Nella Percorso Verso il Pancreas Artificiale, Dove
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Nella Percorso Verso il Pancreas Artificiale, Dove
A M D • w w w . i n f o d i a b e t e s . i t Quali e quanti passi abbiamo già percorso nel cammino verso il pancreas artificiale? Paolo Di Bartolo Unità Operativa di Diabetologia, Dipartimento di Medicina, Presidio Ospedaliero di Ravenna, AUSL Provincia di Ravenna I l sogno della realizzazione di un pancreas artificiale (AP) è insorto, nei diabetologi e nelle persone con il diabete, fin dall’introduzione dell’insulina. Oggi, grazie a interventi d’educazione terapeutica sempre più mirati (1-2) e alla disponibilità di strumenti terapeutici sempre più raffinati (3-7), molti pazienti riescono a gestire la terapia insulinica con grande abilità ed efficacia (1-2). Pare, però, molto difficile se non improbabile mantenere per tutta la vita la capacità di interagire costantemente con le proprie glicemie, con il cibo e con le situazioni intercorrenti della vita, prendendo decisioni appropriate sulla modalità e sulla quantità d’insulina da somministrare. In altre parole, l’abilità di farsi carico del proprio diabete, una volta acquisita, è difficile da mantenere nel tempo e per ciò, nell’attesa di una soluzione biologica “definitiva”, si è sempre cercato e si continuerà a ricercare una soluzione “meccanica”. Il pancreas artificiale La definizione più semplice e immediata di AP è stata data, nel corso del 40° Congresso dell’EASD (European Association for the Study of Diabetes) tenutosi a Monaco, durante il simposio congiunto EASD/ADA: “New technologies in diabetes management”dal Dott. David C. Klonoff del Diabetes Technology & Therapeutics Research Institute, di San Matteo, in California (USA). L’AP è un device, portatile, costituito e contenente solo materiali sintetici, in grado di sostituire la funzione endocrina del pancreas rilevando in continuo la concentrazione ematica del glucosio e, quindi, determinando e infondendo la quantità di insulina necessaria. Un device con queste caratteristiche è stato per primo descritto dal Prof. Shikiri agli inizi degli anni 80, quando un computer collegato a una pompa in grado di infondere sia insulina, sia glucagone, e a un sensore del glucosio inserito nel sottocute, si dimostrò in grado di controllare le escursioni glicemiche (8-9). Da allora a oggi di strada se n’è fatta e i tre elementi necessari per assemblare un AP sono finalmente disponibili (Fig 1). P. Di Bartolo • Quali e quanti passi abbiamo già percorso nel cammino verso il pancreas artificiale? 1 A M D • w w w . i n f o d i a b e t e s . i t Fig. 1. Elementi che devono essere parte dell’AP. Primo passo: passaggio dal microinfusore al microinfusore intelligente Nel 1925 Macleod e Campdell scrivevano: “In using insulin it would, of course, be ideal if it could be supplied so as to imitate the natural process, but this would mean contiunosus injection or adoption of some method of delaying absorbition” (10). Dopo ottant’anni ci troviamo, finalmente, nelle condizioni di poter soddisfare l’auspicio di Macleod e Campdell. La somministrazione continua d’insulina sottocutanea (CSII) è oggi infatti il modo più semplice ed efficace per mimare la funzione beta cellulare. La CSII è oggi l’opzioni terapeutica che meglio ci permetta di separare e personalizzare, distintamente, l’insulinizzazione basale dalla somministrazione dei boli preprandiali e, quindi, quella che meglio ci consente di ottimizzare il controllo metabolico (11-12) garantendo contemporaneamente al paziente un’ottimale flessibilità e qualità nello stile di vita (13). Al momento il microinfusore non è ancora linkato a un sensore del glucosio e non è munito di un software in grado, automaticamente, di correggere l’infusione di insulina in funzione dei valori P. Di Bartolo • Quali e quanti passi abbiamo già percorso nel cammino verso il pancreas artificiale? 