si diresse rapidamente nel bagno che la Stanza delle Necessità aveva creato per loro.
-Posso entrare anch’io?Harry, completamente svegliato dall’acqua che gli scrosciava addosso, si mosse di lato, facendolo
entrare.
Draco mugolò per l’acqua troppo calda, ma appena le mani del Grifondoro gli furono addosso, la
ignorò totalmente.
Harry lo abbracciò e lo baciò, passandogli le mani insaponate sul petto e sull’inguine, facendolo
gemere forte, rigettando indietro la testa.
Harry lo fece girare, cominciando a baciargli il collo e massaggiargli la schiena, cospargendola di
un velo appena scivoloso di sapone profumato. Gli appoggiò il petto alla schiena, dedicandosi ad un
orecchio e portando una mano all’inguine del biondo, mentre cominciava a strusciare il sesso tra le
sue natiche in una carezza eccitante.
-Harry!- Ansimò forte Draco, cercando un appoggio sul muro di piastrelle bagnate.
Harry aprì le braccia, raggiungendo i suoi polsi, senza lasciargli il collo. Premette le dita contro la
pelle bollente e cominciò a risalire verso i gomiti, con un leggero e sensuale graffiare.
Draco emise un gemito roco e venne improvvisamente, cadendo sulle ginocchia, ansimante.
Sorpreso, Harry gli si accostò. Draco era accaldato in viso e tremante. Lo guardò con occhi
colpevoli ed imbarazzati, stringendosi le braccia al petto.
“Il” braccio, notò Harry, prendendolo ed allontanandoglielo dal petto. Il M archio Nero faceva bella
mostra di sé e Draco distolse lo sguardo.
-Quando ci hai passato le dita sopra...Harry lo fissò attentamente. Gli occhi di Draco, improvvisamente più scuri, lo sfuggivano. Harry
notò le gocce intrappolate tra le ciglia chiare e, per la prima volta, notò quanto fossero lunghe.
-... ho... ho avuto un orgasmo-Questo l’ho visto anch’io-Non so perché.... il Signore Oscuro, tocca il M archio di uno di noi quando vuole che lo
raggiungiamo... fa male a tutti quando lui ne tocca uno...-Vuoi dire... che quando ti ho toccato il braccio....-M erlino spero di no!- Draco arrossì terribilmente, guardò dritto negli occhi di Harry per un
momento e li riabbassò subito, vergognandosi terribilmente.
Harry, invece, scoppiò a ridere. -Te li immagini tutti quei M angiamorte che godono nello stesso
momento e neppure sanno perché!-Non è divertente, Harry- rispose piano il Serpeverde.
-Oh, si invece! Pensa a gente boriosa ed arrogante come...-Come chi Harry? Come mio padre? M io padre è in prigione!- Draco serrò le labbra in una linea
dura e lo guardò risentito ed addolorato.
-Si. Come Lucius M alfoy...- lo strattonò per un braccio, facendolo rialzare- ... o come quella puttana
di tua zia- Harry uscì dalla doccia, afferrò un asciugamano e gli diede le spalle.
Draco girò la manopola e chiuse l’acqua. Attese qualche istante per trovare il coraggio di parlare di
nuovo. -Non è colpa mia...- iniziò, ma Harry non lo lasciò finire.
-Hai detto che lui lo usa per chiamarvi a raccolta, vero?-Si-Come sapete dove andare?Draco scosse la testa. -Credo faccia parte della magia del M archio, non... sappiamo il luogo, solo,
che dobbiamo ricongiungerci a lui-Qualcuno potrebbe voler venire ad Hogwarts per questo?-No, se l’hanno sentito, sanno che non è stato Tu_sai_chi a farlo-Allora dobbiamo aspettare che Voldemort vi chiami per sapere dove si nasconde!-Harry...-
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-Tu me lo dirai, così che io possa raggiungerlo!-Harry... credo che tutti sappiano che io...- Draco, di nuovo arrossito, si protese verso di lui,
cercando di strappargli un bacio.
Harry spostò lo sguardo sul M archio e si allontanò dal viso, ormai troppo vicino, di M alfoy. Sbrigati a vestirti, ho voglia di uscireDraco, ingoiato il boccone amaro, si asciugò e si rivestì quanto più in fretta possibile.
Appena ebbe afferrato la giacca, Harry aprì la porta, costringendolo ad infilarla in corridoio.
-Harry....- lo chiamò accorato.
-Cosa c’è ancora, M alfoy?!- Scattò Potter, parecchio nervoso.
-Io non posso uscire, a meno che un Auror non mi sorvegli... e dubito che siano particolarmente
disposti, oggi-Perché?Draco lo guardò come se fosse la cosa più ovvia del mondo. -Non ho dormito nel mio letto, ieri
notte... probabilmente mi hanno cercato...Harry sembrò addolcirsi un po’. Gli accarezzò timidamente una guancia e, davanti al suo sguardo
chiaro e sofferente, si risolse a baciarlo.
Draco gli si aggrappò alla giacca, lasciandosi andare tanto che Harry dovette stringerlo e sostenerlo.
-Dirò che hai passato la notte con me, se sarà necessarioDraco mugolò in risposta, nascondendo il viso contro il suo collo ed Harry si ritrovò a pensare che
sarebbe stato bello se quei gesti fossero diventati quotidiani.
Tenendolo stretto per i fianchi si incamminò lentamente verso le scale.
Cap. 10
Draco era stato severamente rimproverato dal responsabile della sua Casa. Non era stato confinato
nel suo dormitorio solo perché Lumacorno era estremamente sensibile alle richieste di Harry ed il
Grifondoro aveva interceduto per il ragazzo davanti a professori, Auror e l’inviato del M inistero.
L’uomo era arrivato quella mattina con la benedetta nomina. Il M inistro si era finalmente risolto a
nominare la professoressa M cGranitt preside di Hogwarts.
Ciò rendeva necessaria la nomina di un nuovo responsabile per Grifondoro, la scelta della preside
sarebbe stata resa nota nei primi giorni di scuola del nuovo anno.
Harry rimuginava su queste e su altre cose mentre si dirigeva al suo dormitorio per la notte. Lui e
M alfoy dovevano perdere il brutto vizio che avevano preso e dovevano perderlo in fretta dato che le
vacanze di Natale sarebbero finite anche troppo presto.
Con la scuola vuota scopare praticamente dietro ad ogni angolo non costituiva un grande rischio,
ma appena tutti gli studenti fossero tornati non sarebbe stato altrettanto facile.
M alfoy era stato umiliato più che abbastanza in un giorno solo per aver passato la notte fuori, così
che avevano cominciato a sfogare i loro istinti letteralmente ovunque.
Per poco non erano stati beccati da un Auror, ma da come l’uomo si era schiarito la gola ed era
tornato sui suoi passi, Harry riteneva che si fosse fatto un’idea piuttosto precisa delle loro attività
extrascolastiche.
M ancava giusto la Sala Grande, magari davanti a qualche professore, stavolta, pensò Harry, con una
punta di rimprovero a se stesso. Si era fatto sfuggire la situazione di mano o, come aveva detto una
volta M alfoy, non riusciva più a tenerlo nei pantaloni.
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Appena ce l’aveva davanti doveva toccarlo, baciarlo, averlo. Non riusciva a stargli lontano e,
decisamente, la cosa non andava bene.
Gli si stringeva il cuore ogni sera ed ogni mattina trovandosi solo nel suo letto. Ripensare alla notte
trascorsa assieme, al risveglio... gli mandava in tilt il cervello, ma non voleva assolutamente
soffermarsi a pensare cosa potesse significare.
M alfoy aveva quel maledetto M archio sul braccio, quindi, potevano fare ottimo sesso, ma nulla di
più. Non poteva. Soprattutto, non voleva.
Altri due giorni così e, Harry lo sapeva: sarebbe esploso: aveva bisogno di tutte quelle maledette
cose a cui l’aveva assuefatto la Stanza delle Necessità.
Ci si può assuefare a qualcosa in un paio di volte?
Sinceramente non lo sapeva e non gli importava: voleva un letto, voleva M alfoy in orizzontale
anziché contro un muro e voleva passarci tutta la notte.
Cinque minuti, in piedi, dietro ad un’armatura, con la paura di essere scoperti non era scopare, era
una sveltina neanche troppo appagante per svuotarsi le palle.
La sua mente registrò vagamente che Sir Nicholas gli aveva rivolto il saluto. Lo ignorò e tornò in
dietro, rifece tutta la maledetta strada al contrario, scese le scale fino ai sotterranei e... arrivò giusto
in tempo per vedere una cosa: il grosso Auror coi capelli rossicci e radi sulla fronte che spingeva in
malomodo Draco oltre il muro della sua Casa, rivolgendogli parole poco carine e mettendosi di
guardia al passaggio, per assicurarsi che il Serpeverde non uscisse durante la notte.
Harry tornò su per le scale, arrivando al suo dormitorio, spogliandosi in fretta, buttando gli abiti alla
rinfusa e cacciandosi addosso la maglia che usava per dormire come se fosse colpa sua se sentiva un
magone tremendo nello stomaco.
Il giorno dopo M alfoy stava facendo colazione come sempre, come se nulla fosse.
Harry lo guardò pensieroso e si tastò la tasca in cui teneva il suo fedele mantello dell’invisibilità.
Ultimamente non se lo era sempre portato appresso ed aveva fatto male.
Gironzolò tutto il giorno per i fatti suoi, pensando e cercando di negare ogni conclusione fastidiosa
cui arrivava.
M alfoy sembrava piuttosto demoralizzato a metà pomeriggio, quando cominciava a diventare buio
ed Harry lo raggiunse lungo un corridoio. Che fosse triste perché quel giorno non avevano ancora
sfogato i loro istinti adolescenziali?
Harry, camminando silenziosamente, gli arrivò alle spalle, ammantato d’invisibilità.
Alzò il mantello ed avvolse M alfoy all’interno del mantello, circondandolo strettamente e
spingendolo verso le finestre.
M alfoy sussultò per lo spavento, poi riconobbe Harry e si rilassò. Guardò incredulo il tessuto
traslucido ed il mondo al di fuori attraverso esso. Il cuore gli batteva forte e l’anticipazione stava
facendo convergere quanto più sangue possibile alle sue parti basse.
Harry si fermò, le braccia intrecciate intorno ai fianchi di M alfoy, davanti ad una finestra e si mise a
guardare il sorgere dell’oscurità.
Draco si girò a guardarlo, cercando di capire che intenzioni avesse. Vedendo il suo sguardo perso
sull’orizzonte, si rivolse nella medesima direzione e le ultime tracce del tramonto invernale lo
colsero di sorpresa. Si rilassò contro il petto di Harry, app oggiando le mani sulle sue, in silenzio,
godendo del momento.
-Stasera rientra presto nella tua comune. Ti seguirò con il mantelloDraco trattenne il fiato e strinse le dita attorno a quelle di Harry. -Domattina rientrano tutti...-Vorrà dire che me ne andrò prestoDraco avrebbe voluto protrarre quel momento, ma Harry lasciò la presa, gli sfiorò l’orecchio con le
labbra chiuse e gli tolse il mantello, allontanandosi chissà dove.
Draco contò i secondi in attesa della sera.
Dopo cena fu svelto a lasciare la Sala Grande e si diresse ai sotterranei. Un Auror lo seguiva, come
sempre, per accertarsi che stesse andando al suo dormitorio e Draco avrebbe voluto essere certo che
anche Harry lo stasse seguendo.
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Quasi avesse intuito i suoi pensieri, Harry lo sfiorò appena. Il mantello era fresco e liscio come seta
e Draco rabbrividì.
Quando il muro fu chiuso alle sue spalle, Draco attese per un interminabile istante.
Harry tolse il mantello e lo travolse con un bacio appassionato.
Cedevole come avesse avuto le gambe di burro, Draco mugolò e si appese a lui.
-Camera tua, M alfoy- ansimò Harry senza staccarsi completamente dalle sue labbra e Draco lo
condusse alla sua stanza.
Harry lo rovesciò sul letto e si spogliarono a vicenda, freneticamente.
Harry, da quando lo aveva baciato sulla bocca la prima volta, non era più riuscito a negarselo, quasi
una penetrazione dei piani alti, molto, molto soddisfacente.
E a M alfoy non pareva spiacere.
Al momento dell’orgasmo Harry sprofondava nella sua bocca e gridava dentro di lui, riempiendolo
di seme e di suono e tutto questo lo lasciava esausto e soddisfatto come null’altro al mondo.
Sudati ed ansimanti si arresero in abbraccio reciproco, spingendo verso il basso le lenzuola
cercando di muoversi il meno possibile ed infilandocisi dentro per poter dormire.
-Come facciamo da domani, Harry?-Non ne ho idea- fu la sconsolante risposta del Grifondoro, prima di addormentarsi.
Draco si svegliò con un gemito sonoro, venendo in pochi istanti nella bocca di Potter e passando dal
totale rilassamento del sonno, al totalizzante appagamento di sensi.
Harry risalì strisciando lungo il suo corpo per dargli il bacio del buongiorno e mentre Draco pareva
ancora sotto l’effetto di un incantesimo, ridiscese cominciando a succhiargli un capezzolo, mentre
le dita giocavano con l’altro.
Draco gli infilò le mani tra i capelli, sgrovigliandoli dolcemente e massaggiandogli la cute. -Hai
intenzione di farmi morire giovane?Harry mugolò una risposta senza staccare le labbra dal suo petto.
-Potrebbe essere un bel modo di morire, morire per troppo sessoPotter gli mordicchiò e pizzicò contemporaneamente i capezzoli, facendolo inarcare e mugolare.
-Sai, Pansy mi ha detto che una donna può avere un orgasmo solo stimolandole i capezzoli....-Vuoi verificare se funziona anche per un uomo?- Gli chiese Harry, tornando a coprirgli il viso col
proprio.
Draco impiegò un po’ a rispondere, molto preso dal nuovo bacio. -M agari un’altra volta... ora
voglio...- arrossì in un modo che Harry adorava e si morse il labbro.
-Vuoi che ti scopi?Draco annuì appena ed Harry non lo fece aspettare oltre.
M alfoy lo accolse docilmente, adorando la sensazione di Harry che entrava ed usciva ritmicamente
da lui. Doveva trovare il coraggio di dirlo, la prossima volta: “Voglio che mi scopi”. Non era
difficile, era... così brutto rispetto a “Voglio fare l’amore”, ma Potter non era certo innamorato di
lui. Lo avrebbe deriso, in fondo, non era il Grifondoro che aveva sempre creduto. E lui... lui non
avrebbe potuto innamorarsi di un Grifondoro per bene, troppo per bene.
A metà mattina erano ancora stesi a letto. Harry non era particolarmente loquace e si guardava
intorno con palese curiosità. A Draco non dispiaceva. Aveva Harry accanto e poteva sonnecchiare
con la testa appoggiata sul suo petto, accanto al piccolo quadrifoglio ed ascoltare il battito regolare
del suo core.
-Potrei intrufolarmi qui, ogni tanto, col mantello- suggerì Harry all’improvviso.
-Potrebbe funzionare... ma Pansy e Blaise sono abituati ad entrare in camera mia quando vogliono...
anche senza bussare-Vorrà dire che chiuderemo a chiave-Harry- Draco si sollevò sul gomito, mettendoglisi di fronte. -Vorrei che sapessi che questi giorni,
per me...-Lascia perdere, M alfoy. Niente falsi sentimentalismi tra noi- lo liquidò sbrigativamente il moro.
Draco si riaccucciò al suo posto, circondandogli i fianchi con le braccia.
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Harry fissò il profilo del M archio e cominciò a sfiorare la pelle intorno con le dita.
Draco rabbrividì.
-Ti ha fatto male?Draco annuì. -E’ un dolore acuto. Dura solo un momento, in cui credi di impazzire. Anche se è
magia, senti la carne sfrigolare come se davvero bruciasse e l’odore di carne e sangue bruciato ti
penetra nella testa.... e sai che è la tua carne. Il tuo sangue. Poi fa male per alcuni giorni, come se
fosse una botta terribile e anche la stoffa ti fa male e l’acqua, quando ti lavi-Tra poche ore arriveranno. Vuoi fare qualcosa?- Cambiò discorso Harry.
-Stare con teHarry sospirò e se lo strinse al petto. -M alfoy non durerà in eterno, la sai, vero?Draco annuì in silenzio e si strinse di più a lui.
Harry si insultava in tutti i modi che conosceva per la situazione in cui si era cacciato e ancor di più
perché adorava sentire i capelli di M alfoy sul suo torace ed il peso della sua testa.
Quella sera, a cena, la Sala Grande era di nuovo gremita di studenti chiassosi che si
raccontavano delle vacanze.
Draco era stato sommerso dagli abbracci di Pansy e Blaise e dalle loro chiacchiere, Harry era stato
coinvolto dai suoi compagni di casa in una lunga serie di resoconti, tra una chiacchiera e l’altra
riuscì a sussurrare un “grazie” a Ron ed a sfiorargli la mano.
Era strano: non c’era mai stata elettricità tra loro, ma pensava che sarebbe stato più emozionato,
invece, l’unica cosa che pensò fu che la pelle di Ron non era morbida quanto quella di M alfoy e che
il rischio di essere visto da Hermione era nulla rispetto a quello di essere visto dagli Auror mentre
faceva sesso con M alfoy.
Sbirciò al tavolo di Serpeverde e vide il principe detronizzato circondato dall’affetto dei suoi amici.
Fu contento per lui. Per quella sera non se ne parlava di strisciare nei sotterranei.
La mattina dopo, la sua attenzione fu totalmente rapita da una conversazione. Hermione parlava di
qualcosa che c’entrava con Storia della M agia. Aiutava a ripassare un ragazzino del quarto anno e
faceva degli esempi che lo toccavano da vicino.
-Per esempio, considera la situazione di M alfoy. Il M inistero l’ha rimandato ad Hogwards in base
alla legge per la tutela dei maghi minorenni, ma questa legge prevede che in presenza di un parente,
il mago minorenne sia affidato alla sua custodia. Tuttavia, a seconda del grado di istruzione di un
mago il verdetto del processo...Harry sentì i capelli rizzarglisi sulla nuca. Nella sua mente arrivò velocemente alle conclusioni e
schizzò fuori dalla comune come un razzo, in cerca del Serpeverde.
Cap. 11
Harry cercò in lungo e in largo, ma per tutta la mattina non trovò M alfoy da nessuna parte. Lo vide
di sfuggita a pranzo, ma la Parkinson continuava ad ottenere tutta la sua attenzione con le
chiacchiere ed Harry non riuscì ad attirare un solo sguardo, fu così che si risolse, nel tardo
pomeriggio, a raggiungerlo in biblioteca.
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M alfoy era impegnato a studiare. Di fianco aveva la Parkinson e davanti Zabini. Dovette impegnarsi
per attirare la sua attenzione e sfuggire contemporaneamente a M adama Pince.
Espose il ciondolo, togliendolo da sotto la camicia e finse di cercare un libro che doveva stare
proprio vicino al tavolo dei Serpeverde.
Dopo un po’ la Parkinson notò la sua maldestra presenza e spalancò gli occhi, emettendo un piccolo
gemito.
Draco e Blaise alzarono gli occhi e seguirono il suo sguardo. M alfoy, con una scusa si alzò dal
tavolo ed uscì dalla biblioteca. Pochi minuti dopo Potter lo seguì.
Si trovarono nell’abituale bagno che aveva visto i loro primi incontri.
Draco gli sorrise appena lo vide entrare, ma Harry pareva decisamente preoccupato. Lo attirò nel
piccolo gabinetto e lo guardò dritto negli occhi serrandogli le mani sulle braccia.
-Il M inistero ti ha rimandato qui per processarti dopo che avrai preso i M .A.G.O.!-Si-Lo sapevi?Draco sorrise. -Certo che lo sapevo, Harry. Non sono stupido-M a...-Non diventerò un grande mago e neppure una persona importante, Harry. Tutte quelle cavolate che
dicevo, che Lui mi avrebbe dato onore e gloria... sapevo che non erano vere... ma pensavo che non
avrei mai potuto finire la scuola. Invece ora ho la possibilità di farlo, anche se i M .A.G.O. non mi
serviranno a molto in prigione, ma almeno sarò diplomato, non deluderò anche in questo i miei
genitori-M a quando avrai il diploma superiore sarai giudicato da una corte più severa!-Harry, sono un M alfoy! La corte sarebbe severa con me in ogni caso per il mio nome e la mia
posizione sociale! La gente vedrà un giovane mago di ottima famiglia e con un’istruzione adeguata
al suo rango, spregiudicato e troppo ricco per capire il prezzo delle sue azioni: il M angiamorte
perfetto. M i manderanno ad Azkaban e butteranno via la chiave! E’ sempre stato questo il loro
piano!-Non dare gli esami!-Non servirebbe Harry. Il povero M alfoy che non ha studiato abbastanza per capire quel che faceva
non regge. Passerò o mi faranno passare gli esami con ottimi risultati in modo da mettere in
evidenza come la mia intelligenza ed il mio talento siano totalmente corrotti-M a ci deve essere un modo...-Non preoccuparti per me, HarryPotter lo guardò, scrutò a fondo nei suoi occhi: M alfoy sapeva, ma non si ribellava... come non si
era ribellato a suo padre, a Voldemort.... accettava passivamente, come aveva accettato
passivamente che lui lo stuprasse... sentì un improvviso, impellente desiderio di baciarlo.
