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Maurizio BETTINELLI ‐ Tommaso MICCOLI Sempre richiamata, poco conosciuta, quasi mai applicata ....Apprendere vuol dire sapere abbandonare senza fatica i propri occhiali quando serve per poter vedere da un'angolazione tutta nuova ed inaspettata i vecchi problemi. Del resto, …. che cos'è che si apprende se non ciò che prima non si conosceva o non si vedeva affatto? (AIF un senso per l'apprendere, pag 15) KOSMOSNET UNI EN ISO 10012:2004: Sistemi di gestione della misurazione: Requisiti per i processi e le apparecchiature di misurazione All’amicizia sincera che ha consentito la realizzazione del presente lavoro UNI EN ISO 10012:2004: Sistemi di gestione della misurazione: Requisiti per i processi e le apparecchiature di misurazione. Pag. 2 / 57 PREMESSA Nell’illustrazione sotto riportata è sintetizzato il flusso dei fattori che influiscono sul risultato analitico. Come si può notare l’influenza di questi fattori ha degli impatti spesso critici dovuti alla variabilità delle cause che vi concorrono e solo una gestione preventiva di tali fattori può limitare conseguenze negative ad alto rischio per il laboratorio. Tutte le gestioni che tendono preventivamente a garantire un risultato analitico realmente rappresentativo della caratteristica misurata possono essere viste come “Attività di Assicurazione Qualità dei Risultati Analitici”. Reagenti e M.R. Operatore VERIFICHE PRELIMINARI STATO DI CONSERVAZIONE Campione PREPARAZIONE PER ANALISI ABILITA’ MATRICE DILUIZIONI STATO DI CONSERVAZIONE QUALIFICA Risultato Analitico VALIDAZIONE CONTROLLO PARAMETRI AMBIENTALI MANUTENZIONE Taratura SANITIZZAZIONE CONTROLLI PERIODICI CONFERMA METROLOGICA CONTROLLI DI PROCESSO Regolazioni Ambiente di Lavoro Metodo di Prova Apparecchiature Verifihe Intermedie Anche la gestione delle Apparecchiature, quindi, rientra in tale contesto e più precisamente rientrano tutte le operazioni preventivamente effettuate per garantire l’adeguatezza delle apparecchiature alle esigenze di utilizzazione. Lo scopo di questa pubblicazione quindi, è quello di mettere in luce tutte le ombre ancora oggi esistenti su tale componente critica del risultato analitico; stimolando una discussione serena. Questo, affinchè siano condivisibili gli approcci gestionali da tenere e che diano al tempo stesso la massima “garanzia di veridicità dei dati” con un impegno economicamente sostenibile. Si cercherà quindi di mettere in evidenza come la gestione delle apparecchiature sia in realtà la gestione di un processo atto a garantire che tali risorse critiche UNI EN ISO 10012:2004: Sistemi di gestione della misurazione: Requisiti per i processi e le apparecchiature di misurazione. Pag. 3 / 57 rispondino costantemente ed adeguatamente alle esigenze di misurazione dei laboratori assicurando pienamente la capability di tale processo . In quanto processo, inoltre, possono essere resi disponibili una serie di indicatori di efficacia e di efficienza che consentano di monitorare, con frequenze adeguate alle esigenze di utilizzo, sia lo stato di corretto funzionamento delle apparecchiature sia i costi sostenuti per la loro gestione. UNI EN ISO 10012:2004: Sistemi di gestione della misurazione: Requisiti per i processi e le apparecchiature di misurazione. Pag. 4 / 57 INTRODUZIONE Potremmo chiederci quale sia quell’arcana motivazione che induce quasi tutte le organizzazioni a identificare, tra i riferimenti normativi posti alla base dei loro sistemi di gestione, una serie di norme di riferimento. Questa riflessione, in particolare, non riguarda tanto la normativa tecnica, che in qualche modo è bagaglio della specifica competenza tecnico-professionale, quanto le norme che cercano di standardizzare interpretazioni e comportamenti gestionali/sistemici e che quindi hanno un impatto più diretto sulla sfera delle competenze trasversali. Viene da pensare che richiamare una norma o linea guida a riferimento di un determinato argomento, voglia dire che le radici strutturali di quello specifico argomento si posino sui criteri e requisiti descritti in tale documento. Questo modo di procedere fondamentalmente dà robustezza alle regole che saranno definite per pianificare una determinata attività. Ad esempio, fare specifico riferimento alla UNI EN ISO 19011:2003 all’interno di un manuale della qualità, fa capire che nel trattare il processo di audit, una determinata Organizzazione imposti le attività seguendo i paradigmi di base tracciati in tale documento. Paradigmi che possono e devono essere adattati alla realtà Organizzativa della struttura, ma non vanno a sconvolgere l’archetipo di partenza. Appartiene a questa categoria di norme anche la UNI EN ISO 10012:2004 "Sistemi di gestione della misurazione: Requisiti per i processi e le apparecchiature di misurazione". Tale norma rappresenta realmente un documento di riferimento che può aiutare le organizzazioni a razionalizzare la gestione delle apparecchiature raggiungendo oggettivamente i tanto decantati obiettivi di efficacia (adeguatezza dell’apparecchiatura all’uso) e di efficienza (risparmi di tempi di gestione delle apparecchiature e conseguentemente UNI EN ISO 10012:2004: Sistemi di gestione della misurazione: Requisiti per i processi e le apparecchiature di misurazione. Pag. 5 / 57 anche risparmi di tipo economico) ma, ahimè non risulta essere quasi mai applicata anche se in genere sempre richiamata nella documentazione di pianificazione. Infatti quando si vanno a verificare le modalità con cui i requisiti relativi alle apparecchiature di misurazione sono realmente attuati, quasi mai vengono trovate le correlazioni e i riscontri con i contenuti della norma citata. Più in generale il significato semantico attribuito ai termini utilizzati è frutto di personali e arcaiche convinzioni che sovrastano il reale significato riportato nelle varie norme riguardanti i riferimenti metrologici; ecco allora che, ad es., la verifica della taratura di una apparecchiatura assume lo stesso significato di verifica della conferma metrologica. E così il tutto diventa una moderna babele, quando, basterebbe poco, per condividere che verifica è un termine generico che può essere associato a qualsiasi attività e ad una qualsiasi fase di un generico processo e che taratura di una apparecchiatura e conferma metrologica non sono la stessa cosa ma l’una è strettamente interconnessa all’altra come una fonte con il rivolo che ne deriva. LA FILOSOFIA Il processo di misurazione attivo presso tutte le Organizzazioni, ha come obiettivo principale quello di garantire l’adeguatezza dell’apparecchiatura di misurazione all’utilizzo previsto, ad esempio, da un metodo di prova, da una caratteristica di un prodotto, dall’ambiente, qualora lo stato dell’apparecchiatura stessa influenzi i risultati del processo. Un’apparecchiatura può ritenersi adeguata, quando, note le sue caratteristiche di misurazione (CMA), attraverso l’effettuazione di un processo di conferma metrologica, si dà evidenza che l’apparecchiatura di misurazione soddisfa i requisiti metrologici richiesti (RMC). Dal confronto tra CMA e RMC ne deriva che l’apparecchiatura può essere confermata metrologicamente (confronto positivo) oppure dichiarata non confermata (confronto negativo) per quei determinati requisiti metrologici e conseguentemente non idonea per lo scopo previsto. UNI EN ISO 10012:2004: Sistemi di gestione della misurazione: Requisiti per i processi e le apparecchiature di misurazione. Pag. 6 / 57 Caratteristiche di misurazione delle apparecchiature (CMA) Sono proprie delle apparecchiature in quanto associate alle prestazioni derivanti dalle caratteristiche costruttive che il fabbricante ha voluto ottenere nel progettare l’apparecchiatura stessa. Possiamo distinguerle in due tipologie: Caratteristiche costruttive tipiche dell’apparecchiatura che consentono alla stessa di erogare una prestazione (rientrano tra queste ad esempio la prontezza, la risoluzione, la sensibilità, etc.); Caratteristiche derivate dalle precedenti e che consentono di utilizzare l’apparecchiatura per effettuare le misurazioni di alcune caratteristiche presenti in un oggetto non facente parte dell’apparecchiatura stessa (oggetto da provare o campione). Requisiti metrologici richiesti (RMC) Tali requisiti appartengono specificatamente alle esigenze di misurazione che occorre soddisfare nell’ambito del processo di misurazione; misurazione che può essere qualitativa (presenza/assenza) o quantitativa (accertamento numerico). In genere tali caratteristiche sono associate al prodotto (ad esempio una quota critica dimensionale di un particolare meccanico) o al processo (ad esempio un metodo di prova). La differenza sostanziale tra i due casi consiste nel fatto che nel primo si è in grado, attraverso il riscontro di una misura oggettiva sul prodotto, di acquisire informazioni sulla bontà del processo in termini di un’eventuale deriva o nei casi più critici un fuori controllo. Nel secondo caso, invece, il prodotto è un dato e non un oggetto, pertanto la confidenza ragionevole che tale dato sia quello reale è data esclusivamente dal metodo eseguito per la sua misurazione (processo di prova o metodo di prova). In quest’ultimo caso siamo confortati dal fatto che durante le diverse fasi di esecuzione del processo di prova, vengono effettuate misurazioni di caratteristiche note su materiali di riferimento, in modo da ricavare sufficienti informazioni relativamente alla bontà del processo di UNI EN ISO 10012:2004: Sistemi di gestione della misurazione: Requisiti per i processi e le apparecchiature di misurazione. Pag. 7 / 57 misurazione stesso (controlli di processo). Sono proprio tali controlli che garantiscono la bontà del risultato della misurazione relativamente alla caratteristica cercata. Possiamo quindi concludere che mentre nel primo dei due casi esaminati le esigenze di misurazione sono espresse, ad esempio, in un disegno in cui sono indicate dimensioni e tolleranze, nel secondo caso tali esigenze sono esplicitate (ma non sempre) nel metodo di prova. Appare quindi evidente che la conoscenza delle capacità metrologiche prestazionali della apparecchiatura e dei requisiti di misurazione legati alle nostre esigenze, è assolutamente necessaria per considerare affidabile il processo di misurazione e, di conseguenza, i dati da esso generati. IL PROCESSO DI CONFERMA METROLOGICA E’ proprio il processo di conferma metrologica che fornisce una risposta in termini di adeguatezza all’uso delle nostre apparecchiature di misurazione. Come tutti i processi risponde a precisi e predefiniti obiettivi prestazionali che non possono prescindere dai risultati che occorre garantire (adeguato stato di conferma metrologica) e a specifici bisogni da soddisfare nei tempi e nelle modalità ma comunque in una cornice di equilibrio tra esigenze da garantire e disponibilità di risorse economiche. Requisiti Metrologici di Conferma (RMC) Caratteristiche Metrologiche Apparecchiature (CMA) PROCESSO DI CONFERMA METROLOGICA CONFERMA POSITIVA O NEGATIVA IN MERITO ALL’ADEGUATEZZA DELLA APPARECCHIATURA Riesame del Processo di Conferma Metrologica Fig.1 UNI EN ISO 10012:2004: Sistemi di gestione della misurazione: Requisiti per i processi e le apparecchiature di misurazione. Pag. 8 / 57 Ecco allora che la gestione delle apparecchiature di misurazione, visto criticità e costi, sia interni che esterni, deve gioco forza rispondere a precise logiche sistemiche che troviamo chiaramente espresse nella edizione in vigore della norma che altro non è che l’evoluzione della