Bailo apre il nuovo outlet E gli svizzeri chiudono
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Bailo apre il nuovo outlet E gli svizzeri chiudono
8 venerdì 25 ottobre 2013 ECONOMIA Redazione: 0461 886111 fax 0461 886263 email: [email protected] G l'Adige L1010401 L1010401 I soci della fallita Officina Italiana, Bailo e Vist, hanno inaugurato ieri il negozio all’ex Prealpina di piazza Santa Maria Maggiore LAVORO Attacca la Femca Cisl:Tfr e cinque mesi di stipendi arretrati non pagati ai 38 addetti di Officina. E a fine anno se ne va pure Albiro IL GRUPPO Azzoppate dai concordati Bailo apre il nuovo outlet E gli svizzeri chiudono Pieve TRENTO - Ieri la Bailo di Bruno Zotta Bailo e la Vist di Elmar Stimpfl hanno inaugurato il nuovo Bailo Factory Outlet nell’ex negozio Prealpina di piazza Santa Maria Maggiore. Ma mentre Bailo riparte dal commercio, il polo produttivo di Pieve Tesino, già colpito dal fallimento della joint venture Bailo-Vist Officina Italiana, viene affondato dalla chiusura della piccola e provvisoria attività sostitutiva avviata dagli svizzeri di Albiro Sports, che hanno rilevato per 1,5 milioni di euro i marchi Bailo e Silvy Tricot: niente sposta- Licenziati i 15 lavoratori di Albiro Sports, la società elvetica che ha rilevato il marchio dello scoiattolo mento a Bolzano, stop alla produzione in Italia, licenziati i 15 addetti. Per loro è la seconda botta a pochi mesi dalla messa in mobilità insieme agli altri dipendenti di Officina Italiana, in tutto 38. «Per giunta - sottolinea Marco Ravelli, segretario della Femca Cisl - mentre i 10 assun- ti da Albiro con contratto a termine tornano in mobilità, per i 5 assunti a tempo indeterminato c’è solo l’Aspi, l’indennità di disoccupazione». L’attività di Albiro, gruppo elvetico della moda presente in tutta l’Europa centrale, si sarebbe dovuta comunque spostare in Alto Adige perché lo stabilimento di Pieve è stato venduto al gruppo Paterno, che intende utilizzarlo per un altro progetto. «E sarebbe stato già un problema per i lavoratori» osserva Ravelli. Ora invece lo stop il 31 dicembre, con le prime lettere di licenziamento già partite. «C’è grande amarezza e fermento tra i dipendenti di Officina Italiana che nei giorni scorsi hanno letto dell’apertura del Bailo Factory Outlet» si legge in una nota di Ravelli sulle conseguenze del crac della joint venture. «Le maestranze vantano grandi somme dei trattamenti di fine rapporto e retribuzioni arretrate da parte di Officina Italiana. Non si escludono nei prossimi giorni forme di protesta davanti all’outlet». Officina Italiana nasce nel 2011 ma a fine 2012 è già in crisi. «Bailo - ricorda Ravelli - ha più volte assicurato che i dipendenti sarebbero stati tutelati dall’azienda». Il tentativo di arrivare a un concordato preventivo fallisce e l’azienda viene dichiarata fallita il 1° agosto scorso. «Officina Italiana - prosegue Ravelli - ha negato la correspon- A sinistra Bruno Zotta Bailo titolare di un gruppo sempre più commerciale e immobiliare A destra il partner altoatesino Elmar Stimpfl della Vist sione agli ex dipendenti dell’indennità di mancato preavviso, che di norma consta in 3-6 mensilità, limitandosi ad emettere un assegno di poco più di 1.000 euro a dipendente. Si aggiunga che i contributi per il periodo di preavviso risultano non versati, come si evince dall’estratto conto Inps». L’ultimo stipendio pagato è il 30% del mese di settembre 2012. Da allora i lavoratori avanzano cinque mensilità, nonché il Tfr e perfino i contributi a Laborfonds. Con il fallimento i tempi si allungano e solo una parte dei crediti dei lavoratori sarà coperta dal fondo di garanzia Inps. Il resto dipenderà dal realizzo dell’attivo dell’azienda fallita. F. Ter. PENSPLAN Le aziende in tribunale TRENTO - Officina Italiana, joint venture nell’abbigliamento sportivo tra la trentina Bailo e l’altoatesina Vist, entra