Europasettete

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Europasettete
La Sberla
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Europasettete
L’Unione Europea striglia Silvio
Berlusconi per il caso Europa 7, le cui
frequenze sono occupate abusivamente
da Rete 4. I media italiani tacciono e
intanto arriva il V-day2 sull’informazione
La Sberla, Anno II giovedì 24 Aprile 2008. Numero 89, pagina 01
analisi e commenti/ultim’ora
Il Dio geometra e il direttore del GdV
«Esiste un modo di fare politica che discende dal Dio
geome-trico di Pitagora e Platone, dalla trinità che
esiste in ogni dottrina religiosa della Volontà-Potere,
dell'Amore-Saggezza e dell'Intelligenza Attiva, da un
triangolo di valori che si dovrebbero trasferire all'interno della nostra realtà di oggi, per raggiungere
attraverso la Volontà il Bene Comune come fusione
armonica di unità, concordia, cooperazione, giustizia,
e per trasformare l'Amore e l'Intelligenza in Etica e
Economia. La politica, insomma, come proiezione di
Cuore e di Mente, come sintesi in base alla quale
decidere quale governo sia più utile e risponda di più
allo "stato di necessità" attuale, per appoggiarlo a prescindere dalla nostra simpatia o antipatia ideologica.
La politica come polis-èthikòs o gestione etica della
società per riacquistare identità e ragione, fuori dalla
menzogna del potere, fuori dai tranelli della demagogia, fuori dalle maschere e dalle manipolazioni dei
falsi ideali. Il modello da seguire diventa, dunque,
quello del triangolo morale, partendo dalla morale,
cercando di fare in modo che l'anima di un paese o di
una città possa esprimersi». By Giulio Antonacci,
Giornale di Vicenza, 20 aprile 2008.
Ma che cazzo vordì? Ma che se beve a 'la matina, er
direttore der giornale daa parrocchietta? Er vino daa
messa? 'A Giulio: fàcce Tarzan!
L'apota
COMUNICAZIONE DELL’EDITORE: Giovedì primo magio 2008 La Sberla non sarà disponibile in formato cartaceo, che tornerà
disponibile invece dal giorno 8 maggio 2008. Aggiornamenti continui saranno disponibili sul blog
Earth day: una pantomima planetaria
Si chiama Giornata Mondiale della Terra: in inglese Earth Day,
che fa più trendy. Un po' come il Live Earth di Al Gore dell'estate scorsa. Sono le iniziative della sinistra liberal-capitalista
americana, l'equivalente della sinistra al caviale di Veltroni.
E' la giornata (una sola, non di più, per carità!) in cui l'uomo
moderno fa la pace col suo pianeta. Si sensibilizzano i bambini,
si fanno iniziative, mobilitazioni, spettacolo: la macchina va
avanti, il denaro gira. Deve cambiare il comportamento quotidiano di tutti: la lampadina che distrattamente non viene spenta, il led della televisione che rimane acceso, il rubinetto che
mentre ti lavi i denti non viene chiuso... Stiamo attenti a non
seguire le istruzioni, se no ci macchieremo di pubblica infamia!
Ma come la mettiamo per i fari che illuminano i palazzi pubblici e le vetrine dei negozi anche di notte? E per i milioni di
megawatt che l'industria impiega quotidianamente per produrre inutili imballaggi (è il marketing, bellezza) che dagli scaffali finiscono direttamente nella spazzatura? E per le milioni di
tonnellate di acqua che servono per produrre i biocarburanti? E
tutti i km di mobilità a vuoto? Nessun accenno? Invece ecco
consigli molto più importanti per tutti noi: non accelerare bruscamente in auto, non portare in auto pacchi troppo pesanti,
non bollire l'acqua piu' del necessario, non introdurre cibi caldi
nel frigo... Queste sono le cose importanti! Ma soprattutto:
comprare elettrodomestici a maggiore efficienza! Pensiamo un
attimo a cosa succederebbe se venissero cambiati decine di
milioni di automobili, di frigo, di lavatrici, ferri da stiro, scaldabagno con altri a basso consumo. Secondo i vati dell'ambientalismo politicamente corretto, l'ambiente migliora. Noi non ci
crediamo neanche un po'. Certamente migliorano i conti correnti dei loro amici industriali e affaristi. Si chiama Sviluppo
sostenibile, baby. Buon divertimento all'Earth Day.