Lo strinse forte nel suo abbraccio e lo baciò possessivamente.
Draco rispose con entusiasmo e si baciarono ancora, ancora e ancora.
-Abbiamo... tempo.. se vuoi...- ansimò il Serpeverde, avvinghiandosi a lui, ma Harry, che
continuava a stringerlo ed accarezzargli ora la schiena, ora il viso, pareva intenzionato a divorarlo a
baci
-Draco?I due si fermarono immediatamente, rizzando le orecchie.
-Draco sei qui?M alfoy fece cenno a Potter di tacere. -E’ Blaise- sussurrò.
Il ragazzo, intanto, aveva cominciato ad aprire tutte le porte dei gabinetti, in cerca dell’amico.
Draco baciò al volo il Grifondoro e fece per uscire, ma Harry lo trattenne, interrogativo. M alfoy gli
sorrise e gli fece di nuovo cenno di tacere, prima di tirare la cordicella dello sciacquone ed uscire.
-Che c’è Blaise?-Oh, finalmente!- Zabini cercò di sbirciare nel gabinetto, ma Draco chiuse la porta e ci si mise
davanti.
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-Tutto bene?-Si... adesso non posso neppure andare in bagno senza scorta?-No... ma preferirei che ci venissi soloDraco sorrise, era leggermente arrossito e gli brillava lo sguardo.
-Torniamo in biblioteca, Pansy ci aspetta- propose Blaise, affatto convinto.
“Harry si preoccupa per me” continuava a pensare Draco e gli pareva di stare sopra una nuvoletta
rosa.
Harry aveva ascoltato con la tensione che cresceva ad ogni respiro. Così Zabini sapeva. O almeno
intuiva qualcosa. Non poteva sapere cosa M alfoy gli avesse detto. Se lui e Zabini erano amici come
lo erano stati lui e Ron probabilmente M alfoy gli aveva raccontato quasi tutto... Si portò una mano
alla bocca, sulla lingua si sentiva ancora il buon sapore del biondo... M erlino! Era stravolto come la
prima volta che aveva fatto sesso, solo che, stavolta, era stato molto, molto più coinvolgente... e si
erano solo baciati... no, decise, allargandosi il nodo della cravatta, in cerca di un po’ d’aria extra,
quello era stato sesso con la lingua. Il miglior sesso che avesse fatto in vita sua.
La giornata trascorse lenta, Harry bruciava dal desiderio di passare altro tempo con M alfoy. Decise
che avrebbe passato la notte con lui, intrufolandosi nel suo dormitorio.
A cena notò che Ron gli lanciava delle occhiate preoccupate, gli rivolse un sorriso rapido,
approfittando della momentanea distrazione di Hermione e si allontanò con la più totale
indifferenza, per estrarre il mantello dell’invisibilità dietro al primo angolo e scendere nei
sotterranei, aspettando che un Serpeverde qualsiasi gli aprisse il passaggio.
M alfoy e i suoi compagni di studio di quel pomeriggio non si erano fatti vedere a cena, ma, mentre
entrava con gli altri studenti in Sala Grande, aveva sentito di sfuggita Goyle avvisare Nott che i tre
avrebbero cenato nella comune perché dovevano parlare di qualcosa.
La sua attesa non fu troppo lunga.
Si infilò dietro una ragazzina che poteva essere al massimo del secondo anno, con una lunga coda di
cavallo di sottili capelli neri.
Si accorse di stare sorridendo nel momento in cui smise di farlo: M alfoy scuoteva la testa mentre la
Parkinson camminava avanti indietro di fronte a lui.
Zabini, a braccia conserte, stava seduto a fianco di Draco e pareva che la ragazza lo stesse
rimproverando.
Harry gli si avvicinò silenziosamente. La Comune era quasi totalmente vuota, ancora, ma i tre
Serpeverde evitavano di alzare la voce.
-... come tu abbia potuto!- Stava concludendo la Parkinson.
-Pansy, ti prego...- supplicò M alfoy. Sembrava stesse per piangere tanto era flebile la sua voce.
-No! Draco è inconcepibile che tu perda tempo con... con “Potter”!-Pansy...-Non ho finito, Draco! Quasi ho fatto un colpo quando ho visto a chi hai dato quel ciondolo! E tutte
le tue promesse d’amore? Che fine hanno fatto? “Gli darò il mio cuore”! Come no! L’hai
dimenticato per “Potter”!-No! Non l’ho dimenticato, piccola! M a lui non vuole più...-Come fai a dire che non ti vuole più?!- Si esasperò lei.
-Non l’ho più sentito...-Draco! Era in vacanza! Era tornato a casa per il Natale! Questo non significa che non ti voglia più!
E’ a lui che hai promesso eterno amore!Draco si mordicchiava il labbro inferiore ed Harry aveva sentito abbastanza.
Quindi stava ancora con Nott. Lo aveva usato per fare sesso mentre l’altro se ne tornava a casa per
le vacanze e lui restava solo nella sua maledettissima camera privata!
Si portò le dita a quella maledetta collanina e fece per strapparla via, ma il dolore al petto era tale
che subito sciolse le dita e la premette contro il torace, come volesse reggersi il cuore.
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Se non avesse saputo che non era incantata avrebbe pensato che un qualche incantesimo gli
impedisse di toglierla.
Approfittò dell’ingresso di un altro studente per sgusciare fuori dalla Comune e, senza togliersi il
mantello, ritornò al suo dormitorio.
Una risata alle sue spalle lo fece voltare prima di recitare la parola d’ordine: i Grifondoro
ritornavano alla spicciolata alla loro torre.
Ron rideva con Hermione e la aiutava con i libri mentre lei si prendeva un fazzolettino di tasca.
Ginny era attorniata da tre ragazzi, pochi gradini più in giù e... sul pianerottolo c’era Romilda. Il
fratello minore di Colin le aveva promesso di scattarle delle foto, qualche giorno prima e lei era in
posa con una mano appoggiata al parapetto delle scale. Erano carini assieme.
M entre li osservava Ron ed Hermione gli passarono tanto vicino da far oscillare il mantello e lui
sentì i loro profumi... aveva voglia di sedersi con loro a chiacchierare. Erano i suoi amici... forse se
avesse detto loro di avere una ragazza, come aveva suggerito Ron, tutto sarebbe andato a posto.
Forse, se avesse fatto un po’ di complimenti a Romilda, avrebbe ancora potuto recuperare la sua
simpatia...
Strinse di nuovo il piccolo quadrifoglio. Avrebbe potuto darlo a Romilda oppure ad un’altra
ragazza... M alfoy che faccia avrebbe fatto? Avrebbe sofferto?
L’idea che M alfoy potesse soffrire perché lui si era sbarazzato di un suo regalo era spaventosa
eppure allettante.
Distolse lo sguardo e seguì i suoi ex migliori amici nella sala.
Ron si sedette pesantemente ed Hermione prese posto accanto a lui.
Harry rimase in piedi a fissarli, proprio davanti ai loro occhi che non potevano vederlo.
I due si baciarono ed Hermione si accoccolò meglio contro di lui, sollevando le gambe per piegarle
di lato, stretti nel piccolo divano da due.
-Hai notato che Harry è sparito di nuovo, amore?Harry sussultò. Non pensava che Ron parlasse di lui con tanta disinvoltura con Hermione.
-Si... ultimamente è stranoRon sospirò. -Vorrei che tutto tornasse come prima... che fossimo amici, intendo!- Precisò prima
che lei lo sbranasse.
-Anche a me manca Harry, Ron! Però finché lui manterrà questo atteggiamento non sono disposta a
cedere! Lui ha calpestato per capriccio il nostro sentimento! Non si è reso conto del dolore che
abbiamo patito Ginny e io! E a me è andata bene, perché tu hai scelto me... ma Ginny... lei ha perso
la persona che amava perché Harry ha dimostrato di non saper amare!Ron si grattò a disagio dietro l’orecchio. Avevano raccontato un sacco di bugie ed Hermione, per
una volta ci era cascata. Harry riconobbe il gesto del suo amico, che, per salvare la sua relazione
con Hermione, aveva scaricato tutta la colpa su di lui e riuscì a perdonarlo un’altra volta.
Si diresse lentamente a dormire. Sentiva un dolore acuto a cuore, sentiva che piangere gli avrebbe
fatto bene, ma non ci riusciva.
Si spogliò e si infilò nel letto.
Pensare che si era sentito in colpa per M alfoy!
Pensare che aveva desiderato proteggerlo ed aiutarlo!
Aveva addirittura pensato di essere vicino all’innamorarsi di lui!
E M alfoy amava un altro!
Gli avrebbe fatto pagare anche questo.
Non aveva il diritto di prenderlo in giro. Di farlo innamorare e poi abbandonarlo.
Harry strinse il ciondolo e lo premette al petto e soffocò un grido contro il cuscino.
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Cap. 12
Draco si era addormentato dopo una lunga attesa. Aveva sperato che Harry lo raggiungesse. Lui
avrebbe voluto raggiungerlo dopo tutti quei baci.
Impiegò il tempo a riflettere. Pansy era stata una furia, ma avrebbe dovuto aspettarselo: era sua
amica, gli voleva bene. Non sarebbe stato facile convincerla, testarda com’era, ma lei avrebbe
accettato. Non era come la Granger, che aveva voltato le spalle ad Harry, lei gli sarebbe rimasta
accanto.
Blaise si era limitato ad ascoltare la sfuriata della sua ragazza ed alla fine le aveva detto che, per
quanto la pensasse come lei, dovevano rispettare le sue scelte.
Draco gliene era stato immensamente grato.
La mattina seguente Pansy gli aveva dato il buon giorno con l’abituale bacio sulla guancia. Durante
tutta la colazione non aveva staccato gli occhi da Potter.
Draco trovava che la cosa fosse piuttosto buffa, ma aveva notato che il Grifondoro pareva più teso
del solito. Aspettò inutilmente che Harry alzasse lo sguardo su di lui per sorridergli, ma Potter fece
colazione rapidamente e si dileguò dalla Sala Grande.
Draco capì che lo stava evitando quando uscì rapidamente anche dall’aula, al termine dell’ultima
lezione del mattino, che avevano insieme.
A pranzo si ripeté la medesima situazione della mattina, con Harry che si ostinava ad evitare di
guardarlo e Draco cominciava ad essere nervoso.
Appena Harry lasciò di nuovo la sala, Draco gli corse letteralmente dietro, ma si calmò non appena,
pochi metri fuori dalla porta, lontani dallo sguardo di tutti, Harry si fermò ad aspettarlo.
Draco sentì il cuore fare una capriola e, sorridente, gli si avvicinò.
-Avevo giusto bisogno di te, M alfoyDraco capì che qualcosa non andava dal tono freddo di Harry e dallo sguardo duro che gli rivolse.
-E’ successo qualcosa?-Cammina!- Harry lo precedette e, mano a mano che si avvicinavano al bagno, Draco sentì
l’inquietudine tornare. -Harry...Harry gli bloccò il braccio a mezz’aria, vanificando il tentativo del biondo di fargli una carezza.
-Voglio solo scopare la mia puttana, M alfoy. Chiuditi la bocca o vedrò di farti tacere io!Draco impallidì. Ebbe precisamente la sensazione del sangue che defluiva via dal suo viso. Stava
male, ma rimase in silenzio, come se fosse un altro che Harry rigirava e sbatteva al muro.
Un altro a cui Harry abbassava in malo modo i pantaloni.
Un altro che veniva riempito da Harry brutalmente.
Harry gli venne dentro e si allontanò subito da lui. -Questa puoi tenertelaDraco sentì il rumore di qualcosa che cadeva a terra. Poi sentì quello della porta aperta e richiusa e,
lentamente, sbatté le palpebre, si rivestì e guardò ai suoi piedi per individuare l’oggetto che Harry
aveva gettato.
Fissò il cordoncino scuro ed il quadrifoglio prezioso come se non li riconoscesse per qualche
attimo, prima di chinarsi a raccoglierli.
Uscì dal bagno e si diresse ai sotterranei. Un Auror, come sempre, lo teneva d’occhio, ma non gli
importava.
Oltrepassò il muro della sua comune e si sedette sulla sua poltrona preferita.
Non c’era nessuno.
Nessuno lo avrebbe visto piangere.
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Un’ora più tardi, Draco si stupiva di se stesso: stava ancora nella stessa posizione, con gli occhi
spalancati e persi nel vuoto e così dolorosamente arrossati ed aveva il viso rigato di lacrime, ma non
aveva prodotto un solo suono.
Era stato il pianto più doloroso della sua vita e non aveva urlato né singhiozzato.
Il quadrifoglio era stretto forte nella sua mano, accostata al petto e tutto quello che riusciva a
pensare era che Harry il giorno prima si era preoccupato per lui e poi lo aveva ferito a quel modo.
Era il dolore più straziante della sua vita.
Cielo! Era innamorato di lui così tanto!
Non esisteva nulla senza Harry.
Si asciugò il viso con le dita della mano libera. Decise che era il caso di darsi una lavata alle guance
ed agli occhi prima di andare a cercare Harry.
I corridoi erano affollati di studenti, come ad ogni cambio dell’ora. Chi parlava, chi rideva,
chi correva.
I fantasmi passavano, salutavano, proseguivano, si intrattenevano, di tanto in tanto con i personaggi
di questo o quel quadro.
M ai disturbare i ragazzi in orario di lezione!
Harry stava seriamente considerando la possibilità di riallacciare i rapporti con Ron ed Hermione, in
un modo qualsiasi e camminava tra gli studenti che lo salutavano e quelli che ridacchiavano ancora
alle sue spalle, senza degnarli di uno sguardo.
Era il momento di mettere un po’ d’ordine nella sua vita e da qualche parte doveva pur cominciare,
quindi, perché non dai suoi migliori amici.
Draco gli si parò davanti e quasi Harry gli sbatté contro, tanto era soprappensiero.
-Levati M alfoy!- Gli sibilò contro riprendendosi subito.
-No. Noi dobbiamo parlareHarry lo fissò: aveva gli occhi rossi e gonfi, la punta affilata del naso arrossata e la voce un po’
nasale. Si stringeva al petto la catenina, Harry riconobbe i due cordoncini che sbucavano dal suo
pugno.
-Non abbiamo niente da dirci, M alfoy- cercò di aggirarlo, ma Draco lo trattenne.
-Io invece credo di si, HarryPotter notò che sempre più studenti li stavano osservando. Sbuffò e lo afferrò per la manica,
trascinandolo nella prima aula vuota che trovò e chiudendo la porta dopo aver guardato storto i
curiosi che avevano osato seguirli.
Voleva che quella “cosa” finisse il prima possibile.
-Cosa vuoi, M alfoy?-Cos’è cambiato da ieri?Harry lo fissò attentamente prima di rispondere. -Assolutamente niente!-Perché menti?-M alfoy non sto men...-Si invece!- Lo interruppe il Serpeverde. -E non dirmi che lo fai perché sono tutti tornati a scuola!
Non te n’è fregato nulla di scoparmi davanti agli Auror, quindi non ti importa cosa pensano gli
altri!Harry fece per ribattere, ma Draco lo bloccò con un gesto della mano.
-E non fingere di non sapere che ci guardavano perché lo sai che mi sorvegliano! Ieri eri
preoccupato per il mio processo e oggi mi tratti come una donnaccia! Perché?- Draco aveva
cominciato a singhiozzare piano e la sua voce era diventata impastata. A tratti tirava su col naso.
-Cosa vuoi che ti dica, M alfoy?! Che sono tanto dispiaciuto per te? Che vorrei poterti aiutare? Non
me ne frega niente, M alfoy. Niente! Per me possono buttare via la chiave quando ti avranno
rinchiuso ad Azkaban!-Harry...- le lacrime gli scendevano sulle guance pallide ed Harry sentiva qualcosa contorcerglisi
dentro.
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-Queste scene falle col tuo ragazzo, M alfoy. Va a piangere sulla sua di spalla! Le vacanze sono
finite, ormai, no? E’ tornato, allora cosa aspetti?!Draco spalancò gli occhi cercando di capire di cosa parlasse. -Te l’ho già detto, Harry... non sto più
con Theo...-A no? E allora chi è?- Harry sentiva le guance andargli a fuoco. Rabbia e vergogna. Non gelosia,
no, quella si rifiutava di ammetterla.
-Non c’è nessuno, Harry... solo tu...-Bugiardo!-Te lo giuro!-E allora cosa blaterava la Parkinson ieri sera?- Sbottò. Ogni nervo del collo tirato ed evidente,
aveva gridato così forte che quelle poche parole gli avevano graffiato la gola e ora gli doleva.
-Ieri sera?- Draco sembrò calmarsi un poco.
-Già. Ieri sera! Non sprecare tempo ad inventarti una scusa! Vi ho sentiti!Draco cominciò a sorridere ed Harry pensò che avrebbe potuto prenderlo a pugni. Guai a lui se
osava deriderlo.
-Sei geloso...- Draco si illuminò di un sorriso sincero. -M erlino, Harry! Tu sei geloso!Harry distolse lo sguardo, ferito e assolutamente consapevole che quella fosse la verità. -Non
vaneggiare, M alfoy- sibilò a denti stretti.
-Sei innamorato di me, Harry?Era innamorato di lui?
-Ti prego, Harry... dimmelo. Se mi ami, dimmelo!Doveva dirglielo?
-Si... si che mi ami! Cielo! Harry tu mi ami!-Va all’inferno, M alfoy- mormorò acido.
Draco lo abbracciò ed Harry non oppose resistenza, neppure quando M alfoy gli prese il mento tra
due dita e lo guardò negli occhi.
Harry stava piangendo.
-Non dire nulla, M alfoy! Altrimenti...-Ti amo-Non prendermi in giro!-Ti amo-Piantala M alfoy!-Ti amo Harry!Harry lo respinse debolmente. -Ieri...-Ieri hai sentito Pansy ricordarmi che avevo promesso il mio cuore ad un’altro, ma questa persona
non mi vuole più Harry e io ne sono felice perché non posso mantenere quella promessa, perché
amo te-Chi è?-Non ha alcuna importanza. E’ a te che ho dato il mio cuoreHarry, tremante, lo abbracciò e si sciolse in un pianto liberatorio.
-Ti ho aspettato sveglio a lungo... ero sicuro che saresti venuto, sotto al tuo mantello...-Sono andato via quando la Parkinson ha cominciato ad essere troppo insistenteDraco gli asciugò gli occhi ed Harry ricambiò il gesto.
-Se fossi rimasto avresti sentito che le dicevo che amo te... Blaise poi le ha detto che deve fidarsi
delle mie decisioni, anche se non piaci neppure a lui!-Cosa sa Zabini? -Preoccupato?- Draco ridacchiò. -Sa come è iniziata... di come si è evoluta la cosa, devo ancora
raccontargliHarry annuì. -Raccontaglielo prima che decida che per il tuo bene io debba morireDraco rise. Una risata liberatoria in cui lo seguì presto Harry.
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Harry lo baciò, pensando per la prima volta che era piacevole baciare qualcuno alto come lui, senza
doversi abbassare come faceva con Ginny e senza doversi sollevare in punta di piedi come faceva
con Ron.
M alfoy era giusto per lui. Era strano pensarlo, ma lo faceva stare incredibilmente bene.
-Stasera...- iniziò tra un bacio e l’altro il Serpeverde. -...Verrai?-Ho gli allenamenti di quidditch, stasera...-Non importa se fai tardi...Harry dedicò molta attenzione ad un punto particolare sulla gola del suo compagno per diversi
secondi, prima di rispondere.
-Devo farmi la doccia, asciugarmi i capelli... c’è sempre un Auror davanti al vostro passaggio... non
saprei come aggirarlo, neppure col mantello...-M anderò Tiger e Goyle a prendere qualcosa in cucina verso le undici. Pensi di farcela a passare
quando loro apriranno il passaggio?-Sincronizzarmi con quei due?- Harry sollevò un sopracciglio. -Ci proverò-In ogni caso, la parola d’ordine per aprire il passaggio, è....- si avvicinò al suo orecchio e bisbigliò
la parola d’ordine per far scorrere il muro, poi prese tra le labbra il lobo carnoso e cominciò a
succhiarlo.
Ad Harry sfuggì un mugolio di soddisfazione mentre si abbandonava contro il petto dell’altro,
consapevole che ormai, era nei guai fino al collo.
Cap. 13
Aveva sganciato i suoi compagni di squadra con una scusa e si era allontanato dagli spogliatoi con
finta calma finché non era stato sicuro che soltanto un gatto avrebbe potuto vederlo, in mezzo a
tutto quel buio, quindi aveva infilato sulla testa il mantello dell’invisibilità ed aveva corso a
perdifiato fino ai sotterranei. Erano le dieci e cinquantacinque quando, ansimante, era arrivato a
destinazione.
