SMS Relazione 20110929 - definitiva
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SMS Relazione 20110929 - definitiva
COMUNE DI SANTA MARIA DI SALA Provincia di Venezia P.A.T. Elaborato REGIONE DEL VENETO DIREZIONE URBANISTICA Relazione PROVINCIA DI VENEZIA SETTORE PIANIFICAZIONE TERRITORIALE ED URBANISTICA Adeguate al parere della commissione VAS n. 93 del 16-12-2010 Parere genio civile Consorzio Bonifica Acque Risorgive Adeguate al parere della Provincia di Venezia del 11-07-2011 e D.G.P. n. 104/2011 del 30-08-2011 e loro allegati COMUNE DI SANTA MARIA DI SALA Il Sindaco Paolo Bertoldo Il Segretario Dott. Claudio Pontini Il Dirigente del Settore Tecnico Edilizia Privata – Urbanistica – Ambiente Geom. Carlo Pajaro ………………………………. IL PROGETTISTA Arch. Aldo Gianni Marangon VIAROMA,5 36026POIANAMAGGIORE–VI www.abitat.it–[email protected] DATA 29/09/2011 2 RELAZIONE TECNICA ................................................................................................................... 4 PREMESSA ................................................................................................................................ 5 INQUADRAMENTO FISICO – MORFOLOGICO E TERRITORIALE ........................................... 6 NOTE STORICHE....................................................................................................................... 7 LO STATO DELLA PIANIFICAZIONE URBANISTICA .............................................................. 18 IL PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO .............................................................................. 19 RELAZIONE DI PROGETTO ........................................................................................................ 23 Il Quadro Conoscitivo ............................................................................................................ 24 Gli obiettivi di progetto ........................................................................................................... 24 Il dimensionamento ............................................................................................................... 26 Gli Ambiti Territoriali Omogenei (A.T.O.) ............................................................................... 28 La cartografia ........................................................................................................................ 29 Indicazioni quantitative progettuali......................................................................................... 30 Il carico insediativo aggiuntivo disaggregato per ATO ........................................................... 30 La Superficie Agricola Utilizzata (SAU)................................................................................. 35 La perequazione urbanistica, il credito e la compensazione urbanistica ................................ 35 Riferimenti alla pianificazione di livello superiore ................................................................... 35 Le norme tecniche di attuazione del PAT .............................................................................. 35 VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (V.A.S.) ............................................................. 37 LA COMPATIBILITA’ IDRAULICA ............................................................................................. 38 ELABORATI DEL P.A.T. ........................................................................................................... 39 RELAZIONE SINTETICA .............................................................................................................. 40 PREMESSA .............................................................................................................................. 41 ELABORATI DI PROGETTO .................................................................................................... 42 OBIETTIVI, AZIONI, ELABORATI PROGETTUALI DEL P.A.T.................................................. 43 1. Sostenibilità Ambientale .................................................................................................... 43 2. Difesa del suolo ................................................................................................................. 43 3. Paesaggio Agrario di interesse Storico .............................................................................. 43 4. Centri Storici...................................................................................................................... 44 5. Sistema Insediativo ........................................................................................................... 44 6. Territorio Rurale ................................................................................................................ 44 7. Attività produttive .............................................................................................................. 45 8. Archeologia Industriale ...................................................................................................... 45 9. Sistema Turistico-Ricettivo ................................................................................................ 45 10. Servizi a scala territoriale ................................................................................................ 45 11. Sistema Infrastrutturale ................................................................................................... 46 12. Valutazione Ambientale Strategica - VAS ....................................................................... 46 TEMI E MATRICI DEL QUADRO CONOSCITIVO, ELABORATI PROGETTUALI DEL PIANO DI ASSETTO TERRITORIALE ...................................................................................................... 47 Quadro Conoscitivo: dati forniti dagli Enti superiori ............................................................... 48 Elaborati Progettuali del Piano Di Assetto Territoriale ........................................................... 53 3 RELAZIONE TECNICA 4 PREMESSA La presente relazione è relativa al Piano di Assetto del Territorio del Comune di Santa Maria di Sala. 5 INQUADRAMENTO FISICO – MORFOLOGICO E TERRITORIALE Il Comune di S.Maria di Sala è un Comune della Provincia di Venezia di circa 16.000 abitanti e si estende su una superficie complessiva di 27,97 Kmq, al limite del territorio veneziano ai confini con la provincia di Padova. Nel territorio comunale si individua la presenza di sei centri urbani: il capoluogo S. Maria di Sala e cinque frazioni S. Angelo, Stigliano, Veternigo, Caselle e Caltana. Caratterizzato da una struttura fondiaria storica detta “centuriazione romana” che interessa l’intero territorio comunale, il territorio è attraversato da scoli naturali di notevole pregio ambientale: lo scolo Musonello, il fiume Muson vecchio, il Rio Colatore che prosegue nel Rio Veternigo, il fiume Lusore e il Fiumicello; tutti gli altri scoli d’acqua presenti sono artificiali realizzati con le sistemazioni fondiarie del graticolato romano. Le caratteristiche geologiche e morfologiche del territorio e la presenza di numerosi corsi d’acqua, hanno determinato le attitudini colturali di questo territorio agli usi agricoli. Oltre alla centuriazione romana, il territorio di Santa Maria di Sala presenta altri beni storicoculturali di notevole rilevanza come Villa Farsetti e il castello di Stigliano oltre a edificazioni minori, ma non meno importanti, rappresentate da ville e case rurali nelle loro varie tipologie e datazioni. L’antico tracciato viario si e preservato nel tempo quasi integralmente, la viabilità, coincidente con i tracciati dei cardi e decumani, determina una griglia infrastrutturale di notevole importanza, anche ai fini edificatori del territorio. Le strade, quasi tutte asfaltate, sono dotate di opere di urbanizzazione primaria quali illuminazione pubblica rete telefonica ed elettrica; rete di fognatura e gas sulle principali strade e in corrispondenza dei centri urbani. Di particolare interesse la zona industriale, dopo quella di Porto Marghera a Mestre, la più importante della Provincia di Venezia in termini di aziende industriali e commerciali presenti. Le circa 700 aziende complessive presenti sul territorio del Comune offrono ben 8000 posti di lavoro; si tratta di una realtà composita che accanto ad aziende leader di rilevanza nazionale vede la presenza di molti piccoli laboratori artigianali. Sono inoltre, presenti circa 250 esercizi commerciali, nei quali sono impiegati circa 1000 lavoratori. L’espansione del tessuto produttivo e terziario è avvenuto grazie anche alla posizione strategica del territorio Comunale che si colloca equidistante dai capoluoghi di provincia di Venezia, Padova e Treviso a cui è collegato da importanti assi viari quali la S.S. 515 Noalese e la Provinciale Miranese. 6 NOTE STORICHE Origini L'attuale territorio comunale di Santa Maria di Sala, in età preistorica, doveva essere coperto da paludi per la presenza di molti corsi d'acqua che scorrevano liberamente, nonché da boschi che la mitologica "foresta fetontea" ricorda. Probabilmente questa zona è stata abitata dai Paleoveneti e ciò sembra essere dimostrato anche dal fatto che alcune contrade del suo territorio erano note un tempo col termine di "moffe". Tali località, come usava questa antica popolazione di origine indoeuropea, sorgevano lungo il corso del fiume Muson, probabilmente nelle vicinanze di Stigliano, Veternigo e nei pressi dell'attuale centro abitato di Caselle de' Ruffi. Si ritiene che su queste "moffe", formate da rilievi di terreno,sorgessero un tempo i "castellieri",antichi villaggi cintati da poderose mura a secco, con terra nell’intercapedine, costruite a loro difesa ed a quella del loro traffici commerciali. Epoca romana È impossibile, ai giorni nostri, cercare di conoscere l'aspetto naturalistico e geografico che un tempo aveva l'attuale territorio del Comune di Santa Maria di Sala, sia per le rovinose alluvioni provocate dal fiume Muson e dagli altri corsi d'acqua che attraversavano quest'area senza avere un preciso defluire, ma soprattutto per la colonizzazione romana, intervenuta qui in maniera radicale. La storia dice che i Veneti che avevano occupato queste terre erano per tradizione nemici dei Galli e perennemente amici dei Romani, anche se gli avvenimenti tramandati possono essere frutto di ricostruzioni annalistiche, atte a creare prove fittizie di un'antica concordia ed a rafforzare interessi politici. Vi doveva essere però in essi un qualcosa di vero, perché lo storico romano Polibio, per esempio, narra che i Veneti erano sempre a fianco dei Romani e che l'attacco dei Galli Senoni, guidati da Brenne contro Roma attorno al 381 a. C., era stato ostacolato, sia pure indirettamente, proprio dai Veneti che, invaso il territorio gallico, lì avevano costretti ad un precipitoso rientro. Nemmeno Annibale, durante la seconda guerra punica, era riuscito. ad indurli ad abbandonare la loro amicizia con Roma e per questa loro fedeltà i Veneti erano stati ricompensati dai Romani con un patto di non ingerenza nella loro vita interna. Tuttavia il Veneto aveva cominciato ad essere attratto indirettamente nell'orbita di Roma già fin dal II secolo a. C., per sottili giochi di alleanze e protezioni, resi possibili attraverso la realizzazione di una imponente rete di strade consolari: le viae Emilia, Postumia, Annia e Popillia, tutte eseguite nel corso di quell'epoca e rientranti in un preciso programma, che