Massimiliano Viviani
da: www.movimentozero.org/mz
La Sberla, contrà Cavour 6; 36100 Vicenza. Tel.: 0444-877164; fax: 0444-328354. E-mail: [email protected]; web:
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La Sberla, Anno II giovedì 24 Aprile 2008. Numero 89, pagina 04
analisi e commenti
La campagna elettorale berica, i giri di
Claudio Cicero e dei suoi elettori
Di per sé non è certo con il voto della sinistra che
Variati farà il Sindaco. Più comprensibile il «No dal
Molin» che ovviamente chiederà ai suoi elettori bipartisan di votare Variati dato che questi ha sempre professato la sua fede al referendum. Quello che non
comprendiamo è l’atteggiamento dell’UDC e di Cicero.
Cicero, politicamente modesto ma in linea con la qualità politica di questo secolo, in uno scontro frontale
con la sua parte politica, dando fondo a risorse economiche imprevedibili, si è attirato il 9% dei voti.
Cicero a 360 gradi ha conquistato sulla polemica, o
meglio sullo scontro duro e criticamente spietato, un
successo nei confronti della Sartori. Cacciato dalla
porta aveva invocato su di sé il suffragio nei confronti
della pluridecorata, partiticamente parlando, candidata del PdL. Dopo, cedendo alle lusinghe della
forzista, ha professato fedeltà alla stessa.
Che la fedeltà abbia sede in accordi confessabili o
non, poco importa. Il problema è altro. Quei poveretti
che l’hanno votato a 360 gradi, oggi sono loro a 90
gradi. Delle due l’una; o Cicero hai scherzato e li ha
presi per il... sedere e continuare a votarlo è atto da
imbecilli, o Cicero ha ritenuto di capitalizzare i loro
voti, e, comunque fanno la figura degli sciocchi.
Che Cicero, abituato alle rotatorie, faccia un giro
completo (noto altresì come salto della quaglia) può
anche comprendersi dato il personaggio; ma che coloro che hanno avuto fiducia in lui lo seguano
comunque verso un candidato che hanno avversato,
dimostra solo che sono senza dignità o che vengono
ritenuti senza dignità. Sono problemi loro ma
esprimere loro, se fanno i pecoroni, il mio disprezzo è
piccola soddisfazione che posso prendermi e che mi
prendo.
è il problema. Ma per gli elettori di Cicero... ma non
diversamente per l’UDC. Partito di tessere amichevoli
(pessima abitudine democristiana!) con un candidato
che pur con la tribuna di difensore civico è riuscito a
far perdere al suo partito il 20% rispetto alle politiche,
messo fuori dalla porta prima delle elezioni, avrebbe
dimostrato un minimo di dignità se avesse invitato i
propri elettori a dilettarsi nella lettura. Invece no!
Una parte, insensibile al prestigio del proprio nome,
se ne va in Forza Italia (non prendiamo per il sedere
col PdL.); l’altra per un paio di posticini si mette in
posizione ad angolo retto.
Pensare con disprezzo a questa gente è il minimo.
Così degli elettori che riescono a portarsi dietro
immemori il loro partito. Forse è il momento che
Casini azzeri il Partito come tessere, e lo ricostruisca;
tanto i voti alle politiche sono suoi. Determinati da
gente che non intende essere considerata alla stregua
di domestici di Berlusconi e compagnia bella.
A questo proposito una domanda: perché la studentessa africana violentata da un rumeno è responsabilità di
Rutelli, mentre quella americana violentata dall’egiziano tre giorni prima a Milano non è responsabilità
della equina Moratti? Eppure domenica le reti Mediaset
ci hanno riempito la testa con l’avvenimento romano!
