Dicembre 2012
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Dicembre 2012
+ oltreconfine Italia Ebraica voci dalle Comunità n. 12/2012 HATIKWA Unione Giovani Ebrei d’Italia NEW YORK STYLE PALESTRE PAG. 8 Italia Ebraica – attualità e cultura dalle Comunità ebraiche italiane ‐ registrazione Tribunale di Roma 220/2009 | [email protected] – www.italiaebraica.net | supplemento a Pagine Ebraiche ‐ n. 12 ‐ 2012 reg. Tribunale di Roma 218/2009 ISSN 2037‐1543 (direttore responsabile: Guido Vitale) PISA EBRAICA Il ritorno di Nessiah QUI FIRENZE – UNA CORSA PER LA PACE LIVORNO EBRAICA I 50 anni del Tempio Torna l'appuntamento con Nessiah, festival di cultura e musica ebraica organizzato su tutto il territorio provinciale dalla Comunità di Pisa. Giunto alla sedicesima edizione, Nes‐ siah propone quest'anno un'intrigante map‐ patura dell'ebraismo italiano guidando il pub‐ blico alla scoperta di numerose e diversificate di Gavriel Zarruk Festa solenne a Livorno per il 50esimo anniversario della rico‐ struzione del Tempio di piazza Be‐ namozegh. Numerosi i momenti che hanno scandito una cerimonia dalle grandi emozioni e dal grande significato. Dopo lo svolgimento di Shachrit le celebrazioni sono iniziate con la cucitura del Sefer Torah, donato dalla signora Jeru‐ shalmi in memoria di Beniamino realtà locali. Il via domenica 2 dicembre con Enrico Fink e con lo spettacolo in salsa fer‐ rarese La mamma, l'angelo e la ciambella. a pag 3 TORINO EBRAICA Riflettori sul Tempio Da diversi anni i portici e le piazze del capo‐ luogo piemontese sono diventati una meta privilegiata per girare film, documentari e fic‐ tion‐tv. Nelle scorse settimane anche la Co‐ munità ebraica ha avuto il proprio set cine‐ Dalla sinagoga alla moschea: fianco a fianco, falcata dopo falcata, con la voglia di condividere una grande giornata di festa, speranza, impegno. È fortissimo il messaggio lanciato dagli otto atleti – quattro ebrei e quattro arabo-israeliani – protagonisti della corsa per la pace svoltasi in riva all'Arno nell'ambito delle iniziative della 25esima Maratona di Firenze e in previsione di un prossimo gemellaggio dell'evento podistico toscano con la Jerusalem Marathon. Accolti dai vertici della Comunità ebraica, dal presidente Guidobaldo Passigli e dal rabbino capo Joseph Levi, gli sportivi – con al loro fianco anche l'imam Izzedin Elzir – si sono diretti, a passo di corsa, verso il vicino luogo di culto islamico di piazza dei Ciompi. L'iniziativa, promossa dalla onlus Enzo B in collaborazione con Opera del Tempio Ebraico di Firenze e Maccabi Italia, si è conclusa con una conferenza stampa a Palazzo Vecchio. PARTNERSHIP Imprenditoria Trento sceglie Israele matografico ospitando una troupe della tv statale israeliana Arutz 1 venuta a realizzare un documentario nell’ambito del progetto Kehillot madlikot volto a illustrare vita e ca‐ ratteristiche di sette diverse Comunità nel mondo: Boston, Buenos Aires, Odessa, To‐ ronto, Tolosa, Oslo e appunto Torino. a pag 4 Ridurre le barriere all'innovazione, stimolare la crescita e l'imprenditoria, favorire lo sviluppo di iniziative in grado di conquistare il mercato. Obiettivi che sono alla base dell'accordo per la ricerca industriale stipulato in primavera tra Provincia autonoma di Trento e go‐ verno israeliano. Un accordo arrivato ora un nuovo importante risultato. Già accessibili infatti i primi bandi volti a sostenere lo sviluppo di progetti comuni nei settori dell'Ict, delle biotecnologie, delle energie rinnovabili e delle tecnologie am‐ bientali. Soddisfazione per l’implementazione dell’ini‐ ziativa è gli altri espressa dal presidente della Provincia di Trento Lorenzo Dellai (nella foto). “Con alle spalle un'esperienza ventennale di collaborazione scientifica con Israele, il Trentino – ha sottolineato – è l'unica re‐ altà amministrativa di livello regionale ad aver sotto‐ scritto un accordo quadro per la ricerca industriale. Un risultato che ci rende orgogliosi e che ha tradotto sul territorio lo spirito che lega i due governi”. GIUSTI TRA LE NAZIONI FIRENZE EBRAICA Cultura e impegno L’abbraccio di Joel e Pietro. 70 anni dopo Significativa attività accademica, un ampio ventaglio di pubblicazioni, l'impegno di cul‐ tura assunto alla guida scientifica del museo della Comunità ebraica di Firen‐ ze. Queste le motivazioni che hanno portato alla no‐ mina della professoressa Dora Liscia Bemporad tra i nuovi componenti dell'Accademia delle arti e del disegno, nel suo genere tra le istituzioni più antiche e prestigiose al mondo. Il registro dei Giusti tra le nazioni dello Yad Vashem si arricchisce di due nuovi nomi: quello dei coniugi lombardi Erminio e Ada Lomazzi che, ai tempi della persecuzione nazifascista, nascosero la famiglia Diena nella loro locanda ad Abbiate Guazzone, frazione di Tradate (Varese). A sancire questo momento una toccante commemorazione svoltasi al liceo Curie alla presenza, tra gli altri, del presidente emerito dell'Assemblea rabbinica italiana rav Giuseppe Laras e di Dan Haezrachy dell'Ambasciata d'Israele a Roma. La cerimonia è stata l'occasione per un commovente abbraccio a distanza di quasi 70 anni da quei giorni. Protagonisti Joel Diena e Pietro Lomazzi, il bambino ebreo braccato dal regime oggi affermato economista in Canada e l'amico d'infanzia figlio dei suoi salvatori. Fglio di Giorgio Diena, storico chazan della Comunità ebraica di Milano e fratello di Baruch, cui rav Prato propose la carica di vicerabbino a Roma alla fine degli anni Quaranta, Joel ha avuto l'opportunità di esternare a nome di tutta la famiglia - gratitudine e riconoscenza per un'azione di coraggio mai dimenticata. Flora e Moise Jerushalmi z.l., con l'aiuto del rabbino capo Yair Didi e la cerimonia religiosa con la scrittura delle lettere sul libro sa‐ cro. A fare gli onori di casa il presiden‐ te Vittorio Mosseri che, nel suo di‐ scorso, si è soffermato sulle com‐ plesse vicende della riedificazione del luogo di culto, un consegui‐ mento non facile in quanto inizial‐ mente si ebbero problemi per i fi‐ nanziamenti e i lavori si protras‐ sero per ben quattro anni (dal 25 aprile 1958 al 23 ottobre 1962, giorno dell'inaugurazione). Il presidente ha ricordato la figura del professor Togni che con un de‐ creto riuscì a dar vita, grazie al‐ l'aiuto dello Stato, a questa impre‐ sa. Il progetto fu ideato e curato dall'architetto romano Angelo Di Castro, tra gli altri anche rav Al‐ fredo Toaff z.l seppe dare un gran‐ de contributo alla propria Comu‐ nità. Mosseri ci ha guidati in un viaggio nel tempo, tramite la lettura di al‐ cuni frammenti del discorso del‐ l'allora presidente, Renzo Cabib, figura carismatica della Comunità, che seppe sottolineare come la pa‐ rola “ricostruzione” non si limi‐ tasse al solo significato di rico‐ struzione fisica del Tempio ma an‐ che a una nuova spiritualità: un momento carico di significato e soprattutto di responsabilità, in una realtà dove la Shoah, con i suoi orrori, aveva già mietuto le sue vittime innocenti. Il presidente ha ricordato che l'edificio fu completato con l'in‐ troduzione dell'arca santa e ha concluso il proprio intervento sot‐ segue a pag. 2-3 Italia Ebraica pag. 2 dicembre 2012 la voce delle Comunità SALVATORE MASSIMO STELLA GIULIANA GHERARDUCCI LIVORNO EBRAICA Impegno, suggestioni e un nuovo Sefer per il Cinquantenario segue da pag. 1 tolineando quanto questa Comunità sia stata una delle più attive del Mediterraneo, portatrice, come evi‐ denzia il discorso di Cabib, di una “nota ebraica in un unico folkore livornese, in‐ sieme intesi a rifare la città, risorgente sulle sue rovine”. Presente all'evento an‐ che la consigliera dell'ambasciata di Israele, Lidia