L`EUROPA DI TRAVERSO
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L`EUROPA DI TRAVERSO
Anno IV - Numero 165 - Martedì 14 luglio 2015 Direttore: Francesco Storace Attualità Cronache Dalla capitale Falce e martello, il Papa non rinnega Marò, dall'India vaghe promesse Campi nomadi, romani contro A pag 2 Colosimo a pag 4 A pag 6 RAGGIUNTO L’ACCORDO – ANCORA DA RATIFICARE – MA ATENE DEVE SUBITO METTER MANO A PESANTI RIFORME L’EUROPA DI TRAVERSO Tsipras finisce all’angolo, con forti critiche da parte dell’ex amico e ministro Varoufakis: “Umiliato” di Igor Traboni sipras che si arrende all’accordo con l’Europa dell’odiata Merkel, il suo partito di sinistra e l’ormai ex sodale e ministro Varoufakis che lo attaccano, i sinistri italiani – quelli che ‘con Tsipras’ per un’altra Europa si sono anche candidati alle Europee – che non sanno più che pesci prendere. Insomma, ha lasciato più ‘cadaveri’ e rimpianti che soddisfazioni l’accordo, raggiunto all'unanimità sulla Grecia e i creditori, dopo quasi 20 ore di negoziato. Uffi- T cialmente, dunque, la Grecia non esce dall’Europa, ma l’accordo dovrà passare al vaglio del Parlamento ellenico e per il premier Alexis Tsipras non sarà una passeggiata, soprattutto per gli attacchi interni che sta subendo, ad iniziare da quelli dell’ex ministro Yanis Varoufakis che, a quanto pare, aveva un piano per la Grecia per il dopo referendum. Ma non sarebbe stato appoggiato a dovere. Ora Varoufakis accusa apertamente Tsipras di essersi lasciato andare ad ulteriori concessioni e "ha accettato il fatto che qualsiasi fosse stata la posizione dei creditori, lui non li avrebbe sfidati. E’ totalmente soggiogato dalla Germania, è un'orchestra diretta dal ministro Schauble. E l'Eurogruppo non è previsto da alcun trattato, ma ha il grande potere di determinare la vita degli europei, di decidere su questioni quasi di vita o di morte". Il ministro della Difesa Panos Kammenos ha annunciato che il suo partito Anel, alleato di Syriza, non sosterrà in Parlamento l'accordo sulla Grecia raggiunto a Bruxelles, mentre un altro dei ministri di Tsipras in carica, il responsabile dell'energia Lafazanis, ha invece già definito “umiliante" per la Grecia l’accordo con l’Europa. Tsipras prova a difendersi, così: "Abbiamo lottato duro a Bruxelles, ora lo faremo in Grecia”, mentre Juncker, presidente della Commissione Ue, ha continuato a tirare l’acqua al mulino comunitario: “Non credo sia un accordo umiliante per i greci, e non credo che altri europei perderanno la faccia". Comunque sia, adesso si balla attorno a cifre che oscillano tra gli 82 e gli 86 miliardi di euro di aiuti e bisognerà aspettare ancora il fine settimana per il sì definitivo. L’Europa chiede infatti ad Atene di rispettare determinate nuove condizioni imposte e di dare prova di responsabilità approvando almeno alcune delle riforme richieste entro domani, mercoledì. E non si tratta di questioni di poco conti, visto che si parla di pensioni, Iva, adozione del Codice di Procedura Civile, direttiva sul salvataggio delle banche e via di questo passo. Davvero un pianto greco per Tsipras. LE INDAGINI SULL’ATTENTATO DEL CAIRO MA SOPRATTUTTO LE NUOVE MINACCE DELL’ISIS Bomba al Consolato italiano: tre arresti arebbero stati identificati i tre presunti autori dell'attentato al Consolato italiano al Cairo, verificatosi sabato scorso. Così almeno riferiscono fonti della sicurezza egiziana hanno riprese da Al Arabiya . Si "tratterebbe di tre elementi del gruppo di Ansar Beit el Maqdes, attivo nel Sinai", sempre in base alle fonti egiziane che hanno lasciato trapelare la cosa e che hanno fornito anche i loro nomi: Tarek Abdel Sattar e Hussein Barakat Hussein Mabrouk, originari di Bani Suef in Alto Egitto e Hussein Samir Bassiouni di Fayoum a sud del Cairo. Attentato al consolato italiano al Cairo che è stato poi rivendicato dall’Isis, come riferisce il Site sul proprio profilo Twitter” Grazie alla benedizione S Roma, via Giovanni Paisiello n. 40 di Allah i soldati dello Stato Islamico hanno fatto esplodere 450 kg di esplosivo piazzati dentro una macchina parcheggiata davanti al Consolato italiano al Cairo”, si legge sull’account di Twitter considerato per l’appunto vicino all'Isis, rivendicando l'attentato. Ma i terroristi vanno oltre e annunciano nuovi attacchi. Ieri a Il Cairo è volato anche il ministro degli Esteri italiano, Paolo Gentiloni, che poi incontrando i giornalisti ha detto che l’'attentato al consolato italiano al Cairo è un fatto grave, un probabile avvertimento, non qualcosa rivolto particolarmente contro gli italiani, ma contro l'impegno comune nella lotta al terrorismo, rettificando un po’ il tiro delle prime dichiarazioni rese a Roma e secondo le quali pro- prio l’Italia, e solo il nostro Paese, è nel mirino dei terroristi islamici. La potente esplosione, come si ricorderà, si è verificata al Cairo davanti al Consolato italiano che si affaccia su Galaa Street nel quartiere residen- ziale di Boulac e ha causato un morto e nove feriti, tutti di nazionalità egiziana. Il Consolato, con personale italiano addetto, a quell’ora del mattino era ancora chiuso, altrimenti il bilancio avrebbe potuto essere ben più grave. A.A.A. CERCASI BADANTI PER SINDACO COMMISSARIATO Deputati e Senatori col doppio incarico a governare, a Ignazio resta solo la fascia di Francesco Storace iochi di potere modello House of Cards, giravolte e piroette retoriche, annunci e smentite che non smentiscono: questo è il Pd romano di questi ultimi mesi. Un grande risiko il cui unico e solo obiettivo è quello di preservare il potere. Per salvare Marino (e le poltrone) si butta a mare gran parte della Giunta Marino. Sui volti dei consiglieri piddini aleggia palese il terrore bianco delle elezioni, del voto anticipato. Siamo giunti ai doppi incarichi: in sostanza si cercano badanti referenziati (e assai ben retribuiti) per guardare a vista il Primo Cittadino. L’idea è semplice: affiancare deputati e senatori con esperienza pregressa nel governo di Roma al chirurgo genovese che rimarrebbe a fare la testa di legno. Lui taglia i nastri, sproloquia come d’abitudine e gli altri governano. Ma mantenendo il posto alla Camera o al Senato: lauto stipendio e rete di protezione dai colpi di testa del Chirurgo. Più si affannano - Orfini e l’ufficio stampa capitolino - a smentire questo scenario e più esso appare via via più probabile. Le voci di Palazzo Senatorio, a parte le annunciate dimissioni di Improta, danno in uscita anche la Scozzese. Sarebbe la seconda “gran dama” dei conti a mollare la baracca in due anni. Oltre i due, sarà G interessante assistere alla sceneggiata che potrebbe accompagnare all’uscita l’attuale titolare del Commercio, Marta Leonori, che, per entrare in Giunta, accolta come fu dagli squilli di tromba, venne costretta a dimettersi da Deputata appena eletta. E il suo posto lo prese quel Marco Di Stefano, inquisito per tangenti a causa dei palazzi d'oro della regione Lazio e che era risultato primo dei non eletti. O, chissà, malignamente, fu il contrario: per salvare Marco Di Stefano, dandogli il passaporto per Montecitorio, mandarono la Leonori in Giunta. Le cambiali si pagano. Sarà, quindi, gustoso vedere quanto sarà contenta la Leonori - se la rimpiazzano - di aver perso due anni di stipendio da deputata per stare appresso al Chirurgo e venirne ricambiata con una calorosa stretta di mano. Che poi, a ben pensarci, su questa storia dell’avvicendamento LeonoriDi Stefano né l’onesto Marino né l’onesto Renzi - entrambi, per parafrasare il Giulio Cesare di Shakespeare, uomini di parola - hanno mai detto una sola parola. Ora, quindi, l’ignaro Ignazio ingoierà questo ennesimo commissariamento, per di più con i doppi incarichi da lui tanto vituperati. Dei poteri e degli attributi del Sindaco di Roma gli è rimasta solo la fascia tricolore. Fino a che gliela lasceranno. Renzi o i magistrati. 2 Martedì 14 luglio 2015 AttuAlItA’ LO STRANO REGALO DEL PRESIDENTE MORALES SAREBBE DOVUTO RESTARE IN BOLIVIA, INVECE… Il Papa non rinnega il crocifisso comunista Bergoglio: “Lo porto con me, quest’opera non mi offende”. E riesplode la polemica apa Francesco è tornato nel primi pomeriggio di ieri a Roma dal lungo viaggio pastorale in America del Sud. Tre tappe (Ecuador, Paraguay e Bolivia) tra bagni di folla ma anche con una serie di polemiche. Ad iniziare dallo strano, stranissimo crocifisso regalato al Pontefice dal presidente boliviano Morales con tanto di falce e martello ai piedi del Cristo. E ieri Bergoglio, conversando con i giornalisti sull’aereo che lo riportava in Italia, è tornato sull’argomento, con queste parole:”Non sapevo che padre Espinal fosse anche poeta e scultore. Secondo me si può qualificare nel genere dell’arte di protesta, che in alcuni casi può essere offensiva. In questo caso concreto, padre Espinal è stato ucciso nel 1980. Era un tempo che la Teologia della liberazione aveva tante correnti diverse, una di esse usava l’analisi marxista della realtà e padre Espinal apparteneva a questa. Allora ero rettore della facoltà di teologia, se ne parlava tanto. Il padre generale Padro Arrupe scrisse una lettera a tutta la Compagnia sull’analisi marxista in teologia dicendo che non era giusta. Bisogna considerare quell’epoca: Espinal era un entusiasta dell’analisi marxista della realtà ed è arrivata questa opera, anche le sue poesie sono dello stesso genere. Era la sua vita, il suo pensiero, era un uomo speciale con tanta genialità umana e che lottava in buona fede. Compiendo un’ermeneutica del genere, io capisco quest’opera, non mi offende. Morales ha voluto CON FRANCESCO IL RICORDO DI MARIA GORETTI P Reliquie meno ‘ingombranti’ per il viaggio negli Stati Uniti arà di certo meno ingombrante del crocifisso con falce e martello la reliquia che invece accompagnerà, nel prossimo mese di settembre, la visita di Papa Francesco negli Stati Uniti. Si tratta infatti della reliquia di Maria Goretti, la giovane patrona della purezza, canonizzata nel 1950 dopo essere stata uccisa, quando aveva solo 11 anni, da un contadino che aveva cercato di usarle violenza nel borgo delle Ferriere, nelle paludi pontine. Quello stesso Alessandro Serenelli che venne perdonato da Maria e che si è poi convertito. In coincidenza con la visita di Papa Francesco, e poi fino al prossimo mese di novembre, le reliquie della santa italiana attraverseranno diverse città di una decina di Stati americani: chiese, parrocchie, luoghi di preghiera, prigioni. C’è da aspettarsi che l’accoglienza più grande la storia ella giovane santa la trovi nella comunità italiana, soprattutto tra le numerose comunità marchigiane e ciociare, terre in cui Maria nacque e poi visse, prima che la famiglia si trasferisse a Nettuno. E’ un accadimento per molti versi eccezionale, visto che in oltre mezzo secolo solo un’altra volta queste reliquie hanno lasciato l’Italia «Raccomando a tutti i fedeli di partecipare. Che Maria Goretti ci ispiri ad accettare il perdono e a offrirlo», ha detto il vescovo Timothy Doherty di Lafayette in Indiana. E sula stessa lunghezza d’onda si sono già espressi altri prelati americani. S darmi due onorificenze, compreso l’ordine di padre Espinal. Mai ho accettato una onorificenza, non mi viene, ma lui lo ha fatto con tanta buona volontà che ho pensato: se le porto in Vaticano andrà in museo, le lascio alla Madonna. Invece il Cristo lo porto con me”, ha quindi detto il Papa, spiazzando un po’ tutti. Quel Cristo comunista, infatti, sarebbe dovuto restare in Bolivia, al pari delle onorificenze ricevute pure in dono. Così quanto meno si era affrettato a far sapere il cerimoniale, e poi con una nota la sala stampa del Vaticano, come per mettere a tacere l’incresciosa vicenda. Come se