LO PSICOSCIAMANESIMO DI CRISTÓBAL JODOROWSKY
Transcript
LO PSICOSCIAMANESIMO DI CRISTÓBAL JODOROWSKY
Massimo Giardinieri LO PSICOSCIAMANESIMO DI CRISTÓBAL JODOROWSKY L’incontro tra psicologia e sciamanismo ARMANDO EDITORE Sommario Prefazione di LAURA PIERONI, PH.D. 7 Introduzione 9 Capitolo 1: Sciamanesimo 1.1 Cenni antropologici 1.1.1 Inquadramento generale 1.1.2 Vie verso lo sciamanesimo 1.1.3 Simbolismo degli oggetti 1.1.4 Animali di potere e spiriti guida 1.1.5 Guarigioni sciamaniche 1.1.6 La transe sciamanica 1.2 Sciamanesimo e psicologia 1.2.1 Cenni alla psicologia dello sciamanesimo 1.2.2 Sciamano e psicologo 13 13 13 16 18 20 22 23 25 25 28 Capitolo 2: Lo psicosciamanesimo di Cristóbal Jodorowsky 2.1 Premessa al capitolo 2.2 La proposta di Cristóbal Jodorowsky 2.2.1 Atti psicomagici 33 33 34 44 Capitolo 3: Approfondimenti e conclusioni 3.1 Approfondimenti 3.1.1 Della psicogenealogia 3.1.2 Dei Tarocchi di Marsiglia 3.1.3 Dell’atto psicomagico 3.1.4 Possibili meccanismi di funzionamento 3.2 Conclusioni 49 49 50 64 70 74 104 Bibliografia 109 Alla mia famiglia Ringraziamenti Si ringraziano, per i consigli e le preziose indicazioni, la Prof.ssa Laura Pieroni, la Prof.ssa Maria Teresa Bernardi, il Prof. Pietro Paolo Notarfranchi e il Dott. Roberto Ponziani. Prefazione LAURA PIERONI, PH.D.* Questo libro ci accompagna mirabilmente attraverso dimensioni che hanno a che fare con la nostra cultura, la nostra vita familiare, la nostra psiche e, infine, con le molteplici relazioni che si instaurano tra di esse. Nell’affrontare il tema delle influenze tra queste dimensioni, Giardinieri non si limita a prendere in considerazione il punto di vista di Cristóbal Jodorowsky, ma lo inquadra in quello che è lo sfondo dello sciamanesimo, offrendoci la possibilità di coglierne gli elementi essenziali, e lo confronta, lo amplia e lo sistematizza all’interno del panorama teorico della psicologia. In questa continua ricerca di paralleli, differenze e radici, lo psicosciamanesimo di Jodorowsky prende corpo e beneficia di una raffinata rete di supporti teorici, che ci evidenziano come alcuni dei concetti ad esso appartenenti siano condivisi da autori e correnti psicologiche anche molto lontani tra loro, da Jung, con le sue intuizioni sulle sincronicità, a Schützenberger, impegnata sul fronte della psicogenealogia, da Hellinger, con le sue costellazioni familiari, a Boszormenyi-Nagy ed al suo concetto di lealtà familiare, a dimostrazione di quanto il tema dell’influsso dei familiari sulla psiche e sulla vita attuale dell’individuo sia centrale. Nel presentarci l’uso dei Tarocchi e della psicogenealogia (o metagenealogia), quali strumenti conoscitivi al servizio degli atti psicomagici, l’autore, attraverso il pensiero di Jung e dello stesso Jodorowsky, coglie l’occasione per parlarci del potere evocativo del simbolo, lontano da una cristallizzata e sovrumana forma di conoscenza cara, ad esempio, a Guénon, e vicino, al contrario, alla possibilità di una forma d’introspezione e di espressione di natura prevalentemente analogica. Un tipo di linguaggio, quello analogico, che permea gli atti psicomagici, * Psicologa, Psicoterapeuta della Gestalt – Docente di Psicologia Clinica, Università di Roma Tor Vergata. 7 e che permette l’intima ed intensa elaborazione emotiva e la successiva messa in atto creativa in grado di integrare l’elaborazione cognitiva. È qui che l’autore compie un importante sforzo intellettuale, nel trovare e mettere in relazione quei sottili ma saldi fili tra le scienze psicologiche che possano dare ragione dei meccanismi coinvolti, non solo a livello psicologico, ma anche psicofisiologico, integrando temi delle Neuroscienze Cognitive a me cari. Un libro che, nel suo insieme, ci obbliga piacevolmente a riflettere e a riconsiderare il processo trasformativo nell’uomo, e lo fa ponendo le radici nello sciamanesimo, dando corpo all’approccio di Jodorowsky e, infine, aprendosi ai più innovativi riscontri scientifici. 8 Introduzione È possibile accostare la psicologia allo sciamanismo senza forzature? Si è realizzata, nel tempo, una qualche forma di continuità? Lo psicosciamanismo di Cristóbal Jodorowsky rappresenta una possibile (e credibile) sintesi, o una forzatura che non soddisfa i criteri di entrambi i campi di conoscenza? Pur sullo sfondo di una grande curiosità, che mi ha spinto, negli anni, ad avvicinarmi ad argomenti molto eterogenei, e spesso considerati fuori dall’ortodossia scientifica, anche al tempo delle mie prime letture dei libri di Alejandro Jodorowsky mi muovevo, più o meno consapevolmente, seguendo premesse sicuramente cartesiane e “falsificatorie” (secondo la concezione popperiana di scienza), affascinato dalla logica, a livello dialettico-argomentativo, e talvolta perfino “inconsciamente” desideroso di confutare, piuttosto che di apprendere. E tuttavia, proprio lo studio della