Il giornalista, critico d`arte e scrittore Ugo Ojetti nacque
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Il giornalista, critico d`arte e scrittore Ugo Ojetti nacque
Mirko Riazzoli [email protected] Il giornalista, critico d'arte e scrittore Ugo Ojetti nacque a Roma il 15 luglio 1871. Fu figlio di un importante architetto e restauratore, Raffaello Ojetti, che lo educò all'arte e di Veronica Carosi. Compì prima gli studi presso i Gesuiti a Sant'Ignazio, e poi si laureò a ventuno anni, l'11 luglio 1892, in giurisprudenza presso l'Università di Roma, discutendo una tesi sulla confederazione balcanica. Dopo la laurea si dedicò al giornalismo ed alla critica d'arte, nonostante la famiglia avesse originariamente pensato di destinarlo alla carriera diplomatica: a riguardo, infatti, si era anche iscritto, senza però prendervi parte, ad un concorso bandito dal ministero degli Affari Esteri. Visse parte della sua giovinezza nella villa paterna di Santa Marinella (Roma), soprannominata Il Dado, il luogo ideale per riposarsi, trascorrere le vacanze e scrivere. Nel 1892 pubblicò il suo primo volume, dedicato alla poesia, ed intitolato Paesaggi. La sua attività come giornalista iniziò invece nel 1894, quando apparvero i suoi primi articoli sulla rivista romana “Tribuna” e sulle fiorentine “Nuova Rassegna” e “Fiammetta”, quest'ultimo un settimanale illustrato diretto dal critico d'arte Diego Martelli (1839-1896). Ojetti si impegnò in quegli anni anche in politica, avvicinandosi al socialismo umanitario e libertario, con alcuni amici, un gruppo autonomo socialista. Fondò nel 1895 il primo periodico socialista della regione umbra, “La giovane Umbria”, giornale pubblicato fino al 1920, e si candidò, senza successo però, alle elezioni amministrative spoletine del 1896. Nel 1898 arrivò a collaborare anche con il giornale socialista “Avanti!”, dove pubblicò utilizzando lo pseudonimo di Florindo. Nel 1895, pubblicò Alla scoperta dei letterati, un'opera realizzata percorrendo l'Italia per intervistare i maggiori scrittori dell’epoca: Giovanni Pascoli, Giosuè Carducci, Antonio Fogazzaro, Giovanni Verga, Luigi Capuana e altri, ma soprattutto Gabriele D’Annunzio. Nel 1897 pubblicò il primo volume di critica d'arte, intitolato L’arte moderna a Venezia: in quest'opera Ojetti raccoglieva un ciclo di articoli pubblicati su “Il Resto del Carlino”, con il quale ottenne il secondo posto al premio per la critica della seconda Biennale veneziana (il primo premio andò a Primo Levi, mentre il secondo posto venne assegnato ex aequo a Ugo Ojetti e Vittorio Pica). Dal 6 luglio 1898 iniziò a collaborare con il “Corriere della Sera”, ove pubblicò come corrispondente dagli Stati Uniti: qui si occupò della guerra ispano-americano per Cuba e di lucide della società e dei costumi americani, esperienza da cui nacque il volume intitolato “L’America vittoriosa” del 1899. Curò, sempre per questo giornale. anche una rubrica artistica intitolata Ritratti d'artisti, che tenne per oltre vent’anni: da raccolte degli articoli ivi apparsi verranno in seguito pubblicati dei libri omonimi. Tra la fine del secolo e i anni primi del Novecento lavorò inoltre come inviato in Egitto, recandosi poi in Norvegia, Francia, Albania e nell’Asia. Il 30 settembre 1898 si abbonò al Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux 1 a Firenze, continuando a restarne socio anche negli anni successivi. Verso la fine del 1898 iniziò a tenere sul nuovo giornale settimanale “La Domenica del Corriere” la rubrica intitolata La settimana del vagabondo e dal 1901 collaborò anche con il mensile letterario “La lettura”, entrambi supplementi del Corriere. In questi anni collaborò anche con le riviste “Il Marzocco”, “Emporium”, “Il Resto del Carlino”. 