Incubo Sharapova Sogno Italia
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Incubo Sharapova Sogno Italia
Il passacorde non è un dettaglio Il ruolo fondamentale dei grommets nelle prestazioni della racchetta LA RIVISTA Anno XII - n.9 - 9 marzo 2016 Pag.24 Sogno Italia Incubo Sharapova Battuta la Svizzera, tra noi e le semifinali di Davis c’è solo l’Argentina. In casa... L’atleta più pagata del mondo positiva all’anti-doping. Crolla un mito. E un impero... Pag.6 e 8 Il futuro dei tornei sarà eco-sostenibile? Un protocollo per certificare che non si spreca e si ricicla Pag.8 Pag.4 GLI CONTENUTI GLIALTRI ALTRI CONTENUTI Forza ragazze Pag.3 - Terza pagina: intervista a Il sapore della Sugarpova Pag.3 - Batch Point: saremo Francesca Schiavone Pag. 6 Focus: Di Wu, il n.1 di tutti Federer Pag.10 - Focus: Il primo tie-break da Davis Cina Pag. 10 I numeri della settimana Pag.14 Tennis Pag. 12 - Hall of Fame: Bud Collins Pag. 14 - I numeri in tv Pag. 16 - IBI2016: la tv copertina 17 della settimana Pag.16 -disegna Tennis in Pag. 17Pag. - Giovani: Circuitobalzo Fit-Tpra Pag.Piccinetti 18 - Personal coach: inper campo non doppio di Lisa Pag.18 - Corsi dirigenti vediPag.19 solo con gli occhicoach: Pag.20 - La regola del gioco: palla FIT - Personal insegnare è comunicare persa o -rotta? Va sostituita Pag.22 La regola del gioco:così se laPag.24 palla si rompe... Pag.26 prima pagina Il sapore della Sugarpova di Enzo Anderloni A ltro che Sugarpova! La caramella che Maria Sharapova ha dovuto assaggiare l’altro ieri a Los Angeles era quella al gusto-vomito famosa tra gli amici di Harry Potter. Le parole che doveva dire ai giornalisti avevano un sapore disgustoso, perché Maria non poteva non sapere che avrebbero distrutto in un istante la sua immagine di campionessa, la più bella, la più pagata del mondo anche se non la più vincente. E sapeva di sicuro che questo suo prevenire con una conferenza stampa le decisioni ufficiali in merito alla sua positività a questo farmaco di produzione lettone, il Meldonium (che grazie a lei diventerà famosissimo), non rallenterà più di tanto il fuggi fuggi generale dalla sua immagine, dal suo mito, dal suo alone di fascino. Anzi, visto che simpaticissima e calorosissima non è mai stata, pagherà un conto di popolarità molto salato. In quanto Sua Altezza Maria Sharapova cadrà decisamente dall’alto. Dunque si farà male. Non si tratta ora di solidarizzare con i problemi di una multimilionaria che si è fatta aiutare nei suoi trionfi dalla chimica. E che tra l’altro lo ha fatto sempre, visto che ha dichiarato di usare il farmaco da anni. È infatti solo un fatto formale (l’inserimento del Meldonium tra le sostanze proibite solo a partire dal 1° gennaio 2016), a non far cancellare anni di carriera in un secondo, a non farla diventare una sorta di Lance Armstrong in gonnella e con racchetta. Il suo caso si evolverà di giorno in giorno: sapremo i termini della pena che le sarà inflitta, il numero e l’entità degli sponsor che la abbandoneranno, se e quando potrà tornare a giocare, a essere Maria Sharapova. Perché, va ricordato, quella con la racchetta è l’unica vita che può conoscere una come lei, che non ha fatto altro che picchia- 3 re una palla di feltro e caucciù sin da quando era piccola. Non è il caso di solidarizzare ma di guardare a questo caso-bomba, su tutte le prime pagine del mondo, con un minimo di onestà intellettuale. Chi sbaglia deve pagare, su questo non si discute. Ma che cosa sta facendo il sistema per “prevenire”, oltre e prima che “punire”? Il fatto che questo Meldonium sia stato lecito fino all’altroieri è la conferma di quanto, anni orsono, al tempo dei più eclatanti casi di doping sportivo nel ciclismo e nello sci di fondo, ci aveva esternato davanti a un drink un medico molto addentro di una delle discipline più coinvolte: il doping è sempre un passo avanti rispetto all’antidoping. E aveva cinicamente aggiunto: “Io liberalizzerei tutto. Avremmo i primi morti. Forse allora tutti comincerebbero a capire davvero che non ne vale la pena”. La vita non ha prezzo. O forse i 29,5 milioni di dollari che Forbes ha attribuito a Masha solo nel 2015 varrebbero la pena di correre il rischio? Di perdere la vita, la faccia, o tutte e due? Questa è la vera domanda cui tutti siamo chiamati a dare una risposta chiara. Perché tutto il resto è solo conseguenza. E materiale per gustose prime pagine. il caso La caduta dell’impero Maria Sharapova non è solo una tennista. Ha alle spalle un marchio e un nome che vale milioni, tra pubblicità, business e sponsor. Ora l’annuncio della positività a una sostanza dopante quali scenari apre? di Andrea Nizzero - foto Getty Images M aria Sharapova non è solo un nome, non è solo un’atleta, non è solo una donna. È una multinazionale, nel senso letterale del termine. Un’azienda che nello sport è leader mondiale da ben 11 anni: da tanto dura il dominio di Maria nella classifica di Forbes delle sportive più pagate al mondo. Non c’è nuotatrice, golfista, pilota, sciatrice, Serena Williams che tenga: dal 2005, lei e Max Eisenbud - il suo agente IMG fanno gara di testa. Secondo la rivista specializzata nel solo 2015, anno in cui ha vinto solo due tornei e guadagnato 3 milioni di dollari in montepremi, in totale ha portato a casa 29,5 milioni di dollari. Se la stima è affidabile, significa che circa il 90% per cento delle sue entrate vengono da contratti e attività esterne al campo da tennis. Quella che conoscevamo Non solo Sharapova: i 6 del Meldonium Maria Sharapova non è l’unica atleta fermata dall’antidoping dal primo gennaio. Molte le discipline coinvolte e sei i fermati. Si passa dal ciclismo all’atletica leggera. Olga Abramova e Artem Tyschenko (Biathlon), Eduard Vorganov (ciclismo), Abeba Aregawi e Endeshaw Nergesse (atletica leggera), Ekaterina Bobrova (pattinaggio su ghiaccio). 4 “Devi dedicare una parte della tua giornata, ogni giorno, ad imparare e costruire te stessa come sportiva e come imprenditrice. In entrambi i campi, spesso mi piace guardarmi attorno e vedere cosa non si sta facendo, invece di ciò che tutti stanno già facendo”: questa è una frase della Maria Sharapova che conosciamo, che abbiamo conosciuto fino al 7 marzo 2016. Poco più che bambina, è finita sulle televisioni e copertine di tutto il mondo nel luglio del 2004, quando aveva 17 anni. Fin da subito, fin da quello storico Wimbledon, è diventata il volto e il corpo più richiesto dal marketing mondiale. Da allora l’abbiamo vista crescere come tennista, come persona, come donna, come imprenditrice di se stessa e come marchio. Ha gestito domanda e offerta, con il sapiente aiuto del già citato Eisenbud e della già citata IMG, con un’abilità incredibile: le sue due carriere, quella sportiva e quella commerciale, sono fiorite rimanendo su due binari diversi, senza scontrarsi praticamente mai. Secondo Eisenbud, “Maria ha un dottorato di ricerca in marketing sportivo, senza nemmeno essere andata al college”. il caso Il marchio Sugarpova Dal 2012, iniziando con un investimento di 500.000 dollari, si è buttata nel mercato delle caramelle gommose. Ha studiato tutto: produzione, marchio, marketing, confezioni. A tre anni di distanza, Sugarpova è un marchio che nei dodici mesi vende più di 5 milioni di confezioni, a circa 5 dollari al pezzo, in 30 nazioni diverse. Ed era in programma per quest’anno il lancio delle Sugarpova di cioccolato: oltre un anno di ricerca per trovare il produttore giusto, un investimento sconosciuto ma sicuramente importante, 20 milioni di dollari di fatturato come obiettivo. A posteriori viene da sorridere amaro, pensando che il rischio di diabete è una delle giustificazioni portate per l’assunzione della sostanza che rischia di rovinarle la carriera. successo, la sua visibilità. È la sanzione non ufficiale, quella che non si conta in mesi di squalifica. È la reazione di un mondo che si regge sul denaro e che ti regge finché procuri denaro: non esiste presunzione d’innocenza, non esiste giusto processo, non esiste contraddittorio. Sei colpevole nel preciso momento in cui ti rendi portatrice d’incertezza: se Nike, Tag Heuer, Porsche, non sono certi di ottenere un ritorno mettendo la tua faccia sui loro prodotti, sei fuori. Proprio i tre appena citati sono i marchi che, per primi e in ordine cronologico, si sono distanziati più o meno nettamente dalla russa dopo l’ammissione di lunedì. Bisognerà aspettare per vedere le ripercussioni sulle altre attività commerciali e imprenditoriali di Maria. Con circa 200 milioni di dollari di entrate nel corso di dodici anni di carriera, i soldi non diventeranno probabilmente mai un problema. Il problema sono le cose che non si possono comprare, quelle che ti ronzano in testa mentre fissi una moquette discretamente orribile in un hotel di downtown Los Angeles. Ecco il farmaco prodotto soltanto in Lettonia Il Meldonium è un farmaco, prodotto da un’azienda lettone, che si utilizza per la cura dei problemi legati al diabete, principalmente per la prevenzione di infarti. Dal primo gennaio, a seguito dei risultati di un anno di studi e test, è stato inserito tra le sostanze vietate poiché è classificato tra gli ormoni e i modulatori metabolici. Motivo: l’utilizzo da parte degli atleti con l’intento di aumentare le prestazioni in quanto aiuta a migliorare la resistenza, ad accelerare i tempi di recupero, ad attivare la risposta del sistema nervoso centrale e a superare meglio lo stress. Oltretutto ha natura “coprente”, idonea cioè a nascondere sostanze proibite. Prodotto in Lettonia (è stato Ivars Kalvins negli anni Settanta a scoprire la molecola) dalla casa farmaceutica Grindeks ed abitualmente usato nelle Repubbliche dell’ex Unione Sovietica, nasce come farmaco anti-ischemico per combattere l’angina e l’infarto del miocardio. Negli Stati Uniti, dove vive la Sharapova, la Food and Drug Administration non ha dato l’ok per la sua assunzione per uso clinico. (t.t.) Una lista lunga così Il resto dell’impero Sharapova si regge sugli endorsement. In passato Prince, Canon, Motorola, Colgate-Palmolive, Cole