Raviv, che ci ha fatto riflet‐ tere su quanto l'arrivo di un Sefer Torah, oltre a essere uno dei momenti più belli per il popolo ebraico poiché attesta il rin‐ novamento, sia la maniera più giusta per festeggiare un appuntamento così carico di significato come quello del Cinquan‐ tenario. Un riferimento particolare è stato fatto alla nostra Kehillah, meritevole di aver dato sostegno allo Stato di Israele sin dalla sua nascita. Belle parole sono state spese anche dal primo cittadino, Alessandro Cosimi. Il sindaco ha elogiato uomini e donne che hanno dato un im‐ portante contributo alla comunità e alla società livornese: personaggi come Ugo Mondolfi, antifascista e parlamentare so‐ cialista, e i numerosi ebrei che parteci‐ parono al Risorgimento. Ha poi ringra‐ ziato Paola Bedarida con cui ha lavorato, negli anni passati, nell’amministrazione comunale. Un pensiero infine per due rabbini conosciuti durante il suo man‐ dato, rav Kahn z.l e rav Kalon z.l. Succes‐ sivamente ha preso la parola il presidente della Provincia, Giorgio Kutufà, che ha evidenziato il profondo affetto che lega lui e la sua famiglia a questi luoghi. Kutufà ha elogiato non solo la sinagoga ma an‐ che la scuola rabbinica, storico punto di riferimento, per poi sottolineare i conti‐ nui e proficui rapporti intessuti con l'ebraismo labronico. “I cuori – ha spie‐ gato – devono essere sempre capaci di pulsare contrariamente ai muri di pre‐ giudizio”. Per ultimo è intervenuto il rab‐ bino capo Yair Didì, che ha evidenziato come l'anniversario che si stava celebran‐ do rappresentasse un'ottima occasione per l'entrata del Sefer Torah poiché, lo stesso, è testimonianza fedele della pa‐ rola di Hashem: di fatto nessuna parola della Torah è mai stata modificata nei 2000 anni di Diaspora. Alla base dei prin‐ cipi fondanti dell'ebraismo, ha proseguito il rav, c'è la vita. E l'ingresso di un Sefer Torah simboleggia di fatto una vita nuova Il presidente Mosseri: “Una gioia per noi e per tutta la città” di Vittorio Mosseri presidente della Comunità ebraica di Livorno In una soleggiata mattina di cinquantaquattro anni fa, alla presenza delle autorità e del ministro Giuseppe Togni il rabbino Alfredo Toaff di z.l. pronunziò la benedizione “shehekheyianu” che suona così: “Benedetto sia Tu, Signore nostro Dio Re del Mondo, che ci hai fatto vivere, ci hai mantenuto e ci hai fatto giungere fino a questo momento”. È questa la benedizione che oggi noi possiamo e dobbiamo ripetere nel mentre ci accingiamo a celebrare i 50 anni dall’inaugurazione dell’opera che chiuse per noi l’era delle distruzioni belliche e della provvisorietà nell’esercizio del culto nei locali invero poco capienti della Yeshivà Marini. Il cammino però non era stato facile: falliti i tentativi di salvare e consolidare i ruderi della sinagoga che i ripetuti furti di travi ed altro materiale fecero crollare definitivamente, iniziarono le trattative con lo Stato cui competeva di finanziare la ricostruzione. La Comunità insisteva per la formula “com’era e dov’era”, formula che lo Stato non volle accettare, e per la spesa che fu giudicata eccessiva, e per la difficoltà attraverso una Torah nuova per la Co‐ munità. Ha poi preso avvio la cerimonia vera e propria. Moderatore il morè Chaim Leone, che ha invitato un Cohen, un Levi e un Israel per compleatare la scrittura delle ultime tre lettere del Sefer. Il Tempio era intanto addobbato con foglie di alloro sul pavimento, proprio come facciamo generalmente a Simchà Torah; il colore di maggior risalto per l'evento è stato il bianco, simbolo di purezza, sia sulle kip‐ pot in memoria di Beniamino Flora e di reperire i materiali come marmi preziosi, stucchi ecc e il personale che li mettesse in opera. I maggiorenti della Comunità e il rabbino Toaff dovettero pertanto rinunziare all’idea di rivedere l’imponente e fastoso monumento alla fede dei Padri che era stato per oltre tre secoli l’orgoglio della città e meta di visite da parte di tutti i sovrani che giungevano a Livorno. I lavori del nuovo progetto, arditamente moderno, redatto dall’architetto Angelo di Castro, si protrassero per quattro anni: la scatola muraria fu finanziata dallo Stato ma l’arredamento fu lasciato alla cura e alle spese della Comunità, che dovette lanciare una sottoscrizione internazionale per coprire la ragguardevole somma necessaria per completare l’opera. L’edificio così concepito fu successivamente completato con un’Arca Santa in finissima fattura barocca (firmata e datata 1708) proveniente dalla cessata Comunità ebraica di Pesaro. Un Sefer Torah nuovo è stato inaugurato due settimane or sono ed è stato dedicato alla memoria di quattro benefattori locali che donarono ingenti somme alle nostre istituzioni, affinché la Comunità, pure nelle attuali difficili circostanze, provveda anche alle necessità dei bisognosi che fra di noi Moise Jerushalmi che sul parochet del‐ l'Aron haKodesh. Il coro Ernesto Ventura ha piacevolmente accompagnato questi intensi minuti. Successivamente sono state accese delle candele: rav Didì, i due maskil Samuel Zarrugh e Daniele Beda‐ rida, hanno letto le ultime tre chiamate della parashà Vezoth Haberachà; dopo aver mostrato la Torah a tutti i presenti, è stato fatto indossare al Sefer il meil, la sua veste. Il nuovo Sefer ha un valore uni‐ co anche per le piccole dimensioni: è alto non mancano. Oggi un altro Sefer Torah, donato da benefattori esteri, fa il suo ingresso nel nostro Tempio, e questo ovviamente, collegato al Cinquantenario che celebriamo, costituisce festa grande, per noi e per la cittadinanza che ha visto risorgere un monumento che rimanda alla gloria di quella che fu la più attiva Comunità ebraica del Mediterraneo e che ha illustrato nel mondo il nome di Livorno. Ancora oggi in Israele si stampano formulari di preghiera con l’indicazione “Nosach Livorno”, secondo l’uso di Livorno. “Ai livornesi noi livornesi diciamo: Ecco, il Tempio è di nuovo al suo posto. Vedete siamo qui, non ci hanno distrutto: Siamo ancora e continuiamo ad essere la nota ebraica di un unico folklore livornese, insieme intesi a rifare la città, risorgente sulle sue rovine”. Con queste parole l’allora presidente della Comunità ebraica, professor Renzo Cabib, concluse il discorso che tenne il giorno dell’inaugurazione del Tempio 50 anni fa. Gioia, dunque, per tutti noi e per la nostra città, con l’auspicio che si possa godere di rinnovata prosperità nella pace e nella reciproca civile convivenza che da Livorno è stata nei secoli un vanto della Comunità ebraica e della città. Con l’aiuto di Dio. solo 30 centimetri e questo richiede un maggior impegno da parte del Sofer per la sua scrittura. Per questa speciale oc‐ casione Liliana Kahn ha donato un se‐ condo meil in memoria del grande mae‐ stro rav Kahn z.l e a Samuel Zarrugh e ai suoi fratelli. Mosseri ha quindi aperto l'echal facendo uscire sette sefarim con‐ segnati ad alcuni volontari. Il primo Sefer Torah, quello donato dalla signora Jeru‐ shalmi, era nelle mani del rabbino che lo ha portato con sé fino alla Tevah, seguito RAV DIDI: “LO METTEREMO A DISPOSIZIONE DI ALTRE COMUNITÀ” La base è a Livorno ma, come sottolinea il rabbino capo Yair Didi, l'obiettivo è quello di supportare – in caso di necessità – altre piccole e medie realtà dell'ebraismo italiano che non sono in grado di celebrare regolarmentele funzioni religiose all'interno dei propri Batei Haknesset. Un sefer “itinerante”, sottolinea, che ben si presta ad essere trasferito su richiesta (e alcune Comunità si sono già fatte avanti) anche per via delle dimensioni ridotte e della sua conseguente facile trasportabilità. “È un'indicazione specifica della signora Yerushalmi. L'obiettivo