2 A M D • w w w . i n f o d i a b e t e s . i t glicemici riscontrati. I pazienti, oggi, per godere al meglio delle potenzialità della CSII, devono apprendere come diventare i propri sensori del glucosio, attraverso l’autocontrollo glicemico domiciliare, e applicare algoritmi che correggendo l’infusione d’insulina permettono di raggiungere gli obiettivi glicemici prestabiliti, chiudendo così l’ansa. Per facilitare quest’approccio le aziende impegnate nella produzione e nello sviluppo di pompe per l’infusione sottocutanea d’insulina, hanno immesso in commercio le cosiddette “smart pumps”. Questi microinfusori sono dotati di una funzione di supporto decisionale per il paziente. Tale funzione permette al paziente di ricevere, al momento della somministrazione del bolo o supplemento insulinico, un consiglio razionale, sulla quantità d’insulina necessaria al raggiungimento dell’obiettivo glicemico. Per ottenere tale suggerimento il paziente deve fornire all’infusore l’informazione relativa al valore glicemico riscontrato all’autocontrollo, al momento della somministrazione del bolo, e al quantitativo di carboidrati che si desidera introdurre con l’eventuale pasto.Il diabetologo, affinché la “smart pump” fornisca consigli razionali, deve programmare l’infusore, specificando, nelle diverse fasce orarie giornaliere, gli obiettivi glicemici, il fattore di sensibilità insulinico (di quanto 1 unità di insulina modifica la glicemia) e il rapporto insulina/carboidrati. L’ipotesi che un supporto decisionale al paziente, come quello sopra descritto, fosse un metodo efficace per migliorare il controllo glicemico postprandiale, è stato verificato in uno studio randomizzato in cross-over, della durata di 4 settimane, dove 49 esperti insulin pumpers sono stati randomizzati verso 2 settimane di trattamento con l’ausilio di un Bolus Calculator, o verso l’uso di una modalità di valutazione del bolo convenzionale (14). Ai pazienti durante le 2 settimane di trattamento con il Bolus Calculator, fu fornito un computer palmare (Personal Digital Assistant) contenente l’algoritmo matematico. Al termine dello studio entrambe le modalità di valutazione del bolo si sono dimostrate in grado di mantenere l’escursione glicemica entro il target. L’utilizzo del Bolus Calculator ha, però, consentito di cogliere l’obiettivo glicemico postprandiale con un numero significativamente inferiore di correzioni insuliniche o di supplementi di carboidrati interprandiali (Tab.1). Tabella 1. Confronto del controllo glicemico postprandiale durante l’utilizzo di un “Bolus Calculator” o di un metodo convenzionale di stima del bolo insulinico Bolo Standard Bolus Calculator p Media della deviazione 42,8 +/- 74,5 42,5 +/- 70,0 0,88 rispetto all’obiettivo glicemico 2 ore dopo i pasti N° di boli insulinici di 13,5 +/- 6,1 11,4 +/- 5,8 0,008a correzione/settimana N° di supplementi di 4,6 +/- 3,5 3,5 +/- 2,8 0,046a carboidrati/settimana P. Di Bartolo • Quali e quanti passi abbiamo già percorso nel cammino verso il pancreas artificiale? 3 A M D • N° Eventi ipoglicemici/settimana N° Eventi iperglicemici/settimana w w w . i n f o d i a b e t e 3,4 +/- 3,1 3,1 +/- 2,9 0,58 5,2 +/- 3,6 5,0 +/- 3,9 0,72 s . i t I dati sono espressi come media +/- deviazione standard. a Significatività per p<0,05. Un questionario, autosomministrato, per la misura della percezione dei pazienti sulla facilità e l’utilità d’uso, evidenziò, in modo molto chiaro che il Bolus Calculator risultava molto semplice da utilizzare e che se fosse stato disponibile sarebbe stato utilizzato prima di ogni pasto. Rispetto al “Bolus Calculator” utilizzato nello studio di Gross, gran parte degli infusori oggi disponibili presentano il Bolus Calculator integrato nella pompa (Fig. 2), in grado di consigliare l’adeguato bolo insulinico in funzione, non solo del livello glicemico e del quantitativo di carboidrati introdotto con l’eventuale pasto, ma anche corretto per l’attività insulinica residua dell’ultimo bolo somministrato. (Fig.3). Fig. 2. Infusori attualmente disponibili integrati con Bolus Calculator. P. Di Bartolo • Quali e quanti passi abbiamo già percorso nel cammino verso il pancreas artificiale? 