1 1 Istituzione culturale fondata a Firenze nel 1820, per approfondimenti: http://www.vieusseux.fi.it/cenni_storici/cenni_storici.html Mirko Riazzoli [email protected] Tra il 1901 e il 1902, per quattro mesi, lavorò per il “Giornale d'Italia”, lavorando tra Roma e Parigi. A Parigi, su incarico di Albertini (direttore del Corriere), prese contatto con vari editori locali per studiare la possibilità di lanciare in Italia un periodico femminile, idea però ben presto accantonata perché ritenuta prematura. Dal 1904 al 1908, con lo pseudonimo "Il conte Ottavio" 2, scrisse cronache settimanali sotto il titolo Accanto alla Vita nella “Illustrazione italiana”: la rubrica cambiò poi nome e divenne I capricci del conte Ottavio, dallo pseudonimo appunto da lui impiegato principalmente. Altri pseudonimi da lui utilizzati furono Lord Bonfil, Sisifo e Tantalo: quest'ultimo lo impiegò per firmare gli elzeviri che pubblicava sul Corriere, gli stessi che poi raccolti vennero pubblicati nell'opera intitolata Cose viste, pubblicati in sette volumi tra il 1923 e il 1939 e poi in edizione definitiva in due volumi nel 1951. Nel 1905 si sposò con Fernanda Gobba (1886-1970): con lei si trasferì a vivere a Firenze e da lei, nel 1911, ebbe la sua unica figlia chiamata Paola (1911-1978). A Firenze abitò prima in Via della Robbia e poi nella Villa il Salviatino, da lui acquistata nel 1912, che divenne tra il 1920 e il 1940 anche un importante salotto letterario. Nello stesso anno fu anche nominato membro della Commissione Centrale per i Monumenti e per le Opere di Antichità. Sempre nel 1905 pubblicò il suo primo lavoro teatrale con un atto unico intitolato “Un garofano”, messo in scena da Ettore Petrolini (1884-1936) e dalla compagnia Talli-Gramatica-Calabresi per la prima volta nel 1905 a Torino. Quest'anno nacque, presso il Corriere, la Terza pagina ed Ojetti 3 assieme a Ettore Janni (1875-1956) affiancò Albertini nella sua redazione. Nel 1910, assieme a Renato Simoni4 (1875-1952) scrisse anche una commedia, intitolata Il matrimonio di Casanova. Nel 1909 riuscì a far entrare al Corriere, come collaboratore, Luigi Pirandello (1867-1936): questi tenne a partire dal 4 ottobre la rubrica Mondo di carta, che terminò nel 1936, anno della morte del drammaturgo. Un'altra persona che in quegli anni introdusse al Corriere, anche se poi se ne andò, fu il politico nazionalista Roberto Forges Davanzati (1880-1936). Nel 1912 ricoprì la carica di consigliere effettivo del Consiglio Superiore di Antichità e Belle Arti. Ojetti partecipò come volontario alla prima guerra mondiale: si arruolò nel 1915 con il grado di sottotenente e venne poi promosso fino al grado di capitano, ricevendo una decorazione al valore militare e promozioni per meriti. Anche in questo periodo si occupò d'arte e scrittura, venne incaricato dal Comando supremo di salvare e proteggere gli oggetti d'arte e i monumenti nella zona di guerra (da questa esperienza nacque il libro I monumenti italiani e la guerra del 1917), di recuperare quelli dispersi dopo la rotta di Caporetto, opera che compì con Corrado Ricci (18581934, direttore generale delle Belle Arti al ministero dell'Istruzione) ed Ettore Modigliani (18731947, direttore della Pinacoteca di Brera), entrambi a loro volta collaboratori del Corriere. Redasse anche il secondo volantino5, dopo quello di Gabriele D'Annunzio, che fu sparso in 350.000 copie nei cieli di Vienna, nell'impresa aerea del 9 agosto 1918. In qualità di commissario dell'Ufficio stampa e propaganda del Comando supremo dell'esercito (dal 1915 al 1918), fu anche il redattore dei bollettini ufficiali emanati con le firme dei generali comandanti Luigi Cadorna (1850-1928) ed Armando Diaz (1861-1928), tra cui molto probabilmente anche del bollettino n.1268 ossia il Bollettino della Vittoria6, si occupò dello scambio del materiale fotografico proveniente dal fronte e avanzò proposte per l'impiego del cinematografo come strumento di propaganda tra le truppe. Dopo il conflitto