Land_Art-Elisa Boscolo Bibi-Raffaella Toniolo
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Land_Art-Elisa Boscolo Bibi-Raffaella Toniolo
GRUPPO: ELISA BOSCOLO BIBI RAFFAELLA TONIOLO DAVIDE PADOVAN LAND ART INTERVENTI SUL PAESAGGIO NATURALE THE WORKSHOP COMUNICATO STAMPA PAG 6 PRESENTAZIONE DEL PROGETTO PAG 10 STORIA DELLA LOCATION PAG 14 PERIODO STORICO E LAND ART PAG 18 BIOGRAFIA DEGLI ARTISTI E OPERE GERRY SCHUM PAG 22 MICHAEL HEIZER PAG 24 BOEZEM MARINUS PAG 26 CHRISTO E JEANNE-CLAUDE PAG 28 ROBERT SMITHSON PAG 30 RICHARD LONG PAG 32 CURRICULUM DEI CURATORI DELLA MOSTRA PAG 36 COMUNICATO STAMPA COMUNICATO STAMPA LAND ART INTERVENTI SUL PAESAGGIO NATURALE La mostra “LAND ART, Interventi sul Paesaggio naturale” celebra i primi 50 anni dell’omonima corrente artistica. Gli anni Sessanta sono caratterizzati da una profonda tensione e sfiducia; infatti, dopo la Seconda Guerra Mondiale, la perdita di autorevolezza dello Stato, in quanto principale strumento di azione sociale, sviluppa le più intricate dinamiche del consumismo e delle nuove tecnologie. L’artista mira quindi ad un definitivo sfondamento dei confini tradizionali della pittura e della scultura, pratiche che restano di peculiare importanza, ma non più dominanti nella creazione artistica essendo limitate. I maggiori esponenti della Land Art, a questo proposito, attivano un processo di riflessione sui limiti dei linguaggi artistici e del sistema dell’arte, intervenendo direttamente nel territorio naturale. In occasione dell’anniversario, il Comune di Venezia e l’Accademia di Belle Arti di Venezia, intendono promuovere un’iniziativa volta alla valorizzazione del territorio mondiale, non più posto sullo sfondo del quotidiano ma come soggetto principale. Dal 7 Gennaio al 26 Aprile, infatti, la città si aprirà sul paesaggio americano ed europeo; un portale virtuale che catapulterà lo spettatore in opere di straordinaria bellezza e fascino attraverso dei percorsi originali. L’evento non si limita a presentare al pubblico straordinarie opere radicate in territorio americano, ma invita il visitatore ad ammirare esempi di un’arte rivoluzionaria, che cambierà per sempre il concetto artistico e a cui tuttora gli artisti contemporanei si ispirano. La mostra, situata nelle Corderie dell’Arsenale di Venezia, raccoglierà in se le maggiori e più importanti testimonianze della corrente: innanzi tutto, verrà proiettato a ripetizione il celebre documentario di Gerry Schum, intitolato anch’esso Land Art, che registra vari interventi delle tendenza, chiamata Earth Art prima che lui stesso ne coniasse il termine attuale; il film raccoglie una serie di video che mostrano interventi di artisti quali J. Dibbets, R. Long, B. Flanagan, D. Oppenheim, W. De Maria. A ogni sala sarà dedicato un artista in particolare e, attraverso modellini in scala e tridimensionali, si potrà ottenere una visione a trecentosessanta gradi dell’opera: nella prima stanza vedremo Double Negative (1969) di Michael Heizer (Berkeler, 1944), che rappresenta due tagli netti nel bordo orientale della Mormon Mesa; la stanza subito adiacente sarà occupata da Robert Smithson (New Jersey, 1938 – 1973) e dalla sua Spiral Jetty (1970) di cui lui stesso ha realizzato un film documentario in pellicola, intitolato appunto Spiral Jetty, considerato parte integrante dell’opera insieme alla costruzione vera e propria; Valley Curtain (1974) di Christo (Gabrovo, 1935), un grande telo arancione che copre interamente tutta la Rifle Gap nelle Rocky Mountains; nella quarta stanza troveremo l’opera originale di Richard Long (Bristol, 1945) Slate Circle Delabole (1976), un cerchio di quasi due metri di diametro composto da 168 pezzi di ardesia vicini tra loro sul pavimento; e per ultima, ma