il giro del mondo, o quasi, con lingua madre

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il giro del mondo, o quasi, con lingua madre
IL GIRO DEL MONDO, O QUASI, CON LINGUA MADRE
Comunicato n.72 - 11 maggio 2007
Cina, Russia, Canada, India, Isole Mauritius, Nuova Zelanda, Libano, Cile, Nigeria... alla
Fiera del Libro è stato quasi un giro del mondo oggi.
Al mattino, una solare Wei Wei presentata da Paola Mastrocola ha parlato di medicina e
linguaggio, di erbe mediche e proverbi cinesi: “Le buone medicine sono amare, così come
le buone parole sono dure da ascoltare”. L’autrice del romanzo La ragazza che leggeva il
francese ha raccontato al suo pubblico dell’infanzia trascorsa nel periodo della rivoluzione
culturale in Cina, del sogno di diventare medico e del caso che l’ha portata a vivere prima
in Francia e poi in Inghilterra. “Per me la lingua cinese è una lingua che ho ereditato dai
genitori, l’inglese l’ho imparato dai libri per bambini, il francese è la lingua che ho sposato”
è la sua testimonianza sulle contaminazioni linguistiche a partire dalla lingua madre.
Dall’Oriente il viaggio è proseguito con la presenza in Fiera di una delle figure più
importanti del panorama letterario russo contemporaneo, Michail Shishkin, presentato da
Alessandro Barbero. L’autore ha parlato di lingua e letteratura ponendo al centro lo
scrittore e il suo lavoro: “Non esiste una letteratura russa così come non esiste una
letteratura italiana, esiste lo scrittore che risponde per sé”. Marilyn Dumont, nipote del
leader storico per la rivendicazione dei diritti dei nativi del Canada Gabriel Dumont, ha
presentato i suoi componimenti poetici e lasciato un’aura di nostalgia per le dichiarazioni
sullo stato di cattiva salute della lingua madre degli aborigeni: “C’è un senso di perdita per
me collegato alle madri lingue, perché i popoli aborigeni sono stati espropriati dalle loro
terre d’origine”. Un Oliver Twist all’indiana è il personaggio proposto da Anosh Irani nel
suo delicato romanzo Il bambino con i petali in tasca, dove viene descritta una Bombay
sotterranea, povera, ma molto colorita e profondamente amata dall’autore indiano
trapiantato in Canada, ancora molto legato al “luogo dove tutti sono cantastorie” e all’aria
irrespirabile della città, dove “ci sono così tante cose che non vuoi respirare”.
È contro una cultura da cartolina che la dolcezza di Natacha Appanah diventa graffiante,
quando, riferendosi all’ambiente francese in cui si è trasferita da Mauritius, denuncia
l’esistenza di una “francofonia orientale” e di una “francofonia intelligente”. Secondo
l’autrice mauriziana gli scrittori di lingua francese sono considerati in modo differente
secondo l’area geografica dalla quale provengono: un cinese o un russo diventa dunque
un francofono raffinato, un africano un autore che scrive in modo “esotico”.
Grande suggestione per il viaggio ideale in Nuova Zelanda offerto da Witi Ihimaera, che
ha dato inizio all’incontro con un ringraziamento sotto forma di poesia cantata. Alla
presenza dell’Ambasciatore della Nuova Zelanda S.E. Julie McKenzie è stato trasmesso il
videoclip del film La ragazza delle balene tratto dal suo romanzo La balena e la bambina.
A conferma del ruolo di Lingua Madre quale importante occasione di scambio culturale la
presenza, tra il pubblico, del poeta cheyenne Lance Henson. In serata, al Caffè letterario,
con Alexandre Najjar si è parlato di Libano attraverso il suo libro La scuola della guerra e
dell’importanza della cultura come fattore imprescindibile per la vitalità di un Paese.
La melanconia dei canti cileni con il gruppo Quilapayun ha riempito l’Arena Piemonte,
gremitissima nella pausa musicale che ha preceduto l’ultima tappa della giornata, la
Nigeria di Biyi Bandele. Nudo al mercato è il romanzo che tratteggia l’ironico, irriverente e
caotico ritratto della sua terra: “La Nigeria che descrivo in questo libro era un vero e
proprio incubo...la mia reazione è stata quella di utilizzare un linguaggio fantastico per
reagire a questa situazione”.
Fiera del Libro, 11 maggio 2007