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Il processo negoziale internazionale sul clima: da Kyoto(1997) a Durban (2011) Sergio Castellari Centro Euro-Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici (CMCC) Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) IPCC Focal Point Nazionale E-mail: [email protected] Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) Università degli Studi di Trento Dipartimento di Ingegneria dei Materiali e Tecnologie Industriali Trento – 15 marzo 2012 Sommario: Background: o Consumi energetici, emissioni o Scienza climatica Il processo negoziale internazionale sul clima o o o o o Breve storia dell’UNFCCC Le basi dell’UNFCCC Le principali sessioni multilaterali Le principali posizioni Esiti di Durban (2011) Conclusioni Background: IPCC AR4 (2007): I cambiamenti climatici che sono in corso hanno molto probabilmente anche una causa umana. Gli impatti colpiscono i sistemi naturali ed umani dei Paesi Sviluppati (PS) e dei Paesi in Via di Sviluppo (PVS). Alcuni impatti sono e saranno inevitabili: è necessario adattarsi a livello locale, regionale e nazionale . E’ una emergenza globale,, che richiede una azione globale urgente di MITIGAZIONE. I cambiamenti climatici creano barriere ai piani per lo sviluppo sostenibile. Concentrazione atmosferica CO2 1992-2001: 2002-2011: 1.6 ppm/anno 2.07 ppm/anno Fonte: http://co2now.org/ Temperatura media globale Fonte: http://www.ncdc.noaa.gov/sotc/global/2011/13 Consumo di energia primaria nel mondo mondo:: Paese 2010 rispetto al 2009 % sul totale 2432.2 11.2% 2 Cina USA 2285.7 3.7% 3 Russia 690.9 5.5% 4 India 524.2 9.2% 5 Giappone 500.9 5.9% 6 Germania 319.5 3.9% 2.7% 7 Canada 316.7 1.3% 2.6% 8 Sud Corea 255.0 7.7% 2.1% 9 Brasile 253.9 8.5% 2.1% 10 Francia 252.4 3.4% 2.1% 11 Iran 212.5 3.2% 1.8% 12 UK 209.1 2.7% 1.7% 13 Arabia Saudita 201.0 7.0% 1.7% 14 Italia 172.0 2.3% 1.4% 15 Messico 169.1 1.2% 1.4% 16 Spagna 149.7 2.5% 1.2% 17 Indonesia 140.0 5.9% 1.2% 1 Energia primaria: prodotta o estratta direttamente dalle risorse naturali (petrolio, gas, carbone) o quella prodotta direttamente dalle materie prime 2010: Energia totale Fonte: BP Statistical Review of World Energy - June 2011 (bp.com/statisticalreview) 20.3% 19.0% 5.8% 4.4% 4.2% 1995 – 2010: Consumo di energia primaria nel mondo per combustibile Milioni Tep 1) Il consumo globale di en. primaria è cresciuto nel 2010 del 5,6%. La CARBONE crescita annuale più alta dal 1973. RINNOVABILI 2) Il petrolio domina con 33,6%, ma perde posizione negli ultimi 11 GAS anni. NATURALE 3) Il carbone e il gas continuano aPETROLIO crescere. Produzione e consumo di petrolio (in Migliaia di barili al giorno) PRODUZIONE 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 Paese 2010 Russia Arabia Saudita USA 10270 2010 rispetto al 2009 2.2% (1 bariie=159 litri) CONSUMO % sul totale 12.9% 12.0% 8.7% 10007 0.7% 7513 3.2% Iran Cina Canada Mexico UAE 4245 4071 3336 2958 2849 0.9% 7.1% 4.3% -0.8% 3.5% Venezuela Kuwait Iraq Nigeria Brasile Norvegia Angola Kazakhstan Libia Qatar UK India … Italia 2471 2508 2460 2402 2137 2137 1851 1757 1659 1569 1339 826 1.4% 0.6% 0.6% 16.2% 5.3% -9.4% 3.8% 4.4% 0.5% 13.5% -7.7% 9.8% 5.2% 5.2% 4.2% 3.7% 3.3% 3.2% 3.1% 3.1% 2.9% 2.7% 2.5% 2.3% 2.1% 2.0% 1.7% 1.6% 1.0% 106 11.7% 0.1% 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 Paese 2010 USA Cina Giappone 19148 2010 rispetto al 2009 2.0% 9057 10.4% 4451 1.5% India 3319 2.9% Russia 3199 9.2% Arabia Saudita 2812 7.1% Brasile 2604 9.3% Germania 2441 1.1% Sud Corea 2384 2.5% Canada 2276 5.4% Mexico 1994 -1.2% Iran 1799 1.0% Francia 1744 -4.7% UK 1590 -1.0% Italia 1532 -2.7% Spagna 1505 -1.6% Olanda 1057 0.9% % sul totale 21.1% 10.6% 5.0% 3.9% 3.7% 3.1% 2.9% 