L’Auror posto davanti all’ingresso della sala comune dei Serpeverde stava sbadigliando, appoggiato
al muro.
“Fate presto!” Pensò Harry, rabbrividendo per il freddo. Si era asciugato i capelli solo con un
asciugamano per non perdere tempo e sentiva che, per il mattino dopo, avrebbe avuto un
raffreddore coi fiocchi.
Alle undici precise il muro si mosse con un rumore di pietra che stride sulla pietra. L’Auror si
riscosse ed estrasse la bacchetta. -Dove pensate di andare, voi due?-Noi... vorremmo fare uno spuntino...- Goyle incespicò un po’ sulle parole, fissando la bacchetta
sguainata e ridacchiando nervosamente.
Harry si avvicinò e maledì mentalmente la stazza di Tiger, che si era fermato sul passaggio ed Harry
era certo che non sarebbe riuscito a passare senza toccarlo: era un rischio che non poteva correre.
-Stiamo veramente morendo di fame, signore... non dormiremo se non mangiamo qualcosa e se
domani andremo male in classe...-Si, si, ho capito! M a fate in fretta!- Tagliò corto l’Auror, facendo loro segno di andare.
I due sorrisero e corsero verso le cucine.
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Per la prima volta in vita sua Harry apprezzo qualcosa di Tiger: “Se domani andremo male in
classe”! Era quasi ridicolo: c’era mai stato un giorno in cui non erano andati male in classe? Ciò
non toglieva che il ragazzo avesse avuto un colpo di genio in quel momento.
Harry riuscì ad intrufolarsi nel dormitorio.
I Serpeverde erano andati in buona parte a letto. Draco leggeva, accomodato su una poltrona
davanti al camino. Il rossore agli occhi si era attenuato, ma il gonfiore persisteva ancora.
Harry gli si avvicinò e si piegò a parlargli all’orecchio. -Sono quiDraco sorrise e chiuse il libro. Salutò un paio di ragazzi ed annunciò che andava a letto.
Harry lo seguì lungo le scale a chiocciola e dentro la sua camera, liberandosi del mantello non
appena la porta si chiuse alle sue spalle ed abbracciandolo famelico.
Si baciarono a lungo e si diressero al letto, cadendoci a peso morto.
-Hai ancora i capelli bagnati...-Non volevo rischiare di fare tardi-Sciocco! Rischi di prenderti un malanno!-In Infermeria c’è sempre un letto per me!- Ironizzò Potter, sbadigliando incontenibilmente.
-Vuoi dormire un po’?Harry mugolò e si accoccolò contro M alfoy. -No-Spogliati e andiamo sotto le coperte-E’ una proposta indecente?-Forse... se ritieni di avere la forza di fare cose indecenti...Harry si tolse le scarpe ed a fatica riuscì ad ultimare la svestizione.
Draco lo accolse tra le braccia e soffiò sulle candele per spegnerle.
Harry già russava e Draco non capiva perché, ma ne era immensamente felice.
Lo strinse possessivamente e si addormentò a sua volta.
Quando la comune si era ormai svuotata e di Draco non si era ancora vista traccia,
sbuffando, Blaise si decise ad andare a bussare alla sua porta.
Fermò le nocche a pochi millimetri dal legno, intravedendo la possibilità di fare uno scherzo al suo
pigro migliore amico e spostò la mano in basso, sulla maniglia, abbassandola lentamente e
spingendo piano.
Alla pallida luce della finta finestra vide chiaramente i due corpi abbracciati che dormivano
beatamente e fu colto da un improvviso risentimento.
“Non è possibile che lo abbia fatto entrare qui!”
-Blaise, andia...- Pansy sbirciò di lato del suo ragazzo e le parole le morirono in gola.
-Andiamocene, Pansy- Zabini richiuse la porta senza fare rumore e spinse via la sua ragazza, ancora
sconvolta.
-Come ha fatto ad entrare, Blaise?-Non lo so, ma è ora di fare un altro discorsetto a Draco! Non farne parola con nessuno, mi
raccomando-Ci puoi giurare!M entre gli ultimi Serpeverde lasciavano i sotterranei diretti alle varie aule, Harry si risvegliò e si
stiracchiò ampiamente, svegliando M alfoy, che dormiva con la testa appoggiata alla sua spalla.
-Ciao-Ti ho svegliato?-M mm-Cavolo, ma che ore sono?!-M attina, direiHarry scattò a sedere. -M alfoy non posso stare qui!-Calmati Harry. A quest’ora saranno già tutti uscitiHarry tornò a sdraiarsi. -Non sono venuti a chiamarti...Draco fece spallucce, guardandolo con un sorriso dolce che metteva Harry in un vago imbarazzo.
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Harry si schiarì la voce, fissando il soffitto e sentendosi vagamente accaldato sul viso. -Non ho
lezione per le prime due ore...-Allora rimani-M i dispiace per ieri... mi sono addormentato appena ho toccato il cuscino...Draco si issò sul suo petto, baciandolo a fior di labbra. -E’ stata una notte stupenda-M a... se non abbiamo fatto nulla!Draco ghignò e per un attimo Harry fu felice di vedere la vecchia espressione.
Il Serpeverde si stiracchiò e si alzò sui gomiti, oltrepassando Harry con una gamba e poi mettendosi
ginocchioni a cavallo del suo bacino.
-Che vuoi fare?- Chiese Harry un po’ frastornato dalla posizione affatto abituale.
Draco allargò il suo ghigno e cominciò a far scorrere i palmi aperti sul petto liscio di Harry. Recuperare quello che non abbiamo fatto ieri notteSi abbassò a baciarlo, stringendo dolcemente i capezzoli del moro, che si inturgidirono subito.
Harry sentì l’eccitazione divampare come un ritorno di fiamma, afferrò il suo compagno per i
fianchi e lo fece girare a schiena in giù.
-Attento! Vuoi farmi cadere?!- Rise Draco, sul bordo del letto.
-No- Harry sollevò un sopracciglio e gli infilò una mano sotto il sedere. -Voglio farti godere!Draco arrossì fino alle punte delle orecchie. -Harry...Harry lo zittì con un bacio profondo e soffocante.
Draco si inarcò gemendo, arpionandogli le spalle.
-M alfoy...-Si...?-Devo andare in bagno...-Anche io... dopo- Draco gli catturò di nuovo le labbra, affamato di baci come mai prima.
-Adesso!Il Serpeverde si stacco a malincuore e gli indicò il suo bagno personale.
Harry ci schizzò dentro così rapidamente da non sentire neppure il commento del suo compagno.
A braccia allargate, una penzoloni fuori dal letto, Draco sorrise al soffitto. -La nostra storia è fatta di
cessi- si alzò a sua volta e raggiunse il Grifondoro in bagno.
-Fammi posto- Gli diede una piccola spinta iniziando a svuotare la vescica nella tazza, assieme a
lui.
Harry arrossì e Draco cominciò a ridere. -Potter! Non dirmi che ti imbarazza “questo”!Harry arrossì ancora di più e si andò a lavare le mani, seguito a ruota da Draco.
-Ti amo, HarryPotter abbassò lo sguardo imbarazzato. -Anch’io- mormorò appena udibile.
Draco sentì il cuore fare una capriola: l’aveva detto sul serio! Ora non avrebbe più potuto tirarsi
indietro!
Gli si avvicinò ed Harry fu ben felice di stringerlo e baciarlo ancora, togliendosi d’impaccio.
All’ora di pranzo, Pansy aveva elaborato il suo piano e fulminava Potter dal suo posto a
tavola. Blaise non voleva raccontarle alcune cose. Di questo si era accorta e le faceva male, ma
adesso doveva occuparsi dell’intrusione di Potter nel loro dormitorio.
-Draco, questa sera vorremmo parlarti, se per te va bene-Nessun problema, piccola- Le sorrise il biondo, senza alcun sospetto.
Tuttavia, i loro programmi vennero vanificati dalla preside che, durante quella cena, annunciò la sua
scelta del nuovo responsabile della Casa di Grifondoro ed avvisò Capiscuola e Prefetti che li
avrebbe attesi, dopo cena, nel suo studio, per una breve riunione.
Harry approfittò dell’uscita di Ron ed Hermione dalla Sala Comune per avventurarsi fino ai
sotterranei col suo mantello dell’invisibilità.
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Riuscì ad entrare nella Comune di Serpeverde ed individuò subito M alfoy. Per un po’ lo stette
semplicemente a guardare mentre leggeva ed appuntava poche parole su una pergamena, ma poi si
riscosse e lo raggiunse, palesandogli la sua presenza.
In meno di un minuto Draco raccattò libro, pergamena e piuma e si diresse in camera sua.
Harry non gli dette neppure il tempo di poggiare il tutto sulla scrivania prima di cominciare a
baciarlo e Draco lasciò cadere tutto a terra per circondargli il collo con le braccia.
Harry gli sfilò la camicia dai pantaloni e cominciò ad accarezzargli la pelle della schiena con le
mani calde.
-M erlino! Ti prego, Harry! Ti prego...Harry lo spinse lentamente verso il letto, mentre scendeva con le labbra sulla mascella e sul collo.
Aveva scoperto di adorare il sapore della pelle di M alfoy e mentre lo faceva adagiare sl letto e gli
accarezzava con le mani i fianchi e l’addome, non riusciva a negarsi quel piacere aggiuntivo e gli
leccava il collo e succhiava i pomo d’Adamo che sporgeva così bene quando M alfoy inarcava il
collo, buttando la testa all’indietro.
Senza guardare i movimenti delle sue mani cominciò ad aprire la camicia del Serpeverde,
perlustrando ogni centimetro di stoffa che ricopriva il centro del suo petto per trovare i piccoli
bottoni di madreperla e sfilarli dal loro occhiello.
Draco, nel frattempo, si era sfilato le scarpe, spingendo l’una con le dita del piede opposto e si era
issato meglio sul letto, tirandosi addosso Harry che, finalmente scopertagli lo sterno, cominciò a
passarci la lingua e riempirlo di piccoli morsi delicati.
Draco fece passare e ripassare le dita tra i capelli arruffati e li tirò piano, M a con decisione, per
sollevare la testa di Harry. -Baciami!Harry infilò le braccia sotto la sua schiena, sollevandolo con la forza delle sue braccia e lo baciò,
respingendolo contro il letto, facendolo inarcare e piegare fino quasi a spezzarsi.
Quel bacio parve spossarli entrambi, lasciandoli distesi sul letto, abbracciati e col fiatone.
-Quasi non osavo sperare che venissi anche staseraHarry, in tutta risposta, mosse la mano sul suo petto in una lunga carezza, dal collo in giù, per
terminare sul fianco e stringerlo di più a sé.
-Sei troppo vestito...- Draco iniziò ad aprire i bottoni della giacca e della camicia di Harry,
sollevandosi quel tanto che gli bastava a raggiungere il torace del Grifondoro con le labbra per
lasciarci una scia di baci.
Harry sospirò di piacere e si abbandonò al tocco gentile di Draco, cominciando ad accarezzargli i
capelli, freschi e sottili.
Draco sorrise contro la sua pelle e si allungò, seppellendo il viso contro il suo collo e cominciando a
fare le fusa.
Ad Harry sfuggì un sorriso soddisfatto ed alzò l’altro braccio per circondargli le spalle, senza
smettere quella carezza rilassante. Avrebbe potuto restare così per ore, con Draco che sospirava sul
suo collo e ogni tanto gli dava un piccolo bacio e gli accarezzava pigramente il petto.
Dopo un po’ si assopirono, totalmente rilassati e la porta si aprì all’improvviso.
-Dra... Draco!La voce di Pansy Parkinson li risvegliò di soprassalto.
-Piccola...- la chiamò Draco con la voce un po’ impastata.
-Piccola un corno, Draco! Come hai potuto farlo entrare?!Harry si alzò e si riaggiustò la camicia senza troppe cerimonie, senza staccar gli occhi da Zabini,
comparso dietro alla Parkinson all’incirca alla quarta parola di lei.
-Fuori di qui, Potter!- Sibilò il moro con voce tagliente.
-Aspettate... per favore, un momento- tentò di calmare le acque Draco.
-Aspettare cosa “esattamente”?- Gli chiese Zabini, per nulla accondiscendente.
Harry sentì Draco bisbigliare un “cazzo!” a denti stretti e lo osservò mentre si alzava dal letto e si
passava una mano tra i capelli cercando di riordinarli.
-Cosa succe...?- Arrivò la voce di Nott -..de-
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-Ci mancava solo lui- borbottò Harry e notò Draco arrossire appena, a disagio.
-Potter!- Sbottò Nott senza nascondere il disprezzo. Poi realizzò “dove” si trovavano e guardò
Draco spalancando gli occhi. Il labbro inferiore gli tremò leggermente, mentre pronunciava con
incertezza il nome del suo ex ragazzo.
Quando Nott si scagliò contro Harry, Draco si frappose tra loro. -Theo... ti prego...-Fuori di qui, Sfregiato! FUORI!- Tuonò il nuovo arrivato, tremante di rabbia, mentre il biondo lo
tratteneva a fatica.
-Si, Potter! Esci! Vedrai come ti accoglieranno i nostri compagni, appena metterai il naso fuori da
questa stanza!- Ghignò perfida la Parkinson.
-Vorrei sapere come sei entrato, Potter. M i rifiuto di credere che Draco ti abbia “dato” la parola
chiave- Zabini fissò con rimprovero Draco, immaginando che fosse andata proprio così.
-Spiacente di deludervi: non so la vostra parola chiave e temo che nessuno mi vedrà perché me ne
andrò esattamente come sono venuto!- Così dicendo Harry raccolse il suo mantello dell’invisibilità
da terra e se lo mise addosso.
La Parkinson emise un piccolo grido e, pochi istanti dopo, la porta della camera di Draco sbatté
fragorosamente.
Nott parve calmarsi e Draco lasciò la presa su di lui.
Un silenzio imbarazzante cadde sulla stanza e Draco sentì la necessità di richiudere la camicia,
come se la stoffa leggera potesse proteggerlo.
-Non è per lui che ho rinunciato a te, Draco...- cominciò Nott.
-M i dispiace, Theo...-No! Non voglio neppure sentirti, Draco! Tu non devi avere nulla a che fare con Potter!-Noi volevamo tutti aiutarti Draco- incominciò la ragazza -Volevamo aiutarti a trovare il tuo
amore... quando parlavi di lui ti brillavano gli occhi e noi volevamo aiutarvi a stare assieme, ma...
quand’è che è entrato in gioco Potter? Perché hai rinunciato a lui per Potter?! Hai detto di amarlo,
ma io non ci posso credere!-A parte questo, Draco: Potter non ha alcun diritto di stare qui. Questo è il dormitorio di Serpeverde
e, fino a prova contraria, Potter è un Grifondoro. Se vuoi farti picchiare, stuprare e umiliare da lui
non è un problema mio, ma se i piccoli non si sentono a loro agio perché in quella che dovrebbe
essere la loro Casa c’è un intruso, allora si: diventa un problema mioDraco era impallidito e Pansy aveva strabuzzato gli occhi e fissava il suo ragazzo trattenendo il
respiro. Possibile...?
Nott guardò Draco con preoccupazione e cercò di toccargli un braccio in un gesto
d’incoraggiamento, ma Draco lo scansò in malo modo.
-Non è così Blaise... Harry mi... mi ama...Zabini sbuffò. -E’ per questo che ho dovuto recuperarti in bagno, quella volta-Le cose sono cambiate!-M a davvero!-Blaise te lo giuro! Ve lo giuro! Pansy! Theodor! Harry non si comporta più male con me!-Aspetta solo che gli metta la mani addosso, Draco!- Sibilò Nott, per nulla convinto.
-No! Come ve lo devo dire?! Lasciatelo in pace! Se dovete prendervela con qualcuno...-Basta Draco!- Pansy si tratteneva a stento dal piangere. -Come puoi difenderlo fino a questo
punto?!-Perché lo amo, piccola-M a avevi detto che lui non ti avrebbe mai ricambiato! Avevi detto che non poteva...-E che mi sarei tagliato il braccio per lui. Pansy, abbiamo passato assieme le vacanze di Natale.
Abbiamo parlato... Harry ha detto che mi ama e io...-E tu gli credi- Tagliò corto Zabini.
-E’ Harry!-Già: lo stesso San Potter che ti ha violentato. Solo che sei così disperato che credi alle sue
favolette!-
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-Blaise non è come pensi...-Sveglia Draco! Dov’è finito il tuo istinto Serpeverde? Il tuo orgoglio M alfoy che fine ha fatto? Ti
fai imbrogliare come un Tassorosso!-E’ un Grifondolo!-Vuole solo scoparti!Draco lasciò cadere le spalle, guardando Blaise ormai senza forze. -Fuori di qui-Draco?- Cercò di consolarlo Pansy.
-Fuori! Tutti e tre! Credevo mi voleste bene: io sono felice con Harry! Se anche mi stesse
mentendo... non me ne importa niente. Non ho tutta la vita davanti; ho solo qualche mese prima di
finire ad Azkaban e se Harry volesse solo fare sesso con me, purché duri fino a quel momento mi va
bene!Nott lasciò la stanza a grandi passi e con la testa bassa, precedendo gli altri due.
-Per favore: convincetelo a non fare male ad Harry- Draco li congedò e si sedette sul letto,
ignorando i singhiozzi di Pansy.
Blaise la condusse fuori e chiuse silenziosamente la porta.
Rimasto solo, Draco non riuscì più a trattenere i singhiozzi, finché non si sentì abbracciare da
braccia invisibili.
-Harry?-Sono quiDraco arrossì. -Hai sentito...?-Si. Non sto fingendoDraco annuì.
Harry si tolse il mantello e si sedette sul letto accanto a lui, abbracciandolo. -Grazie-E di cosa?-Della fiducia che hai in me. Di amarmi... e di avermi perdonato per tutto quello che ti ho fattoDraco sorrise mestamente e si appoggio alla sua spalla. -Tu hai sopportato le mie angherie per sei
anni... hai perso Si... Sile...- un singhiozzo gli impedì di terminare e non riuscì a fermare i
successivi.
Harry lo strinse ed allargò il mantello dell’invisibilità su entrambi. -A volte il mondo esterno non
vuol proprio saperne di starsene fuori, così mi chiudo dentro io. Adesso, anche se entrassero, non
potrebbero vederci e noi potremmo ignorarli- cercò lo sguardo di Draco e non gli sorrise, non lo
guardò neppure con occhi duri, gli lasciò vedere una parte infinitamente triste della sua anima ed i
singhiozzi di Draco si calmarono.
Rimasero sotto il mantello a lungo, chiusi in una nicchia separata da tutto il resto. Solo loro. Il
mondo avrebbe avuto importanza in un altro momento.
Cap. 14
-Dovresti portare qui qualcosa di tuoHarry fece scorrere pigramente la mano sul ventre di Draco ed inarcò un sopracciglio.
-“Qualcosa”, cosa?-Pettine, spazzolino... un pigiama, un cambio...-M alfoy, fino a prova contraria non sono ancora stato sfrattato dalla torre di Grifondoro-Non mi chiami mai per nomeHarry sbuffò ed incrociò le braccia dietro la nuca, fissando attentamente il soffitto.
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Draco gli si strinse al fianco, aspettando una risposta.
-Il fatto che abbia ammesso di essermi innamorato di te non significa che la cosa mi riempia di gioia
e tanto meno che intenda assecondarlaDraco si ritrasse ferito. Aveva capito che Harry non avrebbe gridato ai quattro venti di stare con lui,
ma non aveva immaginato che potesse dirgli tanto chiaramente di non essere soddisfatto della
situazione.
Harry gli circondò le spalle rapidamente, stringendoselo di nuovo al fianco prima che si
allontanasse troppo.
-Non significa che non ti amo-Significa... che ti vergogni di mePotter si umettò le labbra, prendendosi qualche istante per cercare le parole giuste.
-Significa che non voglio soffrire ancora. Significa che di “M alfoy” potrò anche dimenticarmi,
quando ti avranno portato via. Niente di troppo personale, M alfoyDraco si liberò del suo abbraccio e si mise a sedere sul letto, la schiena curva e le braccia
mollemente abbandonate sulla coperta che a malapena gli copriva l’inguine.
Faceva freddo, ma gli sembrava sopportabile.
-Fare sesso non ha nulla di personale, per te?Harry si sedette a sua volta, cercando i propri occhiali sul comodino e prendendogli il mento tra le
dita per farlo girare nella sua direzione.
-Chiamarti per nome sarebbe personale, portare qui le mie cose sarebbe personale. Fare sesso è una
cosa che ci fa stare bene entrambi. Quando esco di qui ingoio il rospo e fingo che tu sia sempre il
solito vecchio M alfoy e che tra noi non ci sia nullaDraco allontanò bruscamente la sua mano e scivolò fuori dal letto rapidamente, afferrando i
pantaloni ed iniziando a vestirsi dandogli le spalle.