non per importanza, la mastodontica Green Chaterdal (2009) di Marinus Boezem -6- LAND ART INTERVENTI SUL PAESAGGIO NATURALE (Leerdam, 1934), l’unica opera europea della mostra, che simula le dimensioni e la forma della Cattedrale di Reims, in Francia, composta da pioppi. L’evento “LAND ART” si imposta, oltre che su uno studio specifico di persone competenti per una classificazione a fini didattici con rispettive descrizioni e approfondimenti, anche sulla presenza di alcuni spunti fortemente innovativi come l’applicazione di tecnologie informatiche di ultima generazione, come l’utilizzo del sistema QR, già attivo in alcuni Musei dell’Istituzione. Basteranno un palmare, un tablet, un cellulare o uno smartphone con fotocamera, una connessione ad internet e un software gratuito per accedere, fotografando speciali etichette, a contenuti speciali relativi agli artisti selezionati. La mostra non si limita a presentare al pubblico straordinarie opere radicate in territorio americano, ma invita il visitatore ad ammirare esempi di un’arte rivoluzionaria, che cambierà per sempre il concetto artistico e a cui tuttora gli artisti contemporanei si ispirano. Una particolare nota va al catalogo della mostra; il volume riesamina i documenti fotografici dando maggiori informazioni sul significato sia emozionale che commerciale delle opere, tenendo in considerazione il contesto storico. Info: INTERVENTI SUL PAESAGGIO NATURALE Organizzazione generale: Elisa Boscolo Bibi, Raffaella Toniolo, Davide Padovan; in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Venezia e il Comune di Venezia. Sede: Corderie dell’Arsenale, Campo della tana Castello 2169/F, 30100, Venezia. Apertura: Lunedì 7 Gennaio 2014, ore 11:30 Orario: tutti i giorni, 9:00 am – 7:00 pm fino al 26 Aprile 2014 Telefono:041 5218711 E-mail:[email protected] Per informazioni contattare: Elisa Boscolo Bibi: [email protected] Raffaella Toniolo: [email protected] Davide Padovan: [email protected] -7- PRESENTAZIONE DEL PROGETTO PRESENTATION OF THE PROJECT L’ausilio delle nuove tecnologie ci permette di raggruppare i maggiori esponenti della Land Art sotto un unico tetto; attraverso video, documentari e fotografie infatti, è possibile viaggiare di luogo in luogo, osservando opere troppo lontane per essere viste o logorate e distrutte dal tempo. Le sensazioni e le emozioni provate di fronte alla monumentalità di tali opere sono difficili da ricreare, essendo osservate su supporti diversi dalla natura stessa. Per questo motivo l’idea base del progetto sta nel ricreare, attraverso dei modellini in scala, alcune delle opere di questi grandi artisti. Il nostro intento non è assolutamente quello di riprodurre in toto la loro opera, ma ridare le stesse sensazioni. La costruzione di modellini darebbe all’osservatore l’idea della tridimensionalità, anche se in misure ridotte. Molti sono i video creati direttamente dagli artisti coinvolti in questo progetto, come i diversi video riguardanti l’opera più importante di Robert - 10 - Smithson “Spiral Jetty” del 1970 (http://www. youtube.com/watch?v=fTx4Pp4aPXA), i video di Christo e Janne-Claude, che riprendono le loro opere più famose, e il classico film “Land Art” di Gerry Schum, che descrive al meglio la poetica delle opere di questi grandi artisti.. Ogni stanza sarà occupata da un solo artista e attraverso le sue opere, sia tangibili come possono essere quelle di Richard Long (http://www. youtube.com/watch?v=oqf9xfa3L5k&feature=re lated , http://www.richardlong.org), sia fotografiche e miniaturizzate, come le meravigliose opere di Christo e Jeanne-Claude (http://www.christojeanneclaude.net/video_overview_medium. shtml), Marinuso Boezem e Michael Heizer , si potrà osservare da vicino opere di