2.9% 2.6% 2.5% 2.2% 2.1% 2.1% 1.8% 1.8% 1.8% 1.2% Fonte: BP Statistical Review of World Energy June 2011 (bp.com/statisticalreview) Carbone (1985 - 2010): Consumo per regione (Milioni di TEP) ASIA : PVS ed economie emergenti Fonte: BP Statistical Review of World Energy -June 2011 (bp.com/statisticalreview) 1980 – 2035: la domanda di energia primaria mondiale - fonti di energia PETROLIO CARBONE GAS BIOMASSE, RIFIUTI NUCLEARE IDRO ALTRE RINNOVABILI Fonte: World Energy Outlook – IEA (2011) Emissioni globali CO2 (CF e C) 2005 – IL SORPASSO CO2 emissions (Pg C y-1) 5 4 Annex B (Protocollo Kyoto) Paesi Industrializzati 3 2 1990 Non Annex B Economie Emergenti e PVS 1995 2000 2005 2010 Time (y) La maggior parte della crescita delle emissioni globali è causata dalle economie emergenti emergenti.. CDIAC data; updated from Le Quéré et al. Nature Geoscience 2009 Cina e India hanno un ruolo sempre maggiore nell’aumento delle emisssioni globali CO2 1900--2005: Emissioni accumulate di CO2 1900 (settore energetico energetico)) USA EU GIAPPONE CINA 1900-2005 2006-2030 INDIA 0 100 Bilions of tons 200 300 400 500 Cina e India: 60% dell’aumento globale delle emissioni nel 2005 - 2030 (Reference Scenario of World Energy Outlook 2007, IEA) Però le emissioni pro pro--capite sono più alte nei Paesi Sviluppati: Sviluppati Carbon dioxide emissions (CO2), metric tons of CO2 per capita 2008: USA: 17 t Russia: 17 t Europa: 9t Sud Africa: 8 t Cina: 5t India: 1t Fonte: CDIAC (http://cdiac.ornl.gov/ ) 2000--2010: Emissioni globali CO2 2000 (scenari IPCC IPCC– –SRES) A1FI A2 A1B B2 B1 2010 CO2 emissions (Pg C y-1) Emissioni globali CO2 (CF e C) 2.9-6.9°C e scenari “marker” IPCC di emissioni 10 2010 2008 2009 5 1980 2000 2020 Time (y) Updated from Le Quéré et al (2009) Nature Geoscience, using Marker scenarios modified from Raupach et al. PNAS (2007) Emissioni globali CO2 (CF e C) 2010: +5.6 % CO2 emissions (Pg C y-1) 9 2000-2009 2.5 % per anno 2010: 8 7 Emissioni: 8.9 PgC = 8.9 106 Miliardi C 1990-1999 1 % per anno (32.5 Gt CO2) Include emissioni da cemento 6 1990 1995 2000 2005 2010 Time (y) (1 Pg = 1015 g) CDIAC data based on UN, BP & IEA statistics; updated from Friedlingstein et al. Nature Geoscience 2010 Le proiezioni della temperatura media globale per 2090-2099 rispetto al 1980-1999: Anche solo un aumento globale di circa 1 o 2 gradi in 100 anni è preoccupante. IPCC-AR4-WGI (2007) Emissioni costanti di CO2 non portano alla stabilizzazione della concentrazione atmosferica di CO2 2°C target (AR4--IPCC, 2007 – Stern, 2006) (AR4 • un aumento della TMSG fino a 2°C (rispetto ai livelli pre-industriali) probabilmente permetterà azioni di adattamento per molti sistemi umani a costi economici, sociali ed ambientali accettabili. •EU 2°C climate Target (dal 1996). • La stabilizzazione delle concentrazioni atmosferiche globali di GHG - le emissioni raggiungono un picco e poi diminuiscono. Senza mitigazione mitigazione:: 2°C in 35 35--60 anni Possibile riscaldamento globale superficiale fino al 2100 PRESENTE A2 90 anni con B1 (tenendo conto delle incertezze). A1B B1 2012 2045 2070 2050 “The 2°C target “ (http://ec.europa.eu/clima/policies/international/docs/brochure_2c.pdf) 2°C target (AR4-IPCC, 2007 – Stern, 2006) La complessità del sistema climatico non permette una stima certa della risposta in Temp in funzione delle emissioni di GHG. 50% probabilità: Stabilizzare la concentrazione atmosferica dei GHG a 450 ppm. CO2-eq. Ridurre entro il 2050 le emissioni globali almeno del 50% rispetto ai livelli del 1990. Ridurre entro il 2020 le emissioni dei Paesi Sviluppati del 25-40% rispetto al 1990. Bisogna raggiungere presto un picco di emissioni globali • concentrazioni atm. GHG: circa 450ppm CO2eq 