-Pensavo solo che così avresti evitato di correre avanti-indietro ogni volta tra il tuo dormitorio ed il
mio come stai facendo praticamente ogni fottuta notte ed ogni fottuta mattina da più di un mese,
PotterHarry uscì dal letto e lo raggiunse, mettendosi alle sue spalle ed abbracciandolo.
-Non ti sei messo le mutande- gli soffiò nell’orecchio, leccandone e baciandone il bordo. Gli
accarezzò il petto e face scivolare una mano fin dentro i suoi pantaloni.
Draco espirò rumorosamente, gettando la testa all’indietro.
Harry gli leccò via una lacrima dalla guancia e gli baciò la spalla. -Ti amo, M alfoy, ma tu finirai ad
AzkabanStrinse il pugno sul suo pene e con l’altra mano gli graffiò il braccio sinistro, dove era il M archio.
Draco non fece neppure in tempo a sentire il suo sesso gonfiarsi che già montava l’orgasmo.
Harry ritrasse le dita bagnate di seme e le leccò una ad una.
-Nemmeno questo... è personale?- Ansimò il Serpeverde con gli occhi umidi.
Harry lo girò e lo baciò e lo strinse tanto forte che Draco, per un momento, pensò che si sarebbe
spezzato.
-Questo è personale, M alfoy!Harry lo fissò intensamente negli occhi prima di lasciarlo, afferrare i suoi indumenti alla rinfusa,
prendere il mantello dell’invisibilità e sparire.
Draco vide la chiave girare nella toppa e la porta aprirsi e chiudersi silenziosamente.
Dopo qualche secondo raggiunse la porta e la chiuse di nuovo a chiave: da quando Blaise e Pansy li
avevano sorpresi, aveva imparato a chiudere a chiave ed i suoi amici avevano imparato a non
insistere, quando la porta era chiusa. Non significava per forza che ci fosse Potter con lui, ma che
Draco voleva restare solo e tanto bastava.
Come ogni fottuta mattina da più di un mese, per usare le parole di M alfoy, Harry rientrò
all’alba nel suo dormitorio, in tempo per entrare per primo in bagno ed indossare degli abiti puliti
prima di scendere a colazione.
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-Harry?-Ciao RonHarry trasalì alla voce di Weasley, ma gli sorrise e continuò a prepararsi la borsa per le lezioni.
-Harry non tiriamola per le lunghe: mi sono accorto che non dormi qui da un pezzo. Dove vai?-M i spii?-No, ma sono un Prefetto. Anche Hermione è preoccupata-Fantastico, Ron! E a chi altri l’hai detto?Ron attese che i loro compagni di stanza, che si stavano svegliando, cominciassero a muoversi per
raggiungere il bagno. -A nessuno, ma Herm’ vuole parlarti e anch’io-Come Prefetto e Capo Scuola o come ex amici?-Harry, per favore!Harry ghignò, dando le spalle a Ron, finendo di vestirsi. Sapeva che non era colpa di Ron, ma non
gli importava molto. Evidentemente non soffriva più così tanto per la perdita della loro amicizia.
Ormai tutti i suoi interessi erano rivolti a M alfoy e, doveva ammettere, non era molto positivo.
Ron gli chiese di aspettare che tutti fossero usciti, Hermione li avrebbe raggiunti in camera.
Un quarto d’ora dopo la ragazza li raggiunse e, con un saluto appena accennato ad Harry, si andò a
sedere accanto a Ron, sul suo letto rifatto malamente per farcela sedere.
La ragazza notò che il letto di Harry era perfettamente in ordine e che, quindi, non ci aveva dormito
neppure quella notte ed Harry notò il suo sguardo severo e critico e la dolcezza con cui Ron le
circondava i fianchi, accogliendola accanto a sé.
-Come stai, Harry?- Chiese lei, per rompere il ghiaccio, ma la sua voce era forzata ed Harry non
poté fare a meno di scuotere la testa.
-Hermione, Hermione! Se ti lasciassi andare un po’ saresti molto più carina! Non è necessario che
tu faccia sempre la super donna, ma, a volte, mi chiedo se tu non sappia essere in nessun altro modo
e mi fai proprio pena!Lei si irrigidì, tanto più che Harry sembrava ghignare soddisfatto.
Ron era impallidito e passava lo sguardo da lei a lui, incredulo e preoccupato.
-Allora, Ron mi ha detto che mi vuoi parlare, cosa devi dirmi?-Devo “chiederti”, prima di tutto, Harry, dove passi le tue notti e perchéHarry sorrise, alzando lo sguardo al soffitto e dondolando un po’ la testa, cercando le parole giuste
per ottenere l’effetto desiderato.
-Visto che ora Ron è off-limits, per me, ho dovuto trovarmi qualcun altroRon sussultò. Il suo imbarazzo divenne evidente quando il rossore salì fin sopra il collo, più intenso
delle sue lentiggini, mentre Hermione lo fulminò con lo sguardo, assumendo un atteggiamento
ancora più severo. Somigliava ad una versione inacidita della M cGranitt quando faceva così ed
Harry si costrinse a non ridere.
-Presumo che tu, allora, abbia una ragazza... un ragazzo...-Presumi bene, Herm’. E sono sicuro che puoi anche immaginare che io passi ogni notte a fare sesso
sfrenato con lui nel suo letto. Soddisfatta?-Non puoi girare per la scuola di notte...-Si, anche il suo ex me l’ha detto, ma, se sono invisibile, dubito che possa acciuffarmi...- ghignò di
nuovo.
Hermione illividì di rabbia. -L’hai rifatto! Ti sei di nuovo messo tra due persone che si amano per i
tuoi... i tuoi...-I miei, Hermione? Capricci? Desideri? Per la mia lussuria?- Stirò le labbra al massimo. -Si, Herm’,
gli ho fatto lasciare il suo ragazzo e non ne sono affatto pentito!-Sei disgustoso!- La ragazza uscì dalla stanza con un diavolo per capello e Ron la rincorse.
Harry si sentiva bene dopo quella specie di scenata e non vedeva l’ora di raccontarla a M alfoy. Lui
avrebbe sicuramente apprezzato.
Dopo essere riuscito ad evitare una delle noiosissime feste del Lumaclub, quella sera, Harry si
intrufolò, come al solito, nel dormitorio di Serpeverde.
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M alfoy non era nella sala comune, così Harry si diresse velocemente nella camera del ragazzo,
trovandolo che si stava infilando a letto.
Harry chiuse la porta a chiave e si tolse il mantello.
-Non mi aspetti?-Ciao Harry- gli sorrise debolmente. -Scusa, ma non mi sento molto bene e vorrei dormire-Senza di me?M alfoy negò col capo e, sorridendogli, batté il palmo della mano sul letto.
Harry lo raggiunse e gli tastò la fronte. -Non mi sembra che tu abbia la febbre-No, ma ho i brividi...-M ettiti sotto, io ti raggiungo subito- Harry gli rimboccò le coperte e si spogliò rapidamente,
infilandosi a letto ed abbracciandolo.
Draco si rilassò subito, contro la sua spalla e si sentì già un po’ meglio.
-Hai voglia di sentire cosa ho fatto stamattina?-Certo!-Non ci crederai mai!...Gli raccontò della visita di Hermione e di come l’aveva trattata e Draco rise di cuore,
addormentandosi poco dopo, tra le sue braccia.
Harry tornò a posare la mano sulla sua fronte, forse era un po’ caldo, ma dormiva bene e respirava
senza problemi. Gli accarezzò il viso, sfiorandogli con i polpastrelli le labbra sottili appena
socchiuse.
Era la seconda notte di fila che dormivano assieme senza fare sesso eppure non gli pesava affatto. Si
diede dello stupido per la millesima volta perché si era innamorato come una ragazzina sciocca.
-Draco- sussurrò mentre l’altro dormiva -mi hai messo in un bel guaio, sai?Gli baciò i capelli morbidi e freschi con il cuore che batteva un po’ più forte del normale: era strano
chiamarlo per nome. Lo chiamò ancora una volta, gustando il suono del suo nome sulla lingua e
nelle orecchie. Lo abbracciò meglio, tirando le coperte fin sopra il naso e chiuse gli occhi in attesa
del sonno.
Un calore piacevole si impadronì di lui. Era una sensazione avvolgente che gli fece pensare
solo “Finalmente”. Draco sapeva di essere ancora addormentato e sapeva che sarebbe arrivato
presto il momento del risveglio, ma stava bene in quel posto, anche se sapeva che, al risveglio,
avrebbe trovato Harry accanto a sé.
La calda e soffice pelliccia bianca lo avvolgeva e, benché mancassero ancora due mesi alla
primavera, sentiva quel tepore tipico dei primi giorni di aprile quando il sole è ancora una sorpresa
alla mattina, quando si aprono le imposte.
Si sentiva coccolato. Era immerso nell’affetto e nell’intimità.
Il suo alter ego onirico era nudo come sempre, ma stavolta non faceva nulla di provocante:
semplicemente se ne stava sdraiato e sorrideva.
Draco poteva sentire le carezze e i baci leggeri sulla sua pelle e cercò ancora di comunicare col suo
sognatore.
-Credevo non pensassi più a me... era da tanto che non coglievo i tuoi pensieriCome sempre non ci fu risposta.
-M i fa piacere che tu mi voglia ancora, vorrei sapere chi sei... però... non posso più darti il mio
cuore... ti chiedo scusa, ma mi sono innamorato di un altro... uffa! Come vorrei che potessi
sentirmi! Devo andare adesso. Non mi intrometterò più nelle tue fantasie. CiaoDraco socchiuse gli occhi con un sorriso tenero sulle labbra.
Sentiva il braccio di Harry intorno ai suoi fianchi ed il suo respiro, profondo e regolare, contro la
sua guancia. Non voleva nulla di più.
Girò appena la testa e socchiuse gli occhi, incontrando quelli di Harry, che lo fissavano con uno
sguardo bruciante, così intenso che per un attimo Draco se ne sentì spaventato. C’era qualcosa di
doloroso nel modo in cui lo guardava.
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Harry era serio, lo fissava e basta, ma, quando vide che Draco era sveglio, la sua espressione si
addolcì, gli occhi si rasserenarono e gli sorrise come se prima la sua mente non fosse stata
impegnata in chissà quali pensieri.
-Come stai?Draco sentì una stretta al petto e gli occhi gli si riempirono di lacrime.
Spostò il braccio di Harry e si mise seduto, prendendosi la testa fra le mani. Le parole del mattino
precedente gli rimbombarono nella mente e mentre Harry si preoccupava e cercava di attirarlo di
nuovo tra le braccia, Draco uscì dal letto e si chiuse in bagno.
Harry bussò alla porta e lo chiamò, ma dopo qualche inutile tentativo capì che Draco non gli
avrebbe aperto e tornò a sedersi sul letto, in attesa che il Serpeverde decidesse di uscire da solo.
Passarono parecchi, lunghi minuti prima che Draco decidesse di lasciare il bagno.
Quando uscì, aveva gli occhi arrossati dal pianto ed un’espressione decisa.
Harry lo guardò in attesa e lui lo fissò per qualche istante in silenzio.
-Harry, non posso continuarePotter lo fissò dubbioso.
Draco tirò su col naso e distolse lo sguardo da lui.
-Io ti amo così tanto... che... preferirei morire che stare senza di te!-M alfoy...-No, lasciami continuare. A volte, come questa mattina, mi sento così unito a te, così tuo... da stare
male... e... se tu non puoi legarti a me... io... io...- Singhiozzò, provocando un nodo alla gola di
Harry. -Io non so più dove finisci tu e comincio io e se per te non è lo stesso, io finirò per
perdermi... Io mi perdo quando ti guardo, Harry! Non so più chi sono, so solo che se tu allontani gli
occhi da me io cesso di esistere...Harry abbassò lo sguardo, sapeva che avrebbe dovuto pensare velocemente, ma aveva la testa così
vuota da brancolare nel buio. Sentiva una forza dentro, che scalpitava e ruggiva per liberarsi dalle
catene a cui lui l’aveva imbrigliata. Sapeva che era l’istinto che si era sforzato di soffocare e la sua
voce era l’unica che sentiva.
-Io non voglio più vederti, HarryHarry si alzò di scatto e lo raggiunse in poche, lunghe falcate, abbracciandolo stretto sui fianchi. I
suoi occhi erano di nuovo torridi come al risveglio e Draco si sentì tremare.
-Credi che lasciarti morire adesso sia meglio che agonizzare? Credi che ti lascerò fare a modo tuo
perché non sento le stesse cose? Io sto lottando con me stesso per non farmi trascinare via dalla
disperazione quando tu finirai in prigione! Tu sei mio! M a non posso fare nulla perché ti portino via
da me, Draco!Draco spalancò occhi e labbra alla sorpresa di sentirsi chiamare per nome, ma Harry lo stringeva
così forte da fargli male e gli spingeva la lingua in bocca con tanta forza da impedirgli di respirare.
“M erlino! Fammi morire così!” Pensò Draco mentre Harry lo spingeva contro la parete fredda e si
premeva contro di lui tanto forte che Draco pensò che l’avrebbe schiacciato. Il dolore ed il freddo
scomparivano in un piacere caldo e avvolgente, nella sensazione di sentirsi protetto e compreso e
rispose al bacio intensamente, liberando a fatica le braccia dalla stretta di Harry per circondargli il
collo e stringerlo a sua volta.
“Finalmente” pensò, mentre il sangue cominciava a circolare più velocemente nelle vene e dei
piccoli gemiti gli uscivano dalle labbra, sufficienti a far capire il suo desiderio al compagno.
Harry lo prese di peso, incrociandogli le braccia sotto il sedere e sollevandolo, scostandolo dalla
parete e riportandolo al letto.
Draco, che aveva piegato le gambe attorno alla schiena di Potter, si lasciò catapultare sul copriletto,
fremente di attesa.
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Cap. 15
Draco si svegliò sentendo un buon odore. Si rigirò nel letto, avviluppato nel calore intenso di un
altro corpo, senza aprire gli occhi, con un sorriso soddisfatto a segnargli la faccia.
Con una mano si spostò una ciocca di capelli che gli era scivolata davanti agli occhi e sentì l’odore
più forte. Si avvicinò le dita al naso e capì.
La linea del suo sorrise si allargò e si divise, mostrando i denti bianchi, mentre Draco infilava la
testa sotto il torace di Harry, che dormiva sul fianco.
Nessun altro avrebbe definito “buono” quell’odore. Puzzavano come due animali di sudore e di
sesso. Lo sperma inacidito all’aria rendeva acre l’odore dell’intera stanza, ma c’erano tutti quegli
ormoni, ancora in giro, che gli davano alla testa. Ormoni suoi e di Harry. Il profumo più sensuale
che avesse mai sentito!
Harry mugolò qualcosa e si svegliò. Aveva i capelli di Draco sotto il mento, che gli solleticavano la
gola e sciolse l’abbraccio in cui lo stringeva per grattarsi e spostare quella massa soffice. Sorrise
accarezzando la testa di Draco e sentendo il tocco lieve delle sue dita, gli prese la mano,
portandosela alla bocca, iniziando a succhiargli le dita e leccargli il palmo.
Draco socchiuse gli occhi, ammirando lo spettacolo di Harry che, ancora semi addormentato, gli
ricopriva di saliva collosa le dita che sapevano di sesso. Notò che Harry aspirava quell’odore tra le
sue dita, prima di leccarle e mugolò di piacere.
Quante volte l’avevano fatto? Se ci pensava non poteva sentire ancora qualche dolore qua e là, poi...
-Harry!-M mm-No, Harry, svegliati! E’ mattina!-Lo so...-No, Harry: era mattina anche prima! Che ore saranno?Harry aprì lentamente gli occhi. Non si sentiva molto le gambe e aveva le braccia doloranti, forse
aveva esagerato, ma non riusciva a saziarsi di Draco, la sera prima.
Perché “era” la sera prima, non quella mattina, giusto? Erano andati avanti “ore” e poi avevano
dormito per altre ore e...
-Oh, merda!Harry saltò fuori dalle coperte e si precipitò in bagno, si infilò sotto la doccia e bestemmiò per non
avere nemmeno un cambio d’abito a portata di mano.
Quando si precipitò a raccattare gli abiti che aveva indossato il giorno prima, Draco uscì a sua volta
dal letto, camminando un po’ a fatica.
A quella vista Harry si fermò: non poteva resistere alla tentazione di un altro bacio e di una strizzata
a quelle natiche perfette.
Draco si arrese tra le sue braccia con un mugolio contrariato.
-Harry mi fa male dappertutto!- Piagnucolò poco convinto.
-Allora forse hai bisogno di un infermiere...Draco rise. -Abbiamo un po’ di tempo, se vuoi: è ora di pranzo e non possiamo presentarci in Sala
Grande assieme, ma rischiamo che qualcuno noti che siamo entrambi assenti-
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Harry sbuffò e mollò la presa. -Hermione!-Te l’avevo detto di farti gli amici giusti!-Dovrò trovare una buona scusa per giustificare la mia assenza da tutte le lezioni del mattino!Harry non immaginava quanto profetiche fossero state le sue parole finché non fu chiamato dalla
preside.
M inerva M cGranitt, in quanto ex responsabile della Casa di Grifondoro, si era arrogata il diritto di
richiamare il suo studente più prezioso, esimendo da tale compito il nuovo responsabile.
Harry pronunciò la nuova parola d’ordine per far spostare i gargoile con una certa riluttanza e salire
la scala gli diede una sorta di angoscia.
Già dalla parola d’ordine si capiva che non ci sarebbe stato Silente ad attenderlo in cima alle scale.
Bussò alla porta e la voce della preside gli ordinò di entrare.
Harry salutò e si guardò intorno. Il cappello parlante era al solito posto e così anche i ritratti dei
presidi. Harry fissò intensamente il quadro in cui Silente dormiva. Pareva non si fosse mai
svegliato, in tutti quei mesi.
Schiarendosi la voce la preside attirò la sua attenzione e gli disse di sedersi.
Harry tornò a contemplare la stanza circolare. M olti degli oggetti bizzarri appartenuti a Silente
erano spariti, l’arredo pareva meno frivolo e c’era un ordine quasi matematico, che rispecchiava
perfettamente la mente pragmatica della sua ex insegnate.
-The?-No, grazie, signora-Allora, Potter- iniziò lei con un sorriso affabile, ma severo -ho sentito che ci sono dei problemi tra
lei ed alcuni dei suoi compagni di casaHarry sospirò.
-E mi è stato riferito che ha saltato tutte le lezioni del mattino, senza giustificazione. Può dirmi
come ha trascorso tali ore, dato che non era nel suo dormitorio?-Io... ero...-Prima che si affanni a cercare una scusa, signor Potter, è giusto che l’avverta che l’ho fatta cercare
per tutta la scuola da mastro Gazza, dai fantasmi e dai personaggi dei quadri. Il professor Hagrid
l’ha cercata nel parco e neppure lui l’ha trovataHarry si mordicchiò il labbro. -Ero nella stanza delle Necessità, signora. Avevo bisogno di stare un
po’ da solo-Immagino, quindi, che anche tutte le notti in cui non ha dormito nel suo dormitorio, le abbia
trascorse in quella stanzaHarry annuì, tenendo lo sguardo incollato al bordo della scrivania per non incontrare gli occhi della
donna.
-Signor Potter, sicuramente immaginerà che i suoi amici siano preoccupati per il suo
comportamento...Harry sbuffò infastidito.
-... la signorina Granger mi ha detto che sta frequentando qualcuno, uno studente..
-Hermione!- Sbottò Harry, guardando in faccia la preside. -Hermione non sa un accidenti di niente!
Non fa che mettermi i bastoni tra le ruote! E’ un’impicciona ficcanaso sputasentenze!La preside M cGranitt parve molto colpita dallo scatto di Harry e lo fissò con sguardo
imperturbabile per alcuni secondi.
-Vedo, signor Potter, che i suoi amici non hanno esagerato nel descrivermi il suo cambiamento di
disposizione nei loro confronti. M i dispiace molto sentirla parlare in questo modo della signorina
Granger che, fino all’anno scorso, era la sua migliore amica. M i auguro che sia solo un momento di
transizione, per lei. Capisco che la morte del professor Silente l’abbia colpita molto da vicino, ma è
stato lo stesso per tutti noi. Lei non è l’unico ad aver sofferto per la sua perdita-M i scusi, signora-
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-Per questa volta. Badi però di cambiare atteggiamento. D’ora in poi le proibisco di lasciare la torre
di Grifondoro fuori dall’orario tollerato. L’avverto: so che nel corso di questi anni ha infranto le
regole innumerevoli volte, Potter. Non mi costringa a toglierle il mantello dell’invisibilità!Harry boccheggiò. -Non può farlo!-Posso, Potter. E lo farò se lei mi costringe-M a...-Deve dirmi qualcos’altro?-Sarò recluso... come M alfoy!- Sputò Harry, scivolando sulla sedia ed incassando la testa tra le
spalle.