permetteva di fatto ai Romani il 7 controllo della Pianura Padana e della Valle dell'Adige, preparando così anche il loro assoggettamento politico. La centuriazione La storia dell'attuale territorio comunale di Santa Maria dì Sala inizia proprio in epoca romana con la centuriazione, il grande disegno agrario tuttora ben conservato a nordest di Padova. Il "graticolato romano", tracciato in epoca augustea, apparteneva alla centuriazione di Campasampiero che, grossomodo, era delimitata a Ovest dal fiume Brenta, seguendo il percorso dell'antica via Val di Brenta che da Padova si dirigeva ad "Acelum" (Asolo), e a nordest dal fiume Muson. Questa centuriazione aveva gli assi principali, tracciati ortogonalmente fra loro, spostati di circa 14,5 gradi centigradi rispetto agli orientamenti ideali nord-sud ed est-ovest e questo lo si deve al fatto che i romani intendevano seguire le linee di massima pendenza del terreno per favorire lo scolo delle acque e nel contempo assicurare la durata e l'integrità delle opere eseguite e permettere ai terreni coltivati di ricevere la maggiore distribuzione della luce proveniente dal sole. Il baricentro di questo grande disegno agrario (ombelicus), che comprendeva il territorio comunale di Santa Maria di Sala, veniva a cadere nei pressi di San Giorgio delle Pertiche, dove si incrociavano i due assi fondamentali della centuriazione: il kardo maximus, con direziono sud-nord e che correva lungo l'antica via Amelia, oggi coincidente grossomodo con il percorso della strada statale n. 307, detta "Strada del Santo", e il decumanus maximus, con direzione est-ovest, che l'odierna "via Desman" ne continua il nome, come ci ha spiegato il prof. Manlio Cortelazzo, partendo dalla variante dialettale "decimanus". Vediamo ora di conoscere come veniva attuata la centuriazione. Bisogna tener presente che a seguito della espansione in nuovi territori, a volte faticosa e prolungata nel tempo, i Romani si trovavano di fronte a due problemi: difendere le nuove conquiste e ripagare i militari veterani del loro servizio. Con questo scopo suddividevano parte dei fertili territori conquistati in aree da assegnare a ciascun veterano, il quale, trovato qui per sé e per la propria famiglia un modo di sostentamento, all'occorrendo: era pronto a combattere per difendere, oltre la sua proprietà, anche le vie consolari di accesso alle città. Tale suddivisione agraria avveniva secondo uno schema di confini e di strade (linee gromatiche), che creavano sul territorio una suddivisione in aree rettangolari o quadrate ancora oggi talvolta rilevabile come nell'attuale territorio del Comune di Santa Maria di Sala. La divisione del territorio era tracciata dai gromatici, una specie di geometri del nostro tempo, con l'ausilio di una "groma", cioè un tipo di squadro agrimensorio che i Romani usavano per misurazioni agrarie e per tracciare gli accampamenti militari e simili; essa era formata da un palo 8 sostenente due assi incrociantisi ortogonalmente su un piano orizzontale e all'estremità dei quali pendevano dei fili a piombo. Traguardando questi fili di piombo venivano tracciati gli allineamenti principali, cioè gli assi fondamentali del grande disegno agrario, il kardo massimo e il decumano massimo già ricordati, quindi predisponevano, da un lato e dall'altro di essi, quelli secondari, posti ad una distanza di 100 actus (Km 3,5 circa) e chiamati limes quintari. Questi assi, che dividevano il terreno in superfici quadrate chiamate saltus, rappresentavano la rete stradale principale del grande disegno agrario, che veniva poi ulteriormente infittita con linee parallele ai kardini e ai decumani e poste ad una distanza di 20 actus (m 710,40), mediante le quali il territorio restava suddiviso in superfici quadrate chiamate centurie. Ogni centuria veniva a sua volta divisa con ulteriori linee parallele ai kardini e ai decumani e poste ad una distanza dì 2 actus (m 71, 04), delineando così delle particelle quadrate, di circa 0,5 ettari dette heredium, che dividevano la centuria i 100 parti. Ogni heredium veniva ancora diviso a metà, delimitando cosi lo jugerum che aveva le dimensioni di metri 71,28 per 35,64 ed era l'unità più piccola del grande disegno agrario. Essa rappresentava la quantità di terreno che poteva essere lavorata in un giorno da una coppia di buoi aggiogati (jugum, da cui jugerum) all'aratro e a ogni milite veniva assegnato un heredium, corrispondente a due jugeri. Il campo romano aveva una superficie di mq 2.540 e presentava una baulatura a colmo trasversale, che si conserva ancora oggi nella sistemazione agraria detta "alla padovana”. Nell’interno della centuriazione, che comprende il Comune di Santa Maria di Sala, le strade avevano una doppia alberatura di platani e i decumani erano bordati, nella parte nord, da piccoli canali di scolo, mentre i campi erano ben delimitati, in prevalenza, da ceppaie di ontani e dalle caratteristiche piantate, cioè filari di viti sorretti da alberi. Il Cristianesimo L'espansione del cristianesimo si dimostrò sconvolgente per l'istituzione romana, perché molte certezze furono messe in discussione e molti valori turbati dalla novità del messaggio di Cristo: gli schiavi acquistarono maggiore dignità e nei rapporti tra persone entrarono nuove realtà come l'uguaglianza e la carità. Anche la religione ufficiale, politeista, vacilla al diffondersi del cristianesimo. Per questo gli imperatori romani, considerati essi stessi "dei", custodi delle istituzioni e delle tradizioni, attuarono contro i cristiani delle persecuzioni sempre più crudeli, l'ultima delle quali fu quella di Diocleziano, l'imperatore che nel tentativo di riorganizzare lo stato lo divise nelle due parti d'Oriente e d'Occidente. 9 Le lotta dello Stato romano contro l'espansione del cristianesimo fu terribile, finché nell'anno 313 avvenne la pacificazione con l'Editto di Costantino, detto "editto di tolleranza", con cui si concedeva libertà di culto ai cristiani. Questo Editto ebbe i suoi effetti anche sulla popolazione dei centri abitativi formatisi nelle centuriazioni, creando le premesse per la costruzione di nuovi edifici religiosi che, in un certo modo, ci fanno conoscere la religiosità degli abitanti e anche la storia del territorio. Tale evoluzione storico-religiosa si verifica anche nel territorio dell'attuale Comune di Santa Maria di Sala dove sorsero i capitelli, poi gli oratori pubblici e privati e infine le chiese. I capitelli, che nel Veneto sono chiamati "capitei", sono i tabernacoli di strada, le edicole sacre, i tempietti, le nicchie, le anconette, gli "alberi sacri", i pali secchi con immagine e le croci disseminate nei punti "nevralgici" del territorio e che noi possiamo anche definire come le cattedrali della spiritualità popolare. I "capitei" traggono la loro origine dal "compitum" romano e pagano con cui si indicava sia la piccola costruzione (cappella, edicola, altare) dedicata al culto pagano dei "Lares compitales" (divinità dei crocicchi) sia il luogo dove era situata al convergere delle vie: "ubi viae competunt". Gli oratori, invece, presentano forme e dimensioni intermedie tra i capitelli e le chiese maggiori: quelli privati sorgono o sorgevano presso le dimore di villeggiatura della nobiltà e dei ricchi mercanti, dove un prete di famiglia officiava anche per la piccola comunità (per questa ragione presentano il prospetto e l'ingresso principale verso la via pubblica), mentre gli oratori pubblici sono od erano situati generalmente presso il luogo di un preesistente capitello. Le attuali chiese situate in Comune di Santa Maria di Sala sono ricostruzioni di chiese preesistenti che, sia per la loro età sia per le dimensioni, divenute insufficienti a contenere l'aumento demografico della popolazione, non potevano più svolgere la loro funzione. Tutte le antiche chiese avevano un piccolo campanile inglobato in esse e, a differenza delle attuali, erano tassativamente orientale ad est ("ab oriente lux"), dì conseguenza la facciata era rivolta ad ovest, verso le tenebre, il male, il peccato. Dal V al XV secolo In epoca romana il territorio dell’attuale Comunale di Santa Maria di Sala fece parte della Gallia Cisalpina orientale e determinante fu per la storia di questo Comune la fondazione di Aquileia (181 a. C.), che rappresentò il momento iniziale dell'ingresso, se non addirittura di diritto, del dominio di Roma sul Veneto. Gli avvenimenti storici che seguirono furono quelli di tutta la regione, ma a noi ora interessa conoscere, sia pur succintamente, non la grande storia, quella con la "S" maiuscola, ma la microstoria degli avvenimenti legati al territorio dell'attuale Comune di Santa Maria di Sala. 10 Diciamo allora che questi, dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente e le invasioni barbariche, furono influenzati in modo particolare da quelli delle grandi città che sul suo territorio ebbero maggior influenza nel corso dei secoli, cioè Venezia, Padova e Treviso, fino quando questo fu assoggettato alla Serenissima Repubblica di San Marco Venezia e legato alla sua storia. Dal XVI secolo ai nostri giorni Seguì un periodo di pace e di relativo benessere, interrotto solo dalla lunga guerra che la Serenissima dovette sostenere dal 1509 al 1517 contro i collegati della Lega di Cambrai, ma ripristinata la pace il dominio di Venezia sul Veneto durò ancora per diversi secoli. Intanto lo sviluppo sempre più intenso dei commerci e dell'artigianato avevano dato vita in tutta Europa a una nuova classe sociale: la borghesia. Da questo ceto nuovi ideali si diffusero agli strati più poveri della popolazione, favorendo la formazione di un forte movimento rivoluzionario contro le istituzioni più conservatrici, alle quali erano riservati tutti i poteri e i privilegi. Il 14 luglio 1789 il popolo di Parigi, con la presa della Bastiglia e la liberazione dei detenuti politici, inferse il primo e duro colpo alla monarchia francese ed iniziò la crisi dell’assolutismo europeo. Esplose cosi la Rivoluzione Francese che portò l'abolizione dei privilegi feudali, ma in Italia e in altre parti d'Europa non si sospettò minimamente che da questo avvenimento sarebbe scoppiato un uragano che avrebbe cambiato il volto a tutto il vecchio continente. I principi ispiratori della Rivoluzione, che in Francia erano sostenuti con la forza, venivano "esportati" in tutta Europa dalle armate francesi guidate da abili generali e fra questi primeggiò Napoleone Bonaparte. A lui il Direttorio, cioè il nuovo governo francese, nel 1796 affidò la Campagna d'Italia contro gli eserciti piemontese, prima, ed austriaco, poi, che sconfisse più volte a Montenotte, a Millesimo, a Lodi, aprendosi la strada per invadere il Veneto nonostante la neutralità della Repubblica di Venezia. Tra il 7 e 18 aprile 1797 Napoleone Bonaparte viene ad un concordato con il governo di Vienna nei preliminari di Leoben e il 17 ottobre di quello stesso anno, con il Trattato di Campoformido, pone fine alla gloriosa Repubblica di Venezia e la assoggettò all'Austria, mentre alla Francia rimase il resto dell'Italia settentrionale. Anche sul territorio comunale di Santa Maria di Sala, come il Veneto, seguirono anni di altalenanti occupazioni austriache e francesi, finché nel 1815, dopo la sconfitta di Napoleone e la pace di Vienna, il Veneto venne assegnato all'Austria che l'inglobò nell'asburgico regno Lombardo-Veneto, dove rimase fino al 1866, alla fine della terza guerra per l'indipendenza italiana, in seguito alla quale anche i Salesi, come tutti i Veneti, aderirono plebiscitariamente al regno d'Italia di Vittorio Emanuele II; da allora anche la storia del nostro Comune si confonde con quella di tutta la Nazione. 