1)effetto riscaldante - emissioni GHG 2)effetto raffreddante - aerosol di origine umana 3)effetto riscaldante - black carbon -------------------------------------------------------------------------- effetto riscaldante equivalente a 375ppm CO2eq IPCC AR4 WGI, Tab.2.12 La sfida globale: UNFCCC Convenzione Quadro ONU per i Cambiamenti Climatici CRONOLOGIA: • 1972 - Stockholm Conference “UN Conference on the Human Environment” • 1988 - WMO e UNEP fondano l’IPCC • 1988 - seguendo una proposta di Malta, la Assemblea Generale dell’ONU affronta per la prima volta il tema dei cambiamenti climatici e adotta la RISOLUZIONE 43/53 “Protection of global climate for present and future generations of mankind”. • • • • • • 1990 - IPCC FAR 1990 - tart of negotiations 1992 - Rio Summit -> UNFCCC 1994 – UNFCCC starts 1995 - IPCC SAR 1997 - Kyoto Protocol UN Framework Convention on Climate Change - UNFCCC Obiettivo della Convenzione (Art.2): MITIGAZIONE “stabilizzare le concentrazioni di gas ad effetto serra nell’atmosfera a un livello tale che sia esclusa qualsiasi pericolosa interferenza antropogenica sul sistema climatico. ADATTAMENTO UNFCCC: Obiettivi di riduzione delle emissioni emiss La Convenzione non introduce obiettivi vincolanti di riduzione delle emissioni per tutte le Parti, ma soltanto l’impegno generico per i PS (cioè, Paesi industrializzati e Paesi con economia in transizione) di riportare, individualmente o insieme, le emissioni antropogeniche di GHG ai livelli del 1990. UNFCCC: Principi (Articolo 3) Equità Responsabilità comuni ma differenziate Riconoscimento dei bisogni e delle circostanze speciali dei Paesi in Via di Sviluppo Principio di precauzione Promozione dello sviluppo e della crescita di tipo sostenibile UNFCCC: Parti Parti allegato I – Annex I Parties (41 paesi): – Paesi industrializzati : – Membri OCSE nel 1992 + paesi con economie in transizione (EITs) + CE + Turchia Parti allegato II – Annex II Parties (24 paesi): – Parti allegato I senza EITs Parti non-allegato I – non Annex I Parties: – Parti non incluse nell’allegato I: paesi in via di sviluppo come Least Developed Countries, (LDC) most vulnerable countries, oil-exporting countries, ecc.. UNFCCC: meetings Conference of the Parties (COP) annuale Revisiona l’implementazione della Convenzione e adotta Decisioni formali. Conference of the Parties serving as the meeting of the Parties to the Kyoto Protocol (CMP) annuale - CM1 alla COP11 (Montreal, dicembre 2005) Tutte le questioni del Protocollo di Kyoto e adotta Decisioni formali. The Subsidiary Body for Scientific and Technological Advice (SBSTA) 2 volte all’anno Supporto tecnico/scientifico e sulle metodologie. The Subsidiary Body for Implementation (SBI) 2 volte all’anno Questioni finanziarie, amministrative. UNFCCC: meetings Ad Hoc Working Group on Long-term Cooperative Action under the Convention (AWG-LCA) - COP13 (Bali, dicembre 2007) Ulteriori impegni per i Paesi includi nell’Allegato I del Protocollo di Kyoto Ad Hoc Working Group on Further Commitments for Annex I Parties under the Kyoto Protocol (AWG-KP) CMP1 (Montreal, dicembre 2005) Definire un nuovo accordo globale (il mandato doveva concludersi alla COP15, Copenhagen, dicembre 2009). COP3 Dicembre 1997 Kyoto, Giappone Kyoto basket: i 6 gas-serra 1) CO2 (ANIDRIDE CARBONICA) ENERGIA, TRASPORTI, DEFORESTAZIONE 2) CH4 (METANO) ENERGIA, ALLEVAMENTI, AGRICOLTURA, RIFIUTI 3) N2O (PROTOSSIDO AZOTO) AGRICOLTURA 4) HFCS (IDROFLUOROCARBURI) CHIMICA E INDUSTRIA 5) PFCS (PERFLUOROCARBURI) CHIMICA E INDUSTRIA 6) SF6 (ESAFLUORURO ZOLFO) INDUSTRIA ELETTRICA 33 Il Protocollo di Kyoto (PK): obblighi (Art.3) • Paesi Allegato I (Paesi Sviluppati) garantiscono individualmente o congiuntamente emissioni