-Se mi permette, signor Potter, c’è una notevole differenza tra lei ed il signor M alfoy. Tra meno di
tre mesi il signor M alfoy sarà trasferito ad Azkaban, non mi pare che lei rischi il carcere-Tre mesi?- Chiese Harry, impallidendo suo malgrado, cercando lo sguardo della preside.
-Il cinque giugni, per la precisione. Il giorno in cui diventerà maggiorenne sarà prelevato da
Hogwarts e trasferito ad Azkaban, nel ramo dei detenuti in attesa di processo. Temo che per lui
potrebbe essere peggio di quello che verrà dopo il processo: sicuramente allora lo sposteranno in
una cella di isolamento. Credo che per il signor M alfoy ciò sarà più accettabile che dividere la cella
con un criminale e le ore d’aria circondato da potenziali nemici di suo padre...Harry sentì un brivido attraversarlo dalla testa ai piedi pensando a cosa avrebbe potuto significare
per Draco.
-...Lei, invece, darà gli esami e sarà chiamato come testimone dell’accusa al suo processo...-Io?- Harry scattò in piedi.
-Certo: lei era presente la notte in cui... quella notte- la donna abbassò lo sguardo.
Harry scuoteva la testa: on era possibile, non potevano farlo testimoniare contro Draco!
-No! M i rifiuto!La preside lo fissò stupita.
-Non testimonierò contro di lui! Non mi farete mai dire qualcosa che lo condanni alla prigione!
Anzi: testimonierò che era sotto Imperius! Si, lui non voleva uccidere Silente! E’ stato costretto!Harry si rese conto di tremare e di piangere solo quando una lacrima gli cadde sul pugno che aveva
appoggiato alla scrivania. Si era sporto in avanti, avvicinando il viso a quello della sua ex
insegnante.
-Non mi farete dire niente contro Draco!- Le disse alla fine, calmandosi e risedendosi
compostamente.
-Dove dirmi qualcosa a proposito del signor M alfoy, Potter?- Chiese M inerva M cGranitt
osservando apprensiva lo studente che aveva di fronte.
Harry Potter, dal momento in cui giunto a scuola per la prima volta, piccolo, magro e smunto, aveva
risvegliato qualcosa in lei, forse un sopito istinto materno che la faceva sentire una chioccia con
quel pulcino spaurito. Il suo contegno le impediva di dimostrare apertamente l’affetto che provava
per Harry e spesso la faceva eccedere in rigidezza. Ora si rendeva conto che il pulcino era cresciuto
ed era diventato molto diverso da quello che lei e Silente avevano immaginato tante volte, davanti
ad una taza di the fumante, nelle fredde sere invernali, chiacchierando affettuosamente.
M inerva M cGranitt sorrise comprensiva e si sistemò gli occhiali con un gesto studiato per eliminare
una traccia molesta di lacrime. -Sta frequentando il signor M alfoy, Harry?Harry la fissò senza rispondere. Spostò la mandibola come se digrignasse i denti ed il mento si
mosse leggermente. -Posso andare ora, signora preside?La preside annuì e quando Harry ebbe lasciato la scala si rilassò contro lo schienale della poltrona.
Aveva sperato qualcosa di meno complicato per Harry. Una relazione con Draco M alfoy non poteva
finire bene, non in quei tempi. Non finché Colui_che_non_deve_essere_nominato era ancora in
vita.
Harry si fermò lungo la strada per la torre. Ormai era primavera e lui aveva pensate che fino
alla fine degli esami Draco sarebbe rimasto a scuola, invece l’avrebbero portato via all’inizio di
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giugno. Bel regalo di compleanno gli avrebbero fatto! Erano un mese e mezzo in meno. Un mese e
mezzo in cui Draco sarebbe stato in mezzo a delinquenti di tutti i generi, solo perché i maghi
d’Inghilterra avevano una sola prigione! Non importava se avevi ammazzato o rubato o se ti eri
rifiutato di pagare una multa: tutti ad Azkaban. A quel punto forse erano davvero meglio le celle
d’isolamento... Draco in una sala di ricreazione con qualcuno che magari aveva qualche conto da
regolare con Lucius... Harry visualizzò una serie di immagini di carceri da telefilm che aveva visto
alla tivù dai Dursey e sentì il sudore scivolargli lungo la fronte. Draco che era così dimesso e
rassegnato. Draco che si era fatto stuprare da lui.... chiuse gli occhi. Non potevano metterlo in
pericolo a quel modo! Draco era un boccone appetitoso per chiunque avesse anche solo una vaga
inclinazione verso i maschi e in una prigione, aveva la vaga sensazione che la necessità rendesse le
inclinazioni molto più frequenti del comune.
-Harry? Harry?.... Harry!Harry sussultò, scoprendo in quel momento che Ron era accanto a lui.
-M i dispiace, Harry... non ho potuto impedirle di fare rapporto alla M cGranittHarry scosse la testa. -Non importa, Ron. Tutto a posto- Gli mise una mano sulla spalla in un gesto
d’intesa e fece per andarsene via, ma Ron lo trattenne.
-Harry, aspetta! Se c’è qualche problema voglio aiutarti! Dirò la verità ad Hermione. Non ce la
faccio più in questa situazione-Ron, non litigare con lei per me. Sei innamorato cotto di lei... io... ha ragione lei, Ron: ho sbagliato
io: non dovevo mettermi in mezzo. M i dispiace. L’ho capito adesso... ho calpestato i vostri
sentimenti ed eravate i miei migliori amiciRon lo fissò a bocca aperta.
-Harry? Cosa... cosa è successo dalla M cGranitt?-Non posso continuare a fare finta... di non amarlo...- Harry non capì bene come si ritrovò a
piangere sulla spalla di Ron, non capì neppure quando arrivò Hermione, né quando la ragazza
cominciò ad accarezzargli la schiena cercando di confortarlo.
-Non me lo merito Hermione- singhiozzò quando si risollevò dalla spalla di Ron e si asciugò le
lacrime che gli rigavano il viso con la mano aperta. -ScusaLa ragazza gli sorrise e gli strofinò un braccio. Non se la sentiva ancora di abbracciarlo, ma era
contenta di averlo ritrovato.
-Cosa succede, Harry?- Gli chiese Ron. Dalla sua voce trasparivano la preoccupazione e l’affetto.
Harry si sedette l’ dov’era, su un gradino delle scale, indifferente ai ragazzi che passavano loro
accanto e lo guardavano scioccati.
Le scale decisero di cambiare in quel momento ed Harry fu loro grato perché si erano spostate verso
un’ala poco frequentata della scuola e nessuno li avrebbe più disturbati.
Dopo qualche secondo di silenzio Hermione scese alcuni gradine, sedendosi più in basso di Harry,
coprendosi le ginocchia con la gonna e Ron si sedette accanto all’amico ritrovato.
Harry si strofinò il mento. Dirlo a loro era più difficile di affrontare Nott, Zabini, i giornalisti e
Voldemort tutti assieme. E in quel momento aveva la sensazione che fosse solo la preghiera di
Draco ad impedire a Nott e Zabini di scuoiarlo vivo. Forse la Parkinson gli avrebbe messo del
veleno nel succo di zucca quando Draco non ci sarebbe stato più.
-Io... sono innamorato- la voce gli parve uscire come un refolo di vento e, se non avesse vista
addolcirsi l’espressione di Hermione, avrebbe pensato che fosse tropp o debole perché lo udissero.
-E’ molto bello Harry- commentò lei, veramente contenta, benché non riuscisse a dimostrarsi
entusiasta per la troppo acredine accumulata in quei mesi. Ci sarebbe voluto un po’ per riuscire a
perdonare Harry.
-Ci dici chi è, Harry?- Lo incalzò Ron.
Harry si fissò le punte delle dita. Teneva le mani mollemente appoggiate in grembo, pizzicandosi di
tanto in tanto le unghie.
-Non è facile dirvelo...-
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In quel momento da un corridoio, un centinaio di gradini più in basso, giunsero dei rumori. Passi di
corsa e grida, lo schiocco di alcuni incantesimi.
-Harry!- La voce di M alfoy echeggiò risalendo le pareti.
Harry si alzò e vide Draco correre verso le scale, cercando di salire, ma non c’era modo di
raggiungerlo.
Un Auror lo stava inseguendo, lanciandogli schiantesimi che solo per miracolo non lo colpivano.
Harry strattonò il corrimano, odiando le scale che on tornavano a muoversi per permettergli di
raggiungere Draco.
L’Auror gli era ormai addosso. Draco era alto quanto l’uomo, ma decisamente più sottile e
soprattutto era disarmato.
Harry estrasse la bacchetta, ma il rischio di colpire Draco era troppo alto. Si guardò intorno
sentendo il panico aumentare come la notte in cui era sulla torre con Silente. Si sentiva impotente
come allora.
-Harry?- -Harry?- Sentì le voci dei suoi amici, ma erano lontane.
-Accio, scopa!- Gridò allora.
Contò i secondi, nemmeno durante il Torneo Tremaghi, quando aveva davanti l’Ungaro Spinato
inferocito, gli era sembrato che la sua firebolt ci avesse messo tanto.
Quando la scopa arrivò Harry l’afferrò e ci saltò sopra quasi in volo. Si appiattì contro il manico, gli
occhi fissi su Draco, ormai sopraffatto dall’Auror.
Cap. 16
Un suono secco e il legno si infranse.
Era la fine di una scopa gloriosa, con cui aveva volato centinaia di volte.
Harry ruzzolò sul pavimento, poi si alzò e si scagliò contro l’Auror, ancora tramortito per il colpo.
Harry l’aveva volontariamente investito a tutta velocità e ora lo colpiva, lo colpiva, lo colpiva.
I pugni gli facevano male, ma quell’uomo aveva ferito Draco, l’aveva scaraventato a terra e l’aveva
afferrato per il collo, gli aveva scagliato addosso incantesimi che solo per fortuna aveva evitato.
Le braccia di Draco si serrarono sul petto di Harry, cercando di trattenerlo. Tremavano. Tutto il
corpo di Draco tremava ed Harry abbandonò il suo feroce attacco per girarsi ed abbracciare stretto il
suo ragazzo. Per consolarlo.
Draco singhiozzava sul suo petto ed Harry gli baciava i capelli, dimentico dei suoi amici sulla scala.
Ron ed Hermione fissavano la scena muti. Agghiacciati cercavano di negare che “quello” fosse
M alfoy. Avrebbero imboccato il corridoio, l’avrebbero percorso fino alla fine, girando a destra ed
avrebbero preso delle altre scale, poi avrebbero sceso tre rampe ed avrebbero girato a sinistra,
percorrendo il corridoio che li avrebbe portati da Harry ed a quel punto avrebbero visto che Harry
non stava stringendo M alfoy mentre un Auror rantolava sul pavimento, ma un altro ragazzo, mentre
uno studente con cui aveva litigato rantolava sul pavimento. Ne erano certi, sarebbe andata così.
-Ha... chiama... to... ha... chiamato- Singhiozzava Draco, stretto tra le braccia di Harry.
-Shh, calmati adesso, ci sono io. Chi ha chiamato?-Lord Vol.. “Lui”... M i avevi detto.... di dir...te...lo...-
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Draco sollevò il viso per guardarlo e cercò di calmarsi. -M i avevi detto... che dovevo dirtelo... se
“Lui” chiamava i M angiamorte... Ti stavo cercando...- Scoppiò di nuovo a piangere. -M a mi ha
visto... non sono autorizzato a salire fino a questo piano... mi ha chiamato e io mi sono messo a
correre.... volevo trovarti...Harry assottigliò gli occhi. Un leggero livido rosso cominciava gia a comparire sulla tempia di
Draco. Doveva aver picchiato la testa quando l’Auror l’aveva spinto a terra. Sarebbe comparso un
bel ematoma.
-Vieni, ti porto da M adama Chips, intanto-Lu..i?- Chiese Draco indicando l’Auror.
-Se la caveràHarry non era molto disposto ad aiutare l’individuo che aveva sconvolto tanto Draco e, in ogni caso,
sapeva che a momenti sarebbero arrivati Ron ed Hermione.
Avrebbe di sicuro avuto molto da spiegare, ammesso che fossero ancora dell’opinione di ascoltarlo,
ma di sicuro non avrebbe dovuto rivelargli l’identità del ragazzo che amava.
M adama Chips spalmò una generosa dose di unguento giallognolo sulla faccia di M alfoy e
gli fece bere una pozione calmante, poi sparì ad occuparsi dell’Auror, a cui pareva che Harry avesse
rotto qualche costola.
Harry rimase seduto sul letto di M alfoy. Il ragazzo aveva smesso di piangere, ma non voleva
sdraiarsi, come se temesse che nel sonno potesse accadere qualcosa di terribile.
Ron continuava a guardare nella sua direzione.
Come aveva previsto i suoi amici avevano soccorso l’Auror e forse ora volevano parlargli, ma
tenere le mani di Draco nelle sue era immensamente più importante.
Le loro dita si intrecciavano e si accarezzavano, entrambi fissavano le loro mani e non dicevano
nulla.
-Harry?- La voce di Hermione ora era chiara e distinta, ma Harry non si girò a guardarla. -M adama
Chips ha detto che gli hai solo rotto qualche osso, ma che è stato fortunato. Avresti potuto
ucciderlo. Dovrà fare rapporto alla preside, lo sai, vero? Potrebbero sospenderti...-Grazie Hermione. Ora non mi importa-Harry! Come può non importarti? E’ il tuo futuro!Cara vecchia Hermione, sempre la stessa... -Non mi importa Herm’Harry sorrise a Draco e lui gli rispose. Harry gli sollevò una mano e la baciò.
-Sarà bene avvisare il professor Lumacorno...- Suggerì ancora la ragazza, fissando la schiena e i
gesti dell’amico e lo sguardo di M alfoy, così diverso da quello che ricordava.
-Se puoi... avvisa anche... Zabini e la Parkinson...Sentì i passi di Hermione e di Ron lasciare la stanza. M adama Chips era ancora indaffarata con
l’Auror.
-Spero che mi perdoneranno almeno in parte ora che ti ho salvato... mi sono giocato una brillante
carriera da Auror per te- gli sorrise di nuovo.
Draco rise, ma smise subito per il dolore alla testa che si diffondeva rapidamente.
-Ho combinato un pasticcio, vero, Harry?-No... va bene, solo un po’- concesso Harry, vedendo la sua espressione scettica.
-Ora cosa intendi fare? Vuoi cercare l’Oscuro?-Se tu stessi bene, si... ma adesso preferisco restare con te. Vedrai che a momenti arriverà la
M cGraitt. Le dirò di avvisare gli Auror-Ho paura che d’ora in poi sarà più complicato per noi... non sai quante volte ho fantasticato che tu
decidessi di farmi scappare... mi mettevi sotto il tuo mantello e volavamo via sulla tua scopa, fino
oltre i confini di Hogwarts...-Temo che la mia scopa non volerà più nemmeno dentro i confini della scuola... e in quanto a
scappare...-Non fa per te. Lo so-
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In quel momento la porta dell’infermeria si aprì e la preside ed il professor Lumacorno entrarono a
passo di marcia.
La M cGranitt aveva un’aria molto arrabbiata. Si rivolse subito all’infermiera, guardando l’Auror
che pareva svenuto, poi si diresse verso i due ragazzi.
-Che ti avevo detto?!- Bisbigliò Harry, stirando le labbra in un sorriso privo di allegria.
-Potter! Spero che lei abbia un’ottima giustificazione per quel che ha fatto! E lei, M alfoy? M adama
Chips mi ha detto che non ha nulla di grave. Dovrà spiegare perché è uscito dall’area in cui le è
concesso muoversiLumacorno annuiva alle sue spalle, i folti baffi spioventi ancora umidi, probabilmente era stato
interrotto durante uno dei suoi soliti spuntini.
Harry prese subito la parola, stringendo le dita di Draco nelle sue.
-M alfoy stava venendo da me su mia richiesta, signora. Gli avevo chiesto di avvisarmi subito
qualora Voldemort stesse chiamando i suoi M angiamorte!Lumacorno sussultò, mentre, molto più contegnosamente la preside si rivolse a M alfoy.
-Ha cercato di mettersi in contatto con lei, signor M alfoy?Draco scosse la testa. -Non con me: con tutti i M angiamorte. Quando lui tocca il M archio di uno di
noi, tutti gli altri lo sentano e sanno che devono raggiungerlo-Il M inistero ne sarà informato immediatamente. Potter, dovrò prendere dei provvedimenti nei suoi
confronti, spero si renda conto che il suo comportamento è stato inammissibile!-M a signora...-Niente “ma”, Potter. L’avevo già avvertita. Si faccia dare una controllata da M adama Chips e poi
mi raggiunga nel mio ufficio!-Si, preside- dovette acconsentire Harry.
L’infermiera gli si avvicinò. -Hai preso qualche botta, Harry, cadendo dalla scopa?-NoLa donna gli sorrise comprensiva. Harry aveva passato tanto tempo in infermeria che avevano preso
l’abitudine di parlarsi senza troppi convenevoli.
-Fammi vedere le mani.... ti si gonfieranno, lo sai?-Si-M ettiti questa prima di andare a dormire e poi di nuovo domattina- gli passò una boccetta di
unguento giallognolo come quello che aveva spalmato sul viso di Draco e gli massaggiò le mani
con una dose abbondante dello stesso, prima di passare a dare un’occhiata al Serpeverde.
-Ble! E’ disgustosa!- Protestò Harry appena l’infermiera li ebbe lasciati di nuovo soli.
Draco ridacchiò. -E tu ce l’hai solo sulle mani! Io ho mezzo viso coperto da quella roba
puzzolente!Harry rise e gli accarezzò la guancia sana. -Rimedio subito mettendotela anche di qua!-Non essere disgustoso, Potter!- Protestò subito. -Quella si può usare al massimo in un altro modo!Disse allusivo.
-Piccolo pervertito! Non vorrai che approfitti di te in infermeria!- Sghignazzò Harry.
-Tanto ormai...- rise Draco. La pozione calmante doveva aver fatto effetto perché il ragazzo
sembrava completamente rilassato e si lasciò scappare uno sbadiglio, che però gli fece lacrimare
l’occhio per il dolore alla tempia.
Pochi minuti dopo arrivarono la Parkinson e Zabini.
Draco gli sorrise, sembravano immensamente preoccupati.
-Cosa ti è successo? Chi è stato?- Si precipitò subito la ragazza, abbracciandolo.
Zabini fulminò Harry con lo sguardo, pareva pronto a schiantarlo al primo movimento del
Grifondoro.
-Non è stato Harry, Blaise- lo richiamò il biondo, prima che il suo amico passasse all’azione. -E’
stato l’Auror che mi sorvegliava. Harry mi ha difeso... l’ha investito con la scopa!Draco ed Harry si scambiarono un mezzo ghigno d’intesa, mentre gli altri li osservavano stupiti.
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-Sarà meglio che vada a sentire la mia punizione dalla preside, mentre tu gli spieghi. A dopo- Harry
lo baciò delicatamente sulle labbra, accarezzandogli brevemente i capelli ed andò via con un gesto
rapido per salutare i due nuovi arrivati.
Pansy lo seguì con lo sguardo per alcuni metri, prima di tornare a fissare un Draco quasi gongolante
che non riusciva a staccare gli occhi di dosso dal ragazzo che stava uscendo.
-Credo che tu abbia molto da dirci, Draco!- Lo incoraggiò ad iniziare, la ragazza.
Harry bussò alla porta della preside e quando entrò si trovò davanti al ministro Scrimgeour
ed al capo degli Auror.
-Buon giorno- li salutò, guardando prima uno, poi l’altro e la preside.
-Si accomodi Potter. Ho riferito ai signori quello che lei ed il signor M alfoy mi avete riferito e sono
molto interessati a conoscere i particolari-Si, signora- rispose educatamente Harry, sedendosi.
Il ministro lo fissò con sguardo duro. Forse pensava che ora che Silente era morto si sarebbe
ammorbidito e gli avrebbe dato una mano, ma ad Harry interessava solo che Voldemort venisse
eliminato e che i guai di Draco finalmente finissero.
Raccontò tutti i particolari di cui era a conoscenza e quando finì attese le loro reazioni.
-Una squadra di Auror è sempre all’erta, ma se davvero un certo numero di M angiamorte è riunito
da qualche parte, cercheremo accuratamente. Se conoscessimo il luogo sarebbe più facile.
Provvederemo ad interrogare M alfoy!“E intanto finiranno di dirsi quello che devono e se ne torneranno a casa!” Pensò Harry digrignando
i denti.
-Sposteremo immediatamente M alfoy in una delle celle del M inistero, col suo permesso, preside
M cGranitt e poi...-No!- Harry si alzò con fare bellicoso.
-Si calmi, Potter- Intervenne la preside. -Il signor M alfoy è ferito e dovrà restare qualche giorno in
infermeriaScrimgeour fissò di nuovo Harry, corrugando le sopracciglia cespugliose.