11 Santa Maria di Sala Cerchiamo ora di conoscere un po' più da vicino le vicende storiche dei più importanti centri del Comune di Santa Maria di Sala, i quali costituivano, prima della unificazione attuata da Napoleone Bonaparte nel 1797, delle entità territoriali, dette "ville", indipendenti fra loro e a cui erano stati uniti altri centri minori privi della chiesa parrocchiale. Infatti a Santa Maria di Sala, l'attuale capoluogo di questo Comune, apparteneva la contrada Pioveghella; a Stigliano era legata Mazzacavallo: a Sant'Angelo di Sala era unita Rivaletto; a Veternigo erano congiunte Villanova e Cente; a Caltana erano aggregate Cagnan, Romanie, San Giovanni di Lusor e Zinalbo; infine a Caselle de' Ruffi era abbinata la contrada detta anch'essa Zinalbo. Ma andiamo con ordine e vediamo di conoscere gli avvenimenti che sono legati alla storia di questi centri, delle loro chiese e descrivendo succintamente anche le bellezze naturali ed architettoniche esistenti nel loro ambito territoriale. Iniziamo con l'attuale capoluogo comunale; Santa Maria di Sala. È citato per la prima volta nella storia in un documento del 994 e poi in un atto dì donazione, databile tra il 1024 e il 1034, con cui l'imperatore Corrado di Sassonia Io concede in feudo al conte Corrado di Colbertaldo, sceso in Italia al suo seguito dalla Germania. Il conte edificò un munito castello in località detta "sala", toponimo questo che alcuni studiosi ritengono essere di origine longobarda e che indichi la parte della proprietà terriera condotta in economia diretta dal conte feudatario stesso. Verso la metà del XIV secolo, il maniero venne demolito da Paganino Sala, il cui casato aveva preso il nome dalla località, sostituendolo con un palazzo in stile gotico. Successivamente il possesso del territorio passò ai Cantorini dal XV al XVI secolo, quindi ai Fonseca e ai Cortizzon nel XVII secolo, infine ai Farsetti nel XVIII secolo. Di questo casato oggi possiamo ammirare la principesca Villa Farsetti, Selvatico che il colto abate Filippo Farsetti fece costruire sul posto dell'antico palazzo dei Sala. La grandiosa dimora settecentesca venne edificata in stile rococò francese su disegno dell'architetto romano Paolo Posi. È a tre piani, con cornici e paraste di ordine dorico e balaustrata terminale su modiglioni marmorei. Si sviluppa simmetricamente in senso longitudinale ai lati del salone centrale, a forma ellissoide, alto per due piani e rivelato all'esterno dalla facciata a superficie convessa. Il salone interno ha colonne e paraste corinzie ed un ballatoio per l'orchestra. Due minori edifici, a superficie concava, sono raccordati al corpo centrale da monumentali portici decorati da 42 colonne di marmo greco provenienti dal Tempio della Dea Concardia di Roma, che il Papa Rezzonico, Clemente XIII, aveva donato al nipote Cardinale Farsetti. 12 Dai portici si accede ai due scaloni interni che, sorretti da pilastri, si svolgono ai lati dell'edificio principale. Nella parte posteriore, in parte demolite, vi sono la barchessa e la foresteria stile rustico. A questa villa principesca, che gareggiava un tempo per splendore con quella di Stra, vennero aggiunti anche uno stupendo giardino, un vasto orto botanico, due cedraie, alcune serre, suggestivi boschetti e un labirinto. L'abate Farsetti fece scavare anche un laghetto a forma ovale e con il materiale di risulta innalzò un terrapieno, anch'esso dì forma ovale, su cui costruì un tempietto che circondò con filari di tassi sagomati ad arco nell'intento di rappresentare un anfiteatro romano; nei pressi fece riprodurre i templi di Giove e Diana. La villa venne adornata da un magnifico parco, dove fece la sua prima apparizione la "Magnolia grandiflora", importata dall'America, che da qui iniziò la sua diffusione in Italia; vennero anche costruite, all'uso romano, le Terme e il Campidoglio, le cui colonne furono portate a Londra. La villa appartenne poi a vari proprietari, finché nel 1963 venne acquistata dall'Ente per le Ville Venete, che nel 1965 provvide al restauro delle coperture, dei solai pericolanti e alla costruzione dei serramenti esterni. Di quest'opera grandiosa oggi resta solo il palazzo centrale, sapientemente e magnificamente ristrutturato, nonché la foresteria, la scuderia, due serre di agrumi e l'osteria che, dopo opportune trasformazioni interne, nella prima metà di questo secolo fu destinata ad ospitare il Municipio di Santa Maria di Sala. Vicino a questa dimora principesca vi è la chiesa parrocchiale dedicata a Santa Maria, il cui titolo è stato aggiunto al toponimo del capoluogo. Probabilmente era in origine la cappella del castello di Corrado di Colbertaldo, riedificata poi dai Contarini fra il 1588 e il 1608, e successivamente ampliata e ristrutturata assieme al rifacimento del coro, all'aggiunta di tre cupole è alla facciata che attualmente vediamo. Sant’Angelo di Sala Sant'Angelo di Sala compare per la prima volta nella storia in documenti del 1227. La sua vecchia parrocchiale, risalente al XI secolo, tra il 1715 e il 1738 è stata sostituita da un'altra chiesa dedicata a "San Michele Arcangelo", poi ulteriormente ristrutturata e rimaneggiata, dove però dei bellissimi affreschi prima esistenti, non rimane altro che quello raffigurante "La Madonna in trono col Bambino". Lungo la ricordata strada Desman, oltre alla chiesa, possiamo ammirare la Villa Conti, risalente ai XVII secolo ed era adibita e scuola materna. Sulla stessa strada, all'incrocio con la via Zeminiana, c'è Villa Minio costruita nel XVI secolo, che però ha subito grosse ristrutturazioni e parziali demolizioni, ma nonostante ciò conserva ancora alcuni interessanti affreschi, fra i quali quello 13 raffigurante "L'Annunciazione"; di Villa Morosini, Minio, Fabbris, con probabilità del sec. XVI, oltre al bel palazzo a tre piani rimangono solo alcune adiacenze. Stigliano II toponimo di Stigliano è ritenuto d'origine prediale, in quanto sembra derivi dal nome latino "Septilianus". Il luogo originario di questa località, generato dalla presenza del suo castello, sorge a nord del fiume Muson e le vecchie mappe mostrano ancora l'antica configurazione del borgo. Infatti da esse possiamo notare il vecchio ponte sul fiume, l'antico mulino a tre ruote dei Padri Gesuiti, il castello con quattro torri e la vecchia chiesa di San Nicolò. Lo spostamento dell'attuale centro a sud del Muson può essere fatto coincidere con la demolizione della vecchia chiesa da parte dei Venier e l'edificazione dell’attuale parrocchiale, da parte degli stessi Padri Gesuiti, dedicata a Santa Maria Assunta. La parte più importante e significativa della storia di Stigliano è sicuramente legata al suo castello che, pur trasformato oggi in ristorante, ne perpetua il ricordo. Ai tempi dei Romani, questo importante edificio fortificato sarebbe stato un "castellario " di vedetta, posto a difesa dei territori centuriati e dotato di "mutationes" e di "mansiones", le antiche poste stradali romane: le prime, aperte per il cambio degli animali con possibilità anche di un punto di ristoro; le seconde situate generalmente alla distanza di una giornata di cammino, in grado di offrire ai viaggiatori cibo e pernottamento con stalle per gli animali ed aree di sosta per i carri, che assicuravano il libero passaggio degli eserciti di Roma e davano sicurezza ai traffici commerciali. Caduto l'Impero Romano d'Occidente, provenienti da Friuli calavano in Italia e nel Veneto le orde dei barbari. Cadeva la magistratura romana di Patavium, che veniva poi sostituita dall'autorità dell'archipresbitterio della "plebs ruralis" di Zeminiana, attorno alla quale nasceva la nuova popolazione cristiana che, in caso di pericolo, trovava rifugio e protezione nel castello di Stigliano. Nel 1152 Stigliano è ricordato nei documenti come feudo dotato di castello e di vaste e ricche possessioni appartenenti al vescovo di Treviso, che nel 1158 investiva il casato dei Tempesta da Noale dei diritti feudali su questa località. Nel 1220 Guido Tempesta cedette il feudo ad Aldovrandino da Superno, dell'ordine dei Cavalieri Teutonici, comprese le motte, il mulino e le terre, ma non la Chiesa di San Nicolò affidata invece al maresciallo Corrado Daneult, un monaco reduce dalle crociate ed anch’esso appartenente all'Ordine Teutonico. Il castello, durante il medioevo, fu teatro di numerosi scontri armati tra padovani, trevigiani e veneziani, tutti miranti alla conquista di questa importante posizione strategica. I sanguinosi combattimenti si susseguirono per molti anni e a por termine a queste lotte, dopo la guerra contro Ezzelino III da Romano che le fomentava, intervenne il Papa stesso, inviando quale 14 legato pontificio l'abate di San Benedetto di Padova Giordano Forzatè; lo storico incontro, che avvenne proprio in questo castello il 3 agosto 1224, passo alla storia come la Pace di Stigliano. Altri avvenimenti storici coinvolsero questo antico centro della pianura veneziana: nel 1373 i veneziani sconfissero Francesco da Carrara il Vecchio, Signore di Padova, che non aveva ubbidito all'intimazione di smantellare il castello; nel 1388 i milanesi, alleati dei veneziani e comandati da Giovanni dal Verme, cercarono di espugnare inutilmente la rocca difesa eroicamente da Giacomo da Scaltenigo, che fece costruire, si narra, dei sotterranei per il trasporto segreto di truppe da Zianigo, Castelliviero e Mirano. Stigliano è anche legato a ospiti famosi: nel 1555 sostò qui Bona Sforza, regina di Polonia, diretta ad Abano per i bagni fangoterapici, e alla fine del secolo XVII si fermò qui la duchessa di Mantova. Oggi Stigliano lo si ricorda per il suo aspetto di un antico borgo medioevale attorno a quello che resta del suo castello, sebbene i Priuli lo abbiano ristrutturato nel 1530, ma anche per la singolare ed imponente costruzione rurale a tre archi e per un'antica bottega collocati entro l'ambito del castello, nonché per il molino e le case coloniche situate lungo la strada che da Padova conduce a Treviso. Non esiste invece più l'antico tempio dedicato a San Nicolò, mentre ,la nuova chiesa dedicata alla "Assunzione della Beata Vergine Maria" con compatroni i santi "Nicolò" e "Giordano Forzatè", è stata costruita nel 1928 e sorge al di qua del Muson, nei luoghi di un convento di Gesuiti, che dal XVI al XVIII possedevano quasi tutti i terreni di Stigliano. Interessante è pure, su un isolotto formato da due rami del Muson, il borgo di Mazzacavallo, per i mulini e per un edificio settecentesco, in origine adibito a osteria Caltana, Veternigo Il nome della località di Caltana compare per la prima volta nella storia nel testamento redatto nell'anno 829 dal doge Giustiniano Pancrazio; il suo toponimo, secondo alcuni, sarebbe di origine prediale e lo si vuoi far derivare da una ipotetica "gens Calptana", ma sicuramente ha un'altra genesi. Si ha notizia che il convento di San Cipriano del Torcello possedesse qui, in contrada Petrecina (o "Predesium"), notevoli beni e che in località San Giovanni di Lusor vi fosse un monastero. Caltana si trova all'incrocio tra un cardine e un decumano della centuriazione romana, dove si trovava anche la prima chiesa del paese costruita tra il 1753 ed 1759, mentre l'attuale, dedicata a "San Biagio" e che più tardi è stata anche ristrutturata, ha la facciata in stile neoclassico ed è ad una sola navata. Nel suo interno hanno un notevole pregio artistico le due statue raffiguranti la "Madonna di Loreto" e "Sant’Antonio da Padova", opere della fine del settecento dello scultore padovano Francesco Rizzi; di grande interesse artistico sono gli affreschi absidali, ritenuti opera del Piazzetta, e il Coro, attribuito al veneziano Francesco Zugno. 