squilla luglio agosto 2010 - CP Madonna del Pilastrello Bresso
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squilla luglio agosto 2010 - CP Madonna del Pilastrello Bresso
squilla luglio agosto 2010 5-07-2010 17:00 Pagina 1 a l SQUILLA Mensile della Parrocchia SS. Nazaro e Celso Bresso Visita Pastorale 2010 Le chiese del Decanato: SS Salvatore in Cormano ’AC a con l m o R A o ampier ni i G n o D a 65 an d e t e r 0 p le 201 a i r e f o i Orator Anno LXXXI - Numero 7-8 - Luglio/Agosto 2010 squilla luglio agosto 2010 5-07-2010 17:00 CARTOLERIA • GIOCATTOLI ARTICOLI RELIGIOSI • GIOCHI PIRICI CAPPELLETTI Via Centurelli, 42 - BRESSO - Tel. 02.6100050 www.cappelletti.biz - [email protected] Pagina 2 FERRAMENTA - UTENSILERIA - ELETTRICITÀ Sala & Magni s.r.l. FORNITURE e ATTREZZATURE INDUSTRIALI 20091 Bresso (Milano) Via A. Manzoni, 28 - Tel. 02.6100845 Servizi Funebri Nebuloni s.r.l. 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La celebrazione è l’approdo di un percorso, serio e intenso, con cui le nostre Parrocchie li accompagnano: vale la pena di raccontarlo. Quando, un anno prima della data, suonano il campanello del parroco per chiedere “informazioni sul corso”, molti mostrano una mal dissimulata diffidenza: i preti, la Chiesa, la “religione dei no”, e la loro distanza di anni da una vita di fede, stridono profondamente con la bellezza del loro amore, che sentono grandiosa, tumultuante, unica. Due cose agli antipodi: il loro amore e la Chiesa. E questo li fa diffidenti, temendo che qui li si voglia giudicare (il 70% di loro già convive), imbrigliare di regole, catturare. Basta un po’ di ascolto, di accoglienza, di calore, e generalmente scatta una simpatia reciproca. Simpatia che si alimenta con le coppie che li accompagnano nel percorso verso il matrimonio, e si trasforma in interesse prima, in sorpresa inimmaginata poi, man mano che sono aiutati a interpretare alla luce del Vangelo l’amore grandioso che li sta portando al matrimonio. È una sorpresa per loro scoprire che ciò che provano è, nientemeno!, il tocco di Dio più umano, più universale, più divino con cui Lui dice: “Vedi che puoi fidarti? Che puoi fidarti di questo amore, che puoi fidarti di me?”. È una sorpresa per noi sentirli raccontare del loro amore con i termini che i cristiani usano per raccontare della loro fede: “gratitudine, immeritato dono, assoluto, grazia, vita ribaltata, luce, pace, gioia, forza, donazione, eterno”. Dio ha vie strepitosamente grandi M per toccare il cuore dell’uomo e rendergli possibile la via della felicità: perché di questo si tratta. Da rimanere senza parole e fiduciosi, molto molto fiduciosi sul futuro. Chi riconosce più in loro quei giovani relativisti, cinici, chiusi su di sé, senza valori, e chissà cos’altro, con cui siamo abituati frettolosamente a definirli? Così il matrimonio diventa maledettamente serio: quando si prepara con loro l’omelia delle nozze, alla luce della parola di Dio da loro scelta, ti chiedono: “Don, dillo forte ai nostri amici di non giocare con l’amore, di non aver paura di prenderlo sul serio, di sbilanciarsi anima e corpo quando hanno capito che è quello giusto: è troppo bello!”. Questi qui fanno maledettamente sul serio. Bisogna non lasciarli soli. Dopo il matrimonio il rischio è che ricadano in uno stile di vita ammorbato da apparire, avere e potere (ovvio, dopo trent’anni di queste televisioni, sulle quali, senza moralismi ma con chiarezza, dobbiamo pronunciarci: e i più giovani oggi con il web, poi...). Questi fanno maledettamente sul serio. Dobbiamo poter contare su giovani coppie che si fanno loro vicino, che li accompagnino senza catturarli, che condividano con loro gioie e dolori dei primi allenamenti della vita matrimoniale; famiglie che facciano sentire la maternità di Dio e della Chiesa, che con loro imparino a discernere ed esercitare stili di vita conformi a quel grandioso amore che per grazia è stato loro dato. Perché facciano tracimare fuori dalla loro casa – mai trasformata in salotto – quell’amore che è sale del mondo. Sì, questi fanno maledettamente sul serio. Il prevosto don Angelo 3 squilla luglio agosto 2010 5-07-2010 17:00 Pagina 4 la nostra comunità Rinati al fonte battesimale Riposano in Cristo GALBARINI Anna CANGI Mia CAIMI Alessio CASATI Isabella BALLINI Diana BALLINI Layla PEDRETTI Andrea ZORZITTO Ezio di anni 63 ANGIONI Antonio di anni 81 TAZZI Giuseppina Maria di anni 66 LAURÀ Maria di anni 80 BRICCHI Rita di anni 78 ANDREGHETTI Eros Elio di anni 68 GIURIOLA Cesare di anni 84 BRAGHIERI Laura di anni 49 Sposati nel Signore TAMANI Pierluigi Alberto con CREMONESI Beatrice Paola BRIOSCHI Alessio con REDIGOLO Valeria BARONE Vito con CAPPELLETTI Cristina SIESA Alessandro con ZILIO Germana FERZOLA Enrico con RAZZA Valeria DE PONTI Luca con VITALE Lucia Legati del mese di Luglio 1 3 5 9 10 12 15 20 22 23 ore ore ore ore ore ore ore ore ore ore ore 7 9 7 7 9 9 9 7 7 7 9 REGONDI Giuseppe e GRANELLO Matilde ANNONI Angelo AULETTA Antonio e AGOVINO Saveria PRINA Francesco e SAVINI Agnese LOCATELLI Sonia DE PONTI Antonia e STRADA Carlo TAGLIABUE Enrico e STRADA Angela GIUSSANI Ambrogio e DE PONTI Luigia RISI Innocenta COMI Don Giulio STRADA Alessandro e Alberto Legati del mese di Agosto 4 14 20 26 ore ore ore ore 9 9 9 9 ORIANI Erminio e Isolina ANNONI Giancarlo ORIANI Luigi e ROSSONI Carla ROSSONI Carla e ORIANI Luigi Per verificare i legati in suffragio dei defunti il Parroco chiede ai parenti - qualora non l’avessero già fatto gli scorsi anni di passare in Segreteria Parrocchiale (lun-ven h. 17.30-19). 4 squilla luglio agosto 2010 5-07-2010 17:00 Pagina 5 notiziario La Terza Età a Vigevano La Terza Età ha proposto un pomeriggio d’arte e fede: e subito il pullman si è riempito. Giovedì 3 giugno, 45 persone hanno incontrato l’armonia a Vigevano: la piazza più bella d’Italia (così, almeno, si dice lì: ma è bella davvero!), l’elegante duomo, il fascinoso castello, l’Eucaristia celebrata insieme, e poi un bel gelato. Spesso basta poco per allontanare nubi e grattacapi dal nostro cuore: la bellezza, infatti, è la cura migliore per non intristire. Quando poi la bellezza è accompagnata da uno stile fraterno, allora l’accoppiata è vincente. La Terza Età ci aspetta di nuovo a settembre, ogni giovedì alle ore 15, presso la palazzina delle ACLI. E per chi sa lavorare di taglio, cucito e ferri, ogni mercoledì, stessa ora, stesso luogo. PERCORSO VERSO IL MATRIMONIO CRISTIANO Autunno 2010 Mercoledì 8 settembre inizia in Parrocchia il Percorso verso il matrimonio cristiano. Le iscrizioni si ricevono già da ora in casa parrocchiale (lunedì-venerdì, 17.30-19), con un colloquio di conoscenza reciproca con il parroco. Inizio percorso nelle altre parrocchie bressesi: Madonna della Misericordia: martedì 14 settembre – s. Carlo: giovedì 23 settembre Cinema San Giuseppe Chiusura per pausa estiva Riprenderemo la programmazione il 3 settembre. Buona estate a tutti. 