i fedeli potessero far finta di niente e magari rimuovere subito, da memoria e coscienze, quell’assurdo crocifisso. Ma il Papa è stato di avviso diverso e, come in effetti si era visto in alcune immagini dopo la prima iniziale sorpresa, quel dono non lo aveva poi turbato più di tanto, anzi… E le parole di ieri, ma soprattutto quel pacco-dono caricayo tra i bagali nel viaggio di ritorno dalla sua America del Sud, di certo ora riapriranno tante altre polemiche. DOPO LE FRASI SU ENRICO LETTA E LA PRESA DEL POTERE, L’EX ROTTAMATORE CONTINUA A TACERE Renzi intercettato, le opposizioni non mollano C ontinuano a far discutere gli stralci delle intercettazioni, pubblicate l’altro giorno dal Fatto quotidiano, on frasi attribuite a Matteo Renzi, alla vigilia della sua ascesa indotta alla presidenza del Consiglio dei Ministri, a dirne di cotte e di crude nei confronti di Enrico Letta, allora premier e già vicesegretario del Pd. In realtà, a porre l’accento sul bisogno di verità attorno a queste intercettazioni sono solo le opposizioni, mentre la maggioranza di governo – con una sponda facile lelle tv e nei giornali particolarmente sensibili al… fascino dell’ex rottamatore – con- tinua a far finta di niente. Salvo far finta di scaldalizzarsi per l’uso delle intercettazioni. "Sulle intercettazioni, chi si straccia le vesti benvenuto sulla terra. Nel senso che prima era stato su Marte e non si era accorto dell'abuso che si era fatto delle intercettazioni. Adesso che toccano qualcuno a lui vicino, penso a tanti esponenti del Pd, a qualcuno vicino al Quirinale e cosi' via, si straccia le vesti sulle intercettazioni", ha detto Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, parlando ieri con i giornalisti in sala stampa a Montecitorio. "Noi siamo stati sempre molto chiari: no all'abuso delle intercettazioni, no alla pubblicazione delle intercettazioni che nulla hanno a che fare con i procedimenti. E quindi anche in questo caso, cioè nel caso di Renzi e del generale della Finanza e delle intercettazioni da taverna. C’è un problema grande come una casa, c’è un problema politico. Ci vuole raccontare Renzi cosa è successo tra il 10 e l'11 gennaio 2014 quando in poche ore fu deciso di fare fuori il legittimo presidente del Consiglio, Enrico Letta? E Renzi non eletto, che non si era presentato alle elezioni, senza un programma, è diventato, con l'avallo del peggior presidente della Repubblica, Napolitano, presidente del Consiglio? Cosa è successo? Siccome vengono fuori delle ombre, dei dubbi inquietanti, sarebbe bene che il presidente del Consiglio - e lo chiedo ufficialmente - venisse in Aula a spiegare la genesi della FAMOSO NEGLI ANNI ’80, IL CANTANTE ANNUNCIA LE SUE ‘NOZZE’ OMO E SUBITO TORNA IN VOGA Scialpi (chi se lo ricorda?) nuova icona di certa sinistra di Igor Traboni lzi la mano chi negli ultimi vent’anni ha sentito parlare di Giovanni Scialpi, cantante, in arte solo Scialpi, e poi Shalpy, anche se la pronuncia è la stessa. E allora ve lo diciamo noi, che negli anni ’80 impazzivamo tra un Festivalbar e l’altro, quei baracconi che se non altro la musica te la portavano pure vicino casa, nella grande sterminata provincia italiana. E proprio uno di quei Festivalbar, l’allora ventenne Scialpi lo dominò, con la canzone orecchiabile e ballabile Rocking Rolling. Sonorità che Scialpi mantenne e affinò alla grande – chapeau – interpretando altri brani scritti per lui da Mango. Un grande, per l’appunto. E tu davi di matto perché le ragazzine im- A pazzivano per quel cantante sbarbatello, mica per il secchione della classe. Poi per Scialpi arrivò l’operazione un po’ civettuola di ‘Pregherei’, brano cantato assieme a Scarlett, un po’ Wess e Dori Ghezzi per capirci, con una spruzzatina di Albano e Romina, sempre per rendere l’idea. Ma funzionò: fine anni ’80 e Scialpi vinse un festivalbar con quella canzone. Poi, assieme alla musica italiana tutta o quasi e ai 33 e 45 giri che nessuno ha comprato più, Scialpi si è sciolto un po’ come neve al sole, a parte una comparsata in un reality tipo isola dei famosi. Insomma: a parte qualche musicassetta impolverata nel solito vecchio baule in cantina, Scialpi chi se lo ricordava più? Fino a ieri, quando le agenzie di stampa hanno preso a battere questa notizia: “Il cantante Giovanni Scialpi ha annunciato che prossimamente si unirà in "matrimonio", con unione civile, al proprio compagno Roberto Blasi. Dopo sei anni di felice convivenza, la coppia ha finalmente deciso, durante un recente viaggio all'estero, di compiere questo passo. I preparativi sono in corso, la cerimonia dovrebbe tenersi alla fine del mese di agosto, luogo data e dettagli sono ancora top secret”. E speriamo che tale segretezza resti, anche perché ieri il povero Scialpi – e poveri noi – è stato preso d’assalto da siti internet politicamente corretti festanti a cotanta notizia; per non dire dei gridolini di giubilo sui social network; i ‘mi piace’ di tipi sinistri che poi fanno gli schizzinosi, e per niente spiritosi, se Gigi D’Alessio si innamora della Tatangelo; le fregole deliranti di ragazzini bavosi che già Jovanotti gli pare un matusalemme, però dai, se lo dicono certi ‘grandi’ allora pure Scialpi in love è grande. Dia retta, signor Giovanni Scialpi, o Shalpy o come più le sta comodo: lasci stare, se ne torni all’estero. In cambio, laicamente pregheremo per lei. E per la memoria dei 45 giri. sua salita al potere o della sua presa di potere con una congiura di palazzo, come si è sempre detto. Adesso c’è l'occasione per farlo. Che ci racconti quali sono stati i suoi argomenti di convincimento nei confronti del presidente della Repubblica per fare fuori Enrico Letta e per mettere lui al suo posto. Questo è dovuto agli italiani", ha concluso Brunetta. Eventualità che, a quanto pare, a Matteo Renzi e al sul entourage del giglio magico non passa neppure per l’anticamera del cervello. Via Giovanni Paisiello n.40 00198 Roma Tel. 06 85357599 - 06 84082003 Fax 06 85357556 email: [email protected] Direttore responsabile Francesco Storace Amministratore Roberto Buonasorte Capo Redattore Igor Traboni Progetto grafico Raffaele Di Cintio Società editrice Amici del Giornale d’Italia Sito web www.ilgiornaleditalia.org Per la pubblicità Responsabile Marketing Daniele Belli tel. 335 6466624 - 06 37517187 mail: [email protected] -----------------Autorizzazione del Tribunale di Roma n° 286 del 19-10-2012 3 Martedì 14 luglio 2015 ATTUALITA’ ANCHE DA UNO STUDIO DI BANKITALIA ARRIVA L’ALLARME SU FINANZIAMENTI E OPERAZIONI DI RICICLAGGIO Fondi per terroristi attraverso opere di carità Già segnalati operazioni e soggetti rivelatisi in effetti come molto pericolosi l finanziamento del terrorismo presenta, rispetto al riciclaggio, caratteristiche peculiari che incidono sulla sua individuabilità: le somme necessarie per le esigenze organizzative e operative non sono in genere di ammontare elevato. I fondi "hanno tipicamente una provenienza lecita e il loro utilizzo per finalità illecite viene dissimulato attraverso attività imprenditoriali o caritatevoli di facciata; il trasferimento delle risorse avviene attraverso circuiti diversificati di tipo sia formale sia informale. Ecco quanto si legge nel passaggio centrale del Rapporto sull'attività 2014 dell'unità informazione finanziaria per l'Italia di Bankitalia. Tali "capacità mimetiche", segnala il rapporto, "rischiano di nascondere la reale entità della minaccia e di far ritenere il sistema legale immune da illecite strumentalizzazioni". Occorre, quindi, sempre a giudizio dell’Uif "affinare le tecniche di prevenzione fondandole sull'attenta valutazione di un insieme composito di elementi riguardanti l''anomalia finanziaria delle operazioni, i profili soggettivi di chi ne è l'autore, i luoghi di provenienza e destinazione dei fondi". Diventa allora "indispensabile integrare tutte le informazioni di- I IL PRESUNTO RECLUTATORE DELL’ISIS RIMANDATO IN ALBANIA Il paradosso italiano dell’espulsione di Elezi Solo lo scorso giugno la Procura di Brescia aveva chiesto e ottenuto l’estradizione n paradosso. Alban Haki Elezi, albanese arrestato nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Brescia perché accusato di far parte di una cellula legata all’Isis con base in Italia salvo poi essere scarcerato dal Tribunale del Riesame per insufficienza di prove, è stato rimpatriato con un volo Milano-Tirana perché ritenuto socialmente pericoloso. E rispedito quindi nel suo paese, lo stesso che lo aveva estradato proprio dall’Albania all’inizio di giugno 2015. Su richiesta della procura lombarda, grazie alla collaborazione dell’Interpol balcanica e quella di Roma, con l’accusa di reclutamento a favore del terrorismo islamico. L’espulsione coattiva di Elezi è stata disposta dalla Prefettura di Brescia e U sponibili nel sistema", e l'Uif con la sua esperienza "mostra diversi casi emblematici in cui sono stati segnalati operazioni e soggetti risultati poi effettivamente collegati a organizzazioni terroristiche". L’Unità di Bankitalia segnala "una maggiore tensione dei segnalanti", com’è testimoniato "dalla considerevole crescita del numero delle segnalazioni di casi di sospetto finanziamento del terrorismo pervenute nel primo semestre del corrente anno". Il contesto è quello che vede a partire dal 2014 "drammatici attentati e azioni di guerra in diverse aree del Medio-oriente, dell'Africa e del nostro continente, che hanno radicalmente mutato lo scenario di riferimento della minaccia prove- niente dal terrorismo internazionale". Si è quindi di fronte "a un fenomeno nuovo in cui organizzazioni terroristiche controllano territori e ne sfruttano le risorse finanziarie, naturali, artistico-archeologiche, umane". Un contesto nel quale i gruppi terroristici locali "hanno stretti collegamenti - sul piano ideologico, operativo e finanziario - con le organizzazioni madri ma emerge anche un sistema ''molecolare'', in cui i componenti hanno autonomia e capacità di auto-attivazione". La comunità internazionale, nelle diverse sedi della cooperazione, "sottolinea come a fini di contrasto sia cruciale individuare e bloccare i flussi di finanziamento del terrorismo nelle sue varie forme e intensificare la collaborazione, a livello nazionale e internazionale, tra gli organismi di intelligence, le forze di polizia, le Financial intelligence unità, ricorda Uif. L'appropriazione "diretta di cospicue risorse sui territori occupati", come accade ad esempio nelle aree oc- va decisamente contro le volontà dei pm italiani. Ad attenderlo nella capitale dello Stato delle aquile, l’antiterrorismo albanese. Il provvedimento disposto gli vieterà comunque di poter accedere all’area Schengen almeno per i prossimi 5 anni. Ritenuto anche responsabile di aver arruolato in passato pure Anas El Abboubi, il marocchino di Vobarno per combattere in Siria a fianco dei guerriglieri dello stato islamico, Elezi ha chiesto agli agenti di arrivare in patria senza le manette ai polsi. Desiderio esaudito per un esponente legato alla famiglia di Balliu Idajet, morto in Siria nell’agosto 2014 mentre guerreggiava nelle fila della sanguinaria brigata di M.Z. Lavdrim Muhaxeri. cupate da Is-Daesh, sottolinea "il rilievo dell'azione di prevenzione e contrasto volta a intercettare i flussi di finanziamento, disvelare i punti di accumulo e i canali di trasferimento dei fondi, individuare dal versante finanziario le ramificazioni internazionali del terrorismo". TRA LE PIEGHE DELLA RIFORMA RENZI-GIANNINI, ALTRE VITTIME SUL CAMPO DELL’ISTRUZIONE… I nuovi precari della riforma della scuola: i Tfa Docenti “Titolati, Formati e Abilitati”, ma in realtà Truffati, Fregati e Abbandonati pprovato il ddl "La buona scuola," sono tantissimi gli insegnati