che si è prefissa con questa donazione e con quella, precedente, del Sefer che negli scorsi mesi è stato accolto nella sinagoga di Genova – spiega il rav – è quella di offrire un servizio fruibile al maggior numero possibile di persone. Per dare slancio a un ebraismo vivo e consapevole, nelle grandi come nelle piccole Comunità”. dalla processione degli altri. I sefarim so‐ no usciti dall'echal per “invitare” il nuovo Sefer Torah. Sulla Tevah rav Didi ha re‐ citato alcune preghiere per lo Stato di Israele, il kahal, il benessere e la salute della città di Livorno; Samuel Zarrough ha poi intonato lo Shemà Israel. Termi‐ nato il tutto è stato fatto un giro completo dentro il Tempio e i sefarim sono stati riposti nell'echal. È infine arrivato il suo‐ no dello shofar, simbolo di giubileo per il Cinquantenario. La cerimonia si è conclusa nella sua to‐ talità con l'esecuzione da parte del coro del solenne, quanto piacevole canto, Ani Maamin che ha una valenza molto pro‐ fonda e carica di significato in quanto si basa sulla speranza di redenzione e ar‐ rivo del Messia per Am Israel. Le iniziative sono proseguite nel pome‐ riggio, presso la Goldonetta, con una mo‐ stra fotografica e con la presentazione del libro Un tempio nuovo per una fede antica della professoressa Liana Elda Fu‐ naro. In serata il coro ha proposto l'ese‐ cuzione di canti tipici della tradizione ebraico‐livornese. Italia Ebraica dicembre 2012 pag. 3 la voce delle Comunità FIRENZE EBRAICA Florens, progetti di vita e conoscenza Ricordando Menè, tutti e non solo degli renze il 4 novembre di mappatura, la salvaguardia e la va‐ il politico coraggioso Lalorizzazione ebrei”. Il completamento 46 anni fa e dal proces‐ del patrimonio culturale che accusò Mussolini ebraico europeo. Una sfida rilanciata so di recupero dei beni dei lavori di restauro della di Gadi Polacco Era il 4 agosto del 1922 quando i fascisti costrinsero con la forza il sindaco Mondolfi e l’onorevole Modigliani a lasciare il Comune per impadronirsene: l’episodio è stato richiamato, nel Cinquantesimo della sinagoga, dall'attuale primo cittadino di Livorno Cosimi che ricordava così, citando quel suo predecessore ebreo, l’apporto alla vita delle istituzioni pubbliche reso dalla Comunità ebraica. Poche ore prima, sempre nella città labronica, il Circolo di cultura politica a lui intitolato apriva un convegno, con prestigiosi relatori, nel 140esimo anniversario esatto della nascita di Giuseppe Emanuele Modigliani, detto “Menè”, fratello maggiore del celebre artista Amedeo. È particolarmente meritorio lo sforzo effettuato dal Circolo Modigliani perché “Menè”, brillante avvocato e carismatico oratore, è stato figura di primaria rilevanza nel panorama politico italiano. Socialista che nel 1924 non esiterà nell’aula parlamentare ad accusare Mussolini (“tace, è complice”) per il delitto Matteotti, Modigliani ebbe una lunga e travagliata (quale strenuo oppositore del fascismo) carriera politica in Parlamento e nel Consiglio Comunale livornese. Con la moglie Vera (Nella) Funaro, esponente di un’altra storica famiglia ebraica livornese, si dedicherà in particolare alla difesa dei diritti sociali . Cresciuti in una città, come scrive Viviana Simonelli della Fondazione Modigliani, “permeata da una cultura ebraica di antica origine”, i due non sono certo ebrei praticanti ma, dinanzi alle persecuzioni razziali in atto in gran parte d’Europa, ricorda sempre la ricercatrice, rivendicano in toto la loro appartenenza ebraica e decidono di autodenunciarsi. “Soltanto il profondo affetto di Joyce ed Emilio Lussu spiega - riesce a scoraggiarli da questo gesto suicida”. Portando i coniugi Modigliani a lasciare la Francia, dove si erano rifugiati nel 1926, per fuggire in Svizzera. Importante, nell’opera di propaganda contro la dittatura fascista di “Menè” e consorte, sarà anche il viaggio negli Usa nel 1934 con sbarco a New York dove verranno accolti dal sindaco Fiorello La Guardia e altri emigrati italiani o loro discendenti e dove manterranno anche contatti con ambienti ebraici. Nel peregrinare dell’esilio si dovrà attendere l’ottobre del 1944 per rientrare in Italia. Ricorda in un suo scritto Giuliana Limiti che Modigliani “rimase testimone muto nell’Assemblea Costituente per la malattia che non gli consentiva di parlare: la sua stessa presenza però richiamava quell’antica e vera accusa”, riferendosi al suo dito puntato contro Mussolini per l’assassinio di Matteotti. Socialista integerrimo, Modigliani pose al centro del proprio pensiero la libertà del cittadino e quando, poco prima di spegnersi a causa della malattia, divenne ineludibile per la sinistra la scelta tra mondo libero e mondo comunista egli non esitò, rinunciando al momento alla speranza dell’unità dei socialisti, ad aderire alla scissione saragattiana di Palazzo Barberini, sposando ancora una volta, sempre in ottica socialista, la causa della libertà del cittadino quale fulcro delle istituzioni. Figura ponte, quindi, con il mondo liberale e democratico non socialista, “Menè” morirà a Roma il 5 ottobre 1947. Bene ha fatto il Circolo Modigliani a far riemergere nella sua grandezza questa primaria figura politica e bene sarebbe, a modesta opinione di chi scrive, approfondire un percorso di studio in ambito ebraico, a Livorno ma non solo, incentrato sui personaggi politici ebrei e il loro contributo al paese. a Firenze in occasione dei lavori di Florens, settimana internazionale de‐ dicata alla cultura e all’ambiente che a queste tematiche ha riservato una tavola rotonda svoltasi nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio. Organizzato su iniziativa dell’Opera del Tempio Ebraico, l’appuntamento ha avuto come riferimento lo scenario apertosi in seguito alle devastazioni portate nelle strutture di via Farini dalla grande alluvione che colse Fi‐ danneggiati che seguì a quelle ore drammatiche. “Fu quello – ha ricorda‐ to l’architetto Renzo Fu‐ naro, presidente del‐ l’Opera del Tempio – uno dei momenti più significativi di un processo di recupero dei beni ebraici fiorentini che nel corso degli anni ha registrato la proficua intera‐ zione di realtà differenti e il raggiun‐ gimento di traguardi a beneficio di PISA sinagoga, la sua recente illuminazione notturna (nella foto), le operazioni ancora nel vivo al cimite‐ ro monumentale di viale Ariosto. Tanti tasselli di un laboratorio di progettualità che è indirizzato al corretto utilizzo di questi beni, ha spiegato Funaro, “all’interno di un più ampio progetto basato sul‐ l’economia della cultura”. Ad illustrare le specificità del patri‐ monio ebraico, l’importanza di un suo racconto efficace e i vantaggi di una promozione su scala europea, tra gli altri, l’esperto di web marketing Giu‐ seppe Burschtein, la giornalista e scrit‐ trice Ruth Ellen Gruber, la direttrice del Museo ebraico di Firenze Dora Li‐ scia Bemporad e l’ex consigliere UCEI Annie Sacerdoti. Moderatore Wlodek Goldkorn, responsabile delle pagine culturali dell’Espresso, mentre ha por‐ tato i saluti della Comunità ebraica il vicepresidente Daniela Misul (presen‐ te in sala anche il rabbino capo Joseph Levi). EBRAICA Torna Nessiah. Tra musica, arte e ricette della tradizione Inizia con le ricette giudaico ferraresi di Enrico Fink trasposte in forma di performance artistica la sedicesima edizione del festival culturale Nes‐ siah. Appuntamento di grande richiamo, tra le esperienze di maggior successo nel suo genere, il festival è organizzato su impulso della Comunità ebraica di Pisa e ha nel racconto di alcune realtà tra le più rappresenta‐ tive dell'ebraismo ita‐ liano il filo conduttore per il 2012. “Una sfida stimolante, ricca di suggestioni