precedente UNI EN 30012-1: 1993, nella quale venivano poste le basi per la gestione di questo processo critico e costoso, frequentemente non adeguato alle reali esigenze del laboratorio. Le azioni da compiere scorrono quindi in due dimensioni: la prima è quella dell’attivazione adeguata del processo di misurazione atto a garantire l’adeguatezza all’uso previsto dell’apparecchiatura (intervallo di conferma metrologica); la seconda, invece, è quella del riesame dello stesso processo di misurazione e si pone l’obiettivo di garantire nel tempo un costante livello prestazionale delle apparecchiature di misurazione a fronte di una riduzione di risorse impiegate (efficienza del processo di misurazione). Il tutto in una cornice unitaria di responsabilità e visione d’insieme del processo di misurazione. Intervallo di Conferma Metrologica Responsabilità Organizzativa PROCESSO DI CONFERMA METROLOGICA Riesame del Processo di Conferma Fig.2 Le attività afferenti al processo di conferma metrologica si possono individuare in: UNI EN ISO 10012:2004: Sistemi di gestione della misurazione: Requisiti per i processi e le apparecchiature di misurazione. Pag. 9 / 57 • verifica delle caratteristiche metrologiche dell’apparecchiatura • taratura dell’apparecchiatura di misurazione • verifica dei risultati ottenuti dalla taratura con i requisiti metrologici necessari • decisione finale sullo stato di conferma (positivo/negativo) Per taratura delle apparecchiature si intende “l’insieme delle operazioni che stabiliscono, sotto condizioni specificate, la relazione tra i valori indicati da uno strumento o da un sistema per misurazione o i valori rappresentati da un campione materiale, ed i corrispondenti valori noti di un misurando” (VIM). Intervallo di Conferma Metrologica Requisiti Metrologici di Conferma (RMC) PROCESSO DI CONFERMA METROLOGICA TARATURA Caratteristiche Metrologiche Apparecchiature (CMA) VERIFICA METROLOGICA DECISION E FINALE CONFERMA POSITIVA O NEGATIVA IN MERITO ALL’ADEGUATEZZA DELLA APPARECCHIATURA Riesame del Processo di Conferma Metrologica Fig.3 Se ciò risulta di facile comprensione per strumenti “semplici” quali la bilancia che effettua misure di massa e viene tarata con masse certificate, o per un misuratore di temperatura che viene tarato con un altro misuratore di temperatura primario, non altrettanto immediata appare la trasposizione dello stesso concetto per le apparecchiature complesse quali la spettrometria di massa ICP-MS, che misura il numero di isotopi di un dato elemento nel campione in analisi, o la cromatografia liquida HPLC che viene utilizzata per il dosaggio di sostanze organiche in campioni di diversa natura. In molti casi queste tecniche risultano costituite da parti strumentali diverse (ad es. pompa, sistema di vuoto, rivelatore etc.) ognuna delle quali possiede UNI EN ISO 10012:2004: Sistemi di gestione della misurazione: Requisiti per i processi e le apparecchiature di misurazione. Pag. 10 / 57 delle caratteristiche metrologiche specifiche che non risultano comunque strettamente o direttamente correlate con la grandezza finale misurata. Qual è il significato di taratura da associare a questa tipologia di strumenti? Devono cioè essere tarate tutte le componenti strumentali o è possibile pensare ad una serie di operazioni che assicurano la taratura della strumentazione “nel suo complesso”. Infine per le tecniche hyphenated oggi molto impiegate nel campo della speciazione e derivate dall’unione di tecniche diverse (HPLC-ICPMS, HGICPMS, HRGC-HRMS ecc.) il concetto di taratura mantiene lo stesso significato o deve necessariamente considerare aspetti operativi profondamente diversi? Se il significato metrologico della taratura rimane immutato, per queste nuove realtà strumentali devono essere, a nostro avviso, ripensate le metodologie e le procedure per realizzarla, sia alla luce di un’effettiva carenza di campioni primari / materiali certificati di riferimento sia per gli aspetti economici legati a questo tipo di attività. Appare da questo punto di vista importante ricordare che, a parità di strumentazione e di analita determinato, i requisiti metrologici definiti dal metodo normato o stabiliti dal laboratorio per i metodi interni possono risultare significativamente diversi in funzione della matrice del campione. I criteri di accettabilità della taratura tipicamente rappresentati dal valore dell’incertezza di taratura, per le prove chimiche sono pertanto “matrice dipendenti”. Se questo è vero ne deriva automaticamente che i requisiti metrologici non possono essere univoci per una determinata apparecchiatura ma devono essere strettamente correlati al metodo e al campo di applicazione del metodo stesso. Da qui deriva il concetto di adeguatezza delle prestazioni della strumentazione per una determinata applicazione. La complessità della situazione ha portato a interpretazioni della taratura e a procedure di taratura degli strumenti che, seppur realistiche, hanno poco a che fare con i contenuti e le indicazioni della norma UNI EN ISO 10012. Per questi motivi per una stessa apparecchiatura (es. spettrofotometro UVVIS) è possibile trovare sia una “taratura all’uso con materiali di riferimento” UNI EN ISO 10012:2004: Sistemi di gestione della misurazione: Requisiti per i processi e le apparecchiature di misurazione. Pag. 11 / 57 sia una “taratura annuale con campioni di riferimento” (filtri certificati) e tutto ciò indipendentemente dalle caratteristiche metrologiche della apparecchiatura e dai requisiti metrologici indicati dal metodo. Ad esempio si è potuto constatare, nella gestione ordinaria delle apparecchiature, come, nel caso di uno spettrofotometro ad assorbimento atomico con fornetto di grafite, è stata erroneamente interpretata come "taratura" la determinazione della accuratezza e precisione della "concentrazione caratteristica" dimenticando che questa grandezza dipende grandemente da alcune variabili operative (tipologia del tubicino di grafite, programma termico, natura degli acidi presenti, utilizzo o meno del modificatore di matrice) ma soprattutto dalle condizioni superficiali della grafite interna dell'atomizzatore e pertanto tende a degradare nel tempo (ore/giorni) in funzione del numero di atomizzazioni effettuate. Definire che tale attività rappresenta una taratura conforme ai requisiti della Norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2005" unicamente perchè la massa caratteristica sperimentale è congruente con quella "teorica" significa aver dimenticato i risultati degli studi condotti da uno dei padri dell'assorbimento atomico, Boris L'Uov, effettuati negli anni '80. Significa, a nostro avviso, introdurre anche un elemento di confusione per gli operatori tecnici che paventando alibi, non sempre supportati tecnicamente, in nome dell'accreditamento dei laboratori, "inventano" procedure di taratura non rispondenti ad alcun criterio ne metrologico ne tantomeno logico. Nel tentativo di armonizzare i diversi approcci seguiti dai laboratori nella gestione delle tarature delle apparecchiature riconducendoli nel quadro delineato dalla UNI EN ISO 10012 ci è parso opportuno di individuare le caratteristiche metrologiche delle apparecchiature (CMA) tra i parametri definiti dai costruttori nelle procedure di qualifica o di verifica iniziale delle prestazioni, mentre i requisiti metrologici di conferma (RMC) dovrebbero essere riportati nei singoli metodi analitici. Alla luce di questa interpretazione dovrebbe essere chiaro che aver “tarato” un gas cromatografo per quanto concerne la temperatura del forno o del sistema UNI EN ISO 10012:2004: Sistemi di gestione della misurazione: Requisiti per i processi e le apparecchiature di misurazione. Pag. 12 / 57 di iniezione e il flusso dei gas di trasporto non vuole assolutamente significare che lo strumento è adeguatamente tarato per l’analisi dei policlorobifenili piuttosto che per l’analisi dei clorurati volatili. In tutti i casi dovrà ovviamente essere prevista la “taratura” analitica del metodo che ci consentirà di ottenere una relazione tra la risposta strumentale e la quantità / concentrazione degli analiti introdotti. D’altra parte la richiesta della UNI EN ISO IEC 17025 relativamente alla validazione delle procedure di taratura e alla stima dell’incertezza di taratura fa implicito riferimento a questa seconda tipologia di taratura direttamente correlata con i risultati di prova. Volendo proporre qualche caso esemplificativo le caratteristiche metrologiche dell’apparecchiatura (CMA) potrebbero essere: Spettrofotometro UV-VIS Caratteristiche Metrologiche 1. accuratezza delle lunghezze d’onda 2. accuratezza fotometrica (con filtri soluzioni certificate) 3. linearità fotometrica risoluzione ripetibilità delle lunghezze d’onda rapporto segnale / fondo luce diffusa stabilità della linea di base Impatto sui risultati (i punti 1-2-3 sono critici o per l’accuratezza dei risultati) (importante per ridurre la possibilità di interferenze) (importante per assicurare una ripetibilità delle misure adeguata ) (importante per la sensibilità delle misure e per il limite di rilevabilità) (importante per verificare lo stato “di salute” dell’intero sistema) (importante per valutare il drift strumentale) Tab.1-a Cromatografo liquido HPLC UNI EN ISO 10012:2004: Sistemi di gestione della misurazione: Requisiti per i processi e le apparecchiature di misurazione. Pag. 13 / 57 Caratteristiche Metrologiche Impatto sui risultati Modulo Pompa (importanti per la 1. accuratezza del flusso precisione dei risultati e la 2. precisione della pressione / velocità di ripetibilità del segnale flusso area/altezza del picco) Modulo Autocampionatore 1. precisione del volume di iniezione 2. carryover del sistema di iniezione 3. controllo linearità Modulo Forno 1. accuratezza temperatura del forno 2. precisione nella termostatazione del forno (importante per l’accuratezza dei risultati) Modulo Rivelatore 1. noise e drift della linea di base 2. accuratezza della lunghezza d’onda (per UV-VIS es. con caffeina; per FLUO con il picco RAMAN dell’acqua) 3. rapporto segnale / disturbo 4. linearità della risposta del rivelatore (importante per la sensibilità delle misure e per il limite di rilevabilità) (importante per l’accuratezza dei risultati) (importanti per la precisione dei risultati e la ripetibilità del segnale area/altezza del picco) Tab.1-b Spettrometro di massa con sorgente al plasma ICP-MS Caratteristiche Metrologiche Impatto sui risultati 1. accuratezza e stabilità del numero di (importante per massa l’accuratezza dei risultati) 2. risoluzione robustezza del plasma (importante per la sensibilità delle misure e la stabilità delle condizioni del plasma) percentuale di ossidi e doppie cariche (importante per la riduzione delle possibili interferenze) valore del fondo (importante ai fini del limite di rilevabilità) intensità del segnale (importante per la sensibilità delle misure) precisione a breve termine precisione a lungo termine (importanti per la ripetibilità del segnale del picco) (importante per l’accuratezza dei risultati) linearità della risposta del rivelatore UNI EN ISO 10012:2004: Sistemi di gestione della misurazione: Requisiti per i processi e le apparecchiature di misurazione. Pag. 14 / 57 limite di rilevabilità (importante nel caso di determinazioni a livello di tracce) Tab.1-c Spettrometro di assorbimento atomico con fornetto di grafite GFAA Caratteristiche Metrologiche Impatto sui risultati 1. stabilità della sorgente (lampada) 2. stabilità dei flussi dei gas 3. stabilità della linea di base (importante