indignati. Tra questi molti tieffini, docenti in possesso dell'abilitazione selettiva conseguita tramite Tfa; docenti Titolati, Formati ed Abilitati dallo Stato Italiano, che oggi si sentono a ragione Truffati, Fregati ed Abbandonati. Docenti che, seguendo le regole di un bando rigoroso che legava i posti al fabbisogno regionale dei pensionamenti, sono riusciti a superare 3 prove selettive ed ad accedere a questo rigoroso percorso formativo che, essendo legato a posti contingentati, avrebbe dovuto preservare i vincitori dalle insicurezze della precarietà. Una serie di stratificazione di norme e un passaggio di ministri poco coscienziosi in merito alla specificità di questo titolo selettivo, hanno portato una deformazione del percorso originario : dato di fatto è che i pluriselezionati #AbilitatiTfa su fabbisogno (cioè selezionati in relazione ai posti liberi dei pensionamenti) si trovano esclusi dalla riforma, con un titolo inflazionato (dall'avvio di altri percorsi senza selezione e senza posti contingentati), con la chimera di un ulteriore concorso che di fatto rende vana la durissima selezione precedente. Dove sono finiti i benefici legati ai posti contingentati? Se il bando aveva ideato il percorso selettivo Tfa per annullare il precariato, perché i vincitori di tale concorso si ritrovano ancora imbrigliati nelle maglie dei precari? E ancora: se il loro bando non ha esplicitamente escluso le Graduatorie ad Esaurimento, perché il Governo vuole penalizzare questi 10.000 docenti meritevoli escludendoli dalle assunzioni e non attribuendo al loro concorso il "valore A E in questo scontento generale questa piccola e martoriata frangia di docenti abilitati TfA si sentono ancora più: concorsuale"? (Lo stesso che a posteriori diedero alle Ssis?). I docenti abilitati con Tfa non si danno per vinti; si oppongono fermamente al decreto “La Buona Scuola” targato Renzi perché temono per il proprio futuro professionale e per quello della scuola pubblica, cui si dà una impronta verticistica e non immune da "potenziale deriva autoritaria". I docenti abilitati Tfa sono fortemente indignati da molto tempo, soprattutto ora che il Presidente del Consiglio ha imposto e liquidato rapidamente il Ddl-Scuola con un voto di fiducia per raggirare le centinaia di emendamenti migliorativi che si erano proposti. Pare che il Governo abbia voluto solo strumentalizzare, ai fini di una dubbia campagna propagandistica, la riforma scuola rendendola approssimativa, non condivisa e malvista pure dagli stessi assunti. TRUFFATI Con D.M. 249/2010 la Ministra Gelmini aveva istituito il TFA, Tirocinio Formativo Attivo, un percorso abilitante che, dopo anni di stagnazione, ha consentito nel 2012 a numerosi docenti di abilitarsi all’insegnamento su una specifica classe di concorso. Alcune classi infatti, dopo la chiusura dell’ultimo ciclo SSIS del 2009, si erano esaurite, senza più docenti in graduatoria di Provveditorato, né in graduatoria di merito. Il TFA è stata una procedura consorsuale a tutti gli effetti: una selezione durissima, con una prova preliminare Nazionale, uno scritto ed un orale, un anno di corsi, oltre 400 ore di tirocinio diretto a scuola, un esame finale. Tantissimi candidati, solo pochi posti, (10 mila vincitori su una platea di 120.000 aspiranti) calcolati sul fabbisogno di pensionamenti (art. 5) e non quantificati a caso! E di tale percorso selettivo si è perso il beneficio. FREGATI Tanti soldi spesi, tra i 2.500 e i 3.500 euro, tanti chilometri, l’impossibilità di seguire i corsi e contemporaneamente insegnare… Solo pochi eletti, circa 10 mila nel primo ciclo, altri 17 mila nel secondo. Ed oggi, un decreto approvato con un colpo di mano, precluderà loro, per i prossimi 5-6 anni, la strada dell'insegnamento. Tutti gli sforzi di alcuni partiti, Forza Italia, Fratelli d’Italia, M5S, si sono vanificati contro il muro di un PD arrogante, che perfino l’intellighenzia di sinistra è arrivata a disconoscere. ABBANDONATI “Hai fatto il TFA? Allora sei più in giù della moglie di Renzi”. Così mi dice l’anziano presidente della commissione di maturità, commentando il numero di precari che verranno stabilizzati dalla riforma. Lo stato ha chiesto a noi TFA tanti soldi, per rimpinguare le casse delle Università, ci abilita su fabbisogno e poi ci scarica. Ci abbandona a noi stessi, con la quasi certezza di non lavorare. Forse prenderemo qualche supplenza per qualche malattia perché ora c’è l’organico funzionale a coprire i vuoti: quei posti per cui i tfa l ciclo sono stati selezionati. Ma i tieffini non si rassegnano. Anche l’ultimo ciclo SSIS era soltanto abilitante e non valido per il ruolo. Poi i Sissini sono entrati in Graduatoria ad Esaurimento ed ora sono di ruolo. Anche noi TFA non ci rassegniamo, resisteremo ed affermeremo la nostra logica , il nostro desiderio di equità e rispetto di un titolo selettivo che doveva fornire garanzie. Basta una piccola breccia, una crepa nelle mura che avrebbero voluto seppellirci, e si entra, come attraverso una Porta Pia del nuovo millennio. Per il coordinamento nazionale Tfa #AbilitatiTfa prof. Alessandro Petrozzi 4 Martedì 14 luglio 2015 AttuAlItA’ LA CORTE SUPREMA PROROGA DI SEI MESI IL PERMESSO DI LATORRE MENTRE LA PROCURA ACCETTA L’ARBITRATO INTERNAZIONALE L’India non si arrende, vuole “giustiziare” i Marò L’Italia si muove per riportare in patria Girone ma il governo di New Delhi promette battaglia e avvisa: “La giurisdizione del caso è nostra, lo dimostreremo nelle sedi opportune” A PROPOSITO DELLA VICENDA DIPLOMATICA… di Federico Colosimo opo anni di schiaffi e umiliazioni, finalmente dal New Delhi arrivano buone notizie. La Corte Suprema ha prolungato di sei mesi il permesso di Massimiliano Latorre a restare in Italia per le cure mediche legate all’attacco ischemico del 31 agosto scorso. Ma c’è di più. La procura ha accettato il procedimento di arbitrato internazionale attivato recentemente dall’Italia. Si tratta di un atto dovuto essendo l’India firmataria della convenzione dell’Onu sul diritto del mare che all’articolo 278 indica i metodi di soluzione delle dispute. I giudici hanno quindi fissato una nuova udienza per il 26 agosto, volta a ricevere il rapporto ufficiale del governo guidato da Narenda Modi sulla questione. Spiragli di luce che fanno sperare in uno scenario finalmente diverso. Ma la vicenda, purtroppo, è ancora lontana dalla conclusione. Perché il rappresentante dell’esecutivo (“Solicitor General”), Ranjit Kumar, ha sottolineato che il Paese parteciperà alle prime sedute dell’arbitrato, “per spiegare a chi di dovere che la giurisdizione del caso spetta a noi e non all’Italia”. Parole significative, che fanno capire come l’India non ha potuto fare altro che adeguarsi alle ri- E gli adulatori la sparano grossa: “Merito dei governi Letta e Renzi” D desso tutti sul carro del presunto (assai presunto) vincitore, visto che dagli ambienti governativi la decisione dell’India sui due Marò – che poi in realtà riguarda solo Latorre e per meri motivi umanitari – viene fatta passare come una vittoria di questo Esecutivo. Che invece, come sanno anche i bambini, sta facendo poco o niente per i nostri due soldati. Comunque, certe dichiarazioni ci possono anche stare, nel gran ‘gioco’ della politica e magari da parte di chi riesce sì e no ad andare un paio di volte l’anno sulle agenzie di stampa. Però a tutto c’è un limite. E siccome “ad ogni limite c’è una pazienza”, come diceva il grande Totò, quel limite di buona decenza istituzionale – e la nostra pazienza - ci pare l’abbia superato Antonio De Poli, vicese- A chieste del nostro governo. I tempi dell’arbitrato, peraltro, potrebbero essere lunghissimi: forse tra i due e i quattro anni, considerando che deve essere costituita pure una corte istituzionale. Mentre New Delhi promette battaglia, resta da risolversi pure la questione legata a Salvatore Girone. In ostaggio all’interno dell’ambasciata italiana e vittima di un’autentica persecuzione giudiziaria. Dalla Farnesina fanno sapere che sono pronte tutte le misure necessarie per consentire il rientro in patria del Fuciliere di Marina. Abbandonato ad un triste e inesorabile destino. Certamente ingiusto. Dopo un periodo praticamente infinito condito da strategie a dir poco fallimentari, il governo italiano sembra aver imboccato la strada giusta. Meglio tardi che mai. Eppure, non resta che recriminare. Perché se i tre diversi esecutivi che si sono succeduti, avessero intrapreso la via maestra nel febbraio 2012, ora potremo parlare di svolta vicina. Invece occorrerà avere altra pazienza – ormai agli sgoccioli – per gridare giustizia. Nessuna sentenza di assoluzione al mondo potrà mai ripagare Latorre e Girone per le sofferenze subite. Con i Marò che stanno scontando una pena anticipata mai ricevuta. gretario vicario dell’Udc, che ieri ha dichiarato: "La proroga di sei mesi per Massimiliano La Torre e soprattutto il via libera della Procura indiana all''arbitrato internazionale rappresentano due risultati positivi concreti che premiano gli sforzi dei Governi LettaRenzi che hanno dimostrato grande attenzione nei confronti della vicenda dei Marò”. Già che c’era, il vice-segretario vicario dell’Udc poteva metterci dentro anche il governo Monti, assolutamente a pari merito con i gemelli del nulla Letta-Renzi nella disfatta italiana sul fronte Marò. O magari, visto che cita a braccetto Letta-Renzi, spiegarci le dichiarazioni di quest’ultimo, intercettate e pubblicate l’altro giorno dal Fatto quotidiano, sulla nullità del suo predecessore Ig. Tr. L'ESPONENTE DI FRATELLI D'ITALIA PRIMO FIRMATARIO DI UNA PROPOSTA DI LEGGE A TUTELA DELLE CITTÀ DI FONDAZIONE Rampelli: salvaguardare l’architettura del Ventennio “Rappresentano un esempio di urbanistica e stili architettonici che il mondo intero ci invidia” Sabaudia di Emma Moriconi Dalla Pentopoli dell'Agro Pontino all'Eur; da Carbonia a Predappio Nuova, l'architettura del Ventennio fascista va salvaguardata e valorizzata". È l'incipit di una AdnKronos che riferisce di come Fabio Rampelli, presidente dei deputati di Fratelli d'Italia - Alleanza nazionale, intenda sottolineare l'immenso patrimonio dell'architettura fascista in Italia. Rampelli è infatti il primo firmatario di una proposta di legge per la tutela delle città e dei nuclei "di fondazione", che prevede un budget di 75 milioni di euro in tre anni per gli interventi. Fabio Rampelli, peraltro, è un architetto, dunque parla con cognizione di causa. Non è una questione di "nostalgismo", si tratta di guardare ai fatti e alla storia. “ Ed è proprio per questo che Rampelli vorrebbe le opere del razionalismo italiano nella lista dei siti tutelati dall'Unesco. "Se di credo si deve parlare, quindi dice Rampelli - in questo caso non è quello politico ma urbanistico e culturale perché le 'Città nuove' nate in Italia nel periodo a cavallo tra le due guerre mondiali rappresentano un esempio di urbanistica e stili architettonici che il mondo intero ci invidia. Opere che hanno saputo coniugare tradizione e modernità, sviluppo del territorio e salvaguardia dell'ambiente". Effettivamente, ne abbiamo parlato spesso, le opere realizzate durante il Fascismo posseggono caratteristiche importanti: materiali di eccellente qualità, stile inconfondibile, spazi grandi e ariosi, fruibili. Le Città Nuove furono il fiore all'occhiello del Fascismo, insieme naturalmente alle numerosissime riforme di carattere sociale che ne caratterizzarono l'opera. "Oggi come allora - dice ancora Rampelli - le città di fondazione sono tra le più significative realizzazioni dell'architettura del ventesimo secolo, testimonianza della ricerca architettonica maturata tra le due guerre con lo stile Novecento, il Razionalismo italiano, il Futurismo". E poi: "In questo scenario si coniugarono alcune delle più ardite intuizioni di un'intera generazione di giovani e geniali architetti, da Mazzoni a Petrucci, passando per Calza Bini e Piccinato. Lo stesso genio, la stessa ispirazione, la stessa volontà di intervenire sul territorio trovarono espressione un po’ ovunque, dal Lazio alla Sardegna, dalla Sicilia al Friuli Venezia Giulia, e anche fuori dall'Italia". I lettori, a questo proposito, ricorderanno Predappio, palazzo del Fascio certamente il nostro speciale (che realizzammo anche in video con un'intervista a due architetti) dedicato proprio alle opere di Mussolini in Italia e nelle Colonie. Dunque "promuovere il recupero e la valorizzazione di centri urbani, borghi, frazioni, quartieri, con interventi di salvaguardia e di restauro di edifici, monumenti, beni architettonici", recita ancora l'agenzia. E continua: "Accanto agli interventi di tutela del patrimonio edilizio, anche il sostegno a progetti di sviluppo locale che possano rilanciare il turismo e sostenere il tessuto produttivo delle aree interessate". Non è una questione ideologica: a questo proposito ricordiamo come anche un esponente del Pd, il sindaco di Predappio Giorgio Frassineti, si era espresso in questo senso relativamente al Palazzo del Fascio della città natale del Duce. E ancora, dice Rampelli, "censire con esattezza tutte le città e i nuclei di fondazione". Rampelli ne elenca 153, ma occorre - dice - una verifica più puntuale. Le proposte di intervento, che andranno stilate dai Comuni entro sei mesi dall'entrata in vigore della legge, d'intesa con le soprintendenze competenti, passeranno al vaglio del Ministero dei Beni Culturali. 