tornò all'attività giornalistica e letteraria e venne nominato, nel 1920, membro della commissione incaricata dal Ministero della Pubblica Istruzione della riforma dell’insegnamento artistico. Nel 1921 pubblicò il romanzo Mio figlio ferroviere, poi presentato come importante testo della vigilia dell'avvento del fascismo. Nel 1922 iniziò una collaborazione stabile con “Il Corriere della Sera”, articoli denominati Cose viste (anche da questa collaborazione trasse dei volumi omonimi). Divenne direttore di questo giornale il 18 marzo 19267, succedendo a 2 3 4 5 6 7 2 Dalla raccolta degli articoli pubblicati con questo pseudonimo nacque nel 1909 l'opera I capricci del Conte Ottavio. Negli anni successivi, per quanto riguarda il settore artistico, gli si affiancarono anche Roberto Papini (1883-1957), dal 1926 al 1943, e Giovanni Titta Rosa (1891-1972) dal 1941 al 1943. Dal 1903 era redattore del Corriere della sera, e nel 1914 divenne critico drammatico del giornale. Il testo è disponibile al seguente indirizzo: http://www.storiaxxisecolo.it/grandeguerra/gmdocu3.htm La paternità per questo è controversa, cfr. http://www.comune.cinisello-balsamo.mi.it/pietre/spip.php?article643 Per questa sua nuova veste si fece affiancare, come segretario personale, dallo scrittore fascista Valentino Piccoli Mirko Riazzoli [email protected] Pietro Croci (1871-1938), carica che lasciò nel 1927 8, il 18 dicembre, a favore di Maffio Mafii (1881-1957). Mantenne però la sua collaborazione fino al 1939, diversamente dai predecessori, curando varie rubriche intitolate: Capricci, Cronache d’arte, Cronache femminili, Domande, Libri d’arte. In tutti questi anni al Corriere riuscì a riportarvi Grazia Deledda come collaboratrice dopo che nel 1926 questa era passata per un periodo a collaborare con il “Secolo”. Durante la sua non lunga direzione il Corriere acquisì anche un nuovo importante collaboratore, il filosofo Giovanni Gentile, che iniziò a lavorarvi nel marzo 19279. Dopo la direzione del Corriere si occupò più specificatamente di arte e letteratura, fondando la rivista d'arte “Dedalo”10 (uscita dal giugno 1920 al 1933), dal gennaio 1929 diresse la rivista mensile “Pegaso”11 (Pegaso. Rassegna di lettere e arti, rivista edita a Firenze da Le Monnier e poi, dal 1932 al 1933, a Milano-Firenze da Treves-Treccani-Tumminelli) fino al giugno 1933 e pubblicando 54 fascicoli del giornale. Nel numero di apertura di quest'ultima rivista si ritrova una lettera d'apertura inviata a “Sua Eccellenza Benito Mussolini” nella quale scriveva: Contro la persistente babele architettonica degli edifici e dei monumenti, almeno le fabbriche sulle quali il Regime mura i fasci littori dovranno essere riconoscibili anche tra un secolo. Quanto alla pittura, converrà che i giovani rappresentino in durevole forma d'arte le cronache illustrative dei fasti e delle opere del regime. Nel campo letterario, il Capo, nato scrittore, potrà intervenire statalmente con scuole bene ordinate e biblioteche comode e ricche, sviluppando quelle organizzazioni parallele capaci di salvaguardare e interpretare la cultura classica, secondo lo spirito della riforma gentiliana. Infine fu direttore a Milano, per due anni, appunto dal '33 al '35, della rivista di lettere, musica e arte “Pan”12 edita da Rizzoli e c., fondata sulle ceneri della precedente esperienza fiorentina della “Rassegna di lettere” ed “Arti Pegaso”. Su queste riviste accolse anche articoli di personalità non ben accette dal regime come Leone Ginzburg (1909-1944), Massimo Mila (1910-1988) e Arrigo Cajumi (1899-1955). Aderì al fascismo, a cui dovette in buona parte la nomina nel Corriere, fu tra i firmatari del Manifesto degli intellettuali fascisti13 pubblicato il 21 aprile 1925 e venne nominato il 23 ottobre 1930 Accademico d'Italia, grazie all'appoggio del suo amico Luigi Federzoni (1878-1967). Già nel 1924 