per la stabilità dei risultati) compensazione del correttore di fondo (importante per la riduzione delle possibili interferenze) massa caratteristica (importante per la sensibilità delle misure) (importante per la ripetibilità del segnale area / altezza del picco) (importante nel caso di determinazioni a livello di tracce) precisione a breve termine limite di rilevabilità Tab.1-d Gas-Cromatografo GC Caratteristiche Metrologiche Impatto sui risultati 1. stabilità della pressione / portata (importante per del gas di trasporto stabilità dei risultati) 2. temperatura dell’iniettore 3. temperatura del rivelatore UNI EN ISO 10012:2004: Sistemi di gestione della misurazione: Requisiti per i processi e le apparecchiature di misurazione. la Pag. 15 / 57 4. temperatura del forno riproducibilità della programmata temperatura del forno 1. noise e drift del rivelatore 2. sensibilità rivelatore 3. linearità di risposta del rivelatore ripetibilità del sistema di iniezione carry over autocampionatore di (importante per stabilità dei risultati) (importante l’accuratezza risultati) la per dei (importante per la ripetibilità del segnale area / altezza del picco e della accuratezza dei risultati) Tab.1-e Gas-Cromatografo – Spettrometro di Massa GC-MS Caratteristiche Metrologiche Impatto sui risultati Modulo GC (importante per la stabilità 1. stabilità della pressione / portata del dei risultati) gas di trasporto 2. temperatura dell’iniettore 3. temperatura del rivelatore 4. temperatura del forno riproducibilità della programmata di (importante per la stabilità temperatura del forno dei risultati) ripetibilità del sistema di iniezione carry over autocampionatore (importante per la ripetibilità del segnale area / altezza del picco e della accuratezza dei risultati) Modulo MS Autotune e accuratezza calibrazione frammenti (ad es. rapporti percentuali frammenti 131 / 69 ; 219 / 69; 502 / 69 ) Verifica della risoluzione (ad es. calcolo rapporto frammento 614 con isotopo 615) noise e drift del rivelatore (importante per sensibilità rivelatore (EI+ ; CI+ ; CI-) l’accuratezza dei risultati) Tab.1-f UNI EN ISO 10012:2004: Sistemi di gestione della misurazione: Requisiti per i processi e le apparecchiature di misurazione. Pag. 16 / 57 Tutte o parte di queste caratteristiche metrologiche dovranno essere valutate dal laboratorio con una frequenza adeguata al fine di verificare la rispondenza strumentale alle caratteristiche di performance dell’apparecchiatura indipendentemente dal metodo analitico applicato. Attraverso la taratura che può avere una frequenza diversa in funzione delle caratteristiche intrinseche del sistema di misura, della sua stabilità e dell’incertezza di taratura che si ritiene accettabile per quella specifica misura si dovrà valutare quale requisito metrologico è necessario verificare prima di esprimere parere positivo relativamente alla fase di conferma metrologica. Nel caso di alcuni metodi normati i requisiti metrologici sono esplicitati attraverso la definizione criteri di accettabilità della taratura e pertanto al laboratorio è sufficiente verificarne la rispondenza; per i metodi interni e numerosi metodi normati per i quali non sono specificati valori di riferimento dovrà essere l’utilizzatore stesso a definire dei criteri di accettabilità sulla base della propria esperienza o del confronto con situazioni analoghe. Ritornando alla questione iniziale relativa alla necessità di assicurare la riferibilità delle tarature, potrebbe essere logico richiedere obbligatoriamente questa specificità solamente per le CMA che hanno un’influenza diretta sui risultati della misura, ma non sulle altre proprietà che rimangono comunque fondamentali per la verifica di buon funzionamento dello strumento relativamente alle prestazioni determinate in sede di collaudo iniziale della apparecchiatura la cui caratteristica fondamentale è la stabilità prestazionale nel tempo. A titolo di esempio si riportano alcune CMA definite dai costruttori nelle procedure di verifica di prima installazione e quelle suggerite dai manuali UNICHIM 177 in termini di controllo continuo (e che potrebbero essere individuate nella fase di conferma metrologica). Spettrometro di emissione ottica con sorgente al plasma ICP-OES UNI EN ISO 10012:2004: Sistemi di gestione della misurazione: Requisiti per i processi e le apparecchiature di misurazione. Pag. 17 / 57 Conferma metrologica in sede di installazione, dopo manutenzione o sostituzione parti essenziali lunghezze SI Caratteristiche Metrologiche Centratura delle d’onda Risoluzione dei picchi Sensibilità a varie lunghezze d’onda (UV < 230nm; UV> 230nm; VIS) Rapporto S/B e calcolo BEC Limite di rilevabilità Precisione a breve termine Precisione a lungo termine Robustezza del plasma Conferma metrologica periodica NO SI SI NO SI SI SI SI SI SI SI NO SI NO NO Tab.2-a Spettrometro di massa con sorgente al plasma ICP-MS Conferma metrologica in sede di installazione, dopo manutenzione o sostituzione parti essenziali Centratura delle masse SI Risoluzione dei picchi SI Fondo strumentale (valore del SI Background) Ioni a doppia carica e ossidi SI Sensibilità (intensità del segnale) SI e verifica della linearità Limite di rilevabilità SI Precisione a breve termine SI Precisione a lungo termine SI Caratteristiche Metrologiche Conferma metrologica periodica SI NO SI SI SI NO SI NO Tab.2-b Gas-Cromatografo GC Conferma metrologica in sede di installazione, dopo manutenzione o sostituzione parti essenziali Pressione / portata del gas di SI Caratteristiche Metrologiche UNI EN ISO 10012:2004: Sistemi di gestione della misurazione: Requisiti per i processi e le apparecchiature di misurazione. Conferma metrologica periodica NO Pag. 18 / 57 trasporto Temperatura di iniettori, forno, rivelatore Riproducibilità della programmata di temperatura Linearità della risposta del rivelatore Ripetibilità del sistema di iniezione Noise dello strumento Drift dello strumento Prestazione della colonna SI NO SI NO SI NO SI NO SI SI SI SI SI SI (ad ogni cambio colonna metodo) di / Tab.2-c Spettrometro di assorbimento atomico con fornetto di grafite GFAAS Conferma metrologica in sede di installazione, dopo manutenzione o sostituzione parti essenziali SI di SI Caratteristiche Metrologiche Accuratezza dei flussi di gas Temperatura sistema atomizzazione Stabilità della sorgente di SI radiazione Stabilità della linea di base SI Allineamento e stato di usura del SI tubo di grafite Massa caratteristica SI Correttore di fondo SI Sistema ottico SI Conferma metrologica periodica NO NO SI SI SI SI NO NO Tab.2-d Il problema della riferibilità metrologica La riferibilità metrologica del risultato di una misurazione passa attraverso una catena ininterrotta di confronti che forniscono un appropriato riferimento delle misure effettuate ad un campione nazionale o internazionale. Non vi è alcuna ombra di dubbio che, per quanto concerne la misurazione di una caratteristica presente nell’oggetto da provare (campione), tale riferibilità debba essere UNI EN ISO 10012:2004: Sistemi di gestione della misurazione: Requisiti per i processi e le apparecchiature di misurazione. Pag. 19 / 57 diretta. L’organizzazione che effettua la misurazione di una data caratteristica sarà responsabile di garantirne la riferibilità al Sistema di Misura Nazionale o Internazionale avvalendosi di un Laboratorio di Taratura Accreditato, oppure tarando in proprio l’apparecchiatura con campioni o materiali di riferimento certificati. Nel primo caso sarà il laboratorio di taratura accreditato che assicurerà la riferibilità delle tarature con l’impiego di procedure accreditate e di campioni di riferimento adeguati. Nel caso delle apparecchiature più comunemente impiegate nei laboratori chimici è facile individuare l’impiego di campioni di riferimento per assicurare la riferibilità delle misure di una bilancia, di un termostato, di un microscopio per la determinazione delle fibre aerodisperse piuttosto che di un contatore volumetrico di gas o di un misuratore di flusso. Per quanto concerne invece le apparecchiature chimiche più complesse, ad esempio uno spettrofotometro UV-VIS o FTIR, un gas cromatografo GC, un cromatografico in fase liquida HPLC o CI, uno spettrofotometro ad assorbimento atomico a fiamma FAAS o con sorgente elettrotermica GFAAS, uno spettrometro di emissione al plasma ICP-OES, uno spettrometro di massa organico GC-MS o inorganico ICP-MS il concetto di riferibilità appare più labile e in ogni caso associato all’utilizzo di materiali certificati di riferimento CRM, peraltro non sempre disponibili in matrice simile a quella dei campioni oggetto di analisi. Il concetto di riferibilità dovrebbe essere strettamente correlato con quello di taratura nel senso che dovrà essere garantita la riferibilità delle misure effettuate di un determinato parametro chimico (ad es. rame piuttosto che policlorobifenile, cloruri piuttosto che benzene, idrocarburi policiclici aromatici piuttosto che fibre di crisotilo) i cui risultati sono prodotti a fronte della costruzione di una curva di taratura che rappresenta la risposta dello strumento ad una determinata quantità / concentrazione del parametro analizzato. UNI EN ISO 10012:2004: Sistemi di gestione della misurazione: Requisiti per i processi e le apparecchiature di misurazione. Pag. 20 / 57 L’utilizzo sempre più esteso di tecniche multiparametriche impone inoltre il controllo contemporaneo di più parametri analitici la cui natura e la cui concentrazione può prevedere campi e procedure di taratura diversi. Aumentando il numero di variabili aumenta la complessità del sistema e diventa di conseguenza sempre più difficile “vedere” la taratura come quella semplice operazione effettuata per la bilancia. Nel caso infine di strumentazione che effettua la determinazione simultanea di più analiti / principi attivi è spontaneo chiedersi se sia necessario effettuare la taratura per ognuno di essi? Per quanto attiene invece le altre caratteristiche di misurazione, intendendo per altre quelle che, pur facendo parte delle caratteristiche metrologiche dell’apparecchiatura, non intervengono direttamente nella misurazione dell’oggetto da provare, potrebbe essere sufficiente una riferibilità indiretta. Ossia una riferibilità ottenuta mediante la prestazione di una Organizzazione non necessariamente riconosciuta come Laboratorio di taratura, ad esempio costruttore dell’apparecchiatura o società di assistenza da questi autorizzata, che utilizza però campioni in possesso di una riferibilità diretta (ad esempio nelle attività di verifica di buon funzionamento di un GC o ICP). Da quanto emerso finora, appare evidente che sono differenti le considerazioni da fare in un’attività di conferma metrologica eseguita a fronte di tarature effettuate con campioni di riferimento, dalla conferma derivante da tarature effettuate con materiali di riferimento. Inoltre dovrebbe essere chiaro che possono sussistere vari momenti in cui eseguire i diversi aspetti della conferma metrologica, rinviando al momento dell’utilizzo specifico la conferma finale sull’idoneità dello strumento ad eseguire le misurazioni richieste. UNI EN ISO 10012:2004: Sistemi di gestione della misurazione: Requisiti per i processi e le apparecchiature di misurazione. Pag. 21 / 57 Requisiti Metrologici di Conferma (RMC1) Riferibilità Indiretta PROCESSO DI CONFERMA METROLOGICA 1 PROCESSO DI CONFERMA (verifica buon funzionamento) METROLOGICA 1 Caratteristiche Metrologiche Apparecchiature (CMA) Tempi Diversi Definiti dal Costruttore Conferma Metrologica