4 A M D • w w w . i n f o d i a b e t e s . i t Fig. 3. Esempio di monitorizzazione continua del glucosio in un bambino di 9 anni, diabetico e celiaco, trattato con Microinfusore integrato con Bolus Calculator. Nella tabella sotto al grafico la programmazione impostata dal diabetologo, in rosso, sul grafico le informazioni inserite dal paziente, e in blu i suggerimenti forniti dall’infusore al piccolo diabetico. Secondo passo: link del microinfusore con il glucometro Il secondo passo verso l’integrazione degli elementi necessari alla creazione dell’AP, è stata la creazione di un link fra gli attuali glucometri e le pompe per l’infusione sottocutanea continua della glicemia. Il glucometro si trova integrato in alcune pompe oggi disponibili. In questo caso il paziente non deve fare altro che inserire la striscia reattiva in una fessura presente sul dorso dell’infusore e il valore di glicemia è, quindi, visualizzato sul monitor del microinfusore stesso. Alternativamente il glucometro può essere un device distinto e distaccato dalla pompa, ed è in grado di trasmettere i dati al microinfusore grazie alla tecnologia wireless (Fig. 4). Tale sistema permette al paziente di utilizzare il microinfusore come monitor e memoria del proprio glucometro e consente, inoltre, un più semplice e immediato utilizzo del Bolus Calculator. P. Di Bartolo • Quali e quanti passi abbiamo già percorso nel cammino verso il pancreas artificiale? 5 A M D • w w w . i n f o d i a b e t e s . i t Fig. 4. Sistemi integrati attualmente disponibili microinfusore-glucometro. Terzo passo: link del microinfusore con sistemi di monitorizzazione continua della glicemia La disponibilità di sistemi per la monitorizzazione continua della glicemia ha determinato un’importante accelerazione verso il raggiungimento dell’AP. La monitorizzazione continua della glicemia è realizzabile attraverso la misurazione diretta continua della concentrazione del glucosio nel letto vascolare (15), attraverso la misurazione del glucosio presente nei liquidi interstiziali (16-21), oppure attraverso l’esame della concentrazione del glucosio nei tessuti o gli effetti determinati dal glucosio nei tessuti stessi (22) (Tab. 2, Fig. 5). P. Di Bartolo • Quali e quanti passi abbiamo già percorso nel cammino verso il pancreas artificiale? 6 A M D • w w w . i n f o d i a b e t e s . Tabella 2. Caratteristiche degli attuali sistemi di monitorizzazione continuo del glucosio Modalità di Invasività Durata Visualizzazione Disponibilità Allarmi monitorizzazione del del glucosio in ipoglicemia sensore commercio o iperglicemia i t Sistema di previsione /prevenzio ne dell’ipogli cemia Misurazione Diretta Intravascolare Sensore intravascolare a lunga durata - LTSSVGMS (Medtronic) Invasivo Sensore del glucosio sottocutaneo: Mini invasivo 4 anni Real Time No No No 3 giorni Retrospettiva Sì No No 3 giorni Real Time Stati Uniti Sì No 3 giorni Real Time No Sì Sì 90 giorni Real Time No Sì No -Glucoday (Menarini) Iontoforesi inversa: 2 giorni Real Time e retrospettiva Sì No No Mini -GlucoWatch invasivo (Cygnus) 12 ore Real Time Stati Uniti e Gran Bretagna Sì No 4 anni Real Time Alcuni Paesi CE Sì Sì Misurazione del Glucosio nei liquidi interstiziali -CGMS (Medtronic) -TGMS (Medtronic) -Navigator (Abbot) -Dexcom (Dexcom)* Microdialisi: Mini invasivo Misurazione del glucosio nei tessuti o dell’effetto del glucosio nei tessuti Impedenza Non diaelettrica invasivo spettroscopica - Pendra (Pendragon Medical) P. Di Bartolo • Quali e quanti passi abbiamo già percorso nel cammino verso il pancreas artificiale? 7 A M D • w w w . i n f o d i a b e t e s . i t Fig. 5. Attuali sistemi di monitorizzazione continua del glucosio Come mostra la Tab. 2, i sistemi per la monitorizzazione continua della glicemia, oggi disponibili in commercio, misurano continuativamente la concentrazione del glucosio nei liquidi interstiziali. Tale approccio, attraverso un sensore del glucosio a forma di ago (16, 18, 19), o attraverso un fibra microdialitica (20), rende possibile la realizzazione di un holter glicemico partendo dal presupposto che la concentrazione del glucosio nei liquidi interstiziali sia sovrapponibile a quello nel versante ematico (23). Il “lag time” affinché avvenga il