-Va bene- rispose il capo degli Auror. -Allora gli farò visita in infermeria, ma poi dovrà essere
trasferito ad Azkaban-M a non potete farlo!- Protestò di nuovo Harry. -Draco sarà in pericolo in quella prigione!- Guardò
speranzoso la preside.
-Sono sicura, Primo M inistro, che le informazioni che il signor M alfoy sta fornendo
spontaneamente serviranno come attenuanti durante il suo processo-Certamente, M inerva, ma... ciò non toglie che quel ragazzo è un criminale-M inistro, lei non...Scrimgeour trapassò Harry con lo sguardo. -Credo, signor Potter, di averle già parlato, in passato
dell’aiuto che potrebbe dare a questo Paese ed alla sua comunità magicaHarry lo fissò negli occhi, cercando di ricomporsi. Le sue energie parvero scemare come le ombre a
mezzogiorno. -Si signore, ho capito-M olto bene, giovanotto-In quanto a lei, signor Potter, date le circostanze in cui è avvenuta la sua aggressione all’Auror
Pettycot, non prenderò misure troppo severe: da ora fino alla fine della scuola le vieto di volare e di
giocare a quidditch. Immagino che ora dovrà avvisare i suoi compagni di squadra, vada pure-Si signora- rispose Harry mestamente.
-Ah, signor Potter!- Lo richiamò la M cGranitt. -Credo che non ci vorranno più di quattro o cinque
giorni perché il signor M alfoy venga dimesso dall’infermeria. E’ tuttoHarry la fissò con un muto ringraziamento. Draco sarebbe completamente guarito in un paio di
giorni al massimo, la preside aveva fatto quanto in suo potere per aiutarlo.
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Cap. 17
Draco aveva pianto. Harry non lo aveva mai visto così. Era rassegnato, ma non pensava che la
situazione sarebbe precipitata tanto presto.
Nessuno lo pensava.
La Parkinson aveva pianto abbracciandolo e Zabini e Nott avevano stretto i pugni, impotenti.
Zabini, ad un certo punto, era uscito. Forse non riusciva più a reggere, ma era tornato prima che
portassero via Draco, per salutarlo con un abbraccio stretto di cui Harry si sentì quasi geloso.
Gli Auror lo avevano interrogato tutti i giorni e Draco aveva detto tutto quello che sapeva, ma loro
continuavano a fargli domande ed a torchiarlo, mai soddisfatti.
Harry aveva voluto assistere, ma era stato buttato fuori dall’infermeria con la forza.
M adama Chips, comunque, bacchetta alla mano, li aveva convinti che non avrebbe tollerato si
infierisse su un suo paziente.
Ad Harry era passata tutta la voglia di fare sesso che nei giorni precedenti pareva non abbandonarlo
mai, voleva solo stringersi a Draco e stare con lui.
Avevano passato quelle notti dormendo poco, parlando ogni tanto, al buio, con gli occhi aperti,
scambiandosi piccoli gesti affettuosi finché Draco non scoppiava a piangere sulla sua spalla ed
Harry non sapeva cosa fare.
Poi l’avevano portato via.
Harry aveva urlato e strepitato con la preside, aveva contattato il padre di Ron, che era stato molto
freddo con lui, aveva ricevuto due visite del Primo M inistro ed aveva acconsentito a tutte le sue
richieste e Draco era stato trasferito da Azkaban alle celle sotto il M inistero, quelle per i prigionieri
in attesa di processo e per gli interrogatori.
Aveva ottenuto anche di vedere Draco, dal fuoco del camino, alla presenza del M inistro e di due
Auror, per cinque minuti, durante i quali il ragazzo gli aveva assicurato di stare bene. Aveva un
labbro spaccato, ma Scrimgeour gli aveva detto che ad Azkaban aveva subito un’aggressione, ma
che le guardie erano intervenute in tempo.
La cosa lo aveva fatto infuriare, ma Draco lo aveva calmato, assicurandogli che ora era al sicuro.
Non sapeva quando avesse sviluppato quell’istinto di protezione nei suoi confronti, quando si fosse
trasformato dal possesso a... quello, ma non poteva più negare con se stesso di amarlo.
-Ti amo- gli aveva detto mentre il loro breve incontro aveva termine e non sapeva neppure se Draco
l’aveva sentito, mentre le fiamme si smorzavano e la comunicazione terminava.
Rivederlo era l’unica cosa che gli importasse, ormai.
Aveva smesso, in quei giorni, di frequentare le lezioni, non c’era verso di farcelo andare.
-Harry?- Hermione lo raggiunse nel dormitorio, con Ron. -Se non vieni a lezione non sarai
nemmeno ammesso agli esamiHarry non rispose.
-Harry posso capire che tu stia male, che sia in pena per M alfoy, ma così non lo aiuti!- Hermione
alzò la voce. Era strano da parte sua ed Harry la fissò.
-L’unica cosa che puoi fare per lui e per te stesso è andare avanti-M a io non voglio andare avanti, Hermione- Harry faticò a riconoscere la sua voce. Erano giorni
che non diceva una parola ed ora era bassa e roca.
Hermione lo fissò e poi lo andò ad abbracciare. Non era esattamente questo che gli aveva augurato
in tutti quei mesi in cui aveva sperato che Harry capisse quello che aveva fatto a lei ed a Ginny.
-Harry non è morto! C’è ancora una speranza!-Quale? Che ad Azkaban gli concedano una visita al mese e che sua madre arrivi dopo di me?Hermione ammutolì, riflettendo. Harry poteva quasi sentire le rotelline del suo cervello turbinare a
tutta velocità.
-Ti chiameranno a testimoniare?- gli chiese lei, molto seria.
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Harry annuì.
-Cosa dirai?Fece spallucce. -Direi qualsiasi cosa pur di non farlo rinchiudere!-La verità è sempre la cosa migliore, Harry!Harry sospirò. -Dirò che non voleva uccidere Silente. Che è stato costretto...-M a non era sotto Imperius, vero?-Voldemort aveva minacciato sua madre!La ragazza contrasse le labbra. -Se solo potessimo dimostrarlo...-Dovremmo avere un testimone che avvalori che Voi-sapete-chi l’ha costretto con le minacce...Intervenne Ron. -Temo che la sua parola e la tua non bastino, amicoHarry serrò gli occhi, che bruciavano terribilmente e scosse la testa.
-Servirebbe Piton. O Bellatrix- suggerì lei.
Harry contrasse la mascella e Ron si mosse a disagio a quei nomi.
-Sua madre?- Chiese Ron.
-E’ sua madre, Ron!- Rispose Hermione, come se fosse implicito che Lady M alfoy, al pari di Harry,
avrebbe fatto qualunque cosa per liberare suo figlio e, per tanto, non fosse attendibile.
-Zabini- mormorò Harry.
Hermine catalizzò immediatamente l’attenzione su di lui.
-E’ il suo migliore amico. Deve sapere qualcosa. E anche la Parkinson e Nott-Nott?- Chiese Ron, a cui non pareva di averlo visto con gli altri molto spesso.
-Era il suo ragazzo- spiegò Potter, molto semplicemente.
Hermione si schiarì la gola, cercando lo sguardo di Ron per supplicarlo implicitamente di parlare al
posto suo.
-Bhe...- cominciò il rosso -dubito che Nott sia disposto a parlare con te, alloraHarry annuì. -Se non mi ha ancora rifatto i connotati è solo per Draco-Però...- iniziò Hermione, prendendogli la mano -non è un’idea sbagliata: forse con loro ha parlato.
Anche se sono suoi amici, sono figli di M angiamorte e potrebbero sapere cose che noi ignoriamoHarry annuì e, con l’intenzione di cercare Zabini, lasciò il suo dormitorio per la prima volta da
giorni.
Fu all’ingresso della Sala Grande, pochi minuti prima dell’ora di pranzo, che Harry riuscì a trovare
il migliore amico di M alfoy. Con lui c’erano la maggior parte dei Serpeverde del loro anno: la
Parkinson, la Bullstrode, Nott, Tiger e Goyle.
Harry si fece coraggio e lo chiamò. -Zabini!Subito il gruppetto si fermò e fissò Potter con un certo astio.
Blaise fece cenno agli altri di proseguire.
Harry sentì Nott dire qualcosa del tipo “E’ meglio che me ne vada, se no lo uccido”, ma non gli
importava molto.
Si avvicinò a Zabini ed alla Parkinson, che non si era mossa di un passo.
-Che vuoi Potter?Harry lo fissò un momento. Aveva le mani che gli sudavano. Zabini lo guardava dritto negli occhi,
senza alcun timore. Aveva un aspetto solido, benché fosse alto e magro e lo sguardo fiero e sicuro.
Harry capiva esattamente come fosse diventato l’amico del cuore di Draco: non era solo il suo
portamento nobile: ispirava sicurezza, stabilità. E timore, nel caso di Harry, in quel frangente.
-Si tratta di DracoZabini e la Parkinson rimasero impassibili.
-Forse voi sapete qualcosa che possa aiutare a scaglionarlo...-Sei il testimone principale dell’accusa, Potter. Cosa pensi di fare?Harry avvertì il colpo. Zabini sembrava più informato di lui. -Non testimonierò se la mia
testimonianza va a scapito di Draco. Voglio tirarlo fuori di lìZabini gli si avvicinò a passi decisi.
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Per quanto Harry fosse cresciuto, negli ultimi due anni, il Serpeverde era ancora più alto di lui di
una spanna. Ad occhio e croce doveva essere alto come Ron.
Piantò gli occhi blu contornati dalle lunghe ciglia nere negli occhi di Harry ed un istante dopo,
senza neppure accorgersene, Harry si ritrovò con la sua mano serrata sul collo della propria camicia.
-Perché dovrei crederti, Potter?- Sibilò col viso a pochi centimetri dal suo. -Dopo tutto quello che
gli hai fatto, pensi che possiamo dimenticarlo? Pensi che “io” possa dimenticarlo?Zabini lo respinse ed Harry arretrò di un paio di passi per non perdere l’equilibrio.
-Voglio aiutarlo! Ci tengo a lui!-Lo hai aiutato con quell’Auror, è vero, ma se non fosse corso da te per cercare di compiacerti,
dimostrandoti la sua buona volontà, non si sarebbe trovato nei guai e sarebbe ancora qui. Non ti
credo, PotterHarry abbassò lo sguardo, le lacrime in procinto di uscire. -Devo mettermi in ginocchio e
supplicarti di aiutarlo o intendi farlo di tua volontà?- Lo fissò per un istante ed iniziò a piegare le
ginocchia.
-Rispiarmiami lo spettacolo, Potter!- Lo fermò con tono glaciale il ragazzo.
-Tu non sei il ragazzo per lui, Potter- si intromise la Parkinson. -Draco merita di meglio!Harry annuì, un nodo gli si stava formando in gola.
-Se una volta libero, decidesse di non voler più avere nulla a che fare con te, lo lasceresti in pace?Proseguì la ragazza.
-Qualsiasi cosa purché sia liberoLa Parkinson e Zabini si scambiarono una sguardo d’intesa ed annuirono l’uno all’altra.
-Domani, Potter. Dopo pranzo, nell’aula vuota del terzo piano. Se decidiamo di crederti ci vedremo
lì- decise Pansy, sapendo di essere pienamente appoggiata dal suo ragazzo. Prima di decidere se
credere o no a Potter, dovevano parlarne tra di loro.
Harry annuì pieno di sollievo e speranza e riuscì a fare un sorriso strascicato.
Quella ragazza non gli era mai sembrata tanto meravigliosa.
Harry attese l’incontro del giorno successivo restando sulle spine. Per quanto si fossero
chiariti, sarebbe servito del tempo per ricucire tutti gli strappi con Ron e soprattutto con Hermione.
E l’essersi innamorato di M alfoy di sicuro non accelerava i tempi. Avrebbe voluto poter contare
maggiormente su Hermione, in quel momento, ma continuava a guardarla di sottecchi, restando
all’altro capo del tavolo a cui si erano seduti, in biblioteca, incapace di chiederle consiglio.
Sicuramente lei avrebbe saputo come avrebbe dovuto comportarsi in vista del processo.
I suoi due amici sedevano vicini. Ogni tanto Ron alzava la testa dal libro e gli strizzava l’occhio,
oppure gli sorrideva. Ron proprio non riusciva a stare chino sul testo per tanto tempo, ma Hermione
pareva non accorgersene.
Harry sapeva che avrebbe dovuto studiare e mettersi in pari per gli esami, ma voleva Draco. Non
credeva sarebbe mai stato possibile, ma sentiva dannatamente la sua mancanza.
Il giorno seguente, Harry faticò a toccare il cibo. Continuava ad alzare la testa per vedere se
Zabini e la sua ragazza si alzavano da tavola o se gli facevano un cenno. Poco prima del dolce, vide
la Parkinson alzarsi, dando un bacio a Zabini, ma il ragazzo rimase al suo posto, allungando la fetta
di torta di carote di Pansy a Tiger e Goyle che se la divisero con evidente piacere.
Solo quando ebbe finito di mangiare e di fare conversazione con Nott, Zabini lanciò uno sguardo a
Potter e lasciò la Sala Grande.
Harry scattò in piedi, pronto all’inseguimento.
Si mantenne a ragionevole distanza da Zabini, che lo precedeva di diversi metri, ma se anche lo
avesse perso di vista, conosceva la strada per il terzo piano e sapeva qual’era l’aula vuota in cui lo
avrebbe rivisto.
Quando, pochi minuti dopo, entrò nella stanza con una cerca circospezione, trovò Zabini che
abbracciava teneramente la Parkinson mentre parlavano a voce bassa.
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Si schiarì la voce per palesare la sua presenza ed il ragazzo sciolse l’abbraccio, rivolgendosi a lui.
-Potter- lo salutò freddamente.
Harry rispose con un cenno del capo e chiuse la porta.
-Abbiamo deciso di fidarci, Potter- annunciò Pansy, fissandolo negli occhi, quasi a sfidarlo a tradire
la sua fiducia.
Harry annuì, sentendo aumentare i battiti del suo cuore.
La Parkinson trasse con cautela dalla sua borsa un involto di velluto blu notte.
Quando lo svolse Harry vide che si trattava di una sacca o di una tasca, non più alta di una decina di
pollici e di poco più stretta.
La ragazza ne trasse una sfera. A tutta prima Harry la prese per quelle palle di vetro che
contenevano del polistirolo o dei brillantini, colme di acqua per simulare la neve, ma quella sfera
emanava un debolissimo luccichio ed appariva totalmente opaca. La Parkinson la teneva nel palmo
della mano con infinita cura.
-Cos’è?- chiese Harry.
-Sei proprio ignorante, Potter!- constatò Zabini.
-E’ un Desiderio*- Spiegò con calma la Parkinson.
Harry aprì e richiuse la bocca. Non aveva idea di cosa fosse un desiderio, se non un qualcosa che si
“desiderava”, appunto.
Zabini dovette intuire la sua perplessità dalla sua espressione e, sbuffando, decise di spiegare.
-Un Desiderio, Potter, è un incantesimo rarissimo. E’ “l’Incantesimo” per eccellenza ed è illegale a
meno che non sia registrato! Con questo si può fare assolutamente “tutto”, si può cambiare il
passato in modo che una persona non sia mai morta, o che non sia nemmeno mai nata, si potrebbe
persino far spegnere il sole! M a!- fece una pausa significativa -Il mago che facesse una cosa del
genere ne pagherebbe le conseguenze. Un Desiderio va usato in modo razionale e possibilmente
senza cambiare fatti inevitabili. Le ripercussioni sarebbero tremendeHarry deglutì a vuoto. Non aveva nemmeno mai sentito parlare di un simile incantesimo.
-Per questo sono vietati. Il M inistero da dei permessi speciali per crearne uno ogni tanto, quando
non ci sono altre soluzioni. E sai quanti maghi, in Inghilterra, ne sanno creare uno?Harry scosse rapidamente la testa.
-Ufficialmente, fino all’anno scorso, erano in tre: Silente, che ora è morto, il suo amico Flamel, che
nessuno sa dove sia e, naturalmente, Tu-sai-chi. Ufficiosamente si sa che deve esserci un altro
mago, così abile e potente da saper eseguire questo incantesimo, dato che il M inistero deve poter
avere questa risorsa, ma nessuno sa chi sia-E voi come avete fatto a procurarvene uno, allora?- chiese Harry.
Zabini e la Parkinson si sorrisero. -Qui ti volevamo Potter. Ci sono altri due o forse tre maghi, in
questo Paese, che lo sanno fare, ma di sicuro non vogliono che si sappia. Questo era il nostro regalo
di Natale per Draco. Nostro e di sua madre, dato che non potevamo certo comprarlo al mercato nero
con le nostre paghette settimanali. L’ho recuperato dal suo baule prima che lo portassero via. Non
sarebbe passato inosservato ad una perquisizione. Ho detto a Draco che l’avevo io e che era al
sicuroHarry rivide il momento in cui Zabini si era allontanato e poi, al ritorno, aveva abbracciato Draco a
lungo, tanto che lui ne era quasi stato geloso.
-Con quello...?- chiese timidamente.
-Con questo possiamo tirare fuori Draco da Azkaban con le mani pulite, Potter. M a non è legaleZabini sbuffò. -Non credo che sia un problema, dopo quello che ha fatto!Harry lesse l’accusa e l’odio nello sguardo di Zabini ed annuì.
-Non mi importa come, mi basta salvarlo-Bene- si affrettò a precisare il Serpeverde. -Perché dovrai essere tu ad usarloHarry lo fissò, aprendo la bocca per la sorpresa.
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-Pansy e io siamo suoi amici, e al M inistero ci saranno fin troppi Auror. Controlleranno tutti. Tutti
tranne te, Potter. Sei il teste principale dell’accusa e sei il bambino-sopravvissuto. Nessuno penserà
di perquisire te, quindi tu porterai il Desiderio in tribunaleHarry deglutì a vuoto, ma annuì risoluto. -Cosa devo fare?-C’è un modo corretto per usarlo e molti modi scorretti- cominciò Zabini. -Noi vogliamo che tu lo
usi nel modo corretto, Potter, quindi, da ora fino al processo, Pansy e io ti insegneremo come fare.
Tutte le ore buche che hai in comune con uno di noi le passerai con noi, Potter-Va bene. Allora per domani vi comunicherò il mio orario...-Adesso!- intervenne la Parkinson, rimettendo al sicuro la sfera.
Harry la fissò e capì che lo attendevano parecchie ore di studio extra.
Continua
* Desiderio: ho preso questo incantesimo dal mondo del gioco di ruolo Dungeons&Dragons, gioco
fantasy in cui la magia viene trattata in modo, per certi versi, simile a quella del mondo di Harry
Potter.
Cap. 18
M inerva M cGranitt non era Albus Silente, ma, senza dubbio, aveva assunto quell’autorevolezza che
era stata del vecchio preside senza quella giovialità che aveva contraddistinto il mago.
La preside di Hogwarts, valendosi della conoscenza di fatti oscuri, ma inerenti le pagelle di un
giovane Grifondoro di tanti anni prima, che rispondeva al nome di Rufus Scrimgeour, convinse il
M inistro della M agia che sarebbe stato meglio accelerare i tempi del processo, piuttosto che far
conoscere certi suoi trascorsi scolastici al popolo degli elettori.
L’anziana strega aveva insistito sull’importanza dell’agire fintanto che M alfoy era ancora
minorenne e Lady M alfoy aveva messo ingenti somme a disposizione della M cGranitt, qualora ne
avesse avuto bisogno per aiutare suo figlio.
La preside l’aveva ringraziata, ma aveva declinato la sua offerta con parole che parevano aver
toccato profondamente Lady M alfoy, che aveva finito con il chiedere la protezione dell’Ordine
della Fenice per se stessa e per suo figlio.
Così erano arrivati al processo sul finire della prima decade di maggio.
La professoressa Cooman aveva previsto sfaceli, tanto che la M cGranitt, da sempre meno tollerante
del suo predecessore, l’aveva allontanata con la minaccia del licenziamento se non si fosse fatti i
fatti suoi anziché dispensare funeste previsioni non richieste.
La Cooman se ne era tornata, indignata, sulla sua torre.
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La mattina della prima udienza, Harry era teso. I suoi compagni Grifondoro l’avevano
salutato prima di colazione, quando aveva indossato degli abiti adeguati, procuratigli da Lupin.
Aveva raggiunto la preside nel suo ufficio ed avevano preso una passaporta assieme.
Il processo doveva svolgersi a porte chiuse, ma c’erano decine di giornalisti che premevano per
entrare, mentre gli Auror li tenevano bloccati e perquisivano quanti dovevano entrare.
Come aveva previsto Zabini, nessuno perquisì lui o la preside. Gli Auror si limitarono a salutare
brevemente la donna e guardare con un certo sospetto lui.
Harry detestava quella zona del M inistero: ci era entrato lui stesso da imputato, a quindici anni e
non ne aveva un buon ricordo.
Era tutto rimasto come lo ricordava: la sedia a cui Draco sarebbe stato incatenato, gli scranni della
giuria, composta dagli autorevoli membri del Wizengamot... e questa volta non ci sarebbe stato
Silente.
