Luigi Aversano, pittore e poeta grumese del

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Luigi Aversano, pittore e poeta grumese del
Luigi Aversano, pittore e poeta grumese del Novecento
«Occhio attento, sensibilità acuta e diffusa, ostinata, amorosissima volontà di rendersi
conto, natura retta e semplice, assolutamente intatta: ha necessariamente, in breve,
raggiunto i sensi costruttivi della pittura, cosi caratteristici ed intimi alla qualità
italiana sull’esempio delle migliori energie costruttive di una rinnovata ed esemplare
nostra pittura attuale». Sono le
parole - invero un po’
enigmatiche - con le quali
Roberto Melli, pittore e
critico, presentò nel dicembre
1941, presso la Galleria di
Roma, un’importante mostra
personale dell’amico Luigi
Aversano, un artista non più
giovanissimo ma con ancora
tanta voglia di aggiornare il
suo linguaggio pittorico.
Luigi Aversano, nato a Grumo
Nevano il 12 aprile del 1894 si
diplomò all’Accademia di
Belle Arti di Napoli nel 1914.
R. Melli, Ritratto di Luigi Aversano
Partecipò alla I guerra
mondiale come bersagliere, meritando una medaglia d’argento al valor militare.
Sbarcato a Trieste quasi alla fine del conflitto decise di stabilirsi in questa città dove
cominciò a frequentare la cerchia degli scrittori e degli artisti del Caffe Garibaldi, in
particolare il pittore Adolfo Levier e lo scrittore Gianni Stuparich, con i quali strinse
una forte amicizia. A partire da quell’anno si dedicò alla pittura a olio, elaborando
uno stile personale caratterizzato da una vivace cromaticità e da un’accentuata
semplificazione formale. Nel 1930 realizzò la sua prima mostra personale a Trieste
esponendo al Circolo Impiegati Bancari un gruppo di ventotto opere comprendenti,
tra l’altro, accanto a paesaggi e ritratti, alcuni disegni tratti dall’album di trincea della
I guerra mondiale. L’anno successivo realizzò una sua mostra personale anche a
Londra, dove trascorrerà alcuni periodi, esponendo un gruppo di quaranta opere alle
“Cooling Galleries”. Sempre nel 1931, in dicembre, fu allestita nella sede trentina
dell’Associazione Nazionale Bersaglieri una mostra personale composta di ventidue
dipinti. Nel 1932 si stabilì definitivamente a Roma dove entrò in contatto con
Roberto Melli che lo spinse ad aggiornare il suo linguaggio secondo le tendenze più
moderne proposte allora dai pittori della Scuola di Roma. Qui, presso la sede
dell’Associazione Artistica di via Margutta espose in maggio trenta opere insieme
allo scultore Pietro Gianpaoli. In quella occasione un suo dipinto, la Santa Lucia di
Tolmino, datato 1928, attualmente conservato presso il Palazzo del Quirinale, fu
acquistato dal re. Dopo aver partecipato, negli anni successivi, alla Mostra
Provinciale dei Sindacati Fascisti Professionisti ed Artisti di Udine, alla I Mostra
Nazionale Sindacale a Firenze e ad una
collettiva al Circolo delle Arti e delle
Lettere in via Margutta a Roma,
riscuotendo ovunque successo di
critica, nel 1934 presentò una sua vasta
mostra personale (ben sessantasei
opere) nella sede napoletana della
Associazione Nazionale Bersaglieri.
Nel marzo 1936 partecipò a Roma alla
IV Mostra del Sindacato Fascista di
Belle Arti esponendo tre dipinti. Nel
1937 fu tra gli artisti espositori accanto a Caffé, Omiccioli, Guzzi e
Rizzo - alla II Mostra Intersindacale di
Napoli. L’anno dopo, alla III
Quadriennale di Roma un suo quadro a
tempera, intitolato Giunghiglie, fu
Medaglia commemorativa di Luigi Aversano
acquistato dalla Galleria Nazionale
d’Arte moderna. Alla fine degli anni Trenta il pittore, che predilesse i temi figurativi
più tradizionali come paesaggi, nature
morte, ritratti e nudi femminili, affinò i
propri mezzi pittorici e grazie ad un uso
sempre più sapiente della tavolozza approdò,
senza intagli mistici o tecnici, ad una sintassi
più classica delle composizioni fino a
trasformarle in serene immagini evocatrici.
Il suo nome compare poi tra gli espositori
delle Quadriennali di Roma nel 1943, 1948,
1955 e 19XX. Sono inoltre da segnalare le
sue partecipazioni alla III Mostra Sindacale
di Milano del 1941, alle Biennali di Venezia
del 1948 e 1954, dove presentò
rispettivamente Paesaggio romano e ben
cinque disegni, alle tre edizioni della
Rassegna di Arti Figurative di Roma e del
Lazio (1961, 1963,1965), alla VI Biennale
romana (1968). Insegnante di pittura, l’anno
successivo venne nominato direttore titolare
dell’Istituto Statale d’Arte di Marino
Laziale. Coltivò assiduamente anche
L. Aversano, Versi d'amore, Roma 1968
l’interesse per la poesia, per la storia e la
critica d’arte, pubblicando nel 1955 una monografia sull’incisore ottocentesco Paolo
Mercuri e nel 1967 una raccolta di brevi poesie dal titolo Versi d’amore. La Galleria
Nazionale d’Arte Moderna conserva altri due suoi dipinti: un Ritratto di Signora in
nero e Fichi. Al Museo del Sannio di Benevento
donò invece una cospicua raccolta di suoi dipinti,
tra cui il famoso Zinnie, una delicatissima
raffigurazione di fiori, unitamente a piccoli
bronzi, placchette e medaglie del tardo Ottocento
e dei primi del Novecento, per lo più di
produzione napoletana e romana, facenti parte
della sua collezione. Dipinti dell’Aversano sono
presenti, oltre che nella Galleria Nazionale d’Arte
moderna in diverse altre raccolte pubbliche, tra
cui il Gabinetto Nazionale delle Stampe e la
Galleria d’Arte contemporanea di Roma, il Museo
d’Arte contemporanea di Tel Aviv. Andarono
invece distrutti, durante l’incursione aerea inglese
della notte del 5 giugno 1942, i dipinti realizzati
dal pittore per la cappella della Purità del suo
paese natio. È morto a Roma nel 1978.
Benevento, Museo del Sannio, L.
Aversano, Zinnie
Franco Pezzella