mastodontica bellezza, occupando uno dei luoghi più vicini all’arte moderna a Venezia come le Corderie dell’ Arsenale, sede della Biennale. Christo Wrapped Trees (Progetto per la Fondation Beyeler e Berower Park, Riehen, Svizzera) Collage 1997 in due parti 12 x 30 1/2 “e 26 1/4 x 30 1/2” (30,5 x 77,5 cm e 66,7 x 77,5 cm) Matita, tessuto, spago, pastello, carboncino, pastello a cera, carta topografica e campione di tessuto Foto: Wolfgang Volz Christo Abu Dhabi Mastaba (Progetto per Emirati Arabi Uniti) Disegno 1977 22 x 28 “(56 x 71 cm) Matita, pastello a cera, pastello e carboncino Foto: Eeva-Inkeri - 11 - STORIA DELLA LOCATION HISTORY OF THE LOCATION L’Arsenale di Venezia a partire dal XII secolo fu il punto di riferimento dell’industria navale veneziana, infatti questo complesso poteva essere considerato come una moderna fabbrica: al suo interno vi lavoravano diversi artigiani specializzati (gli arsenalotti) che attraverso una catena di montaggio assemblavano i diversi manufatti. Questa struttura si estendeva per 46 ettari e gli arsenalotti nei periodi di piena attività produttiva raggiungevano fino le 2000 unità. L’Arsenale fu il simbolo della potenza economica, politica e militare della città e nel corso dei secoli vi si realizzarono diversi ampliamenti. Le Corderie dell’Arsenale, in passato adibite alla costruzione di gomene, cavi e cordame, furono edificate per la prima volta nel 1303 e ricostruite poi da Antonio da Ponte tra il 1579 e il 1585. L’edifico composto da capriate lignee, presenta una struttura tripartita in tre navate (316m in lunghezza, 21m in larghezza e 9,70m - 14 - in altezza) che sostengono due soppalchi nelle navate laterali, all’altezza di 7m. La struttura ha uno spazio espositivo di 6400 mq. Gli ampi locali delle Corderie sono attualmente utilizzati come una delle sedi espositive della Biennale di Venezia oltre che per alcune attività di piccola cantieristica ed altre attività minori. COME ARRIVARE In vaporetto ACTV Da Piazzale Roma o Ferrovia Llinea 52, fermata Celestia (fermata a richiesta). Periodicità: ogni 20 minuti. Tempo di percorrenza: circa 30 minuti. Dalla fermata Celestia proseguire a piedi verso sinistra, attraversare il ponte e seguire la passerella lungo le mura e fino all’ingresso. Linea 1, fermata Arsenale Periodicità: ogni 10 minuti. Tempo di percorrenza: circa 45 minuti. Dalla fermata Arsenale proseguire a sinistra, attraversare il ponte e seguire la fondamenta opposta. Girare a sinistra alla Calle della Tana e proseguire dritto. (i servizi di linea ACTV sono a pagamento, per informazioni contattare il numero di telefono +39 041 2424 oppure il sito www.actv.it) Dall’aeroporto Marco Polo Alilaguna Linea Blu, fermata Bacini Periodicità: ogni ora. Tempo di percorrenza: circa 45 minuti. Dalla fermata dei Bacini proseguire a piedi verso destra e seguire la fondamenta fino all’ingresso del museo. (per maggiori informazioni www.alilaguna.it/lineablu) A piedi Tempo di percorrenza: circa un’ora. Seguire le indicazioni verso Piazza San Marco, proseguire verso San Zaccaria e poi continuare a percorrere la fondamenta fino al Arsenale. - 15 - CONTESTO STORICO E LAND ART HISTORICAL CONTEXT AND LAND ART tativo di interpretare e superare lo spazio in cui viviamo. L’opporsi alla geometrizzazione astratta e all’artificialità prepotente degli anni Sessanta porta gli artisti di questa corrente artistica a rivalutare le forme, rendendo naturale ciò che è artificiale e artificiale ciò che è naturale. Attraverso forme geometriche, tipicamente innaturali, artisti come Michael Heizer, Walter De Maria, Rober Smithson, Richard Long, Christo, e Marinus Boezem modificano la conformazione del paesaggio, creando eventi assolutamente suggestivi e indimenticabili, cercando