Una folla si stava assiepando intorno a loro, rumorosa e variopinta.
Harry riconobbe Narcissa M alfoy, che scambiò un breve cenno con la preside e poi entrò Draco,
con le manette ai polsi.
Harry sentì il cuore trasformarsi in un macigno. Era stato tirato a lucido, ma aveva i capelli di nuovo
lunghi. Era scortato da due Auror e venne subito raggiunto da suo avvocato.
Gli Auror gli liberarono i polsi solo perché venisse incatenato di nuovo al seggio.
Draco lo cercò lo rapidamente tra la folla e gli sorrise. Era pallido ed aveva gli occhi lucidi.
Harry si agitò, avrebbe voluto andare ad abbracciarlo.
-Si calmi, Potter- la voce della M cGranitt lo raggiunse all’improvviso, bassa ed imperiosa.
-M a non vede come sta? E con quei capelli... vogliono che somigli a suo padre!-Non dica sciocchezze, Potter. Semplicemente non hanno chiamato un barbiere perché non lo
ritenevano necessario. Si alzi, oraIn quel momento entrarono i membri del Wizengamot er Harry riconobbe Percy e Dolores
Umbridg, oltre a Scrimgeour.
Percy si fece avanti, srotolando una pergamena e schiarendosi la voce.
-Processo numero 209458298: la popolazione magica d’Inghilterra contro Draco M alfoy- declamò a
gran voce.
Scrimgeour fissò l’avvocato di Draco. -L’accusa è di essere un M angiamorte al servizio di Coluiche-non-deve-essere-nominato e di aver fatto entrare i M angiamorte ad Hogwards nell’attacco della
scorsa primavera, prendendo parte attiva all’omicidio di Albus Silente, preside di Hogwards e
membro di questo tribunale. Come si dichiara l’imputato?-L’imputato si dichiara non colpevole, vostro onore-*
Un brusio si diffuse nella sala ed il M inistro batté due o tre colpi di martello per richiamare l’ordine.
-La prima udienza avrà luogo tra una settimana, mercoledì mattina alle nove. La seduta si aggiornaI membri della giuria si alzarono come un sol uomo, lasciando la sala.
Il M inistro guardò di sottecchi la preside, che stirava le labbra contrariata e già gli Auror
riprendevano in consegna Draco.
-Andiamo, Harry- disse la donna, alzandosi.
-Come andiamo?- chiese incredulo. -E’ già finito?-Si, ragazzo: si comincia davvero tra una settimana, hai sentito il M inistroHarry cercò con lo sguardo M alfoy, ma l avevano già condotto altrove.
Arrivò a scuola sfinito, ma dagli sguardi di Zabini e della Parkinson, capì che la sua giornata era
appena cominciata e che avrebbe dovuto dire loro sino all’ultimo dettaglio.
-Vogliono tirarla per le lunghi, per fargli compiere gli anni!- si lamentò Harry quella sera, nella sua
Comune.
-No, Harry, è la prassi- lo contraddisse Hermione. -Ciò non toglie che resti davvero poco tempo:
M alfoy diventerà maggiorenne nei primi giorni di giugno, giusto?Harry sbuffò e si sedette pesantemente accanto alla ragazza. -Il cinque-
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Il mercoledì successivo Harry apparve teso sin dal primo mattino, quando fu il primo ad
andare in bagno perché si era svegliato prima delle cinque e non era più riuscito ad addormentarsi.
Al M inistero si ripresentò la stessa situazione della volta precedente.
Alcuni giornalisti lo chiamarono per attirare la sua attenzione e gli vennero scattate delle foto. La
preside lo prese per un braccio e gli fece accelerare il passo.
All’interno del M inistero c’era un gran via vai. Incontrarono il signor Weasley, che salutò la preside
giovialmente e rivolse un saluto stentato ad Harry.
Harry sospirò e si accorse che la M cGranitt lo fissava con aria addolorata.
-Lo so: è colpa mia!-Io non le ho chiesto nulla, signor PotterHarry chiuse gli occhi e si sedette accanto alla donna, fuori dalla sala: sarebbe stato il primo
testimone dell’accusa ad essere ascoltato. Aveva insistito per essere il primo per poi poter assistere
al processo.
Aspettarono per quasi un’ora, quando finalmente un mago col mantello nero e lo stemma del
tribunale lo chiamò.
Harry entrò e guardò subito Draco. Era stanco e aveva pianto. Harry strinse le labbra e si costrinse a
raggiungere la sua sedia, accanto a quel verme di Persy, invece di correre ad abbracciarlo.
Draco gli sorrise mestamente ed Harry cercò di ricambiare.
-... Harry Potter!Harry sussultò sentendosi chiamare dall’avvocato dell’accusa.
- Signor Potter, lei si trovava sulla torre con Albus Silente, quando venne ucciso, nevvero?-Si signore-Può raccontarci come sono andati i fatti?-Ecco... il professor Silente e io eravamo ad Hogsmeade, quando abbiamo visto il marchio nero
comparire sopra Hogwards...- Harry raccontò fino al momento in cui Silente gli impedì
magicamente di muoversi.
-E poi cosa accadde, signor Potter?Harry deglutì. -Il professor Silente parlò con M alfoy... gli disse che aveva organizzato tutto in modo
molto intelligente e che capiva la sua situazione...-La situazione di un ragazzo cresciuto all’ombra di un pericoloso M angiamorte!- puntualizzò
l’avvocato.
-No!- protestò Harry. -Intendeva che M alfoy era stato costretto!-Signor Potter, certamente sa che non è stata trovata traccia di Imperius sull’accusato- ricordò
l’avvocato, facendo mezzo giro su se stesso e sorridendo al pubblico.
-Ci sono molti modi per costringere qualcuno!- protestò di nuovo, Harry, ma l’avvocato riprese,
richiamandolo alla calma.
-Secondo quanto ha rilasciato il giorno successivo all’omicidio, nonostante le proposte della vittima
di proteggere l’imputato, questi ha permesso ai suoi complici di uccidere e, quindi, è scappato con
loro-M a che altro poteva fare? Doveva mettersi da solo contro i M angiamorte?- chiese incredulo Harry.
-Bene, io ho finito, signor Potter. Può andare-Come posso andare? Non mi ha nemmeno ascoltato!Scrimgeour batté quel suo martelletto, fulminando Harry con lo sguardo, come a ricordargli i loro
accordi.
-Può andare, signor Potter, grazie- rimarcò l’avvocato ed Harry fu fatto uscire.
Era infuriato e, al contempo, faticava a trattenere le lacrime.
-Cosa è successo, Potter?- gli chiese la M cGranitt.
-Non mi ha nemmeno lasciato parlare! Quell’avvocato ha distorto le mie parole!-E’ un avvocato, cosa si aspettava?-E il contro interrogatorio?-
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-Quello avverrà solo dopo che saranno stati ascoltati tutti i testimoni. Ora si calmi. Torniamo a
scuola, ci faranno sapere quando ci sarà la prossima sedutaHarry rientrò al castello arrabbiato e quasi venne alle mani con Zabini, che gli intimava di
mantenere il sangue freddo.
Di buono c’era che, ormai, aveva capito come funzionava il Desiderio: era un incantesimo dotato di
una certa intelligenza: se il desiderio espresso era netto, tipo “voglio un succo di zucca” o “voglio
andare in camera”, non c’era nessun problema, ma se il mago cominciava a desiderare cose più
complicate come “voglio che A si salvi dall’attacco di B”, le cose si complicavano: l’incantesimo
poteva decidere di spostare nello spazio A oppure di uccidere B perché costituiva un pericolo per A.
Incantesimi come “voglio ringiovanire di dieci anni” erano assurdi perché, pur funzionando,
richiedevano al mago un impiego di energia che lo faceva invecchiare istantaneamente dello stesso
numero di anni.
Inoltre l’incantesimo si rifiutava di esaudire desideri che creavano paradossi, quindi, se la giuria
avesse decretato che Draco era colpevole, non sarebbe bastato che desiderasse lo giudicassero
innocente, a meno che non chiedesse alla sfera di cambiare il loro giudizio a livello “mentale” ed
Harry non era sicuro di saperlo fare.
Quindi, aveva capito che avrebbe dovuto esprimere il desiderio in modo semplice, preciso e
verosimile.
All’inizio gli esercizi con i Serpeverde gli erano sembrati assurdi: gli dicevano di esprimere il
desiderio di una determinata cosa e poi correggevano la forma come se sbagliasse la pronuncia di
un incantesimo.
Harry si era ritrovato, a tavola, a non chiedere più il succo di zucca, ma la “caraffa” con il succo di
zucca, quasi temesse gli si materializzasse in testa del succo senza contenitore.
Hermione era affascinata e sbalordita ed aveva insistentemente chiesto di poter prendere parte ai
loro incontri, ma i Serpeverde erano stati irremovibili nel rifiutarla, inoltre si erano arrabbiati con
Harry per aver rivelato la cosa ad altri.
Ron guardava e taceva. Dentro di sé sentiva che Harry si stava allontanando forse di più di quanto
era stato lontano nei mesi in cui non si parlavano più e, benché gli dispiacesse, non poteva negare
un certo sollievo, pensando che ormai non erano più Hermione e lui le persone più vicine ad Harry
e quindi le prime nella lista dei bersagli di Voldemort. Non si trattava di egoismo: fosse stato per
lui, avrebbe lottato a fianco di Harry per sempre, ma non voleva che succedesse qualcosa ad
Hermione. Non sapeva bene quando la sua ragazza fosse diventata più importante del suo migliore
amico, forse, come diceva Bill, significava che era diventato abbastanza grande per pensare alla sua
di famiglia.
Inoltre, al di la della preoccupazione per come sarebbero andate le cose, Ron era contento per
Harry: Ginny non si era rivelata l’amore della sua vita ed Harry aveva diritto a qualcuno da amare e
da cui essere amato.
Era il ventitré di maggio quando Harry fu richiamato in aula per il controinterrogatorio.
L’avvocato dell’accusa sorrideva come se avesse già vinto e Draco sembrava non avere la forza
neppure per alzare il viso.
Harry aveva l’impressione che, indipendentemente dal risultato, Draco volesse solo che finisse.
-Signor Potter, le ricordo che è ancora sotto giuramentoHarry annuì.
-La volta scorsa ci ha raccontato come l’imputato abbia descritto al preside della vostra scuola come
avesse fatto a mantenere i contatti con i M angiamorte e come fosse riuscito a farli entrare nel
castello. Disse anche che il professor Silente lo elogiò...-Si, è così-Lei come descriverebbe il signor M alfoy nell’ambito scolastico? Uno studente modello? Un
compagno esemplare?-Bhe... a scuola è sempre andato bene...-
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-M a il suo atteggiamento verso gli altri studenti è sempre stato... violento, autoritario, di
superiorità... oppure andava d’accordo con gli studenti delle altre case?Harry si bloccò a bocca aperta: non voleva dire che Draco era sempre stato uno stronzo con tutti.
-Usava soprannomi offensivi verso alcuno studenti? M agari quelli di origine Babbana?- incalzò il
mago.
-Ecco...- Harry guardò Draco che aveva alzato un po’ la testa e lo guardava con gli occhi spenti e le
occhiaie scure.
L’avvocato di Draco gli parlava concitatamente all’orecchio e dopo qualche minuto e dopo che
l’avvocato dell’accusa l’ebbe invitato a rispondere, si alzò, guardando il M inistro. Aveva una faccia
rugosa ed occhietti neri e scintillanti. La bocca era appena una linea tratteggiata.
Draco mimò qualcosa che sembrava uno “scusa” con le labbra mentre l’avvocato della difesa diceva
-Obbiezione, vostro onore! Il teste non è valido: il signor Potter intrattiene da mesi una relazione
con il signor M alfoy!Harry sentì contemporaneamente il suo cuore piombargli nello stomaco ed il sangue abbandonargli
il viso, un brusio sempre più forte sollevarsi dai presenti e i flash delle macchine fotografiche
scattare mentre Scrimgeour richiamava all’ordine col suo martelletto.
-M a i giornalisti non dovevano restare fuori?- chiese Harry, ma nessuno gli rispose.
Continua
* Processo: non sapendo assolutamente nulla di giurisprudenza, né tanto meno di come si svolge un
processo in Inghilterra e ancor meno come sarebbe un processo dei maghi inglesi, mi sono
liberamente ispirata alla miriade di film americani...^^
Cap. 19
-Obbiezione accolta- rispose seccamente Scrimgeour, per nulla contento che la notizia trapelasse.
Gli Auror avevano sbattuto fuori i giornalisti che erano riusciti ad infiltrarsi, ma non era stata una
mossa intelligente: appena usciti, la notizia si sparse ai quattro venti: il Bambino sopravvissuto era
gay ed aveva una relazione con il giovane M angiamorte M alfoy.
L’avvocato dell’accusa si era ritirato con un “Non ho altre domande, a lei il teste” e l’omino che
difendeva Draco si avvicinò ad Harry.
-Così lei ha una relazione con il mio clienteHarry annuì.
-La definirebbe una relazione sentimentale o... sessuale?Harry si sentì arrossire, non sapeva cosa rispondere. -Credo...-Lei “crede”, signor Potter?-Io..-Lei ha rapporti sessuali col mio cliente da mesi e non sa di che genere di relazione si tratti?-Io amo DracoCon la coda dell’occhio Harry vide Narcissa M alfoy alzarsi e lasciare l’aula.
Draco sussultò sulla sedia, fissandolo con sguardo smarrito.
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“Non gliel’ho mai detto veramente” pensò Harry, rammaricandosi.
-Oh, lei lo ama. Però mi risulta che odi suo padre e che sia colpa sua se ora Lord M alfoy è rinchiuso
ad Azkaban. Sbaglio forse?-No, ma...-Quindi lei odia il padre dell’imputato e, al momento della sua dichiarazione, non aveva ancora
rivalutato Draco M alfoy, lo riteneva un... “prolungamento” di Lucius.
Lei ha interpretato i fatti in base al suo odio verso il nome “M alfoy”...-Obbiezione, vostro onore!- intervenne l’avvocato dell’accusa. -L’avvocato sta cercando di
insinuare che il teste prima non era obiettivo a causa dell’odio, ma allora si può asserire che ora il
teste non è obiettivo a causa dell’amore!Harry guardò Draco che annuì impercettibilmente, con un sorriso tenero e felice che lo fece
sciogliere e ancora più forte gli fece sentire il desiderio di stringerlo.
-Obiezione accolta- dichiarò Scrimgeour.
-Se mi permette, vostro onore, vorrei dimostrare che, mentre in precedenza il signor Potter, come
dice il mio stimato collega, non era obiettivo a causa dell’odio, ora non ha cambiato parere sul mio
assistito a causa dell’amore nei suoi confronti, perché non ne è innamorato-Vostr’onore, il signor Potter ha dichiarato pochi minuti fa di essere innamorato di M alfoy!- ribatté
infastidito l’avvocato dell’accusa.
-Si, certo, l’ha detto. M a io ritengo che l’abbia fatto solo perché preso alla sprovvista. Non è così
signor Potter?Harry guardò l’avvocato e poi Draco e poi di nuovo l’avvocato. Era sicuro che quell’ometto fosse
uscito da Serpeverde e sicuramente era stato il più gran bastardo del suo anno. Draco gli aveva fatto
un cenno con gli occhi, ma non aveva mosso la testa, forse si era accorto che lo tenevano d’occhio
ed Harry non era sicuro di aver inteso la sua volontà. Voleva che dicesse che non lo amava?
-E’ così?- lo incalzò l’avvocato con voce morbida.
-SiDi nuovo si sollevò del brusio, ma subito tornò il silenzio.
-Quindi, se ho capito bene, lei ha rapporti sessuali col signor M alfoy, ma non lo ama. Tuttavia lo
stima come persona...-SiHarry vide chiaramente l’avvocato dell’accusa fare un gesto poco gentile con le braccia e
Scrimgeour lo richiamò ricordandogli di non essere alla finale del campionato mondiale di
quidditch, ma in un’aula di tribunale.
La seduta fu tolta ed aggiornata al pomeriggio del giorno seguente.
All’uscita del M inistero Harry fu bombardato di flash e di domande dai giornalisti che lo seguirono
arrivando quasi a cercherà di toccare con lui la passaporta.
Da testimone principale dell’accusa, La M cGranitt disse ad Harry che era diventato un testimone
della difesa.
Harry non capì come fosse successo, ma ne fu contento.
Almeno fino a che non incontrò Zabini e la Parkinson.
La ragazza gli gridò addosso che era uno stupido e Zabini lo mandò al diavolo.
-M a non ti rendi nemmeno conto di quello che fai?- lo apostrofò il Serpeverde. -Ora sei un
testimone della difesa! Potrebbero anche decidere di perquisirti la prossima volta che entri! Non lo
faranno solo per la tua fama! Comunque la reputazione di Draco è rovinata!-Ora l’Oscuro saprà di voi e anche tutte le persone che contano! Draco è un M alfoy!- gemette la
Parkinson con le ciglia umide come se avesse pianto fino a pochi minuti prima. -L’alta società può
perdonargli di essere un M angiamorte, un assassino e forse lo perdonerebbe persino se fosse un
ladro, ma non gli perdonerà mai di essere gay!Harry ammutolì, spiazzato dall’inversione di valori. Gli pareva che quelle persone che andavano a
scuola con lui venissero da un altro mondo.
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-Domani sarà su tutti i giornali!- gemette ancora la ragazza. -Il nome dei M alfoy è rovinato! Draco
sarà l’ultimo della sua famiglia!- cominciò a singhiozzare e Zabini la abbracciò, portandola via. Fatti forza, Pansy. La plebaglia non può capire queste coseHarry si sentì vagamente offeso dall’essere stato definito “plebaglia”, ma più di tutto voleva buttarsi
sul suo letto e dormire e parlare con Ron e mangiare e non c’era un ordine preciso per fare tutte
queste cose.
-M i dispiace dirtelo, Harry, ma stavolta la Parkinson e Zabini hanno ragione- gli disse Ron,
quando Harry ebbe finito di raccontare la sua giornata.
-Essere gay è peggio che essere un M angiamorte o un assassino?- chiese Harry incredulo.
Il rosso sospirò. -I Weasley sono purosangue, giusto?-Non cominciare con le domande retoriche, Ron! M i sembri un avvocato!Ron sorrise. -I Weasley sono purosangue, ma non hanno un becco di quattrino. Ciò nonostante
abbiamo un nome che è storicamente importante. Ora, se uno di noi uccidesse qualcuno, potrebbe
dire di averlo fatto per difendere il suo nome e tutta la comunità magica lo capirebbe perché si tratta
di onore. Se invece ci mettessimo a rubare, fosse anche per mangiare, disonoreremmo il nostro
nome e quindi tutti i maghi d’InghilterraHarry non pareva molto convinto, Hermione invece, benché con le sopracciglia corrucciate. dava
segno di aver compreso la questione.
-Allora è meglio morire di fame?- chiese Harry.
-Si. M eglio di tutto sarebbe non ridursi alla fame, ma nel caso, è giusto morire con onore. Nel caso
di M alfoy, è gay. I M alfoy sono un casato antico, di origine francese*, il nome viene tramandato dal
primo figlio maschio, se Draco avesse un fratello sarebbe un Black, ma è figlio unico e ora nessuna
ragazza di buona famiglia e purosangue vorrà sposarlo. Il casato è praticamente finito-E’ ridicolo!- sbuffò Harry, chiedendosi se non avesse male interpretato i gesti di Draco. Forse ora il
ragazzo lo stava maledicendo per averlo rovinato... una volta di più.
-E’ ridicolo, ma è così- rispose Ron, facendo spallucce.
Come temuto, la mattina seguente non c’era mago in Inghilterra, abbonato ad una qual si
voglia rivista o giornale o a nulla, che non sapesse, per letto o per sentito dire che Harry Potter e
Draco M alfoy erano omosessuali.
Le facce dei Serpeverde la dicevano lunga sul trattamento che avrebbero riservato ad Harry se solo
avessero potuto averlo nelle loro mani per cinque minuti.
Nott in particolare, sfuggendo alla presa di Zabini, arrivò al tavolo di Grifondoro con la sua copia
del Profeta in mano. La lanciò contro Harry e gli sputò in faccia.
Harry strinse i pugni, obbligandosi a non reagire, ma alcuni suoi compagni saltarono in piedi, pronti
ad attaccar briga.
La preside e Lumacorno, fortunatamente, intervennero in tempo e Nott venne sospeso per una
settimana.
Harry non riuscì a finire di mangiare. Lasciò la Sala Grande ed attese in solitudine il momento di
andare al M inistero.
Quando fu con la preside, le chiese di sospendere la punizione di Nott, che avrebbe potuto
compromettere l’esito dei suoi M .A.G.O.
Narcissa M alfoy non era in aula, quel giorno.
Harry vide Draco cercarla con lo sguardo e sorridere a lui come a dirgli che non aveva importanza.