gas serra non superino le quantità assegnate nel 2008-12 • target globale: - 5,2% rispetto al 1990 • Nessun obbligo per Paesi non-Allegato I nel 2008-2012 Le diverse vie per la lotta ai cambiamenti climatici (posizioni storiche): La posizione UE (dentro il PK) – Forte motivazione, ruolo predominante misure nazionali, rigore, molto spesso rigidità. La posizione USA (fuori del PK) – Incerta motivazione, volontarietà, flessibilità, pragmaticità. La posizione Paesi in Via di Sviluppo – Altre priorità, scarsità fondi, trasferimento di tecnologie e know-how, capacity building Genesi della posizione USA sul clima: Posizione USA - Protocollo di Kyoto 1997 - Poco mesi prima COP3: il Senato USA approva all’unanimità Risoluzione Byrd-Hagel “sense of the Senate”: USA non può firmare un protocollo che “mandate new commitments to limit or reduce greenhouse gas emissions for Kyoto 1997: Al Gore the Annex I Parties, unless the protocol or other agreement also aderisce per conto mandates new specific scheduled commitments to limit or reduce degli Stati Uniti. greenhouse gas emissions for developing countries within the same compliance period.” COP3 (Kyoto,1997): USA partecipa alle negoziazioni del PK COP4 (Buonos Aires,1998): USA firma il PK COP6 (Aja, ottobre 2000): Rottura fra il blocco UE e blocco Usa + Canada, Russia, Giappone, Australia sulla flessibilità del Protocollo Fine 2000: Clinton non inoltra la proposta di ratifica PK al Senato USA (Amministrazione Bush): obiezioni al Protocollo di Kyoto 2001: Bush rifiuta la ratifica del PK Ancora troppe incertezze nella conoscenza scientifica dei cambiamenti climatici Assessenza di “meaningful participation” agli impegni del PK da parte dei PVS Troppo gravoso economicamente (“economic burden”) per USA l’implementazione del PK Crisi, morte e risurrezione del PK: NEW YORK, aprile 2001: Amministrazione Bush. “Kyoto Protocol is dead !” , ritiro degli USA. Risposta EU: “Is well alive!” President G. Bush 39 Il Protocollo di Kyoto da solo non può raggiungere l’obiettivo UNFCCC (Art.2) Anche se fosse stato ratificato da tutti i Paesi Allegato I, il PK avrebbe comportato una piccola riduzione nelle emissioni globali di GHG e solo fino al 2012. Il processo negoziale dopo Kyoto: • • • • COP-4: Buenos Aires (1998) COP-5: Bonn (1999) COP-6: The Hague (2000) COP-7: Marrakech (2001) – Ending of Marrakech Accords • COP-8: New Dehli (2002) – Implementation of Flexible Mechanisms: CDM e JI • COP-9: Milano (2003) – Implementation of Flexible Mechanisms: • • • • • • • COP-10: Buenos Aires (2004) COP-11: Montreal (2005) COP-12: Nairobi (2006) COP-13: Bali (2007) COP-14: Poznan (2008) COP-15: Copenhagen (2009) COP- 16: Cancun (2010) COP17: Durban (2011) COP13 Dicembre 2007 Bali, Indonesia COP13 - EU POSIZIONE EUROPEA • Limitare la crescita della Tglob a 2°C rispetto al livello pre-industriale …concentrazioni CO2 eq. Stabilizzate 550 ppm; …emissioni globali devono iniziare a calare in 2 decenni per raggiungere entro il 2050 il 15-50% di meno delle emissioni del 1990; …emissioni dei paesi industrializzati devono calare del 15-30% entro il 2020, e del 60-80% entro il 2050. Other negotiation positions in Bali: • USA: no participation at any protocols or other international agreements which introduce legally binding emissions reductions commitments for industrialized Countries without the participation of the main DC. • India, OPEC:: no new commitment for DC. • China, South Africa: no emissions reduction comittments for DC without an enhancement of technology transfer. • LDC, AOSIS: Industrialized Countries must maintain their commitments toward the support to adaptation plans for the LDC. BALI ACTION PLAN (BAP) COP-13, Dicembre 2007 5 KEY BUILDING