5 Martedì 14 luglio 2015 ESTERI IL PARLAMENTO EUROPEO, CON UN ATTO D’IMPERIO DI SCHULTZ, HA APPROVATO IL COSIDDETTO TTIP Passa la nuova “invasione” a stelle e strisce Alle porte anche un trattato tra Europa e Stati Uniti su istruzione, giustizia e sanità di Tatiana Ovidi opo l'ultimo G7 tedesco avevamo notato come il dato più preoccupante era stato la promessa di realizzare in tempi brevi il Ttip, come aveva rassicurato la cancelliera Merkel - ormai unica voce in rappresentanza dei Paesi europei – ad Obama. La cancelliera aveva promesso a Washington di concludere le trattative sul Ttip entro la fine di quest’anno. Detto fatto. Distratti da Grexit, il Parlamento Europeo ha approvato il Ttip (42% Pil globale). L'accordo siglato, dopo trattative a porte chiuse per più di un anno, dovrà rimanere segreto per i cinque anni successivi alla sua stipula… Il Ttip è approdato in parlamento ed è stato approvato con forzature importanti: Martin Schultz ha fatto saltare l’emendamento 40 che avrebbe permesso di far esprimere l'aula sull'arbitrato internazionale delle multinazionali contro gli Stati resistenti. È stata una forzatura inaudita, svoltasi in due fasi. Prima ha invocato le prerogative del presidente per eliminare il pericoloso emendamento dalle procedure. Poi ne ha fatto votare un altro preparato da lui (pensate come lavorano bene le lobbies Usa-Ue su questo personaggio) dove ha cambiato nome al pericolossissimo arbitrato (che si chiamerà Super Corte) e lo ha fatto votare. D Shultz e la Merkel Non solo, il Parlamento europeo ha bocciati 100 emendamenti, tra i quali alcuni di assoluto rilievo. Bocciata la proposta Human Right Clause che anteponeva i diritti umani rispetto alle dinamiche di mercato; bocciata la lista per i servizi pubblici, utile ad escludere alcuni settori di puro interesse pubblico non mercificabili. Derubricato il capitolo sullo sviluppo sostenibile: diventa solo consultivo senza nessuno strumento impositivo. Bocciata anche la possibilità di escludere settori sensibili, come dovrebbe avvenire in alcune produzioni agricole, a forte rischio estinzione. Naturalmente la notizia dell'approvazione del Ttip è stata taciuta dalla gran parte dei media internazionali. Anche se potrebbe determinare la nostra vita nei prossimi 50 anni. Non solo, il cittadino occidentale ignaro, non morirà solo di Ttip (relativo agli scambi commerciali), ma anche di di TISA (l'accordo sui servizi: ospedali , istruzione e giustizia per tutti… purché paghino). Il Trattato transatlantico sul Commercio e gli Investimenti, ricordiamolo, è un trattato di libero scambio che serve a modellare l’economia e il commercio europeo a immagine COLPITO UN POSTO DI BLOCCO VICINO AD UNA BASE MILITARE DELLA NATO Afghanistan: attentato sconvolge l’inizio degli incontri verso la pace ono almeno 33 le vittime – ma il bilancio potrebbe ulteriormente aggravarsi nelle prossime ore - le persone, per lo più civili, inclusi donne e bambini, rimaste uccise nel primo grave attentato compiuto in Afghanistan dopo la presa di contatto ufficiale della settimana scorsa tra rappresentanti dei talebani e delle autorità di Kabul, quando cioè sembrava potersi compiere un passo avanti sostanziale verso una pace più duratura. L'attentato suicida ha avuto luogo nei pressi di una base militare a Khost, nella regione orientale del paese, nei pressi del confine con il Pakistan; è qui, secondo la ricostruzione, che un terrorista a bordo di un'automobile si è fatto saltare in aria vicino a un posto di blocco delle forze di sicurezza afgane all'entrata di Camp Chapman, una base della Nato che ospita militari afgani ma anche soldati delle truppe della coalizione internazionale che sostiene il governo di Kabul, secondo quanto riferito da fonti dell'autorità locale. L'attacco è stato sferrato all'imbrunire, S e somiglianza di quello statunitense. Ad una prima lettura superficiale può apparire sorprendente che la Germania, il Paese che di fatto guida l'Unione Europea imponendole l'austerity e il modello economico tedesco, possa aderire ad un Trattato che distruggerebbe il vantaggio competitivo che ha accumulato in questi anni a discapito dei Paesi dell'Europa del Sud. Non lo è poi tanto, se si considera che la Germania stessa commette un suicidio per la sua politica commerciale quando continua ad applicare sanzioni economiche nei confronti della Russia, uno dei suoi partner commerciali più importanti. Il ruolo della Germania è dunque la conferma che l'Unione Europea non è che una periferia nella quale gli Usa possono far valere i propri interessi politici e commerciali. Il Ttip è l’ultimo passo per l'abdicazione della sovranità degli Stati europei e la nascita di un'unica area commerciale dominata dall'egemonia di Washington. Il primo passo verso la nascita degli United States Atlantic (Usa). Chi è il vero beneficiario di un mercato senza più barriere e controlli? La liberalizzazione totale darebbe alle corporation americane l'opportunità di esportare le loro merci nei mercati europei, senza tutte quelle regolamentazioni che oggi ostacolano il commercio Europa-Usa. Forse proprio per questo tutto doveva rimanere "top secret”… DAL MONDO PARIGI: LIBERATI DICIOTTO CLIENTI TENUTI IN OSTAGGIO Sono stati evacuati dalle teste di cuoio francesi i 18 impiegati asserragliati da ieri mattina all'interno del centro commerciale Qwartz a Villeneuve-laGarenne, periferia di Parigi, dopo che alcuni uomini armati hanno fatto irruzione nel negozio Primark. Atterriti, i 18 dipendenti si erano asserragliati nella mensa del centro commerciale. L'allarme è stato lanciato da una delle dipendenti del negozio Primark che "ha mandato verso le 7 un sms al compagno dicendogli che erano stati presi in ostaggio da due uomini armati". Uno degli ostaggi si è sentito male ed è stato soccorso, ma non si segnalano feriti. Le ricerche dei banditi, almeno tre, sono proseguite per tutta la giornata nella zona di Parigi. INCRIMINATO IL PREMIER DELLA ROMANIA poco prima dell'iftar, ovvero il momento assai particolare del pasto che segna l'interruzione quotidiana del digiuno da ogni forma di alimenti durante il mese di ramadan islamico. Dopo la fine della missione di combattimento nel mese di dicembre 2014, adesso la Nato è arrivata a schierare solamente 12.500 militari in Afghanistan nel quadro della missione "Resolute support" che ha l'obiettivo di formare le forze di sicurezza nazionali. In questo ambito, per la prima vota in 14 anni, si stanno svolgendo in Pakistan gli incontri tra talebani e governo di Kabul sotto l'egida degli Stati Uniti e della Cina, in qualche modo però ora squassati da questo tremendo attentato. La Procura di Bucarest ha formalmente incriminato il primo ministro Victor Ponta per evasione fiscale, riciclaggio e per aver detto il falso quando lavorava come avvocato, episodi che risalgono agli anni 2007 e 2008. In quel periodo Ponta, che respinge con fermezza le accuse a suo carico, era comunque un membro del Parlamento. I suoi asset personali sono stati temporaneamente congelati, in attesa della definizione dell’inchiesta. HEATHROW IN TILT PER UNA PROTESTA Un piccolo gruppo di militanti ecologisti, non più di una decina di persone, che si batte contro l'ampliamento dell'aeroporto londinese di Heathrow, ieri mattina sono entrati su una delle piste dello scalo e si sono incatenati fra loro. Come conseguenza dell’irruzione, anche alcuni ritardi e perfino la cancellazione di tredici voli. Sei dimostranti sono stati poi arrestati. Tutto nasce dal fatto che a inizio luglio, una commissione incaricata di riflettere sul futuro degli aeroporti londinesi ha consigliato di costruire una terza pista a Heathrow, una questione che divide il partito conservatore di David Cameron e suscita una forte opposizione da parte dei residenti nella zona di Heatrow. MORTO IN GIAPPONE IL PAPÀ DELLE WII Il Giappone piange la morte, a soli 55 anni per un tumore, del presidente di Nintendo, Satoru Iwata. Il manager aveva seguito lo sviluppo di alcuni dei più popolari prodotti della casa giapponese, come la console portatile DS e la Wii, di cui era definito il papà. L'anno scorso Iwata aveva fatto sapere di essere ammalato ma aveva continuato nel suo lavoro alla Nintendo, azienda nella quale entrato come semplice sviluppatore di giochi e in cui aveva fatto carriera fino a diventare Ceo nel 2002. La scomparsa, avvenuta sabato, è stata annunciata solo ieri dalla compagnia di cui era stato nominato anche Ceo della filiale americana nel 2013. Nintendo ha comunicato che i direttori Genyo Takeda e Shigeru Miyamoto assumeranno ora la guida dell'impresa. 6 Martedì 14 luglio 2015 DA ROMA E DAL LAZIO FDI-AN HA PRESENTATO LA DELIBERA DI INIZIATIVA POPOLARE AL COMUNE, SOTTOSCRITTA DA MIGLIAIA DI CITTADINI I romani hanno scelto: “Chiudiamo i campi nomadi” IERI I FUNERALI DEL BIMBO CADUTO NELL’ASCENSORE La Capitale ha salutato Marco Ghera-De Priamo-Rocca: “L’amministrazione non tradisca la volontà della gente magari rallentando l’iter con ritardi o giochetti vari” resentata. La delibera di iniziativa popolare per lo smantellamento di tutti i campi rom della Capitale è arrivata allo ufficio del segretariato generale del Comune. Un’iniziativa, quella promossa da Fratelli d’Italia, condivisa da migliaia di romani, che non hanno esitato a sottoscrivere la petizione anche alla luce dei tantissimi episodi di cui è stata vittima la città. Ancora scioccata dalla fuga criminale dell’auto rom che ha ucciso la colf filippina Corazon Abordo un mese fa. Per non parlare della microcriminalità quotidiana: dai borseggi ai roghi tossici, dal mercato del rame al racket sui biglietti all’interno delle grandi stazioni ferroviarie e metro, dal rovistaggio nei cassonetti alla prostituzione. Oppure delle decine di finti poveri scoperti e sgomberati dai cosiddetti villaggi della solidarietà, meglio conosciuti come i campi rom. Conti da nababbi, ma residenti nelle strutture regolari, tollerate e irregolari. Campi, costosissimi e insicuri, che hanno affascinato persino Mafia capitale. Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale non ha dubbi: vanno chiusi, senza se e senza ma. Ora il segretariato generale del Comune di Roma verificherà la validità delle firme. Successivamente, qualora non ci fossero problemi burocratici, la palla passerà nelle mani della capigruppo, che dovrà calendarizzare la delibera di P oma piange il piccolo Marco Grandefronte, 4 anni, morto precipitando nel vano ascensore della fermata della metro A Furio Camillo giovedì scorso. I funerali sono stati celebrati nel Tempietto Egizio del cimitero del Verano. Era presente anche il sindaco di Roma, Ignazio Marino, contestato dai cittadini in occasione della sua visita subito dopo la tragedia. E’ stato proclamato il lutto cittadino. Alle 9 e 30 è stato rispettato un minuto di silenzio sia in Aula Giulio Cesare che dai dipendenti comunali. L’invito è stato esteso anche a tutte le istituzioni culturali e musicali cittadine. Bandiere a mezz’asta quindi negli uffici di Roma Capitale, per le società, le aziende, le istituzioni e le fondazioni che fanno capo al Co- R iniziativa popolare sottoscritta da migliaia di romani per essere discussa in Aula Giulio Cesare. “E’ ora che nella Capitale torni legalità e sicurezza, chiediamo quindi al Comune di avviare immediatamente l’iter amministrativo affinché la votazione della delibera venga discussa in Assemblea capitolina. I cittadini si sono espressi in modo chiaro per la chiusura di tutti gli insediamenti, adesso auspichiamo che l’amministrazione non tradisca la volontà popolare magari rallentando l’iter con ritardi o giochetti vari”, ha chiesto Fabrizio Ghera, capogruppo di FdI-An in Campidoglio. Gli hanno fatto eco Andrea De Priamo e Federico Rocca, rispettivamente porta- voce della Costituente romana e responsabile cittadino degli Enti locali del partito, che hanno richiamato l’attenzione sull’importanza dell’iniziativa. “La delibera presentata è il primo unico atto con il quale si chiede la chiusura dei campi nomadi e arriva dopo tante parole sull’argomento, soprattutto dopo la presa d’atto del fallimento degli stessi - hanno spiegato - che rappresentano solamente un inutile costo per la collettività”. Marino e compagni continuano ad essere i fautori dell’accoglienza. Da giorni si vocifera che la giunta comunale abbia in mente di regalare lezioni di guida gratis ai rom. Giuseppe Sarra NEL PD SE NE DANNO DI SANTA RAGIONE. E’ SCONTRO NEL MUNICIPIO VI Orfini vuole la testa di Scipioni Il minisindaco ribatte: “Mi dimetterò solo se la mia maggioranza me lo chiederà” Il commissario dem: “Presenteremo una mozione di sfiducia” imperativo categorico del Pd romano: sfiduciare Marco Scipioni, minisindaco nel Municipio VI, riconducibile al deputato dem Umberto Marroni. E’ lui la prima vittima sacrificabile di Matteo Orfini, commissario del partito. In attesa che il ministro Alfano si pronunci sulla relazione presentata dal prefetto Gabrielli sul commissariamento del Comune di Roma, le attenzioni dei vertici del partito si sono concentrate a sorpresa sul presidente circoscrizionale. Orfini non gliele ha mandate a dire: “Ti devi dimettere”. Un altolà che non ha sortito gli effetti sperati, ma il segnale è chiaro. Tanto che il vicepresidente Palmisano ha obbedito e si è dimesso. Ma il minisindaco non ne ha voluto sapere e, ieri, in una conferenza stampa convocata in fretta e furia ha detto: “Mi dimetterò solo se la mia maggioranza deciderà ciò”. Rilanciando: “Ho richiesto un intervento urgente del segretario Matteo Renzi per spiegare tutta la questione”. Eppure Scipioni non è stato nemmeno sfiorato dallo scandalo di Mafia Capitale, come ha ricordato: “Non ho procedimenti penali a mio carico sia nell’ambito dell’inchiesta Mondo di mezzo che di altre inchieste né condanne penali”. Rivelando di essersi incontrato col magistratoassessore alla Legalità, Alfonso Sabella: “Mi sono incontrato due volte con lui ed egli ha affermato che l’estraneità politica alla vicenda era totale”. Motivo del contendere sarebbe il bando “farlocco” sull’Estate romana, con concerti e oltre 100 stand, il cui vincitore sarebbe dovuto esserci il 22 luglio ma che di fatto, da giugno, aveva già un vincitore. L’ La manifestazione estiva, che si tiene a Tor Vergata, è stata sequestrata dai vigili urbani lo scorso 2 luglio per gravi irregolarità: violazione normative di sicurezza, mancanza di estintori e scivoli, presenza di una pista go kart non autorizzata. Un blitz svolto da 60 agenti con 15 automezzi. Sequestrata quindi l’area che racchiudeva i 140 stand dell’evento. Non proprio un figurone, insomma. Scipioni è sbalordito e ripete con forza la sua estraneità: “L’operazione è stata condotta con 40 pattuglie e 60 uomini, una cosa mai vista. E poi stamattina (ieri, ndr) in strada si trova una macchina sola”, ha scandito il minisindaco nel corso della conferenza stampa, ribadendo: “Il mio comportamento è più che trasparente su tutta questa vicenda assurda dove non c’è impiego di risorse pubbliche né oneri a carico dei cittadini e dei frequentatori dell’iniziativa, interamente gratuita”. E quella chiusura, come riporta La Repubblica, sembra non sia stata gradita dal minisindaco delle Torri, tanto che avrebbe fatto arrivare un messaggio obliquo ai poliziotti della municipale intervenuti, ricordando sue amicizie con il clan Casamonica. Un messaggio che l’amministrazione, prosegue ancora il giornale, non sta sottovalutando vista la foto postata e poi tolta da Facebook di suo nipote Loris (che ha la sua stanza, la 101, in municipio come collaboratore del presidente) abbracciato a Romolo Casamonica, giovane rampollo del clan. I circoli Pd controllati da Scipioni sono finiti anche all’attenzione di Fabrizio Barca, l’ex ministro incaricato a mappare lo status di salute delle sezioni dem. Ma Tor Bella Monaca è noto alle cronache per essere il circolo dello “scandalo” e delle polemiche. In occasione delle primarie del 2013 per la candidatura a presidente del Municipio VI, in ballo c’erano l’attuale minisindaco e Fabrizio Cremonesi, il quale denunciò l’arrivo ai banchetti di centinaia tra rom ed extracomunitari. Finì con un nulla di fatto: il Pd appoggiò Scipioni, il cui fratello, Franco, è stato l’ultimo segretario, che si schierò con Pierpaolo Pedetti, coinvolto in Mafia Capitale, e, ancora una volta, con il deputato Marroni. Ma Orfini non ha voluto sentire ragioni: “Presenteremo la mozione di sfiducia”. Il Pd è a conoscenza di qualche tormentone oppure è in atto il solito scontro tra bande? mune di Roma. Anche i bus dell’Atac hanno partecipato alla giornata in memoria del piccolo, esponendo i gagliardetti del lutto. La bara era accompagnata dalla madre Francesca Giudice, originaria di Latina, e dal padre Giovanni, straziati dal dolore. I genitori sono stati accolti dal primo cittadino, che durante il rito funebre ha preso la parola, portando “l’abbraccio di tutta la città”, dopo il parroco del quartiere in cui abita la famiglia. Un dolore silenzioso quello della famiglia, sostenuta da parenti e amici. Alle esequie ha partecipato una folla composta di un centinaio di persone. Al termine della cerimonia, la bara è stata tumulata nella parte del cimitero dedicata ai bambini. FORI IMPERIALI “Allah è grande”: punta il coltello alla gola di un’italiana Allah è grande”. Avrebbe gridato, secondo alcuni testimoni, un nordafricano puntando il coltello alla gola di una ragazza italiana. Paura e panico nei pressi del Colosseo in via dei Fori Imperiali ieri pomeriggio. Subito sono intervenuti gli agenti del Gssu della polizia locale di Roma Capitale che sono riusciti a liberare la ragazza mentre i turisti che assistevano alla scena correvano spaventati. Ne è quindi nato un inseguimento a piedi di corsa. A piazza Venezia, all’altezza del Sacrario delle Bandiere, due degli agenti del Gssu, aiutati anche dalla facilità nel movimento dalle loro motociclette, lo hanno placcato e disarmato, nonostante scalciasse furiosamente anche a terra. Secondo quanto ricostruito lo straniero avrebbe puntato il coltello alla gola e poi avrebbe fatto inginocchiare la giovane che era appena uscita dalla metropolitana insieme al suo fidanzato. Solo un grande spavento per la giovane e il fidanzato. La ragazza, sotto choc, è stata trasportata all’ospedale Santo Spirito. La posizione dello straniero è ora al vaglio per le accuse di tentato omicidio e resistenza a pubblico ufficiale. “ 7 Martedì 14 luglio 2015 STORIA IL 1902, LA GIOVINEZZA, IL PERIODO SVIZZERO: UN’EPOCA ESSENZIALE PER COMPRENDERE LA PERSONALITÀ DI BENITO Il giovane Mussolini parla con Gesù “L’epopea a cui desti il nome è forse morta nel fluire dei secoli? Poiché il problema del pane quotidiano, il problema della tua preghiera, non è peranco risolto: urge oggi - dolorosamente - come ai tuoi tempi” di Emma Moriconi n questo periodo - tratteggiato nelle scorse puntate - della giovinezza di Benito Mussolini molti sono gli elementi che consentono l'identificazione del suo pensiero politico e filosofico. Vediamo cosa dice Benito nel 1902, il 22 novembre, sul giornale L'Avvenire del Lavoratore: "Se per socialismo si intende una democrazia... protestante che, imbevuta di socialismo, riformeggia entro i patrii confini e filantropicamente crede col motto 'Patria e Libertà' di conciliare capitalismo e proletariato, allora possiamo mettere nella letteratura socialista anche le bolle di papa Pecci che richiamano i padroni ai doveri che hanno verso gli operai, e possiamo chiamare compagni Romolo Murri - ora figliol prodigo del Vaticano - e Luigi Luzzatti l'arcade - un po' in ritardo - della questione sociale. Se per socialismo si intende poi la meta ed il movimento (proprietà collettiva, lotta di classe) della maggioranza degli espropriati (proletari) che mirano all'espropriazione degli attuali detentori (capitalisti) di quanto è causa di benessere umano, allora solo i ciechi non vedono come il socialismo autentico abbia ancora da nascere in questa curiosa repubblica". Il tema non è di poco conto: il socialismo di Mussolini è puro, originale, viscerale: non proprietà collettiva, non sottrazione dei beni al capitalismo. È altro, e lo dimostrerà quando sarà il Duce degli italiani, con le riforme sociali e popolari che hanno contraddistinto la sua azione di governo. Il Fascismo altro non fu che il socialismo di Mussolini, che non a caso lo stesso Benito definirà "la più originale, la più mediterranea delle idee". Vediamo cosa scrivono Pini e Susmel di questo periodo: "A Natale avvertiva che tuttora, come 1902 anni fa, l'umanità attende giustizia per i diseredati". 