bilanciamento fra i due comparti è stato stimato essere di 4-10 minuti (24). Nei primi anni tale approccio aveva generato non poca perplessità. Ciò che determinava diffidenza era la deriva del sensore, in altre parole la perdita di accuratezza che il sensore mostrava nelle ultime ore di monitorizzazione, e un “lag time” non sempre prevedibile (25). L’introduzione di materiale sempre biocompatibili (26), con la conseguente minimizzazione dell’effetto deriva, e la recente disponibilità di strumenti in grado di fornire informazioni “real time” sulla concentrazione del glucosio (19,20,27) ha determinato un’importante modificazione dello scenario. In particolare grande importanza ricopre, nel cammino verso la realizzazione del AP, P. Di Bartolo • Quali e quanti passi abbiamo già percorso nel cammino verso il pancreas artificiale? 8 A M D • w w w . i n f o d i a b e t e s . i t la disponibilità di sistemi in grado di mostrare la concentrazione del glucosio “real time”. La possibilità, infatti, di ottenere informazioni immediate sulla velocità e sulla direzione di modificazione della glicemia rende possibile la previsione dei trend futuri di escursione glicemica e in particolar modo renderà possibile l’inserimento di filtri che consentiranno la compensazione del fisiologico “lag time” (28). Un’arguta similitudine proposta da Kovatchev nel 2004 (21) ci suggerisce di considerare la monitorizzazione della glicemia intermittente, tramite glucometro, e la monitorizzazione continua del glucosio sottocutaneo alla stregua, la prima di una fotocamera digitale dal grande potere di risoluzione e la seconda come una semplice webcam a modesta capacità di risoluzione. Mentre la fotocamera digitale (glucometro) fornisce immagine (dati) molto precisi, sparsi nel tempo con la necessità di essere utilizzata da un operatore, la webcam (sistemi per la monitorizzazione continua del glucosio sottocutaneo) fornisce immagine poco definite, ma operando continuativamente e automaticamente consente di prevedere i futuri trend glicemici. Nel corso dell’ultimo meeting annuale della EASD sono stati mostrati i risultati di uno studio monocentrico non randomizzato, durante il quale 10 bambini sono stati trattati, per 4 settimane, con un microinfusore intelligente linkato con un sensore del glucosio sottocutaneo in grado di trasmettere dati “real time” attraverso onde radio alla pompa insulinica. I dati glicemici erano visualizzati direttamente sul monitor dell’infusore, ove le informazioni erano mostrate anche sotto forma di grafico di tendenza delle ultime 7 ore (29). Al termine dello studio il sistema si è dimostrato in grado di fornire informazioni accurate che ben correlavano con i dati raccolti attraverso l’autocontrollo glicemico (r=0,89, 96% dei dati collocati nell’area A e B della griglia di errore Clark). Le informazioni ottenute dal trend di escursione glicemica hanno permesso ai 10 pazienti di effettuare 32 modifiche nelle modalità di somministrazione insulinica (42% aumento nella insulinizzazione basale, 30% aumento del quantitativo di carboidrati ai pasti, 15% diminuzione della insulinizzazione basale, 9% modificazione del fattore di correzione, 4% altri) (Fig. 6). P. Di Bartolo • Quali e quanti passi abbiamo già percorso nel cammino verso il pancreas artificiale? 9 A M D • w w w . i n f o d i a b e t e s . i t Fig. 6. Sensore del glucosio “real time” e microinfusori combinati. Quarto passo: link del microinfusore con sistemi di monitorizzazione continua della glicemia e inserimento di un algoritmo matematico di controllo della infusione insulinica (chiusura dell’ansa) Quanto descritto fino ad ora rappresenta ciò che attualmente è già, o che sarà nei prossimi 12 mesi, a nostra disposizione. Si tratta di sistemi integrati in grado di fornire informazioni sul livello di glicemia, sul trend dell’escursione glicemica nelle ultime ore e di supportare il paziente con consigli sull’adeguato bolo insulinico (Bolus Calculator). È importante sottolineare che oggi e nel futuro più immediato, quindi, il decisore è e resterà il paziente, che dovrà confutare e approvare criticamente le informazioni e i consigli ottenuti dal sistema. Diverse sono le segnalazioni e gli studi realizzati aggiungendo, a sistemi simili a quelli fino ad ora descritti, un algoritmo matematico di controllo in grado di elaborare le informazioni ottenute dal sensore del glucosio e modificare, quindi, l’infusione insulinica, chiudendo così l’ansa (30-33). P. Di Bartolo • Quali e quanti passi abbiamo già percorso nel cammino verso il pancreas artificiale? 