BLOCKS per una risposta futura ai cambiamenti climatici full, effective and sustained implementation VISIONE COMUNE MITIGAZIONE ADATTAMENTO TECNOLOGIA FINANZIAMENTO COP15 Dicembre 2009 Copenhagen, Danimarca COP15 - POSIZIONE EUROPEA: EUROPEA • favorevole ad un accordo attuativo, che coinvolga tutti i Paesi (con azioni di mitigazione per i PVS misurabili e verificabili) e con un riferimento al 2°C target e la sua relativa conversione in obiettivi di riduzione di medio e lungo termine: 1) una riduzione delle emissioni globali del 50% rispetto al 1990 da raggiungere entro il 2050; 2) una riduzione delle emissioni per i PS del 30% rispetto al 1990 da raggiungere al 2020; 3) un impegno dei PVS all’obiettivo globale di mitigazione nel range 15-30% rispetto al loro scenario Business as Usual; 4) risorse addizionali a sostegno delle azioni di mitigazione e adattamento per i PVS. COP15 - POSIZIONE CINA e INDIA: • mantenere separati i due percorsi negoziali: 1) aggiornamento del PK; 2) un nuovo trattato. • responsabilità storica dei PS nelle emissioni - il PS devono avere gli obiettivi più ambiziosi di riduzione delle emissioni. • Possibile impegno di riduzione emissioni dei PVS, in particolare Cina e India, solo se: a) Impegno dei PS nel sostegno finanziario alle misure di mitigazione ed adattamento dei PVS; b) obiettivo ambizioso a lungo termine per i PS: riduzione nell’ordine del 8080-95% rispetto al 1990 entro il 2050 c) obiettivo ambizioso a medio termine per i PS: riduzione nell’ordine del 4040-45% rispetto al 1990 entro il 2020. COSA E’ SUCCESSO A COPENHAGEN? grosse divergenze su molte questioni critiche: o LA PROCEDURA: PROCEDURA: la forma legale del futuro accordo • un nuovo strumento legalmente vincolante? • un sostituto/complemento del Protocollo di Kyoto? o I CONTENUTI: CONTENUTI: le azioni di mitigazione dei PVS e dei PAESI SVILUPPATI • tali azioni devono essere trattate in maniera differenziata o si possono trovare aspetti comuni? comuni • La verifica degli impegni di riduzione. • Land use, Land-Use Change Forestry? • L’anno di riferimento (base base year year)? COSA E’ SUCCESSO A COPENHAGEN? Accordo di Copenhagen • Un gruppo di Capi di Stato ha negoziato un “Copenhagen Accord”, dove sono stati definiti i principali elementi del framework futuro con anche un impegno ad assistere finanziaramente i PVS. • Questo Accordo non è stato adottato formalmente dalla COP e CMP. • COP e CMP hanno solo “preso nota” del documento. Quindi l’Accordo è una Dichiarazione Politica. • Accordo di Copenhagen: • I Paesi si impegnano a mantenere la crescita della TMSG entro i 2oC rispetto al livello pre-industriale mediante forti riduzioni nelle emissioni di GHG dopo aver raggiunto un picco molto presto. • Inoltre i Paesi prendono nota che le emissioni dei PVS potranno raggiungere il picco più tardi. • I Paesi Allegato I si impegnano ad attuare individualmente o congiuntamente degli obiettivi di emissioni (quantified economy-wide emissions targets) entro il 2020 (impegni volontari). Accordo di Copenhagen: • I Paesi non Allegato I attueranno appropriate azioni nazionali di mitigazione (NAMA). I LDC e SIDS potranno attuare queste azioni sulla base della loro disponibilità finanziaria. • Queste NAMA saranno soggette a MRV (Measurement, Reporting and Verification) nazionali e saranno riportate ogni 2 anni tramite le Comunicazioni Nazionali. • Si chiede la creazione di un meccanismo per ridurre la deforestazione, il degrado forestale e la promozione della conservazione delle foreste (REDD plus). Accordo di Copenhagen: Finanziamento ai Paesi in Via di Sviluppo Sviluppo:: • nuove risorse per i PVS – 30 MILIARDI US$ per 2010-12 (adattamento e mitigazione) che possono diventare 100 MILIARDI