1902 anni prima: I la nascita di Cristo. A chi ancora volesse ribattere portando in causa la mancanza di fede di Benito Mussolini (che mostrerà elementi anticlericali nei suoi scritti, ma che vanno compresi ed interpretati e non vanno assolutamente analizzati con la superficialità che ha contraddistinto troppe penne fino ad oggi), questo è un ulteriore elemento (molti ne abbiamo esposti nel nostro lavoro quotidiano dedicato al personaggio) chiarisce ancor meglio quanto di spirituale vi sia sempre stato nell'animo di Benito. "Come 1902 anni fa l'umanità attende giustizia per i diseredati", va sottolineato. Procediamo ancora con l'analisi di Pini e Susmel: "Idealmente rivolto al Messia - scrivono - lui povero con tre soldi in tasca, scriveva: 'L'epopea a cui desti il nome è forse morta nel fluire dei secoli? Poiché il problema del pane quotidiano, il problema della tua preghiera, non è peranco risolto: urge oggi - dolorosamente - come ai tuoi tempi. E ben lo sappiamo noi figli della terza Italia spinti dal 'tiranno signore' pariniano per le vie dell'estero, noi molte volte - feroci caricature polemiche proletarie dei touristes". Parla con Gesù, il giovane Mussolini, sulle colonne dell'Avvenire del Lavoratore. Da notare, inoltre, le proprietà di linguaggio e la verve che caratterizza gli scritti di questo ventenne partito dalla sua Patria per cercare la sua strada tra le impervie strade di un Paese straniero, senza soldi in tasca e con un diploma di maestro elementare. Il figlio di un fabbro. Giungiamo così al 1903: "Nel marzo del 1903 - scrive Benito Mussolini - mi recai a Berna. Fui accolto dai fratelli Cugnolio e trattato fraternamente. Mi occupai come manuale. Per un infortunio sul lavoro, riposai durante tutto il mese di maggio. Ricordo che mi recavo sovente ai giardini pubblici dove avevo occasione di incontrare una bionda tedesca che assai mi interessava. Feci in quel torno di tempo alcune conoscenze nella colonia russa. Cominciai a balbettare il tedesco". Sulle sue frequentazioni russe scrive anche Margherita Sarfatti: "Non un professore soltanto, tutto il cosmopolita pittoresco mondo universitario di quegli anni lo imbeveva di sé; come sempre avviene, i condiscepoli non meno che gli insegnanti. Tra i condiscepoli, frequentava di preferenza i russi, e soprattutto le russe; zingaresco e bislacco ambiente, genialità e stramberia, filosofia solenne e alta retorica rivoluzionaria; pentolone di torbida schiuma e ricchi nutrimenti di vita, surriscaldato e mescolato in bollore. 'Aller au fond des choses, aller au fond des choses' ["andare fino in fondo alle cose"] suonava il perenne ritornello intorno al samovar [contenitore per il the, usato prevalentemente in Russia] del perenne tè, mentre si vuotavano innumerevoli tazze e si incenerivano innumerevoli sigarette. Cinque, dieci, venti persone, addensate nell'atmosfera irrespirabile, in una cameretta di 'kursistki' [studentessa russa] povera, dalle brusche risolutezze in contrasto con lo sguardo vacillante e la malcerta voce; cinque, dieci, venti persone si accanivano intere giornate, e i pomeriggi prolungati sino alla tarda notte, nelle interminabili discussioni: l'eterna Bisanzio, l'eterno, sofistico, dissertatore Oriente". “LA SUA IDEOLOGIA ASSUME UNA FORMA NETTAMENTE INSURREZIONALISTICA” “Aller au fond des choses”, intorno al samovar “Preferisce dar mano alla creazione della sua teoria rivoluzionaria. Ha ventuno anni, l’età in cui si prediligono le barricate” i questo periodo parla anche Ivon de Begnac: "Arriva a Ginevra - dice - I socialisti discutono adunati ad una specie di congresso. C'è Vandervelde e c'è Jaurès. C'è Bebel, e, fra il pubblico, Massimiliano Harden. C'è Mussolini, infine, che, a ventuno anni neanche, sente e fa sentire, nelle discussioni, il peso della sua personalità. Ora Mussolini si è accostato un po' al gruppo anarchico, perché, al di là della teoria, egli ammira il coraggio. Fin da oggi è contro l'idea dominante che predicava l'Internazionale e si conciliava nei limiti dello Stato col nazionalismo. La sua ideologia assume una forma nettamente insurrezionalistica. Il Cantone di Ginevra non fa più per lui. Va a Berna. A Berna avvicina D ancora una volta le cellule anarchiche per tornare ad una concezione socialistico-rivoluzionaria violentemente tesa verso la rivolta del proletariato contro il mondo contemporaneo. A Berna ci sono le ultime sezioni dell'Alleanza Internazionale repubblicana e nel Cantone lavorano quelli che sono i resti delle associazioni anarchiche nord-americane che avevano portato, l'anno prima, all'eccidio di Barre-Vermont. Lucio e Giacinto Menotti Serrati dimorano qui per breve tempo; Mussolini è con loro. Il suo coraggio è da essi sfruttato nella organizzazione della loro esistenza. È lui che, per loro, ottiene prestiti dietro garanzia di pegni. Credo che la sua opera sia tutta dedicata alla Rivoluzione, non sa di sostenere soltanto il loro stomaco”. Poi racconta un momento fondamentale degli studi del futuro Duce: “Si avvicina alle dottrine sindacaliste. Giorgio Sorel è un astro della nuova teoria. Ma la teoria resta sempre parola morta se non è ravvivata dall'azione. Fra anarchia e sindacalismo, contro il socialismo internazionalista e pacifico degli Jaurès, dei Vandervelde, dei Bebel, egli approva la critica di Massimiliano Harden, anche se è revisionismo di marca tedesca, e preferisce dar mano alla creazione della sua teoria rivoluzionaria. Ha ventuno anni, l'età in cui si prediligono le barricate. I suoi eroi sono ancora quelli del capolavoro di Victor Hugo. Le barricate del 26,27, 28 luglio 1830 avevano visto a Parigi battersi Mario, il giovane che, partito da opposta sponda, andava a tuffarsi nel popolo. Egli invece parte direttamente dal popolo. Ma oggi, settantadue anni dopo la rivolta di luglio, le giornate di Luigi Filippo d'Orléans non avevano più nessun benché minimo significato. Allora si trattava di demolire l'assolutismo e di instaurare la libertà e di riprendere le redini della storia. Le barricate non sono più di moda, come più di moda non sono le vuote parole di Luigi Filippo. Occorre ricominciare da capo la preparazione del popolo con la parola e con l'esempio, bisogna, cioè, da uomini d'azione trasformarsi in propagandisti. A Berna la propaganda si fa nelle birrerie". [email protected] 8 Martedì 14 luglio 2015 ECONOMIA IMPOSIZIONE FISCALE ALLE STELLE: +143,5% DALL’ICI DEL 2011 ALLA SOMMA DELL’IMU CON LA TASI DELLO SCORSO ANNO Regalo da Renzi agli italiani: 3,8 miliardi di tasse sulla casa La medicina dell’Associazione dei costruttori edili: “Servono più investimenti e meno tributi” acco regalo per gli italiani dal governo Renzi: le tasse sulla casa sono schizzate di ben 3,8 miliardi di euro nel 2014. E’ quanto emerge dall’Osservatorio congiunturale dell’Ance, l’Associazione nazionale dei costruttori edili, secondo cui il settore sta emergendo dal profondo rosso degli ultimi anni, anche se l’uscita dalla crisi economica ancora non si è materializzata. Secondo l’Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni, nei primi tre mesi dell’anno le compravendite di abitazioni hanno registrato un incremento dello 0,8% (+3,6% nel 2014) mentre i mutui sono balzati del 35% (+13,4% nel 2014). Tuttavia le tasse, lamenta però l’Ance, sono ancora troppo alte: nel 2014 si sono registrati 3,8 miliardi di euro di tributi in più sugli immobili. Il fenomeno raggiunge numeri e risvolti impressionati analizzando la tassatività degli ultimi quattro anni. Dall’Ici del 2011 alla somma dell'IMU con la Tasi del 2014 si è avuto un incremento del 143,5% dell’imposizione fiscale. Una tassa- P zione fuori dall’immaginabile. Un cappio al collo per molti italiani, vittime dell’asfissiante tassazione. Spesso e volentieri, costretti a fare i conti con le banche, con cui avevano stipulato il mutuo per la realizzazione del loro sogno: una casa di proprietà. Oltre il danno, pure la beffa: sono molti i casi di pignoramento. Quindi gli italiani si ritrovano senza soldi e senza casa. Quanto al capito degli investimenti, secondo l’Associazione nel 2015 vedranno un ulteriore calo dell’1,3%, portando al 34,8% il ribasso dal 2008, ovvero dall’inizio della crisi. Anche gli occupati sono scesi di 529mila unità, 800.000 se si considera l’intero indotto, mentre le imprese uscite dal mercato sono state circa 80mila. L’Ance ha poi indicato la strada da percorrere per uscire dalla crisi. “Per tornare a crescere ci vogliono investimenti e una riduzione delle tasse sulla casa”. A parlare è Paolo Buzzetti, numero uno dell’associazione dei costruttori edili. Dalla protesta alla proposta: “Con un investimento di 10 miliardi di euro da spendere già nel 2016 l’effetto sull’economia sarebbe pari a 2 punti di pil e si creerebbero 170mila nuovi occupati”, ha spiegato ancora il leader dell’Ance, aggiungendo che “con un taglio netto alla tasse sulla casa, incentivando il risparmio energetico e l’affitto, il mercato immobiliare ne è convinto Buzzetti - tornerebbe a crescere a due cifre”. L’80% DEI DIPENDENTI HA ADERITO AL PRIMO SCIOPERO NAZIONALE DI SABATO SCORSO Ikea, i lavoratori non mollano La mobilitazione è stata ribattezzata così: “La paga dignitosa”. Qualche giorno fa, l’azienda aveva tentato di fare chiarezza, puntando il dito contro le sigle: “L’intransigenza del sindacato non contribuisce ad una prospettiva del confronto”. Negli ultimi anni, aveva ribadito la società, le perdite di bilancio dovute alla crisi hanno prodotto un disavanzo complessivo di oltre 53 milioni di euro. Per il sindacalista della Fisascat, occorre riflettere invece sulle scelte commerciali attuate dal marchio svedese, soprattutto con le dieci nuove aperture annunciate per i prossimi dieci anni. “Guarda caso, il conto economico in Italia per Ikea ha fatto registrare dei disavanzi non solo in occasione della crisi ma di diverse aperture del solito format commerciale in contesti territoriali maggiormente destrutturati rispetto a quelli nei quali Ikea continua ad avere un positivo risultato economico”, ha aggiunto Dell’Orefice. Il tavolo sulla prosecuzione del negoziato sul nuovo integrativo è convocato già per il 22 luglio. Il tavolo sulla prosecuzione del negoziato sul nuovo integrativo è convocato già per il 22 luglio stata dell’80% la media nazionale di adesione al primo sciopero nazionale indetto dai lavoratori dell’Ikea dello scorso sabato, il colosso mondiale svedese del mobile e accessorio low cost che è in crisi. Una protesta, per i sindacati, contro “la disdetta della contrattazione decentrata e le inaccettabili proposte avanzate dall’azienda al tavolo per il nuovo integrativo sulla drastica riduzione delle maggiorazioni economiche per il lavoro domenicale e festivo e sulla cancellazione dell’importo fisso mensile del premio aziendale”. Il premio aziendale e le maggiorazioni per il lavoro domenicale festivo previsti dal contratto integrativo aziendale rappresentano due istituti contrattuali che incidono, rispettivamente, solo per l’1,9% È e il 5,3% sul costo dell’ora lavorata, ha stigmatizzato il segretario nazionale della Fisascat, Vincenzo Dell’Orefice, dalla mobilitazione romana promossa davanti al punto vendita della multinazionale di Roma Anagnina, ed è per questo che “consideriamo incomprensibile la decisione di recuperare le perdite di conto economico esclusivamente su questi due istituti contrattuali del tutto ininfluenti ai fini del miglioramento della gestione e, più in generale, riteniamo insensato agire tanto drasticamente sul costo del lavoro”. L’azienda, accusano i lavoratori, vuole mettere mano alle buste paga dei dipendenti, trasformando un elemento fisso del salario in elemento legato a indicatori variabili. CENTOMILA POSTI SU VOLI GRAZIE ALL’ACCORDO TRIENNALE SIGLATO TRA I DUE COLOSSI Alitalia-Costa Crociere, occupazione e crescita uone notizie. un accordo triennale tra Costa Crociere e Alitalia per mettere a disposizione dei crocieristi di Costa 100mila posti su voli Alitalia. A darne notizia è stato il direttore generale di Costa Crociere, Neil Palomba, e da Ariodante Valeri, chief commercial officer di Alitalia nel corso di una conferenza stampa a Expo 2015. I voli Alitalia per Costa Crociere collegheranno da un totale di 27 aeroporti italiani svariate destinazioni ai Caraibi e negli Stati B uniti, con gli aeroporti di Pointe a Pitre, in Guadalupa e Miami. Inoltre, gli Emirati arabi e il Nord Europa, con Warnemunde-Rostock, Amsterdam, Copenaghen e Stoccolma e trieste per le crociere di una settimana nel Mediterraneo orientale. “Quello che presentiamo con Alitalia - ha affermato Valeri - è un accordo di grande valore tra due aziende protagoniste del turismo italiano nel mondo”. l’intesa prevede, in particolare, un totale di 100mila posti aerei su voli di linea o charter operati dalla compagnia guidata da luca Cordero di Montezemolo, in formula “volo+crociera”, per il triennio 2015-2018. Si tratta di un’ulteriore crescita per il mercato italiano, che Costa Crociere ha proposto per prima al mondo già nel 1968. Questa nuova intesa, ha aggiunto Palomba, “sottolinea la capacità di innovare e di fare sistema tra due aziende che rappresentano un motore indispensabile per la crescita del turismo in Italia”. “Insieme a Costa - ha detto invece luca Cordero di Montezemolo, numero uno di Alitalia - stiamo lavorando moltissimo per aprire nuove rotte, dare un miglior sevizio ai clienti e ampliare l’offerta di aerei”. una iniziativa volta a “dare impulso al turismo, in un contesto dove c'è una mancanza di politiche vere”. una cosa “perlopiù folle”, ha stigmatizzato Montezemolo. Perché, “l’Italia è un Paese che vive di industria, ma anche di turismo e purtroppo ciò che servirebbe non viene fatto come noi auspicheremmo e come sarebbe importante fare”. 