5 squilla luglio agosto 2010 5-07-2010 17:00 Pagina 6 consiglio pastorale Dopo la visita del Cardinale Tettamanzi I vettori della pastorale Verso una “Carta di comunione e missione” nel Decanato di Bresso. di Giulia Marcarini erminata la visita pastorale, ecco un nuovo compito: stendere una “Carta di comunione e missione”, in cui far emergere i vettori della pastorale nel Decanato di Bresso. Non una nuova carta costituzionale, ma un testo agevole e di indirizzo, da declinare poi sul campo: i CPP delle Parrocchie bressesi hanno esaminato la bozza che, preventivamente, i nostri preti avevano elaborato, sulla base dell’ampio discernimento compiuto dai laici preparando la visita pastorale. Partendo da lì, ecco quattro ambiti strategici. La pastorale della famiglia Ci è stata sottoposta la necessità di curare al meglio la preparazione al matrimonio e il conseguente accompagnamento delle nuove famiglie, anche, e non solo, durante il cammino di iniziazione cristiana. Con la coscienza delle potenzialità di uno strumento quale il Centro per la famiglia, si è anche sottolineato quanto sia importante che poi il lavoro di pastorale si articoli nelle singole città pur mantenendo un coordinamento a livello decanale. La pastorale giovanile Ci è stata presentata come sfida per la Chiesa, con l’obiettivo di consentire che i giovani incontrino Gesù; per questo ci veniva sottolineata l’importanza di essere con i giovani e di cooperare nell’affrontare questo traguardo. La pastorale della carità Ci è stato proposto come ambito portante della nostra pastorale, in quanto linguaggio principe della Chiesa inte- T ra. A tale proposito si sottolineava, dal punto di vista organizzativo, l’importanza della Caritas per tutte le nostre città. La pastorale della cultura È emerso dalla bozza come noi generiamo cultura con il fatto stesso di esistere: e perché questa vita diventi “cultura riflessa” occorre coordinare e valorizzare le diverse realtà culturali cristiane presenti sul nostro territorio (sale della comunità, centri culturali, periodici e informatori, siti web parrocchiali...) e porli in dialogo con le altre realtà presenti sul territorio. Il dibattito ha puntualizzato meglio alcuni elementi. Innanzitutto la realtà dei migranti, elemento da sottolineare sia per quanto riguarda la pastorale giovanile, sia per quella della cultura: si parla infatti della nostra città di domani. Anche sulla pastorale giovanile è utile un appunto: occorre incontrare i giovani dove ora essi sono: la scuola in primis. Sappiamo quanto siano risorsa pastorale quelli, tra loro, che già hanno incontrato Gesù, perché diventano anch’essi soggetti evangelizzanti: e in questo l’oratorio è ancora prezioso. Non ci dobbiamo dimenticare, però, che è essenziale il sostegno della comunità adulta per non perdere di vista l’obbiettivo o se non si sa esattamente come giungervi. Infine ci è sembrato utile accentuare l’importanza di non ridurre queste linee di pastorale a principi utili solo alla stesura di una carta. Devono diventare realtà vive, declinate nelle nostre Parrocchie e comunità. Sarà il cammino del 2011. 6 squilla luglio agosto 2010 5-07-2010 17:00 Pagina 7 consiglio vita parrocchiale pastorale In cammino con Jacopo e Sandra, due giovani divenuti cristiani Un regalo anzitutto per noi di Stefania e Alessandro Palladini ià quattro anni fa, quando si era trattato di accompagnare al battesimo Jacopo, avevamo risposto con entusiasmo alla richiesta fatta da don Angelo. Per noi era come proseguire il cammino da educatori che per tanti anni ci aveva visti impegnati con adolescenti e giovani in Oratorio. Con Sandra si è ripetuto il cammino biennale di iniziazione cristiana che l’ha condotta a diventare cristiana, la notte di Pasqua. Ancora una volta il percorso di Sandra è stato anche il “nostro”: i temi affrontati, riassumibili intorno alla figura di Gesù e alla formula del Credo, ci hanno nuovamente interrogato, costringendoci a riverificare i nostri orientamenti. Anche per noi, e non solo per Sandra, il cammino che abbiamo percorso, fatto di incontri serali con cadenza bisettimanale, è stato un dono che ci ha permesso di non burocratizzare la nostra fede, ma di tenerla sempre viva. Per me (Alessandro), è proprio alle domande di Jacopo prima, e di Sandra poi, che devo, ad esempio, la ripresa dei miei studi sullo Spirito Santo, la figura meno conosciuta della Trinità, attraverso l’approfondimento di quei Concili dove più se ne è dibattuto (Concilio Costantinopolitano I e quello di Ferrara-Firenze) e sulle eresie dei primi secoli del cristianesimo, che più hanno influito per antitesi G alla formulazione del Credo. In effetti, le domande poste da un adulto che sta cercando di conoscere i contenuti del nostro Credo sono disarmanti nella loro semplicità e difficilmente aggirabili. Eccone un campionario: “Se Dio è Uno, come fa a essere anche Trino?”, “Qual è il ruolo dello Spirito Santo nella Trinità?”, “Che cosa vuol dire che Gesù è vero uomo e vero Dio?”, “Chi è un profeta?”, “Che cosa sono i Sacramenti?”. Questioni diverse, alle quali, pur seguendo un percorso, abbiamo voluto provare a dare una risposta. Io (Stefania) in questi anni ho potuto comprendere meglio il significato di “essere Chiesa”: la nostra vita si è intrecciata con quelle di Jacopo e di Sandra: abbiamo condiviso con loro non solo il cammino verso il battesimo, ma anche eventi personali quali il matrimonio di Jacopo con Silvia, la ricerca della casa di Sandra, la nascita di Tommaso… Essere Chiesa è anche questo: non solo adempiere “ai doveri di buon cristiano”, ma vivere la propria quotidianità facendoti prossimo di chi ti è accanto (l’amico, il vicino, il familiare) che, proprio come te, giorno dopo giorno, percorre quella strada alla ricerca del Senso, che noi abbiamo trovato in Gesù Cristo. Che dire? Siamo noi a dover ringraziare Jacopo prima e Sandra ora per il regalo che ci hanno fatto! 