Per evitare di nuovo la folla dei giornalisti, avevano avuto il permesso di materializzarsi all’interno
dell’edificio governativo, ma Harry sentiva le voci dei più tenaci rappresentanti della stampa che
tentavano di fare irruzione, benché gli Auror li tenessero a bada.
Harry sapeva che erano stati sentiti altri testimoni, ma, alla fine, non gli era stato concesso di restare
in aula fino a quel giorno. Ormai era il primo di giugno. M ancavano quattro giorni al compleanno di
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Draco, ma, a quel punto, aveva detto Hermione, la giuria non poteva essere sostituita, salvo
infrazioni alla legge da parte dei giurati.
Harry era sicuro che il merito andasse in buona parte alla M cGranitt e le rivolse uno sguardo carico
d’affetto, che la donna finse di non vedere.
All’ingresso del M inistro e del suo seguito, tutti si alzarono in piedi, quindi prese la parola
l’avvocato dell’accusa, per la sua arringa finale.
-Signore e signori della giuria- attaccò l’uomo. Harry lo osservò attentamente: era poco più basso di
lui, con la pancia prominente ed i capelli neri che cominciavano ad ingrigire. Sollevava il viso come
se volesse stirare il doppio mento e, quando parlava, stringeva continuamente la radice del naso, che
era largo e quasi piatto.
-Abbiamo ascoltato i testimoni; il responsabile della sua Casa, Serpeverde, ci ha detto che ragazzo
brillante sia l’imputato, tutti noi conosciamo il nome M alfoy, tuttavia...la signorina Bell ci ha
raccontato le sofferenze patite a causa di questo ottimo elemento della società! Altri ex-allievi ci
hanno descritto i suoi modi a scuola... Un ottimo elemento che nascondeva un segreto tale per cui la
sua stessa famiglia ha preferito non essere in aula oggi. Questo ragazzo che ha trascinato con sé nel
fango il bambino-sopravvissuto, su cui tutti noi contavamo per sconfiggere voi-sapete-chi...Harry sentì prudere le mani.
-Questo individuo, a soli sedici anni, ha preso volontariamente e consapevolmente il M archio Nero!
Giurando fedeltà a Lord....I presenti trattennero il fiato per la paura.
-A voi-sapete-chi- l’avvocato sorrise compiaciuto. -Draco M alfoy sapeva quello che faceva! Lo
sapeva perché cresciuto da un padre M angiamorte oggi rinchiuso ad Azkaban! E lo ha fatto perché
crede negli ideali dei M angiamorte! Ha fatto entrare degli assassini nella scuola che lui stesso
frequentava! Nel luogo ‘sicuro’ dove mandiamo i nostri figli! Ha messo in pericolo quasi trecento
ragazzi e bambini! Lui ha causato la morte del nostro stimato professor Silente! Lui è colpevole! E
per tanto ‘voi’ dovete condannarlo!Harry deglutì a fatica, sentendo le gambe farsi deboli. -Non ce la farà- gemette con un filo di voce.
La M cGranitt, accanto a lui, gli prese la mano e la strinse prima di lasciarla, come per incoraggiarlo.
Finalmente toccò all’avvocato di Draco.
L’uomo, più piccolo e molto più magro del collega, si tolse gli occhiali e li pulì con calma con un
fazzoletto bianco, prima di infilarli sul naso.
Harry credette che il cuore gli scoppiasse in quei secondi: come poteva essere così calmo?!
-Signore e signori, tutto quello che il mio collega ha detto è assolutamente veroHarry quasi gridò.
-Draco M alfoy è sicuramente un ragazzo intelligente, viene da una famiglia conosciuta, nel male e
nel bene. E’ un ragazzo di sedici anni, cresciuto da un padre M angiamorte che è stato rinchiuso ad
Azkaban perché il mondo rigetta i suoi ideali malati e corrotti! Tutto quello che gli hanno insegnato
essere giusto gli è crollato addosso!- L’avvocato puntò i suoi occhietti acuti sui giurati, uno ad uno,
con sguardo severo. -La sua guida è scomparsa all’improvvisoL’avvocato sopirò sonoramente. -So padre in prigione e sua madre che non si mostra in aula per
sostenerlo... con quali valori è cresciuto questo povero ragazzo? Non credete che sia... ‘spaventato’?
Così spaventato che, quando il padrone di suo padre gli ordina di prendere il posto di Lucius,
minacciando di morte la madre, lui accetta. Lo fa perché dal padre ha imparato che chi non
ubbidisce al Lord Oscuro finisce male e ora che suo padre è in prigione lui non vuole perdere sua
madre che è la sua sola famiglia!
-A scuola, sicuramente non è stato gentile con i suoi compagni, del resto, così ha imparato a casa
sua: tutti sono inferiori ai M alfoy! Ha usato epiteti poco carini come... ‘mezzosangue’.... ma, non
sarà gentile, ma è ‘onesto’! Una persona nata da due genitori di razza diversa come sono i maghi ed
i babbani ha preso metà sangue da ognuno dei genitori! Si può dire lo stesso per i maghi nati
babbani!
Non sarà gentile o carino, ma è il germe di una onestà grezza, da plasmare!
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Una onestà che lo ha spinto a seguire il cuore, legandosi ad Harry Potter! Il bambino sopravvissuto!
Chi meglio di lui incarna il bene che sconfigge il male?!
Chi meglio di lui poteva diventare una guida?! Un’ancora di salvezza?!
Chi, se non l’eroe che per un quarto è babbano! Cresciuto tra babbani che non conoscono le nostre
leggi! Draco M alfoy ha trascinato con sé nel fango Harry Potter?! No, signore e signori! Harry
Potter ha coinvolto un ragazzo bisognoso di punti di riferimento nella sua nefanda lussuria!
Draco M alfoy ha agito per disperazione, paura e amore!
-Draco M alfoy ha già perso il suo nome in questo processo, signore e signori. Non toglietegli la
libertà chiudendolo ad Azkaban perché chi avrebbe dovuto guidarlo l’ha fatto male o non l’ha fatto
per nulla!L’avvocato tornò accanto a Draco e Scrimgeour si schiarì la voce, quasi avesse bisogno di
riprendersi.
-Allora, signori giurati, riflettete e votate secondo coscienza. La sentenza sarà data tra cinque giorni,
alle undici. Ci sarà una sola votazione, che avverrà tramite il conteggio di sere bianche e nere.
Ognuno di voi disporrà di due palline. Se deciderete di votare con la pallina bianca, riterrete
l’imputato non colpevole, viceversa, votando con quella nera, lo condannerete ad Azkaban. La
seduta è toltaHarry rimase seduto a lungo, poi, sentendosi chiamare dalla preside la guardò smarrito. -Qui si è
processata la mia omosessualità!La M cGranitt sollevò le sopracciglia ed annuì.
-Cioè... è come se avesse detto che Draco è un M angiamorte perché io sono gay e la colpa di tutto è
mia?!-Su, signor Potter, non è proprio così.... -M a...-L’avvocato del signor M alfoy era un Serpeverde ed è l’avvocato più temuto d’Inghilterra. Non ha
mai perso una causa e credo sia questo l’importante, adesso, no?- scrutò Harry, che ancora non
sembrava aver colto le sue parole. -Lei vuole il signor M alfoy fuori, non è vero?-Certo!-Allora lasci fare al suo avvocatoHarry annuì e, ancora confuso, mise la mano sulla passaporta che lo riportò ad Hogwards.
Continua
*L’origine francese della famiglia M alfoy è rivelata dalla Rowling che fa risalire il nome alla parola
che significa “malafede”.
Cap. 20
A peggiorare lo stato confusionale di Harry, arrivarono i sorrisi di Zabini e della Parkinson.
-M a non capisci, Potter? E’ fantastico!- esclamò la ragazza.
-M a cosa?- chiese Harry, che, dopo aver raccontato per filo e per segno ogni cosa, non capiva il
motivo della loro contentezza.
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-La votazione, Potter!Harry lo guardò ancora senza capire.
-Il Desiderio!- aggiunse la Parkinson. -Non potrai sbagliare! Ti basterà desiderare che ogni pallina
nel sacchetto sia bianca ad eccezione di una! Nessun giurato potrà dire che la votazione non è
valida!Harry cominciò a capire. -Perché nessuno saprà cosa hanno votato gli altri...-Esatto!- esultò la Parkinson.
Harry, sfinito, ma contento si lasciò cadere su una sedia. -Credo che questa notte riuscirò a dormire-Inoltre- aggiunse Zabini -La votazione avrà luogo il sei giugno, quindi Draco sarà maggiorenne e
non dovrà passare un solo giorno sotto la tutela di qualcuno!Harry sorrise e, davvero, quella notte riuscì a dormire.
Il giorno della sentenza, Harry prese il Desiderio e, molto nervoso, raggiunse l’ufficio della
preside. Insieme andarono al M inistero ed Harry si irrigidì, continuando a ripetersi che non doveva
assolutamente farlo.
Cominciò a sudare, nonostante sentisse freddo e si impose di non guardare in modo circospetto ogni
Auror che incontravano.
-Si calmi, Potter- Gli bisbigliò la M cGranitt e, per un attimo, Harry si chiese se la strega “sapesse”.
In fondo, Silente sembrava sapere sempre tutto. Possibile che fosse retaggio del preside di
Hogwards? O forse aveva solo percepito la sua tensione e pensava che fosse preoccupato per la
sentenza.
M entre pensava e percorreva la strada senza guardarla, conoscendola ormai a memoria, arrivarono
all’aula.
Harry infilò le mani in tasca, stringendo il Desiderio e liberando la mente, invasa dalla paura.
Arrivarono i membri del Wizengamot e Draco ed il suo avvocato.
Scrimgeour chiese ai giurati se avessero votato ed un loro portavoce rispose di si. Teneva in mano
un sacchetto nero.
Percy Weasley si avvicinò al giurato e prese in custodia il sacchetto.
Harry espresse il desiderio con tutta la forza che aveva, serrando gli occhi e pregando.
Percy aprì i cordoni del sacchetto e, davanti a tutti cominciò ad estrasse le palline una ad una.
-Bianca!- annunciò la prima.
-Bianca!- ripeté un attimo dopo.
Una ragazza dall’aria severa annotava su una pergamena.
-Nera!Ci fu un brusio lungo quanto un respiro e poi tornò il silenzio.
-Bianca!Il brusio tornò di nuovo e scomparve.
-Bianca!- la conta delle palline bianche andò avanti per un po’.
Harry credeva che il suo cuore sarebbe esploso prima della fine. Quante maledette biglie c’erano in
quello stramaledetto sacchetto?!
Quando Persy annunciò la fine ed il numero delle bianche era decisamente superiore alle nere, le
voci si alzarono di nuovo, ma Scrimgeour batté il suo martelletto.
-La giuria ha votato: l’imputato Draco M alfoy è prosciolto da ogni accusa. La seduta è tolta!L’avvocato di Draco gli strinse la mano. I bracciali si erano già aperti e Draco si alzò in piedi,
muovendo alcuni piccoli passi.
Harry non riusciva a muoversi.
Lady M alfoy non si era presentata, non poteva abbracciar suo figlio pubblicamente.
La M cGranitt si alzò e gli diede un colpetto sulla spalla. -Si muova, Potter! Vada da lui!- la strega
sembrava compiaciuta, le labbra atteggiate in un sorriso mal celato.
Harry raggiunse Draco, ma non aveva il coraggio di abbracciarlo.
Erano passati tre mesi.
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-Harry- Draco camminò lentamente fino a lui.
Si guardarono per qualche istante, avevano entrambi gli occhi pieni di lacrime.
-M i dispiace...- Draco gli buttò le braccia al collo, lasciandosi scappare un singhiozzo e
nascondendo il viso contro il suo collo.
-Di cosa ti dispiace?- Harry sentì a malapena la propria voce.
-Ho fatto ricadere la colpa su di te... ho rovinato la tua immagine pubblica...Harry sorrise, stringendolo.
M alfoy produsse un basso gemito, quasi delle fusa. Adorava essere stretto da Harry. Gli era
mancato tanto.
-Credi che me ne importi?! Tu piuttosto...Draco socchiuse le labbra in una specie di sorriso, senza sollevare gli angoli della bocca e lo guardò
intensamente.
-Dobbiamo tornare a scuola, adesso- li chiamò la preside, interrompendo il loro momento.
Harry sostenne Draco per tutto il tempo. Sembrava debole e stanco.
La preside li condusse in una stanza vicina alla Sala Grande.
Narcissa M alfoy, Zabini e la Parkinson aspettavano lì.
-Draco!Draco si buttò tra le braccia di sua madre, che lo abbracciò e lo baciò teneramente, con le lacrime
agli occhi.
Anche i Serpeverde erano commossi ed aspettavano che la madre lo lasciasse per poterlo
abbracciare a loro volta.
Harry si ritrasse, tornando alla torre di Grifondoro. Aveva fatto il suo dovere, Draco era libero ed al
sicuro. L’Ordine della Fenice avrebbe protetto madre e figlio e ora lui poteva dormire davvero e
recuperare tutte le notti insonni e la tensione accumulata in quei mesi.
Aveva promesso che avrebbe lasciato Draco... un singhiozzo gli sfuggì contro il cuscino e poi
cominciò a piangere.
Ron entrò piano, chiamandolo a bassa voce, ma sentendo i suoi singhiozzi si avvicinò senza
esitazioni.
Hermione era con lui e chiuse la porta del dormitorio.
-Harry... cosa c’è?- Ron gli si sedette accanto, accarezzandogli i capelli.
Harry scosse la testa e si alzò a sedere. Si asciugò le lacrime col dorso della mano e sorrise ai suoi
amici.
Ormai tirava aria da esami. Harry aveva saltato la colazione ed il pranzo. Sicuramente in
Sala Grande tutti stavano bisbigliando di Draco e lui e di come il Serpeverde avesse evitato la
prigione. Probabilmente Draco si sentiva solo... o forse, come aveva detto la Parkinson, finalmente
si sarebbe ricongiunto col ragazzo che amava veramente. Se era così, lui preferiva starne fuori.
Si era seduto di fronte alla tomba di Silente, guardando il marmo bianco come se il suo amato
preside potesse impartirgli ancora qualche insegnamento.
L’aria era tiepida, presto sarebbe stata estate. Doveva decidere cosa fare della sua vita, dopo la
scuola. Dubitava seriamente che sarebbe stato ammesso alla scuola per Auror, dopo tutti i casini che
aveva fatto. Certo, per un po’ sarebbe stato l’uomo di Scrimgeour... ammesso che il M inistro lo
volesse ancora, adesso che era l’icona dei maghi omosessuali di mezzo mondo.
-Che fai?Harry sussultò sentendo la voce di M alfoy alle sue spalle. -Ciao. Non ti avevo sentito- si giustificò.
Il Serpeverde si sedette accanto a lui, guardando la tomba bianca e restando in silenzio per qualche
minuto.
-Cosa farai, adesso?- gli chiese poi.
-Non lo so. E tu?M alfoy fece spallucce. -Non riesco a pensare a cosa farò tra un mese. E’ già abbastanza difficile
pensare a domani, adesso-
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Harry annuì comprensivo e passarono altri minuti.
-Blaise e Pansy mi hanno raccontato... siete stati forti!-Già- Harry sorrise brevemente. -Non sono male i tuoi amici-Lo so- sorrise Draco, con una punta di orgoglio.
-Sai cosa pensavo, quando ero in quella cella?- riprese M alfoy.
-Cosa?-Pensavo che, quando sarei uscito... - si inumidì le labbra con la punta della lingua e sospirò. -...
avremmo fatto sesso fino a non poterne più- gli sorrise con una certa sofferenza ed Harry deglutì a
vuoto.
-Perché non sei venuto da me, ieri notte? Ti ho aspettato-Draco...-La M cGranitt mi ha lasciato la mia stanza, dice che è più sicuro. Ho tanta voglia di dormire,
Harry... sono così stanco che credo potrei dormire per una anno intero, ma ho paura- si interruppe
guardando il cielo e strizzando gli occhi a causa della luce.
-Ho paura di svegliarmi e scoprire che era un sogno, che in realtà mi hanno chiuso ad Azkaban e
che tu non ci sei. Non voglio dormire da soloHarry strinse le labbra e strappò qualche filo d’erba.
-In aula hai detto di amarmi...Harry sentì il cuore partire a più non posso. -E’... è vero. Ti amo, Draco-Allora perché sei ancora lì impalato, invece di baciarmi e stringermi forte... tu mi sei mancato da
morire... ma forse, tu, in questi mesi... hai...-No!- Harry si girò a guardarlo per la prima volta. -M i sei mancato-Non me lo dimostri...Harry tornò a guardare davanti a sé. Sentiva un groppo in gola. -La Parkinson mi ha detto che la
storia che avevi prima... era importante..Draco piegò la testa di lato, confuso.
-M i ha fatto promettere che non ti sarei stato addosso, una volta libero, per darti il tempo di capire
con chi vuoi stareDraco rise piano e scosse la testa.
Harry tornò a fissarlo, incredulo. -Cosa c’è da ridere? Non mi avrebbero aiutato se non glielo avessi
promesso!-Credi davvero?Harry ammutolì.
-M i volevano fuori quanto te, Harry. Avresti potuto dirgli che mi volevi aiutare per uccidermi con le
tue mani e loro ti avrebbero dato il Desiderio ugualmente e si sarebbero occupati di te dopo- sorrise
della sua ingenuità con quegli occhi chiari come l’acqua ed Harry riuscì a sorridere a sua volta.
-Serpeverde!- sbuffò, alzando gli occhi al cielo.
-Ancora non mi abbracci?Harry allungò una mano ad accarezzargli il viso e Draco gli fece le fusa, baciandogli il palmo ad
occhi chiusi. -Ho iniziato nel modo sbagliato con te... voglio anch’io che tu sia sicuro-Sono sicuro, Harry -M a l’altro ragazzo...-Non c’e nessun altro, Harry. Solo tu. E’ solo te che amo-M a la Parkinson... e Nott-Sono un Legillimens, Harry -Cosa? Che c’entra adesso?-Non so chi fosse: captavo i suoi pensieri su di meHarry aggrottò le sopracciglia. -Cosa?-Ero disperato e mi sono aggrappato a quest’idea: c’era un ragazzo, a scuola, che doveva avere del
debole per me... volevo trovarlo e ricambiare il suo affetto perché era l’unico che vedeva qualcosa
di buono in me...-
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-Cosa pensava? Voglio dire... che... che razza di pensieri faceva su di te?Draco sorrise dolcemente, come si sorride ai ricordi che ci sono cari e distolse lo sguardo da Harry,
arrossendo vagamente. -Non posso dirtelo-Perché non puoi?- si scaldò subito Harry.
-Perché sono cose... personali!Harry si mise in ginocchio, pronto a scattare. -Stai dicendo che c’è qualcuno in questa scuola che fa
pensieri sconci su di te?!Draco rise di cuore. -Geloso?-M a io lo schianto! Voglio sapere chi è! Nessuno tranne me può pensare a te in modo meno che
casto!Draco ghignò e si alzò in piedi, cominciando ad incamminarsi verso il castello.
-Vuoi dire, Potter, che tu fai pensieri sconci su di me?- chiese allusivo, alzando un sopracciglio e
continuando a ghignare.
-Certo! Ne faccio un sacco! Dove pensi di scappare?- si mise in piedi per raggiungerlo, ma Draco
allungò il passo.- Vieni qui M alfoy!-E che cosa pensi?- gli chiese per stuzzicarlo un altro po’.
Harry scattò in avanti, raggiungendolo ed agguantandolo strettamente.
-Penso che ho voglia di mettere in pratica tutte le mie fantasie su di te- gli soffiò ad un millimetro
dalle sue labbra.
-Allora, ti ricordo che la mia camera è disponibile- colmò la distanza praticamente inesistente tra le
loro labbra e lo baciò appassionatamente, stringendolo.
-Devo dirti una cosa- ansimò Harry dopo il bacio.
-Cosa?-Ho fatto pace con Ron ed HermioneDraco lo guardò un momento e poi sorrise. -Credo che la Granger ed io potremmo diventare dei
terribili alleati se tu Weasley...-Non succederà mai, te lo giuro!- lo interruppe Harry, senza farlo finire. -E’ solo te che voglio!-Bene, Potter... perché ho tre mesi di sesso con te in arretrato e non intendo dividerti con nessuno!Harry gli sorrise beffardo. -M a non eri tanto stanco da poter dormire un anno intero?-Dormiremo, Harry! E faremo l’amore e mangeremo e rideremo e litigheremo e faremo tutto...- Un
singhiozzo lo interruppe ed Harry vide le lacrime colmargli gli occhi.
-Si. Abbiamo tutta la vita davanti per fare tutto!- Lo strinse e lo baciò e sentì che anche dai suoi
occhi scivolavano lacrime. Lacrime di gioia e di sollievo, si disse.
Lacrime in cui si riflettevano per la prima volta gli occhi limpidi come acque marine che aveva
tanto sognato.
Fine
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