Haan, Land Rover, Pepsi, Sony; fino a ieri Nike, Porsche, American Express, l’acqua Evian, Head, il gigante della cosmesi Avon, gli orologi Tag Heuer: sono solo alcuni dei marchi che nel corso degli anni hanno utilizzato il suo volto di donna bianca, bella e bionda per incrementare il loro volume d’affari. Già, bianca: è quasi superfluo dire che in questo mondo, non essere nera è ancora un vantaggio. A Serena Williams non è bastato collezionare Slam come fossero noccioline e batterla 18 volte di fila sul campo: sulle pagine di Forbes, ha sempre vinto Maria. Almeno fino al fatidico 7 marzo. Tutto cambierà Da questa data, tutto rischia di cambiare: lei, il suo atteggiamento, il suo Squalifica in arrivo: Masha saluta l’Olimpiade? E’ quello all’immagine pulita della 28enne siberiana, forse la più famosa atleta di sempre ad essere “pizzicata”: comunque vada il processo con il Tribunale Indipendente ITF (ed eventuale appello al TAS di Losanna) resterà una macchia indelebile. Adesso rischia tanto Maria, a cominciare dalla squalifica. Secondo Craig Reedie, dal 2013 presidente WADA, l’Agenzia mondiale per il doping, per questa tipologia di positività la sanzione è solitamente di 12 mesi. Il che impedirebbe alla Sharapova di partecipare ai Giochi Olimpici di Rio de Janeiro. Casi recenti tuttavia - anche se riguardanti sostanze proibite diverse - potrebbero ipotizzare per Masha scenari più favorevoli: nel 2013 al croato Marin Cilic, “autosospesosi”, furono inflitti 9 mesi di squalifica poi ridotti a 4 dal TAS; la ceca Barbora Strycova, sempre nel 2013, fu fermata per 6 mesi. Bisognerà attendere l’esito dell’indagine. Ad ogni modo la Sharapova ha rinunciato al diritto alle contro-analisi e ha offerto piena collaborazione. La tempistica della violazione farebbe propendere per la buona fede, anche perché Masha tiene tantissimo all’Olimpiade: non però la circostanza che l’atleta, che peraltro si è assunta ogni responsabilità (“Il corpo è il mio, sono responsabile io per ciò che assumo”, ha sottolineato nel corso della conferenza stampa di lunedì), è seguita da un team che non è ipotizzabile possa commettere simili ‘leggerezze’. (Tiziana Tricarico) 5 coppa davis E allora... tango! 5-0 alla Svizzera e già la testa vola alla sfida contro l’Argentina. Che si gioca a casa nostra a metà luglio. Tante le certezze dopo il weekend di Pesaro. E la straordinaria maratona di Lorenzi con Chiudinelli Il capitano azzurro Corrado Barazzutti abbraccia Andreas Seppi dopo il suo 2° punto, quello conquistato ai danni di Henri Laaksonen da Pesaro, Gianluca Strocchi A. Costantini foto S ventolio di bandiere tricolori e cori da stadio. Per la terza volta negli ultimi quattro anni l’Italia raggiunge i quarti di finale di Coppa Davis. Anche senza un uomo squadra come Fabio Fognini (messo fuori causa dalla lesione agli addominali, ma accanto ai compagni all’Adriatic Arena), gli azzurri non lasciano scampo alla Svizzera, orfana delle stelle Roger Federer e Stan Wawrinka, e volano ai quarti di finale contro l’Argentina. Vittoria secondo pronostico però il 5-0 maturato nel fine settimana pesarese ribadisce una volta di più lo spessore di un team che raramente tradisce soprattutto davanti ai propri tifosi (6° successo casalingo di fila). Il record di Lorenzi Paolo Lorenzi, in particolare, ha ripagato in pieno la fiducia concessagli da 6 coppa davis capitan Corrado Barazzutti. Consapevole che si trattava di una chance da sfruttare fino in fondo, il 34enne nato a Roma, ma ormai senese a tutti gli effetti, ha aperto e chiuso con la propria firma il confronto. Ma se quello colto contro il debuttante Antoine Bellier (670 Atp) è stato poco più di un allenamento, il punto nella partita di apertura venerdì è stato invece la chiave dell’intera tre giorni. Verrebbe voglia di dire che Lorenzi ha fatto... il Fognini, in un singolare che resterà impresso nella memoria. Intanto per un record: il tie-break più lungo della storia nel World Group (16-14), superando il 15-13 del match Rafter-Rikl in Australia-Repubblica Ceca, primo turno 1997. E poi per quel susseguirsi di emozioni e pathos, che spesso solo la Davis sa regalare: da due set a zero sopra, l’azzurro si è visto rimontare dall’avversario, capace di issarsi fino al 5-2 nel 5° set. Il colpo del Capitano Lì è stato determinante anche Barazzutti: “Se molli proprio adesso ti strozzo, rimani attaccato alla partita fino all’ultimo punto e continua a combattere, non è ancora finita”, le parole rivolte al suo giocatore. Paolino lo ha fatto, piazzando cinque game consecutivi (e annullando 3 match point di fila sul 4-5) in un finale thrilling, fino al tripudio dopo 4 ore e 43’. Quasi a dare ragione nei fatti allo striscione esposto in tribuna: “Esempio di umiltà e abnegazione, Paolo Lorenzi vero campione”. “Eroico”, l’ha poi definito il Ct dell’ItalDavis, mentre il protagonista non ha avuto dubbi nel catalogarla come “la vittoria più bella della mia carriera, la realizzazione di uno di quei sogni che si fanno da ragazzi”. E adesso l’Argentina Gli altri mattoncini alla causa tricolore li hanno messi Andreas Seppi, in grado di regolare in 4 set Henri Laaksonen, per poi chiudere i conti sabato al fianco di Simone Bolelli (l’Italtennis ha trovato un altro duo affidabile), non concedendo alcuna opportunità alla coppia elvetica. E anche Marco Cecchinato ha bagnato il suo esordio in Davis con un convincente successo a risultato acquisito. Tutto ciò mentre da Danzica arrivava la notizia auspicata: l’Argentina si è imposta in casa dei polacchi e quindi sarà l’avversaria degli azzurri nei quarti, a metà luglio. “Vincendo in Polonia su una superficie molto rapida hanno dimostrato di essere una squadra completa, solida. Comunque due anni fa li abbiamo battuti a Mar del Plata - sottolinea capitan Barazzutti guardando avanti -. Del Potro? Non sappiamo se ci sarà… Ma noi dobbiamo pensare a presentarci nelle migliori condizioni. Faremo di tutto per andare avanti: sulla terra rossa siamo tra le prime tre, quattro nazioni al mondo. I ragazzi tengono tantissimo alla Davis e alla maglia azzurra”. Da Pesaro a... Pesaro Una sfida che si giocherà probabilmente ancora a Pesaro, come anticipato dal presidente federale Angelo Binaghi, sulla terra rossa del Tennis Club Baratoff. Nella speranza che la città adriatica, dopo il 4-1 alla Spagna del 1997 e questo 5-0 alla Svizzera, porti ancora bene e finisca di nuovo con sventolio di bandiere e cori. 7 Il primo olè Davis di Cecchinato Tutti i risultati del week-end di Coppa Davis a Pesaro, tra cui ha trovato spazio anche il primo successo con la maglia azzurra del siciliano Marco Cecchinato. Ecco il dettaglio del 5-0 azzurro sulla Svizzera. P. Lorenzi b. M. Chiudinelli 7-6(14) 6-3 4-6 5-7 7-5. A. Seppi b. H. Laaksonen 7-5 7-6(4) 3-6 6-3 S. Bolelli A. Seppi b. M. Chiudinelli. H. Laaksonen 6-3 6-1 6-3. M. Cecchinato b. A. Bossel 6-3 7-5. P. Lorenzi b. A. Bellier 6-3 6-2. coppa davis Nole allo spasimo Altro che Insalatiera snobbata o da riformare. Giocano e lottano fino allo stremo anche i più forti. N. 1 del mondo compreso: Novak Djokovic salva la sua Serbia. E Murray trascina ancora gli inglesi di Andrea Nizzero - foto Getty Images T utti i top player hanno dato tutto. A partire dal n.1. Novak Djokovic ha tenuto in piedi le speranze della sua Serbia con un match di quasi cinque ore. Durata e tensione sono però gli unici elementi in comune con l’impresa del suo rivale Andy: ad affrontare il numero 1 del mondo non c’era un Top 10 finalista Slam ma Mikhail Kukushkin, n.90 Atp, e lo spettacolo tennistico non è stato dei migliori, ma il pathos ha sopperito a ciò che è mancato in qualità. Viktor Troicki ha poi vinto il punto decisivo per completare l’opera, sconfiggere i tignosi kazaki e avere la chance di invitare i britannici in Serbia. I campioni in carica e quelli del 2010 si affronteranno a pochi giorni dall’inizio dell’Olimpiade di Rio: per la Coppa Davis, sempre in cerca di conferme sul proprio valore, la presenza delle due star sarà una cartina al tornasole importante. Ma per tappare la bocca agli ostinati detrattori della competizione, basta ciò che i primi due giocatori del mondo hanno messo in campo a Birmingham e Belgrado. weekend, a pochi giorni dalla nascita di sua figlia Sophia, il numero 2 del mondo era di nuovo in campo a lottare per la Union Jack. Questa volta contro il Giappone. E il suo match contro Kei Nishikori, terminato dopo quattro ore e 54 minuti di tennis estenuante e a tratti entusiasmante, è stato il migliore spot che la competizione potesse regalarsi. Andy non giocava dalla finale degli Australian Open, e domenica a Birmingham si è visto: nel terzo e quarto set le gambe l’hanno abbandonato. Ma dopo essersi trovato sotto di un break anche nel quinto, ha deciso che il suo primo appuntamento da padre non sarebbe terminato con una sconfitta. La classe di Andy si è vista, come di consueto, anche di fronte ai microfoni: “Per Kim è la prima giornata della Mamma (che in Gran Bretagna cadeva domenica, ndr), quindi cercherò di tornare in tempo per il bagnetto e per metterla a letto... La bimba, non Kim!”, ha detto il neo papà alla Bbc. Impeccabile Murray Sono passati poco più di tre mesi da quando Andy Murray ha regalato alla Gran Bretagna la Coppa Davis più insperata della loro storia. Questo 8 coppa davis Coric su, Zverev giù Per i due teenager più forti del tennis mondiale, il weekend si è concluso in modo diametralmente opposto. Borna Coric ha portato la sua Croazia ai quarti di finale, battendo in tre set il belga Kimmer Coppejans e rimediando al clamoroso doppio fallo con cui Marin Cilic aveva regalato il quarto punto a David Goffin e ai padroni di casa. A 400 chilometri da Liegi, ad Hannover, la Germania ha ceduto alla Repubblica Ceca nonostante il ritiro di Tomas Berdych. Sul 2-2, chiamato allo stesso compito di Coric, il 18enne Alexander Zverev è crollato (6-2 6-3 6-1) sotto il peso della pressione e dei colpi di Lukas Rosol. Recentemente Sascha aveva già dimostrato qualche problema di gestione delle emozioni, quando aveva insultato