psicologia, parallelamente allo scorrere della vita ed al passare degli anni, accanto ad un insieme più o meno grande di nozioni, ha nutrito ciò che, evidentemente, era presente in me in forma di seme, e cui oggi non rinuncerei, considerandolo uno dei più preziosi tesori dell’essere umano. Mi riferisco al “dubbio”, all’incompletezza, alla sospensione del giudizio, e di conseguenza, a quell’apertura mentale che mi portano oggi a considerare più importanti le domande che le risposte. In virtù delle prime parziali letture, ritenevo lo sciamanismo lontano dalla psicologia, e guardavo con sospetto a molte delle affermazioni di Alejandro Jodorowsky, e forse anche alla definizione stessa di “psicosciamanesimo”, poi ripresa e strutturata nella proposta del figlio Cristóbal. Ma il dubbio in me aveva ormai messo radici, e proseguendo gli studi 9 su sciamanesimo e psicosciamanesimo, pur nei limiti della presenza di punti d’ombra e nel formarsi di nuove critiche, avrei finito per trovare analogie che, a posteriori, non avrei timore a definire “forti”. Per la molteplicità e la vastità delle materie che andrebbero coinvolte, non tutte le vie che mi si sono parate innanzi, ovviamente, sono qui percorse. D’altronde, l’obiettivo di questo lavoro, forse non eccessivamente ambizioso, è quello di offrire una panoramica sull’ipotesi di sintesi operata da Cristóbal Jodorowsky, evidenziandone i lineamenti essenziali, non per arrivare ad un giudizio definitivo, ma per stimolare la curiosità del lettore, e gli eventuali successivi approfondimenti. Sotto il profilo strutturale, ho scelto di dividere il lavoro in tre parti. Nella prima, dedicata allo sciamanesimo, ho assunto un’ottica prevalentemente antropologica, cercando di fornire una ricostruzione della fenomenologia dello sciamanismo “tradizionale” o, meglio, storico. Tale prima parte vuole fornire una chiave interpretativa autonoma per i capitoli successivi, una lente di decodifica in grado di far comprendere taluni aspetti particolari di quella fusione, rappresentata dalla sintesi tra sciamanesimo e psicologia, che è lo psicosciamanesimo di Cristóbal Jodorowsky. E forse, anticipando un cenno a ciò che si dirà di Géza Róheim, perfino di gettare una luce particolare sulla funzione attuale della “scienza”. Sarà qui inevitabile la centralità dell’opera di Mircea Eliade, sia perché grande conoscitore della fenomenologia dello sciamanismo sia perché la maggior parte dei testi consultati, indirettamente o direttamente, trova in Eliade un ineludibile punto di riferimento. A tale autore si rimanda per una conoscenza più approfondita dello sciamanismo, sebbene si ritenga il capitolo non una semplice riduzione del suo testo, giacché, oltre che da altre “voci”, esso fornisce spunti su ciò che parte del mondo “psi” ha avuto da dire sul fenomeno in analisi. Nella seconda parte, ho esposto, in “presa diretta” (utilizzando, appunto, il “discorso diretto”), le linee essenziali della teoria di Cristóbal Jodorowsky, così come desunta da uno dei suoi seminari tenuti in Italia nel 2012, limitando al minimo il ricorso ad altri testi, di Cristóbal stesso o di altri autori. Ho operato questa scelta per due ragioni. In primis, perché manca un testo di riferimento che riassuma sistematicamente la proposta di Cristóbal Jodorowsky, tracciandone premesse epistemologiche e dimensioni teorico-pratiche. In secundis, per dar conto di quell’at10 teggiamento, desumibile già nelle origini pre-storiche della teoria di Jodorowsky (giacché lo sciamanismo affonda le radici nel passato più lontano dell’uomo), che vede nella prassi, nel “passaggio all’azione”, il focus della proposta di Cristóbal. Nel capitolo in questione, al fine di rappresentare compiutamente il funzionamento della sua teoria, ho inserito un paragrafo con alcuni “atti psicomagici”, ideati da Cristóbal Jodorowsky su richiesta dei partecipanti ai suoi seminari. Nella terza e ultima parte, ho approfondito l’analisi della proposta jodorowskiana, soffermandomi su alcuni suoi capisaldi teorici, cercando di metterli in relazione, laddove esistenti, con altre proposte similari, recenti e non, e soprattutto avanzando ipotesi sui meccanismi di (ipotizzato) funzionamento. Qui ho anche posto le conclusioni, limitandole comunque all’essenziale, mirando ad evidenziare criticità e proposte, nella speranza, oltre di non aver annoiato il lettore, di rendere tale parte fonte di nuove domande sull’argomento, in conformità a quello che ritengo sia il vero compito della scienza e della conoscenza. E, comunque, in ossequio al “dubbio” su quello che Mircea Eliade definisce come il “residuo irriducibile alla spiegazione”. 11
Documenti analoghi
Alejandro Jodorowsky
l'anti-movimento, che costruiva le sue basi nel vivere la totalità di tutto ciò che il mondo offriva,
inspirandosi al Dio Pan (nell'antica Grecia Pan rappresenta il demone, il sapiente dell'incubo;...