di allargare a dismisura il campo d’azione possibile dell’arte fino a farlo diventare la realtà stessa, fisica e mentale. Gli artisti, con questo nuovo approccio all’arte, si sottraggono alle regole di mercato, costringendo quest’ultimo a lasciare i vecchi spazi museali ed espositivi e intraprendendo un atteggiamento contrario a quello che vuole la tradizione. Vorremmo ricreare l’opportunità di poter osservare da vicino opere di mastodontica bellezza, occupando uno dei luoghi più vicini all’arte moderna a Venezia, come le Corderie dell’ Arsenale, sede della Biennale. Soprattutto in Occidente, la tensione tangibile e la sfiducia causate dalla Seconda Guerra Mondiale gettano la popolazione nel baratro del consumismo, sfondando definitivamente i confini tradizionali dell’arte e ricercando nuove forme di espressione. Varie diramazioni si propagano da questo sfondo storico, una di queste è la Land Art. Il rapporto che lega l’individuo all’ambiente è di primaria importanza, dal momento che la natura fa da sfondo al quadro della nostra esistenza, ma la nostra ambizione e i nostri talenti, combinandosi, ci inducono a desiderare qualcosa di più della semplice sopravvivenza: aspiriamo a lasciare un segno, a inscrivere le nostre osservazioni e i nostri gesti nel paesaggio, nel ten- - 18 - Walter De Maria 1977 Catron County New Mexico - 19 - BIOGRAFIE DEGLI ARTISTI E OPERE GERRYSCHUM Gerry Schum nasce nel 1938 a Colonia. Nel 1969, quando viene messa in vendita l’apparecchiatura di videoregistrazione, il gallerista annuncia la nascita a Berlino di una Video Gallery, una galleria di tipo nuovo, dedicata alle trasmissioni delle opere immateriali della videoarte, dando così la possibilità ad artisti stranieri di usare il video. La Fernseh Galerie di Düsseldorf viene inaugurata con un documentario intitolato Land art, che registra vari interventi delle recentissima tendenza, fino ad allora chiamata Earth Art, volta a trasformare in opera d’arte frammenti di natura e paesaggi remoti e solitari; quindi una serie di video che raccolgono dal vivo interventi di artisti quali J. Dibbets, R. Long, B. Flanagan, D. Oppenheim, W. De Maria. Land Art viene trasmesso dalla rete Freies Berlin il 15 aprile 1969. L’anno successivo Schum produce “Identifications”, proponendo la registrazione delle “azioni” di numerosi artisti internazionali tra i quali Joseph - 22 - Beuys, Gilbert & George, Alighiero Boetti. Muore nel 1973 a Verstorben. Landart Land Art è la terminologia coniata da Gerry Schum realizzando un videotape che raccoglie dal vivo gli interventi degli artisti: questi artisti operano uscendo dagli spazi tradizionali quali gallerie o musei per interviene direttamente sullo spazio macroscopico della natura: ampie distese di deserto, montagne rocciose, campi ricoperti di neve, fiumi che si estendono all’infinito, tipico della cultura anglosassone e del paesaggio americano. Gerry Schum immagini tratte dal film “Land art” del 1969 - 23 - MICHAELHEIZER che si possono trovare nei musei e negli spazi pubblici in tutto il mondo. Il suo lavoro è sostenuto dalla Dia Art Foundation attraverso una borsa di studio della Fondazione Lannan. City è tuttora incompiuto e non è ancora aperto alle visite del pubblico. Michael Heizer è nato in California, ha frequentato il San Francisco l’Art Institute. Nel 1966 si sposta a New York, dove ha iniziato la sua carriera di artista con lavori di piccole dimensioni, dipinti e sculture. Alla fine del 1960 lascia New York per recarsi nei deserti della California e del Nevada, dove ha iniziato a produrre opere su grande scala e documentazioni in film e in fotografie dei suoi lavori. La sua produzione più nota è Double Negative, 535 metri di trincea scavata sul fianco di