e per forza di cose non esaustiva – racconta Andrea Gottfried, 38 anni, fondatore e direttore artistico di Nessiah – che si sviluppa in diversi fi‐ loni. L'obiettivo è quello di valorizzare usi e costumi delle varie Comunità. Tradizioni culinarie ma anche letterarie, liturgiche e popolari. Un patri‐ monio di valori che ognuno di noi è chiamato a custodire e diffondere”. Il via domenica 2 dicembre con La mamma, l'angelo e la ciambella a Palazzo Blu. Oltre a Fink saranno protagonisti Marcella Carboni (arpa) e Massimiliano Dragoni (percus‐ sioni e salterio). Denso il calendario di iniziative che si profila nei giorni immediatamente successivi e che accompagnerà il pubblico pisano fino allo spettacolo conclusivo Di Gracia, la Señora – In‐ contri con donne del passato in programma il 16 dicembre al Museo Piaggio di Pontedera con il contributo, tra gli altri, di Evelina Meghnagi e Do‐ menico Ascione. Tra gli eventi più attesi la presentazione del pro‐ getto di recupero della memorie della plurisecolare vicenda ebraica nel Meridione d'Italia a cura di Amit Arieli e Darom Project (Biblioteca comunale di Cascina, 12 dicembre) e le improvvisazioni su temi liturgici del duo Antur (Teatro di Sant'Andrea, 8 dicembre). Un lavoro, quest'ultimo, che attra‐ versa distanze geografiche e generazioni per ab‐ bracciare in unico spazio musicale le Comunità ebraiche di Venezia, Ferrara, Livorno e Roma. NESSIAH 2012 - PROGRAMMA DOMENICA 2 DICEMBRE Pisa - Palazzo Blu ore 18.30 Concerto La mamma, l'angelo e la ciambella Enrico Fink, voce, flauto Marcella Carboni, arpa Massimiliano Dragoni, percussioni, salterio MERCOLEDÌ 5 DICEMBRE Pisa - Cineclub Arsenale ore 18.30 Proiezione del film Il grido della terra di Duilio Coletti (Prima proiezione assoluta a Pisa) SABATO 8 DICEMBRE Sinagoga di Pisa, ore 18.30 Accensione della prima candela di Hanukkah (Festa dei Lumi ) Pisa ‐ Teatro S. Andrea ore 21.00 Concerto duo AntUr Italian Rhapsod y Anton Dressler, clarinetto Uri Brenner, tastiere LUNEDÌ 10 DICEMBRE Pisa - CineClub Arsenale ore 18.30 (fuori programma) Proiezione del film The Jazz Singer Introduce Maurizio Ambrosini con improvvisazioni dal vivo del duo AntUr MERCOLEDÌ 12 DICEMBRE Cascina - Sala della Biblioteca ore 21.00 Concerto Amit Arieli & Darom Projec t Amit Arieli, clarinetto Gabriele Savarese, chitarre, violino, baglama Dayana Gnarra, letture e canto DOMENICA 16 DICEMBRE Pontedera - Museo Piaggio ore 21.00 Spettacolo Di Gracia, la Señora Incontri con donne del passato Evelina Meghnagi, voce Galliano Mariani, voce recitante Domenico Ascione, chitarre e oud Arnaldo Vacca, percussioni Anna Cianca, mise en espace Italia Ebraica pag. 4 dicembre 2012 la voce delle Comunità TORINO EBRAICA Arutz 1, la tv israeliana accende i riflettori su piazzetta Primo Levi di Emanuele Sorani Da diversi anni i portici e le piazze del capoluogo piemontese sono sempre più spesso meta privilegiata per girare film e fiction‐tv. Nelle scorse settimane anche la Comunità ebraica ha avuto il proprio set cinematografico. Sul finire di ottobre ha infatti ospitato una troupe della tv sta‐ tale israeliana Arutz 1, venuta a realizzare un documentario nell’ambito del proget‐ to “Kehillot madlikot” finalizzato a illu‐ strare vita e caratteristiche di sette di‐ verse Comunità ebraiche nel mondo: Bo‐ ston, Buenos Aires, Odessa, Toronto, To‐ losa, Oslo e Torino. Il programma sarà trasmesso in Israele in prima serata in occasione della festa di Chanukkah e ogni puntata si concluderà con immagini del‐ l'accensione delle candele. Il regista dell’episodio torinese, Avital Merkler, non è nuovo alla realtà italiana: ha alle spalle sedici anni di studio di arte e cinematografia tra Firenze e Roma e ha anche trovato moglie nel nostro paese. Conoscendo quindi il grande patrimonio storico, artistico e culturale dell’ebraismo italiano, ha voluto creare per il pubblico israeliano un racconto che illustrasse la storia della Comunità e le sue peculiarità, oltre alle numerose attività e le vicende dei personaggi che la compongono. La parte centrale delle riprese è stata de‐ dicata ovviamente alla storia degli ebrei di Torino, dall’arrivo nel 1400 all’istitu‐ zione del ghetto, dall’emancipazione del 1848 alla costruzione del tempio nel 1884, giungendo fino all’epoca fascista e il ruolo chiave rappresentato dagli ebrei torinesi nella lotta al regime. Il presidente e il rabbino capo hanno poi presentato la Comunità al giorno d’oggi, descriven‐ done la composizione, il tessuto sociale e le diverse istituzioni. È stata l’occasione per (ri)scoprire e far conoscere a un am‐ pio pubblico le numerose attività che ani‐ mano la vita comunitaria: a cominciare dal bar mitzvà che ha rallegrato uno degli CASALE ultimi Shabbat, oltre agli incontri perio‐ dici del gruppo giovanile GET e degli stu‐ denti israeliani, alle molteplici attività culturali e le conferenze. La scuola ha avuto inoltre un grande peso nel corso delle registrazioni, con la sua particolarità di essere mista ma con l’in‐ segnamento obbligatorio dell’ebraico e di ebraismo per tutti gli alunni. Curiosa l’intervista a nonna, madre e nipote: tre generazioni di maestre che hanno fatto e continuano a fare la storia dell’istituto. Coinvolgente è stato anche l’incontro con tre anziani partigiani torinesi, che con grande vigore hanno rievocato le loro vi‐ cissitudini nel periodo della Resistenza, non senza affascinanti aneddoti. Non è mancata, infine, una conversazione con alcuni chazanim sulle origini e le speci‐ ficità del minhag torinese. Tutto questo è, però, solo una minima parte di ciò che la Comunità di Torino of‐ fre e che il documentario di Avital Mer‐ kler ci racconta. Per chi ne volesse sapere di più, l’appuntamento è per la quinta sera di Chanukkah, mercoledì 12 dicem‐ bre: mi raccomando, tutti sintonizzati su Arutz 1! EBRAICA Cultura, memoria, incontro ‐ Congedo tra gli applausi per Oyoyoy! Chiusura tra gli applausi per OyOyOy!, festival di cultura ebraica giunto quest'anno alla sua settima edizione. Un congedo in musica, con la performance di Ramin Bahrami al Teatro Sociale di Valenza, che ha richiamato centinaia persone in sala nel solco dell'elevato standard qualitativo e quantitativo che ha sempre contraddistinto questa ma‐ nifestazione. I numeri di sette edizioni di OyOyOy! parlano chiaro: 250mila spettatori complessivi, centinaia di persone del mondo della cultura e dello spet‐ tacolo coinvolte, tra gli ospiti alcune guest star internazionali come David Grossman e Noa. Significative le parole pronunciate sul palco da Antonio Monaco, presidente di Monferrato Cult, l'associazione co‐ stituita con Elio Carmi e Giancarlo Giorcelli che dal 2006 organizza il festival. “OyOyOy! finisce – ha affermato – ma sette anni fa nessuno forse avrebbe scommesso su questa avventura che ha ottenuto im‐ portanti risultati. La Comunità di Casale in primis ha accresciuto il proprio ruolo nel‐ l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e grazie alla nostra esperienza numerose realtà hanno sviluppato iniziative analoghe. Oggi sappiamo inoltre che il Piemonte è la regione con più siti ebraici di tutta Europa”. Quindi un riferimento alle ragioni che hanno portato all’uscita di scena: “Sono cambiati gli interessi culturali delle persone e in particolare dei più giovani e le modalità con cui vengono coltivati e soddisfatti. Abbiamo bisogno non tanto di soldi – l’appello, che sembra aver colto nel segno – ma di nuove energie creative, contiamo sul fatto che qualcuno raccolga l’appello di questa serata e si faccia avanti”. Un messaggio in linea con quello precedentemente espresso nell’aula consiliare del Comune di Casale durante un incontro sul