l’arbitro Manuel Messina durante un match a Montpellier. Ma, a 19 anni ancora da compiere (classe 1997), ha tutto il tempo per imparare. DownUnder sottosopra Di tutti i primi turni Davis disputati questo weekend, quello di Kooyong è stato il più movimentato. Il degno preludio è stata la notizia della superficie di gioco errata, frutto di una dimenticanza collettiva di Stati Uniti, Australia e ITF: doveva essere il cemento in base agli accordi del 1999, ultimo precedente, invece si è giocato su erba. Ma fin qui, nessun problema. Peccato che gli Stati Uniti si siano trovati di fronte non una squadra, ma una sorta di famiglia allargata con qualche panno sporco da lavare. Prima la singolare decisione di capitan Lleyton Hewitt di de-ritirarsi e sostituire Sam Groth per il doppio di sabato, perso contro i Bryan. Poi, durante la pesante sconfitta di Bernard Tomic che ha fermato il punteggio sul 3-1 per gli ospiti, l’ennesimo casus belli di una federazione che non conosce pace: a un cambio campo, sotto contro John Isner, Tomic si lascia andare alla frustrazione e dice a Hewitt: “Nick se ne sta comodo a Canberra. È ammalato? St***ate. È la seconda volta che lo fa”. Il riferimento, ovviamente a portata di microfoni, è a Kyrgios che ha saltato lo spareggio per un un virus. Il 20enne aveva già saltato il primo turno dello scorso anno, ed ecco spiegata anche la seconda parte della recriminazione di Bernie. Con Hewitt seduto al suo fianco, ha poi rincarato la dose in conferenza stampa: “Se giocherà a Indian Wells avrà perso un po’ del mio rispetto”. E dal divano di Canberra, Nick ha risposto con una raffica di tweet: “Non dimentichiamoci chi detiene il record Atp per la sconfitta più rapida, haha”, (poi cancellato), seguito da un più diplomatico: “È il calore del momento, non la prendo sul personale. A Indian Wells manca una settimana, parecchio tempo”, per poi chiudere con un maligno: “Non aspettarti di vedermi presto al tuo fianco”. Con un giornalista, colpevole di aver riportato questa faida su twitter, il giovane Nick è stato ancora meno carino: “Ben Rothenberg potrebbe essere il peggior giornalista esistente. Stattene buono amico”, nella traduzione edulcorata, prima di dirgli che assomiglia a una ‘nocciolina’. Chi rimpiangeva i ruggenti anni ‘70 e ‘80, delle rivalità crude e sincere, può gioire. Chi non gioisce, probabilmente, è Hewitt: accettando il ruolo di capitano di Davis, ha detto addio a ogni speranza di tranquillità post-ritiro. E Baghdatis in Davis non perde da 13 anni Sono passati 13 anni dall’ultima volta che Marcos Baghdatis ha perso un singolare in Coppa Davis. Era il 2003 e fu sconfitto da Irakli Labadze, georgiano. La scorsa settimana a Tallinn, vincendo quattro partite su quattro in un meeting valido per la serie C della competizione, è arrivato a 36 vittorie consecutive. Gli và fatta la tara, vista la qualità degli avversari affrontati, ma è un record assoluto sottratto ad un nome d’eccezione: Cipro può vantarsi di un giocatore capace di superare Bjorn Borg e le sue 33 vittorie consecutive per la Svezia. Noah e i timori reverenziali Il ritorno dell’uomo più amato di Francia sulla panchina di Davis è stato un tranquillo 3-0 ai danni di un Canada privo di Milos Raonic. Lo spareggio si è per di più disputato ai Caraibi, nella Guadalupa francese, e c’è da capire il campione del Roland Garros ‘82 quando dice: “Sono arrivato stressato, me ne vado felice”. Ma prima delle vittorie, del sole e del mare, Noah ha voluto tornare su un argomento che gli fa ancora venire i nervi. In un’intervista a Le Monde uscita prima del weekend, con la consueta mancanza di peli sulla lingua, è tornato sulla finale con la Svizzera di due anni fa: “Durante l’incontro ho chiamato i commentatori e gli ho detto ‘Basta con questi amichevoli “Roger” e “Stan”, siete la televisione francese, questi tizi sono il nemico’. Stan è ‘Wawrinka’, con il suo completo orribile e la sua faccia. E Roger è un super-campione, rispetto, ma che c***o!”. Batch - point Saremo tutti Federer Come probabilmente sapete già, a coloro che fra qualche giorno compreranno il nuovo smartphone Galaxy S7, la Samsung regalerà uno di quegli occhialoni tipo maschera subacquea che, abbinati al telefonino, permettono di immergersi nei numerosi mondi virtuali disponibili su Google Play e di vivere le più singolari esperienze sensoriali senza abbandonare il divano di casa. La realtà virtuale sembra soltanto un giocattolone di ultima generazione. Credibile, sfizioso, mozzafiato, ovviamente costoso. Ma, a dispetto degli oscuri scenari sociali da tempo preconizzati dalla fantascienza, pur sempre un giocattolone o poco più. Eppure... Eppure a me sembra inevitabile che fra qualche anno (probabilmente pochi) gli occhialoni, nel frattempo diventati occhialini, soppianteranno la tv e ci trasporteranno non più soltanto nelle realtà virtuali della fiction ma anche dentro le realtà reali dello sport, trasformandoci da spettatori in protagonisti (per interposta persona) dell’evento. Il tennis è sicuramente una delle discipline più adatte a questo tipo di fruizione. Pensate che incredibile figata sarebbe poter giocare in diretta la finale di Wimbledon condividendo da casa propria, grazie alla tecnologia, l’esperienza di uno dei protagonisti (o magari di tutti e due, cambiando “canale” durante la partita). Bene, sappiate che c’è già chi sta lavorando perché ciò diventi davvero possibile, e lo diventi presto. Poi, chiaro, bisognerà coinvolgere i Federer e i Djokovic del futuro. Non sarà né facile né economico. Però succederà, vedrete. L’unico vero problema, forse, sarà quello di trovare il modo di farci smettere... Batch 10 focus Il primo tie-break e tre ciambelle Per la prima volta nella storia dell’Insalatiera dopo il cambio di regolamento ben due match si sono risolti così al quinto set. E il figlio di Gomez ha messo a segno un super cappotto. di Alessandro Nizegorodcew Getty Images foto T alenti in erba, futuri Top 10, figli d’arte, grandi rimonte e ‘triple bagel’. Negli angoli più remoti del globo, tra tifo infuocato e infinite battaglie sportive, le sfide delle serie inferiori di Coppa Davis hanno regalato la stessa magia del World Group. Tra nazioni in rampa di lancio e nobili decadute, sono scesi in campo tennisti del calibro di Dominic Thiem, Marcos Baghdatis, Hyeon Chung, Joao Sousa e Ricardas Berankis, per un totale di 9 Top 100 e 4 Top 50. Il tie-break al quinto - Il 1° turno di Coppa Davis 2016 ha sancito l’introduzione ufficiale del tie-break nel set decisivo. Nei match di World Group tale evenienza non si è verificata, ma nelle sfide Portogallo-Austria (Gruppo 1) e Lituania-Norvegia (Gruppo 2) si è vissuta per la prima volta l’emozione del “jeu décisif” al 5° set. A Guimaraes, al Pavilhao Vitoria Sport Clube, ci ha pensato Dominic Thiem a rimettere in piedi un incontro, quello contro i lusitani, che si era messo malissimo dopo la vittoria di Joao Sousa contro Gerald Melzer. E per farlo l’astro nascente del tennis austriaco ha dovuto ricorrere al tie-break finale contro Gastao Elias (n.121 Atp), chiudendo l’incontro con il punteggio complessivo di 3-6 7-5 6-3 1-6 7-6(6). Thiem è stato mattatore del weekend di Davis, recuperando due set di svantaggio in doppio insieme al veterano Alexander Peya e annichilendo Joao Sousa in tre set nella giornata di domenica. Nel frattempo, nella regione lituana della Samogizia, un giovanissimo norvegese stava combattendo punto su punto con l’idolo di casa Laurynas Grigelis. Il suo nome è Viktor Durasovic, classifica 511 Atp, nato a Trondheim il 19 marzo 1997. Il talento scandinavo hafinito per imporsi per 7-5 3-6 6-4 4-6 7-6(2). E poco importa se la Lituania alla fine ha Dominc Thiem, primo vincitore per 7-6 al 5° sul portoghese Gastao Elias conquistato la sfida grazie a un super Ricardas Berankis, perché Durasovic ha dimostrato di avere gioco, fisico e testa per diventare un giocatore vero. Tra eroi per caso - Ogni weekend di Coppa Davis, a qualsiasi livello, regala storie inimitabili, sfide al cardiopalma e… triple bagel. L’ecuadoriano Emilio Gomez, figlio del campione del Roland Garros 1990 Andrès, ha rifilato un sonoro 6-0 6-0 6-0 al malcapitato Adam Hornby, rappresentante delle Barbados e facente parte del team del Dalton State College, università della Georgia. Gomez, 24 anni compiuti a novembre, sta cercando di rientrare nella Top 300 dopo aver raggiunto il numero 215 Atp nel luglio 2014 e un bel successo in Davis è sempre un buon viatico. Alzi la mano chi ha mai visto all’opera l’ungherese Peter Nagy, classe ‘92 e n.612 Atp. Forse un carriera junior di livello alle spalle? Nemmeno per sogno, anzi, all’apparenza sembra si tratti di un Signor Nessuno. È banale e lapalissiano sottolineare come la Davis sia una competizione a sé, che è solita cancellare differenze anche abissali di classifica: esattamente quanto accaduto a Buda12 pest, nella vittoria 3-2 dei padroni di casa contro Israele. Il primo singolare lo ha portato a casa proprio Nagy, che è riuscito nell’impresa di superare il Top 100 Dudi Sela per 6-1 al quinto set, mandando in visibilio il pubblico dell’Heroes’ Square Stadium. L’impresa danese - La Danimarca invece si è presentata in Georgia, per una sfida di Gruppo 2, senza grandi speranze. A guidare la pattuglia scandinava, con due giocatori senza ranking e il diciottenne Christian Sigsgaard in rosa, è stato il doppista Fredrik Nielsen, abile a portare a casa un singolare e il doppio. Ma la vera grande sorpresa è giunta da Sigsgaard, che nella sua giovane carriera non ha ancora vinto un match a livello Futures. Nel primo singolare di venerdì, contro Nikoloz Basilashvili, n.118 Atp, il danese ha conquistato la vittoria della vita grazie al punteggio di 6-7 6-1 6-4 6-4 e la Danimarca ha trionfato per 5-0 a Tbilisi. Lontano dalla luce dei riflettori, dalla Samogizia alla Georgia, passando per Portoviejo e lo Zimbabwe, la Coppa Davis racconta meravigliose storie di uomini, ancor prima che sportivi. I GIOCATORI PROFESSIONISTI DEL TEAM BABOLAT POSSONO GIOCARE CON UN MODELLO PERSONALIZZATO O