15 A Caltana possiamo ammirare la bellissima Villa Piatti - Gravato, del XVII secolo, che del complesso originario conserva il corpo centrale, la barchessa ad est e alcuni pilastroni d'accesso, mentre sono scomparse le adiacenze a occidente e la grande peschiera rettangolare, ora interrata per ricavare un campo sportivo. Nella contrada Romanie si trova la settecentesca Villa Emo-Bordin-Rado, della quale restano solo il corpo centrale e le scuderie ad ovest, mentre non vi è più l'oratorio privato che sorgeva a est del grande complesso. Veternigo è un grosso centro agricolo, il cui toponimo sembra abbia origine dal termine latino "vetrinius". ma si conosce poco della sua storia, anche se testimoniano la sua antichità i numerosi ritrovamenti archeologici: materiali laterizi, monete e anfore d'epoca romana, nonché una statuetta di bronzo che probabilmente raffigura un "lare domestico". La sua antica chiesa, del XVI secolo, è stata demolita nel 1866 a causa della sua vetustà e dell'aumento demografico dei suoi abitanti, costruendovi poi l'attuale, in diocesi di Treviso, dedicata alla "Trasfigurazione dei Signore". A Tabina, località che si snoda a cavallo della strada statale n. 515, "Noalese", troviamo la Barchessa Trevisan, del XVIII secolo, che ora è stata ricuperata e adattata ad abitazione civile. Caselle II nome della località Caselle compare nei documenti fin dall'anno 840 ed il suo nome ha una doppia origine: Caselle con evidente riferimento ai riquadri della centuriazione, a cui venne aggiunto il termine de' Ruffis in ricordo del nome del casato della nobile famiglia Rufus che qui aveva vasti possedimenti e che sopravvisse a Padova fino a che Ezzelino III da Romano non la distrusse uccidendo i suoi componenti. In questa località, nel XIII secolo, esistevano i beni dotali della beata Elena Enselmini, discepola di Sant'Antonio, il cui corpo è racchiuso in un'urna di vetro nel Santuario antoniano dell'Arcella a Padova. L'odierna chiesa parrocchiale di Caselle de' Ruffi, dedicata a "San Giacomo Maggiore", è in stile neoclassico ed è stata edificata verso la fine del 1700 sullo stesso luogo di una precedente. Nel suo interno possiamo ammirare l'altare maggiore, "due angeli" attribuiti a Giovanni Bonazza e i busti in marmo bianco di Carrara della "Madonna e S. Giuseppe" provenienti dalla soppressa chiesa dei Paolotti di Padova. Degno di attenzione è anche l'Oratorio pubblico, detto della "Madonna Mora", che sorge all'incrocio tra la strada statale "Noalese" e quella che conduce a Caltana ed è così chiamato per il colore della piccola statua raffigurante la Madonna. È stato costruito nel 1839, come lo ricorda un'epigrafe commemorativa, e poi, per facilitare il traffico qui particolarmente intenso, "spostato" dal suo luogo originario il 25 novembre 1986, per 16 essere poi restaurata completamente del 1987, come lo testimonia una lapide posta sul muro meridionale esterno dell'oratorio stesso. Molte erano le ville esistenti in questa località, ma di tali sontuose dimore sono rimaste solo Villa Cavagnis, edificata nel XVII secolo e semidistrutta da un incendio; Villa Ferracini, del secolo XVIII, del cui complesso edilizio possiamo ancora ammirare il bel palazzo a tre piani, le adiacenze rustiche e la chiesetta gentilizia. 17 LO STATO DELLA PIANIFICAZIONE URBANISTICA Il Comune di Santa Maria di Sala è dotato di P.R.G. approvato dalla Regione Veneto in data 28.06.1985 con DGR n. 3312 (pubblicazione BUR Veneto n. 35 del 23.08.1985). A tale strumento sono state apportate nel tempo alcune varianti parziali. 18 IL PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO Il documento programmatico preliminare L’art. 2 della L.R. 11/2004, nell’ambito della cosidetta concezione “strutturale” della pianificazione urbanistica introduce per tutte le articolazioni della pianificazione (P.T.R.C. – P.T.C.P. – P.A.T. – P.A.T.I.) la redazione di un “documento preliminare” che contiene: - gli obiettivi generali da perseguire - le indicazioni “per lo sviluppo sostenibile e durevole del territorio” La Giunta comunale di Santa Maria di Sala ha adottato i contenuti del documento preliminare con Delibera n. 16 del 23.02.2005. In data 24.03.2005 è stato sottoscritto con la Regione Veneto l’accordo di pianificazione determinando l’inizio della attività di concertazione del documento preliminare Tale attività di concertazione con i soggetti portatori di interessi (cittadini, associazioni di categoria, associazioni ambientaliste, enti locali, ecc.) si è svolta, dopo ampia pubblicizzazione del documento e dell’iniziativa, con le riunioni pubbliche in data 09.05.2005 presso Villa Farsetti ed in data 16.05.2005 presso la sede municipale. Successivamente agli incontri pubblici sono pervenuti n. 07 contributi al Documento Preliminare; il contenuto di tali contributi è stato tale da non richiedere la modifica e/o l’integrazione del documento preliminare. Con Delibera di Giunta Comunale n. 115 del 26.10.2006 è stata chiusa la concertazione sul documento programmatico preliminare del PAT. Gli obiettivi contenuti nel documento preliminare Riassumiamo qui di seguito i punti fondamentali del documento preliminare: Risorse Naturalistiche e Ambientali Il PAT relativamente al sistema ambientale provvede, attraverso il coordinamento con le politiche e le scelte di livello sovracomunale, alla tutela delle risorse naturalistiche e ambientali e all’integrità del Paesaggio Naturale, quali componenti fondamentali della “Risorsa Territorio”, rispetto alle quali è valutata la “sostenibilità ambientale” delle principali trasformazioni del territorio anche con riferimento all’art.4 LR 11/2004 e alla Direttiva 2001/42/CE del 27.6.2001 sulla Valutazione Ambientale Strategica. Nello specifico l’amministrazione comunale intende porre particolare attenzione: - alla tutela e miglioramento del territorio aperto; - alla salvaguardia di eventuali aree umide, di corridoi faunistici e di particolari biotopi; - alla quantità e qualità dei corsi d’acqua; 19 A tale scopo il PAT, individua le possibili fonti di inquinamento e/o di alterazione delle risorse ambientali in generale, nonché le possibili fonti di inquinamento atmosferico, le aree a rischio idraulico, le fonti di possibili alterazioni ecosistemiche, ecc.. Difesa del suolo Il PAT provvede alla difesa del suolo attraverso la prevenzione dai rischi e dalle calamità naturali, accertando la consistenza, la localizzazione e la vulnerabilità delle risorse naturali, individuando la disciplina per la loro salvaguardia. In particolare è compito del PAT definire le aree a maggiore rischio di dissesto idrogeologico e le aree esondabili. Il PAT provvede a: - individuare gli interventi di miglioramento e riequilibrio ambientale da realizzare; - integrare i contenuti del (P.T.R.C.) definendo le azioni volte a ridurre il livello dell’eventuale rischio sismico negli insediamenti esistenti ed in quelli di futura realizzazione; - definire indirizzi e prescrizioni per gli interventi di trasformazione urbanistica ed edilizia nelle eventuali zone sottoposte a vincolo idrogeologico nelle aree urbanizzate o da urbanizzare; - accertare la compatibilità degli interventi con la sicurezza idraulica del territorio, subordinando, ove necessario, l’attuazione di talune previsioni alla realizzazione di infrastrutture, opere o servizi per il deflusso delle acque meteoriche; - verificare la conformità ai piani e programmi della protezione civile. -individuare strutture e siti per la protezione civile. Ambiti o unità di paesaggio agrario Il PAT individua gli ambiti o unità di paesaggio agrario di significativa importanza e assicura: - la salvaguardia delle attività agricole ambientalmente sostenibili e dei valori antropologici, archeologici, storici e architettonici presenti nel territorio; - la conservazione o la ricostituzione del paesaggio agrario e del relativo patrimonio di biodiversità, delle singole specie animali o vegetali, dei relativi habitat, e delle associazioni vegetali e forestali; - la salvaguardia o ricostituzione dei processi naturali, degli equilibri idraulici e idrogeologici e degli equilibri ecologici, anche con la previsione di “corridoi ecologici”. In particolare per il territorio rurale il PAT si pone l’obiettivo di salvaguardare gli aspetti storicoculturali delle attività tradizionali, e di attuare le politiche di sviluppo delle attività agricole sostenibili attraverso la promozione di specifiche opportunità. Questi in particolare gli obiettivi del PAT: 20 - tutelare i suoli ad elevata vocazione agricola, limitandone il consumo; - promuovere lo sviluppo di una agricoltura sostenibile, improntata sull’impiego di tecnologie non inquinanti e finalizzata al risparmio di energia e di risorse non riproducibili. Paesaggio di interesse storico Relativamente agli elementi significativi del paesaggio di interesse storico, recepisce ed integra nel proprio quadro conoscitivo i sistemi e gli immobili individuati nel P.T.R.C., e specifica la relativa disciplina di tutela. In particolare individua: - edifici di valore storico-architettonico, culturale e testimoniale e i relativi spazi inedificati di carattere pertinenziale; - parchi e giardini di interesse storico architettonico - sistema insediativo rurale e le relative pertinenze piantumate; - viabilità storica extraurbana e gli itinerari di interesse storico ambientale, con particolare riferimento al Graticolato Romano; - sistemazioni agrarie tradizionali (i filari alberati, ecc.); - itinerari d’interesse storico-ambientale; Centri storici Il PAT recepisce le indicazioni dettate per i Centri Storici sulla scorta della ex legge regionale n.80/80. Il PAT indicherà altresì eventuali direttive e/o prescrizioni per la formazione del Piano degli Interventi, nonché le norme per la salvaguardia degli elementi di rilievo storico-architettonico. Sistema Insediativo di tipo residenziale Relativamente al sistema insediativo residenziale, il principale obiettivo del PAT sarà quello di riordinare e qualificare i centri del capoluogo e delle frazioni, attraverso strategie per il miglioramento qualitativo degli insediamenti, con la finalità di produrre un miglioramento in termini di qualità della vita, il potenziamento delle aree a servizio, il loro collegamento con una rete di corridoi e percorsi che uniranno le zone ed i siti di rilevanza sotto il profilo ambientale, paesaggistico e culturale, la riqualificazione delle aree degradate, il completamento delle zone a destinazione residenziale ancora in edificate. Attività produttive Per le attività produttive il PAT valuta la consistenza e l’assetto del settore secondario e terziario (quest’ultimo particolarmente diffuso) e ne definisce le opportunità di sviluppo, in coerenza con il principio dello “sviluppo sostenibile”.