7 squilla luglio agosto 2010 5-07-2010 17:00 Pagina 8 colori dell’oratorio Oratorio feriale 2010 Mondiali a Bresso Scontri amichevoli Sfida in campo 8 squilla luglio agosto 2010 5-07-2010 17:00 Pagina 9 colori dell’oratorio Animatrici in campo Gara con la farina Novelli macisti 9 squilla luglio agosto 2010 5-07-2010 17:00 Pagina 10 colori dell’oratorio In cantiere un libro sulla sua storia 1932-oratorio San Giuseppe-2012 Una scuola di vita di A. G. bbene sì, come si evince chiaramente dal titolo, abbiamo intenzione di imbarcarci in questa nuova avventura. Riscrivere “a più mani” (nel senso che saranno coinvolte diverse persone sia in veste di protagoniste delle varie epoche, sia come veri e propri coautori) l’ormai quasi centenaria storia del nostro oratorio è un’idea che ci affascina. Uno spicchio di storia locale da offrire alla conoscenza e alla riflessione dei concittadini. Fare memoria di quanto il passato ci ha lasciato in eredità e rivivere le vicende umane della nostra comunità attraverso la cronaca degli avvenimenti e le testimonianze delle persone coinvolte a vario titolo ha lo scopo di far cogliere l’importanza del ruolo educativo svolto ieri e oggi dall’oratorio e di valorizzarne le iniziative. Infatti, ancora oggi, in tutta la Diocesi Ambrosiana, ma anche altrove, la forma più convalidata dall’esperienza e la più diffusa per l’educazio- E ne cristiana dei giovani è l’oratorio, una scuola di vita dove si sono formate numerose generazioni. Questo lo schema che abbiamo pensato : Cap. 1) Progetti educativi nell’oratorio ambrosiano - da inizio ’900 ai nostri giorni (a cura della redazione) Cap. 2) Cronistoria - dal 1900 a oggi, con divisione in periodi omogenei (a cura della redazione) Cap. 3) Presentazione dei coadiutori dell’oratorio - stesso periodo (a cura dei medesimi, oppure di famigliari o conoscenti) Cap. 4) Presentazione delle vocazioni maschili e femminili scaturite dagli oratori (a cura degli stessi, di famigliari o conoscenti) Cap. 5) Racconti da parte di alcuni Metà anni’60 Il campo sportivo dell’oratorio di via Galliano (foto dal libro “Il pilastrello del quinto miglio) 10 squilla luglio agosto 2010 5-07-2010 17:00 Pagina 11 colori dell’oratorio testimoni delle varie epoche dell’oratorio (episodi più significativi narrati da nonni, genitori, figli, ecc.) Polisportiva, passando per la Castela (a cura della Polisportiva). Chiediamo pertanto la collaborazione di tutti coloro che fossero interessati a far pervenire presso la redazione della “Squilla” il materiale utile per la stesura di questa storia secondo lo schema proposto: scritti, fotografie, testimonianze... possibilmente entro la fine dell’anno. Grazie. Cap. 6) Le Giornate Mondiali della Gioventù raccontate dalla viva voce dei protagonisti (a cura dei partecipanti alle Giornate Mondiali) Cap. 7) Lo sport nell’oratorio dall’Unione Sportiva Speranza alla Fine anni’50 Parte del gruppo ciclistico “Brambilla” nel campo sportivo del vecchio oratorio in via Roma ang. piazza Immacolata. 11 squilla luglio agosto 2010 5-07-2010 17:00 Pagina 12 gruppi, associazioni, movimenti Pellegrinaggio a Roma degli amici dell’Azione Cattolica sulle orme di San Pietro Città di Roma: Casa Tra Noi di Valentina Villa ra noi”, potremmo dire, diviene slogan ufficiale del pellegrinaggio a Roma svolto dall’11 al 13 giugno dagli amici dell’Azione Cattolica. Tra noi, anche un bel gruppo di parrocchiani della Madonna della Misericordia, con cui amiamo condividere svariati momenti comunitari. E infatti, “non sembrate due Parrocchie”, tuona don Angelo già la prima sera, a complimento di una fraternità certa. Fraternità evidente l’indomani anche con turisti sconosciuti, che circondano Luca Frigerio mentre illustra Caravaggio. Tre giorni, tra noi, per spirito di conoscenza e curiosità, alla scoperta delle preziose memorie “petrine” custodite nell’Urbe, meta non più così distante grazie a sole tre ore di Alta Velocità. Ebbene sì, 3 ore, come la durata della visita alla coppia vincente rappresentata da Basilica-Necropoli di San Pietro: estasiati dallo splendore interno della Basilica, ci siamo portati poi esattamente sotto, in un itinerario alla ricerca della tomba di Pietro. Di nuovo sotterranei alle Catacombe di San Callisto, le cui gallerie, profonde fino a 25 metri, raggiungono quasi “T 12 squilla luglio agosto 2010 5-07-2010 17:00 Pagina 13 gruppi, associazioni, movimenti Vincoli, l’immenso panorama dal colle Gianicolo (ma per arrivarci…), i lucenti mosaici di Santa Prassede, l’aria leggera della Regina Viarum, la via Appia antica, ripercorsa dai pellegrini in silenzio in una splendida mattinata. A conclusione, qualche domanda guarda al futuro: perché non ripercorrere qualche altra via? Sulle orme di che Santo? In che cornice artistica? Quesiti ben accetti. D’altra parte, è uno dei modi che restano, di questi tempi, per testimoniare il Vangelo tra noi. 20 chilometri! Ma bastano pochi cunicoli per veder spuntare gioielli: difatti, numerose cripte compaiono fin da subito a ricordarci che “un Dopo ci attende”: la Cripta dei Papi, la Cripta di Santa Cecilia, la Cripta del Refrigerio e così via. Di notevole bellezza anche l’esterno del complesso callistiano, immerso in un gran parco di fiori e olivi, così come alcuni monumenti da top-10 a esso vicini: la chiesetta del Quo Vadis, il Mausoleo di Cecilia Metella, San Sebastiano. Ma… non solo sotterranei! Roma è anche la luce, scaturita da Gesù che chiama Matteo nel capolavoro di Caravaggio presso San Luigi dei Francesi, il candore marmoreo di un incredibile Mosè in San Pietro in 13 squilla luglio agosto 2010 5-07-2010 17:00 Pagina 14 nuovi stili di vita Sarà vera ripresa? Il punto sulla crisi di Alberto Berrini l 2010 sarà un anno di ripresa. Le recenti stime di “crescita” del FMI indicano un +4,1% per l’economia mondiale. Ma il termine “ripresa” significa solo “ripartenza”, e non certo un ritorno dell’economia alla situazione pre-crisi, sia per quanto riguarda i “livelli” che i “trend”. In particolare, si tratta di una ripresa trainata dai Paesi emergenti (+10% della Cina, +7,7% dell’India) mentre nei Paesi sviluppati la crescita appare lenta e faticosa. Per dirla con Trichet, “è in atto una ripresa economica, ma questo non vuol dire che la crisi sia finita” (discorso al Parlamento Europeo, 25 marzo 2010). Una frase sibillina che lascia intendere come nessuno sappia bene a che punto (della crisi o della ripresa!) siamo davvero. Emblematico, da questo punto di vista, è il caso italiano. L’Italia in due anni (+0,8% nel 2010; +1,1% nel 2011) recupererà meno di un terzo di quanto perso (circa 6 punti) nel biennio 2008-2009. Ci vorranno infatti ben otto anni perché le imprese ritrovino il livello della produzione perduta e ben quattro perché l’Italia torni a incrementi del Pil in linea con quelli pre-crisi. Inoltre le politiche economiche (leggi exit strategy) non devono commettere l’errore di ipotizzare una ripresa lineare e continua che, al contrario, sarà molto probabilmente caratterizzata da ripetuti stop and go. Del resto, tutti i problemi che hanno condotto alla crisi non sono stati risolti e, in alcuni casi, nemmeno affrontati. Osservando la politica economica di diversi Paesi (tra cui il nostro), sem- I bra invece che prevalga l’illusione di pensare che tutto, prima o poi, tornerà come prima. E