ruolo della musica e della cultura con protagonisti lo stesso Bahrami e il compo‐ sitore Giulio Castagnoli. “Abbiamo bisogno della cultura più che del pane. La musica come cul‐ tura – ha affermato Bahrami – consente di sconfiggere ogni dolore”. Grande intensità anche per l’incontro con il teologo Paolo De Benedetti sul tema del Saluto. Una riflessione dipanatasi dal termine ebraico Shalom, baricentro del volume scritto a quattro mani con Massimo Giuliani, e che ha abbracciato varie aree di significato sia etimologiche che religiose. Viaggio nel cuore della Start Up Nation: il modello Technion In una Sala Carmi gremita la Comunità di Casale Monferrato ha offerto al pubblico, giovane e interessato, un pomeriggio di approfondimento su Start up e new economy nell’esempio israeliano. Di seguito una sintesi dell’intervento Technion, Israel Institute of Technology, cuore della Start up Nation di Piero Abbina, presidente degli Amici del Technion in Italia (nella foto con Rita Levi Montalcini e con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano). . di Nora Alkabes Il Technion è la prima università e il primo centro di ricerca scientifico in Israele. I suoi studenti possono scegliere tra 18 facoltà che offrono oltre 100 pro‐ grammi nei tre cicli di insegnamento superiore. È paragonabile al MIT e a Stanford e collegato con oltre 100 istituzioni di pari livello in 30 paesi. Il Campus Internazionale offre corsi di laurea in in‐ glese (http://www.ise.technion.ac.il/) in cui studiano ragazzi provenienti da 15 paesi (l'Italia è ben rap‐ presentata). Esistono cicli post‐doc in inglese con la possibilità di proseguire le ricerche in vari campi come scienze, ingegneria, medicina, industrial ma‐ nagement, architettura, urbanismo. Grazie a un'im‐ ponente varietà di programmi e al suo livello di ec‐ cellenza riconosciuto internazionalmente, l’istituto suscita vivo interesse nella gioventù israeliana e in quella straniera, in particolare nei campi scientifici e tecnologici di punta. I suoi laureati occupano posti di primo piano nel settore industriale nel mondo e in Israele, sia negli organismi governativi e accademici collegati con la difesa dello Stato che nelle grandi corporates straniere. Il Technion collabora inoltre con multinazionali come HP, IBM, Intel, Google, Yahoo, IBM, TEVA in cui numerosi laureati fanno parte degli staff dirigenziali. Non a caso queste aziende hanno i loro centri di ricerca a Haifa. Il Technion si è prefissato una missione, in stretta collaborazione con l’industria: conquistare posizioni nazionali e internazionali per promuovere la sua alta tecnologia. Due professori della facoltà di medicina del Technion Rappaport, Aaron Ciechanover e Avram Hershko, hanno ricevuto il Premio Nobel 2004 per la scoperta dell’Ubiquitina e la degradazione delle proteine. Molti altri premi internazionali sono stati dati ai ricercatori del Te‐ chnion in varie materie. Nel 2011 Dan Shechtman ha ottenuto il premio Nobel per la sua scoperta sui quasi‐cristalli. Le scoperte effettuate dai ricercatori del Technion sono molteplici e utilizzate nella vita di tutti i giorni: dalle memorie flash, le chiavette USB inventate da Dov Moran ai software per zippare i file, dalle piante che vivono con pochissima acqua, alle pillole videocamera che consentono di effettuare una dicembre 2012 Italia Ebraica pag. 5 la voce delle Comunità VERCELLI EBRAICA Una giornata d’incontro e studio NASCE ALEF: SAPORI E DIALOGO Tantissima gente all'ombra della sinagoga di Torino per l'inaugurazione di Alef, il primo ristorante di cucina ebraica e kasher della città. Tra musica klezmer e israeliana, cocktail e assaggi di piatti tipici, Alef promette di portare nel capoluogo piemontese non soltanto i sapori della tradizione ebraica ma anche di diventare un luogo di ritrovo culturale per gli iscritti della Comunità e per la cittadinanza con un'offerta di molteplici attività in questo senso. Hanno partecipato alla cerimonia il rabbino capo di Torino Eliahu Birnbaum, il presidente della Comunità ebraica Beppe Segre e diversi rappresentanti delle autorità locali. Comune a tutti la soddisfazione e la gioia per un nuovo inizio, e l'augurio che il ristorante possa diventare un punto di riferimento culinario (e non solo) per tutta la città. L'occasione propizia è stata data dai giorni di festività nazionale che hanno permesso l'arrivo di decine di persone da Milano e Torino, unitesi ai vercellesi per esplorare la città e le sue antiche testimonianze ebraiche e vivere, tutti assieme, uno stimolante pomeriggio di studi animato dal direttore del Dipartimento educazione e cultura dell'UCEI rav Roberto Della Rocca e dal rav Alberto Somekh. A guidare i partecipanti tra le strade e le piazze di una Vercelli tutta da scoprire, a partire dal vecchio ghetto e dall'imponente sinagoga ottocentesca, il presidente della Comunità ebraica e consigliere UCEI Rossella Bottini Treves. Presenti anche i nipoti del rav Gustavo Calò, ultimo rabbino capo vercellese, con la commovente recitazione da parte del rav Somekh di un kaddish per la moglie secondo un particolare rito locale. Il pomeriggio è stato dedicato allo studio nella sala dell'ex collegio Foa. “Non c'è Torah senza etica”, questo il titolo della lezione tenuta da rav Della Rocca, mentre rav Somekh si è intrattenuto sul tema del voto alle donne nella legge ebraica tracciando un paragone tra due tradizioni paradigmatiche: la visione aschkenazita e quella sefardita. Al momento del congedo, dopo un ulteriore momento di confronto,si è fatta largo la con‐ sapevolezza di aver gettato la base per l’organizzazione di nuove iniziative in futuro. A partire da un grande Shabbaton che il Dec vorrebbe portare a Vercelli in primavera. Positivo il bilancio di Bottini Treves: “Ritengo sia stata un'opportunità per pregare e trascorrere del tempo insieme al di fuori delle feste solenni o delle cerimonie ufficiali in cui la sinagoga viene aperta al pubblico. Un momento speciale – racconta – come non ci accadeva di vivere da anni”. oltreconfine FIUME Una sinfonia per non dimenticare colonscopia non invasiva e navigare nelle arterie. Al‐ lievi prestigiosi sono Yaron Samid, fondatore della Bill Guard, la start up che individua dagli estratti conto delle carte di credito tutti gli addebiti autorizzati all’insaputa del cliente, il giovanissimo Ishay Green, fondatore della start up Soluto, un software che, una volta installato sul PC, segnala e risolve programmi e le applicazioni problematiche. Un perenne senso di insoddisfazione, la costante turbolenza nella re‐ gione, gli indispensabili investimenti sia nella difesa che in campo agricolo spingono Israele e il Technion a sempre maggiori traguardi verso l'eccellenza. Un modo di pensare e lavorare onnipresente con pro‐ fessori, ricercatori e studenti che traggono grande profitto da questa vitalità. L'Associazione Alumni del Technion contribuisce a rafforzare il network fra i laureati e l'istituto, offrendo cosi maggiori opportunità di contatto. L’Associazione Technion Italia creata nel 2004 è un’associazione di volontari che ha lo scopo di promuovere l'istituto nel settore industriale, scien‐ tifico ed economico e diffondere le realizzazioni e i progetti in questi campi specifici. Promuove e raf‐ forzare i rapporti tra questi ambienti incoraggia lo scambio di insegnanti e studenti del Technion con altre istituzioni per lo sviluppo e la collaborazione su progetti di comune interesse. L’intento è di incre‐ mentare il numero di eventi e di conferenze in Italia facendo intervenire gli specialisti del Technion e ga‐ rantendo così un sostegno materiale ed economico all’istituto. Oggi il Technion ha accordi di