10 A M D • w w w . i n f o d i a b e t e s . i t Le possibili modalità di combinazione dei diversi tipo di pompa per infusione continua di insulina e i differenti sistemi di monitorizzazione continua della glicemia lasciano prevedere per il futuro diversi scenari (Tab. 3). Tabella 3. Possibili combinazione di sensore e pompa per infusione insulinica Tipo di pompa per infusione Tipo di sensore per la insulinica monitorizzazione continua della glicemia AP esterno Microinfusore (CSII) Sensore sottocutaneo del glucosio CSII+CGMS (CGMS) AP impiantabile Pompa per infusione insulinica Sensore intravascolare a lunga durata IIP+LTSS intraperitoneale (IIP) (LTSS) AP ibrido 1 Pompa per infusione insulinica Sensore sottocutaneo del glucosio IIP + CGMS intraperitoneale (IIP) (CGMS) AP ibrido 2 Microinfusore (CSII) Sensore intravascolare a lunga durata CSII+LTSS (LTSS) Un modello ideale di AP dovrebbe combinare la modalità più fisiologica di infusione insulinica, con il sistema di monitorizzazione della glicemia più accurato e caratterizzato dal minor “lag time. L’infusione insulinica che meglio consente di mimare la funzione della beta cellula è senza ombra di dubbio l’infusione insulina intraperitoneale (IIP) (28) (Fig. 7). I vantaggi della IIP sono da ricondurre al rilascio d’insulina direttamente nel cavo peritoneale modalità questa che consente di raggiungere rapidamente il circolo portale e riprodurre, quindi, le condizioni di fisiologica insulinizzazione (34) Dati pubblicati nel 2004 dimostrano come il sistema di monitorizzazione del glucosio caratterizzato dal più breve “lag time” sia il sistema di monitorizzazione continua sottocutanea della glicemia e non la monitoirzzazione intravascolare del glucosio (28) (Fig. 8). Il motivo di questa apparente contraddittoria differenza nel “lag time” fra CGSM e LTSS è stata identificata nell’enorme quantitativo di glucossidasi presente sul sensore intravascolare, necessario a garantire una lunga durata al sensore ma responsabile del ritardo che caratterizza l’LTSS rispetto a sistemi di monitorizzazione sottocutanea del glucosio. Il AP più razionale sembrerebbe quindi quello costituito da un algoritmo matematico controllore della infusione insulinica intraperitioneale di una pompa impiantabile e dal sensore del glucosio sottocutaneo (IIP+CGMS). Dati in letteratura su questa affascinante ipotesi non ne esistono, mentre negli ultimi anni sono presenti segnalazioni di chiusura dell’ansa con sistemi totalmente impiantabili (IIP+LTSS) (33) o sistemi totalmente esterni (CSII+CGMS) (32). P. Di Bartolo • Quali e quanti passi abbiamo già percorso nel cammino verso il pancreas artificiale? 11 A M D • w w w . i n f o d i a b e t e s . i t Fig. 7. Cinetica insulinica in 3 differenti modalità di infusione. IP = infusione insulinica intraperitoneale; SC = infusione insulinica sottocutanea; IV = infusione insulinica endovenosa. Fig. 8. Lag time in due differenti modalità di monitori zzazione del glucosio. SC = monitorizza zione del glucosio sottocutane o; IV = monitorizza zione del glucosio intravascola re. P. Di Bartolo • Quali e quanti passi abbiamo già percorso nel cammino verso il pancreas artificiale? 