una montagna nel deserto del Nevada. Il lavoro fu documentato da Gerry Shum nel famoso film Land Art. Da allora, Heizer ha continuato a produrre opere di Land Art e dalla fine degli anni ‘90, il suo lavoro si è concentrato principalmente su City, il progetto di un enorme complesso nel deserto di Lincoln County, in Nevada. Ha inoltre prodotto una serie di dipinti astratti, e sculture di grandi dimensioni, spesso ispirate alle forme prodotte dai nativi americani, - 24 - DoubleNegative Double Negative è una notevole opera d’arte in vasta scala. La costruzione dell’opera consiste nella distruzione di qualcosa che un tempo c’era, il che fa assomigliare questo intervento ad una trincea. L’opera d’arte è di per sé uno spazio negativo (da qui il titolo dell’opera), si pone la meditazione sul principio dell’arte come creazione, quando Heizer non ha infatti aggiunto, ma sottratto. Michael Heizer Double negative Mormon Mesa, Nevada del 1969 - 25 - BOEZEMMARINUS qui l’ambiente gioca un ruolo importante. Temi come l’aria, luce, suono e movimento, i temi centrali nel suo lavoro iniziale, rsono il filo conduttore delle sue sculture. Nel 1970 l’insegnamento dibenta una parte importante delle sue attività: si dedica, infatti, a quello che allora si chiamava ‘l’educazione non formale’. Nel 1980 ha lavorato su diversi progetti importanti in cui il paesaggio gioca un ruolo fondamentale; il suo lavoro più grande e più importante in questo periodo è la Cattedrale di Green (1978-1987). Di quest’opera, 174 pioppi italiani sono stati piantati in una prateria in Flevoland, nei Paesi Bassi, che riproducono la pianta della Cattedrale gotica di Reims. Molti lavori di Boezem possono essere collocati tra i più importanti e significativi simboli della Land Art: motivi come paesaggi, spazio, clima, luce, aria e cartografia svolgono un ruolo centrale nel lavoro di Boezem. Nel 1990 propone numerose opere video, ma anche molte sculture negli spazi pubblici. Nel 1954, Boezem inizia la Vrije Academie Artibus di Utrecht, ma ha lasciato dopo un anno per continuare i suoi studi presso la Vrije Academie a L’Aia. Al Academie, i suoi interessi erano per lo più per la superficie piana. Nel 1950, ha lavorato come disegnatore e pittore. Nel 1960, il suo lavoro divenne più spaziale e divenne conosciuto e rispettato da un pubblico crescente. Il lavoro Boezem è inequivocabilmente influenzato dal Nouveau Réalisme in Europa e dalla Pop Art in America. Le sue opere contengono oggetti e parti di paesaggi: le proposte consistono in sculture spaziali fatte di aria e di altri materiali, come il cotone e canne, prodotti raramente utilizzati nell’ambito artistico. Come un uomo d’affari, Boezem ha portato le sue proposte in una valigetta e viaggiato per musei e gallerie per venderli. Come i suoi contemporanei, si sforzava di portare l’arte fuori dalle mura del museo, data la loro grandezza e il loro significato. Dalla metà degli anni 1970, Boezem inizia a lavorare alle sue idee concettuali nella scultura: - 26 - The Green Cathedral Si trova nel Sud della provincia di Flevoland, in Olanda. L’opera è composta da 178 pioppi lombardi piantati in modo da imitare la struttura, le pareti e le arcate della cattedrale di Reims Gli alberi hanno ora un’altezza di trenta metri, e l’opera si estende su 150 metri in lunghezza e 75 metri in larghezza – mentre la cattedrale originale è lunga 138,75 m, larga trenta e alta 38 metri, ma solo al centro. Marinus Boezem Green Catherdal Flevoland, Olanda del 2009 - 27 - CHRISTO E JEANNECLAUDE Christo nasce a Gabrovo, Bulgaria. Suo padre, Vladimir Yavachev, era uno scienziato, e sua madre, Tsveta Dimitrova, nata nella Repubblica di Macedonia, è stata segretaria presso l’Accademia di Belle Arti di Sofia. Professori