DIVERSO DA QUELLO PRESENTATO. * SALVO IN GIAPPONE. ) Rafa Nadal (SPAAY Aero PL re Pu t la bo Ba t Racchetta Corde RPM Blas A) (SPA) al (SP Nadal Raf Rafaa Nad Drivee proDriv Aeropro PLAYYAero olatPLA Bab Babolat FB.COM/BABOLAT ng string Blasttstri RPMBlas et//RPM rack racket @BABOLAT BABOLAT – RACCHETTE, SCARPE*, BORSE ED ACCESSORI UFFICIALI DEL TORNEO DI WIMBLEDON BABOLAT – RACCHETTE, CORDE, PALLE, BORSE ED ACCESSORI UFFICIALI DEL ROLAND GARROS hall of fame Ciao Bud, amico scriba Se n’è andato l’Americano Bud Collins, uno dei più grandi giornalisti di tennis al mondo. Il miglior tributo è questo articolo di Gianni Clerici, cui era molto legato, gli ha dedicato su La Repubblica. di Gianni Clerici - foto Getty Images È morto il mio amico Bud Collins, dopo una lunghissima malattia, durante la quale ha percorso il sentiero della notorietà, che tocca, in America, a chi è entrato nella ristretta cerchia della Hall of Fame di Newport. Nell’ultima foto, tragicamente postata su Facebook, Bud appare disteso sul letto della sua casa di Boston, e uno dei suoi nipotini lo guarda, dopo avergli offerto una palla e una racchetta, che il moribondo tiene tra le mani, non sono sacrilego, come una croce. Fu proprio la racchetta il simbolo che ci avvicinò, la prima volta che lo vidi di persona, dopo averlo letto da quando imparai l’inglese, sul Boston Globe. Ci incontrammo nel 1968, a Bournemouth, in occasione del primo torneo Open della storia. Oltre ai colleghi inglesi, c’erano soltanto un americano, una francese dell’Equipe, e io. Bud si sorprese che, da un paese quale l’Italia, fosse stato inviato un giornalista, o scribe, come diceva lui. Era stato sì, in Europa, al seguito di avvenimenti pugilistici o di basket, ma aveva un’idea superata dell’Italia, legata all’immigrazione in Usa, alla mafia, al fascismo. Per la sua naturale, vivissima simpatia, lo invitai allora nella casa dove mi ero da poco spostato, sul lago di Como. La sua risposta fu tipica di chi non conosceva l’Italia. “Dovrei venire con la mia ragazza, una columnist del Boston Globe, Gambalunga. Non siamo sposati. Cosa penserà tua moglie?”. Rimase, con Gambalunga, una settimana, nella quale gli mostrai San Abbondio comasco e il Cenacolo e gli feci conoscere Gianni Brera e Mario Soldati. Un poco sconvolto da personaggi che paragonò a Hemingway e Faulkner, lo divenne ancora di più quando lo invitai a seguirmi, per un match di Coppa Davis, a Cagliari. Non sapeva dove fosse, non conosceva la Sardegna. Fu lì, che in una serata vivamente allietata dal vermentino, mi accadde di arrampicarmi sui pennoni che reggevano un telone propagandistico del Msi, il Movimento Sociale Italiano, il neo fascismo di allora. Aiutato da Bud e da Sergio Tacchini, strappammo il telone, e il giorno seguente ci facemmo con- Bud Collins, nato il 17 giugno 1929, con le sorelle Williams. È l’autore di Tennis Encyclopedia, il libro tennistico più letto al mondo (sotto). È anche nella Hall of Fame di Newport fezionare due paia di pantaloni, che Bud iniziò a indossare durante la sua notissima trasmissione Fragole con Panna, una cronaca televisiva molto creativa delle giornate di Wimbledon, che lo portò ad una notorietà mondiale. Non soltanto grazie alla reciproca amicizia, Bud modificò la iniziale visione dell’Italia, e prese a definire gli Internazionali romani “Il Quinto Slam”. Giunse addiritttua a simpatizzare con il pubblico, per me spesso scorretto, del Foro Italico, e fu capace di una definizione che indispettì più di un collega britannico: “Gli inglesi hanno forse inventato il tennis, ma gli italiani lo hanno umanizzato”. Il suo affetto per l’Italia e la stima per Nicola Pietrangeli, lo spinsero ad essere l’unico cronista americano presente alla nostra vittoria in Coppa Davis, a Santiago, nel 1976, e non cessò mai di indossare la cravatta che offrì ai giocatori azzurri, in cattivi rapporti con una Federazione indegna di loro. Il suo amore per l’Italia trovò addirittura modo di manifestarsi alla prima di un grande film di Olmi, l’Albero degli Zoccoli, che vedremmo al Festival di Locarno, alla fine del quale prese a gridare entusiasta, col suo vivo accento bostoniano: “Io sono italiano, io sono anche lombardo”. Ottimo tennista, capace di vincere, mi pare con la King, i campionati indoor Usa di doppio misto, Bud arrivò felicemente ai libri, e la sua Tennis Encyclopedia è il libro più letto al mondo del nostro sport preferito, insieme al 14 mio 500 Anni. Né vanno dimenticate le due straordinarie biografie di Rod Laver e di Evonne Goolagong. E, infine, My Life with the Pros, che sostituì un libro che Bud mi propose più volte di scrivere insieme, visitando i campioni del passato, e che non realizzammo causa la mia pigrizia. Al nome di Bud Collins la Federazione Usa ha dedicato la sala stampa di Flushing Meadows, mentre non posso far di più che dedicargli la stanza della mia casa a vita, sul lago di Como, dove riteneva “di scrivere meglio”. È stato un onore, caro Bud. da La Repubblica del 6 marzo 2016 Scelta dalla Federazione Italiana Tennis $GHULVFLDOSURJHWWR 12 7HQQLVWD ',6$%,/(" HDYUDLO LQQRYDWLYD$GYDQWDJH LQSURYDPHVL 0ROWLFLUFROLO KDQQRIDWWR Lab 3.11 s.a.s. via Riva 22, 14021 - Buttigliera d’Asti (AT) tel.: 011 9921410 - fax: 011 99211759 [email protected] - www.lab311.it i numeri della settimana Il tie-break più lungo I primi 25 del ranking Atp di Giorgio Spalluto - foto Getty Images 30 i punti giocati nel tie-break vinto per 16-14 da Paolo Lorenzi (nella foto) su Marco Chiudinelli nel 1° set della prima sfida tra Italia e Svizzera. Si tratta del tie-break più lungo nella storia del World Group di Davis. Il precedente record era rappresentato dal 15-13 inflitto da Patrick Rafter a David Rikl nel 1997. 253 la velocità record, in Km/h, di uno dei 49 ace scagliati da John Isner nel match vinto in 4 set su Bernard Tomic. Il precedente primato fatto registrare in tornei del circuito maggiore, apparteneva a Ivo Karlovic, che nel 2011 servì a 251 km/h. 27 le vittorie al 5° set in carriera di Novak Djokovic, il tennista in attività a vantare il maggior numero di successi sulla lunghissima distanza. Dal 2010 in poi, il serbo ha vinto 18 degli ultimi 21 match terminati al 5° set 36 la quota record di successi consecutivi in Davis di Marcos Baghdatis. Con le 4 vittorie ottenute nello scorso weekend, il cipriota ha migliorato il precedente primato, detenuto da Borg (33), davanti a Boris Becker e Rafael Nadal, entrambi a quota 22 13 i Top 20 che hanno dato la loro disponibilità a giocare in Davis lo scorso weekend. Un dato ancor più rimarchevole se si considera che gli arruolabili potevano essere al massimo 15, non essendo impegnata la Spagna (di Nadal, Ferrer, Bautista) ed essendo infortunati Federer e Raonic. Pos. Nome (nazionalità) 1 Novak Djokovic (SRB) 2 Andy Murray (GBR) 3 Roger Federer (SUI) 4 Stan Wawrinka (SUI) 5 Rafael Nadal (ESP) 6 Kei Nishikori (JPN) 7 Tomas Berdych (CZE) 8 David Ferrer (ESP) 9 Jo-Wilfried Tsonga (FRA) 10 Richard Gasquet (FRA) 11 John Isner (USA) 12 Marin Cilic (CRO) 13 Dominic Thiem (AUT) 14 Milos Raonic (CAN) 15 Kevin Anderson (RSA) 16 Gael Monfils (FRA) 17 Roberto Bautista Agut (ESP) 18 David Goffin (BEL) 19 Gilles Simon (FRA) 20 Bernard Tomic (AUS) 21 Feliciano Lopez (ESP) 22 Benoit Paire (FRA) 23 Viktor Troicki (SRB) 24 Jack Sock (USA) 25 Pablo Cuevas (URU) I primi 25 italiani del ranking Atp Punti 16540 8685 8295 6325 4810 3980 3900 3505 2950 2715 2585 2555 2430 2410 2065 1950 1935 1930 1855 1805 1630 1581 1580 1570 1510 Le prime 25 del ranking Wta Pos. Nome (nazionalità) 1 Serena Williams (USA) 2 Angelique Kerber (GER) 3 Agnieszka Radwanska (POL) 4 Garbine Muguruza (ESP) 5 Simona Halep (ROU) 6 Carla Suarez Navarro (ESP) 7 Maria Sharapova (RUS) 8 Belinda Bencic (SUI) 9 Petra Kvitova (CZE) 10 Roberta Vinci (ITA) 11 Flavia Pennetta (ITA) 12 Venus Williams (USA) 13 Lucie Safarova (CZE) 14 Elina Svitolina (UKR) 15 Victoria Azarenka (BLR) 16 Sara Errani (ITA) 17 Svetlana Kuznetsova (RUS) 18 Ana Ivanovic (SRB) 19 Karolina Pliskova (CZE) 20 Jelena Jankovic (SRB) 21 Timea Bacsinszky (SUI) 22 Sloane Stephens (USA) 23 Andrea Perkovic (GER) 24 Madison Keys (USA) 25 Caroline Wozniacki (DEN) 16 Punti 9245 5700 5450 4831 4745 4015 3562 3505 3483 3455 3368 3082 2823 2750 2660 2585 2535 2531 2525 2505 2440 2215 2110 2060 2046 Pos. Rank. 1 31 2 42 3 54 4 78 5 89 6 126 7 142 8 169 9 181 10 189 11 209 12 214 13 249 14 252 15 255 16 259 17 273 18 274 19 290 20 311 21 334 22 344 23 354 24 363 1515 25 373 Nome Fabio Fognini Andreas Seppi Paolo Lorenzi Simone Bolelli Marco Cecchinato Thomas Fabbiano Luca Vanni Andrea Arnaboldi Matteo Donati Alessandro Giannessi Filippo Volandri Gianluca Naso Federico Gaio Salvatore Caruso Lorenzo Giustino Roberto Marcora Riccardo Bellotti Matteo Viola Flavio Cipolla Alessandro Bega Gianluca Mager Edoardo Eremin Erik Crepaldi Francisco Bahamonde Marco Bortolotti Punti 1260 1010 855 690 608 472 404 329 295 275 246 240 213 210 206 201 185 184 169 154 141 135 130 123 118 Le prime 25 italiane del ranking Wta Pos. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 Rank. Nome 10 Roberta Vinci 11 Flavia Pennetta 16 Sara Errani 45 Camila Giorgi 68 Karin Knapp 100 Francesca Schiavone 271 Martina Caregaro 280 Giulia Gatto-Monticone 319 Alice Matteucci 330 Alberta Brianti 332 Cristina Ferrando 343 Nastassja Burnett 351 Gioia Barbieri 359 Georgia Brescia 372 Martina Trevisan 389 Georgia Brescia 403 Jessica Pieri 410 Corinna Dentoni 452 Bianca Turati 479 Jasmine Paolini 483 Alice Balducci 491 Bianca Turati 497 Stefania Rubini 506 Anna Giulia Remondina 555 Martina Di Giuseppe Punti 3455 3368 2585 1175 933 665 160 151 125 116 110 106 102 101 98 94 87 82 64 60 59 57 56 54 45 il tennis in tv Più spazio alle regioni Da mercoledì 16 Tennis Magazine, la 2a stagione L o avevamo annunciato già sullo scorso numero. Ma c’era la Coppa Davis, le dirette da Pesaro, e allora la nuova programmazione della Voce delle Regioni non era ancora a pieno regime. Ma da questa settimana sì, il format di SuperTennis che racconta il tennis regionale, i grandi appuntamenti locali, la vita dei circoli, delle loro manifestazioni e dei loro tornei è pronto ad avere più visibilità e spazio. Come? Innanzitutto diventando un appuntamento praticamente quotidiano, con i vari contributi provenienti da tutta Italia capaci di puntellare il palinsesto in tre fasce giornaliere. Le prime visioni, nel tardo pomeriggio, ma anche le trasmis- sioni di prima mattina e in seconda serata. Le singole puntate saranno “sciolte”, in modo da poter essere facilmente collocate tra una diretta e l’altra, così da poter ottenere una vetrina sempre maggiore in termini numerici. Direttamente dai club Si tratta di un grande classico della proposta di SuperTennis Tv (canale 64 del digitale terrestre, numero 224 della piattaforma Sky, numero 30 di TivùSat e web streaming su www.supertennis.tv). Il suo successo è dovuto alla grande territorialità che può garantire, promuovendo e portando all’attenzione nazionale l’attività dei singoli circoli e dei singoli comitati Manca una settimana alla nuova stagione di Tennis Magazine, il format dedicato agli appassionati e a chi scende campo. Come lo scorso anno non mancheranno consigli su attrezzature, esercizi tecnici e atletici, ma ci saranno anche diverse novità. Con dei test sempre più evoluti e precisi, e con alcune rubriche ancor più pensate per chi vuole curare ogni dettaglio per migliorare sul campo. Inoltre, immancabile, lo spazio dedicato ai regolamenti, alle sue sfaccettature e alle interpretazioni, così come la rubrica dedicata al Mental Game, un vero e proprio must, perché il tennis si gioca anche e soprattutto con la testa. regionali. Con i tornei, le manifestazioni, i volti dei protagonisti, sia dei giocatori che dei dirigenti e dei maestri di club. 12 minuti che fanno da lente d’ingrandimento sull’espansione territorialmente omogenea del nostro tennis. Di sera (e di notte) in diretta con le donne da Indian Wells Giovedì 10 Venerdì 11 00:00 - LIVE Premier Indian Wells 02:00 - LIVE Premier Indian Wells 04:00 - LIVE Premier Indian Wells 05:00 - Svizzera vs Italia Coppa Davis 08.45 - La Voce delle Regioni 09:00 - WTA Premier Indian Wells 11:00 - WTA Premier Indian Wells 12:30 - I miti del Foro 13:00 - WTA Premier Indian Wells 14:45 - WTA Premier Indian Wells (replica) 16:45 - La Voce delle Regioni 17:00 - News 17:05 - Magazine ATP 17:45 - WTA Premier Indian Wells 19:45 - Tennis Parade 20:00 - LIVE WTA Premier Indian Wells 21:55 - News 22:00 - LIVE WTA Premier Indian Wells 23:45 - La Voce delle Regioni 00:00 - LIVE Premier Indian Wells 02:00 - LIVE Premier Indian Wells 04:00 - LIVE Premier Indian Wells 05:00 - Svizzera vs Italia Coppa Davis 08:15 - Magazine ATP 08.45 - La Voce delle Regioni 09:00 - WTA Premier Indian Wells 11:00 - WTA Premier Indian Wells 13:00 - WTA Premier Indian Wells 14:45 - WTA Premier Indian Wells (replica) 16:45 - La Voce delle Regioni 17:00 - News 17:05 - Tennis 17:30 - WTA Premier Indian Wells 19:30 - Magazine Wta 20:00 - LIVE WTA Premier Indian Wells 21:55 - News 22:00 - LIVE WTA Premier Indian Wells 23:45 - La Voce delle Regioni Sabato 12 00:00 - LIVE Premier Indian Wells 02:00 - LIVE Premier Indian Wells 04:00 - LIVE Premier Indian Wells 05:00 - Svizzera vs Italia Coppa Davis 08:15 - Magazine WTA 08.45 - La Voce delle Regioni 09:00 - WTA Premier Indian Wells 11:00 - WTA Premier Indian Wells 13:00 - WTA Premier Indian Wells 14:45 - WTA Premier Indian Wells (replica) 16.30 - I miti del Foro, Rafeal Nadal 17:00 - News 17:05 - WTA Premier Indian Wells 20:00 - LIVE WTA Premier Indian Wells 21:55 - News 22:00 - LIVE WTA Premier Indian Wells 23:45 - La Voce delle Regioni Domenica 13 00:00 - LIVE Premier Indian Wells 02:00 - LIVE Premier Indian Wells 05:30 - LIVE Premier Indian Wells 07:30 - I miti 08:00 - Magazine WTA 08:30 - Tennis Parade 08.45 - La Voce delle Regioni 09:00 - WTA Premier Indian Wells 10:45 - WTA Premier Indian Wells 12:30 - WTA Premier 14:15 - WTA Premier Indian Wells (replica) 16.30 - Magazine ATP 17:00 - News 17:05 - WTA Premier Indian Wells 19:00 - LIVE WTA Premier Indian Wells 21:00 - News 21:00 - LIVE WTA Premier Indian Wells 23:00 - LIVE WTA Premier Indian Wells Lunedì 14 01:00 - LIVE Premier Indian Wells 03.00 - I miti del Foro 03.30 - Magazine WTA 04:00 - Tennis Parade 04:30 - LIVE Premier Indian Wells 06:30 - Magazine ATP 08:00 - WTA Indian Wells 10:00 - WTA Indian Wells (replica) 12.15 - I miti del Foro 12:45 - WTA Premier Indian Wells 14:45 - Tennis Parade 15:00 - WTA Indian Wells (replica) 16:45 - La Voce delle Regioni 17:00 - News 17:05 - WTA Indian Wells 18:30 - I miti del Foro (Djokovic) 19:00 - LIVE Premier Indian Wells 20:55 - News 21:00 - LIVE WTA Premier Indian Wells 23:00 - LIVE WTA Premier Indian Wells Martedì 15 01:00 - LIVE WTA Premier Indian Wells 03:00 - LIVE WTA Premier Indian Wells 05:00 - WTA Indian Wells 07:00 - WTA Indian Wells (reprlica) 09:00 - Magazine Wta 09:30 - WTA Indian Wells (reprlica) 13:30 - Tennis Magazine 14:00 - WTA Indian Wells 16.30 - I miti del Foro, Djokovic 16:45 - La Voce delle Regioni 17:00 - News 17:05 - WTA Indian Wells (replica) 19:00 - LIVE WTA Premier Indian Wells 20:55 - News 21:00 - LIVE WTA Premier Indian Wells 22:45 - La Voce delle Regioni 23:00 - LIVE WTA Premier Indian Wells NB: il palinsesto è soggetto a modifiche. In rosso gli eventi live, in giallo le News, in verde le prime emissioni, in azzurro le differite e in viola gli speciali 17 Mercoledì 16 01:00 - LIVE WTA Indian Wells 04:30 - LIVE WTA Indian Wells 06:30 - Tennis Parade 06:45 - WTA Indian Wells 08.45 - La Voce delle Regioni 09.00 - I miti del Foro 09:30 - WTA Indian Wells 13:30 - Magazine Wta 14:00 - WTA Indian Wells 16:30 - Tennis Parade 16:45 - La Voce delle Regioni 17:00 - News 17:05 - WTA Indian Wells 18:30 - LIVE King Of Tennis 20:30 - Tennis Magazine 20:55 - News 21:00 - LIVE WTA Indian Wells 23:00 - La Voce delle Regioni 23:15 - King of Tennis giovani Il doppio balzo di Lisa Piccinetti Due vittorie all’inizio del 2016 negli Emirati Arabi lanciano la 15enne toscana nel ranking Itf. Guadagnate oltre 200 posizioni. Crescita seguita con interesse dagli addetti ai lavori. Ecco il primo bilancio azzurro Due vittorie all’inizio del 2016 negli Emirati Arabi lanciano la 15enne toscana nel ranking Itf. Guadagnate oltre 200 posizioni. Crescita seguita con interesse dagli addetti ai lavori. Ecco il primo bilancio azzurro Lisa Piccinetti è nata il 22 novembre del 2000, è tesserata per il Tc Prato e nel ranking mondiale è ora n.198. A destra, Federico Iannaccone, che ha prima vinto il torneo Itf di Belgrado e poi raggiunto la finale a Santiago Del Cile di Viviano Vespignani N el circuito mondiale under 18, cinque vittorie, sei finali e nove semifinali sono il bottino raccolto dagli junior italiani nei due primi mesi del 2016. Gli azzurrini sono stati presenti in 31 dei 67 tornei in calendario, di fatto giocando in ogni angolo del globo, dal Sud America all’ Australia, dal Nord al Sud Africa, oltre che in Europa. Sono andati a segno Federico Bertuccioli, Riccardo Di Nocera, Federico Iannaccone e, due volte, la più giovane delle nostre ragazze impegnate in questo scorcio di stagione, vale a dire Lisa Piccinetti. Nata a fine novembre del 2000, la portacolori del Tc Prato ha vinto due tornei di Grado 4 negli Emirati Arabi, nel secondo dei quali superando in finale l’altra azzurra Costanza Traversi. Ora si trova all’interno delle prime 200 posizioni del ranking Itf dopo esser stata numero 483 a fine dicembre e, manco a dirlo, le sue notevoli qualità tecniche e atletiche sono sempre più sotto gli occhi degli addetti ai lavori. Iannacone, da Belgrado a Santiago del Cile Non da meno è stato Federico Iannaccone da Campobasso, al suo esordio nella categoria under 18. Il campano ha fatto centro nel gelo estremo di Belgrado, per poi volare in Sud America e raggiungere una significativa finale a Santiago del Cile. Anche per lui la risposta del computer è stata straordinaria, visto che ha messo a segno un recupero di 600 posizioni. Ora il ranking lo vede al numero 200. Destinatario di una lungimirante wild card, in quanto privo di classifica mondiale, il napoletano del Team Sbrescia Riccardo Di Nocera (sedici anni da compiere a maggio) ha sorprendentemente vinto ad Algeri segnando il primo successo under 18 in carriera. Nella stessa settimana Federico Bertuccioli lo ha imitato nei Campionati di Baviera giocati a Cadolzburg, lui pure cogliendo la prima vittoria a livello Itf. Summaria Top 40, Bilardo Top 100 Nel capitolo dei finalisti in prima fila troviamo Tatiana Pieri e Maria Vittoria Viviani. Su queste pagine già s’è detto della loro trasferta in Sud America, ma val la pena ribadire i posti d’onore raggiunti, rispettivamente in Ecuador e Colombia, in tornei di primo grado. Altra finale di qualità è stata quella colta a Cordoba, nella Coppa d’Argentina, dal cosentino Corrado Summaria, ora proiettato tra i primi 40 junior del mondo. Mentre in campo femminile la sola finale indoor è stata appannaggio, a Oslo in Norvegia, della trentina Elisa Visentin. Quanto al- 18 le semifinali azzurre quella di maggior peso è stata guadagnata in Venezuela da Federica Bilardo la quale, mettendo a frutto anche due vittorie e una finale ottenute in doppio a fianco di Tatiana Pieri, nell’arco di due mesi ha recuperato oltre 200 posizioni nel ranking under 18 sino a raggiungere il numero 85. Gli altri Under: doppietta Sacco Complici un calendario dedicato alle Winter Cup e gli impegni scolastici, l’attività degli italiani under 16, 14 e 12 nel Circuito europeo è risultata assai contenuta. Fanno spicco comunque il successo e il posto d’ onore che la napoletana del Fireball, e campionessa nazionale under 13, Federica Sacco ha ottenuto in Romania e Repubblica Ceca, rispettivamente a Bucarest e Milovice, con il risultato di entrare tra le top 30 della classifica europea under 14. Di due piacevoli sorprese sono stati autori Marco Furlanetto, tra gli under 16, e Biagio Gramaticopolo tra gli under 14. Pochi giorni prima di festeggiare 15 anni Marco, tesserato per il Tc Marina di Massa, è