Positiva per RMC1 Definiti dal Costruttore Riferibilità Diretta Requisiti Metrologici di Conferma (RMC2) Previsti dal Metodo PROCESSO DI CONFERMA METROLOGICA 2 PROCESSO DI CONFERMA (Taratura prevista dal Metodo METROLOGICA 1 Caratteristiche Metrologiche Apparecchiature (CMA) Conferma Metrologica Positiva per RMC2 Definiti dal Costruttore Fig. 4 Intervallo di conferma metrologica Rappresenta il tempo intercorrente tra due conferme successive e va stabilito tenendo in considerazione i seguenti aspetti: 1 – deve garantire che le apparecchiature in questione forniscano, nel tempo, prestazioni adeguate alle esigenze di misurazione; 2 - il rischio associato a risultati metrologicamente non adeguati deve essere mantenuto sempre a livelli accettabili (analisi dei rischi); 3 - è un’attività che va periodicamente riesaminata da personale competente in ambiti di misurazione; 4 – i costi complessivi di gestione devono essere sostenibili. La definizione dell’intervallo di conferma metrologica dipende essenzialmente dalle caratteristiche intrinseche della strumentazione e dalla tipologia / frequenza di taratura. Per le apparecchiature con taratura periodica (ad es. semestrale o annuale) e che vengono utilizzate previa una verifica intermedia di taratura si potrà decidere di effettuare la conferma metrologica sulla base della variabilità di alcuni parametri strumentali (CMA) monitorati attraverso l’impiego di carte di UNI EN ISO 10012:2004: Sistemi di gestione della misurazione: Requisiti per i processi e le apparecchiature di misurazione. Pag. 22 / 57 controllo e dei risultati della verifica intermedia di taratura (RMA). Risulta da questo punto di vista fondamentale l’individuazione, in particolare per le apparecchiature complesse costituite dall’accoppiamento di strumentazione diversa, di alcuni parametri strumentali atti a individuare il buon funzionamento dell’apparecchiatura (risposta positiva alle CMA) che vengano monitorati costantemente ad ogni utilizzo dello strumento ad es. prima della taratura o della verifica intermedia. Devono ovviamente essere parametri facilmente misurabili anche da personale non particolarmente specializzato ma che utilizza routinariamente la strumentazione e devono essere rappresentativi del buono stato dell’apparecchiatura. A titolo di esempio si riporta il controllo effettuato sulla risposta di uno spettrometro di massa organico GC-MS per il quale veniva costantemente monitorata l’area di un composto di riferimento costituito da una soluzione di 0,5 mg/l di esaclorobenzene in acetone. L’andamento riportato, aldilà delle specifiche indicazioni sulla variabilità della risposta strumentale rispetto ai limiti di controllo indicati ( ±2σ , ±3σ ) costituisce una semplice ma efficace verifica delle caratteristiche metrologiche dell’apparecchiatura in questo contesto rappresentate dal parametro “sensibilità” tenuto sotto controllo. Tale controllo veniva effettuato ad ogni inizio settimana (es. lunedi mattina) a fronte di una taratura mensile della apparecchiatura. UNI EN ISO 10012:2004: Sistemi di gestione della misurazione: Requisiti per i processi e le apparecchiature di misurazione. Pag. 23 / 57 Fig. 5 Monitoraggio della sensibilità della risposta di uno spettrometro di massa organico GCMS con una soluzione di 0,5 mg/l di esaclorobenzene in acetone. Per le apparecchiature che prevedono una taratura all’uso potrebbe essere conveniente far coincidere la conferma metrologia con la taratura, facendo precedere quest’ultima dalla verifica di alcune CMA ritenute più significative. Nella figura 6 vengono ad es. mostrati, rispettivamente dall’alto verso il basso, gli andamenti delle intensità relative agli isotopi 103 Rh, 24 Mg e 207 Pb determinati con la spettrometri di massa inorganica equipaggiata con un sistema di introduzione del campione di tipo pneumatico (ICP-MS). L’ottimizzazione delle condizioni operative è stata effettuata verificando la sensibilità degli isotopi citati in una soluzione alla concentrazione di 1 μg / l in HNO3 1%, misurando il rumore di fondo in corrispondenza della massa 220 e il livello di doppie cariche (Ba2+) e di ossidi (CeO+). Tale valutazione è stata effettuata ogni giorno lavorativo, dopo l’accensione dello spettrometro, prima di effettuare la taratura vera e propria. UNI EN ISO 10012:2004: Sistemi di gestione della misurazione: Requisiti per i processi e le apparecchiature di misurazione. Pag. 24 / 57 Fig. 6 ICP-MS - Andamento delle intensità degli isotopi 103Rh, 24Mg e 207Pb Fig. 7 ICP-MS – Andamento del livello di doppie cariche (Ba2+) e di ossidi (CeO+) UNI EN ISO 10012:2004: Sistemi di gestione della misurazione: Requisiti per i processi e le apparecchiature di misurazione. Pag. 25 / 57 Dai grafici riportati è possibile rilevare che durante l’intero periodo di controllo, i livelli di sensibilità dei tre isotopi monitorati sono rimasti entro il ± 15-20% mentre gli ossidi e le doppie cariche hanno raggiunto solo in casi particolari i valori massimi rispettivamente pari al 7% e 3%. Il rumore di fondo, non riportato nelle figure citate, non ha mai superato i 5 counts/s. I valori di precisione riportati nelle Figg. 8-10 se correlati con gli interventi di manutenzione effettuati sulla strumentazione, forniscono indicazioni utili per una corretta gestione della apparecchiatura. Fig. 8 ICP-MS - Andamento temporale della precisione relativa all’isotopo 24 UNI EN ISO 10012:2004: Sistemi di gestione della misurazione: Requisiti per i processi e le apparecchiature di misurazione. Mg Pag. 26 / 57 Fig. 9 ICP-MS - Andamento temporale della precisione relativa all’isotopo 103 Fig. 10 ICP-MS - Andamento temporale della precisione relativa all’isotopo UNI EN ISO 10012:2004: Sistemi di gestione della misurazione: Requisiti per i processi e le apparecchiature di misurazione. Rh 207 Pb Pag. 27 / 57 Mentre la precisione per i tre isotopi 24 Mg, 103 Rh, 207 Pb non subisce variazioni significative, la percentuale relativa agli ossidi (Fig. 7) tende ad aumentare nel tempo, fino a valori prossimi a quelli limite, per riabbassarsi in occasione della sostituzione del cono di campionamento in Pt (effettuato in data 4-2-08). La variazione del segnale delle doppie cariche, anche se soggetto ad un lieve aumento, non mostra mai valori prossimi a quelli limite. Dai dati sopra riportati si può concludere che il tenore degli ossidi risulta il parametro più critico da monitorare al fine di mantenere sotto controllo il buon funzionamento strumentale. I valori delle caratteristiche metrologiche delle apparecchiature (CMA), note anche come “valori di specifica” forniti dai costruttori delle apparecchiature sono, ad es per Ba+2 e CeO+ inferiori al 3%, il valore del background alla massa 220 inferiore a 10 counts/s e la ripetibilità stretta (stabilità a breve termine) inferiore al 2%. I valori indicati dai costruttori si riferiscono alle prestazioni di strumenti nuovi e in ottime condizioni e pertanto è plausibile che nel tempo le caratteristiche strumentali possano deteriorarsi. Sarà pertanto cura dell’utilizzatore fissare dei limiti di accettabilità da monitorare nel tempo che siano rappresentativi del buon funzionamento strumentale ma che siano nello stesso tempo operativamente sostenibili. Esistono d’altra parte norme specifiche che definiscono la necessità di effettuare conferme metrologiche puntuali al fine di poter effettuare l’analisi di alcuni parametri. La UNI EN ISO 6974 2004 parte 3 per la determinazione della composizione percentuale del gas naturale, con un’incertezza definita, mediante gascromatografia (due colonne impaccate), ad esempio, rimanda alla parte 2 per quanto riguarda le caratteristiche del sistema di misurazione e il trattamento statistico dei dati al fine di ottenere la “funzione di risposta strumentale “ ottimale (cioè al fine di determinare la funzione di taratura dello UNI EN ISO 10012:2004: Sistemi di gestione della misurazione: Requisiti per i processi e le apparecchiature di misurazione. Pag. 28 / 57 strumento). A fronte di una taratura eseguita, con frequenza almeno annuale, mediante l’impiego di materiali certificati (CRM, bombole con contenuto certificato dei vari componenti gassosi) dalla quale si ottengono le funzioni di risposta strumentali, è prevista, ad ogni analisi, una verifica intermedia di taratura mediante l’impiego di una miscela di gas certificata chiamata WRM (working reference material) con la quale aggiornare eventualmente i coefficienti della funzione di risposta. Prima di effettuare la taratura sono previste tuttavia una serie di verifiche di buon funzionamento strumentale come di seguito descritto: • Stabilità della portata del gas di trasporto – effettuata mediante un flussimetro tarato per verificare che il valore misurato rientri nell’intervallo di tolleranza di ± 10 ml/min; • Controllo della temperatura nei diversi comparti strumentali – effettuata mediante un campione certificato al fine di verificare che i valori misurati rientrano negli intervalli di tolleranza previsti - temperatura box valvole (es. 110 ± 10°C) - temperatura forno a due valori (ad es. 40°C e 200°C) - ripetibilità della programmata di temperatura (ad es. tra 40 e 200°C) - temperatura del rivelatore (ad es. 150°C per TCD e 250°C per FID) • Prestazioni dei rivelatori FID e TCD • Linea di base – verificare la stabilità della linea di base alla massima sensibilità , minima attenuazione, (ad es. per FID ≤ 25 pA e per TCD compreso entro ± 1000 μ V) • Rumore (noise) – verificare la massima oscillazione del segnale della linea di base misurando l’ampiezza della massima escursione da picco a picco (es. per FID ≤ 0,10 pA e per TCD ≤ 3,75 μ V) • Deriva (drift) – verificare che la linea di base registrata per un intervallo di 1 ora abbia un andamento rettilineo con scarto tra valore iniziale e valore finale in accordo ai criteri di accettabilità stabiliti in sede di installazione (ad es. FID ≤ 2,5 pA/hr e per TCD ≤ 55 μ V/hr) UNI EN ISO 10012:2004: Sistemi di gestione della misurazione: Requisiti per i processi e le apparecchiature di misurazione. Pag. 29 / 57 • Ripetibilità del volume iniettato si replica l’iniezione del campione in accordo alle modalità previste dalla UNI EN ISO 6974 -1,2,3 e si verifica che la variazione percentuale di area tra il 1° e 2° picco sia inferiore al 3% per tutti i componenti della miscela WRM • Requisiti di colonna • efficienza di risoluzione delle colonne - per la colonna impiegata nella separazione dei gas permanenti N2, H2, O2 e CH4 l’altezza della valle tra i picchi dell’ H2 e dell’He rispetto alla linea di base non deve superare il 10% del picco più alto con una risoluzione di colonna di almeno 0,1 determinata in accordo alla ISO 7504 - per la colonna impiegata per la separazione della frazione idrocarburica C2-C8 e della CO2 l’altezza della valle tra i picchi di 2-metil butano e pentano rispetto alla linea di base non deve superare il 10% del picco più alto. Solo dopo queste verifiche iniziali è consentito procedere alla taratura dello strumento con le miscele gassose certificate al fine di determinare le funzioni di risposta ottimali in conformità alla UNI EN ISO 6974 parte 2 che prevede due distinti metodi di taratura : Metodo A a più livelli di concentrazione – che seleziona la funzione di risposta ottimale tra la frazione molare e la risposta strumentale confrontando i risultati di regressioni del primo, secondo e terzo ordine con o senza intercetta Metodo B definito di taratura a singolo punto – che implica l’utilizzo di una taratura lineare (regressione di primo ordine) senza intercetta. I