dell’Accademia riconoscono il talento di Christo già dalla giovane età. Christo studia arte presso l’Accademia Sofia tra il 1953-1956 prima di trasferirsi a Praga, Cecoslovacchia (ora Repubblica Ceca) fino al 1957, quando partì per l’Occidente corrompendo un funzionario ferroviario. Christo rapidamente si stabilì a Vienna e si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Vienna. Dopo aver passato solo un semestre, si recò a Ginevra e si trasferisce a Parigi nel 1958. Come risultato della sua fuga, ha perso la sua cittadinanza bulgara ed è diventato un apolide. La sua vita a Parigi è stata caratterizzata da difficoltà finanziarie e l’isolamento sociale, peggiorate dalla sua difficoltà di apprendimento della lingua francese. Guadagna soldi con ritratti (paragonati da lui alla prostituzione), firmati con il suo cogno- - 28 - me “Javachef”;i suoi primi lavori sono stati firmati “Christo”. Christo e Janne-Claude si conoscono nel 1958, quando a lui viene commissionato il ritratto della madre di quella che sarà, poi, compagna di vita e di arte. Nel 1961 Christo e Jeanne-Claude coprono di barili tutto il porto di Colonia; questa fu la loro prima collaborazione. Nel 1962, la coppia ha affrontato il primo progetto monumentale, Rideau de Fer (cortina di ferro). Senza il consenso delle autorità e come una dichiarazione contro il Muro di Berlino, hanno bloccato Rue Visconti, una piccola strada nei pressi della Senna, con barili di petrolio. Nel febbraio del 1964, Christo e Jeanne-Claude approdano a New York City. Dopo un breve ritorno in Europa, si stabiliscono negli Stati Uniti nel settembre dello stesso anno. Anche se povero e privo di conoscenza della lingua inglese, Christo espone i propri lavori in diverse gallerie, tra cui il noto Castelli Gallery di New York e la Galleria Schmela di Düsseldorf, in Germania. Valley Curtain Lungo 400 metri, il panno doveva essere teso nella Gap Rifle, una valle delle Montagne Rocciose vicino a Rifle, Colorado. Il progetto ha richiesto 14.000 m2 di stoffa da appendere a quattro cavi in acciaio, fissato con sbarre di ferro fissati nel cemento su ogni pendio. Christo Valley Curtain Gap-rifle, Colorado del 1970 - 29 - ROBERTSMITHSON ( 1938 – 1973) è un artista americano del New Jersey considerato anch’egli uno dei fondatori della Land Art. Smithson è affascinato dai grandi processi di trasformazione natura, è attratto dal degrado progressivo della materia. Le sue opere non sono facilmente classificabili: sviluppa a partire dal 1968 il concetto del site – nonsite: una all’aperto difficilmente accessibile e apprezzabile a causa del luogo impervio in cui è posta e l’altra mentale, che cerca di completare l’altra, attraverso reportage fotografici e scritti dell’artista. Nel 1969 durante un viaggio nello Yucatàn in Messico, Smithson installa in vari luoghi i suoi Mirror Displacements, lastre specchianti, disposte in configurazioni regolari nella sabbia, nella terra e tra la vegetazione, in modo da assorbire e riflettere la luce, il cielo e l’atmosfera. Nel 1970 presso il Great Salt Lake nello Utah, riesce a portare a termine la Spiral Jetty, il suo più importante intervento, un grande molo a forma di - 30 - spirale, costruito accumulando con bulldozer e camion più di 6.500 tonnellate di terreno circostante, come terra, rocce e cristalli di sale. Questo gigantesco monumento primitvo negli anni è destinato a mutare rendndo l’opera ancor più affascinante. Muore all’età di 35 anni durante un sopraluogo per un nuovo progetto di Land Art. SpiralJetty in (presso): visto dal livello del terreno, l’opera si percepisce ad una scala maggiore ed isolata dal contesto generale (il paesaggio); at (dentro): osservata dall’interno l’opera appare gigantesca ed