Ma tant’è questa è l’Italia dei disonesti. Con tutta
franchezza l’età porta ad una maggiore pazienza ma
anche con la pazienza i buffoni non si riescono a sopportare. A proposito ricordiamo a tutti che Alemanno è
quel personaggio che prima scrive contro gli USA e poi
approva la «svendita» del Dal Molin.
Prima tira con er Pecora le monetine a Craxi, e poi
controfirma il decreto di Marzano con cui si dà il cavalierato del lavoro a Scaroni meritevole di una conTanto a me la Sartori non fa un baffo e la credo trop- danna per una serie di corruzioni ma, guarda un po’,
po attenta allo spirito di autoconservazione per penproprio nei confronti di Craxi. Votate, votate, ma non
sare di avvicinare i fili dell’alta tensione. Comprendo
lamentatevi perché un vecchio adagio suona così: «Chi
quelli del No dal Molin perché se fosse la Sartori a
è causa del suo mal, pianga se stesso!».
garantire il referendum, voterebbero anche lei. Per
quella lista il problema dell’insediamento militare USA
L’inno minato
La Sberla, Anno II giovedì 24 Aprile 2008. Numero 89, pagina 03
analisi e commenti
Al ballottaggio. Né Franza né Spagna: con
questi signori sempre se... magna
Nè Variati nè Sartori. Franza o Spagna, basta che se
magna? Eh no. Basta con la morale del gregge, basta
col menopeggismo, basta con la politica dei due forni
che ti preparano lo stesso piatto. Basta con le due
facce della stessa medaglia. Basta col passato che
ritorna e col futuro uguale al passato. Basta con le
coalizioni divise ma unite nel partito unico della
poltrona facile.
Non voto Variati nè Sartori perchè mi sono rotto i
coglioni. Non voto Variati nè Sartori perchè un ex
democristiano e una ex socialista sono eterni alleati
nel fare una sola politica: quella della Casta. Non voto
Variati nè Sartori perchè la vita è una e non mi va di
sprecarla dando fiducia a due che hanno fatto solo
politica di partito e non hanno mai vissuto come me,
come te, come voi.
Non voto Variati perchè è contro il Dal Molin americano ma solo a parole, perchè il suo duce Veltroni è
favorevole. Non voto Sartori perchè è a favore del Dal
Molin americano e in cambio vuole scambiarlo con una
manciata di schei.
Non voto Variati perchè con lui non cambia nulla:
prima a farla da padrone era un pugno di lobby di
industriali con la mani in pasta nell'informazione e
nelle speculazioni edilizie, dopo sarà lo stesso. Non
voto Sartori perchè con lei cambia solo il nome della
lobby, ma sempre lobby resta.
Non voto Variati perchè la sinistra non significa più
nulla: basta vedere cos'è stato il governo Prodi. Non
voto Sartori perchè la destra non vuol dire più nulla:
basta vedere cos'è Berlusconi e la sua cricca, una
banda che pensa solo ai propri interessi.
Non voto Variati perchè non sopporto il suo perbenismo da quattro soldi, il suo moderatismo facile in una
città di moderati ipocriti. Non voto Sartori perchè mi
fa vomitare il suo autoritarismo da matrona craxiana,
il suo dire tutto e non dire nulla.
Non voto Variati perchè ha la democristianeria nel
sangue e inciucerebbe con tutti pur di conservare il
potere. Non voto Sartori perchè spartirerebbe col
manuale Cencelli anche i pani e i pesci di Gesù Cristo.
Non voto Variati perchè è a favore degli inceneritori.
Non voto Sartori perchè è a favore degli inceneritori.
Non voto Variati perchè se potesse farebbe suo vice il
vescovo Nosiglia. Non voto Sartori perchè farebbe sindaco Galan.
Non voto Variati perchè con lui c'è quel finto civico di
John Giuliari, attaccato alla carega come una cozza
allo scoglio. Non voto Sartori perchè ha riammesso alla
sua corte quella calamità stradale di Cicero.