due metodi di taratura previsti dalla Norma sono ovviamente diversi in termini di calcolo dell’incertezza di taratura e i relativi approcci metodologici sono ampiamente considerati nell’Appendice B della UNI EN ISO 6974 parte 2. L’aspetto che ci preme qui sottolineare è il fatto che, in questo caso specifico, le verifiche di buon funzionamento strumentali da condurre prima della UNI EN ISO 10012:2004: Sistemi di gestione della misurazione: Requisiti per i processi e le apparecchiature di misurazione. Pag. 30 / 57 taratura vera e propria sono completamente descritte nei documenti normativi citati e che la “conferma metrologica” risulta univocamente definita mediante l’impiego di materiali di riferimento che devono assicurare la riferibilità delle misure ai valori ottenuti in fase di taratura. Nella figura seguente è mostrato, a titolo di esempio, l’andamento della concentrazione molare di CH4 relativa alla verifica intermedia di taratura prevista con la miscela WRM ed eseguita ad ogni batch analitico. Il risultato ottenuto il giorno 19-01-09 risulta fuori dal criterio di accettabilità determinato in sede di validazione del metodo (3 volte lo scarto tipo di ripetibilità) e impone una ripetizione immediata dell’analisi della miscela WRM. Il successivo risultato rientrando nei limiti di accettabilità rende possibile procedere con l’analisi dei campioni reali; in caso contrario la procedura avrebbe previsto la ripetizione della taratura strumentale. In questo caso specifico ci sembra di poter affermare che il controllo delle singole CMA, effettuato prima di ogni taratura annuale, viene sostituito dalla verifica dell’accettabilità della WRM, per ciascun componente gassoso, che deve rientrare nei limiti percentuali imposti dal metodo. Poiché la verifica intermedia di taratura viene effettuata con l’utilizzo di materiali di riferimento la riferibilità delle misure viene assicurata e la corretta funzionalità della strumentazione risulta monitorata nel tempo. UNI EN ISO 10012:2004: Sistemi di gestione della misurazione: Requisiti per i processi e le apparecchiature di misurazione. Pag. 31 / 57 Fig.11 Quanto sopra riportato evidenzia che la conferma metrologica può essere realizzata in modi diversi e in più fasi anche temporalmente separate tra loro ma che in ogni caso devono comprendere la verifica di alcune CMA oltre al controllo di rispondenza dei requisiti metrologici (RMA) definiti dal metodo. Questi ultimi possono essere individuati con la stima dell’incertezza di taratura o più semplicemente con la verifica della linearità della curva di taratura (bontà della funzione taratura nel caso di funzioni non di primo grado), mentre nel caso della verifica intermedia di taratura prevista da alcuni metodi normati, dai criteri di accettabilità dei campioni di controllo. E’ fondamentale per un corretto giudizio di conformità metrologica verificare la congruenza tra i valori sperimentali determinati e i criteri fissati dal metodo (RMA) e alcune CMA specifiche delle apparecchiature. In alcune circostanze potrebbe ad esempio succedere che una apparecchiatura non risponde più alle CMA originali definite dal costruttore, e quindi essere declassata, ma venire comunque utilizzata in modo adeguato alla messa in opera di metodi con criteri metrologici non particolarmente spinti. Al contrario, il mancato controllo UNI EN ISO 10012:2004: Sistemi di gestione della misurazione: Requisiti per i processi e le apparecchiature di misurazione. delle CMA Pag. 32 / 57 dell’apparecchiatura può portare alla conclusione, errata, che la strumentazione, in quanto soddisfa i requisiti di quello specifico metodo (ad esempio caratterizzato da criteri di accettabilità blandi) è adeguata all’utilizzo in senso lato senza tener conto del campo di concentrazione dell’analita e della matrice. Frequentemente i criteri di accettabilità della taratura vengono verificati analizzando un campione di controllo con concentrazione intermedia rispetto al campo di linearità della risposta strumentale. A fronte di una perdita di sensibilità del sistema di rivelazione concentrazioni medio-alte possono ancora venire misurate con sufficiente accuratezza mentre valori vicino al limite di quantificazione (parte bassa della curva di taratura) risulterebbero affetti da elevate inaccuratezze. Fig. 12 Nell’esempio riportato la linearità della risposta strumentale è sempre identica (R2=0,99895) ma le caratteristiche metrologiche dell’apparecchiatura sono certamente variate come evidenziato dalla diminuzione della pendenza della curva di taratura (indicativa ad es. di un peggioramento della sensibilità del UNI EN ISO 10012:2004: Sistemi di gestione della misurazione: Requisiti per i processi e le apparecchiature di misurazione. Pag. 33 / 57 rivelatore). Tale variazione potrà non apparire significativa quando si opera al centro della curva di taratura, e i criteri di accettabilità della stessa sono ampi, ma porterà certamente ad un peggioramento dei risultati nel caso di analisi di parametri in tracce. Per tale motivo risulta di particolare significato la verifica delle prestazione dell’apparecchiatura quando si lavora a livelli bassi, vicini al limite di rilevabilità della tecnica o quando è richiesta un’incertezza di misura molto stretta per un processo analitico nel quale l’incertezza di taratura risulta la componente più significativa. LIMITI DI ACCETTABILITA’ E CONTROLLO STATISTICO DELLA CAPACITA’ DEL PROCESSO DI MISURAZIONE Da quanto esaminato fino ad ora, appare evidente che, soprattutto in presenza di apparecchiature complesse, è importante dare evidenza di governare il processo di conferma metrologica come uno degli elementi critici dell’intero processo analitico. I possibili rischi a cui si va incontro per un mancato o non corretto controllo della apparecchiatura sono così riassumibili: • instabilità della risposta strumentale e conseguente inaccettabile variabilità dei risultati analitici (in questo caso lo scarto tipo di letture ripetute è eccessivamente elevato e la dispersione dei risultati inaccettabile); • sostanziale stabilità della risposta strumentale ma inaccuratezza dei risultati ottenuti per la presenza di errori sistematici non direttamente proporzionali alla concentrazione e quindi che si manifestano solo in specifiche condizioni operative. Possono essere indicativi di una non corretta attribuzione del misurando nelle soluzioni di taratura o alla presenza di effetti matrice che non sono stati risolti in modo ottimale nelle scelta delle condizioni operative. UNI EN ISO 10012:2004: Sistemi di gestione della misurazione: Requisiti per i processi e le apparecchiature di misurazione. Pag. 34 / 57 La capacità del sistema di controllo del buon funzionamento strumentale di evidenziare questo secondo tipo di comportamenti anomali dipende ovviamente dalla corretta scelta delle CMA che si vanno a monitorare (mediante ad esempio l'utilizzo delle carte di controllo) ma anche dai criteri di accettabilità che sono stati definiti in sede di validazione del metodo. Limiti di accettabilità troppo ampi possono risultare inefficaci, in quanto poco sensibili, ad evidenziare variazioni del comportamento strumentale (ad es. una deriva lenta ma costante) che possono dipendere da fattori tra loro contrastanti (ad es. perdita di sensibilità del rivelatore strumentale e incremento della concentrazione delle soluzioni di taratura per evaporazione del solvente; degradazione dei reattivi che intervengono nella reazione e ottimizzazione delle condizioni di estrazione con ottenimento di recuperi migliori). Poiché questo secondo tipo di rischi è associabile in modo specifico alla “matrice” (cioè alle caratteristiche chimico-fisiche del campione) è opportuno utilizzare materiali di controllo con matrice il più possibile simile a quella del campione in analisi e ai quali sono associabili valori di riferimento (materiali certificati di riferimento primari o secondari). Solo in questo modo è possibile stimare la precisione e accuratezza delle misure strumentali e decidere se il rischio di risultati non affidabili è accettabile o no. L’importanza di una corretta gestione delle carte di controllo è, da questo punto di vista, fondamentale al fine di dare evidenza che il processo, oggetto della nostra osservazione, è sotto controllo o meno. Appare fuori discussione il beneficio di tale approccio che consente di fornire un segnale statistico quando sono presenti cause identificabili di variabilità. UNI EN ISO 10012:2004: Sistemi di gestione della misurazione: Requisiti per i processi e le apparecchiature di misurazione. Pag. 35 / 57 Fig.13 Purtroppo il numero di dati disponibile non è sempre sufficiente per un'elaborazione statistica robusta quindi è di fondamentale importanza definire accuratamente i limiti di variabilità del processo di misurazione per la caratteristica ritenuta più rappresentativa del corretto stato di conferma metrologica della nostra apparecchiatura. Nei casi in cui è il metodo di prova stesso che definisce i limiti di accettabilità delle tarature e delle conferme metrologiche è gioco forza fare riferimento a questi valori ”guida” e nei casi in cui il risultato dovesse essere fuori limiti di controllo, si dovrà intervenire sulla causa riportando la misurazione entro i limiti di accettabilità. Avendo a disposizione, invece, un numero sufficientemente elevato di dati relativi al controllo della caratteristica metrologica “”guida”” si è in grado di poter avviare un processo di eliminazione sistematica delle cause che originano controlli fuori limite; in tal modo è possibile ottenere un continuo e costante miglioramento finalizzato alla rimozione delle situazioni anomale e a riportare / mantenere il processo di misurazione stesso sotto controllo statistico. (Punto 8 norma UNI ISO 8258:2004 – carte di controllo di Shewart). Il vantaggio di avere il processo di misurazione sotto controllo statistico è che il processo stesso diventa prevedibile con conseguente preventiva valutazione della sua capacità di soddisfare le specifiche e quindi, in termini pratici, di UNI EN ISO 10012:2004: Sistemi di gestione della misurazione: Requisiti per i processi e le apparecchiature di misurazione. Pag. 36 / 57 poter diminuire i controlli che portano sempre e comunque ad un allungamento dei tempi analitici. Per poter parlare di processo di misurazione sotto controllo statistico, occorre però che siano state rimosse tutte le cause identificabili di variabilità e sia stata raggiunta una variabilità naturale del processo monitorata ed esaminata attraverso la lettura delle carte X ed R. Gli studi di capacità di processo prevedono a monte l’analisi degli andamenti, ossia l’identificazione visiva di eventuali dati che fuoriescono dai limiti di tolleranza. Questo tipo di analisi consente di valorizzare il trend di fondo dei dati e rappresenta il primo passo verso il controllo statistico di processo. La seconda attività è relativa all’analisi grafica delle variazioni, ossia la valutazione dello scostamento assoluto dei dati misurati dal valore atteso o dal valore nominale. L’obiettivo è quello di identificare possibili cause particolari attribuibili ad errori sistematici che costituiscono il background su cui si posizionano le reali variazioni casuali dei dati. L’ultima fase è quella dello studio dei grafici gaussiani necessari per la comprensione della capacità e della centratura del processo. Un processo viene definito sotto controllo quando mostra una distribuzione normale dei dati con una media prossima al valore guida; uno scostamento