VALLE SOANA
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VALPRATO SOANA IL RITORNO DEL LUPO: RISORSA O NUOVO PROBLEMA ? UNA LETTERA INVIATA AD UN QUOTIDIANO SCATENA LE POLEMICHE SUI SOCIAL NETWORK (da “IL RISVEGLIO POPOLARE” del 23 gennaio 2014) VALPRATO SOANA – Il ritorno del lupo in valle Soana è da considerare come una risorsa per il territorio valligiano oppure l'ennesima penalità da pagare per chi ancora in montagna vive e lavora ? E' proprio attorno a questo dilemma che, nelle ultime due settimane, si è sviluppata sui social network (ed in particolare su Facebook) un'ampia ed articolata discussione, a seguito di una lettera inviata da una valligiana che risiede a Valprato Soana (e pubblicata ad inizio gennaio nella rubrica "Specchio dei Tempi" del quotidiano torinese "La Stampa"), dai toni piuttosto critici sulle conseguenze del ritorno di questo mitico animale predatore. A fare da detonatore dei tanti commenti, spesso aspramente contrari ma a volte anche favorevoli a quanto scritto (questi ultimi formulati principalmente da chi abita in valle Soana), è stato forse il tono vagamente "apocalittico" evocato in alcuni passaggi della lettera, nella quale si paventava tra l'altro il dubbio che il ritorno del lupo fosse avvenuto in seguito ad una "reintroduzione" dell’animale per opera dell'uomo e non, come hanno più volte spiegato gli studiosi, in modo del tutto naturale attraverso la migrazione di alcuni esemplari dalle altre valli piemontesi. Dalla lettura della medesima pareva inoltre di capire che sempre alla presenza del lupo in valle si potessero ascrivere, oltre agli episodi (al momento alquanto contenuti) di predazione di animali da pascolo quali le pecore, anche una rarefazione della fauna in generale, ed in particolare degli ungulati, fino ai possibili pericoli per la stessa incolumità delle persone messa a repentaglio fin nei cortili delle case. Insomma, un'immagine del lupo fortemente legata ad antichi stereotipi retaggio di favole e di pregiudizi duri a morire, che ha però di rimbalzo provocato la reazione, a volte anche scomposta, di molte persone sui social network, ma che ha avuto comunque almeno il pregio di riportare al centro dell'attenzione questo angolo di montagna valligiana, ricco di numerose attrattive ambientali spesso però poco conosciute dagli stessi abitanti della vicina pianura canavesana. Ma se la ricomparsa del lupo viene vista da qualche abitante della valle come un, peraltro impossibile, ritorno ai secoli bui di un passato ormai remoto, è invece purtroppo vero che la Val Soana oggi ha meno residenti stabili che nello stesso Medioevo (quando lupi, linci ed orsi si aggiravano numerosi nelle foreste della valle), avendo solo negli ultimi cento anni i tre Comuni di Ingria, Ronco e Valprato perduto oltre il 90% della loro popolazione. Ed oggi non ci sono più bambini che vanno a scuola a piedi attraversando le foreste dell'Andorina o di Nivolastro, e credo siano ormai scomparse del tutto anche le vecchiette che raccolgono fasci di legna nei boschi, i quali sono peraltro ingombri di grandi alberi secchi caduti a terra e lasciati marcire. Non ci sono più negozi di alimentari a Valprato ed Ingria, le scuole elementari sopravvivono (a stento) solo a Ronco, non si riesce più a trovare un prato in cui venga falciato il fieno ed i pascoli sono ormai da anni devastati dai cinghiali (reintrodotti, quelli si davvero, a seguito di politiche venatorie quantomeno discutibili). A Piamprato, dopo investimenti nell'ordine di milioni di euro, gli impianti di sci quest'anno sono per ora rimasti tristemente chiusi pur in presenza di un abbondante innevamento, ed a Campiglia Soana l'Hotel Gran Paradis giace ormai semi-abbandonato da oltre un decennio, come un gigantesco e lussuoso "Titanic" finito in fondo al mare . Sarebbe quindi bello che qualcuno, dalla Val Soana, finalmente facesse sentire forte e chiara la sua voce per parlare e proporre soluzioni ai tanti problemi concreti di questa valle bellissima ma agonizzante, tra i quali i lupi non occupano certo il primo posto. Anzi, il ritorno del lupo in valle, oltre all'importanza dal punto di vista dell'ecosistema per una valle che si vanta giustamente della sua ricchezza di "biodiversità" facendone addirittura uno slogan da adesivo, potrebbe diventare anche un formidabile richiamo turistico, ma occorre davvero un cambio di mentalità capace di un approccio più pragmatico e meno emotivo a questa nuova realtà. E poi, alla fine, se il lupo è tornato a far sentire il suo ululato da Ingria fino a Valprato, è soprattutto perché negli ultimi cinquanta anni la valle Soana si è paurosamente svuotata di abitanti, i boschi sono tornati foreste selvagge e spesso impenetrabili, i prati ed i campi sono scomparsi insieme agli ultimi contadini di montagna. Ed il lupo non ha fatto altro che andare a riempire il vuoto che si era creato nella nicchia ecologica valligiana, secondo le leggi inesorabili della Natura alla quale l’Uomo ipertecnologico del XXI° secolo troppo spesso dimentica di appartenere, con conseguenze ambientali sempre più drammatiche per l’intero pianeta Terra. Marino Pasqualone
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