stato secondo a Zoetermer, in Olanda, dove si è cimentata una nutrita rappresentativa italiana. Biagio invece, allievo del Tc Finale Ligure, ha raggiunto lo stesso traguardo a Oetwil-am-See, in Svizzera, partendo dalle qualificazioni. giro d’’'italia Dirigenti con i numeri Qualità e quantità ai Corsi per dirigenti FIT, organizzati per il secondo anno dall’ISF Roberto Lombardi. La qualifica di 2° grado, istituita nel 2016, haEmirati già superato 1000 diplomati. programma della Due vittorie all’inizio del 2016 negli Arabi lanciano lai15enne toscana nel ranking Itf.Il Guadagnate oltre 200 posizioni. Crescita seguita con interesse dagli addetti ai lavori. Ecco il primo bilancio azzurro prossima tappa di Cagliari. Seguiranno Napoli, Bologna, Milano e Roma D oppio appuntamento a Pesaro e Grottamare, in concomitanza con la sfida di Davis ItaliaSvizzera e i corsi per dirigenti Fit sono arrivati al giro di boa 2016, con risultati eclatanti. Da quando l’iniziativa organizzata dal’ISF Roberto Lombardi è partita, cioè dal gennaio del 2015, sono stati diplomati ben 1000 dirigenti di 2° grado e 2400 di 1° grado. Dati quantitativi eccellenti che rispecchiano gli obbiettivi qualitativi che la FIT si è posta con questi corsi: favorire la crescita in termini di competenza e informazione dei suoi dirigenti, per aiutarli a essere sempre più vincenti nella competizione quotidiana che i circoli tennistici devono sostenere. La concorrenza delle altre discipline sportive, la complessità della gestione dei club da un punto di vista sportivo, economico, fiscale, sanitario richiedono sempre maggiore preparazione e con un tour che sta toccando tutta l’Italia, i corsi per dirigenti affrontano per la prima volta queste tematiche coinvolgendo esperti dei vari settori. Una sessantina i partecipanti a Pesaro al corso di primo livello la mattina di sabato 5 marzo; ottanta domenica 6 a Grottamare, provenienti da 3 regioni: Marche, Umbria e Abruzzo. A partire dalla fine del mese di gennaio il corso aveva fatto tappa a Firenze a beneficio dei circoli della Toscana; a Bari per Puglia, Basilicata e Molise; a Genova e Torino per Liguria e Piemonte, a Reggio Calabria e Messina per Calabria e Sicilia, a Bolzano e Padova per Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e Veneto. Il programma delle giornate è sempre denso di contenuti: si va dalla consulenza fiscale alla comunicazione, dal marketing alla medicina sportiva, dall’organizzazione alla struttura istituzionale dello sport in Italia, dal funzionamento della macchina delle competizioni a quello delle scuole di tennis ai progetti di tennis nella scuola e al nuovo mondo del tennis amatoriale con il circuito Fit-Tpra. Un’idea ancora più precisa degli argomenti può essere desunta dal programma del corso Dirigenti di 2° livello in programma sabato prossimo 12 marzo a Cagliari (qui sotto il programma completo). Il vero e proprio giro d’Italia che il presidente Binaghi e i consiglieri Fit coinvolti hanno affrontato, a testimonianza di una forte volontà di veder crescere il movimento in tutte le sue componenti, fin dalle radici del territorio, proseguirà fino alla metà di aprile. Dopo Cagliari gli appuntamenti sono previsti a Napoli (18/19 marzo), Bologna (1/2 aprile), Milano (8/9 aprile) e Roma (15/16 aprile). Cagliari, 12 marzo: il programma ORE 9.00 – 9.30: Check- in; ORE 9.30: Saluto del moderatore del corso: Consigliere Federale Dodo Alvisi; ORE 9.40: Presidente della FIT Angelo Binaghi; ORE 10.00: Conferenza stampa IBI 2016; ORE 10.30: Giovanni Girelli: normative e accertamenti fiscali: come affrontarli con le carte in regola; ORE 11.30: Michelangelo Dell’Edera: Le nuove frontiere del tennis in in ambito didattico e scolastico; ORE 12.10: Beatrice Coletti - Enzo Anderloni: SuperTennis, il circolo virtuoso il circolo virtuoso della comunicazione (2° parte), social e digital plan; ORE 12.30: Alessandro Romano: L’assicurazione per i tesserati e la tutela dei circoli; ORE 13.00: Buffet Lunch ORE 14.00: Antonio Bernaschi: L’identità dell’associazione Sportiva, dal circolo al Comitato Olimpico Internazionale; ORE 14.30: Daniele Checcarelli: Effetti benefici del tennis sull’organismo umano; ORE 15.00: Enzo De Palo - Max Fogazzi: Circuito amatoriale Fit-Tpra: novità 2016 e storie vincenti; ORE 15.30: Mauricio Rosciano: Interazione tra calendario nazionale Fit e attività agonistica del circolo; ORE 16.00: Massimiliano Brocchi: Il Marketing dei servizi; ORE 16.30: Fine lavori 19 facciamo il punto Il torneo del futuro è eco-sostenibile In Italia c’è chi lavora per avere eventi tennistici sostenibili. E certificabili. Ne abbiamo parlato con Massimo Capriati, fondatore de Le Vie della Sostenibilità Tennis: “È una sfida culturale”. Che si può vincere partendo da 5 passi... di Gabriele Riva P er fare le cose in grande bisogna cominciare a pensare in piccolo. Un esempio? Lo sapevate che il 40% dei rifiuti del Mediterraneo non sono scarichi industriali, né fusti d’alluminio o rottami di vario genere? No, sono mozziconi di sigarette. Come a dire che, per avere un occhio di riguardo per l’ambiente, basterebbe un piccolo gesto in più. Gesto che tutti possiamo fare, mondo del tennis compreso. Come? Beh, per esempio rendendo l’attività organizzata più sostenibile. “Che poi vorrebbe dire anche più efficiente, più organizzata, più pulita e in fin dei conti pure più economica”. A parlare è Massimo Capriati, con un cognome collegato alla lontana con la famiglia di Jennifer e un’idea chiara in testa. La sua “Le Vie della Sostenibilità Tennis”, tra i vari progetti, sta elaborando un documento che permetta di arrivare all’organizzazione sostenibile di tornei di tennis. “Ogni evento ha un impatto sul pianeta e sul suo inquinamento”, spiega Capriati. “Ogni volta che un club organizza un torneo, ci saranno giocatori e spettatori da spostare, energia da consumare. Ma anche più rifiuti prodotti, visto che si spera di creare interesse e dunque di riunire molte persone in solo luogo”. Le persone bevono, mangiano, si asciugano le labbra: e dopo buttano nel cestino la mezza minerale vuota, l’involucro del panino, il fazzoletto con cui si sono puliti la bocca. “Stiamo stilando un documento che possa portare delle linee guida - suggerisce Capriati - e si sta allungando sempre di più, perché sono molte le cose che si possono fare. E soprattutto sono molto ‘personalizzabili’ a seconda delle necessità del territorio”. Tra il dire e il fare L’importante però, nella visione di Capriati, è che tutto quanto si riesca a fare per rendere i propri tornei sostenibili, si possa anche quantificare. Misurare. Così che poi, il tutto, possa essere certificato. “Chiunque può dire che sta facendo qualcosa di so- 20 stenibile, ma nella realtà dei fatti non è detto che sia così”. Serve che qualcuno controlli e che, per così dire, ci metta il bollino di garanzia. “A livello internazionale questa sorta di bollino esiste già, si chiama Iso-20121, fa proprio riferimento all’organizzazione di eventi sostenibili”. Si tratta di uno standard di gestione per l’organizzazione sostenibile di eventi, e fonda le proprie radici su uno standard precedente, il BS8901: “È quello che ha portato all’organizzazione del primo evento sportivo sostenibile di sempre, l’Olimpiade di Londra 2012. Le nostre linee guida hanno proprio l’obiettivo di far ottenere ai tornei di tennis questa certificazione”. La causa ambientale è sempre più delicata, ma in molti si stanno dimostrando facciamo il punto via via più sensibili: “Non è solo una questione di responsabilità sociale, è anche una bella sfida che lancerebbe un grande messaggio culturale”. I primi 5 passi Questo standard, per il momento, tiene conto di cinque parametri. “Ma si tratta di un grande work in progress, dunque potrebbero essercene molte di più”. In qualità di standard, si tratta di cinque passi che possono riguardi tutti i tornei, visto che ci stiamo focalizzando sull’organizzazione di eventi. 1) Gli spostamenti e la mobilità sostenibile Ogni evento comporta movimenti, persone (molte, spera ogni organizzatore...) che si spostano da un luogo all’altro. In alcuni casi, gli spostamenti più voluminosi sono quelli di spettatori, di pubblico. “Questo aspetto ha un impatto socio-ambientale molto forte - evidenzia Capriati -, gli eventi producono inquinamento”. Attenzione, non pensiate che si parli solo di Olimpiadi o di finali di Champions League, altrimenti si ricade nell’errore dei mozziconi di sigaretta. Anche un torneo regionale, in un circolo di periferia, può avere effetti sulla viabi- lità, sui parcheggi, sulla circolazione locale. “Ovviamente però più si alza il livello del torneo, più problematiche si vanno a creare: in un torneo Futures o in un Challenger (l’Italia è tra i paesi che storicamente ne organizza di più al mondo, ndr) bisogna considerare gli spostamenti dei giocatori, dello staff, dei giudici di gara. Così si possono trovare delle soluzioni per diminuire quanto più possibile questo impatto”. 2) La gestione dei rifiuti Ogni evento, o più cinicamente ogni assembramento di esseri umani, produce rifiuti. Molti rifiuti. “In questo campo si può agire su tre diverse vie contemporaneamente”, incalza Capriati. “Cominciamo a pensare alla riduzione volumetrica dei rifiuti stessi. Oggi ci sono tecnologie avanzatissime di compattatori e trituratori. Diminuendo il volume di rifiuti non solo diminuisco il loro impatto, ma allo stesso tempo sarà più semplice smaltirli. Se prima servivano cinque camion per sbarazzarmi della spazzatura, dopo averla compattata potrà bastarne uno solo. Con un grande risparmio in termini di impatto”. Detto di bottigliette, lattine e plastica... pensate a quanti tubi di palle si utilizzano per un torneo di tennis. “Esistono macchinari che riducono moltissimo l’ingombro dei tubi di palle vuote”. La raccolta differenziata è il secondo piano d’azione: “Differenziare significa poter riciclare di più, sprecare meno. Allestire il sito del torneo con contenitori appositi per la ‘differenziata’ è un grande passo nella direzione giusta”. rinnovabili è essenziale, per essere sostenibili serve l’energia verde. Che si valuta su due aspetti”. Il primo è il più comune, il risparmio. O l’efficientamento, per usare una terminologia più tecnica. “In questo campo rientrano le illuminazioni a basso consumo, i sistemi di domotica che permettono di spendere energia soltanto quando c’è realmente utilizzo e dunque bisogno. Ma poi c’è anche, pure in questo caso, la scelta del provider. E con l’adeguata consulenza se ne possono trovare di decisamente verdi”. 