dunque si fa strada la tentazione di aspettare perché, prima o poi, non potrà che rimettersi in moto la macchina dell’economia. Ma non sarà così. Innanzitutto perché, come detto, una buona parte della crescita, se ci sarà, andrà a Oriente. Come certifica l’ultimo scenario del Fmi (aprile 2010), la vera novità di inizio secondo decennio del nuovo secolo è il capovolgimento dei ruoli nell’economia mondiale, con la specificità della Cina che supera il Giappone al secondo posto nella gerarchia dei sistemi economici mondiali. Insomma, la torta della ripresa mondiale produrrà “fette” diverse rispetto a quelle a cui eravamo abituati. Ma soprattutto perché il motore della macchina economica, di marca neoliberista nell’ultimo trentennio, si è rotto. Non serve un semplice tagliando: si tratta di rivederne interi pezzi. A partire dalla sua ideologia ispiratrice, che conduce, come messo in evidenza dall’Enciclica Caritas in Veritate, a una crisi di senso e mancanza di regole ancora ben lontane dall’essere affrontate. Non servono rattoppi al sistema ma categorie nuove che rimettano in moto e soprattutto legittimino il procedere della macchina. Prendere atto di tutto ciò significa accettare di mettere in discussione vecchi modelli e consolidate certezze. Ed è esattamente ciò che non si fa, a cominciare dal tema del ruolo che deve avere la finanza nei sistemi economici e della sua regolamentazione. Tratto dalla rivista Valori, maggio 2010, pag. 7. 14 squilla luglio agosto 2010 5-07-2010 17:00 Pagina 15 approfondiamo Un prestigioso articolo “estivo” su Tex Willer In difesa della giustizia e dei più deboli. Lo stretto sentiero di Aquila della Notte di Roberto Genovesi l più longevo ranger della storia del fumetto compie sessant’anni. Un eroe della frontiera “made in Italy” che arriva nelle edicole sotto forma di strisce disegnate subito dopo la fine del secondo conflitto mondiale per raccontare storie di indiani e cow boy a un popolo che esce stremato da un conflitto devastante dal punto di vista del sacrificio di vite umane, ma anche sul piano morale. Da questo momento le avventure di Tex e dei suoi amici conosceranno un solo obiettivo: difendere i deboli e assicurare alla giustizia i delinquenti. Ciò su cui si potrebbe opinare è il metodo. È evidente come il vecchio West non sia lo scenario più adatto per cercare eroi senza macchia e senza paura, e Tex non fa certo la figura del santarellino. I suoi metodi sono sbrigativi. Se può scegliere, non spara; se può scegliere, preferisce le manette al piombo della Colt. Anche se i suoi sceneggiatori non lo mettono troppo spesso nella condizione di riflettere. Per questo Tex Willer, in oltre seicento avventure, si calcola che abbia ucciso quasi tremila persone. Tex non uccide uomini, ma macchiette. Ombre dalle parvenze umane che mettono al riparo i lettori da crisi di coscienza. Discorso completamente diverso quello relativo al confronto con i cattivi con la C maiuscola, come il celebre Mefisto. Figure dall’alto potenziale eversivo con le quali Tex si confronta molto spesso nell’arco di diversi albi, e per- I fino in situazioni ripetitive nel tempo. Scontri articolati, che spesso terminano con situazioni surreali e catartiche di totale distruzione, ma che dimostrano come la lotta contro il Male impegni spesso lunghi periodi della vita e, alle volte, costringa a una sofferta convivenza. Aquila della Notte, come amano chiamarlo i suoi amici navajos, è stato marito esemplare, anche se per breve tempo, della pellerossa Lilyth, morta prematuramente per un’epidemia di vaiolo cau-sata ad arte da contrabbandieri di liquori e ar-mi. Poi è stato fedele custode della memoria della consorte da cui ha avuto un figlio, Kit, che a un futuro in accademia preferirà una vita più incerta sulle orme del padre. Esempio di rettitudine morale, di fedeltà coniugale e di amore paterno, Tex è portatore di comportamenti irreprensibili dettati da valori non nego-ziabili, e al contempo si rende protagonista di azioni che spesso sconfinano nel giustizialismo. Ma è forse questa ambiguità di fondo che è sempre piaciuta ai suoi lettori, che hanno di fronte un eroe comunque sano nella sua durezza. I valori morali accettati nella seconda parte della sua vita, quella della maturità, non vengono mai messi in discussione. Non siamo quindi di fronte a un antieroe o a un eroe negativo. Non siamo di fronte, in sostanza, a un protagonista che accetta di convivere con il male e con tutte le sue con15 squilla luglio agosto 2010 5-07-2010 17:00 Pagina 16 approfondiamo seguenze, anche superficiali. Non siamo di fronte a un uomo che si sforza di accettare le sfumature del vivere moderno, fatto di compromessi, perché nelle storie di Tex Willer il bene è sempre chiaramente distinguibile dal male e non vi sono mai strade alternative a quelle buone e giuste per raggiungere l’obiettivo finale. A rafforzarlo in questo cammino una ristretta cerchia di amici, quelli che vengono chiamati i pards, che lo accompagnano passo dopo passo in tutte le sue avventure. La spalla principale è quel Kit Carson preso in prestito dalla storia vera del grande West, sempre pronto alla battuta dissacrante e al pessimismo artatamente marcato per mettere in luce la via di fuga in ogni situazione. Ma non può essere relegato in secondo piano Tiger Jack, il navajo che ha deciso di abbandonare la riserva per seguire il ranger dalla casacca gialla per riaffermare l’appoggio dei nativi d’America a chi non ha mai fatto distinzione tra la giustizia bianca e la giustizia indiana. Ed è questo forse uno degli elementi più significativi dell’epopea di Tex Willer. Gli indiani, nelle storie a fumetti di Tex, non vengono quasi mai dipinti come macchiette. La loro cultura, le loro tradizioni e la loro storia hanno sempre un ruolo di primo piano, una funzione di prezioso arricchimento culturale. Dunque Tex è anche un eroe pellerossa, perlomeno nell’animo, e la sua doppia personalità è scolpita perfino nell’abbigliamento, elemento così importante per un’icona del fumetto. È il simbolo vivente della condivisione tra due culture con un’apertura mentale davvero anticipatrice, se consideriamo il momento in cui gli autori cominciavano a diffondere tra i lettori queste considerazioni. Ma è proprio una caratteristica di gran parte degli amici di Tex quella di rappresentare razze e culture di minoranza proprio come simbolo di richiamo attorno a un profilo ideale di eroe che si mette in gioco quotidianamente per difendere sempre e solo i più deboli. La sua è una sorta di compagnia dei diversi dove i più deboli, coloro che spesso non hanno voce in capitolo, diventano protagonisti. Perché solo dalla comunità di intenti e di persone può nascere il mondo nuovo. Ed è