Non voto Variati perchè se penso che per lui hanno firmato quel vecchio trombone di Fernando Bandini e l'ex
"rigorista morale" Emilio Franzina, mi verrebbe una
fastidiosa aerofagia. Non voto Sartori perchè con lei
c'è quel trasformista matricolato di Arrigo Abalti, che
mi fa venire l'orticaria.
Non voto Variati perchè voglio facce nuove, giovani.
Non voto Sartori perchè non voglio rivedere facce
come quella di Magaddino o di Zanettin nel cda di
Aim.
Non voto Variati perchè quando sorride mi dà la sensazione che mi sta fregando di brutto. Non voto Sartori
perchè quando sorride sembra che abbia una parèsi e
in realtà voglia fregarmi di brutto.
Non voto nè Variati nè Sartori perchè non c'è più da
sperare nel fango dei partiti, ma lavorare per un'alternativa vera: quella della partecipazione diretta dei
cittadini. La Sala Bernarda è l'obitorio di paese della
democrazia.
Non votiamo due zombie.
L'àpota
www.davidemarchiani.org
La Sberla, Anno II giovedì 24 Aprile 2008. Numero 89, pagina 04
Travaglio: gli sgherri di Silvio Berlusconi
(condannati) finiscono in parlamento
Una notizia di 21 righe sul
Corriere e una candidatura nel Pdl
passata inosservata gettano nuova
luce su un’affaire dimenticata da
tutti fuorchè da Silvio Berlusconi,
che seguita a citarla come prova
dell’”uso politico della giustizia”:
le tangenti Fininvest alla Guardia
di Finanza, peraltro accertate
dalla Cassazione che ha condannato gli ufficiali corrotti e il manager corruttore, Salvatore Sciascia,
arrestato nel ’94 e reo confesso di
tre mazzette da 100 milioni di lire
per ammorbidire verifiche fiscali
a Videotime, Mondadori e
Mediolanum. Chi gli diede l’ok e il
denaro? Lui dice: Paolo
Berlusconi. Questi conferma, ma
il Tribunale l’assolve e condanna
Silvio. Che pure per i giudici d’appello (reato commesso, ma prescritto) è il vero mandante. Poi la
Cassazione assolve pure lui per
“insufficienza probatoria”, sostenendo che potrebbe esser stato
Paolo, ormai improcessabile.
Strano: è per proteggere Silvio allora presidente del Consiglio che il consulente Fininvest
Massimo Maria Berruti, l’8 giugno
’94, manda il maresciallo Alberto
Corrado a suggerire al colonnello
Angelo Tanca di non far parola
con i giudici della mazzetta
Mondadori. Berruti finisce in
carcere, subito dopo Sciascia e
Paolo. Dalle sue carte salta fuori
il “pass” che prova come quella
sera, poco prima di chiamare
Corrado, Berruti fosse a Palazzo
Chigi per incontrare il premier.
Giunto apposta da Milano, salì da
lui alle 20.45, uscì alle 21.30 e
chiamò Corrado. Per questo il
Pool invia a Berlusconi il famoso
invito a comparire: per interrogare lui e Berruti, separatamente,
su quella sera fatidica. Mossa
azzeccata: il premier si dice contrario alle mazzette; precisa di
non sapere nulla di quelle alla
Finanza; ma aggiunge che i suoi
manager erano concussi. Strano:
se non sa nulla, come sa che è
concussione? Poi rievoca dettagliatamente l’incontro con Berruti
(“parlammo della campagna in
Sicilia”). Ma Berruti nell’altra
stanza nega che sia avvenuto: “Il
consiglio dei ministri finì tardi e
me ne andai prima”. L’indomani
Berlusconi scopre la contraddizione e telefona in Procura per
ritrattare: “Mi sono sbagliato,
l’incontro non ci fu per il protrarsi del consiglio dei ministri”. I
suoi due segretari, Marinella
Brambilla e Niccolò Querci, confermano. Ma il verbale ufficiale
indica che il Cdm finì alle 21:
Berruti ebbe tutto il tempo di
vedere il premier, ottenere l’ok al
depistaggio e metterlo in atto.
Il mese scorso Brambilla e Querci
sono stati ricondannati in appello
a 16 mesi per falsa testimonianza
(21 righe sul Corriere, non una
parola sugli altri giornali e in tv).