US$ ALL’ANNO entro il 2020.. • prioritario il finanziamento per l’adattamento per i Paesi più Poveri. Gli impegni di riduzione delle emissioni del COPENHAGEN ACCORD sono sufficienti per il 2oC target? • Emissioni globali nel 2020 consistenti con 2oC (probabilità > 66%): 39 – 44 Gt CO2eq • Secondo proiezioni BAU le emissioni globali nel 2020: 54-60 CO2eq - GAP • Con impegni di CPH, emissioni globali al 2020 52-57 CO2eq – GAP • Con impegni di CPH più ambiziosi, emissioni globali al 2020: 47-51 CO2eq - GAP Fonte: “The Emission Gap Report – Are the Copenhagn Accord Pledges Sufficient to Limit Global Warming to 2oC or 1.5oC?” - UNEP (2010) “SALVATAGGIO DEL PROCESSO” COP16 restaurazione della credibilità Dicembre 2010 dei negoziati sul clima Cancun, Messico in ambito UN Accordi di Cancun: COP-16, Dicembre 2010 sono stati approvati dalla plenaria UNFCCC, un pacchetto di 25 decisioni formali su: a)discussione dei target di riduzione dei gas serra post 2012, b) trasferimento di tecnologie, c) capacity building, d) proseguimento del Protocollo di Kyoto e) adattamento ai cambiamenti climatici Accordi di Cancun: COP-16, Dicembre 2010 Si riconosce la necessità ed urgenza di un’azione globale per combattere i cambiamenti climatici, nessuno può ritenersi escluso. Si dovrà stabilire un obiettivo globale in termini di riduzione netta delle emissioni tale da assicurare che la crescita globale della temperatura non superi i 2 gradi. L’obiettivo globale dovrà essere suddiviso tra tutti i Paesi, a) tenendo conto delle responsabilità e delle capacità di ogni nazione, b) della necessità di non bloccare la crescita dei PVS. Accordi di Cancun: COP-16, Dicembre 2010 Green Fund e Standing Committee: per raccogliere ed incanalare risorse finanziarie per tutte le attività collegate alla lotta ai cambiamenti climatici. Technology Executive Committee e Climate Technology Center and Network: per selezionare ed incentivare l’uso e lo sviluppo di tecnologie a basse emissioni e utili per l’adattamento. Adaptation Framework e Adaptation Committee: per fornire utili linee guida e know how per attuare azioni di adattamento in maniera più coerente ed efficiente da parte di tutti i Paesi ed in particolare i PVS. Accordi di Cancun elementi di novità: • Gli impegni di riduzione delle emissioni dei PS e PVS sono stati formalmente inclusi in una Decisione della COP. I meccanismi di monitoraggio e verifica (MRV) – poste le basi per un sistema di trasparenza e controllo degli obiettivi di mitigazione e il monitoraggio dei flussi finanziari dai i PS a PVS. Eleggibilità della cattura e stoccaggio di CO2 (CCS) tra le attività progettuali per i CDM “Il massimo possibile dalla Realpolitik” COP17 28 nov. – 9 dic. 2011 Durban, Sudafrica Durban: tavoli negoziali 1. COP 17 2. CMP 7 3. 14ª sessione - Ad hoc Working Group on Long-term Cooperative Action (AWG-LCA) 4. 16ª sessione - Ad hoc Working Group on Further Commitments for Annex I Parties under the Kyoto Protocol (AWG-KP) 5. SBI 35 6. SBSTA 35 Durban: 1/2 19 decisioni COP, 17 decisioni CMP e varie Conclusioni CP2-KP (committment period 2 of KP) - un secondo periodo di impegno del Protocollo di Kyoto con obiettivi legalmente vincolanti di riduzione delle emissioni solo per i Paesi Allegato I, che avrà inizio nel 2013 e si estenderà fino al 2017 (o fino al 2020). Un Gruppo di lavoro sulla “piattaforma di Durban” (Ad Hoc WG on the Durban Platform for enhanced Action) per definire entro il 2015 “un nuovo protocollo o altro strumento legale o esito condiviso dotato di forza legale”, che comprenda tutti i Paesi e che dovrà essere adottato ed entrare in azione non più tardi del 2020 Durban: 2/ 2/2 2 19 decisioni COP, 17 decisioni CMP e varie Conclusioni Rafforzamento