questo messaggio che arriva forte e chiaro dall’universo creato molti anni fa da Gian Luigi Bonelli che ha permesso a tante generazioni di lettori di ritrovarsi nel solco di sentimenti comuni. Al di là degli schieramenti. Tratto da “L’Osservatore Romano”, 15 agosto 2008 16 squilla luglio agosto 2010 5-07-2010 17:00 Pagina 17 oltre il campanile Riflessioni dalla Terrasanta, utili non solo per la Terrasanta Un’oasi in fermento D’estate, dopo la cena, c’è un tempo in cui si potrebbe ancora fare qualcosa per gli Ospiti o anche semplicemente stare in loro compagnia. di Giorgio Bernardelli a notizia dell’allentamento della severità del blocco delle merci che possono arrivare a Gaza ieri ha finalmente portato una boccata di ragionevolezza nella vicenda innescatasi con il dramma della Freedom Flottilla. Ma la questione Gaza è tutt’altro che chiusa. E allora può essere istruttivo riflettere su una vicenda avvenuta in questi giorni nel posto apparentemente più lontano da Gaza, il villaggio di Nevé Shalom-Wahat al Salaam. Come penso molti sappiano, Nevé Shalom-Wahat al Salaam è il villaggio sulla collina fondato negli anni Settanta dal domenicano padre Bruno Hussar dove arabi ed ebrei vivono insieme in condizione di parità. E infatti il nome in arabo e in ebraico significa proprio “Oasi di pace” ed è una citazione tratta da un versetto di un salmo. Nevé Shalom-Wahat al Salam è una grande testimonianza di pace: migliaia di studenti arabi ed ebrei vi sono passati in tutti questi anni per partecipare a percorsi di educazione alla pace. E anche tante altre ong che instancabilmente provano a tessere percorsi di dialogo spesso vanno a incontrarsi proprio lì. Bene, ma che cosa c’entra con Gaza? C’entra, perché, come ogni tanto accade, anche a Nevé Shalom-Wahat al Salaam la vicenda ha scaldato gli animi. In risposta all’attacco alla Freedom Flottilla i responsabili del villaggio hanno esposto uno striscione in arabo, in ebraico e in inglese in cui si condanna l’accaduto dicendo che “gli abitanti di Nevé Shalom-Wahat al Salaam protestano per l’uccisione degli attivisti e chiedono la revoca immediata dell’embargo a Gaza”. Non tutti gli ebrei che abitano nel villaggio si sono, però, L riconosciuti in questa posizione. E così ne è nata una polemica interna. Che è però subito rimbalzata sulle pagine on line di Arutz Sheva, l’agenzia di informazione della destra israeliana. Dove il tono è evidentemente diventato: vedete? Anche il villaggio dove dovremmo abitare insieme non funziona. Basta un fatto come questo per far saltare tutto. Io credo, al contrario, che la grandezza di Nevé Shalom-Wahat al Salaam stia proprio qui. E che il limite risieda invece in un certo modo di presentare questo tipo di esperienza. In troppi ne hanno fatto una realtà “neutra” in cui ci si isola dal contesto, e dunque si riesce a fare la pace. Ma chi è stato al villaggio sulla collina sa che non è affatto così: è un posto dove il conflitto non è sparito. Semplicemente si prova ad affrontarlo davvero, mettendo ciascuno sul tavolo le proprie ragioni. È così che si costruisce la pace. Si litiga sulla Freedom Flottilla a Nevé Shalom-Wahat al Salaam, e forse è istruttivo anche per noi, così sempre abituati a giudicare tutto in modo manicheo: da una parte il bene, dall’altra il male. Ci si scontra anche animatamente nell’“oasi di pace”. Ma siamo sicuri che anche questo scontro finirà come sempre in questi trent’anni qui è accaduto: provando ciascuno a farsi carico delle posizioni dell’altro. Imparare a vivere il conflitto senza per questo demonizzare l’altro: questa è la fatica vera di chi prova a costruire la pace. Il giorno che sapremo farlo davvero, allora avremo percorso sul serio il primo passo sulla via della pace. Tratto dal sito www.terrasanta.net, 18 giugno 2010 17 squilla luglio agosto 2010 5-07-2010 17:00 Pagina 18 civica I 65 anni di sacerdozio di don Giampiero Castelli “Dio me li ha affidati e sono miei figli” Costruttore della chiesa-tempio e della Chiesa-comunità della Madonna della Misericordia nel rione di Bresso da sempre segnato dall’immigrazione di Alberto Monzini icorre quest’anno il 65° di sacerdozio di don Piero.Ormai sono dieci anni che don Piero, per raggiunti limiti di età, ha dovuto lasciare la guida della nostra Parrocchia. Quando sentono parlare di lui, i nostri giovani, pieni di riconoscenza, ricordano i giorni passati in oratorio, un luogo che don Piero ha sempre seguito. I più piccoli, invece, si domandano: “Chi è?”. La risposta esce spontanea dagli attuali ventenni e oltre... Don Piero è un ottimo sacerdote che si accollò il peso di far sorgere la Parrocchia “Madonna della Misericordia”. È il “vecchio parroco” che ancora ci insegna l’umiltà, che ci consiglia, che ascolta le nostre confidenze e le nostre confessioni. È e rimane un sacerdote che, senza invadere il campo altrui, continua ad amare i fedeli che un tempo erano a lui affidati. Soprattutto continua, tempo e R 18 squilla luglio agosto 2010 5-07-2010 17:00 Pagina 19 civica salute permettendo, a prendersi cura dei “suoi ammalati”. È l’anno 1962-63 quando il Cardinale gli chiede di venire a Bresso per diventare il parroco di una Parrocchia che ancora non c’è. Don Piero, con spirito di obbedienza, accetta l’impegno e viene a Bresso senza alcuna disponibilità finanziaria, con soltanto un pezzo di terreno messogli a disposizione dal parroco dell’unica Parrocchia allora presente in Bresso, monsignor Giuseppe Re Dionigi. Manca la chiesa e anche la casa. La domenica deve celebrare la S. Messa nel santuario della Madonna del Pilastrello. I suoi primi parrocchiani sono quasi tutti immigrati da molte regioni d’Italia e faticano a integrarsi: la convivenza, a volte, è Prima ancora che la chiesa “di mattoni” sia agibile, si preoccupa di approntare un campo giochi in vista del futuro oratorio. Comincia a chiamare qualche persona di buona volontà per prepararla a diventare catechista. È sempre attento alle vicende del mondo che lo circonda, per cercare di conoscerlo e poter tessere relazioni con le persone. Per far fronte alle spese incombenti per la costruzione della chiesa, non possiede libri contabili; continua ad avere fiducia nella Provvidenza. Quando gli si chiede come farà a far fronte alle continue spese e ai molti debiti che nel frattempo si accumulano, risponde: “Non lo so, qualcuno ci penserà...”