Berruti, condannato a 8 mesi per
favoreggiamento, è deputato dal
1996. Ora, a Montecitorio, lo raggiunge Sciascia, condannato a 2
anni e 6 mesi per corruzione.
Strano: Berlusconi è contrario alle
mazzette e poi promuove chi le
paga e chi le copre? E come poteva Berruti favoreggiare un innocente? E perché mai i due segretari avrebbero mentito per proteggere un innocente? Se Vittorio
Mangano, per la sua omertà a
tenuta stagna, è un “eroe”,
questi sono perlomeno martiri.
Santi subito.
Marco Travaglio
da: www.voglioscendere.it
Elezioni vicentine
e stranezze varie
(M.M.) È strano ciò che sta capitando a Vicenza a pochi giorni dal ballottaggio per la poltrona di sindaco.
La prima parte della tornata elettorale se n’era andata con strali
terribili indirizzati dai fuoriusciti
dalla Cdl. Claudio Cicero (Vicenza
Rotante) e Massimo Pecori (Unione
dei cerchiobottisti) avevano tuonato contro il Pdl. Ora tornano allo
ovile. Ciò che rimane insondabile è
la pscicologia dell’elettore. Ma
come i tuoi capi hanno fatto tutto
‘sto casino contro gli aficionados
della Sartori e ora vi riaccasate alla
chetichella? Tra l’altro l’accordo
tecnico stipulato con la stessa
Sartori vale poco in caso di vittoria
del Pdl, visto che il futuro sindaco
potrà mettere alla porta gli alleati
quando desidera poiché avrà
comunque la maggioranza in aula.
La Sberla, Anno II giovedì 24 Aprile 2008. Numero 89, pagina 05
Beppe Grillo chiama a raccolta il popolo del
V-day: «Vogliamo una informazione libera»
Tra qualche giorno una sola persona
avrà il controllo di sei televisioni
nazionali. La settima rimarrà in franchising come è adesso. La Voce del
Popolo (detto Testa d’Asfalto) sarà il
futuro presidente del Consiglio. Per il
cittadino non cambierà nulla.
L’informazione era di regime prima e
lo sarà anche dopo. In modo omogeneo
però, senza porre imbarazzanti problemi di sottile, impercettibile confronto
tra il servo doc Fede e il servo dop
Riotta. Una sola voce, una moltitudine
di orecchie. Una chitarra di Apicella a
Porto Rotondo e cento giornalisti servi.
Una luna a Marechiaro e la madunina a
Milano. Montaneli e Biagi sotto una
lapide. L’italiano è come un canarino
in gabbia. La libertà gli fa paura. E’
abituato a non sapere la verità sulla
morte di Borsellino. Sull’Italicus e su
Piazza Fontana. Sul G8 di Genova e
sugli inceneritori. Vuole credere con
tutte le sue forze che il pluri presidente del Consiglio Andreotti sia
prosciolto e non prescritto per mafia.
L’italiano televisivo immagina un nuovo
Parlamento fatto da brave persone.
Non da condannati e rinviati a giudizio.
Chi controlla l’informazione vince, chi
la subisce perde. Un mondo virtuale
diventa realtà, dei delinquenti diventano senatori e deputati. E’ tutto vero,
è tutto falso. Chi grida di più, la vacca
è sua. Il 25 aprile ci siamo liberati dal
nazifascismo. 63 anni dopo possiamo
liberarci dal fascismo dell’informazione. E’ più difficile di allora. Non
ci sono più fucile contro fucile, bomba
a mano contro carro armato. La lotta è
tra le coscienze addormentate e la libertà di pensare, tra chi non vuole più
volare e chi non può rinunciare al
cielo. Il 25 aprile possiamo cambiare il
Paese. Abbiamo il dovere di farlo per i
nostri figli e per la nostra coscienza. La
libertà di informazione non può fare
sconti. Tre referendum per una libera
informazione in un libero Stato: abolizione dell’ordine dei giornalisti di
Mussolini, cancellazione del finanziamento pubblico di un miliardo di euro
all’anno all’editoria, abolizione della
legge Gasparri e al duopolio PartitiMediaset (tra poco Mediaset-Mediaset).