collabora‐ zione con il Politecnico di Milano, il Politecnico di Torino, l’Università di Perugia di Ingegneria civile e ambientale, l’Università di Roma Tor Vergata e di Ro‐ ma3, l’Università di Cagliari (Medicina e Chirurgia), l’Università di Firenze (Medicina e Chirurgia). Per favorire lo sviluppo e la ricerca ITA offre borse di studio del valore di 5mila euro ognuna a studenti italiani di talento. Studiare al Technion significa vivere in un ambiente stimolante tra studenti, ricercatori e professori eccellenti, crearsi un network internazio‐ nale e garantirsi un avvenire di lavoro per tutta la vita. Una sala gremita ha lungamente applaudito a Fiume le iniziative organizzate in ricordo di Marcel Tyberg, compositore di origine viennese che proprio in Quarnero fu catturato dai nazifascisti per essere deportato ad Auschwitz Birkenau e là trovare la morte. Tra i vari appuntamenti che hanno caratterizzato il fine settimana fiumano una mostra storica curata, tra gli altri, dalla ricercatrice e storica Sanja Simper e la prima esecuzione della terza sinfonia dell’autore al teatro nazionale croato Ivan Zajc (direttrice d'orchestra JoAnn Falletta della filarmonica statunitense di Buffalo). A conferire ulteriore significato alla cerimonia la partecipazione del presidente della repubblica croata Ivo Josipovic e di altri autorevoli rappresentanti istituzionali giunti da Zagabria. Italia Ebraica pag. 6 dicembre 2012 la voce delle Comunità GENOVA EBRAICA L’Adei Wizo apre agli uomini. Prima tessera per Amnon Cohen Nel cartoncino d’invito un castello, con il ponte le‐ vatoio calato sul mare in segno di accoglienza; le torrette rallegrate da tre bandiere annunciano le fi‐ nalità dell’incontro. Innovazione storica per l'Associazione Donne Ebree d'Italia che a casa di Elena Hayon Maruffa, a Genova, apre per la prima volta all’altro sesso con il lancio dell'iniziativa Amici Sostenitori dell'Adei Wizo rivolta ai tanti uomini, mariti, figli o amici delle “adeine” vi‐ vamente coinvolti nelle iniziative. Prima tessera per il presidente della Comunità ebraica genovese Am‐ non Cohen. L'incontro è stata anche l'occasione per vivacizzare la raccolta fondi destinata a Sponsor a Child con la possibilità di adottare a distanza un bambino israe‐ liano. Calorosa l'accoglienza riservata dalla signora Hayon Maruffa. Tra gli ospiti che passeggiavano sulle terrazze con vista sul mare di Boccadasse, il proret‐ tore vicario dell'Università di Genova Maurizio Mar‐ telli, i past president della Comunità ebraica Maurizio Ortona, Piero Dello Strologo e Vito Sciunnach oltre al consigliere Vera Meschoulam. Ad intervenire il presidente dell'Adei Wizo Genova Nancy Farhi, che ha ringraziato per la significativa partecipazione e ha brevemente ricordato la storia e le attività dell'associazione. Fahri ha sottolineato in particolare come molta stra‐ da sia stata percorsa dalle prime rudimentali culle termiche del Child Care Centre di Tel Aviv del 1927, fino ad oggi, con la presenza di più di 800 istituzioni: asili, scuole, centri per donne in difficoltà e per an‐ ziani, villaggi per la gioventù, centri di formazione. Queste istituzioni, ha sottolineato, operano con un spirito non meramente assistenziale, ma con com‐ petenza di primo livello, adottando metodi educativi all’avanguardia e una forte carica umana di tutto il personale coinvolto. Il presidente ha quindi dato dato il benvenuto a Esther Mor, capo divisione della raccolta fondi mon‐ diale della Wizo appositamente giunta a Genova per l'evento e nella circostanza accompagnata dal pre‐ sidente nazionale Adei Wizo Ester Silvana Israel e dalla sua omologa italiana Roberta Nahum. Esther Mor ha delineato i vari progetti che fanno VENEZIA Il Museo ebraico di Bologna ha rilanciato il proprio impegno di Memoria accompagnando al campo di Auschwitz Birkenau una delegazione istituzionale guidata dal presidente della Provincia Beatrice Dra‐ ghetti, dal presidente del Consiglio provinciale Ste‐ fano Caliandro, dal vicepresidente del Consiglio co‐ munale Paola Francesca Scarano, dall'assessore alla Scuola e Formazione Marilena Pillati e dal consigliere regionale Marco Munari in rappresentanza del pre‐ sidente Vasco Errani. Con loro rav Alberto Sermo‐ neta, rabbino capo di Bologna, e 50 studenti di quarta e quinta superiore scelti tra diversi istituti cittadini e del territorio provinciale e accompagnati da alcuni insegnanti. Fondamentale la collaborazione dell'As‐ sociazione Nazionale Ex Deportati. Prima della partenza il presidente Caliandro ha in‐ vitato e ospitato nella sala consiliare studenti, inse‐ gnanti e una rappresentanza politica a un incontro EBRAICA Grandi libri e grandi autori nel nome di Adelina origine austriaca Vladir Vertlib, autore di Stazioni in‐ termedia (Giuntina). Una prova, densa e commovente, che ha riscosso il consenso della giuria nazionale. “Vien‐ na è stata per molto tempo la porta degli ebrei sovietici verso una nuova vita, solitamente in Israele o negli Stati Uniti. Nella storia di Vertlib – ha spiegato il suo interlocutore, Simon Levis Sullam – ho ritrovato i de‐ stini di tante persone che ho realmente conosciuto nel mio lavoro. Anche per la sua famiglia Vienna doveva rappresentare solamente una ‘stazione intermedia’, e poi così non è stato”. A dialogare con Mitchell Kaplan, vincitore del Premio ragazzi con Per terra e per mare Grande successo, malgrado i timori legati all'acqua alta, per la dodicesima edizione del Premio letterario organizzato dall'Associazione donne ebree d'Italia in memoria di Adelina Della Pergola. Un appuntamento di notevole richiamo, celebrato in concomitanza con i festeggiamenti per gli 85 anni di impegno dell'Adei, che ha richiamato in Laguna socie da tutta Italia e tanti amici. La consegna del riconoscimento a Palazzo Pisani, in pieno centro, dove autori e lettori hanno avuto modo di confrontarsi sui temi dell'identità e sulla capacità di trasferire valori ed emozioni attraverso la parola scritta. Ad aggiudicarsi questa edizione lo scrittore di BOLOGNA di Vincenza Maugeri parte della missione della Wizo soffermandosi in particolare sul già citato Sponsor a Child, sui pro‐ grammi per Bar/Bat Mitzvah, sulle iniziative per permettere alle donne di tornare al lavoro e sui centri di assistenza per quante si trovano a subire violenza. La principale preoccupazione degli operatori, ha messo in risalto, è quella di assicurare la cura e la protezione di tutti i componenti della popolazione israeliana che ne hanno bisogno senza distinzione di origine e religione. Israel ha ringraziato le amiche genovesi per aver or‐ ganizzato l'evento e in particolare Nancy Farhi, che da subito ha creduto nel progetto di amicizia e so‐ stegno “al maschile”. Un'iniziativa inaugurata in Li‐ guria ma che già si sta diffondendo su tutto il terri‐ torio. All'incontro è intervenuta anche Sara Sciunnach, vice presidente nazionale, che ha parlato della sua esperienza di psicologa presso una clinica e alcune scuole di Tel Aviv. EBRAICA La testimonianza dei giovani preparatorio con interventi di Franco Bonilauri, di‐ rettore del Museo ebraico, sul tema Auschwitz, la fabbrica della morte, e di Adriana Goldstaub del Cdec di Milano sul tema Il pregiudizio antiebraico prima e dopo la seconda guerra mondiale. La visita al campo, condotta da Bonilauri, si è svolta seguendo il percorso tradizionalmente indicato nei viaggi‐studio da Marcello Pezzetti e dal grande Te‐ stimone della Shoah Shlomo Venezia, e cioè partendo da Birkenau (Auschwitz II) per poi visitare la Juden Rampe e i ruderi dei bunker II e III. Presso il Monu‐ mento Internazionale si è tenuto un primo momento di raccoglimento con la deposizione di un