. Nel giro di pochi anni, la chiesatempio è pienamente funzionante, anche se mancano le rifiniture; anche i locali dell’oratorio, posti sotto la chiesa, sono pronti per accogliere il catechismo e le varie attività per i ragazzi. La comunità cristiana comincia a camminare, a organizzarsi, a prendere coscienza delle proprie responsabilità. Comincia a organizzare i vari gruppi di impegno pastorale: San Vincenzo, Catechisti, Gruppi Famiglie ecc. Durante i primi anni di vita della Parrocchia, sorge il nuovo quartiere “Carlo Erba”, oggi chiamato “Papa Giovanni XXIII”; don Piero, desiderando offrire a questi suoi figli, specie ai più anziani, un luogo di incontro e di preghiera più vicino rispetto alla chiesa parrocchiale, in poco tempo costruisce la cappella dedicata a San Francesco. molto difficile. Don Piero, però, non si scoraggia, anzi, confidando nell’aiuto della Provvidenza, si mette all’opera. Uno dei suoi motti riguardo ai parrocchiani è: “Dio me li ha affidati e sono miei (figli)”. La sua prima preoccupazione è quella di far sorgere la chiesa-tempio e contemporaneamente la Chiesa-comunità. 19 squilla luglio agosto 2010 5-07-2010 17:00 Pagina 20 civica Ma così aumentano i debiti e le preoccupazioni. Lui però non si arrende e, confidando sempre nel Signore, ancora una volta supera ogni ostacolo. Convinto della Parola di Dio: “Il Signore aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati” (At 2,4247), chiama tutti a vivere come fratelli, perché c’è una vera comunità soltanto se le persone che la compongono vivono nell’amore e nella fraternità. Costruita materialmente la chiesa con le sue strutture, unita fraternamente la comunità, ritiene sia giunto il momento per far sorgere un Centro per la Famiglia. Dopo una fase di riflessione e di ricerche, si accorda con gli altri due parroci di Bresso, mette a disposizione alcuni locali della casa parrocchiale e fonda il “Centro della Famiglia”, uno strumento a disposizione di tutto il Decanato, che svolge, oggi più che mai, una funzione indispensabile al servizio dei bisogni delle famiglie. Il tempo passa inesorabilmente e al compimento del 75° anno di età consegna nelle mani dell’Arcivescovo le proprie dimissioni dall’incarico di parroco. L’Arcivescovo lo invita a restare ancora per un paio di anni. Durante questo tempo, su richiesta del Consiglio Pastorale Parrocchiale, l’Arcivescovo dà parere favorevole alla nomina di don Piero a monsignore; il Consiglio Comunale di Bresso, inoltre, riconoscente per il servizio svolto in questi anni, lo ringrazia pubblicamente conferendogli “La Castela d’oro”. All’inizio degli anni 2000 don Piero non è più il parroco della “Madonna della Misericordia”. Prima di lasciare definitivamente, ringrazia tutti i sacerdoti coadiutori che hanno collaborato con lui e tutti i parrocchiani che in qualche modo hanno dato la loro disponibilità. Silenziosamente, senza una casa propria, si ritira in una casa d’affitto e resta a disposizione della comunità e del nuovo parroco. La Parrocchia tutta gli è molto grata e affezionata e gli augura ancora moltissimi anni di lavoro nella sua Chiesa che tanto ama e che tanto lo ama! 20 squilla luglio agosto 2010 5-07-2010 17:00 Pagina 21 recensione Un nuovo libro del nostro concittadino Luca Frigerio Caravaggio, luce e tenebre di L. F. edicato alla pittura a soggetto sacro di Michelangelo Merisi, nel quarto centenario della morte del grande pittore lombardo. Caravaggio è oggi il pittore più conosciuto e, forse, più apprezzato dal grande pubblico. Anche chi non è particolarmente appassionato alle cose d’arte, infatti, sa senza incertezze riconoscere diversi suoi dipinti, associandoli, magari anche solo genericamente, a un certo clima culturale e a un determinato personaggio. Personaggio che, del resto, si autoalimenta del suo stesso mito, fatto di un’aura di maledettismo, di elementi apparentemente ambigui, di circostanze poco chiare (se non misteriose), di un’inquietudine che traspare, ora sotterranea, ora violenta, in ognuna delle sue opere. Ma, proprio per questo, quella odierna di Caravaggio non è una semplice moda. C’è di più, e di più profondo. Il fatto è, probabilmente, che nessun altro artista del passato sa parlare agli uomini del nostro tempo con altrettanta forza, con altrettanta immediatezza, dei grandi, fondamentali temi della vita, come l’amore, o la sofferenza, o la fede. Giocandosi in prima persona, ogni volta. A prescindere dai soggetti rappresentati, chi guarda oggi i quadri di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, nato a Milano nel 1571, morto neppure quarantenne in una sperduta spiaggia della Maremma nel 1610, vede una pittura impastata di colore e di sangue, ma anche di lacrime e di risate, di cielo e di terra. Ne intuisce il disagio esistenziale insieme alla gioia di vivere. Ne coglie la disperazione alternata alla speranza. L’esuberante D carnalità accanto alla spiritualità più elevata. L’abisso del peccato sovrastato dal vertice della redenzione. La luce e le tenebre, appunto. Ma perché Caravaggio ha dipinto quel che ha dipinto proprio in quel modo? Che cosa “nascondono” i suoi dipinti? Perché alcuni di essi suscitarono tanto clamore e vennero rifiutati? A queste e ad altre domande cerca di dare una risposta il nuovo libro di Luca Frigerio, Caravaggio, La luce e le tenebre, pubblicato da Ancora nella collana "Fra arte e teologia" in occasione del quarto centenario della morte del grande pittore lombardo. Un viaggio in undici tappe, attraverso altrettanti capolavori a soggetto sacro (dalla Vocazione di San Matteo al Riposo durante la fuga in Egitto, dalla Conversione di Saulo alla Morte della Vergine), nella vita e nell’opera di un maestro straordinario che ha voluto cercare nell’ombra del quotidiano i bagliori luminosi dell’eternità. «Un testo magistrale – scrive nella prefazione lo storico dell’arte americano monsignor Timothy Verdon –. Concreto ed esatto, ben documentato, ma anche con un senso drammatico, un linguaggio mediatico, un fiuto per curiose affinità e significative incongruenze. Uno stile che sarebbe piaciuto allo stesso Caravaggio». Luca Frigerio Caravaggio. La luce e le tenebre Ancora Editrice (300 pagine, illustrato, 29 euro) Il libro è disponibile anche presso la Libreria “Il Girasole” a Bresso. 