in crisi nel 2012. Il 17 giugno di quest’anno viene presentata al tribunale di Bolzano la proposta di concordato con riserva. Ma di fronte alla mancata presentazione del piano concordatario, il 1° agosto il tribunale dichiara il fallimento. A fine settembre è stato fatto l’inventario dei beni. Intanto il 26 settembre è stata ammessa al concordato a Trento Natura spa, la ex Bailo spa, la società di produzione, poi trasferita a Officina, del gruppo. Natura chiude i conti 2012 con una perdita record di 9,9 milioni di euro, che porta in profondo rosso il patrimonio netto. Lo stato passivo è pari a 13 milioni, l’attivo, in fase di cessione, a poco più di 5 milioni. Le società immobiliari di Bailo in rosso nel 2012 per 7 milioni TRENTO - Lo stabilimento di Pieve Tesino (nella foto) è già stato venduto al gruppo Paterno, che ne prenderà possesso col nuovo anno dopo la chiusura della piccola attività sostitutiva della Bailo, quella della svizzera Albiro. Ma a Bailo fanno capo altri compendi immobiliari attraverso le società Bailo Immobiliare e Prealpina. Entrambe peraltro in profondo rosso nel 2012, per un totale vicino ai 7 milioni di euro, a causa delle svalutazioni della società partecipata Natura spa, la ex Bailo, finita in concordato. Bailo Immobiliare chiude l’ultimo bilancio con una perdita di 2,2 milioni dopo la svalutazione della partecipazione in Natura spa. La società, si legge nel bilancio, potrebbe essere messa in liquidazione dato che l’ultimo compendio rimasto in capo, tre ettari a Celado (Castello Tesino), gravato anche di un decreto ingiuntivo a favore della Cassa Rurale Valsugana e Tesino, sarebbe di «imminente cessione», mentre si è rinunciato allo sviluppo immobiliare dell’area di Roncegno in mano all’Immobiliare Anita di Borgo Valsugana. Prealpina, dal canto suo, chiude il 2012 con un rosso di 4,7 milioni, anch’esso causato dalla pesante svalutazione della controllata Natura. La società possiede il negozio di piazza Santa Maria Maggiore, ora riaperto come outlet. A bilancio è iscritto per 4,1 milioni, ma il valore di mercato è superiore. In campo commerciale, è sempre in piedi Officina Italiana Retail, l’altra joint venture Bailo-Vist, a cui fanno capo negozi a Roncegno, Bassano del Grappa e Altivole (Treviso). F. Ter. Il cda di Invest approva i conti al 30 settembre: valore della quota a 7.100 euro Fondo immobiliare in recupero del 3,5% Il presidente di Pensplan Invest sgr Stefano Tomazzoni BOLZANO - Nei primi nove mesi del 2013 il prezzo al quale sono state scambiate in Borsa le quote del fondo Risparmio Immobiliare Uno Energia, gestito da Pensplan Invest sgr, hanno oscillato tra un minimo di 5.850 e un massimo di 7.250 euro. Ma a fine settembre la quota vale 7.100 euro, il 3,5% in più del trimestre precedente. Si conferma quindi un recupero di valore del fondo dopo i livelli minimi toccati l’anno scorso. Il volume medio giornaliero scambiato nell’ultimo trimestre corrisponde a 0,29 quote. Ieri il consiglio di amministrazione di Pensplan Invest, presieduto da Stefano Tomazzoni, ha approvato il resoconto intermedio di gestione al 30 settembre. Le quote di classe A del fondo sono ammesse alle negoziazioni sul mercato telematico dedicato agli investment vehicles (Miv). Il patrimonio di Uno Energia è costituito da 10 immobili del valore certificato da parte dell’esperto indipendente Patrigest, alla data del 30 giugno, pari a 164 milioni di euro. Nel corso del terzo trimestre non sono avvenute variazioni degli immobili di proprietà del fondo. L’attività della sgr, si legge in una nota, è stata principalmente rivolta alla rinegoziazione dei contratti di locazione in scadenza e alla conservazione e valorizzazione del portafoglio immobiliare acquisito. In particolare, nell’immobile di Pisa sono in corso i lavori necessari per ottenere il Certificato prevenzione incendi (Cpi). A Livorno è