12 A M D • w w w . i n f o d i a b e t e s . i t Il Prof. Renard di Montpellier, ha presentato a Monaco, nel corso del meeting 2004 dell’EASD, dati relativi alla chiusura dell’ansa per 48 ore, in 4 pazienti trattati con infusione intraperitoneale continua, tramite una pompa impiantabile collegata con un sensore del glucosio intravascolare a lunga durata (Fig. 9). Durante questo studio, è stata valutata l’abilità di un “sistema impiantabile fisiologico per infusione insulinica” (iPID) di controllare efficacemente la concentrazione del glucosio (33). Durante la chiusura dell’ansa la % più alta dei valori di glicemia superiore a 240 mg/dl, si è collocata nella fase postprandiale (19,8%) (Tab. 4). Il sistema di controllo si è dimostrato in grado di mantenere la concentrazione della glicemia fra 80-240 mg/dl per l’84,1% del tempo della chiusura dell’ansa. Nella discussione di questi dati Renard ha rilevato come il numero maggiore d’episodi iperglicemici si sono verificati nella fase postprandiale. Questo sembra essere oggi il punto debole del sistema, a causa della latenza della risposta insulinica, con conseguente iperglicemia e quindi ipoglicemia “reattiva”. La fase interprandiale appare invece essere clampata perfettamente dal sistema, infatti, al di fuori della fase postprandiale la glicemia si è collocata fra 80-240 mg/dl per il 98% del tempo d’osservazione. Un’ulteriore diminuzione sia degli episodi iperglicemici, sia di quelli ipoglicemici, è stata ottenuta aprendo l’ansa prima dei pasti, invitando il paziente a somministrasi il bolo insulinico preprandiale abituale e richiudendo quindi l’ansa, affidando la regolamentazione dell’infusione insulinica al sistema di controllo, 2 ore dopo il pasto. Tabella 4. Distribuzione della concentrazione della glicemia nelle diverse fasi della chiusura dell’ansa Range Glicemico(mg/dl) <80 80-120 120-240 >240 48 h di Chiusura Ansa (%) 5,2 +/- 2 22,0 +/- 2,8 31,6 +/- 3,0 10,7 +/- 3,6 Prime 24 h (%) 4,7 +/- 2,5 18,3 +/- 2,8 67,6 +/- 0,6 10,2 +/- 3,6 Seconde 24 h (%) 5,8 +/- 2,5 26,7 +/- 2,3 56,4 +/- 5,7 12,1+/- 5,0 0-2 dopo i pasti (%) 3,8 +/- 2,5 13,0 +/- 2,6 63,4 +/- 4,5 19,8 +/- 6,7 Periodo interprandiale (%) 6,7 +/- 2,1 31,5 +/- 3,1 60,3 +/- 3,3 1,8 +/- 1,8 P. Di Bartolo • Quali e quanti passi abbiamo già percorso nel cammino verso il pancreas artificiale? 13 A M D • w w w . i n f o d i a b e t e s . i t Fig. 9. AP impiantabile. Uno studio analogo è stato realizzato utilizzando un “sistema esterno fisiologico per infusione insulinica” (ePID). Tale sistema è stato valutato in 6 pazienti trattati con un microinfusore collegato, grazie alla tecnologia wireless, a un sensore del glucosio sottocutaneo e a un controllore dell’infusione insulinica, ospitato in un personal computer (32) (Fig. 10). Ad ognuno dei 6 pazienti sono stati inseriti, alle 17, nel sottocute due sensori del glucosio. L’obiettivo glicemico durante la chiusura dell’ansa era stato definito a un livello di glicemia di 120 mg/dl. Tale obiettivo è stato raggiunto dopo 4 ore dalla chiusura dell’ansa. Le glicemie medie preprandiali sono risultate 105 +/9 mg/dl, mentre nella fase postprandiali le glicemie medie si sono assestate a 176 +/- 12 mg/dl. Anche durante la chiusura dell’ansa in un AP esterno, quindi, la fase ove la glicemia appariva ottimamente campata, dal sistema di controllo, è stata la fase interprandiale, mentre la glicemia appariva non controllata adeguatamente nelle 2 ore dopo i pasti. P. Di Bartolo • Quali e quanti passi abbiamo già percorso nel cammino verso il pancreas artificiale? 14 A M D • w w w . i n f o d i a b e t e s . i t Fig. 10. L’AP esterno. Conclusioni Quanto detto fino ad ora ci lascia prevedere per il prossimo futuro, che il pancreas artificiale sarà costituito dalla combinazione di materiali e hardware esterni e impiantabili. I primi AP dovranno essere sostenuti dalla programmazione manuale del bolo insulinico preprandiale e, quindi, da sistemi di supporto decisionale per la programmazione del bolo insulinico. Infine, è ipotizzabile che il pancreas artificiale sarà largamente diffuso e applicato, rivoluzionando così la terapia del diabete, prima che terapie biologiche “definitive” si renderanno disponibili. P. Di Bartolo • Quali e quanti passi abbiamo già percorso nel cammino verso il pancreas artificiale? 15 A M D • w w w . i n f o d i a b e t e s . i t Bibliografia 1. DAFNE Study Group. 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Di Bartolo • Quali e quanti passi abbiamo già percorso nel cammino verso il pancreas artificiale? 16
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