era stato posto il suo nominativo tra i candidati alla nomina a Senatore del Regno ma la Commissione incaricata di valutare i titoli dei candidati sostenne la presenza di problemi di censo per Ojetti (in realtà questo era un errore che venne poi corretto). Questi quindi inviò al presidente del Senato, Tommaso Tittoni (1855-1931), una lettera in cui protestava per una simile scelta, ritenendo che i suoi meriti culturali fossero il vero criterio di scelta e rifiutò quindi la possibile nomina. A favore di questa scelta giocò anche la solidarietà verso il poeta ed amico Salvatore di Giacomo (1860-1934), escluso per la stessa ragione. Fino al 1933 fece parte del consiglio di amministrazione dell’Enciclopedia Italiana, un'importante iniziativa culturale appoggiata del regime che era stata fondata nel 1925 per iniziativa dell'industriale e mecenate Giovanni Treccani (1877-1961) e del filosofo Giovanni Gentile (18751944). In questo ambito ricoprì anche la funzione di direttore della sezione "Arte" fino al 1929, assieme a Giovanni Pietro Toesca (1877-1962, storico dell'arte). 8 9 10 11 12 13 3 (1892-1938), che allontanò però già in settembre per la sua intransigenza politica. La decisione del suo allontanamento venne presa dal Gran Consiglio del Fascismo e comunicata ai Crespi, i proprietari del giornale. Sempre in questo periodo, nel marzo 1926, il Corriere per volontà di Ojetti assunse lo scrittore Vittorio (detto Orio) Vergani (1899-1960) come redattore e lo storico Gioacchino Volpe (1876-1971) come collaboratore. La collaborazione di quest'ultimo la si deve anche all'intervento di Mussolini. La rivista digitalizzata è disponibile al seguente indirizzo: http://periodici.librari.beniculturali.it/visualizzatore.aspx? anno=1920-1921&ID_testata=13&ID_periodico=8350 La rivista digitalizzata è disponibile al seguente indirizzo: http://periodici.librari.beniculturali.it/PeriodicoScheda.aspx?id_testata=56 La rivista digitalizzata è disponibile al seguente indirizzo: http://periodici.librari.beniculturali.it/PeriodicoScheda.aspx?id_testata=95&Start=0 Il testo è disponibile al seguente indirizzo: http://www.alterhistory.altervista.org/Documenti/testiGET.php? titolotesto=InFascisti Mirko Riazzoli [email protected] Ojetti e le iniziative culturali Nel campo artistico, oltre a essere un critico, Ojetti fu anche organizzatore di mostre d'arte, a Firenze nel Palazzo Vecchio nel 1911 organizzò la Mostra del ritratto italiano dal 1500 al 1861 (in occasione del cinquant'anni dell'Unità), nel 1921 organizzò alla Galleria Pesaro di Milano la mostra "Arte Italiana Contemporanea", in cui venivano raccolte opere di esponenti del tardo impressionismo ottocentesco e giovani artisti. Nel 1922 organizzò la mostra della pittura italiana del Seicento e Settecento, sempre a Firenze a Palazzo Pitti, con l'intento di rivalutare l'arte barocca. Nel 1924 presentò, nella stessa galleria, la mostra "Venti Artisti Italiani", comprendente artisti del "Realismo magico" come Giorgio de Chirico, Felcie Casorati, Francesco Menzio, Luigi Chessa, Virgilio Guidi, Antonio Donghi, Francesco Trombadori, Cipriano Efisio Oppo e Giorgio Trentin. Nel 1928 organizzò la Mostra della Pittura Italiana dell’800 alla XVI Biennale di Venezia. Nel 1931 la mostra del Giardino italiano a Firenze presso Palazzo Vecchio, nel 1935 la Mostra del Cinquecento a Palazzo Strozzi, nel 1937 la Mostra Giottesca, sempre a Firenze e la Mostra Medicea a Palazzo Riccardi nel 1939. Partecipò anche come membro ai comitati organizzatori di mostre straniere come l’Exhibition of Italian Art (1200-1900), presentata alla Royal Academy di Londra nel 1930, e l’Exposition de l’Art Italien de Cimabue à Tiepolo, allestita a Parigi nel 1935. Nel complesso nel campo artistico promosse un atteggiamento conservatore: questo lo portò a cercare di far rientrare il movimento del Novecento all'interno