Trattamento dei disturbi dell`equilibrio - Accademia LIMPE
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TRATTAMENTO DEI DISTURBI DELL’EQUILIBRIO Elisa Pelosin Dipartimento di Neuroscienze, Riabilitazione, Oftalmologia, Genetica e Scienze Materno Infantili (DINOGMI) Università degli Studi di Genova, Genova Introduzione - “La postura è definita come ciascuna delle posizioni assunte dal corpo, contraddistinta da particolari rapporti tra i diversi segmenti somatici” (Guidetti, 1996). La si può pertanto considerare alla stregua di un atteggiamento statico in cui il corpo non rimane comunque immobile; più precisamente è da intendersi come una massa, soggetta a oscillazioni, sulla quale interagiscono con ritmo costante alcune forze. Nelle relazioni tra uomo e spazio è comunque più corretto parlare di equilibrio, definibile come il rapporto ottimale tra il soggetto e l’ambiente circostante, ovvero la condizione particolare di chi stia assumendo una serie di posture ideali rispetto al contesto ambientale, riferita ad un determinato momento e secondo i fini proposti per specifici programmi motori. L’equilibrio si raggiunge quando la perpendicolare passante per il baricentro del corpo, cade all’interno del piano di appoggio, delimitato dal margine esterno dei piedi. Questa condizione, nell’uomo è spesso paragonata all’immagine del “pendolo invertito”. La regolazione della postura è importante per il mantenimento dell’equilibrio posturale, situazione in cui tutte le forze che agiscono sul corpo sono bilanciate, grazie a variazioni del tono muscolare. Il sistema posturale è quindi un sistema automatico di regolazione delle oscillazioni posturali che sono di debole ampiezza e la cui regolazione avviene grazie a modificazioni del tono posturale regolato dai riflessi posturali. Pertanto il controllo della postura rappresenta una funzione di estrema importanza che permette di ottimizzare il movimento rendendolo funzionale e minimizzando il consumo energetico. Per l’esecuzione di ogni atto motorio occorre compiere degli aggiustamenti posturali che devono essere integrati tra loro al fine di permettere il mantenimento dell’equilibrio durante l’esecuzione dell’azione. Gli aggiustamenti posturali vengono compiuti fondamentalmente grazie a due diversi meccanismi: a) i meccanismi anticipatori (feed-forward) che generano risposte pre-programmate che assicurano il mantenimento della stabilità e b) i meccanismi compensatori (o risposte a feed-back) che generalmente vengono evocati da stimoli sensoriali a seguito della perdita di equilibrio. A fronte di queste ed altre perturbazioni, quali per esempio il movimento volontario, il sistema nervoso centrale oppone componenti passive ed attive stabilizzanti l’equilibrio. Tra le prime ci sono l’inerzia del corpo e la visco-elasticità di legamenti, tendini e muscoli. Tra le seconde, ci sono i meccanismi prima citati di controllo a feedback e feedforward. È evidente, quindi, che il sistema nervoso nel suo complesso interviene nel controllo dell’equilibrio, e che questo controllo vede meccanismi riflessi interagire con meccanismi più complessi che implicano anche l’intervento di centri superiori. Certamente solo i centri superiori possono essere in grado di anticipare le possibili perturbazioni legate alla destabilizzazione provocata dall’esecuzione di un movimento volontario. Riabilitazione dei disturbi dell’equilibrio - La capacità di conservare il controllo dell’equilibrio è fondamentale per il mantenimento dell’indipendenza funzionale: essa viene degradata non solo dall’età ma anche, e in modo indipendente, dall’insorgere di malattie degenerative del sistema nervoso e dell’apparato locomotore. I disturbi dell’equilibrio e della postura, e di conseguenza del cammino, sono comuni in pazienti affetti da disturbi del movimento e rappresentano molto frequentemente uno dei sintomi cardine, influenzando i maniera negativa la qualità di vita dei pazienti. Le problematiche legate all’instabilità posturale sono dunque