10 μm - Associazione Cultura e Vita
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Associazione Cultura e Vita 17 aprile 2012 – martedì Quando il Sahara era verde… testimonianze archeobotaniche di un clima pre-desertico Anna Maria Mercuri Laboratorio di Palinologia e Paleobotanica Dipartimento di Biologia UNIMORE Acqua, piante e deserto Paesaggi scomparsi Civiltà scomparse Ripari e sepolture Cambiamenti climatici Ricerca Archeobotanica Cos’è l’Archeobotanica? reperti botanici macroscopici (semi, frutti e annessi fiorali, legni e carboni) microscopici (polline, spore, fitoliti, microcarboni) Si basa sul reperimento e l’identificazione di parti conservate di piante, o delle loro impronte su matrici che ne abbiano preservato il calco. Nel deserto manca acqua superficiale, eppure tutte le forme parlano di acqua, una ricca serie di testimonianze di diversa natura parla di acqua più abbondante in passato Quando il Sahara era blu? Camminando nel Sahara si cammina a volte sul fondo del mare, e fossili di molluschi e tracce di onde sono evidenti Quando il Sahara era verde? Grazie all’erosione eolica o al disseccamento affiorano evidenze di epoche diverse, e quelle relative all’Olocene parlano spesso di bacini e corsi d’acqua dolce. Ancora ca. 6500 anni fa c’erano estesi laghi. LAGHI SALATI - Gabraon Lakes, Edeyen of Ubari (south-western Fezzan, Libya) Open air sites in the Uan Kasa dune fields tracce del passato i siti archeologici La necropoli di Gobero, Niger 2005 Campionamento pollinico nella necropoli di Gobero (Niger) 23 sepoture (59 campioni) da G1 e G3 73% 27% Arrivo di polline nelle sepolture Vento Terra Sedimenti rimaneggiati Aderenti al corpo Aderenti agli oggetti Umani Sepolture Sedimenti rimaneggiati Accumulo intenzionale di piante Acacia – Panicum communities Acqua Campionamento pollinico da un lago secco Lake GO-1 (8 ps) Campionamento pollinico (8 ps x 53 cm) Campionamento pollinico da sepolture – G3 Tenerian G3 B36 G3 B6 G3 B17 G3 B21 G3 B15 G3 B33 G3 B8 G3 B40 G3 B9 G3 B14 Kiffian Polline dalle sepolture Kiffian pollen from G3 B15 Poaceae >40 m Salvadora persica-type 10 μm 10 μm Cornulaca monacantha-type 10 μm 100 μm Typha latifolia-type Cyperaceae 10 μm Pollen from burials Kiffian Ethnopalynology: evidence of diet on wild cereals? G3 B33 2781 p /g Pollen sample BK-P11 was collected inside stomach Alia 26.3% Poaceae 70.1% Poac.>40 μm 3.6% Mercuri, A.M., Massamba N’siala, I. & Florenzano, A. in press. Environmental and Ethnobotanical Data Inferred from Pollen of Gobero and the Dried Lakebeds in the Surrounding Area. In: Garcea, E.A.A. (ed.), Gobero: The NoReturn Frontier. Archaeology and Landscape at the Saharo-Sahelian Borderland. Africa Magna Verlag, Frankfurt. Sereno, P.C., Garcea, E.A.A., Jousse, H., Stojanowski, C.M., Saliège. J.-F., Maga, A., Ide, O.A., Knudson, K.J., Mercuri, A.M., Stafford, T.W., Kaye, T.G., Giraudi, C., Massamba N’siala, I., Cocca, E., Moots, H.M., Dutheil, D.B. & Stivers, J.P. 2008. Lakeside Cemeteries in the Sahara: 5000 Years of Holocene Populations and Environmental Change. PLoS ONE 3 (8), 1-22. e2995. DOI: 10.1371/journal.pone.0002995. 