3) Gli acquisti verdi 5) Occhio all’uso dell’acqua Proprio a partire da quanto appena visto, ecco un’altra accortezza. Si tratta del cosiddetto “Green procurement”, ossia gli acquisti verdi. Questo è un passaggio preliminare, che l’organizzatore deve vagliare con attenzione prima ancora di partire. Dice Capriati: “I prodotti e i servizi sono spesso accompagnati da certificazioni di eco-sostenibilità. A un torneo servono volantini e locandine? Esistono stampatori che lavorano con carta proveniente da piantagioni di alberi certificati. È necessario un catering? È bene optare per fornitori che prediligano prodotti eco-compatibili, con gradi di riciclabilità molto alti, oppure bio-degradabili”. 4) Il consumo d’energia e di risorse Chiunque organizzi un torneo sa che questa è una delle voci più dispendiose. Le luci dei campi fino a notte, così come i riscaldamenti, l’elettricità negli spogliatoi da fornire per più ore durante il giorno. “L’utilizzo di fonti 21 Responsabilità sociale, ma anche responsabilità economica. Una forma di risparmio, dunque. “Durante gli eventi c’è un picco d’utilizzo d’acqua, basti pensare a quella utilizzata per bagnare i campi in terra rossa nei tornei estivi. In questo caso i club o gli organizzatori potrebbero pensare a sistemi di recupero dell’acqua, che oggi non sono più soltanto interrati e che consentirebbero un risparmio, anche economico, nell’arco di un breve-medio periodo”. Eppure l’acqua, oltre a essere quella usata per i campi, è anche quella ‘bevuta’. Ugualmente consumata: “Expo 2015 ha dato una grande lezione e ha segnato la via. Distributori di acqua automatici, acqua da acquedotto gratuita per l’utente finale, e un grosso risparmio in termini di plastica consumata. Chi entrava al mattino con la propria bottiglietta la poteva riempire in ogni momento, gratis, e senza buttarla nel cestino fino a sera. E se è vero - chiude Capriati - che l’acqua è l’oro del futuro...”. Allora c’è un tesoro da scoprire, quello della sostenibilità. personal coach Insegnare è comunicare Per fare un buon lavoro con gli allievi e gli atleti diventa sempre più importante l’aspetto comunicativo. Che va ben approfondito... di Francesco Giorgino* foto Getty Images S i chiama approccio comunicativo alla didattica del tennis. Non il semplice e saltuario utilizzo delle tecniche della comunicazione interpersonale nell’insegnamento di questo sport di situazione e individuale, ma l’uso del “languages mix” nella costruzione e nella governabilità (piena e consapevole) delle dinamiche relazionali esistenti fra l’attività di teaching (insegnamento) e l’attività di learning (apprendimento). Un rapporto di causa ed effetto che si sviluppa tenendo in conto la delicatezza dei transfert metodologici dalla fase dell’apprendimento dei soggetti in età evolutiva (bambini) a quella del consolidamento e dell’allenamento delle abilità tecniche da parte di allievi/ atleti in step successivi (adolescenza e giovinezza) e, quindi, dei transfert metodologici dalla fase dell’avviamento a quella della specializzazione. Il mix di linguaggi Che cosa significa mix di linguaggi? Significa anzitutto maturare la consapevolezza dell’urgenza di una riflessione condivisa intorno a una macro domanda di fondo: la metodologia dell’apprendimento per imitazione del movimento è sufficiente a restituire la complessità dei processi che si innescano nella seconda e terza infanzia quando si avvia, come nell’insegnamento del tennis, un’interlocuzione completa con l’allievo, e cioè sia con la sua sfera cognitiva che con quella emozionale? In altre parole, saper dimostrare i movimenti, pur dovendo inevitabilmente passare gradualmente dal metodo globale a quello analitico, basta a fidelizzare i nostri ragazzi al tennis o serve altro? La mia risposta è no, non basta. Serve molto altro. Saper dimostrare la meccanica esecutiva di un’abilità tecnica, di un colpo al volo o a rimbalzo, senza spiegazione, riflessione, scambio di significati, sedimentazione di conoscenze e sperimentazioni, è certamente più efficace (e sotto certi aspetti anche più facile) per l’insegnante, ma l’apprendimento del tennis si schiaccia, in tal modo, lungo una dimensione troppo automatizzata e troppo poco consapevole. Appartengo alla schiera di coloro che puntano all’implementazione dei movimenti consci più che di quelli riflessi nella costruzione del bagaglio di competenze motorie, tecniche e tattiche, mentali dell’allievo/atleta. Comunicazione inter-personale Se l’obiettivo è dunque questo, a maggior ragione occorre far entrare le tecniche della comunicazione inter-personale nella relazione insegnamento/ apprendimento del tennis in forma non più implicita (come è accaduto finora), ma esplicita. Occorre utilizzare il linguaggio verbale, para-verbale ed extra-verbale (quindi lessico, prosodia e cinesica) in modo sincronico per costruire un’autentica strategia della trasmissione dei contenuti. Una strategia che assolva alle seguenti funzioni: 1) comprensione piena da parte del bambino di tutti gli step formativi, con l’intento di accrescere in lui l’auto-efficacia percepita e la specificità dell’apprendimento; 2) condivisione con l’insegnante del significato autentico di questa esperienza: all’istruttore, al maestro e al tecnico nazionale spetta anche il compito di assicurare al proprio allievo, specie se piccolissimo o piccolo, una sorta di orizzonte di senso, visto che in fondo egli è anche un mediatore di linguaggi, muovendosi fra contenuti e pratica, fra dimensione teorica e dimensione empirica; 3) avere chiara la differenza fra effetti della comunicazione interpersonale (sulla scia di un corretto uso della comunicazione intra-personale) ed efficacia della strategia comunicativa da parte dell’insegnante di tennis: nel primo caso conseguenze dirette o indirette, intenzionali e non, dell’agi- 22 re comunicativo dell’insegnante, nel secondo caso dualismo controllato e controllabile di azione (del docente) e reazione (del discente). Uso congiunto Ci si concentrerà poi sulle specificità dei tre linguaggi a disposizione dell’insegnante di tennis, sulla cultura del feedback, sull’approccio integrato alla didattica del nostro sport. Per ora mi limito a sottolineare l’importanza dell’uso congiunto di questi linguaggi, al fine della definizione di nuovi profili metodologici, più idonei ai tempi in cui viviamo, alle tecnologie di cui disponiamo, alle sfide vecchie e nuove. La comunicazione non è certo un fine dell’insegnamento, ma è un mezzo per implementare la qualità dell’apprendimento. Il “sapere” e il “saper fare” passano anche attraverso il giusto, coretto, stimolante e affascinante “far sapere”, a patto però che questo tassello del puzzle finale dell’identità formativa e sociale dell’insegnante di tennis diventi vera e propria competenza. La comunicazione non può più essere considerata nella didattica del tennis una soft skill. È sostanza e non forma del flusso di informazioni che siamo chiamati a garantire, in una logica di feedback continuo, ai nostri allievi. È ontologia e non più solo fenomenologia. Perché come dicevano gli studiosi della Scuola di Palo Alto “non si può non comunicare”. E questo vale anche per il tennis. *Giornalista, docente universitario e responsabile Area Comunicazione e Sociologia dell’I.S.F. R.Lombardi della Federtennis 19 racchette e dintorni Dove passa la corda non è un dettaglio Il ruolo fondamentale che giocano grommets, fori passacorde, nelle prestazioni di una racchetta. L’evoluzione tecnologica e le soluzioni attuali più evolute. Perché dedicare attenzione a questo particolare nella scelta dell’attrezzo di Raffaello Barbalonga S ono ormai 20 anni che raccolgo racchette nel mondo, e mi è capitato di recuperare telai in tutte le condizioni: rotti, ammuffiti, alterati, incompleti. Uno dei difetti più ricorrenti comunque, si riscontra nel momento dell’ispezione dei grommets. Ci sono telai magnifici che, anche conservati in condizioni pari al nuovo, rimangono inutilizzabili a causa del deperimento dei passacorde. La plastica, nel momento della sua alterazione strutturale, si sbriciola e perde le funzioni per cui è stata progettata. Spesso però anche i migliori produttori di racchette hanno sottovalutato questo elemento. Sottovalutato nella qualità del materiale e anche nella progettazione funzionale. Facciamo quindi un punto della situazione. Ho pensato spesso al fattore grommets e da quando Babolat ha sottolineato l’importanza dell’effetto puleggia che si genera tramite il Woofer System, mi sono “sensibilizzato” ulteriormente. Mi è poi ricapitato di pensarci quando ho studiato gli antenati del Woofer, i “power pads” e le sensazioni che generano all’impatto con la palla. I passacordi del sistema Babolat FSI Esempio di grommets alterati Power pads, gli antenati del woofer I power pads sono da sempre piccoli accessori che vengono ricavati dagli scarti delle lavorazioni dei grips in cuoio. Si posizionano generalmente in corrispondenza del passaggio delle corde verticali centrali, separando la corda dal grommet. Originariamente i power pads venivano utilizzati per proteggere il budello naturale dalle abrasioni. Il tipico drilling dei telai in legno infatti obbligava la corda in stretti passaggi che già al momento dell’incordatura ponevano sotto stress la sempre fragile struttura del budello. Il power pad in sostanza fungeva da distanziatore ma non aveva un ruolo riconosciuto nell’incremento delle prestazioni. Nel corso del tempo invece si è capito che l’effetto cuscino generato da questa intercapedine di cuoio, aumentava il