9 Martedì 14 luglio 2015 DALL’ITALIA DEPOSITATE LE MOTIVAZIONI : LE TRENTADUE MORTI SI POTEVANO EVITARE, LA NAVE ERA CONFORME La sentenza: “Fu colpa di Schettino” Secondo il tribunale di Grosseto “decise di restare all’oscuro della sorte di duemila persone e saltò sulla scialuppa” di Emma Moriconi ono state rese note le motivazioni della sentenza che ha condannato Francesco Schettino a sedici anni. "Schettino non ha cercato in nessun modo - si legge - di mettersi in contatto via radio con gli altri ufficiali, accettando così inspiegabilmente di restare all'oscuro del destino di quasi duemila persone che si trovavano sul lato sinistro prima che l'imputato uscisse dalla plancia di comando". E ancora: "La ricostruzione degli eventi dimostra che Schettino nel momento in cui saltava sulla scialuppa per abbandonare la nave era consapevole della presenza sul lato sinistro della Concordia o comunque che si allontanava in modo definitivo dalla Concordia accettando in tal modo il rischio di lasciare le persone in balia di se stesse". Un bilancio pesantissimo, quello di trentadue morti, che "si potevano evitare - dice il Tribunale - se l'emergenza fosse stata gestita da Schettino nel rispetto delle attività previste dalla normativa e dalle Procedure aziendali". Schettino insomma doveva attivare delle procedure, e non lo ha fatto, " e prima ancora non ha fato l'allarme falla, ragion per cui, quando è stata data l'emergenza generale, la situazione a bordo era S scivolata verso un'estrema confusione e assenza di univoche indicazioni, con conseguente caos diffusosi tra equipaggio e passeggeri". La responsabilità, insomma, è dell'ex comandante, perché la nave è stata valutata "pienamente conforme, sotto il profilo del funzionamento e dell'efficienza dei sistemi di sicurezza per le fasi di emergenza", mettendo fine così ai dubbi avanzati dalla difesa di Schettino circa il funzionamento dell'imbarcazione. E ancora, circa la giustificazione dell'inchino "per motivi commerciali", il Tribunale spiega che "la pretestuosità di questa ulteriore giustificazione emerge con evidenza CUNEO IN BREVE Hanno tenuto la morta in casa per diciotto anni, condannati Graziella Giraudo, venerata come una “santona”, era mummificata iamo a Borgo San Dalmazzo, in provincia di Cuneo: è il teatro di una storia dalle tinte fosche che vede il cadavere di una donna mummificato e tenuto in casa per diciotto anni. Lei si chiamava Graziella Giraudo ed era venerata come una "santona" dai suoi compaesani e dai suoi parenti. I suoi familiari, dunque, quando la donna morì, diciotto anni fa, ne tennero nascosto il cadavere in casa in attesa della sua resurrezione. Ieri il tribunale di Cuneo, con rito abbreviato, ha condannato il marito Aldo Pepino, la figlia Dianora, il figlio Alfio, il genero Valerio Allinio a un anno di reclusione per occultamento di cadavere, con sospensione della pena, pena più piccola rispetto a quella richiesta dal pubblico ministero, che aveva chiesto due anni. Anche la figlia della consuocera, Elda Allinio, è stata condannata, a quattro mesi. Tre membri del gruppo di preghiera, che erano accusati di favoreggiamento, sono stati assolti. Graziella Giraudo era morta nel 1996 per cause naturali: il suo corpo era stato scoperto nel 2013 nella casa in cui viveva con la consuocera, Rosa. Due anni fa Rosa morì e così avvenne la scoperta di quella che poi venne conosciuta come "la mummia di San Dalmazzo". Graziella in paese era considerata allorché Schettino ha dovuto ammettere che nessuna forma di pubblicità del passaggio ravvicinato al Giglio era stata diramata ai passeggeri e che a parte i parenti di Tievoli, dallo stesso avvistati in suo onore, nessuno degli oltre tremila ospiti della nave sapeva nulla del cambiamento di rotta, che fu deciso per S LECCE - AUTO CONTRO CAMION IN SOSTA, UN MORTO Grave incidente nel centro di Veglie, in provincia di Lecce: Salvatore Patera, 48 anni, residente a Porto Cesareo, è morto nella notte dopo essere finito, con la sua Alfa 156, contro un camion che era parcheggiato lungo la strada. Il fatto è avvenuto intorno all'una della notte, sul posto sono intervenuti 118 e carabinieri. Ancora da chiarire le dinamiche dell'incidente, anche se si suppone che l'uomo abbia avuto un malore mentre era alla guida della sua auto. Aveva con sé anche un passeggero, che è rimasto ferito, è stato soccorso e trasportato in ospedale e che a quanto pare guarirà nell'arco di trenta giorni. I carabinieri del Nucleo Operativo e radiomobile della compagnia di Campi Salentina, guidati dal tenente Giancarlo Porta, hanno effettuato rilievi e parlato con i residenti della zona. VICENZA - COMPIE 16 ANNI E MUORE una santona che con la preghiera guariva le persone. Secondo l'autopsia del 2013 la morte del 1996 fare un piacere a Tievoli e per 'omaggiare' alcune persone che non a caso ha fatto salire in plancia di comando". Infatti la sentenza specifica come il cambio di rotta venne deciso da Schettino per fare un favore al maitre Tievoli e alla sua famiglia che vive sull'isola del Giglio, proprio sotto alle Scole, quello spicchio di roccia dove la Concordia è naufragata. E poi c'è il dolce di Domnica... "Si deve diminuire la velocità per ritardare l'inizio dell'accostata 'perché il comandante vuole finire il dessert', come dice poi la Cermotan che spiega: 'Schettino aveva chiamato per ordinate di rallentare la velocità: dovevo finire il mio dolce'". Cinquecentocinquantatre pagine nelle quali Giovanni Puliatti, Marco Mezzaluna e Sergio Compagnucci, hanno ricostruito il naufragio della Costa Concordia e il dibattimento in Tribunale. "Nel momento in cui l'imputato lasciava definitivamente la Concordia - dicono ancora - la situazione era tale da rendere impossibile, o comunque difficile, per i passeggeri ancora a bordo trovare la salvezza". La Corte ha parlato anche "atteggiamento superficiale e supponente al tempo stesso con cui l'imputato si approcciava alla gestione dell'emergenza, ritenendo di fatto di poter decidere lui arbitrariamente quali regole rispettare e quali no". fu naturale come pure il processo di mummificazione, senza interventi di tassidermia. DURANTE LA GARA DI MOTOCROSS È successo a Recoaro Terme, in provincia di Vicenza: un giovane era in pista e stava svolgendo la sua ultima gara di motocross, era il giorno del suo sedicesimo compleanno. I genitori, che lo avevano accompagnato, hanno assistito alla tragedia: Davide Zanuto, pilota trevigiano, di Oderzo, stava affrontando un salto, era alla seconda manche, quando ha perso il controllo della sua moto. Il mezzo gli è finito addosso e gli ha procurato un trauma alla colonna vertebrale, nel tratto cervicale. Prontissimi i soccorsi, il giovane è stato portato all'ospedale di Valdagno, ma è stato tutto inutile. Il ragazzo correva nella pista di contrada Parlati di Recoaro Terme e partecipava alla gara per il campionato triveneto delle 125. I carabinieri stanno ricostruendo l'accaduto. SAVONA PERDE CONTROLLO DELL’AUTO E SI SCHIANTA IN GALLERIA Tragedia ad Altare, in provincia di Savona: un uomo di 49 anni è rimasto ucciso in uno scontro violentissimo nella mattinata di ieri lungo la variante che collega Cairo Montenotte con il casello della A6. L'uomo, secondo la prima ricostruzione della dinamica, ha perso il controllo della sua auto ed è andato a schiantarsi contro la parete della galleria che stava percorrendo. Tra le ipotesi un colpo di sonno o un malore, che hanno fatto sbandare l'auto contro il guard rail. Inutili gli interventi di Vigili del Fuoco e del 118, l'uomo al loro arrivo era già morto. Sono in corso al momento gli accertamenti per fare luce sulla esatta dinamica dell'incidente mortale. REGGIO CALABRIA DUE GIOVANI ARRESTATI, PORTAVANO DROGA SULLO SCOOTER Viaggiavano su uno scooter e portavano, in uno zaino, mezzo chilo di marjiuana e 20 grammi di cocaina. È successo a Bagnara Calabra, in provincia di Reggio Calabria. I carabinieri della Compagnia di Villa San Giovanni li hanno fermati e arrestati. Si tratta di sue giovani, Carmelo Caia, di 28 anni, e Nicola Sciglitano, 23, già noti alle forze dell'ordine per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. Fermati dai carabinieri per un controllo sulla statale 18, sono stati arrestati. Ai due ragazzi sono stati concessi i domiciliari. 10 Martedì 14 luglio 2015 DAll’ItAlIA TRAGEDIA SUL LUOGO DI LAVORO, INVESTITI DALLE FIAMME, CAUSE ANCORA IGNOTE Perugia, incendio in una vetreria Feriti due operai. Il più giovane trasferito al Centro ustionati di Cesena, l’altro è al Sant’Eugenio di Roma omenti di terrore per due operai, coinvolti in un incendio, in una vetreria a Piegaro, in provincia di Perugia. L’incidente si è verificato ieri mattina, intorno alle 8. Due operai sono rimasti feriti e sono stati trasportati dal 118 all'ospedale di Perugia e medicati in sala emergenza. I due uomini riportavano ustioni su oltre il 40% del corpo. Sul luogo dell'incendio sono accorsi dei vigili del fuoco della sede centrale e del Distaccamento di Città della Pieve. L'incendio si è sviluppato nella zona della cabina elettrica ma le cause sono, al momento, ignote. Le operazioni di spegnimento sono state abbastanza difficoltose per la presenza di cabine ed impianti elettrici ad alta tensione 130 KV con potenze elettriche impegnate di moti Kilowatt, la cui disattivazione ha richiesto un significativo impegno ai tecnici Enel presenti in loco. Si è verificata anche un’esplosione che ha provocato la rottura di vetri coinvolgendo i due tecnici dello stabilimento presenti sul posto che hanno subito anche gravi ustioni. L’intervento dei vigili del fuoco nella fase iniziale ha evitato che le fiamme si propagassero ad altri impianti presenti nelle vicinanze tra cui altri trasformatori contenenti olio evitando M danni agli impianti di produzione. Il più grave dei due feriti è stato trasferito al Centro ustionati di Cesena con l’elicottero Icaro, partito dall’aviosuperficie “Franco Tomassoni”. L'operaio, 21 anni, residente nel comune di Marsciano, aveva iniziato a lavorare per la vetreria solo da pochi giorni. L'altro operaio, di 50 anni, è stato trasferito in autoambulanza all'Ospedale Sant'Eugenio in Roma. Per entrambi la prognosi è riservata. I medici del Pronto Soccorso e della Struttura Complessa di Dermatologia di Perugia hanno accertato ustioni riguardanti oltre il 40% del corpo. L’allarme è partito dall’interno della fabbrica e l’operatore Moreno Rellini della centrale operativa del 118 ha coordinato l’arrivo sul posto di due autoambulanze, una partita dalla postazione di Castiglione del Lago, l’altra da Panicale, L’incendio si è sviluppato nella zona della cabina elettrica ad alta tensione in nell’azienda in cui si producono bottiglie e contenitori di vetro. L’incendio è stato