- 21 Il PAT individua le parti del territorio caratterizzate dalla concentrazione di attività economiche, commerciali e produttive e le distingue in: - ambiti specializzati per attività produttive di rilievo sovracomunale, caratterizzati da effetti sociali, territoriali ed ambientali, che interessano più Comuni e/o relazionati ad altri comprensori produttivi di livello regionale o interregionale; - aree produttive di rilievo comunale, caratterizzate da limitati impatti delle attività insediate o da insediare; Settore turistico – ricettivo Per tale settore il PAT valuta la consistenza e l’assetto delle attività esistenti, promuovendo l’evoluzione delle attività turistiche, nell’ambito di uno sviluppo sostenibile e durevole, che concili le esigenze di crescita (soprattutto in termini qualitativi) con quelle di preservazione dell’equilibrio ambientale, socio-culturale, agricolo, ecc.. Servizi a scala territoriale Il PAT individua i principali servizi a scala territoriale. Sistema infrastrutturale Per quanto riguarda il sistema infrastrutturale il PAT suddivide il sistema delle infrastrutture per la mobilità, in sottosistema infrastrutturale sovracomunale e in sottosistema infrastrutturale locale raccordandosi con la pianificazione di settore prevista, ed inoltre: - Il PAT recepisce le previsioni della pianificazione sovraordinata. Per le infrastrutture locali il PAT definisce: - il sistema della viabilità locale e della mobilità ciclabile e pedonale, ed i collegamenti con la viabilità sovra comunale. Relazioni di commento alle analisi agronomiche e ambientali Vedi allegato Studio Benincà. Relazione geologica Vedi allegato Studio Borella. 22 RELAZIONE DI PROGETTO 23 Il Quadro Conoscitivo Il quadro conoscitivo raggruppa i dati forniti dagli enti preposti, sviluppati sulla base dei relativi tematismi, organizzati in file SHP o raster come descritto dagli atti di indirizzo, senza apportare alcuna modifica allo stato di fatto, ma utilizzandone direttamente il metadato. I dati riferiti all’intero territorio risultano collegati al confine comunale. Le informazioni consegnate in formato raster o pdf risultano trattati come immagini. Gli obiettivi di progetto Contenuti Il Piano di Assetto Territoriale è lo strumento di pianificazione urbanistica, che delinea le scelte strategiche di assetto e di sviluppo per il “governo del territorio”, al fine di perseguire la tutela dell’integrità fisica ed ambientale, nonché dell’identità culturale e paesaggistica dello stesso. Il Piano interessa ambiti omogenei per caratteristiche insediativo-strutturali, geomorfologiche, storico-culturali e ambientali, o concerne ipotesi progettuali che, per dimensione o rilevanza territoriale, incidono significativamente sulle previsioni strutturali dei comuni circostanti e rappresenta una interpretazione del paesaggio riconosciuto. Il Piano di Assetto Territoriale è redatto in conformità: ai contenuti di cui alla LR11/2004, agli specifici atti di indirizzo, alle direttive urbanistiche regionali del Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (PTRC); agli indirizzi e politiche urbanistiche espressi dalle comunità locali. Finalità Il Piano di Assetto Territoriale informa le proprie scelte verso una trasformazione urbanistica funzionalmente equilibrata, armonica e policentrica ed uno sviluppo adeguato a soddisfare le esigenze socio-economiche del presente, senza compromettere la conservazione e l’utilizzo futuro delle risorse del territorio, in particolare di quelle non riproducibili. In particolare si propone di soddisfare le esigenze delle comunità perseguendo: _ la salvaguardia delle qualità ambientali, culturali ed insediative del territorio al fine della conservazione, tutela e valorizzazione dei beni naturali, culturali, architettonici ed archeologici; _ la tutela delle identità storico-culturali, la qualità e differenziazione dei paesaggi urbani ed extraurbani, al fine di realizzare la riqualificazione degli insediamenti storici ed il recupero del patrimonio edilizio ed ambientale, nonché il miglioramento della qualità degli insediamenti esistenti e del territorio non urbanizzato; 24 _ la prevenzione e riduzione dei rischi connessi all’uso del territorio e delle sue risorse, al fine di garantire la sicurezza degli abitati e la difesa idrogeologica dei suoli. Il piano assicura inoltre la tutela e valorizzazione dei valori paesistici riconosciuti, nonché la riqualificazione delle parti compromesse o degradate e l’attestazione di eventuali nuovi valori paesistici coerenti con quelli riconosciuti ed integrati con lo sviluppo economico e sociale sostenibile. Le determinazioni del piano sono informate ad una approfondita e sistematica conoscenza di tutte le “componenti strutturali del territorio” di origine naturale ed antropica, finalizzate all’individuazione delle “risorse identitarie” ed alle loro correlazioni e integrazioni. Il Piano di Assetto Territoriale individua al proprio interno gli Ambiti Territoriali Omogenei (ATO), per caratteristiche geomorfologiche, ambientali, paesaggistiche, storico-culturali o insediativostrutturali. Definisce inoltre “ambiti di tutela, valorizzazione e riqualificazione” del territorio in funzione del livello di integrità e rilevanza dei valori paesistici, al fine: - di permettere una lettura integrata delle componenti strutturali del territorio ed dei valori del paesaggio. - di recepire il “Documento Preliminare” adottato dal Comune di S.Maria di Sala (VE) con deliberazione di Giunta Comunale N. 16 del 23.02.05; - di definire le modalità per la formazione del quadro conoscitivo, ai sensi dell’art. 50 lett. f) e degli atti di indirizzo adottati con DGR 3178 del 8 ottobre 2004. Obiettivi Gli obiettivi che il PAT si è dettato sono così riassumibili: 1. Difesa del suolo e dell’ambiente tramite un’attenta valutazione delle indicazioni contenute nella strumentazione superiore al P.R.G.; l’obiettivo viene raggiunto con l’individuazione di norme che salvaguardino i valori culturali e assistenziali e la previsione di un migliore utilizzo delle risorse, considerando produttivo il territorio agricolo sotto gli aspetti aziendali e le caratteristiche geomorfologiche ed idrogeologiche. Si individuano gli edifici con valenza storico ambientale, prevedendo per questi norme atte al loro recupero anche con ridefinizione d’uso, che certamente potranno e/o dovranno essere diverse da quelle agricole. 2. Difesa dei Centri storici attraverso la conoscenza, la salvaguardia, la conservazione, la riqualificazione e la rivitalizzazione, prevedendo interventi specifici al fine di recuperare il patrimonio degradato o utilizzato in modo improprio. 3. Valutazione degli ambiti residenziali in relazione alle nuove esigenze abitative e con riguardo prioritario agli insediamenti nelle aree già dotate di opere di urbanizzazione e/o all’interno dei centri 25 edificati; connessioni dell’espansione insediativa in modo da incentivare la formazione di aree verdi. 4. Riqualificazione dell’insediato urbano mediante la localizzazione di servizi e/o destinazioni d’uso che contribuiscano al riordino dei luoghi urbani. 5. Riqualificare sia le aree produttive, che le attività produttive sparse, quale elemento di notevole importanza per il territorio in questione. 6. Riorganizzare il sistema della viabilità tramite la riqualificazione della rete stradale esistente con la creazione di spazi a traffico limitato ed il ricorso ad un idoneo sistema di arredo generale. Si ricercano i percorsi atti alla circolazione ciclo-pedonale, sia per consentire la mobilità all’interno dei centri, che per l’uso del tempo libero. 7. Dotazione di Norme Tecniche che consentano una chiara elaborazione del Piano degli Interventi. Considerando lo stato del territorio, il problema che esso deve affrontare è quello della ricomposizione ambientale e del governo sul territorio, ma anche una ricucitura dei tessuti residenziali e produttivi con l’inserimento di aree per la dotazione di servizi all’interno del tessuto urbano. Si tratta insomma di rispondere all’esigenza di riconoscibilità e salvaguardia della valenza storicoambientale dei luoghi e della loro relazione con i segni naturali ed artificiali emergenti del territorio, cercando di porre le premesse per il recupero del tessuto sociale attraverso le necessarie condizioni di riqualificazione ambientale ed urbanistica. Il dimensionamento Il dimensionamento è stato condotto sulla base della variabile relativa all’andamento demografico mentre - la trasformazione d’uso di alcuni edifici, - il riuso di una parte delle abitazioni attualmente non occupate - l’abbandono di una quota di quelle più vecchie e maldotate risultano parametri che per il momento non consideriamo rilevanti nel territorio di Santa Maria di Sala. Per quanto riguarda la prima sezione (la popolazione), questa concorre a formare il fabbisogno attraverso il previsto andamento della natalità-mortalità (saldo naturale) e delle iscrizionicancellazioni (saldo sociale) che ha evidentemente come risultato finale la variazione della popolazione nei prossimi dieci anni. 26 Fabbisogno per variazione della popolazione Si riporta di seguito il movimento demografico nel periodo 1997-2006: Anno Popolazione residente 1997 12.466 1998 12.809 1999 13.143 2000 13.426 2001 13.698 2002 13.982 2003 14.497 2004 15.264 2005 15.779 2006 16.164 Riprendendo quanto detto in precedenza circa l’andamento della natalità nei prossimi dieci anni si ipotizza un incremento di questa variabile come di seguito indicato: Riferimento: incremento demografico del decennio 1997 – 2006 Previsione: prossimi 10 anni. Si avrà: P = popolazione residente. P. 1997 = 12.466 log. P. 1997 = 4,095727123 P. 2006 = 16.164 log. P. 2006 = 4,208548842 log.P.2006 = log.P.1997 +(10) log. K (10) log.K = log.P.2006 – log.P.1997 (10) log.K = 0,112821719 La popolazione al 2017 sarà ottenibile come segue: log.P. 2017 = log.P.2006 + 10 log K Dal calcolo demografico corrisponde una popolazione al 2017 di 20.959 abitanti con un incremento rispetto al 2006 di n. 4.795 unità. Il Comune di Santa Maria di Sala, nel principio della salvaguardia del suo territorio e dei valori ambientali in esso contenuti, decide che nel territorio stesso possano essere sistemati spazi residenziali atti a contenere n. 2.873 abitanti. 27 Gli Ambiti Territoriali Omogenei (A.T.O.) Individuazione degli A.T.O. L’art. 13/2 della L.R. 11/2004 detta i criteri, seppure sintetici, con i quali individuare gli ambiti territoriali omogenei del PAT. Il PAT individua nel territorio considerato n. 4 ATO, i quali fanno riferimento a contesti omogenei caratterizzati da connotazioni specifiche del territorio con prevalente valenza ambientale, storica, residenziale, produttiva (secondaria e primaria), sulla base di valutazioni di carattere geografico, storico, paesaggistico e insediativo. Tali ATO sono : a) ATO 1 – Ambito di Valenza Ambientale Notevole interessato dal fiume Muson b) ATO 2 – Ambito centrale dei servizi e della produzione c) ATO 3 – Ambito dei servizi e della commercialità d) ATO 4 – Ambito della centuriazione più evidente ATO 1 – Ambito di Valenza Ambientale Notevole interessata dal fiume Muson Il succitato ATO riguarda l’area a nord del territorio comunale, caratterizzato dalla Valenza Ambientale-Naturalistica determinata dal fiume Muson e più a sud dallo scolo Veternigo. Appartengono a questo ATO gli insediamenti di: - Stigliano e Mazzacavallo di origine storico-architettonica; - Veternigo con carattere tipicamente residenziale. ATO 2 – Ambito centrale dei servizi e della produzione Riguarda il territorio centrale del comune compreso tra lo scolo Veternigo e lo scolo Lusore più a sud. Appartengono a questo ATO: - parti di agro-centuriato ancora integro e a vocazione agricola; - i nuclei residenziali di Sant’Angelo e del capoluogo; - la zona produttiva secondaria e terziaria di maggior impatto territoriale. 