comfort durante l’impatto e allungando la corda, estendeva conseguentemente lo sweet spot. Negli anni ‘80 e ‘90 una miriade di top players ne hanno apprezzato le qualità. Tra i tanti Gabriela Sabatini e Pete Sampras, lei con i power pads sulla testa della sua Prince Graphite Oversize per estendere lo sweet spot al limite in lun- 24 ghezza e lui sotto al ponte della Wilson Pro Staff. Lui che, dai racconti, stressava Nate Ferguson a mezzanotte in albergo per la tensione e il posizionamento dei power pads. Non sono nevrosi, è professionismo. E in questa dimensione, “dove passa la corda” è un elemento di grande attenzione. Grommets, i custodi delle corde Grande attenzione quindi anche per i grommets che sono i veri custodi delle corde. Dall’eredità dei power pads, se lo spostamento e lo scorrimento della corda, i suoi anche minimi aggiustamenti latitudinali e longitudinali contribuiscono a sviluppare in ampiezza lo sweet spot, allora perché non riprogettare direttamente l’architettura dei grommetts? Prince da tale ricerca ha realizzato il suo cavallo di battaglia: dalle “More+”, alle “O3” e in seguito le odierne “Speedport”, ha completamente eliminato i passacorde, ottenendo un incremento dell’area utile di oltre il 50%. Testando la nuova gamma Völkl abbiamo riscontrato un’altra sorpresa. Gli stessi telai con l’adozione dei “Super racchette e dintorni Grommets” si sono trasformati. Prima alcuni erano decisamente “pro”, faticosi e poco permissivi, ora invece la palla viaggia, lo sweet spot è ampio, ora insomma hanno esteso il loro range di utilizzo, mantenendo le precedenti ottime doti di sensibilità. Solo in virtù della riprogettazione dei passacorde. Incredibile? Non proprio, tutte le aziende oggi presenti sul mercato pongono attenzione e sviluppano tecnologie nuove su questo versante. Dal Woofer al teflon Babolat, che per prima ha sensibilizzato i tennisti con il Woofer System, oggi lancia sulle nuove Pure Aero il concetto FSI Spin, che insieme ad un ridisegnato drilling (il sistema dei fori sul telaio n.d.r) per aumentare la potenzialità di spin, trova la massima efficacia grazie a grommets allargati che durante l’impatto permettono alla corda uno spostamento longitudinale, atto a favorire tolleranza e “snap back”. Dunlop con i sistemi 3DOM e MoS2 invece, ha creato una speciale sagomatura interna del grommet unita ad un rivestimento polimerico autolubrificante. In questo modo la corda è facilitata nei micro scorrimenti durante l’impatto, aumentando conseguentemente l’area dello sweet spot. Un concetto simile lo aveva proposto Head fin dai tempi dell’introduzione del concetto Youtek, basandosi anch’essa sulla qualità del materiale dei passacorde: il Teflon. In questo caso il materiale, per le particolari doti viscoelastiche, risulta essere efficace sia per la diminuzione d’attrito, sia per l’assorbimento delle vibrazioni. La funzione antivibrante Il fattore grommet pertanto può essere caratterizzato sia dalla forma, sia dal materiale, la cui qualità gestisce un altro elemento sensibile: la sensazione d’impatto. In passato mi vengono in mente i grommets supergommosi delle Yonex “Ultimum”, delle Miller “Konica”, delle Tretorn, di alcune Rossignol, delle Estusa “BKS” e di tante altre. Molto spesso il grommet diventa un anti vibrante, molto più efficace del dampener che (quasi) tutti mettono sotto la prima corda orizzontale. La nuova produzione Yonex prevede tuttora l’inserimento della tecnologia “Shockless grommets”: grommets di diversa composizione in corrispondenza della gola del telaio, che lavorano sinergicamente ad un rivestimento dell’impugnatura per contrastare le vibrazioni nocive. Un sistema ingegnoso e innovativo lo ha recentemente apportato Tecnifibre, introducendo “EZ Lock Eyelet”, un grommet “a cuscino” in corrispondenza dei nodi d’incordatura. Il foro è in questo caso ricoperto di materiale gommoso in rilievo, che favorisce Particolare tipologia di grommets Miller e i grommets ammortizzanti Uno dei primi esempi di grommets “liberi” Prince e lo Speedport System Völkl e il sistema “SuperG” Tecnifibre e gli EZ Lock Eyes l’adagiamento del nodo di chiusura ed evita problemi di rottura della corda. state giocando, procuratevi almeno un set di ricambio per ogni racchetta. Non credo certo vorreste trovarvi al terzo set di un incontro importante, sapendo che in caso di rottura delle corde, affidarvi al telaio di riserva con quei grommets malconci, sarebbe come giocare alla roulette russa. Ricordate: se il telaio è importante e le corde pure, chi fa unire il telaio alle corde è degno della massima attenzione. Il passacorde non è un dettaglio Capire il grado di qualità dei materiali di una racchetta è molto importante e oggi si trascurano tre aspetti che invece ritengo determinanti per comprendere la reale qualità del prodotto. Il primo è non dichiarare il fornitore delle materie prime, il secondo è non dichiarare il tipo di tramatura delle fibre che costituiscono il mold del telaio, il terzo è la disattenzione verso la qualità delle rifiniture. Analizzando questo terzo punto la prima azione che dobbiamo compiere è un controllo del materiale e della forma di bumper/ring grommets e butt cap. Sono dettagli? Forse, ma pensate anche a quante volte ci è capitato di vedere la corda che ha tagliato il grommet o viceversa, o che un nodo è sprofondato durante o dopo un’incordatura; la colpa non è sempre e solo del malcapitato incordatore (che pure avrebbe dovuto ispezionare prima e nel dettaglio ogni parte del telaio). Infine se vi sentite davvero degli agonisti e pensate di non abbandonare facilmente i telai con i quali 25 Dizionario tecnico Grommets: fori passacorde Ring grommets: striscia in materiale plastico che percorre interamente la testa del telaio e racchiude tutti i grommets Bumper: può essere un unico corpo con il ring grommets oppure può essere un elemento aggiuntivo che viene bloccato posizionandosi sotto al ring grommets Mold: stampo che dà origine alla forma del telaio Drilling: foratura del telaio che prevede la disposizione logica dell’alloggiamento dei grommets Sweet spot: zona ottimale di impatto Snap back: ritorno in posizione della corda dopo l’impatto Butt cap: tappo, fondello dell’impugnatura Pattern: numero e disposizione delle corde verticali e orizzontali la regola del gioco La palla si rompe? Non sempre si ripete Ci sono casi in cui una regola prevale su un’altra. Ecco un esempio classico: la rottura di una palla imporrebbe la sua sostituzione ma un’altra chiamata lo rende inutile. Vediamo cosa succede se... La situazione Mario sta giocando un match di singolare contro Luciano. L’incontro si sta disputando sulla terra battuta e con la presenza di un arbitro. la che si rompe durante lo scambio avrà come conseguenza la ripetizione dell’intero punto (ricordiamo invece che in caso di palla “sgonfia” il punto resta acquisito). Che cosa succede Come bisogna procedere? Il punteggio è di 2-1 nel secondo set in favore di Luciano: sul 15-15 Luciana va a servire una prima palla di servizio. Al momento dell’impatto con la palla, l’arbitro chiama il “fallo di piede”. La palla servita va a finire sulla rete. Luciana recupera la palla e la mostra all’arbitro, facendogli notare che la palla è rotta. Così, chiede che il punto sia rigiocato Le distinzioni Come per altri casi pubblicati in passato pagine, questo in particolare presenta due casistiche differenti presenti all’interno della stessa situazione. Abbiamo da una lato la regola riguardante il fallo di piede, dall’altra invece la regola sulla palla rotta. Come abbiamo imparato, il fallo di piede, venendo chiamato una volta che la racchetta impatta la palla, implica la perdita di quel servizio: al contrario una pal- A questo punto bisogna solamente capire quale delle due conseguenze abbia maggior rilevanza rispetto all’altra. Il discrimine per poter rigiocare un intero punto è sempre che la palla sia considerata in gioco: ed è per questo che un disturbo involontario, come per esempio quello causato da una palla che si rompe, comporterà la ripetizione di quel punto. Nel caso in cui venisse chiamato un “fallo di piede”, invece, la palla non può essere considerata in gioco: di conseguenza, sia che la palla si rompa, o che vada correttamente nel giusto campo, non rileva a seguito di una chiamata del “fallo di piede”. La quale, di fatto, annulla qualunque ulteriore possibile conseguenza se non quella della perdita di quel servizio. Nel nostro caso, quindi, il servitore dovrà andare a servire una seconda palla di servizio. 26 E se il ‘turno’ è sbagliato? Se avete dei dubbi o delle curiosità di natura regolamentare, mandate tutte le vostre domande all’indirizzo mail [email protected]. Noi sottoporremo le vostre curiosità ai nostri esperti e vi risponderemo direttamente da queste pagine. Su questo numero la risposta alla domanda del signor Salvo Di Benedetto. Domanda - A e B stanno giocando un tie-break, sul tre pari A serve la prima palla in out e l’arbitro si accorge che i due dovevano cambiare campo. Come si procede? Si gioca il secondo servizio? Si cambia campo immediatamente? E in questo caso: si rigioca l’intero punto o solamente la seconda palla? Grazie. Risposta - Questo è uno dei casi di errore da correggere non appena scoperto. Per come indicato nell’esempio non c’è un errore di servitore, ma solo del lato del campo: di conseguenza si dovrà cambiare immediatamente il lato del campo e il “fallo” resta. Così A dovrà andare a servire il secondo servizio. Nel caso in cui invece l’errore fosse anche sul servitore nel singolare (cioè doveva servire B), oltre a cambiare campo, si cambierà anche servitore ma in questo caso il “fallo” non conterà e B servirà una prima di servizio. SuperTennis cambia banda. Risintonizza! Supertennis cambia banda digitale terrestre, sempre sul 64! Non perdere l’occasione di vedere il tuo canale preferito sulla nuova banda digitale terrestre nazionale, risintonizza il tuo televisore o il tuo decoder e migliora la tua qualità di visione! 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