troppo elevato potrebbe essere indicativo della presenza di un errore sistematico e il processo di misurazione non risulterebbe centrato. In generale, la capacità di un processo dipende dai seguenti fattori: • limiti di tolleranza che sono stati definiti; • caratteristica da valutare; • dispersione del processo; Gli indici di qualità di un processo più comunemente usati sono: - L’indice di potenzialità del processo (Cp , process capability) definito come il rapporto tra la differenza dei limiti di specifica e 6 volte lo scarto tipo del processo: UNI EN ISO 10012:2004: Sistemi di gestione della misurazione: Requisiti per i processi e le apparecchiature di misurazione. Pag. 37 / 57 Cp = (LSS − LIS) 6σ LSS = limite superiore di specifica; LIS = limite inferiore di specifica; σ = deviazione standard o capacità naturale del processo. -L’indice di prestazione del processo (Cpk , shifted capability index) definito come la prestazione effettiva del processo in quanto tiene conto dello spostamento della media rispetto al valore nominale; esso è dato da: Cpk = min(LSS − media) (media − LIS) ; 3σ 3σ La relazione tra Cp e Cpk ha significato solo nel caso di specifica simmetrica e quando Cp è deviato vale sempre la relazione : C p ≤ C pK Cp sarà uguale a Cpk solo nel caso in cui si ha un valore di specifica simmetrica e valori rilevati del processo centrati sul valore nominale. Nella figura 14 sono sintetizzati graficamente i legami tra il valore che assume Cp ed i limiti di specifica superiore (LSS) ed inferiore (LSI) La variabilità del processo è superiore al campo di tolleranza ammesso. Dati sicuramente fuori limite (Vc=Valore Centrale) Fig.14 UNI EN ISO 10012:2004: Sistemi di gestione della misurazione: Requisiti per i processi e le apparecchiature di misurazione. Pag. 38 / 57 Il processo rispetta al limite le specifiche. (condizione vale solo per processo centrato Cp=Cpk). Alcuni dati possono essere fuori dai limiti. Ad esempio i dati in prossimità dei limiti di specifica ai quali sommato il valore dell’incertezza il valore totale fa superare il limite di specifica. (Vc=Valore Centrale) Fig.15 Il valore maggiore di 1 di Cp è considerato accettabile in quanto la variabilità del processo è inferiore a quella ammessa dalle specifiche. Tuttavia si potrebbero avere dei dati fuori limite se il processo non fosse centrato. (Vc=Valore Centrale) Fig.16 In genere si considera capace un processo in cui il valore di Cp=Cpk=1,33. Infatti un indice di 1,33 significa che la differenza tra la media m ed il limite di tolleranza è 4sigma (dato che 1,33 è 4/3). Con un Cp e Cpk pari a tale valore, il 99,994% dei dati cade all’interno delle specifiche. (Vc=Valore Centrale) (Vm=Valore medio) Fig.17 UNI EN ISO 10012:2004: Sistemi di gestione della misurazione: Requisiti per i processi e le apparecchiature di misurazione. Pag. 39 / 57 La variabilità del processo è molto inferiore a quella ammessa dalle specifiche. Il processo è pienamente capace di assicurare le prestazioni. Un miglioramento da 1,33 a 2 può essere giustificato in taluni casi per ottenere un governo di un processo la cui criticità è elevata. Fig.18 Con riferimento a quanto visto fino ad ora, non sempre l’obiettivo può essere quello di ottenere indici di performance più elevati per i processi di misurazione; occorre infatti effettuare una valutazione complessiva dell'intero processo analitico al fine di verificare l'incidenza della fase di misura sull'incertezza composta e decidere, di conseguenza, in che misura questa attività di miglioramento sia economicamente conveniente. In questo caso diventa prioritario rispondere alla domanda se, o fino a che punto posso assumere il rischio che il mancato controllo del sistema di misura produca risultati aberranti e quindi da rigettare. ANALISI DEI RISCHI NEL PROCESSO DI MISURAZIONE E CONFERMA METROLOGICA Ad oggi purtroppo non sono disponibili metodologie semplici, sicure e poco costose che possano supportare adeguatamente un laboratorio nell'attività di garantire un corretto stato di conferma metrologica. L'approccio qualitativo proposto, ad esempio, dalla guida ILAC G24 / OIML D10 (2007) dà generiche indicazione sulla definizione dell’intervallo di conferma metrologica il quale dovrebbe essere definito prendendo in considerazione: UNI EN ISO 10012:2004: Sistemi di gestione della misurazione: Requisiti per i processi e le apparecchiature di misurazione. Pag. 40 / 57 • le raccomandazioni fornite dal costruttore; • l’estensione, la frequenza e la severità di utilizzo dell’apparecchiatura; • l’ influenza delle condizioni ambientali • l’ incertezza di misura richiesta; • gli errori massimi possibili (paragonati ad esempio con i requisiti cogenti) • i possibili aggiustamenti dell’apparecchiatura; • le influenze esterne sulla misura; • la disponibilità di dati relativi ad apparecchiature similari Per talune apparecchiature sono invece disponibili norme e/o linee guida che cercano di dare indicazioni quantitative sugli intervalli di taratura consigliati, come ad esempio nell’appendice D della guida EA 4/10. Più in generale, per poter prendere decisioni sulle caratteristiche da tenere sotto controllo e sulle frequenze da utilizzare, occorrerebbe preventivamente valutare la criticità di tali caratteristiche e il relativo analitici finali. impatto sui risultati Tale attività se condotta sistematicamente con un approccio metodologico si configura come un'analisi di valutazione del rischio. E’ comunemente accettato che il concetto di rischio dovrebbe rispondere alle seguenti domande: • cosa può succedere? (minaccia; ossia un evento di natura dolosa o accidentale che, sfruttando una vulnerabilità del sistema, potrebbe provocare un danno). • quale è la probabilità che si verifichi? (rischio, ossia l’eventualità che una minaccia possa trasformarsi realmente in danno, comportando così un determinato impatto. • In quale modo e come l’Organizzazione potrebbe essere coinvolta ? (vulnerabilità, ossia una debolezza, intrinseca o dovuta a condizioni di esercizio, che possa essere sfruttata da una minaccia per arrecare danno • Se l’evento si verifica quanto può essere negativo? (danno o impatto, è la conseguenza negativa del verificarsi di un rischio o dell’attuarsi di UNI EN ISO 10012:2004: Sistemi di gestione della misurazione: Requisiti per i processi e le apparecchiature di misurazione. Pag. 41 / 57 una minaccia. Può essere “tangibile” (danno monetario provocato sul sistema) o “intangibile” (danno di immagine o comunque immateriale) Rispondendo sistematicamente alle domande di cui sopra, si dovrebbe realizzare una mappatura degli eventi indicando, per ciascuno di essi, gli aspetti suesposti ed in particolar modo le conseguenze sui risultati finali nel caso che un determinato evento si verificasse. Completata la prima fase della valutazione del rischio, si può passare alla seconda, ossia alla identificazione delle azioni che sarebbe opportuno attuare per contenere l’eventuale danno che ne potrebbe scaturire e conseguentemente determinare l’accettabilità o meno del rischio stesso. Al fine di identificare adeguatamente le azioni da intraprendere, una possibile guida potrebbe essere la risposta sistematica alle seguenti domande da porre per ciascuna minaccia: • Cosa è possibile fare? (mitigazione o minimizzazione del rischio); • Quali costi devono essere sostenuti? (non solo in termini economici, ma anche di risorse, capacità, mezzi, etc.). • Ne vale la pena? (ossia una accurata analisi di costi/benefici frutto proprio di una adeguata valutazione effettuata nella prima fase). Alla luce di quanto appena accennato, si può facilmente intuire che anche per gli aspetti relativi alla conferma metrologica, esiste un legame molto stretto tra gestione del rischio e gestione del processo di misurazione in considerazione del fatto che rappresenta una criticità in un laboratorio di prova. Gli elementi da valutare non sono solo quelli legati al rischio dell’esecuzione di una attività analitica con una apparecchiatura non in corretto stato di conferma metrologica (rischio operativo), ma anche il tipo di utilizzo che il cliente farà dei dati prodotti dal processo di misurazione. Ecco che allora le classi di rischio possono avere un impatto significativo sui rischi strategici, sui rischi legati a UNI EN ISO 10012:2004: Sistemi di gestione della misurazione: Requisiti per i processi e le apparecchiature di misurazione. Pag. 42 / 57 contratti, norme e regolamenti, sui rischi di perdita d’immagine, sui rischi finanziari, etc.. Il primo passo da compiere all’orquando si intraprende un approccio di questo tipo è sicuramente quello di differenziare le nostre valutazioni in relazione alla complessità e criticità delle apparecchiature da gestire. Infatti, queste possono essere classificate dal punto di vista della conferma metrologica in tre gruppi omogenei e precisamente: Gruppo C Apparecchiature a Basso Impatto Trattasi di apparecchiature standard presenti in laboratorio alle quali non è richiesta l’effettuazione di misurazioni e conseguentemente non sono sottoposte a conferma metrologica. In genere la corretta gestione avviene seguendo le specifiche fornite dal fabbricante e l’osservazione durante l’utilizzo delle stesse in conformità alle specifiche. Sono ad esempio gli agitatori magnetici, omogeneizzatori/mescolatori, centrifughe, bagni ad ultrasuoni, frigoriferi, etc. Gruppo B Apparecchiature a Medio Impatto Sono tali quelle apparecchiature che misurano o controllano grandezze fisiche e che necessitano di conferma metrologica. I requisiti sono specificati dall’utente per soddisfare le esigenze del laboratorio. La conformità viene definita all’interno di procedure di conferma metrologica che soddisfano gli utilizzi previsti. Sono ad esempio le bilance, pHmetri, pipette a volume variabile, termometri, pompe, termostati, bagni termostatici, etc. Gruppo A Apparecchiature ad Alto Impatto E’ il livello più complesso di gestione e richiede la qualifica del processo di conferma metrologica in quanto trattasi di strumenti complessi e sistemi computerizzati. Occorre tener conto dell’utilizzo specifico e delle performance che gli vengono richieste in relazione a quanto richiesto dai metodi di prova. UNI EN ISO 10012:2004: Sistemi di gestione della misurazione: Requisiti per i processi e le apparecchiature di misurazione. Pag. 43 / 57 La complessità delle operazioni di conferma metrologica può richiedere l’assistenza di specialisti. Sono ad esempio AA, HPLC, Spettrometri, etc. Fig.19 Alla luce di tali considerazioni, appare evidente l’importanza di avere una gestione che garantisca un “ragionevole” governo del processo di misurazione finalizzato a fornire l’evidenza di aver messo in atto tutte le misure necessarie per evitare il verificarsi dell’evento negativo stesso. Chi conosce la filosofia di fondo del Sistema di Accreditamento, sa benissimo che la credibilità di una Organizzazione passa attraverso la capacità di adottare misure preventive finalizzate ad assicurare prestazioni compatibili con le esigenze dei propri clienti. Una trattazione approfondita sulla valutazione del rischio esula dallo scopo del presente lavoro e si rimanda per ulteriori approfondimenti alla letteratura specialistica. Nelle tabelle seguenti, si porta all’attenzione del lettore, unicamente a scopo esemplificativo, uno stralcio di applicazione dell’analisi dei rischi ad un caso in un processo di conferma metrologica. UNI EN ISO 10012:2004: Sistemi di gestione della misurazione: Requisiti per i processi e le apparecchiature di misurazione. Pag. 