dell'alveo fascista. Rifiutò i movimenti artistici europei e in particolare quelli astratti, sostenendo invece un “ritorno al classico” e ai valori nazionali e tradizionali, fino a tenere un discorso contro l’arte moderna nel 1932 e ad approvare la censura hitleriana contro le avanguardie artistiche. Dette vita ad importanti iniziative editoriali, come Le più belle pagine degli scrittori italiani scelte da scrittori viventi, per l'editrice Treves nel 1933 e l'ideazione della collana de I Classici italiani per la Rizzoli. Morte Morì sulle colline di Fiesole (Firenze), nella sua villa del Salviatino, il 1° gennaio 1946, dopo aver perso anche la qualifica di giornalista, essendo stato cancellato dall’albo nel 1944 per via della sua partecipazione al regime fascista. Verrà poi sepolto nella Badia Fiesolana: sulla sua lapide vi è scritto “Qui riposa Ugo Ojetti, Romano. Amò e servì le Arti e la Lingua d'Italia. Le più limpide e umane sulla terra e per questo care a Dio”. Post mortem Dopo la sua morte gli sono state intitolate alcune strade in varie città italiane. Nel 1977 sua figlia, Paola Ojetti, anch'ella giornalista, donò al Gabinetto di Vieusseux di Firenze la biblioteca paterna, contenente circa 100.000 volumi. Il fondo, prende il nome di Ugo e Paola Ojetti. 4 Mirko Riazzoli [email protected] Approfondimenti http://emeroteca.braidense.it/ricerche/ricerca_articoli.php Disponibili online articoli scritti da Ojetti. http://www.erasmo.it/liberale/testi/1445.htm Testo di un'intervista ad Ojetti. http://www.vieusseux.fi.it/archivio/fondi_acb.html Fondo Ugo e Paola Ojetti. http://www.youblisher.com/p/149831-Francesca-Antonacci-Catalogo-Mostra-Dedalo/ Gli Anni di Dedalo. Opera a Stampa Ad Atene per Ugo Foscolo, Milano, Treves, 1928 Alla scoperta dei letterati: colloquii con Carducci, Panzacchi, Fogazzaro, Lioy, Verga, Milano, Fratelli Dumolard, 1895 Andrea Mantegna: discorso tenuto nel Palazzo Ducale di Mantova il 1° ottobre 1931 pel quinto centenario della morte di Andrea Mantegna, Roma, Reale Accademia d'Italia, 1931 Atlante di storia dell'arte italiana, voll. 2, Milano, Fratelli Treves, 1925-34 Bello e brutto, Milano, Treves, 1930 Cesare Pascarella: commemorazione tenuta l'8 maggio 1941 nella Reale Accademia d'Italia, Roma, s.n., 1941 Confidenze di pazzi e savii sui tempi che corrono, Milano, Treves, 1921 Cose viste, voll. 7, Milano, Fratelli Treves Editori, 1923-39 D'Annunzio: amico, maestro, soldato: 1894-1944, Firenze, Sansoni, 1957 Donne, uomini e burattini, Milano, Fratelli Treves, 1912 Elogio di Giovanni Segantini, detto al teatro sociale di Trento la sera del 22 dicembre 1899: per il monumento ad Arco, Trento, Tip. Kupper e Fronza, 1900 Giotto: discorso letto il 27 aprile 1937 a Firenze in Palazzo Vecchio alla presenza di S. M. il re e imperatore nel sesto centenario della morte del pittore, Roma, Reale Accademia d'Italia, 1937 I capricci del conte Ottavio, voll. 2, Milano, Treves, 190809 I monumenti italiani e la guerra (a cura dell'Ufficio speciale del Ministero della Marina), Milano, Alfieri & Lacroix, 1917 I nani tra le colonne, Milano, Fratelli Treves, 1920 I taccuini: 1914-1943, Firenze, Sansoni, 1954 Il cavallo di Troia, Milano, Baldini, Castoldi & c., 1904 Il gioco dell'amore: romanzo, Milano, Baldini, Castoldi & c., 1905 Il martirio dei monumenti, Milano, Treves, 1917 Il matrimonio di Casanova: commedia in quattro atti (con Simoni), Milano, Treves, 1910 Il monumento a Vittorio Emanuele in Roma e le sue avventure (narrate da Ugo Ojetti), Milano, Fratelli Treves, 1907 Il vecchio, Sesto S. Giovanni, Madella, 1915 In Italia, l'arte ha da essere italiana?, Milano, A. Mondadori, 1942 L'Albania, Torino, Roux e Viarengo, 1902 5 L'America e l'avvenire, Milano, F.lli Treves, 1905 L'America e la fiducia in noi stessi, Napoli, Stab. tip. Pierro e Veraldi, 1899 L'America vittoriosa, Milano, Treves, 