cesto di fiori da parte del presidente della Provincia e del‐ l'assessore Pilati e con un toccante discorso ai giovani del rav Sermoneta. Ci si è poi recati al Memoriale e nel viaggio di ritorno sono state visitate le baracche delle donne, dei bambini e degli uomini. Ad accom‐ pagnare il viaggio la lettura di alcuni brani tratti dalla testimonianza di Venezia. Nel pomeriggio infine la visita ad Auschwitz I con deposizione, nel cortile delle fucilazioni, di un altro mazzo di fiori da parte delle autorità. Il giorno successivo visita a Cracovia e al quartiere Kazimierz con partenza dalla sinagoga Remu e dal‐ l'annesso cimitero. I partecipanti sono stati inoltre ospiti del Museo ebraico presso la Stara Sinagoga per poi dirigersi verso la piazza del mercato (Piazza Nowi) con la caratteristica costruzione circolare al centro; poi, oltrepassato il fiume, la zona dove fu realizzato il ghetto ‐ ce lo ricorda ad esempio Piazza degli eroi del Ghetto ‐ e il Museo dedicato agli anni dell'occupazione nazista nella fabbrica che fu di Oskar Schindler. Italia Ebraica dicembre 2012 pag. 7 la voce delle Comunità PADOVA EBRAICA Levi Civita e l’impegno di una kehillah Patriota, garibaldino, ebreo italia‐ no, appassionato amministratore della cosa pubblica. A 90 anni dal‐ la morte Padova ha ricordato la figura di Giacomo Levi Civita, sto‐ rico membro del Consiglio comu‐ nale e per sei anni – dal 1904 al 1910 – sindaco della città veneta con un'intensa giornata di studi volta ad approfondire non soltan‐ to i punti salienti della sua azione politica ma anche il contributo apportato dalla Comunità ebraica patavina all'intero tessuto sociale cittadino tra Ottocento e Novecento. Organizzati dall’Istituto veneto per la storia della Resistenza e dell’Età contemporanea, dalla Comunità ebraica, dal Comune e dal Giardino dei Giusti del Mondo, i lavori si sono svolti all'interno del mu‐ (Neri Pozza, 2011), è stato invece Victor Magiar, con‐ sigliere UCEI con delega alla Cultura. “William Styron, autore di La scelta di Sophie, che io considero il mio primo mentore – racconta l'autore – mi ha insegnato che il primo segreto di uno scrittore è quello di far cre‐ dere al suo pubblico che ciò che sta leggendo è vero. Per questa ragione ho scelto di scrivere romanzi storici, perché io per primo ci posso credere”. A chiudere la cerimonia, un confronto a più voci su Generazioni 1882‐1907 (Phasar, 2011), testo che ha ottenuto la menzione speciale per la migliore opera prima. L’autore, Gabriele Rubini, ha risposto alle domande del giorna‐ lista Roberto Riccardi, raccontando l’intreccio delle vi‐ cende dei protagonisti del libro, che si snodano tra vari decenni e numerosi paesi d’Europa. nicipio a dimostrazione di un nes‐ so indissolubile di collaborazione e reciproco impegno. Tra le testi‐ monianze più significative quelle legate all'istituzione dell'istituto rabbinco. “Un esperimento fonda‐ mentale per l’ebraismo italiano e mondiale – ha spiegato lo storico Gadi Luzzatto Voghera – che si pro‐ poneva di formare rabbini con nuovi principi di istruzione civile, guide spirituali di ebrei finalmente accolti dalle nazioni come cittadini e legati alle proprie tradizioni solo nella dimensione religiosa”. Estroflessione: questo il termine usato dal leader comunitario Davide Romanin Jacur per descrivere il fenomeno che caratterizza gli ultimi vent’anni di vita dell’ebraismo a Padova. Ingresso nel Patto e Bar Mitzvah. Festa doppia A Padova non è consuetudine avere una milah e un bar mitzvah a distanza di pochi giorni. Le due "semachot" (gioie) si sono susseguite nel seguente ordine: prima David Ariel Avallone, di Alessandro e Silvia Romanin Jacur, è entrato nel patto di Abramo, in un'intima cornice di parenti e amici, con la specifica abilità del moel, rav David Goldberg, arrivato appositamente dalla Germania. Dopo la cerimonia, benedizioni, canti e una meritata colazione. Presenti il rabbino capo di Padova, rav Adolfo Locci, e il rabbino capo di Trieste, rav David Itzchaq Margalit. Poche settimane e proprio rav Locci era vicino a suo figlio Carlo, bar mitzvah. Carlo ha recitato il venerdì sera la tefillà di 'Arvit e sabato mattina, dopo la sua testimonianza d'impegno, parte della parashà di Veyerà: chiarezza di lettura, lodevole aderenza al canto e forza di voce, hanno testimoniato la sua emozione e coinvolto quella dei tanti presenti. Tra gli ospiti si notavano, insieme ai locali, molti parenti e amici della famiglia del rav giunti da Roma, Genova, Milano, alcuni di essi validi protagonisti della tefillà, altri impegnati nel tener d'occhio i vivaci pargoli che rallegravano il Beth Haknesset. Presenti alla cerimonia, con notevole coinvolgimento, il sindaco Flavio Zanonato e il suo vice Ivo Rossi. Un ricevimento si è poi tenuto nella Sala Rossini del Caffè Pedrocchi. (f.d) Sullam e Jarchon a quota cento Centesima uscita per Sullam, organo di stampa della Comunità ebraica di Napoli. Un risultato prestigioso, festeggiato insieme a tutti gli iscritti con un kiddush offerto in sinagoga. “Un grazie – scrivono Claudia Campagnano e Deborah Curiel nell'editoriale di apertura del numero di novembre – va a tutti i volontari che hanno lavorato, chi per più chi per meno tempo, in questi anni a Sullam. Quando questa avventura è iniziata non credevamo ci avrebbe portato così lontano”. VERONA Numerose le novità che vengono annunciate: l'ingresso in redazione di Lauren Gaballo, iscritta pugliese alla Comunità partenopea che sostituisce Luciana Fernandez Lassavia nel ruolo di grafica, il benvenuto a Giulia Gallicchi Punterello in qualità di esperta di cucina e il prosieguo delle collaborazioni di taglio umoristico con Roberto Modiano. Festeggiamenti in cantiere anche a Trieste dove il bollettino comunitario Jarchon si appresta a raggiungere quota 100 nel mese di dicembre. EBRAICA La sfida di Torà La’am riparte dalla città scaligera (e da Parma) A favore degli orfani Cari amici, Rav Moshe Fhima ringrazia di cuore la Comunità ebraica di Trieste e quanti hanno contribuito alla raccolta fondi in favore degli orfani ebrei di Pinsk (Bielorussia) effettuata questa estate. Grazie al vostro aiuto parecchi ragazzi hanno potuto passare qualche settimana al campo estivo rimettendosi così in salute. Se io non sono per me, chi è per me? E se sono per me stesso, cosa sono? Mania Girsh Nortman Tre Comunità, un'iniziativa che ha creato consenso in tutto il mondo. Dopo il successo riscontrato lo scorso anno a Siena e Firenze, il corso di Torà La'am, attivato per la prima volta a Milano dal progetto Revivim e promosso dal Dipartimento Educazione e Cultura dell'UCEI, si apre quest'anno anche alle realtà di Parma e Verona (nella foto un momento dei lavori con docente Alfonso Sassun, segretario generale della Comunità milanese). Due in particolare gli obiettivi di Torà La'am: scoprire l'affascinante e complessa struttura della Torah e i diversi livelli e temi che la compongono; apprendere un metodo che consenta di essere autonomi nella preparazione e nella produzione di brevi lezioni, interventi e discorsi in pubblico sull'argomento. A Parma, con oltre una trentina di partecipanti provenienti anche da Mantova, Genova e Milano, docente è Daniele Cohenca. A Firenze i lavori del corso di secondo livello si sono invece aperti con una prima lezione di Sassun sul tema La leadership, tra maggioranza e opposizione. UN GIORNALE APERTO AL LIBERO CONFRONTO DELLE IDEE HATIKWA Unione Giovani Ebrei d’Italia direttore Simone Disegni HaTikwa – periodico di attualità e cultura dell’Unione Giovani Ebrei d’Italia | [email protected] – www.ugei.it | supplemento a Pagine Ebraiche - n. 12 - 2012 reg. Tribunale di Roma 218/2009 