28 ATO 3 – Ambito dei servizi e della commercialità Riguarda la parte sud-ovest del territorio comunale caratterizzata da un numero notevole di edifici dai molteplici usi. Appartengono a questo ATO: - Parti di agro-centuriato in parte compromesso da edificazioni organizzate e non; - La parte di area produttiva secondaria e terziaria a ridosso di quella dell’ ATO 2 a nord e in prossimità dello scolo Lusore; - Il nucleo residenziale di Caselle; - Le aree produttive terziarie poste a cavallo dell’ex strada statale Padova-Treviso. ATO 4 – Ambito della centuriazione più evidente Riguarda la parte sud-est del territorio comunale caratterizzata dalla presenza ben visibile di cardi e decumani di origine romana, all’interno dei quali si è sviluppata la località di Caltana. Il territorio è attraversato, con andamento est-ovest, da alcuni scoli che hanno permesso l’assetto originario della suddivisione agraria storica. La cartografia Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale Tavola 1 – Scala 1:10.000 La tavola n° 1 del P.A.T. è una tavola ricognitiva di tutti i vincoli gravanti sul territorio e derivanti dalle leggi vigenti in materia. Carta delle invarianti Tavola 2 – Scala 1:10.000 La tavola n° 2 del P.A.T. raggruppa le risorse terr itoriali, idrogeologiche, idrauliche, paesaggistiche, agricolo-ambientali, storico-monumentali ed architettoniche, ovvero i mezzi territoriali ed ambientali che costituiscono le basi della pianificazione territoriale. 29 Carta delle fragilità Tavola 3 – Scala 1:10.000 La tavola n° 3 del P.A.T. riporta tutte le componen ti che rendono problematica la trasformabilità del territorio relativamente alla qualità dei terreni, alla possibilità di alterare le fasce degli acquiferi, ed al rischio di dissesti idrogeologici. Carta delle trasformabilità Tavola 4 – Scala 1:10.000 LA tavola n.4 del P.A.T. è la tavola conclusive del processo di pianificazione del P.A.T.. In essa sono riassunte le linee strategiche progettuali e codificati i valori e le tutele del territorio. Indicazioni quantitative progettuali Le quantificazioni degli ATO così come definite dalla citata circolare regionale (lett. b) devono essere contestualizzate alle specifiche regionali di cui alla circolare ex lettera g. Per dimensionare i singoli A.T.O. si è operato come segue: - si è proceduto all’aggiornamento speditivo della CTRN sulla base delle ortofoto disponibili; - si è completato l’aggiornamento con l’aggiunta dell’edificato risultante dall’indagine diretta presso l’Ufficio tecnico; - si è proceduto con il calcolo da CTRN delle superfici coperte delle singole destinazioni d’uso codificate nelle grafie della CTRN stessa; - si è proceduto con il calcolo delle volumetrie residenziali. Il carico insediativo aggiuntivo disaggregato per ATO Il carico aggiuntivo è stato suddiviso per ogni singolo ATO. La quantificazione dei volumi aggiuntivi conferma il criterio generale di contenimento delle espansioni residenziali e, quindi, di riconversione e di riuso dell’esistente e, in generale, di una priorità d’intervento sui suoli già compromessi dalle Z.T.O. del P.R.G. . 30 A.T.O. 1 Descrizione AMBITO DI VALENZA AMBIENTALE NOTEVOLE INTERESSATO DAL MUSON Standard urbanistici Carico insediativo aggiuntivo 30 mq/abitante Primari (10) Secondari (20) Residenziale mc 247.748 8.260 Commerciale mq 12.000 12.000 Direzionale mc 10.000 10.000 Produttivo mq 0 0 Turistico mc 36.595 5.500 Abitante teorico Totale 16.520 mc Aree per servizi Abitanti teorici mq numero 52.280 826 300 Note : La dimensione di area agricola trasformabile complessiva rimane comunque quella riportata alla lettera D) delle premesse di carattere generale delle presenti norme 31 A.T.O. 2 Descrizione AMBITO CENTRALE DEI SERVIZI DELLA PRODUZIONE Standard urbanistici Carico insediativo aggiuntivo 30 mq/abitante Primari (10) Secondari (20) Residenziale mc 201.820 6.730 Commerciale mq 43.000 43.000 Direzionale mc 10.000 10.000 Produttivo mq 48.500 4.850 Turistico mc 10.000 1.500 Abitante teorico Totale 13.460 mc Aree per servizi Abitanti teorici mq numero 79.540 673 300 Note : La dimensione di area agricola trasformabile complessiva rimane comunque quella riportata alla lettera D) delle premesse di carattere generale delle presenti norme 32 A.T.O. 3 Descrizione AMBITO DEI SERVIZI E DELLA COMMERCIALITA’ Standard urbanistici Carico insediativo aggiuntivo 30 mq/abitante Primari (10) Secondari (20) Residenziale mc 262.985 8.770 Commerciale mq 35.000 35.000 Direzionale mc 10.000 10.000 Produttivo mq 20.000 2.000 Turistico mc 10.000 1.500 Abitante teorico Totale 17.540 mc Aree per servizi Abitanti teorici mq numero 78.810 877 300 Note : La dimensione di area agricola trasformabile complessiva rimane comunque quella riportata alla lettera D) delle premesse di carattere generale delle presenti norme 33 A.T.O. 4 Descrizione AMBITO DELLA CENTURIAZIONE PIU’ EVIDENTE Standard urbanistici Carico insediativo aggiuntivo 30 mq/abitante Primari (10) Secondari (20) Residenziale mc 149.000 4.970 Commerciale mq 27.000 27.000 Direzionale mc 10.000 10.000 Produttivo mq 0 0 Turistico mc 10.000 1.500 Abitante teorico Totale 9.940 mc Aree per servizi Abitanti teorici mq numero 53.410 497 300 Note : La dimensione di area agricola trasformabile complessiva rimane comunque quella riportata alla lettera D) delle premesse di carattere generale delle presenti norme 34 La Superficie Agricola Utilizzata (SAU) L’articolo 50 comma 1 lett. c. della L.R. 11/2004 definisce la metodologia per il calcolo, nel piano di assetto del territorio (PAT), del limite quantitativo massimo della zona agricola trasformabile in zone con destinazioni diverse da quella agricola definendo, con riferimento ai singoli contesti territoriali, la media regionale del rapporto tra la superficie agricola utilizzata (SAU) e la superficie territoriale comunale (STC) (art. 13/1f – L.R. 11/2004). La perequazione urbanistica, il credito e la compensazione urbanistica La perequazione è entrata di diritto nei processi di pianificazione urbanistica, solo negli ultimi anni. La finalità della perequazione è quella di individuare un’equa distribuzione degli effetti derivanti dalla pianificazione urbanistica. Per Credito Edilizio si intende la quantità volumetrica e/o di superficie coperta riconosciuta all’avente titolo, relativa ad un’area e/o ad un edificio, a seguito della realizzazione degli interventi di trasformazione, individuati dal PI, che abbiano le finalità di cui agli artt. 36 e 37 della LR 11/2004. Per Compensazione Urbanistica si intende l’istituto con il quale viene permesso ai proprietari di aree e/o edifici oggetto di vincolo preordinato all’esproprio, di recuperare adeguata capacità edificatoria, anche nella forma del credito edilizio, previa cessione all’Amministrazione Comunale dell’area oggetto di vincolo, in alternativa all’indennizzo. Riferimenti alla pianificazione di livello superiore Il PAT risulta redatto nel rispetto di quanto previsto dalla pianificazione di livello superiore. Le norme tecniche di attuazione del PAT La disciplina urbanistica relativa all’uso del territorio comunale riguarda tutti gli aspetti conoscitivi e gestionali concernenti le operazioni di corretta trasformazione del territorio e di salvaguardia e protezione dell’ambiente. Le norme di attuazione del P.A.T. esplicano le modalità per l’ottenimento di operazioni di tutela e di modifica congrue con le premesse culturali e sociali emergenti a livello nazionale, regionale, 35 provinciale, comunale, così come espresse fasi conoscitive e propositive dello strumento urbanistico. Le norme risultano redatte in osservanza della L.R. 23 aprile 2004, n.11. 36 VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (V.A.S.) La legge regionale 23 aprile 2004, n. 11 “Norme per il governo del territorio”, prevede, all’art. 4 che “al fine di promuovere uno sviluppo sostenibile e durevole ed assicurare un elevato livello di protezione dell’ambiente, i Comuni, le Province e la Regione, nell’ambito dei procedimenti di formazione degli strumenti di pianificazione territoriale, provvedono alla valutazione ambientale strategica (VAS) degli effetti derivanti dalla attuazione degli stessi ai sensi della direttiva 2001/42/CE del 27 giugno 2001 (Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente)”. La Valutazione Ambientale Strategica determina le modalità di controllo degli effetti ambientali significativi conseguenti all’attuazione del piano al fine, tra l’altro, di individuare tempestivamente gli impatti imprevisti ed essere in grado di adottare le opportune misure correttive, di mitigazione e compensazione. 37 LA COMPATIBILITA’ IDRAULICA Nello spirito della L.R. 11/2004 lo studio delle interconnessioni tra le previsioni urbanistiche e gli effetti sul territorio delle stesse assume un significato nuovo e sicuramente determinante nelle scelte pianificatorie. La valutazione di compatibilità idraulica assieme alla Valutazione Ambientale Strategica rappresentano in tale contesto gli strumenti di verifica della compatibilità delle previsioni di piano con la tutela del territorio. La Giunta Regionale con DGR 3637/2002 ha fornito le specifiche tecniche e le linee guida per la redazione della cosiddetta “compatibilità idraulica”. Sulla base di tali indirizzi è stato elaborato lo studio di compatibilità idraulica a supporto del PAT in oggetto. 38 ELABORATI DEL P.A.T. Il P.A.T è formato dai seguenti elaborati: - Tav. 1- carta dei vincoli e delle pianificazioni territoriali – scala 1:10000; - Tav. 2- carta della invarianti – scala 1:10000; - Tav. 3- carta della fragilità – scala 1:10000; - Tav. 4- carta della trasformabilità – scala 1:10000; - Norme tecniche di attuazione; - Quadro conoscitivo; - Relazione; - Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.); - Valutazione di compatibilità idraulica. 39 RELAZIONE SINTETICA 40 PREMESSA La presente relazione sintetica è realizzata sulla base della relazione di progetto ed evidenzia gli aspetti relativi all’elenco delle banche dati costituenti il quadro conoscitivo, alla realizzazione del Piano di Assetto del Territorio, agli obiettivi della nuova pianificazione urbanistica. L’indice della presente relazione è realizzato a supporto della lettura del documento stesso che riporta dati sintetici che potranno meglio essere approfonditi sulla relazione completa allegata al progetto. 41 ELABORATI DI PROGETTO Di seguito si elencano gli elaborati prodotti per la costituzione del Progetto: ELABORATO TITOLO SINTETICO RAPPRESENTAZIONE CARTA DEI VINCOLI E DELLA TAV. N. 1 Scala 1:10.000 CARTA DELLE INVARIANTI TAV. N. 2 Scala 1:10.000 CARTA DELLE FRAGILITA’ TAV. N. 3 Scala 1:10.000 CARTA DELLE TAV. N. 4 Scala 1:10.000 N.T.A. Normativa relativa al P.A.T. Fascicolo documentale RELAZIONE Relazione completa sulle metodologie e le scelte adottate nella pianificazione urbanistica di Progetto suddivisa in Relazione Tecnica (contenente gli esiti delle analisi e della concertazione, le verifiche territoriali per la VAS, gli aspetti geologici) – Relazione di progetto (contenente il dimensionamento) – Relazione sintetica (contenente la sintesi per l’immediata lettura delle scelte); Fascicolo documentale PIANIFICAZIONE TERRITORIALE TRASFORMABILITA’ 42 OBIETTIVI, AZIONI, ELABORATI PROGETTUALI DEL P.A.T. Di seguito sono elencati in maniera sintetica gli obiettivi perseguiti nella progettazione del Piano di Assetto del Territorio e approfonditi sia nel documento preliminare che nella relazione del Progetto: 1. Sostenibilità Ambientale Tav. N° 4⇒ RIF. NTA ART. 64-65-66-67-68-69-70-71-72-73-74-75-76-77-78-79-80-81 Il PAT relativamente al SISTEMA AMBIENTALE provvede, alla tutela delle Risorse Naturalistiche e Ambientali e all’integrità del Paesaggio Naturale, quali componenti fondamentali della “Risorsa Territorio”, rispetto alle quali è valutata la “sostenibilità ambientale” delle principali trasformazioni del territorio anche con riferimento all’art.4 LR 11/2004 e alla Direttiva 2001/42/CE del 27.6.2001 sulla Valutazione Ambientale Strategica. 