avvolge l’osservatore che non può percepirla interamente con un unico sguardo, si possono vedere però dettagliatamente le rocce che la compongono, l’acqua ed i cristalli di sale. Quest’opera consiste in una mastodontico molo a spirale della lunghezza di quattrocento metri, realizzata dall’artista Robert Smithson in un lago salato nello stato americano dello Utah. Il molo a spirale di Smithson ha tre livelli di percezione, a seconda del punto da cui la si osserva: out (fuori, in inglese): visto dall’aereo l’opera può essere apprezzata nella sua interezza, insieme all’ambiente nella quale è inserita; Robert Smithson Spiral Jetty Great Salt Lake, Utah del 1970 - 31 - RICHARDLONG (Bristol, 1945) è un’artista inglese che fa parte del movimento della Land Art. Consegue il diploma presso il West of England College of Art di Bristol e tra il ’66 e il ’68 frequenta a Londra la St. Martin School of Art. Le sue “passeggiate”(performance) sono costituite da sculture fatte con materiali semplici reperiti sul posto e documentate con foto, video e mappe. Può essere un esempio il suo primo lavoro ”A line made by walking” del 1967, riproduzione fotografica della linea lasciata sull’erba di un prato dall’artista. Per Long l’incontro tra ambiente e natura è un fatto intimo e primitivo, privo di mediazioni artificiali. Negli anni successivi impronta il suo lavoro su segni essenziali e primitivi come linee e spirali, utilizzando i materiali raccolti durante le sue passeggiate. I suoi lavori sono caratterizzati da elementi distintivi tipici della sua terra e dalla pittura paesaggistica inglese del XIX secolo. Nel 1978 parecipa alla Biennal di - 32 - Venezia, decicata in quell’occasione al rapporto tra arte e natura. Long, artista di fama intenazionale ha esposto in tutto il mondo ed è presente nelle più prestigiose collezioni di arte contemporanea. Slate Circle Delabole Slate Circle Delabole, un cerchio pieno realizzato sul pavimento di ardesia dalla cava Delabole in Cornovaglia, è stato costruito in ardesia tagliata grossolanamente a mantenere il suo carattere il più naturale possibile. La disposizione circolare è un ordine imposto, ma la piattezza di ogni pezzo è caratteristico dell’ardesia, che rappresenta un ordine naturale, fuso con l’artificialità della forma. Richard Long Slate Circle Delabole Tate Britain del 1976 - 33 - CURRICULUM DEI CURATORI DELLA MOSTRA LAND ART INTERVENTI SUL PAESAGGIO NATURALE Elisa Boscolo Bibi, Chioggia (30015) Studente dell’Accademia di Belle Arti di Venezia e dopo poche esperienze vissute nel campo pubblicitario e artistico, scrivo in merito alla presentazione della mostra - LAND ART – Interventi sul paesaggio naturale –. E’ importante pensare alle nuove generazioni, così distaccate ormai dal campo artistico: ritengo importante pensare ad un evento che richiami i giovani, magari realizzato da giovani. Distaccarsi dal concetto tradizionale di museo per realizzare qualcosa di assolutamente innovativo, come può essere il progetto sopra menzionato: un ponte collegato all’altra parte del mondo, all’America per la precisione, dove questi grandi artisti hanno lasciato le loro opere. Un vortice spaziotemporale che vi trasporta in diversi paesaggi e vi permette di sentire, vedere, toccare opere immense (letteralmente), magari perdute o semplicemente distanti. Tutto miniaturizzato per entrare nelle vaste aree dell’Arsenale, ricreando suggestioni anche attraverso video e suoni. Realizzare un luogo di paesaggi in un ambiente chiuso è complicato, ma la voglia di fare e la sete di sapere unite ad una buona conoscenza della storia dell’Arte contemporanea mi portano a pensare che sia possibile. Dopo aver frequentato diversi corsi specifici e aver seguito diverse lezioni nel corso di