ISSN 2037-1543 (responsabile a termine di legge: Guido Vitale) Should I stay or should I go? – Qui New York Palestre Non è del tutto una coincidenza, forse, se la sala dove quest’anno i giovani ebrei italiani si sono trovati riuniti per il Congresso annuale – si è scoperto quasi casualmente parlando con alcuni ragazzi fiorentini – sia servita per anni, in un recente passato, da palestra della scuola elementare ebraica di Firenze. Già, perché nel weekend tra il 2 e il 4 novembre appena trascorsi quell’aula una palestra è tornata ad esserlo per davvero: una palestra di democrazia e di cittadinanza. Perché se fiumi d’inchiostro vengono scritti per dipingere (quanto fedelmente?) gli attuali giovani italiani come cronicamente disaffezionati all’impegno civico e alla partecipazione, anche il Congresso annuale UGEI, nel suo piccolo, offre una risposta decisamente controcorrente a questo ritratto dominante. E se le nostre Comunità temono di essere avviate su un pendio inesorabile di progressiva diminuzione numerica ma anche qualitativa, d’altra parte, è bene che allo stesso tempo queste sappiano che una porzione consistente – magari non di massa, ma certamente significativa – dei loro giovani è “viva e vegeta”, come recitava un recente e chiacchierato rapporto dell’Economist sull’ebraismo mondiale, attiva e combattiva nell’affermare le proprie idee, battersi per queste all’interno ed all’esterno, organizzare attività di aggregazione continue, variegate e di successo. Ben vengano dunque le (e)mozioni, gli scontri, gli abbracci, le procedure sempre da alleggerire ma “le alleggeriamo dall’anno prossimo”, le candidature e le controcandidature, le trame e quelli che denunciano le trame, e anche quelli che denunciano quelli che hanno denunciato le trame – perché non c’è altro che sia segno più chiaro ed evidente della vitalità delle nostre Comunità, fin dagli strati più giovani, e non c’è miglior allenamento (fisico e civico) in vista di quel caos creativo d’interessi contrapposti che è la democrazia. A rivederci dunque tra un anno in un’altra Palestra (vera o presunta). Questa volta però, se possibile, aprite le finestre. Simone Disegni Sam ha 25 anni, comico e agente cinematografico. Mi invita ai suoi show nel locale dove hanno inizia‐ to Seinfeld e Lenny Bru‐ ce. Quel Lenny Bruce che diceva che “se vivi a New York sei automati‐ camente ebreo”. Cre‐ sciuto qui tra Andy Samberg, Kafka e Nico‐ le Krauss è la quintes‐ senza dell’uptown Jew. Sul palco racconta tra le risate di quando è passato in metrò senza biglietto ‐ finendo addirittura in carcere ‐ e la madre si è presentata tra‐ felata a mezzanotte col rabbino. “Rabbi gli spieghi bene quanto è stato stupido” “Mamma non ora...” “Beh, lasciamo per‐ dere... una cosa è certa, eri sicuramente il più bello della prigione”. Da sempre a NY nell’entertainment e non solo ti chiedi come mai, al di là dei cliché, l’ebraismo sia così onnipresente. Quello spirito creativo e inquisitorio è tutt’uno con la città degli Esodi: si ri‐ comincia, si diventa un nuovo popolo. Vecchi e nuovi cult si alternano nell’im‐ maginario, e scopri che persino in Dirty Dancing la carne e il latte non sono mai serviti nella stessa scena. Eppure tra gadgets, pupazzi, show TV con puntate di Hannukah, essere ebreo rimane pia‐ cevolmente uncool: un’eterna diversità con cui la città giocherà sempre, tra pa‐ gine e telecamere. Il libro di Maurizio Molinari Gli Ebrei di NY è impareggiabile come la città stessa. Simchat Torah: una folla di gio‐ vani Chabad balla per strada; ebrei francesi, del Nord Africa, israeliani si uniscono alle danze, poi quelli che fan‐ no l’Ulpan d’estate “ma erano tutti ame‐ ricani”, i chassidim di Brooklyn. Quelli a cui Israele sembra troppo poco ebrai‐ co, perché non è abbastanza NY. Quelli con la camicia giusta. Finché la hora non fa tremare il ponte di Brooklyn... Nei college il mondo ebraico spesso aiuta in quel tuffo nel mondo adulto: conferenze, delegazioni a Washington, feste. Si lasciano alle spalle small towns nel Midwest, licei pieni di kefiah per laurearsi e passare poi ad anni di ri‐ cerca ed emozione, raccolta e rinnova‐ mento, il cuore ci‐ clico di una religio‐ ne. Fidanzamenti, matrimoni. Si scher‐ za: “quanto costerà quel bar mitzvah a tema baseball che ci toccherà pagare un giorno?” Il sabato uptown le ragazze sono pron‐ te. Seguono i dieci comandamenti di Bloomingdales. Un filo di trucco sulla pelle ambrata, il vestito copre le spalle ma non tutte le braccia ‐ solo a Kippur. Certo un vestito troppo corto è solo per Reform: quelli che cantano con la chitarra e hanno le donne rabbino co‐ reane. Le nannies danno ai bambini un veloce colpo di spazzola prima di fissare la kippà, calate nella parte: raccomanda‐ no in spagnolo o filippino di leggere bene fino in fondo la Torah. E’ un’isola ebraica di rimandi, radici, incontri, intrisa dell’ansia alla Portnoy dell’essere sotto ogni aspetto imper‐ fetti. NY cattura questo stato ebraico globale, wireless, dove chiedersi con autoironia: “Ma Facebook lo usi di Sa‐ bato o no...?” Benedetta Grasso ECCO IL NUOVO CONSIGLIO A conclusione dei lavori del diciottesimo Congresso ordinario UGEI – svoltosi a Firenze dal 2 al 4 novembre appena trascorsi – sono stati eletti i ragazzi che formeranno il nuovo Consiglio Esecutivo 2013. Questi i nomi dei candidati risultati eletti: • Moshe POLACCO voti 52 • Sara ASTROLOGO voti 46 • Alessandra ORTONA voti 44 • Giorgia CAMPAGNANO voti 37 • Susanna CALIMANI voti 37 • Raffaele NAIM voti 34 • Gady PIAZZA voti 30 • Benedetto SACERDOTI voti 26 • Fiammetta RIMINI voti 24 Hanno inoltre riportato voti gli iscritti Serena LOVADINA, Federico JARACH e David SPIZZICHINO. Firenze Il mio primo Congresso Il 2 novembre ha inizio la mia prima esperienza al Congresso Ugei. Pregiu‐ dizi? Molti. Aspettative? Nessuna. Dopo un weekend lungo e intenso pos‐ so dire di essermi ricreduta: mi sono trovata in un ambiente familiare e pia‐ cevole, a contatto con persone scono‐ sciute da tutta Italia. Ho ammirato l'importanza e la consi‐ derazione che si è data verso i giovani delle piccole comunità affinché si crei‐ no più occasioni possibili per offrire loro un'esperienza ebraica di colletti‐ vità fondamentale, concedendo la pos‐ sibilità di conoscersi a vicenda all'in‐ terno di un ambiente ebraico più vasto ed eterogeneo rispetto alle realtà delle singole comunità. Inoltre io stessa, co‐ me altri "nuovi ugeini", ci siamo sentiti parte integrante e attiva di questa unione che aspira al futuro, conceden‐ doci la possibilità di esporre le nostre idee riguardo qualsiasi tema affrontato in sala, dalla religione alla politica o semplicemente riguardo ad eventi so‐ ciali come il tanto atteso "RashiSushi". A mio avviso la giornata dedicata alle mozioni ed elezioni è stata caratteriz‐ zata da serietà e professionalità nello svolgimento, segno che i temi affron‐ tati sono importanti e che il futuro di tutti noi, come giovani ebrei italiani, è qualcosa di cui vogliamo occuparci in modo concreto, senza stare sempli‐ cemente a guardare. Infine vorrei ringraziare tutti coloro che ci hanno accolto calorosamente, organizzando un meraviglioso shabbat e la magnifica festa, ascoltandoci e fa‐ SEGUICI ANCHE SU WWW.UGEI.IT cendo il possibile per risolvere even‐ tuali problemi. Concludo augurando un in bocca al lu‐ po e buon lavoro ai neo‐eletti consi‐ glieri. In attesa di un prossimo evento Ugei, invito tutti i "nuovi" maggiorenni come me a toccare almeno una volta con mano questa esperienza perché vale la pena darsi e dare una possibi‐ lità, al di là dei pregiudizi o delle aspet‐ tative. Shani Yekutiel
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