in atto l’attività di progettazione architettonica per un progetto di risanamento dell’immobile. Sono inoltre in corso le verifiche per il rinnovo dei piani triennali di manutenzione straordinaria degli immobili di Ancona, Milano, Sesto San Giovanni e Roma. Per quanto riguarda i contenziosi fiscali sull’imposta di registro sull’immobile di Livorno e sull’indetraibilità dell’Iva sull’acquisto di immobili, Pensplan Invest segue l’iter dei ricorsi presentati presso la Corte di Cassazione sulle sentenze delle Commissioni tributarie di secondo grado di Trento e Bolzano. Le maggiori imposte e sanzioni accertate sono già state imputate nell’esercizio 2012. Aeroporto Catullo | Il Pd veronese indica il 4% della Fondazione come veicolo per l’ingresso di Venezia Manager | A Paderno Ict | Da Rovereto Cariverona, cavallo di Troia di Save Life, gli americani ti spiegano come essere un leader Trilogis srl rilascia WorldDroid 3, nato in dialogo con Nasa PADERNO DEL GRAPPA - Ci sono anche manager trentini tra i partecipanti a Life (Leadership Initiative For Excellence), scuola di leadership del Consorzio di 37 università Usa (capofila, l’Iowa), nei weekend del 25-27 ottobre, in italiano, e del 22-24 novembre, in inglese. Si tratta di un training intensivo di 3 giorni, in forma di corso esperienziale, che in 15 sessioni in Veneto ha già avuto oltre 500 partecipanti da tutto il mondo. «Il leader motiva, ispira e sviluppa le persone attorno a sé», spiega Katiuscia Baggio, di Cimba. ROVERETO - La Trilogis srl (software cartografico) ha annunciato ieri il rilascio di WorldDroid3, client per dispositivi Android che affianca la soluzione Terra3, nato nella collaborazione con il team Nasa che sviluppa la tecnologia World Wind. WorldDroid3 estende la tecnologia per la visualizzazione 3D e la porta sui dispositivi Android, introducendo le seguenti funzioni: supporto per l’accesso a dati raster tramite standard Wms 1.1.1 e 1.3.0.; accesso a servizi Wms esterni; gestione layer e table of content (toc). WWW.LADIGE.IT @ L0052006 Ai lettori affezionati alla pagina di Borsa (anche ieri un abbonato novantaduenne ha chiesto spiegazioni) ribadiamo che i listini completi della Borsa e dei fondi di investimento è disponibile, aggiornata, sul sito www.ladige.it: basta entrare nella sezione economia e cliccare sull’apposito banner. VERONA - Il prossimo lunedì 28 ottobre, rinviata sul far del mezzogiorno anche per consentire ai soci trentini di prendere atto dei risultati delle elezioni provinciali e di capire chi comanderà dopo Dellai-Pacher, l’assemblea della Catullo spa sarà chiamata a valutare l’ingresso di Save - la società che gestisce gli aeroporti di Venezia e di Treviso - nella compagine, per rilanciare le prospettive degli scali di Villafranca e di Montichiari (specializzato nel cargo merci, presso Brescia). La Save di Marchi, com’è noto, vorrebbe salire fino al 35%, mettendo sul piatto 25 milioni di euro, ed è il partner industriale che il presidente Paolo Arena e il direttore generale Carmine Bassetti cercano per stabilizzare i conti in rosso della società di cui la Provincia di Trento è la seconda azionista per peso. Il primo passo, che non richiede né la valutazione dell’Antitrust né il parere di Enac, è - hanno stabilito i saggi tra cui il trentino Raffaele De Col - la cessione di una piccola quota che consenta a Save di mettere un piede nella Catullo per poi partecipare ad un sostanzioso aumento di capitale sociale. Secondo i capigruppo del Pd veronese in Comune e in Provincia Michele Bertucco e Lorenzo Dalai, sarà la Fondazione Cariverona a cedere il proprio 4,15% a Save. L’indiscrezione non è stata confermata ufficialmente, ma è plausibile. Come è notorio che anche diversi soci pubblici, la Provincia di Verona innanzitutto, venderebbero volentieri le quote per fare cassa.
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