Scienze Museali nell’università di Ca’ Foscari situata anch’essa a Venezia, aver coordinato la realizzazione di una piccola mostra, composta da opere di studenti del Liceo Artistico di Venezia (LAS), situata nella sua sede centrale, a budget limitato, penso di essere in grado di coordinarne una più grande. Le diverse conferenze avvenute in musei d’arte contemporanea (Palazzo Grassi, Punta della dogana) hanno rivoluzionato completamente il mio metodo, che vuole essere sempre più comunicativo con lo spettatore, non solo mostrandogli l’opera d’arte analizzata, ma facendolo vivere in essa. L’abitare lontano dalla città non mi permette di essere veloce nei miei spostamenti, ma qualora il progetto venga accettato sarebbe un piacere per me trasferirmi definitivamente a Venezia per essere più disponibile in tutti gli orari. Sperando che questo possa incuriosirvi Distinti saluti Elisa - 36 - LAND ART INTERVENTI SUL PAESAGGIO NATURALE Raffaella Toniolo Carmignano di Brenta (PD), 35010 nata a Camposampiero il 10 settembre 1991, Attualmente studio all’Accademia di Belle Arti di Venezia indirizzo Nuove Tecnologie delle Arti, grafica pubblicitaria. Due anni fa mi sono diplomata all’Istituto d’Arte ISA Michele Fanoli a Cittadella (PD) con due titoli di studio, il primo di Maestro d’Arte, rilasciato dopo l’esame del terzo anno di istituto e quello di Grafica Pubblicitaria e Fotografia rilasciato al quinto anno dopo l’esame di stato. Nell’arco degli anni scolastici e tutt’ora ho avuto la possibilità di collaborare come webdesign e grafico assieme a diversi operatori del settore che mi hanno regalato molta esperienza, mentre durante il periodo scolastico mi sono proposta più volte nel coordinare le Settimane dell’Arte dell’istituto le quali venivano autonomamente organizzate dagli studenti che dovevano preoccuparsi nella realizzazione dei laboratori e nella coordinazione del personale non che dei responsabili esterni che si proponevano nel collaborare come professionisti nei laboratori per portare un po’ della loro esperienza. Ho oltretutto partecipato a corsi di Scenografia Teatrale e in Allestimento e Display a Milano i quali mi hanno preparata professionalmente come scenografa, allestitore di eventi e mostre d’arte oltre che sfilate di moda; Sono quindi disponibile nell’assumermi le responsabilità organizzative e di coordinamento della mostra. Cordiali Saluti. Raffaella Toniolo - 37 - LAND ART INTERVENTI SUL PAESAGGIO NATURALE Davide Padovan, nato a Vicenza l’11 febbraio 1992, Mi sono diplomato all’istituto tecnico “S.B. Boscardin” a Vicenza. Ho quindi una buona conoscenza nel ramo artistico, soprattutto nell’ambito pittorico, non che scultoreo e anche architettonico. Grazie ad un seminario a cui ho, una buona conoscenza e padronanza tecniche scultoree. Ho avuto anche la possibilità non che fortuna di aver partecipato ad una mostra organizzata dal comune di Caldogno per i giovani artisti in cui ho potuto non solo esporre i miei lavori migliori ma mi era stato dato anche il compito organizzare l’esposizione delle opere dei diversi giovani artisti che partecipavano alla mostra. Attualmente frequento il primo anno all’Accademia di Belle Arti di Venezia (indirizzo Nuove Tecnologie delle Arti, grafica pubblicitaria) e pur essendo solo all’inizio mi sento entusiasta del mio percorso e vorrei poter offrire la mia esperienza per l’allestimento delle opere e l’organizzazione delle stanze per l’esposizione. Cordiali Saluti Davide Padovan - 38 - METODOLOGIA E TECNICHE DELLA COMUNICAZIONE Anno scolastico 2011-2012 Indirizzo Nuove Tecnologie per le Arti Professoressa ORIETTA BERLANDA Realizzato da: Elisa Boscolo Bibi Raffaella Toniolo Davide Padovan
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