In 400 città italiane si raccoglieranno
le firme, in decine di città straniere si
farà informazione sul controllo dei
media in Italia. Musica, biciclette,
festa e segni di pace. Un nuovo
Rinascimento. Dopo tanta merda, per
l’Italia è un atto dovuto. Il 25 aprile
Beppe Grillo sarà a Torino per una non
stop in piazza San Carlo. Dalle 15 alle
22. Tante voci libere riempiranno
Torino di parole di speranza. Coraggio!.
La Sberla, Anno II giovedì 24 Aprile 2008. Numero 89, pagina 06
Beppe Grillo
da: www.beppegrillo.it
economia lavoro finanza
Gli europei stanno pagando cari i mutui
spazzatura confezionati negli Usa
(m.m.) Durante le ultime settimane le
banche centrali europee hanno beneficiato dalle rispettive banche centrali di una
immissione di liquidità di ben 100 miliardi
di euro. In pratica la Bce e le altre sue
‘colleghe’ si sono messe a stampare
denaro (che ricordiamolo non ha un controvalore in oro; la sua pagabilità al portatore è semplicemente garantita ed imposta dagli Stati) allo scopo di non patire troppo i colpi dei mutui carta straccia
provenineti dagli Usa, i cosiddetti mutui
sub-prime, ovvero finanziamenti baracca
concessi dalle banche Usa a personaggi
falliti senza un quattrino in tasca e senza
garanzie. Questi simpatici prodotti
finanziari, veri e propri bidoni proliferati
sotto l’era di Alan Greenspan ex numero
uno della banca centrale americana,
sono stati acquistati più o meno surrettiziamente dalle banche europee che per
non finire in brache di tela si sono attaccate al capezzolo delle banche centrali.
Queste hanno stampato cartamoneta, il
che ha avuto come effetto la svalutazione
del potere di acquisto degli euro nel nostro portafoglio. Le istituzioni finanziare
europee parlano di 120 miliardi di euro (di
noi poveri cristi dell’europei) bruciati per
coprire le magagne americane scaricate
dalle banche Usa su quelle europee. Il
parlamento europeo però ha in mano
altre cifre. Ancora più inquitetanti. In un
suo intervento pubblico dello scorso anno
a Vicenza l’onorevole Giulietto Chiesa
(Pse) ha parlato di 350 miliardi di euro
«bruciati nella fornace americana».
Insomma la spensieratezza consumistica
degli americani ci sta costando caro. Gli
istituti di credito, grazie al signoraggio concesso dagli stati alle banche centrali, stanno mettendo le mani nelle tasche degli
europei per rimpinguare quelle delle
banche Usa, a loro volta esposte a causa
di un sistema creditizio autoreferenziale e
votato a un consumismo folle e ingiusto
dove i profitti sono privatissimi e le perdite
pubbliche, soprattutto dei meno abbienti.
Sarebbe ora di cominciare a parlare seriamente di signoraggio. Uno dei meccanismi principali con il quale viene tenuto in
vita un capitalismo del fallimento, un capitalismo virtuale nella sostanza e fraudolento nelle conseguenze.
www.ubuntu.it
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La Sberla, Anno II giovedì 24 Aprile 2008. Numero 89, pagina 07
approfondimenti
Caso Kroes-Rete 4: un altro buco nero
per l’informazione italiana...