21 squilla luglio agosto 2010 5-07-2010 17:00 Pagina 22 calendario liturgico 22 squilla luglio agosto 2010 5-07-2010 17:00 Pagina 23 calendario liturgico 23 squilla luglio agosto 2010 5-07-2010 17:00 Pagina 24 i numeri della comunità Orari delle SS. Messe in Bresso SS. NAZARO E CELSO - feriali: ore 7 (escluso il sabato) - 9 (dal 14/6) sabato e vigiliari: ore 18.30 festivi: ore 7.30 - 9 - 10.30 (dal 20/6) Santuario della Madonna del Pilastrello feriali, sabato e vigiliari: ore 17.30 festivi: ore 10 SAN CARLO - feriali: 8.30 sabato e vigiliari: ore 19 festivi: ore 8.30 - 10 - 19 MADONNA DELLA MISERICORDIA - feriali: ore 17.30 sabato e vigiliari: ore 17.30 festivi: ore 10 - 17.30 Chiesa di San Francesco festivi: ore 11,30 Orario Confessioni Parrocchia SS. Nazaro e Celso feriali: ore 8.30-9.30 sabato: ore 16-19 www.santinazaroecelsobresso.it [email protected] Telefoni utili Prevosto - don Angelo Zorloni 02 610 08 82 Orari segreteria parrocchiale: dal lunedì al venerdì 17,30 - 19 Don Gianfranco Radice 02 610 17 79 Oratorio - don Pierpaolo Zannini 02 610 17 68 Carabinieri 02 610 89 51 Vigili del Fuoco 115 Croce Rossa 02 610 73 68 Ambulanza 118 Servizio di guardia medica 02 34567 Comune 02 614 551 Vigili Urbani 02 614 554 00 Ospedale Bassini 02 6176.1 Acli 02 66 50 10 72 Associazione Centro sociale anziani 02 610 72 36 AVIS 02 614 00 95 Biblioteca Comunale 02 614 55 349 Casa dell’Anziano 02 66 50 30 70 Centro della Famiglia 02 66 50 34 39 Centro di ascolto Caritas 02 43116068 Cinema-Teatro San Giuseppe 02 66 50 24 94 Parrocchia San Carlo 02 614 26 60 Parrocchia Madonna della Misericordia 02 610 09 96 24 squilla luglio agosto 2010 5-07-2010 17:00 Pagina 25 farmacie di turno Farmacie di turno - LUGLIO (Bresso - Cormano - Cusano) 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 Giovedì Venerdì Sabato Domenica Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato Domenica Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato Domenica Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato Domenica Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato BRUSUGLIO - Cormano Via Veneto, 27 GIUGLIANO - Cusano Via Sormani, 89 COMUNALE N° 5 - Bresso Via Vittorio Veneto, 26 DEL CORSO - Cusano Piazza Trento e Trieste, 4 COMUNALE N° 4 - Bresso Via Papa Giovanni XXIII, 43 RIVOLTA - Cormano Via Caduti della Libertà, 10 COMUNALE N° 5 - Bresso Via Vittorio Veneto, 26 PALTRINIERI - Cusano Via Cooperazione, 20 SCOTTI - Bresso Via Manzoni, 14 COMUNALE - Cormano Via Gramsci, 44 BAIO - Bresso Via Vittorio Veneto, 5/d FORNASÈ - Cormano Piazza Bernini COMUNALE - Cusano Via Ticino, 5 BAIO - Bresso Via Vittorio Veneto, 5/d TESTI - Ospitaletto di Cormano Via XXIV Maggio, 21 COMUNALE N° 5 - Bresso Via Vittorio Veneto, 26 MORETTI - Cusano Viale Matteotti, 2 COMUNALE N° 5 - Bresso Via Vittorio Veneto, 26 BRUSUGLIO - Cormano Via Veneto, 27 DEL CORSO - Cusano Piazza Trento e Trieste, 4 COMUNALE N° 3 - Bresso Via Piave, 23 DEL CORSO - Cusano Piazza Trento e Trieste, 4 COMUNALE N° 5 - Bresso Via Vittorio Veneto, 26 RIVOLTA - Cormano Via Caduti della Libertà, 10 COMUNALE N° 5 - Bresso Via Vittorio Veneto, 26 MORETTI - Cusano Viale Matteotti, 2 SCOTTI - Bresso Via Manzoni, 14 TESTI - Ospitaletto di Cormano Via XXIV Maggio, 21 BAIO - Bresso Via Vittorio Veneto, 5/d FORNASÈ - Cormano Piazza Bernini COMUNALE - Cusano Via Ticino, 5 Farmacie di turno - AGOSTO 1 2 3 4 5 Domenica Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì (Bresso - Cormano - Cusano) MODERNA - Bresso Via Vittorio Veneto, 53 TESTI - Ospitaletto di Cormano Via XXIV Maggio, 21 COMUNALE N° 5 - Bresso Via Vittorio Veneto, 26 PALTRINIERI - Cusano Via Cooperazione, 20 COMUNALE N° 5 - Bresso Via Vittorio Veneto, 26 GUARDIA FARMACEUTICA DALLE ORE 19.30 ALLE ORE 8.30 DEL GIORNO SUCCESSIVO 25 squilla luglio agosto 2010 5-07-2010 17:00 Pagina 26 farmacie di turno Farmacie di turno - AGOSTO (Bresso - Cormano - Cusano) 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Venerdì Sabato Domenica Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato Domenica Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato Domenica Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato Domenica Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato Domenica Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì BRUSUGLIO - Cormano Via Veneto, 27 COMUNALE - Cusano Via Ticino, 5 COMUNALE N° 5 - Bresso Via Vittorio Veneto, 26 GIUGLIANO - Cusano Via Sormani, 89 COMUNALE N° 5 - Bresso Via Vittorio Veneto, 26 BRUSUGLIO - Cormano Via Veneto, 27 COMUNALE N° 5 - Bresso Via Vittorio Veneto, 26 PALTRINIERI - Cusano Via Cooperazione, 20 MODERNA - Bresso Via Vittorio Veneto, 53 COMUNALE - Cormano Via Gramsci, 44 MODERNA - Bresso Via Vittorio Veneto, 53 COMUNALE - Cormano Via Gramsci, 44 GIUGLIANO - Cusano Via Sormani, 89 MODERNA - Bresso Via Vittorio Veneto, 53 COMUNALE - Cormano Via Gramsci, 44 COMUNALE N° 5 - Bresso Via Vittorio Veneto, 26 GIUGLIANO - Cusano Via Sormani, 89 COMUNALE N° 5 - Bresso Via Vittorio Veneto, 26 RIVOLTA - Cormano Via Caduti della Libertà, 10 GIUGLIANO - Cusano Via Sormani, 89 COMUNALE N° 5 - Bresso Via Vittorio Veneto, 26 DEL CORSO - Cusano Piazza Trento e Trieste, 4 COMUNALE N° 5 - Bresso Via Vittorio Veneto, 26 GIUGLIANO - Cusano Via Sormani, 89 COMUNALE N° 5 - Bresso Via Vittorio Veneto, 26 PALTRINIERI - Cusano Via Cooperazione, 20 SCOTTI - Bresso Via Manzoni, 14 FORNASÈ - Cormano Piazza Bernini BAIO - Bresso Via Vittorio Veneto, 5/d FORNASÈ - Cormano Piazza Bernini COMUNALE - Cusano Via Ticino, 5 SCOTTI - Bresso Via Manzoni, 14 TESTI - Ospitaletto di Cormano Via XXIV Maggio, 21 COMUNALE N° 1 - Bresso Via Roma ang. Via Tasso, 87 MORETTI - Cusano Viale Matteotti, 2 COMUNALE N° 5 - Bresso Via Vittorio Veneto, 26 GUARDIA FARMACEUTICA DALLE ORE 19.30 ALLE ORE 8.30 DEL GIORNO SUCCESSIVO 26 squilla luglio agosto 2010 5-07-2010 17:00 Pagina 27 riceviamo e pubblichiamo Il nostro attento lettore padre Giovanni Belloni ci scrive Una nuova evangelizzazione chiede “uomini nuovi” aro don Angelo, ti ringrazio del pezzo col quale hai aperto “La Squilla” di questo mese. Colgo, nel tuo linguaggio da parroco, un distacco: la Chiesa della “pastorale”, pur cercando di presentarsi con proposte “aggiornate”, tuttavia non riesce a scalfire l’animo non solo dei giovani, ma pure di tanti adulti. Volenti o nolenti, ci si trova a vivere un tempo di “passaggio” che porterà le nostre esistenze e quella della Chiesa in una situazione inedita, imprevedibile, che non possiamo nemmeno tratteggiare in nessun documento programmatico. Tu lo sai quanto persone, energie e mezzi vengono usati per la “prima catechesi”, finita la quale i più non si fanno più vedere nei nostri ambienti! A mio avviso, possiamo parlare di “nuova” evangelizzazione o di una “nuova” pastorale soltanto in presenza di “uomini nuovi” che incarnano il Vangelo, diventando così in grado di trasmettere uno stile di vita appunto “nuovo”. In questo caso allora il loro “linguaggio” sarà comprensibile. A me sembra che l’espressione evangelica di grande attualità possa essere quella del sale: una quantità minima che dà sapore alla persona, alla Chiesa e alla società stessa… E visto che la Chiesa, almeno in Italia, nonostante tutto, per la storia locale, fin dalla base è gerarchica, gli “uomini nuovi”, strumenti nelle mani di Dio per il nostro tempo, dobbiamo diventare soprattutto noi preti. Non possiamo limitarci a leggere le ultime novità teologiche e poi farne un riassunto a uso pubblico… La gente oramai capisce! E noi stessi dall’ambone