del MRV (measurement, reporting and verification) framework per I Paesi Allegato I e il reporting/verification per I Paesi non Allegato I. Il GCF (Green Climate Fund) - operativo nel 2012. Durban: 2/ 2/2 2 19 decisioni COP, 17 decisioni CMP e varie Conclusioni Linee-guida e tempi per BUR (biennial update reports) dei Paesi non Allegato I. I primi BURs - dicembre 2014. Forest management – attività obbligatoria per il CP2-KP. Il Cancun Adaptation Framework è stato reso operativo. E stato creato e reso operativo l’Adaptation Committee. Passi in avanti per I NAPA (national adaptation plans) e l’implementazione del Work programme on loss and damage. Il Technology Mechanism verrà reso operativo nel 2012. I progetti CCS (carbon-capture and storage) saranno incusi nei CDM del PK. Durban - E’ stato un buon risultato? REALPOLITIK: Cosa è possibile tenendo conto delle condizioni economiche e politiche dei Paesi partecipanti? SCIENZA CLIMATICA: Cosa è realmente necessario per affrontare i cambiamenti climatici? Durban - E’ stato un buon risultato? REALPOLITIK: Cosa è possibile tenendo conto delle condizioni economiche e politiche dei Paesi partecipanti? SCIENZA CLIMATICA: Cosa è realmente necessario per affrontare i cambiamenti climatici? Durban: PIU’ Un nuovo organo UNFCCC – Durban Platform Una nuova roadmap - Lancio di un nuovo processo per negoziare un nuovo accordo “a protocol, another legal instrument or an agreed outcome with legal force”. Durban: PIU’ Distinzione tra Annex I e Non Annex I meno forte: o Il nuovo accordo deve essere “under the UNFCCC applicable to all parties”. o Tutti gli impegni avranno lo stesso status legale, benchè potranno differenziarsi quantitativamente Grande ruolo di EU: o A Durban EU ha creato una “green coalition” con SIDS, LDC, Sud Africa e Brasile. o Rotto il blocco BASIC (Brasile, Sud Africa, India, Cina) o EU continua il PK. Durban: MENO CP2-KP: o No consenso sulla durata (2013-2017 o 2013-2020) o Uscita di Russia, Giappone, Canada Nuovo Accordo: o Dovrà essere attivato solo nel 2020. o Fino al 2020 i non-binding pledges di CPH e CANCUN saranno attivi – non abbastanza per il 2oC target o Legally Binding? o “an agreed outcome with legal forces”? o Legally binding commitments? o Un accordo legally binding può anche non contenere impegni vincolanti. Durban: MENO Seconda roadmap nel processo UNFCCC Finanziamenti: o Processo lento o Paesi Annex I riluttanti nei fondi UNFCCC (GCF) – poco controllo sui fondi da parte dei Paesi donatori o bilaterali o MDB (multilateral development bank): World Bank, African Development Bank, Asian Development Bank, EU Bank for Reconstruction and Development, Inter-American Development Bank Group Tutto il processo è molto lento. 2013 / 2014: AR5-IPCC CONCLUSIONI: Durban (2011)- IPCC Statement “The IPCC … is due to publish the first part of its next assessment report, the fifth, in 2013. But already in its fourth assessment report … showed that a temperature increase of 2 oC. … The fourth assessment report shows that emissions of the GHGs that contribute to global warming must fall by 2050 by 50-85% globally compared to the emissions of the year 2000, and that global emissions must peak well before the year 2020, with a substantial decline after that, in order to limit the growth in global average temperatures to 2 degrees C above pre-industrial levels.” FINE Sergio Castellari Centro Euro-Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici (CMCC) www.cmcc.it E-mail: [email protected]
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LA LUNGA MARCIA PER UN ACCORDO
Si veda sul sito di ExxonMobil la parte dedicata a questo argomento: http://corporate.exxonmobil.com/en/currentissues/climate-policy