1899 L'amore e suo Figlio, Milano, F.lli Treves, 1913 L'arte classica (con Luigi Dami, Giuseppe Lugli), Milano, Garzanti, stampa 1945 L'avvenire della letteratura in Italia, Roma, Società editr. Dante Alighieri, 1896 L'Italia e la civiltà tedesca, Milano, Rava & C., 1915 L'Italia e la guerra tedesca, Milano, Rava, 1915 L'onesta viltà, Roma, E. Voghera, 1897 La decima esposizione d'arte a Venezia, 1912, Bergamo, Istituto italiano d'arti grafiche, 1912 La pittura ferrarese nel rinascimento: discorso tenuto a Ferrara il 7 maggio 1933 per aprire le feste ariostesche, Roma, Reale accademia d'Italia, 1933 La pittura italiana del Seicento e del Settecento, MilanoRoma, Bestetti e Tumminelli, 1924 La pittura italiana dell'Ottocento, Milano-Roma, Bestetti e Tumminelli, 1929 La Università delle Arti decorative in Monza: discorso inaugurale, Milano, Tip. Scuola del Libro, 1922 Le belle arti dall'Hayez ai fratelli Induno: conferenza, S.l., s.n., 19.. Le ore del peccato, Milano, Baldini & Castoldi, 1911 Le vie del peccato, Milano, Baldini, Castoldi & c., 1905 Mimi e la gloria, Milano, Baldini Castoldi, 1909 Mio figlio ferroviere: romanzo, Milano, Treves, 1922 Ottocento, Novecento e via dicendo, Milano, A. Mondadori, 1936 Paesaggi, Roma, Tip. Forzani e C., 1892 Paolo Veronese, Milano, F.lli Treves, 1928 Più vivi dei vivi, Milano, A. Mondadori, 1938 Raffaello e altre leggi, Milano, Fratelli Treves, 1921 Ricordi d'un ragazzo romano; Note d'un viaggio tra la morte e la vita, Milano, Rizzoli, 1958 Ritratti d'artisti italiani, voll. 2, Milano, Fratelli Treves, 1911-23 Roma e le provincie liberate, Milano : Fratelli Treves, 1919 Romano Dazzi, Milano, Galleria Pesaro, [19..] Salvatore di Giacomo: commemorazione letta il 14 marzo 1935, Roma, Reale Accademia d'Italia, 1935 Mirko Riazzoli Scrittori che si confessano, Milano, Treves, 1926 Senza Dio, Milano, L. Omodei Zorini, 1894 Sessanta, Milano-Verona, A. Mondadori, 1937 Telemaco Signorini e i "macchiaioli" fiorentini, Roma, Soc. ed. Dante Alighieri, 1901 Tintoretto, Canova, Fattori, Milano, Treves, 1928 Tiziano e il Cadore: discorso tenuto a Pieve di Cadore il 7 [email protected] agosto 1932 per inaugurare la casa di Tiziano restaurata, Roma, Reale Accademia d'Italia, 1932 Tre secoli di pittura napoletana: discorso detto a Napoli in Castelnuovo il 15 marzo 1938 alla presenza di sua maestà il re e imperatore, Roma, Reale accademia d'Italia, 1938 Vita vissuta (a cura di Arturo Stanghellini), Milano, A. Mondadori, 1942 Bibliografia http://circe.lett.unitn.it/attivita/tesi/bonins.pdf http://archiviostorico.corriere.it/2010/giugno/25/Ojetti_arbitro_del_gusto_co_9_100625093.shtml Ojetti L' arbitro del gusto, Pagina 54/55, 25 giugno 2010, Corriere della Sera http://www.info.roma.it/personaggi_dettaglio.asp?ID_personaggi=2791 http://biografieonline.it/biografia.htm?BioID=2748&biografia=Ugo+Ojetti http://www.cristinacampo.it/public/ugo%20ojetti.pdf http://www.labiennale.org/it/arte/storia/origini.html?back=true http://www.progettobabele.it/Consiglilettura/uojetti.php http://www.scuolaromana.it/personag/ojetti.htm http://www.spaziodi.it/magazine/n0606/vd.asp?id=1835 http://www.treccani.it/enciclopedia/ojetti_%28Enciclopedia_Italiana%29/ http://www.treccani.it/enciclopedia/ojetti_res-85151048-87e6-11dc-8e9d-0016357eee51_%28EnciclopediaItaliana%29/ http://www.treccani.it/enciclopedia/ugo-ojetti/ http://www.treccani.it/istituto/profilo/persone/protagonisti/pers_ojetti.html http://www.vieusseux.fi.it/biblio/fondi/ojetti.html (Fondo Ojetti) Eugenio Marcucci, Giornalisti grandi firme: l'età del mito, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2005 Glauco Licata, Storia del Corriere della Sera, Milano, Rizzoli, 1976 Victoria de Grazia e Sercio Luzzatto (A cura di), Dizionario del Fascismo Volume Secondo, Torino, Einaudi, 2005 6
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