ce ne rendiamo conto: se la gente sbadiglia, vuol dire che non siamo in grado di attrarre la loro attenzione: non parliamo da cuore a cuore, ma stiamo trasmettendo delle idee, anche belle, però corriamo il rischio che le nostre parole possano essere paragonate a quelle di un imbonitore che vuole lanciare un nuovo prodotto commerciale… E infatti le persone più sensibili, la cui fede non è “posseduta” una volta per sempre, ma che sperimentano dei dubbi e hanno l’esigenza di essere aiutate a riflettere molte volte, non sanno in quale chiesa andare la domenica. Lo so che non è corretto questo “pendolarismo”. Cerchiamo però di vedere anche in questo muoversi da un luogo all’altro il segno di una ricerca la cui risposta non è trovata nella propria Parrocchia. A mio avviso, il cristiano di oggi dovrebbe non tanto impugnare “principi inderogabili”, specialmente cercando di vincolare nelle proprie scelte persone che non credono, quanto portare quel messaggio di misericordia in grado di accogliere proprio tutti. Quest’anno ricorre il 30° anniversario della prima lettera pastorale del Cardinal Martini, “La dimensione contemplativa della vita”, dalla quale ha preso l’avvio quella iniziativa della Scuola della Parola che ha aiutato molti ad avere un primo contatto con la Scrittura. Chiediamoci: qual è la nostra situazione rispetto a questa proposta? Siamo convinti dell’importanza della riflessione e della meditazione personale e che non possiamo fare affidamento solo sulle riflessioni proposteci dagli altri? C P. Giovanni Belloni Genova, 16 giugno 2010 27 squilla luglio agosto 2010 5-07-2010 17:00 Pagina 28 distrazioni uesto tempo d’estate è la “zona cesarini” per quei maturandi (...si spera ora maturi) che non hanno ancora stretto sulla decisione del loro futuro. Certo, né il caldo, né l’averne piene le tasche di scuola e libri, né la voglia di vacanza aiuta a farsi domande grandi. Perché di questo si tratta: non tanto decidere “che facoltà scelgo?”; e nemmeno “che farò da grande?”. La vera domanda, a 19 anni, alla fine dell’adolescenza, entrando nel tempo splendido e arduo della giovinezza è questa: “Che uomo sarò?”. Buona scelta ragazzi! Q 28 squilla luglio agosto 2010 5-07-2010 17:00 Pagina 29 visita pastorale 2010 Cronistoria di una tra le più antiche pievi del nostro Decanato La chiesa del Santissimo Salvatore in Cormano (foto di copertina) a cura della segreteria parrocchiale del SS. Salvatore 1147 La chiesa di San Salvatore compare fra le proprietà dell’abbazia milanese di S. Simpliciano. 1178 Papa Alessandro III conferma il possesso della “Ecclesia Sancti Salvatoris” della pieve di Bruzzano al monastero benedettino di S. Simpliciano. Metà XIII sec. Il canonico Goffredo da Bussero registra in “loco Cortemagno” la chiesa di San Salvatore con un altare alla Madonna. 1440 circa Arriva a Cormano il primo parroco: Antonio da Orta. 1573 Il giorno dopo averlo consacrato sacerdote, l’Arcivescovo Card. Carlo Borromeo invia a Cormano don Giovanni Paolo Corbetta. Porta con sé un crocefisso che appende al soffitto sopra l’altare (ora si trova in sacrestia). 1582 Visita pastorale di S. Carlo Borromeo. Dettagliata descrizione della chiesa, del paese e di tutte le sue cascine. Viene istituita la Scuola del SS. Sacramento. 1608 Viene commissionato il quadro della Madonna col Bambino fra i Santi Vescovi Ambrogio e Salvatore. Fine XVIII sec. Allestimento dell’altare di Sant’Antonio da Padova, di cui rimane la decorazione ad affresco. 1760 circa Costruzione di un concessionario in noce con sopra cantoria collocato tra gli altari della Beata Vergine del Carmine e di S. Antonio. 1789 Il nuovo parroco don Felice Castiglioni trova la chiesa in condizioni precarie e troppo piccola. Il testamento di Baldassarre Franchi destina mille scudi al suo ampliamento e recupera 5.250 lire imperiali. 1790 Secondo il preventivo, la nuova chiesa costerà 12.648 lire imperiali, da cui vengono detratte 1.500 lire dal recupero di materiali della demolizione. Don Felice decide di partire ugualmente confidando nella Provvidenza. Il signor Tommaso Porro di Milano gli regala “un Crocifisso grande e miracoloso” (ora nella cappella del SS. Sacramento). Riesce a recuperare le decorazioni della facciata della chiesa di San Michele al Gallo in contrada degli orefici, di cui è ordinata la demolizione. 1792 La nuova chiesa è completata e aperta al culto. 1795 Arriva da Roma il corpo di S. Felice Martire. 1814 Allestimento della cantoria per l’organo giunto dalla chiesa di Meda. 1841 È montato un nuovo organo della ditta Bossi di Bergamo. 1820 Costruzione della sacrestia (ora cappella hiemale). 1857 Si edifica la cappella di S. Felice (ora delle Confessioni). 1871 Ampliamento della chiesa e allungamento delle cappelle del Crocefisso e della Beata Vergine del Carmelo con la statua opera di Bernardino Ferrario. Viene aggiunto l’attuale battistero. 1939 10 maggio. Il Card. Schuster, Arcivescovo di Milano, in occasione della seconda visita pastorale a Cormano (parroco don Giacinto Seveso), ricor29 squilla luglio agosto 2010 5-07-2010 17:01 Pagina 30 visita pastorale 2010 1943 1956 2007 2009 2010 da alla popolazione che il Vescovo San Salvatore (di Belluno, a cui era intitolata la chiesa) non è nominato nel martirologio ufficiale della Chiesa e che quindi il patrono della chiesa dovrà essere d’ora in avanti Gesù Cristo Salvatore. La sua festa patronale dovrà quindi tenersi ogni anno nel giorno dell’Ascensione. 1 luglio: il Card. Schuster stralcia da Cormano la frazione di Ospitaletto e costituisce una nuova parrocchia, elevando a tale titolo la chiesetta di S. Cristoforo (poi Buon Pastore). Si decide la costruzione di una nuova chiesa nella frazione di Molinazzo e l’11 giugno 1962, con don Sandro Manzoni, la chiesa diventerà canonicamente Parrocchia. Costituzione della Comunità Pastorale “SS. Salvatore e S. Vincenzo” fra le Parrocchie di Cormano e Brusuglio. Ampliamento della Comunità Pastorale (con cambio di denominazione, ora “Visitazione di Maria Vergine”) con la Parrocchia Buon Pastore di Ospitaletto. 16 maggio: il Cardinal Tettamanzi benedice il nuovo ambone per la proclamazione della Parola di Dio, dedica l’altare deponendo le reliquie dei Santi Ambrogio e Carlo e dei martiri Gervaso e Protaso. 30 squilla luglio agosto 2010 5-07-2010 17:01 Pagina 31 Esame della vista Applicazione lenti a contatto Apparecchi acustici Amplifon 20091 Bresso (MI) - Via Vittorio Veneto, 11 Tel. 02.6106069 CAFFÈ RISTORANTE ALBERGO Via Tagliabue, 10 20091 Bresso (Milano) Tel. (+39) 02.66504043 Fax (+39) 02.66504045 [email protected] www.vecchiomulino.com IDEE PER ARREDARE di PIZZI ERNESTO 20091 Bresso (MI) Via V. 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