5500 – 5130 cal BP Pollen from burials Tenerian Ethnopalynology: evidence of plant uses? Pollen sample BT-P3 was collected between the arms of B8 and B9 Pollen clusters NG, September 2008 Pollen from burials 10 μm Pollen clusters Pollen from burials Tenerian Ethnopalynology: evidence of plant uses? Phytoliths Pollen sample BT-P4 was collected under the skull Pollen from burials Tenerian Ethnopalynology: evidence of plant uses? Crumpled pollen of Poaceae Phytolits 30 m Pollen from burials 6040 – 5950 cal BP Ethnopalynology: evidence of plant uses? One prevalent pollen Tenerian Pollen from burials Tenerian Ethnopalynology: evidence of plant uses? Alia 64.3% Poaceae 22.4% Capparis 13.3% Capparis 1.5% 10 μm Alia 64.3% Poaceae 22.4% Capparis spinosa Pollen from burials Tenerian Ethnopalynology: evidence of plant uses? Alia Poaceae 15.5% 22.5% Alia 62,3% Myrtus 62.0% Myrtus 16.0% Poaceae 21.7% Myrtus nivellei 10 μm Mercuri, A.M., Sadori, L. & Uzquiano Ollero, P. 2011. Mediterranean and North-African Cultural Adaptations to Mid-Holocene Environmental and Climatic Changes. The Holocene 21 (1), 189-206. Libia sud-occidentale regione Fezzan massiccio Tadrart Acacus 24º30’ N, 9º0’ E Mercuri, A.M. 2008a. Human influence, plant landscape, evolution and climate inferences from the archaeobotanical records of the Wadi Teshuinat area (Libyan Sahara). Journal of Arid Environments 72, 1950-1967. Mercuri, A.M. 2008b. Plant exploitation and ethnopalynological evidence from the Wadi Teshuinat area (Tadrart Acacus, Libyan Sahara). Journal of Archaeological Science 35 (6), 1619-1642. 1992 Wadi Teshuinat 2004 Wadi Takarkori Acacia tortilis subsp. raddiana Zilla spinosa (Cruciferae) Pulicaria crispa (Compositae) Solenostemma (Asclepiadaceae) Retama (Leguminosae) Arte rupestre Le pareti di grotte e ripari sotto roccia sono stati affrescati in tempi diversi con disegni simbolici, realistici, di divinità o di mandrie. Le grandi mandrie sono la migliore evidenza di quanta acqua dovesse esserci nel territorio Quali prove delle oscillazioni climatiche del Sahara Su scala globale, l’evoluzione climatica nel Sahara ha seguito le oscillazioni climatiche legate a meccanismi planetari, e spostamento della fascia di influenza dei monsoni. Molti studi al riguardo sono eseguiti su paleolaghi, depressioni interdunali e siti archeologici. Olocene nel Sahara Centrale • tra ca. 11.000 e 8.500 anni fa = fase fresca e umida • tra 8.500 e 7.000 anni fa = fase arida e fresca • tra ca. 7.000 e 5.000 anni fa = fase calda e umida • da ca. 5.000 anni a oggi = fase calda e arida Quali prove delle oscillazioni climatiche del Sahara - - Documenti di queste oscillazioni sono, ad esempio: geomorfologia e movimenti dei sedimenti eolici proxy paleolimnologici, diatomee, ostracodi subfossili di faune, archeozoologici polline e altri subfossili vegetali, archeobotanici Il riparo sotto roccia di Takarkori Lo scavo archeologico Raccolta polline e macroresti Quali informazioni da uno studio archeobotanico? Paesaggio vegetale Flora, vegetazione, clima e risorse vegetali Indicatori antropici Etnobotanica Arrivo del polline negli strati archeologici vento Coproliti animali Adesione a corpi Strati Coproliti umani archeologici Adesione a corpi Accumulo intenzionale Acacia – Panicum communities acqua Tra ca. 10000 e 7500 anni fa Siti di cacciatori - raccoglitori 50 m 10 m 4m Tra ca. 10000 e 7500 anni fa 2,5 x 3 mm Suoli sabbiosi e umidi - alluvioni margini di foreste fluviali - arbusteto 2,6 x 3 mm il paesaggio vegetale possedeva una copertura vegetale continua, di tipo savana cioè prevalentemente erbacea (Cyperaceae e Gramineae, in particolare Panicoideae quali Brachiaria e Urochloa) con rari alberi e arbusti Tra ca. 10000 e 7500 anni fa Typha latifolia tipo 10 m Panicum tipo 10 m Erano diffuse aree aperte e ambienti umidi permanenti. Tra ca. 10000 e 7500 anni fa La ricchezza di risorse vegetali su questi massicci, in particolare cereali selvatici (Echinochloa, Panicum e Setaria) è documentata dagli accumuli sotto ai ripari. Tale ricchezza fu un elemento fortemente condizionante l'aumento di concentrazione umana nella regione, con aumento di siti insediati, e sviluppo di civiltà basate su caccia-raccolta che salirono in questa area di rifugio dalle regioni di pianura, impoverite durante le fasi aride. Di Lernia, Massamba, Mercuri (2012) – Journal of Archaeological Science 1993 d.C. Condizioni climatiche umide e fresche a ca. 11.000-9.000, poi progressivo inaridimento 8.000 anni fa • Al graduale aumento di aridità verso la fine di questa fase, si osserva una risposta biologica tipica dell'area montuosa: la flora diviene più ricca, con più piante legnose, e la vegetazione si frammenta. • Il paesaggio vegetale si articola in un mosaico di grassland, arbusteti e zone umide, distribuito in fasce altitudinali. Dalla fascia più alta, giungono apporti pollinici di elementi della flora mediterranea (ad esempio, Quercus tipo ilex e Myrtus sp.). Più in basso vivono Tamarix, Ficus e Cassia. • Alcuni tipi di vegetazione assai presumibilmente non hanno analoghi moderni. 11.000 - 9.000 anni fa Tra ca. 7500 e 5000 anni fa • Uan Muhugiagg – sito pastorale Artemisia 10 m Tra ca. 7500 e 5000 anni fa, • Il paesaggio vegetale si trasformò in una savana alberata, con maggiore frequenza di acacia e mantenendo ampia distribuzione di ambienti umidi. • Il clima si mantenne umido, ma probabilmente divenne più caldo di prima: fu proprio questo a permettere l’arrivo di alberi tropicali in latitudini più settentrionali di quelle attuali. • I cereali selvatici cambiarono in parte (soprattutto Brachiaria, e ora Cenchrus) ma rimasero abbondanti nel territorio. Tra ca. 7500 e 5000 anni fa, • I pastori, che in questa fase possedevano mandrie di bovini, iniziarono ad occupare il territorio sfruttando il manto vegetale in modo assai diverso rispetto ai cacciatori-raccoglitori che li avevano preceduti. • L'azione degli erbivori portò principalmente ad un aumento degli arbusti (ad es., Cornulaca, Calligonum, e altre Chenopodiaceae). Tra ca. 5000 e 3000 anni fa, Le difficili condizioni climatiche resero l'ambiente più selettivo per le piante, e su questa forza si innestò la pressione operata dal pascolo, adesso principalmente di ovicaprini. accelerazione del processo di desertificazione Polline di Acacia Tra ca. 5000 e 3000 anni fa, • gli ambienti umidi regredirono vistosamente, e si diffuse la savana desertica con comunità ad AcaciaPanicum e generi psammofili (Moltkiopsis, Cornulaca), per alcuni tratti già simile all'attuale ma decisamente più diffusa. • Il clima divenne più arido rispetto alle fasi precedenti, ma non ancora iperarido come l'attuale. L’ evoluzione del paesaggio vegetale olocenico nel Sahara centrale (Tadrart Acacus) è stata influenzata dal clima e dall’attività antropica: da un lato, le oscillazioni climatiche modificarono la flora locale e la sua copertura vegetale; questo stimolò 'scoperte botaniche' e indusse modifiche nelle strategie adattative delle popolazioni insediate; dall'altro, allo stesso tempo, l'influenza antropica sul territorio, sensibile prima attraverso la raccolta e selezione di piante, e poi più incisiva attraverso l'allevamento, modificò l'ambiente. prehistoric sites (surveys 1995 – 2002) L'azione combinata dei due fattori, climatico e antropico, può essere letta nel paesaggio attuale presente nell'area, ma ancora molto deve essere fatto per riconoscerne esattamente i segni.
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