tra le prime che il fisioterapista si trova a dover affrontare e pertanto risulta di estrema importanza individuare quelle che sono le strategie riabilitative più efficaci. Grazie all’ausilio di nuove tecnologie e nuove conoscenze in ambito neurofisiologico, in questi ultimi decenni sono state sviluppate nuove metodiche e nuovi approcci riabilitativi, volti in maniera specifica al miglioramento dell’equilibrio che, non solo hanno dimostrato avere una ricaduta immediata sulla performance motoria del paziente, ma anche sulla qualità della vita stessa. Infatti è stato dimostrato come attraverso una riabilitazione mirata e specifica per il miglioramento dell’equilibrio sia possibile diminuire il rischio di caduta che certamente rappresenta uno dei fattori di rischio maggiori per questa tipologia di pazienti. Nello specifico, nella riabilitazione dei disturbi del movimento risulta importante segnalare l’uitlizzo di a) “cueing” abbinati a strategie attenzionali, b) tecniche basate sul controllo propriocettivo sia convenzionali (training con pedane oscillanti/basculanti; allenamento su treadmill) che non convenzionali (Tai-Chi; Musico Terapia) e c) Idroterapia e sistemi propriocettivi (Ortesi-weareble; afferenze propriocettive cutanee). Unitamente a queste tecniche, che certamente rappresentano in alcuni casi gli strumenti di elezione in ambito riabilitativo, negli ultimi anni sono state sviluppate nuove proposte come la Motor Imagery, l’Action Observation e l’utilizzo di sistemi computerizzati (realtà virtuale e videogame-based training) che sembrano aprire un nuovo scenario per quanto riguarda la riabilitazione dei pazienti affetti da disturbi del movimento. La motor imagery (immagine motoria) viene definita come un processo cognitivo nel quale il soggetto pensa di fare un movimento senza che ci sia una sua reale attivazione (nessun output motorio). La peculiarità di questa strategia è legata al fatto che la sola rappresentazione mentale degli eventi motori “attiva” le stesse aree corticali che sono attivate durante l’esecuzione dei movimenti. L’action observation therapy unisce la visione delle azioni/gesti motori e la successiva esecuzione degli stessi al fine di migliorare una performance motoria, basandosi appunto sul sistema dei neuroni specchio. Sebbene sostanzialmente differenti, in quanto attivano circuiti neurali diversi, queste due strategie sembrano poter agire su alcune strutture nervose in cui sono localizzati parte degli schemi motori necessari alla pianificazione ed esecuzione del movimento, facilitando così il recupero della performance motoria o di un’abilità che potrebbe essere compromessa con il progredire della malattia. La videogame-based therapy utilizza strumenti tecnologici di ultima generazione (Wii, X-boxes, realtà virtuale) al fine di migliorare la performance motoria. I dati ottenuti da sperimentazioni recenti, supportano infatti, la crescita e la trasformazione che la riabilitazione sta avendo in questi ultimi anni, grazie alla robotica. Attraverso questi nuovi strumenti, è infatti possibile non solo avere informazioni indispensabili a quantificare la forza, l’accelerazione e la velocità degli esercizi in base alla situazione individuale, ma anche monitorare e pianificare, ed eventualmente correggere, il percorso riabilitativo sia in tempo reale che a distanza (es. telemedicina). Gli studi pubblicati sono ancora troppo esigui per poter affermare con certezza la reale efficacia di questi nuovi approcci riabilitativi, tuttavia i risultati ottenuti sembrano dimostrare non solo un miglioramento su alcuni aspetti importanti legati agli esiti motori di queste patologie, ma anche sulla possibilità di fornire strumenti riabilitativi utilizzabili anche in ambito domiciliare e pertanto favorire un continuo e costante allenamento del paziente che rappresenta uno dei punti cardini per fondare le basi dell’apprendimento di nuove strategie e del loro mantenimento nel tempo. 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