2. Difesa del suolo Tav. N° 1⇒ RIF. NTA ART. 11-12-13-15-19 Tav. N° 2⇒ RIF. NTA ART. 27 Tav. N° 3⇒ RIF. NTA ART. 34-35-36-37 Il PAT definisce le aree a maggior rischio di dissesto idrogeologico, le aree esondabili e quelle ad eventuale rischio sismico. Individuerà gli interventi di miglioramento e riequilibrio ambientale da realizzare, definendo gli indirizzi e le prescrizioni per gli interventi di trasformazione urbanistica ed edilizia nelle zone urbanizzate o da urbanizzare. 3. Paesaggio Agrario di interesse Storico Tav. N° 1⇒ RIF. NTA ART. 11-13-16-18 Tav. N° 3⇒ RIF. NTA ART. 48 Tav. N° 4⇒ RIF. NTA ART. 49-52-70 Il PAT individua gli ambiti o unità di paesaggio agrario di interesse storico-culturale e gli elementi significativi del paesaggio di interesse storico, in particolare: - la salvaguardia delle attività agrarie-produttive - la conservazione o la ricostituzione del paesaggio agrario e del relativo patrimonio di biodiversità - la salvaguardia o ricostituzione dei processi naturali, degli equilibri idraulici e idrogeologici e degli equilibri ecologici. 43 4. Centri Storici Tav. N° 1⇒ RIF. NTA ART. 17 Tav. N° 2⇒ RIF. NTA ART. 30 Tav. N° 4⇒ RIF. NTA ART. 68 Il PAT definisce la classificazione dei Centri Storici di cui all’Atlante Regionale in relazione all’entità, al ruolo storico, alle caratteristiche strutturali ed insediative. Per ogni centro storico ne individua la perimetrazione, gli elementi peculiari le potenzialità di qualificazione e sviluppo, nonché gli eventuali fattori di abbandono o degrado sociale, ambientale ed edilizio. Individua inoltre la disciplina generale diretta ad integrare le politiche di salvaguardia e riqualificazione del centro storico con le esigenze di rivitalizzazione dello stesso, anche con riguardo alla presenza di attività commerciali e artigianali. 5. Sistema Insediativo Tav. N° 4⇒ RIF. NTA ART. 50-51-53-54-55-56-57-58-59-63 RELATIVAMENTE AL SISTEMA INSEDIATIVO IL PAT: - verifica l’assetto fisico funzionale degli insediamenti e promuove il miglioramento della funzionalità degli insediamenti esistenti e della qualità della vita all’interno delle aree urbane, definendo per le aree degradate gli interventi di riqualificazione, e di possibile di riconversione e per le parti o elementi in conflitto funzionale le eventuali fasce o elementi di mitigazione funzionale. - Individua delle opportunità di sviluppo residenziale in termini quantitativi e localizzativi, definendo gli ambiti preferenziali di sviluppo insediativo, in relazione al modello evolutivo storico dell’insediamento, all’assetto infrastrutturale ed alla dotazione di servizi, secondo standard abitativi e funzionali condivisi. - stabilisce il dimensionamento delle nuove previsioni per A.T.O. e per ciascuna realtà specifica, con riferimento ai fabbisogni locali. - definisce gli standard urbanistici, le infrastrutture e i servizi necessari gli insediamenti esistenti e di nuova previsione, precisando gli standard di qualità urbana e gli standard di qualità ecologico-ambientale; - definisce gli standard abitativi e funzionali, che nel rispetto delle dotazioni minime di legge, determinino condizioni di vita decorose e coerenti con l’evoluzione storica degli insediamenti, favorendo la permanenza delle popolazioni locali 6. Territorio Rurale Tav. N° 2⇒ RIF. NTA ART. 26 44 Tav. N° 4⇒ RIF. NTA ART. 49-52-62 Per il territorio rurale il PAT si pone l’obiettivo di salvaguardare gli aspetti storico-culturali delle attività tradizionali, e di attuare le politiche di sviluppo delle attività agricole sostenibili attraverso la promozione di specifiche opportunità. 7. Attività produttive Tav. N° 4⇒ RIF. NTA ART. 50 Per le attività produttive il PAT valuta la consistenza e l’assetto del settore secondario e terziario e ne definisce le opportunità di sviluppo, in coerenza con il principio dello “sviluppo sostenibile”. 8. Archeologia Industriale Tav. N° 4⇒ RIF. NTA ART. 66 Il PAT prevede il riuso dei principali e più significativi, manufatti che documentano la storia della civiltà industriale. A tale scopo individua e valorizza le zone e i manufatti dell’archeologia industriale (fabbriche – strutture – edifici ecc.), con lo scopo di un loro possibile recupero e riutilizzo per usi culturali, didattici, espositivi. In ogni caso prospettando destinazioni maggiormente compatibili con gli insediamenti e/o l’ambiente circostante e coerenti con le caratteristiche tipologiche originarie. 9. Sistema Turistico-Ricettivo Tav. N° 3⇒ RIF. NTA ART. 41-42-43-44-45-46 Tav. N° 4⇒ RIF. NTA ART. 65-66-67-68-72-73-77 Per il settore turistico – ricettivo, il piano di assetto del territorio valuta la consistenza e l’assetto delle attività esistenti e promuove l’evoluzione delle attività turistiche, nell’ambito di uno sviluppo sostenibile e durevole, che concili le esigenze di crescita (soprattutto in termini qualitativi) con quelle di preservazione dell’equilibrio ambientale, socio-culturale, agroproduttivo, silvopastorale, ecc.; 10. Servizi a scala territoriale Tav. N° 4⇒ RIF. NTA ART. 50-51-59 Il PAT individua, i principali servizi a scala territoriale, ovvero le parti del territorio ad elevata specializzazione funzionale nelle quali sono concentrate una o più funzioni strategiche, o servizi ad 45 alta specificazione economica, scientifica, culturale sportiva, ricreativa e della mobilità. Tali ambiti sono definiti “Poli Funzionali”. I Poli Funzionali sono caratterizzati inoltre dalla forte attrattività di persone e di merci e da un bacino di utenza di carattere sovracomunale, tali da comportare un forte impatto sugli altri sistemi territoriali. 11. Sistema Infrastrutturale Tav. N° 1⇒ RIF. NTA ART. 20 Tav. N° 4⇒ RIF. NTA ART. 58 Per quanto riguarda il sistema infrastrutturale il PAT suddivide il sistema delle infrastrutture per la mobilità, in sottosistema infrastrutturale sovracomunale e in sottosistema infrastrutturale locale raccordandosi con la pianificazione di settore prevista. 12. Valutazione Ambientale Strategica - VAS SENZA TAVOLA⇒ RIF. NTA ART. 3 Per quanto riguarda l’obbligatorietà della valutazione ambientale strategica sugli strumenti urbanistici di cui alla Direttiva 2001/42/CE e gli obblighi di cui all’art. 4 della LR 11/2004, si sottolinea che la procedura della VAS dovrà configurarsi come elemento fondante per la costruzione del piano, valutando gli effetti ed i differenti scenari derivanti dalle azioni pianificatorie sul territorio al fine di promuovere uno sviluppo equilibrato nel rispetto dell’uso sostenibile delle risorse. 46 TEMI E MATRICI DEL QUADRO CONOSCITIVO, ELABORATI PROGETTUALI DEL PIANO DI ASSETTO TERRITORIALE La strutturazione organizzata del Quadro Conoscitivo e la sua completezza, sono necessarie alla valutazione degli assetti urbanistici da indicare negli elaborati del Piano di Assetto del Territorio. I temi componenti il Quadro Conoscitivo delineano ed inquadrano lo stato di fatto del territorio, lo strutturano in matrici argomentali che ne stabiliscono i raggruppamenti e sono base necessaria alla strutturazione degli elaborati del P.A.T.; i temi sono realizzati sulla base di dati certi raccolti dalle fonti specifiche di ogni materia analizzata che, organizzati secondo le specifiche regionali, formano la gamma di elaborati di analisi per la futura pianificazione del territorio. 47 Quadro Conoscitivo: dati forniti dagli Enti superiori Per quanto concerne la completezza del Quadro Conoscitivo, alcuni dati sono direttamente forniti dalla Regione Veneto già organizzati in sintonia con le specifiche tecniche per l’informatizzazione. I dati forniti dagli Enti superiori, e contenuti nei supporti informatici consegnati, sono come di seguito elencati: Codice Matrice 01 – Informazioni Territoriale di Base Cartografia di Base Carta Tecnica Regionale Numerica 1:5000 e 1:10000; Carta Tecnica Fonte: Regione Veneto Regionale Raster 1:10000; Quadro d’unione elementi CTR 1:5000 – sezioni 1:10000; quadranti CTR 1:20000; Tavolette IGM 1:25000; Fogli IGM 1:50000 – 1:100000 Ortofoto Ortofoto digitali colori Compagnia Generale Riprese aeree 2003; Fonte: Regione Veneto Ortofoto digitali colori Consorzio TelAir 2006 Altimetria Modello digitale del terreno ris. 25 m; Microrilievo della pianura al ARPAV metro; Isoipse; Punti quotati 3D Grafo Viario Fonte: Regione Veneto - Grafo della viabilità stradale a livello regionale; Grafo della viabilità Fonte: Regione Veneto ferroviaria a livello regionale Limiti Limiti amministrativi comunali, provinciali e di regione; sezioni Amministrativi censimento ISTAT 2001; confine di stato, comunità montane Fonte: Regione Veneto Codice Matrice 02 – Aria Qualità dell’aria Zone ai sensi del PRTRA per diversi parametri (SO2, NO2, O3, CO, Fonte: ARPAV benzene, PM10, IPA); Concentrazioni medie annuali e n. di superamenti dei limiti di legge del inquinante atmosferico NO2 – O3 – CO – Benzene – PM10 - IPA Emissioni Emissioni distinte per fonte di diversi parametri (NOx, SO2, COV, Fonte: ARPAV CO, CO2, polveri, metalli pesanti, idrocarburi) Codice Matrice 03 – Clima Precipitazioni Precipitazioni mensili; Numero giorni piovosi Fonte: ARPAV Temperatura Valori medi mensili di temperatura dell'aria a 2 m dal suolo, minima Fonte: ARPAV media e massima; Valori estremi di temperatura dell'aria a 2m dal suolo Anemologia Valori medi mensili di direzione vento prevalente e di velocità vento Fonte: ARPAV media Umidità Valori medi mensili di umidità relativa dell'aria a 2 m dal suolo, minima Relativa media e massima Radiazione Valori medi mensili di radiazione solare globale Fonte: ARPAV Fonte: ARPAV solare Codice Matrice 04 – Acqua Idrografia Limite di costa; Limite di costa; Localizzazione sorgenti; Corsi d'acqua Fonte: Regione Veneto; ARPAV 48 - Grafo Idrografia; Laghi; Localizzazione foci a mare e laguna; Intersezioni idrografia con laghi e laguna; Limite della Laguna di Venezia; Limite dei bacini idrografici secondo PRRA; Limite dei bacini idrografici secondo PTA; Limite dei bacini idrografici e sotto bacini fino ai 10 Kmq Acqua Marina Indice trofico TRIX Fonte: ARPAV Indice di Qualità Batteriologica (IQB); Numero di programmi misure di Fonte: ARPAV Costiera Balneazione miglioramento attuate; Percentuale di siti balneabili (mare e laghi) Livello piezometrico delle falde; Livello idrometrico Fonte: ARPAV Carichi potenziali organici e trofici Fonte: ARPAV Qualità Acque Concentrazione media di inquinanti chimici nelle acque sotterranee; Fonte: ARPAV Sotterranee SCAS: Stato chimico delle acque sotterranee; Temperatura nelle Disponibilità risorse idriche Inquinamento Risorse Idriche acque sotterranee Qualità Acque Acque idonee alla produzione di acque destinate al consumo umano; Specif. Des. Acque idonee alla Vita Pesci; Conformità delle acque destinate alla Fonte: ARPAV vita dei molluschi Qualità Acque Sup. Interne LIM: Livello di Inquinamento da Macrodescrittori; IBE: Indice Biotico Fonte: ARPAV Esteso; SECA: Stato ecologico dei corsi d'acqua; SACA: Stato ambientale dei corsi d'acqua; SEL: Stato ecologico dei laghi; SAL: Stato Ambientale dei Laghi Qualità Servizi Idrici Elenco dei depuratori pubblici; Fonte: ARPAV Localizzazione dei depuratori pubblici Codice Matrice 05 – Suolo e Sottosuolo Geomorfologia Localizzazione delle cave attive ed estinte; Numero di cave attive; Fonte: Regione Veneto Volume di materiale estratto Geositi Localizzazione puntuale dei geositi del Veneto Fonte: Regione Veneto Idrogeologia Pozzi Fonte: Regione Veneto Litologia Litologia a scala Regionale Fonte: Regione Veneto Rischi Naturali Aree a rischio frane (Inventario Fenomeni Franosi in Italia); Aree a Fonte: Regione Veneto – ARPAV rischio sismico; Aree a rischio valanghe Suoli Classi di capacità d'uso dei suoli; Rischio erosione ; Carta dei suoli Fonte: ARPAV del Veneto - scala 1:250000; Carta dei suoli del bacino scolante in laguna scala 1:50000; Rischio percolazione azoto Uso del Suolo Aree occupate da diverse tipologie di uso del suolo Fonte: Regione Veneto Codice Matrice 06 – Biodiversità Estensione dei principali tipi di habitatat (Carta della Natura) Fonte: ARPAV Ecosistemi Carta Regionale delle categorie forestali; Carta Regionale delle Fonte: Regione Veneto Forestali categorie forestali a copertura insufficiente Ecosistemi Naturali Agr. 49 Codice Matrice 08 – Patrimonio CAA Centri Storici Centri storici - Atlante Fonte: Regione Veneto Patrimonio Ville Venete Fonte: IRVV Ins. Sorico Sparso Codice Matrice 09 – Inquinanti Fisici Brillanza relativa del cielo notturno Fonte: ARPAV Radiazioni Percentuale di abitazioni attese superare un determinato livello di Fonte: ARPAV Ionizzanti riferimento di concentrazione media annua di radon; Andamento Inquinamento Luminoso temporale della concentrazione di attività di radionuclidi nei fanghi e reflui di depuratori urbani Radiazioni Elenco e localizzazione degli impianti attivi radiotelevisivi e SRB; non Ionizzanti Elenco e localizzazione delle linee elettriche ad alta tensione; Fonte: ARPAV Sviluppo in chilometri delle linee elettriche (varie tensioni) in rapporto all’area considerata; Percentuale di popolazione esposta a determinati livelli di CEM per tipologia di sorgente (elettrodotti e impianti per teleradiocomunicazioni); Percentuale di superficie vincolata ai sensi della LR Veneto 27/93 Rumore Numero di comuni che hanno adottato il piano di classificazione Fonte: ARPAV acustica; Livelli di rumorosità delle strade extraurbane; Estensione della rete stradale regionale e provinciale che presenta livelli di rumorosità compresi in prefissati intervalli; Livelli di rumorosità generata dal traffico ferroviario; Estensione della rete ferroviaria che presenta livelli di rumorosità compresi in prefissati intervalli; Percentuale di popolazione esposta a determinati livelli di rumorosità generata dalle infrastrutture di trasporto in ambito urbano Codice Matrice 10 – Economia e Società Abitazioni Edifici; Abitazioni occupate; Abitazioni non occupate; Percentuale Fonte: SISTAR abitazioni occupate in proprietà; Percentuale abitazioni occupate in affitto; Superficie media abitazioni; Tasso di affollamento; N° medio stanze per abitazione; N° medio stanze per abitante Agricoltura Superficie agricola utilizzata (SAU) ISTAT; N. aziende agricole; Aziende con allevamenti; Numero di capi negli allevamenti di Fonte: SISTAR – Regione Veneto bestiame per tipologia (suini, cavalli, capre, …); Numero di aziende destinate all’agricoltura biologica; Superficie agricola destinata all’agricoltura biologica; Numero di Aziende agricole che adottano misure agroambientali dell’UE; Estensione delle superficie interessate di Aziende agricole che adottano misure agroambientali dell’UE; Estensione superficie agricola a seminativo; Estensione superficie agricola a frumento e altri cereali Commercio Esportazioni ed importazioni per attività economica Fonte: SISTAR Valore aggiunto e pro capite Fonte: SISTAR Estero Conti economici 50 Credito Sportelli bancari; Depositi per abitante; Impieghi per abitante Fonte: SISTAR Energia Consumi di gas metano; Consumi di energia elettrica per categoria di utilizzatori Numero Famiglie; Variazione percentuale decennale del numero di famiglie; Variazione percentuale decennale del numero medio di componenti; N° medio componenti Imprese; Unità lavoro in agricoltura; Unità lavoro nell’industria; Unità lavoro nei servizi; Unità lavoro totali; Unità lavoro per km2; Addetti totali; Addetti in agricoltura; Addetti nell’industria; Addetti nei servizi; Addetti per 1.000 abitanti; Dimensione media delle Unità Locali Elenco delle aziende a rischio di incidente rilevante di cui al D.Lgs.334/99 e s.m.i; Localizzazione delle aziende a rischio di incidente rilevante Popolazione residente per grado di istruzione; Tasso di incidenza scuola superiore; Tasso di incidenza università; Alunni iscritti alla scuola materna; Alunni iscritti alla scuola primaria; Alunni iscritti alla scuola secondaria di I grado; Alunni iscritti alla scuola secondaria di II grado; Iscritti alle Università per facoltà; Laureati per facoltà Occupati da censimento; Occupati da forze lavoro;Tasso di occupazione da censimento;Tasso di occupazione da forze lavoro;Tasso di disoccupazione da censimento;Tasso di disoccupazione da forze lavoro Numero di veicoli circolanti per tipo; Traffico marittimo e aereo per tipologia (merci e passeggeri); Localizzazione delle infrastrutture aeroportuali Popolazione residente per sesso; Saldo naturale e migratorio;Natalità e mortalità; Tasso di natalità; Tasso di mortalità Fonte: Occupati e studenti che rientrano giornalmente a casa per mezzo utilizzato, luogo di lavoro e tempo impiegato N° impianti di gestione rifiuti (discariche, incene ritori, altro); elenco delle discariche; localizzazione delle discariche; Quantità di rifiuti speciali (non pericolosi, pericolosi, da costruzione demolizione non pericolosi) prodotti; Quantità di rifiuti urbani prodotti; % Raccolta differenziata; Sistemi di raccolta dei rifiuti urbani; N° ecocentri Popolazione per sesso e singolo anno di età; Indice di vecchiaia;Indice di dipendenza; Indice di ricambio Stranieri residenti; Stranieri residenti su 1.000 abitanti; Permessi di soggiorno Superficie territoriale; Densità della popolazione Arrivi; Presenze; Strutture; Permanenza media; Tasso di turisticità; Indice di utilizzazione Fonte: SISTAR Famiglia Imprese Unità Locali Industria Istruzione Lavoro Mobilità Movimento Anagrafico Pendolarismo Rifiuti Stato Civile Stranieri Territorio Turismo SISTAR – ARPAV Fonte: SISTAR Fonte: SISTAR Fonte: ARPAV Fonte: SISTAR Fonte: SISTAR Fonte: SISTAR – Regione Veneto Fonte: SISTAR Fonte: ARPAV Fonte: SISTAR Fonte: SISTAR Fonte: SISTAR Fonte: SISTAR Codice Matrice 11 – Pianificazione e Vincoli Pianificazione PTRC approvato nel 1994; Aree a rischio Idraulico e Idrogeologico in Terri. Vigente riferimento al P.A.I.(L.18.05.1989, n.183 - art. 17) Tutele perimetro Piani di Area e tabella di riferimento; siti di importanza Fonte: Regione Veneto Fonte: Regione Veneto comunitaria (SIC); zone di protezione speciale (ZPS); Important birds area (IBA); ambiti per l’istituzione di parchi e riserve regionali; aree di tutela paesaggistica di interesse regionale e competenza provinciale; aree di tutela paesaggistica di interesse regionale e competenza degli enti locali Vincoli Elenco dei Comuni rispetto all'esistenza, alla consistenza e Fonte: Regione Veneto all'aggiornamento delle terre di uso civico; Elenco delle terre di uso civico a livello catastale; corsi d'acqua pubblici ai sensi della L.431/1985; vincolo idrogeologico; ambiti montani oltre 1600 metri; perimetro parchi nazionali e regionali; perimetro riserve nazionali e regionali; boschi e foreste; zone umide; zone di interesse archeologico (aree); vincolo sismico Per quanto riguarda i dati non reperiti direttamente dalla Regione Veneto, il Quadro Conoscitivo si compone nel seguente modo: 51 Codice Matrice 01 – Informazioni Territoriale di Base Rete Viaria Rete viaria comunale (stradario); Viabilità di analisi Fonte: Comune Codice Matrice 04 – Acqua Qualità Servizi Idrici Volumi di acqua da scarichi civili e industriali collettati in fognatura; Fonte: Comune Perdite rete acquedottistica; Percentuale della popolazione connessa alla rete fognaria; Percentuale della popolazione connessa alla rete acquedottistica Codice Matrice 05 – Suolo e Sottosuolo Geomorfologia Carta Geomorfologica 1:10.000 (aree e linee) Fonte: Comune Idrogeologia Carta Idrogeologica 1:10.000 (aree e linee) Fonte: Comune Litologia Carta Litologica 1:10.000 (aree) Fonte: Comune Suoli Carico unitario di fanghi da depurazione Fonte: Provincia Uso del suolo Copertura del suolo agricolo Fonte: Comune Codice Matrice 06 – Biodiversità Sistemi SistemiEcorelazionali Fonte: Comune Ecorelazionali Codice Matrice 08 – Patrimonio CAA Centri Storici Centri storici minori - Atlante Fonte: Comune Codice Matrice 10 – Economia e Società Agricoltura Superficie agricola utilizzata calcolata dal Comune Fonte: Comune Energia Percentuale di popolazione servita da teleriscaldamento Fonte: Comune Mobilità Flussi di traffico stradali; Estensione rete Trasporto Pubblico Locale; Fonte: Estensione piste ciclabili; Estensione ZTL; Superficie parcheggi Comune - Provincia Codice Matrice 11 – Pianificazione e Vincoli Pianificazione Piano Regolatore Generale Comunale Vigente; Zonizzazione del Urbanistica PRG vigente; Ambiti di Piano attuativo del PRG vigente; Zonizzazione Vigente prevista nei piani attuativi; Attività produttive in zona impropria PRG Fonte: Comune vigente; Percorsi pedonali e piste ciclabili del PRG vigente 52 Elaborati Progettuali del Piano Di Assetto Territoriale Per quanto concerne la completezza degli elaborati progettuale del Piano di Assetto del Territorio nella totalità di competenza del Comune, le informazioni che compongono gli elaborati sono: Vincoli Pianificazione Territoriale Elaborato1: Carta dei Vincoli e della Pianificazione Territoriale Vincolo: sismico, monumentale Vincolo Paesaggistico D.Lgs42/2004 Ambiti naturalistici di livello regionale Centri storici Agro-centuriato Elementi generatori di vincolo Fasce di rispetto Viabilità Idrografia Invarianti Elaborato2: Carta delle Invarianti Invarianti di natura paesaggistica (aree) Invarianti di natura paesaggistica (linee) Invarianti di natura storico-monumentale (aree) Invarianti di natura storico-monumentale (linee) Invarianti di natura storico-monumentale (punti) Fragilità Elaborato3: Carta delle Fragilità Compatibilità geologica Aree a dissesto idrogeologico Tutela ai sensi dell'art.41 della L.R.11/2004 Trasformabilità Elaborato4: Carta della Trasformabilità Ambiti Territoriali Omogenei Aree di urbanizzazione consolidata Edificazione diffusa Aree di riqualificazione e conversione Limiti fisici della nuova edificazione Aree preferenziali di sviluppo insediativo prioritarie Strada mercato Servizi di interesse comune di maggior rilevanza Punto critico di viabilità Linea indicativa viabilità di previsione Interventi di riordino in zona agricola Linee preferenziali di sviluppo insediativo Ambiti territoriali cui attribuire i corrispondenti obiettivi di tutela, riqualificazione e valorizzazione Ville individuate nella pubblicazione dell'Istituto regionale per le Ville venete Edifici e complessi di valore monumentale testimoniale Pertinenze scoperte da tutelare Centri Storici di Progetto Coni visuali Aree boschive o destinate a rimboschimento Ambito territoriale da riqualificare di interesse paesaggistico (Parco Agricolo) Cardi e Decumani esistenti da tutelare Cardi e Decumani scomparsi da recuperare e tutelare Zone di ammortizzazione o transizione (Aree di connessione naturalistica) 53 Corridoi ecologici principali Corridoi ecologici secondari Percorsi ciclo-pedonali esistenti e/o di progetto Matrici naturali primarie Barriere infrastrutturali Barriere naturali Specchi lacuali 54