La stampa italiana fa schifo. A metà
mese ne abbiamo avuto l’ennesima
riprova. Il giorno 15 aprile, mentre i
media nostrani si sbrodolavano e ci
sbrodolavano di dati e commenti sul
dopo voto, dall’Unione Europea
arrivava una doccia fredda per il
Paese ‘do sole’.
infrazione contro l'Italia ai sensi
dell'articolo 226 TCE, relativamente
alla legislazione italiana che disciplina il passaggio dalla tecnica di
trasmissione terrestre analogica a
quella digitale... La Commissione ha
portato avanti la procedura di
infrazione notificando all'Italia, nel
luglio 2007, un parere motivato ai
«La sentenza della Corte di giustizia sensi dell'articolo 226 TCE.
nella causa C-380/05 faceva seguito Pertanto, occupandosi delle dispoa una domanda di pronuncia
sizioni nazionali sopra citate nel
pregiudiziale ai sensi dell'articolo
contesto della procedura di
234 TCE, con cui il giudice
infrazione ai sensi dell'articolo 226
nazionale del rinvio, il Consiglio di
TCE, la Commissione ha già
Stato italiano, poneva una serie di
intrapreso un'azione per porre terquesiti riguardo alla compatibilità
mine alle violazioni e controllerà
con il diritto comunitario della nor- che la decisione della Corte di giumativa nazionale che disciplina il
stizia sia pienamente applicata
settore della radiodiffusione televi- dall'Italia».
siva su frequenze terrestri e, in particolare, del regime transitorio in
Questo il gelido linguaggio burofavore delle reti esistenti. Il
cratico adoperato da Neelie Kroes,
Consiglio di Stato dovrà applicare
impassibile (e sempre elegantissil'interpretazione del diritto comuni- ma) commissaria europea per la
tario fornita dalla Corte di giustizia concorrenza. Sì proprio lei. La
sui fatti della controversia in ques- donna d’acciaio che ha appioppato
tione, che riguardano una richiesta una multa miliardaria a Microsoft
di risarcimento del danno che la
Europa per pratiche monopolistiche.
Centro Europa 7 sostiene di aver
La Kroes così, era il 15 aprile 2008,
sofferto per il fatto che non le sono ha risposto ad una interrogazione
state assegnate, dai convenuti nella redatta da alcuni parlamentari
causa principale, le radiofrequenze europei: primo firmatario Giusto
terrestri in tecnica analogica neces- Catania del gruppo Gue/Ngl.
sarie per svolgere l'attività di diffusione di programmi radiotelevisivi. Certo la Kroes non usa il linguaggio
Per quanto concerne la violazione
salace tipico degli italiani, ma in
delle direttive relative al nuovo
modo netto ha spiegato che il
quadro normativo per le reti e i
Consiglio di Stato, organo della
servizi di comunicazione elettroni- giustizia italiana chiamato a dirica... la Commissione ha avviato nel mire la questione Europa 7 potrà
luglio 2006 una procedura di
pronunciare una sentenza che dice
solamente tre cose. Uno, Rete 4 sta
trasmettendo illecitamente perché
non ha le frequenze. Due, Rete 4
deve essere spenta e trasferita sul
satellite, mentre il suo posto spetta
ad Europa 7. Tre, Europa 7 dovrà
percepire dallo Stato italiano (cioè
noi cittadini) un maxi risarcimento
per il torto subìto. Quattro,
l’Unione Europea vigilerà come un
mastino da guardia affinché il dettato del diritto europeo nonché le
sue risoluzioni siano applicate alla
lettera.
Domanda: quante aperture di telegiornale avete visto il giorno 15 o il
giorno 16 su questo argomento?
Nessuna. Quante prime pagine di
giornale? Nessuna. Quante aperture
di giornale radio? Nessuna. La
notizia è però comparsa su alcuni
siti internete, su alcuni blog e l’ha
data (onore al merito) anche l’Ansa.
E poiché è stata anche la più
grande agenzia di stampa italiana a
riferire la notizia non si capisce il
motivo del silenzio dei maggiori
media. Non sarebbe argomento di
interesse nazionale conoscere come
il premier in pectore Silvio
Berlusconi risolverà una delle più
grosse grane finite tra le sue mani?
Ecco perché il 25 aprile (V-day2) la
gente sarà in piazza a mandare a
quel paese la stampa, depandance
dei politici e dei potentati economici. E da giornalista (precario) iscritto all’albo dei pubblicisti mi beccherò anch’io la mia dose di ‘vaffanculi’.
Marco Milioni
La Sberla, Anno II giovedì 24 Aprile 2008. Numero 89, pagina 08