MARCOVALDO di Italo Calvino un progetto di Gianfranco
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MARCOVALDO di Italo Calvino un progetto di Gianfranco
MARCOVALDO di Italo Calvino un progetto di Gianfranco Pedullà con Marco Natalucci e con Gianna Deidda e Roberto Caccavo musiche originali: Jonathan Faralli progettazione scene, immagini e coordinamento costumi: Claudio Pini disegni di sabbia: Fatmir Mura costumi: AlexandraJane tessuti: Aviem luci, fonica, proiezione video: Marco Falai e Saverio Bartoli Dopo va i studi e allesti e ti de LE CITTA’ INVISIBILI, Gianfranco Pedullà e la sua compagnia tornano a confrontarsi con le creazioni di Calvino e arrivano, natu ralmente, a Marcovaldo. Marcovaldo è stato pu li ato a i fa, el ua do l’ Italia avviava il suo percorso di industrializzazione, caratterizzato dall’a ivo i ittà di olte fa igli e di origine contadina attratte dal bisogno di lavoro off erto dalle nuove fabbriche. Il protagonista delle novelle di Calvi no, rappresenta proprio questa novità sociale; vive la città con gli occhi di un ex-contadino che si incontra/scon tra con i nuovi modelli di vita urbana a partire dalle pri me forme di consumismo. Da questo punto di vista la figur a di questo personaggio è sicuramente una delle più riuscite invenzioni di maschera contemporanea, buffa e malinconica, ingenua e ambigua. Marcovaldo – spesso accompagnato dalla sua vivace famiglia – è protagonista di una serie di favole moderne in una ci ttà moderna. I ezzo al e e to e all’asfalto della città, Marcovaldo va in cerca della natura. È un animo semplice, delicato, capace di osservare le foglie e i fio i dell’aiuola di u a pi azza mentre intorno il traffico si blocca in un ingorg o assordante e aggressivo. Co e di e Calvi o questo Marcovaldo ha uno sgua do po o adatto alla ittà ; non gli interessano i cartelli pubblicitari, i segnali, i semaf ori, le insegne luminose ma il passaggio delle stagion i, i residui segni che la natura lascia in città. Il protagonista -divis o fra una famiglia numerosa e un lavoro alienante in fabbrica- rappresenta un diverso modo di vedere la vita. I vari episodi ci mostrano infatti un Marcovaldo in bizzarre ferie in città su una panchina a teorizzare u ’impossibile cura di api o a perdersi al supermercato confuso fra le t oppe offe te e la ise a apa ità d’acquisto, a cercare funghi in un giardino o a rubare dall’ospedale un coniglio velenoso. Lo spettacolo –che utilizza una tecnica mista fra teatro d’atto e e teat o d’i agi e- segue la struttura narrativa delle sto ielle a episodi dei ve hi gio ali i pe l’infanzia; il tutto, a i hito dall’utilizzo degli sple didi diseg i di s abbia realizzati da Fatmir Mura. Col suo candore Marcovaldo rappresenta una possibilità di ripensare criticamente e u moristicamente i modelli di vita che dominano le nostr e città. Lo spettacolo è particolarmente adatto a matinée per le scuole (dai 6 anni in su) e per pomeridiane domenicali e serali dedicate a tutta la famiglia.
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