44 / 57 DEFINIZIONE DELLA CRITICITA’ DEGLI IMPATTI Può provocare una perdita della disponibilità del bene strumentale Può provocare una perdita molto cospicua delle prestazioni rese al cliente Impatto Gravissimo Può esporre il laboratorio a contenziosi legali molto critici Può danneggiare in modo molto critico la reputazione e gli interessi del Laboratorio Può causare la morte a persone Impatto Grave Può provocare una perdita di parte della disponibilità del bene strumentale Può provocare una perdita di parte delle prestazioni rese al cliente Può esporre il laboratorio a contenziosi legali critici Può danneggiare in modo critico la reputazione e gli interessi del Laboratorio Può causare danni gravi a persone Può provocare una perdita temporanea della disponibilità del bene strumentale Può provocare un ritardo significativo nell'erogazione delle prestazioni rese al cliente Impatto Significativo Può esporre il laboratorio a contenziosi legali Può danneggiare la reputazione e gli interessi del Laboratorio Può causare danni a persone Impatto Marginale Può provocare un utilizzo inadatto del bene strumentale Può provocare un ritardo nell'erogazione delle prestazioni rese al cliente Può esporre il laboratorio a probabili contenziosi Fig.20 CLASSIFICAZIONE LIVELLI DI RISCHIO Livello I Rischio Altissimo Livello II Rischio Alto Livello III Rischio Medio Livello IV Rischio Basso Fig.21 UNI EN ISO 10012:2004: Sistemi di gestione della misurazione: Requisiti per i processi e le apparecchiature di misurazione. Pag. 45 / 57 TABELLA DI CORRELAZIONE TRA FREQUENZE E LIVELLI DI RISCHIO ED IMPATTI PER LA VALUTAZIONE DELL’ACCETTABILITA’ DEL RISCHIO FREQUENZA DELL’EVENTO IMPATTO Gravissimo Grave Significativo Tollerabile Frequente (F) I I I II Probabile (P) I I II III Occasionale (O) I II III IV Remoto (R) II III III IV Improbabile (I) III III IV IV Fig.22 Esempio applicativo 1: la bilancia Nell’esempio di seguito riportato viene proposto un caso semplice di gestione di un’apparecchiatura in cui sono esemplificati i concetti precedentemente descritti. L’esempio è relativo alla gestione della conferma metrologica di una bilancia che prevede una taratura con masse campioni di riferimento e una verifica periodica della taratura che frequentemente nei laboratori non segue logiche correlate con l’analisi del rischio, ma è determinata da scelte casuali stabilite senza alcun supporto teorico. Effettuare la conferma metrologica della bilancia (cioè una taratura ed una serie di verifiche intermedie) significa affermare che la massa è la caratteristica metrologica critica scelta per dare evidenza del mantenimento nel tempo del corretto stato di conferma metrologica dell'apparecchiatura. Misura della massa, quindi, come elemento significativo da monitorare, verificando che nel tempo tale misura rimanga all’interno del campo di variabilità compatibile con le esigenze di misurazione. Quale sarà però la frequenza (intervallo di conferma) con cui eseguire la suddetta verifica? In assenza di ulteriori informazioni sul comportamento di tale processo, è difficile sostenere, ad esempio, che una frequenza mensile della verifica dello stato di taratura e successiva conferma metrologica, possa UNI EN ISO 10012:2004: Sistemi di gestione della misurazione: Requisiti per i processi e le apparecchiature di misurazione. Pag. 46 / 57 realmente dimostrare che nel periodo in esame l’apparecchiatura sia rimasta in conferma metrologica. A supporto di tale scelta vengono in aiuto i concetti associati al controllo statistico di processo. In un sistema tendente ad assicurare il rischio in assoluto più basso, cioè che la bilancia non sia in corretto stato di conferma metrologica nel momento del suo utilizzo, occorrerebbe confermare l’apparecchiatura, mediante una taratura, ad ogni utilizzo della stessa. Solo così si potrebbe affermare indiscutibilmente che l’apparecchiatura è confermata metrologicamente prima di essere utilizzata. Tale ipotesi, risulta però assurda e irrealizzabile in quanto non consentirebbe di fatto ad un laboratorio di operare in modo efficiente. Infatti, con riferimento alle esigenze di utilizzo dell’apparecchiatura, all’ambiente entro cui è installata, alla qualifica dell’operatore che la usa ed in ultimo all’affidabilità tecnologica dei processi di progettazione e fabbricazione, possiamo ipotizzare che, il rischio associato all’evento che lo strumento di misurazione, al momento del suo utilizzo, possa non essere in corretto stato di conferma metrologica è molto basso. Per questo motivo, quindi, anziché effettuare la conferma metrologica della bilancia partendo dalla taratura, si ricorre alla misura di una caratteristica metrologica “significativa” sia in relazione alla misurazione da fare, sia per la sua stabilità nel tempo. Nel caso della bilancia è fuori discussione che tale caratteristica è rappresentata dal peso di una massa caratterizzata immediatamente dopo l’esecuzione della taratura. E' necessario a questo punto acquisire una serie di informazioni per poter correlare tale scelta al rischio, basso ed accettabile, ad essa associato. Le informazioni minime riguarderanno il comportamento dell’apparecchiatura che dovrà ovviamente essere stabile all’interno dei criteri di accettabilità correlati con le esigenze di misurazione che sono stati definiti. UNI EN ISO 10012:2004: Sistemi di gestione della misurazione: Requisiti per i processi e le apparecchiature di misurazione. Pag. 47 / 57 Per questo motivo tale verifica dovrà essere, inizialmente, effettuata ad ogni utilizzo della bilancia. Successivamente tale frequenza potrà essere variata in considerazione delle seguenti variabili: • la criticità del risultato fornito dall’apparecchiatura all’interno del processo analitico in esame; • la stabilità del processo di conferma metrologica mediante una verifica che, nella situazione ideale, dovrebbe essere in una situazione di controllo statistico di processo. A seguito di tali valutazioni, all’interno di un riesame sistematico del processo di conferma metrologica, è possibile aumentare progressivamente l’intervallo di conferma metrologica fino al raggiungimento del bilanciamento “ottimale” tra costi, rischi ed efficacia delle attività. Viene di seguito proposto il calcolo degli indici di qualità (Cp e Cpk) di un processo di verifica dello stato di taratura e di conferma metrologica di una bilancia analitica con una massa nominale di 10 mg . 10,06 10,04 10,02 10 9,98 9,96 9,94 9,92 9,9 1 2 3 4 5 Riferimento (mg) 6 7 8 9 Misurato (mg) 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 Limite Inferiore Limite Superiore Media Misure Fig.23 – carta di controllo relativa ai dati registrati a seguito della verifica dello stato di taratura e successiva conferma metrologica di una bilancia con una massa nominale di 10 mg. Con i dati registrati nella carta di controllo risultano i seguenti valori: media = 9,9952 mg; scarto tipo=0,0108, Cp= 1,6667, Cpk=0,4690. Si ha un UNI EN ISO 10012:2004: Sistemi di gestione della misurazione: Requisiti per i processi e le apparecchiature di misurazione. Pag. 48 / 57 Cp>1,33>CpK, pertanto il processo sarebbe da ritenere sotto controllo statistico in quanto Cp>1,33 e, anche se non centrato perché Cp e Cpk non sono uguali, il contributo del bias tra Cp e Cpk è piccolo e quindi trascurabile rispetto ai valori di specifica definiti. Tale trascurabilità risulta evidente anche dal grafico successivo dove solo a titolo di verifica di quanto affermato, è stata riportata la carta di controllo con i valori corretti del bias tra media delle misure e valore centrale di specifica. In tali condizioni i valori delle variabili significative assumono i seguenti dati: scarto tipo=0,0110 media=9,9955, Cp=1,5165 e Cpk=1,5165. In questo caso siamo nella situazione in cui Cp=Cpk>1,33 e conseguentemente il processo è sicuramente sotto controllo statistico. Si ricorda che con questa condizione il 99,994% dei risultati cadrà all’interno delle specifiche (vedi fig.17). 10,06 10,04 10,02 10 9,98 9,96 9,94 9,92 9,9 9,88 1 2 3 4 5 Riferimento (mg) 6 7 8 Misurato (mg) 9 10 11 12 Limite Inferiore 13 14 15 16 Limite Superiore 17 18 19 20 Media Misure Fig.24 – carta di controllo relativa ai dati registrati a seguito della verifica dello stato di taratura e successiva conferma metrologica di una bilancia con una massa nominale di 10 mg, avendo azzerato lo scostamento tra il valore nominale e la media dei valori. E’ verosimile pensare che se si riesce a mantenere nel tempo la condizione di controllo statistico di processo, la conferma metrologica derivante dalla verifica intermedia di taratura, potrà sostituire la stessa conferma ottenuta a mezzo taratura che quindi potrà essere rinviata temporalmente. Nel diagramma di UNI EN ISO 10012:2004: Sistemi di gestione della misurazione: Requisiti per i processi e le apparecchiature di misurazione. Pag. 49 / 57 flusso che segue è illustrato sinteticamente la logica utilizzata in quanto descritto. UNI EN ISO 10012:2004: Sistemi di gestione della misurazione: Requisiti per i processi e le apparecchiature di misurazione. Pag. 50 / 57 Fig.25 – flusso della conferma metrologica partendo dalla taratura e proseguendo con la verifica periodica della taratura. UNI EN ISO 10012:2004: Sistemi di gestione della misurazione: Requisiti per i processi e le apparecchiature di misurazione. Pag. 51 / 57 Esempio applicativo 2: la spettrometria di massa ad elevata risoluzione (HRGC-HRMS) La possibilità di realizzare una conferma metrologica attraverso una verifica intermedia di taratura che può sostituire la stessa conferma ottenuta a mezzo di taratura appare di straordinaria importanza per quelle tecniche multiparametriche, come ad es. la HRGC-HRMS, che prevedono tarature lunghe, effettuate su classi di analiti molto ampie (es 17 isomeri di PCDD/PCDF, 12 PCB dioxine-like e 17 PCB non dioxine-like) e con l'impiego di materiali di riferimento costosi (es. composti marcati utilizzati nella diluizione isotopica). In questi casi la semplice verifica di un rapporto segnale / fondo adeguato e una verifica intermedia di taratura eseguita correntemente ad ogni sessione analitica possono, a nostro avviso, costituire una adeguata conferma metrologica che sia anche economicamente sostenibile da parte dei laboratori. Tarare la HRGC-HRMS secondo le procedure correnti significa verificare la linearità della risposta strumentale di una curva di taratura costruita su 5-6 livelli di analita calcolando i fattori di risposta R tra il composto nativo e il composto marcato 13 C12. La deviazione standard percentuale dei punti della curva non deve generalmente essere maggiore del +/- 20%. Le normali procedure di verifica di buon funzionamento strumentale prevedono che venga quotidianamente verificata la risoluzione (maggiore o uguale a 10000 al 10% del fondo valle su tutto l'intervallo di acquisizione) ma questi controlli non tengono conto dello stato della colonna cromatografica e degli eventuali effetti matrice che possono ridurre la sensibilità della risposta strumentale. Ancora una volta la scelta di una caratteristica metrologica adeguata da monitorare nel tempo, in modo rapido ma sistematico, può rappresentare una valida alternativa alla conferma metrologica rappresentata dalla taratura. In tale contesto vengono analizzate le risposte strumentali di una massa organica ad elevata risoluzione utilizzata per l'analisi di diossine e furani in matrici biologiche (siero). I risultati presi in considerazione sono relativi a 1 UNI EN ISO 10012:2004: Sistemi di gestione della misurazione: Requisiti per i processi e le apparecchiature di misurazione. Pag. 52 / 57 pg/μl di 2,3,7,8 TCDD e 10 pg/μl di OCDD iniettati come verifica intermedia di taratura nel periodo maggio-agosto 2009. Con i dati di 2,3,7,8 TCDD registrati nella carta di controllo risultano i seguenti valori: media = 0,9796 (pg/µl); scarto tipo=0,0242, Cp= 1,3768, Cpk=1,6581. Con i dati di OCDD registrati nella carta di controllo risultano invece i seguenti valori: media = 9,7940(pg/µl); scarto tipo=0,2140, Cp= 1,5477, Cpk=1,8666. Per entrambi gli analiti si ha un Cp>1,33>CpK, pertanto il processo è da ritenere sotto controllo statistico in quanto Cp>1,33 e, anche se non centrato perché Cp e Cpk non sono uguali, il contributo del bias tra Cp e Cpk è piccolo e quindi trascurabile rispetto ai valori di specifica definiti (+/10%). UNI EN ISO 10012:2004: Sistemi di gestione della misurazione: Requisiti per i processi e le apparecchiature di misurazione. Pag. 53 / 57 Ancora una volta risulta lecito pensare che se il processo monitorato (conferma metrologica) risulta sotto controllo statistico l'operazione di taratura vera e propria può venire rimandata o a quando si effettueranno significativi interventi di manutenzione della strumentazione o a quando le performances della strumentazione stessa non saranno più adeguate alle richieste analitiche dell'analisi specifica. Da questo punto di vista non risulterebbe più necessario fissare una frequenza di taratura prestabilita in quanto la stessa verrebbe determinata sulla base di un fuori controllo statistico del processo piuttosto che da interventi di manutenzione sull'apparecchiatura medesima. Crediamo che da questo punto di vista la gestione della conferma metrologica ipotizzata negli esempi descritti possa garantire un “ragionevole” governo del processo di misurazione finalizzato, da un lato a fornire l’evidenza di aver messo in atto tutte le misure necessarie per evitare il verificarsi dell’evento negativo, e dall'altro ad assicurare prestazioni economicamente sostenibili anche se compatibili con le esigenze dei clienti. CONCLUSIONI La conferma metrologica e l'attività di taratura delle apparecchiature di misurazione rappresentano un processo critico in un laboratorio di prova, sia per il peso economico sia per la qualità dei risultati prodotti. La pubblicazione della UNI EN ISO 10012:2004 spesso sottovalutata, e la soggettività con cui si affronta questa tematica in ambito accreditamento, talvolta derivata dalle UNI EN ISO 10012:2004: Sistemi di gestione della misurazione: Requisiti per i processi e le apparecchiature di misurazione. Pag. 54 / 57 specifiche esperienze maturate nel tempo da parte dei componenti dei team ispettivi, hanno prodotto una situazione di generale confusione che, a nostro avviso necessita di una riflessione attenta, pacata e condivisa che non perda mai di vista le esigenze di operatività concreta dei laboratori di prova. E' per tale motivo che riteniamo sarebbe importante aprire un tavolo di discussione a 360° tra utilizzatori, costruttori e Enti di accreditamento/certificazione al fine di concordare alcune posizioni accettabili da parte di tutti nell'ottica comunque di garantire l’esecuzione di attività a valore aggiunto che abbiano un senso logico all’interno dell’intero processo di misurazione, siano sostenibili e migliorino complessivamente l’efficacia economicamente e l’efficienza delle prestazioni analitiche erogate dai laboratori di prova. Solo in questo modo si può sperare di ridurre le incomprensioni esistenti tra laboratori e team di audit, nella convinzione che le posizioni personali sono spesso superate da una evoluzione tecnologica e di pensiero in continua evoluzione. UNI EN ISO 10012:2004: Sistemi di gestione della misurazione: Requisiti per i processi e le apparecchiature di misurazione. Pag. 55 / 57 ANALISI DEI RISCHI LABORATORIO Xyz EVENTO VULNERABILITA' DANNO Utilizzo dell'apparecchiatura Non corretta non in corretto stato installazione di installazione e di dell'apparecchiatura conferma metrologica L’apparecchiatura ICP-MS / AA / GC-MS / etc. non Presenza di analiti in è nelle prestazioni concentrazione Mancanza di superiore a quella sufficienti a controlli rilevare l’assenza di dell'apparecchiatura consentita ma in quelle specifiche condizioni analita entro i in fase di utilizzo l’apparecchiatura non limiti consentiti le rileva legalmente IMPATTO FREQUENZA DEL RISCHIO GRAVISSIMO (F) Frequente GRAVE (P) Probabile Mancanza di programmi di Indisponibilità (I) manutenzione dell'Apparecchiatura SIGNIFICATIVO Improbabile PROGRAMMATA per rotture dell'apparecchiatura LIVELLO DEL RISCHIO AZIONI DI MITIGAZIONE Installazione in accordo alle specifiche del costruttore e relativo superamento delle I verifiche previste (Altissimo) Verifica funzionale di corretta esecuzione delle attività di prova in accordo alle GLP definite dal costruttore Conferma metrologica mediante esecuzione autotune prima dell'uso giornaliero della apparecchiatura conferma metrologica mediante verifica retta I di taratura secondo le (Altissimo) modalità previste dal metodo di prova Superamento Controlli di processo previsti dalle procedure di assicurazione qualità dei risultati di prova IV (Basso) Nessuna LIVELLO RISCHIO RESIDUO BASSO BASSO N.A. Gli Autori BETTINELLI MAURIZIO • • • • Laurea in chimica Industriale conseguita nel 1976 presso l'Università degli Studi di Padova con votazione 110/110 e lode. Diploma post universitario “36° Corso di Tecniche Radioisotopiche” conseguito presso l’Istituto di Ingegneria Nucleare - Centro Studi Nucleari E. Fermi - CESNEF del Politecnico di Milano nel 1980. Iscrizione all'ordine dei Chimici Laureati della Provincia di Piacenza a particre dal 1980. Certificato di partecipazione al Corso di perfezionamento in “Atomic Absorption Spectrophotometry “Settembre 1979 - Dal 1985 al 2002 è stato responsabile della conduzione del Circuito di Correlazione ENEL tra laboratori che effettuano l’analisi chimica degli oli combustibili, dell’elaborazione statistica e della valutazione dei risultati analitici. - Dal 1986 è membro della Commissione IRSA “Metodi analitici per le acque” - Dal 1996 è membro del Comitato tecnico del Circuito Interlaboratorio UNICHIM su acque potabili. - Dal 1989 è membro del Direttivo della SIVR (Società Italiana Valori di Riferimento) - Dal 1998 è membro del Comitato tecnico del Circuito Interlaboratorio UNICHIM per l’analisi delle diossine - Dal 2004 è membro del Direttivo della Società di Chimica Italiana (SCI) Divisione ambientale e dei beni culturali - Dal 2007 è Presidente della Società SIVR (Società Italiana Valori di Riferimento) Pubblicazioni Autore di oltre 130 lavori apparsi su riviste nazionali e internazionali quali: - Anal. Chim. Acta , Clin. Chim. Acta , At. Spectrosc. , Analyst , J. Anal. At. Spectrom., X-Ray Spectrometry , J. Chrom. B, Rapid Commun. Mass Spectrom., Mikrochim. Acta, Chemosphere e di 7 libri : - Applicazioni dell'ICP-AES nel laboratorio chimico e tossicologico. Vol I Analisi industriali e Alimenti - ed. Minoia C., Bettinelli M., Sabbioni E. Morgan Edizioni Tecniche , Milano Applicazioni dell'ICP-AES nel laboratorio chimico e tossicologico. Vol II Ambiente e salute- ed. Minoia C., Bettinelli M., Sabbioni E. Morgan Edizioni Tecniche , Milano 1993 Applicazioni dell'ICP-MS nel laboratorio chimico e tossicologico. - ed. Minoia C., Bettinelli M., Ronchi A, Spezia S - E. Morgan Edizioni Tecniche , Milano 2000. Monitoraggio ambientale e biologico dell’esposizione professionale a xenobiotici : elementi in traccia – Volume 7 Tomo I – ed. M. Bettinelli, C. Minoia, L. Perbellini - E. Morgan Edizioni Tecniche , Milano 2003. Monitoraggio ambientale e biologico dell’esposizione professionale a xenobiotici : elementi in traccia – Volume 7 Tomo II – ed. M. Bettinelli, C. Minoia, L. Perbellini - E. Morgan Edizioni Tecniche , Milano 2003. Monitoraggio ambientale e biologico dell’esposizione professionale a xenobiotici : elementi in traccia – Volume 7 Tomo III – ed. M. Bettinelli, C. Minoia, L. Perbellini - E. Morgan Edizioni Tecniche , in press. The Analysis of Chemical Elements in Food: Application for Atomic and Mass Spectrometry – Ed. S. Caroli J.Whiley & Sons. 1 Tommaso MICCOLI Laurea in “SCIENZE STRATEGICHE” rilasciata dall’Università degli studi di Torino con delibera del 01 marzo 2002 in ottemperanza al Decreto Legislativo 27-06-2000, nr. 214. Riconoscimento giuridico degli studi effettuati presso l’Accademia Militare di Modena e la Scuola di Applicazione d’Arma di Torino. Laurea in “SCIENZE POLITICHE” Università degli Studi di Trieste in data 14-01-2005 con tesi di laurea in “Analisi delle Politiche Pubbliche. I settori emergenti della sicurezza nazionale: la tutela ambientale e le minacce all’ecosistema”Docente a contratto nell’ambito dell’insegnamento “Analisi dei residui di prodotti di origine animale I” su ”Procedure di accreditamento dei laboratori di analisi” – UNIVERSITA’ DI BOLOGNA – DIPARTIMENTO DI SANITA’ PUBBLICA VETERINARIA E PATOLOGIA ANIMALE Responsabile dell’accreditamento dei laboratori nell’ambito di progetti Europei Twinning Project – PL01.04.05 Animal feeling stuff control system – objective 1 – component 1 dei laboratori di riferimento sui mangimi in Polonia e Twinning Project-HR- 02-IB-AG-01 Capacity building in the area of agriculture, live animals and food products in Croazia presso i laboratori del Croatian Veterinary Institute CONSULENTE DI DIREZIONE. Si occupa della Progettazione, Sviluppo ed Ottimizzazione dei Processi Organizzativi; del Supporto alla definizione delle strategie ed ottimizzazione dei sistemi di Governance; dell’Analisi, sviluppo e supporto a Sistemi di misura delle performance; dell’Analisi e gestione del rischio aziendale strategico ed operativo; dello Sviluppo di processi integrati di compliance LEAD AUDITOR CERTIFICATO AICQ-SICEV (VSQ-RGVI) per lo schema Sistemi di gestione per la qualità Qualità nei settori 17b (Fabbricazione e lavorazione dei prodotti in metallo, esclusi macchine ed impianti ), 18 (Macchine, apparecchi ed impianti meccanici), 19 (Macchine elettriche ed apparecchiature elettriche ed ottiche), 28b (Imprese di installazione, conduzione e manutenzione d'impianti), 29a (Commercio all'ingrosso, al dettaglio e intermediari del commercio), 29b (Riparazione di cicli, motocicli e autoveicoli), 33 (Tecnologia dell'informazione), 35 (Servizi professionali d'impresa), 36 (Pubblica amministrazione), 37 (Istruzione), 35ACC (Accreditamento Organismi di Certificazione), 35ALP (Accreditamento Laboratori di Prova), DME (Dispositivi Medici). RGVI nella valutazione di terza parte per la certificazione dei SGQ con 3 Organismi di Certificazione; RGVI nella valutazione di terza parte per l’accreditamento dei Laboratori di Prova e per l’accreditamento degli Organismi di Certificazione. LEAD AUDITOR per lo Schema Sicurezza delle Informazioni. FORMATORE nell’ ambito dei processi Organizzativi e Gestionali e nelle discipline riguardanti la qualità dei processi PUBBLICAZIONI: 1998:Il processo di fabbricazione controllato – Fascicolo tecnico per le protesi dentarie; 1999-Processo di fabbricazione di schede elettroniche con tecnologia SMT; 2000-LIGHTPLAN:Metodo per la programmazione della produzione nell’ambito della subfornitura; 2004:Linea guida Audit Istituzionale nell’ambito del recepimento del Regolamento CEE feed & food; 2005:Dispositivi Medici: Una guida per la gestione del rischio; 2007: Dispositivi Medici su misura: Guida per le buone prassi. www.kosmosnet.it
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