definitivamente spento intorno alle 11.30, dopo alcune ore di lavoro. Sulle cause sono ancora in corso specifici accertamenti tecnici. Chantal Capasso L’ENNESIMA TRUFFA PERPETRATA AI DANNI DELL’INPS Scoperti oltre 800 falsi braccianti Sottratti alle casse previdenziali circa 3 milioni di euro, società del settore dichiaravano giornate lavorative inesistenti coperta l’ennesima truffa ai danni dell’Inps, questa volta a Cosenza, coinvolti oltre 800 (falsi) braccianti. la Guardia di Finanza locale, al termine di un a complessa attività d’indagine, ha scovato dei falsi braccianti. I furbetti beneficiavano contributi pur non avendone assolutamente maturato i requisiti. Infatti, i Finanzieri, hanno accertato che erano presentate all’ente previdenziale S una serie di documentazioni false a e attestazioni non veritiere a partire dall’anno 2006, ottenendo la liquidazione dall’INPS di somme relative a indennità di disoccupazione, malattia, maternità e assegni familiari per un importo che sfiora i tre milioni di euro. Gli uomini delle Fiamme Gialle hanno accertato che il modus operandi è stato, di per sé, molto simile a quello già largamente utilizzato in altre truffe simili. Il sistema è sempre quello: una società che opera nel settore agricolo presenta tutti i documenti necessari per ottenere i contributi dall’Ente previdenziale, oltre a denunciare all’INPS un numero palesemente di giornate lavorative in base alla reale esigenza. Ben oltre il 90% delle giornate dichiarate sono risultate fasulle e i Finanzieri hanno inoltre constatato Guai in vista per Ilaria D’Amico Indagata per evasione fiscale, la consolerà il fidanzato Gigi Buffon uai in vista per la bella Ilaria D’Amico. La procura di Roma indaga sulla giornalista per violazione della legge tributaria. L’attuale compagna del portiere della Juventus Gigi Buffon è accusata dai pm della Capitale di aver evaso l’Irpef tra il 2009 e il 2011 per circa 400 mila euro. Le indagini sono partite nel giugno del 2013, in seguito alla denuncia degli uomini del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Milano. Il procedimento, avviato a Milano nell'ottobre scorso, è ora passato a Roma per competenza, Da 12 anni dipendente Sky, la D'Amico non potrà godersi in tranquillità la sua gravidanza. Ufficialmente incinta del portierone della Nazionale della Juventus Gigi Buffon, ex marito di quella Alena Seredova con cui G ha avuto due figli. Anche per Ilaria si tratterà di una maternità bis, avendo avuto il piccolo Pietro dall'ex compagno Rocco Attisani, imprenditore. Solo pochi giorni fa la giornalista veniva paparazzata in spiaggia in costume da bagno, con il pancione in bella vista mentre veniva coccolata dal suo Gigi. Ma i conti, forse per la bella D’Amico non tornano. Così anche la giornalista è diventata l'ennesima vip dello show business italiano a finire sotto la lente d'ingrandimento del fisco. Fin troppo celebre la vicenda che ha avuto come protagonista Diego Armando Maradona che giusto nel maggio scorso è stato rinviato a giudizio per diffamazione nei confronti di Equitalia. che la Società non ha esibito la prescritta documentazione amministrativa e contabile relativa al personale dipendente, giustificando l’assenza della stessa come conseguenza di un presunto incendio ad un veicolo, evento mai denunciato. la Guardia di Finanza ha complessivamente calcolato in 3.000.000 € circa il danno subìto dall’INPS e ha valutato la posizione di 829 soggetti segnalati all’Autorità Giudiziaria per i reati di associazione per delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato e di falso in atto pubblico. Gli accertamenti hanno inoltre evidenziato che gran parte dei beneficiari delle indennità erogate dall’Ente di previdenza sono soggetti pregiudicat, già noti alle Forze dell’Ordine e alla magistratura. El.Ma. GIOCHI PERICOLOSI Torino: sparano ai barattoli ma colpiscono un bimbo n gioco pericoloso che ha sfiorato la tragedia. È successo domenica pomeriggio a Vigone, nel torinese. Momenti di paura per un bambino di 6 anni, ferito da un colpo sparato con un fucile ad aria compressa. Il piccolino è stato subito trasportato e ricoverato all'ospedale Regina Mar- U gherita di Torino. Un gruppo di adulti ha improvvisato, nel giardino di casa, una gara di tiro al bersaglio. Incuranti della pericolosità del gioco, cominciano a sparare ai barattoli con un fucile ad aria compressa, ma uno dei tiratori ha sbagliato mira, colpendo all'addome il piccolo che, in quel momento, si trovava in strada. Subito sono stati chiamati i soccorsi e il bambino è stato portato via in elisoccorso. Arrivato al- l'ospedale è stato sottoposto a un'operazione all'addome per rimuovere il piombino che gli è penetrato nella carne. I medici dell'ospedale Regina Margherita di Torino lo tratterranno poi per alcuni giorni allo scopo di monitorarne lo stato di salute. L'uomo, un 50enne, che ha colpito, per sbaglio, il bambino, è stato denunciato per il reato di lesioni colpose. I carabinieri hanno appurato che l'arma utilizzata è di proprietà di un amico, di 81 anni, ed era stata regolarmente segnalata alle autorità. Si cerca di capire chi ha preso parte all'improvvisata gara di tiro al bersaglio. Da fonti investigative si apprende che il padre del bimbo è un conoscente dell'uomo che ha sparato. Ch.C. 11 Martedì 14 luglio 2015 SOCIETA’ ALTA ROMA, L’ATELIER DEL SARTO CAPITOLINO APRE LE PORTE AL GLAMOUR di Chantal Capasso ulla scia dell’ultimo successo editoriale di “50 sfumature di grigio”, arriva la collezione Alta Moda Autunno/Inverno 15-16 di Renato Balestra, qui invece di 50 ne abbiamo 30 di “sfumature” che vanno dal pallido perla all’argento brillante e dal platino all’ematite. Sono i trenta nuovi modelli di Renato Balestra che fanno la vera eleganza. Quella che toglie e non aggiunge, per enfatizzare l'essenza del lusso e fuggire da ogni eccesso. Una collezione preziosa quanto sontuosa, quella fatta di glamour e ricerca dei dettagli, in cui lusso e tradizione sartoriale si fondono con le esigenze e gli stili della vita moderna. A spezzare il rigore del grigio e dell’argento ci pensano i modelli multicolore abbinati al nero ed ispirati alle vetrate dell’art nouveau. Bellissimi i ricami a «spina di pesce», che seguono la silhouette della figura e illuminano modelli da cocktail e da sera. Renato Balestra, in questo ultimo capolavoro, fa emergere l’alta sartorialità della moda con la M maiuscola in cui nulla è lasciato al caso, anzi, tutto segue una linea ben precisa, quella dell’eleganza estrema. Gli invitati hanno potuto, così ammirare, nel villino liberty in Prati dove il grande sarto ha il suo atelier S Sfumature di grigio per Renato Balestra Presentata la collezione autunno/inverno 15-16: l’essenza dell’Art Nouveau in fili di lurex sfilano abiti in cui un pallido color perla si alterna all'argento brillante e il platino si accosta all'ematite. Balestra presenta, a dispetto dell’età anagrafica, una moda giovane, un lusso offerto a sofisticate ragazze capaci di indossare leggere pellicce composte di fili di lurex, gonnelline gonfie che sembrano di una paglia metallica, vestitini neri dalla gonna godet fatti di strisce di velluto alternate a tulle ricamato con file di luminosi cristalli Swarowski. C’è anche una sposa che indossa un abito color platino dall'effetto liquido, dato dai numerosi sottilissimi rivoli di tulle e leggeri ricami di madreperla. Evanescente, romantica. Prima del della sfilata Balestra alla domanda su Alta Roma che vuole puntare sui giovani, risponde:“Ben vengano, ma non devono essere buttati alla sbaraglio. A Roma devono presentare una vera alta moda, se vogli 0ono fare il pret-a-porter che vadano a Milano. Sono d'accordo nell'insegnare ai giovani, ma per farli sfilare devono mostrare talento, conoscere il glamour, sapere che cosa vuol dire rendere belle e chic le donne”. l week end di Alta Roma vede sulla passerella di palazzo delle Esposizioni anche il libanese Rani Zakhem, che nella sua sfilata «Per amore di Lola» fa omaggio, in modo diverso da Balestra, all'art dèco, ad Ertè e al cabaret del primo 900. Pizzi, veli e cristalli dedicati al guardaroba di Marlene Dietrich. SONDAGGIO DI ARISTOFONTE.COM Le inglesi sono le più belle dell’estate e modelle britanniche vincono per fascino e glamour. Lo dice un sondaggio di Aristofonte.com, portale di incontri online inizialmente rivolto agli uomini desiderosi di incontrare donne più giovani. Al primo posto della classifica delle donne più belle dell'estate 2015 stilata dal portale si piazza la modella e attrice inglese L Rosie Huntington-Whiteley . La star di Transformers 3 è diventata famosa per il suo lavoro da modella per Victoria's Secret ed ha anche posato per il Calendario Pirelli. al secondo posto, invece, abbiamo Rosie Huntington-Whiteley un'altra modella ed attrice britannica: Emilia Clarke, nota al pubblico per la sua interpretazione nella serie televisiva Il trono di spade e ora di nuovo alla ribalta come protagonista di Terminator Genisys insieme ad Arnold Schwarzenegger. Al terzo posto nella classifica di Aristofonte.com segue ancora un'altra attrice inglese, Emma Watson, che ha assunto fama internazionale grazie alla saga cinematografica di Harry Potter. Da piccola streghetta l’abbiamo vista tra i protagonisti del kolossal di matrice biblica Noah. Si devono accontenatare degli ultimi posti della fascinosa classifica di Aristofonte.com la supermodella sudafricana Candice Swanepoel, una delle testimonial più rappresentative di Victoria's Secret, e l'attrice americana Scarlett Johansson, una delle icone sexy più rappresentative di Ch.C. Hollywood. IL PRINCIPAT O DI MONACO IN FESTA CON ROBBIE WILLIAMS IL LATO “B” DI BELEN Charlene e Alberto ospiti d’onore al live per festeggiare i dieci anni di trono Scatti estivi per la bella argentina: selfie tutto curve da togliere il fiato ue giorni intensi per il Principato di Monaco che lo scorso fine settimana ha festeggiato i dieci anni di regno di S.A.S. il principe Alberto II. Non sono mancate le emozioni e le lacrime. Sabato 11 luglio si è svolto, sulla Place de Princier, il cocktail. Erano presenti anche la principessa Caroline di Hanover e la principessa Stephanie, con Charlotte Casiraghi, Andrea Casiraghi con la moglie Tatiana Santo Domingo, Pierre Casiraghi e Beatrice Borromeo, Pauline Ducruet. I gemellini Jacques e Gabriella hanno assistito dal balcone del Palazzo. Non sono mancate le lacrime per le parole di Charlene che, durante il discorso di ringraziamento, ha dichiarato al marito: «Sei un prin- D cipe con un grande cuore e sei il principe del mio cuore». Mentre il giorno seguente è stata la giornata all’insegna della musica e del divertimento. Domenica 12, infatti, Robbie Williams ha dato vita ad un grande spettacolo. A presentare il suo concerto, salendo sul palco, è stata proprio la coppia principesca. Robbie, alla fine del concerto ha ringraziato il principe Alberto II attraverso un tweet: «Congratulazioni principe Alberto e principessa Charlene: grazie per averci ospitati, un evento davvero magico». La coppia reale si è sposata il 2 luglio del 2011. Il 10 dicembre del 2014 il principe Alberto ha annunciato agli abitanti del piccolo principato che Charlene Wittstock, sua moglie è diventata mamma. Gli eredi di Alberto di Monaco si chiamano Gabriella Therese Marie e Jacques Honoré Rainier. I monegaschi hanno consegnato in quest’occasione alla coppia i doni di battesimo per i due gemellini, due gioielli vintage della maison Cartier: la cinghia di una cintura per Gabrielle e un orologio Grande Tank Cintrée per Jacques. Noblesse oblige. El.Ma. sempre lei la regina delle condivisioni, fra selfie, foto e video che impazzano sul web. Senza dubbio una presenza piacevolmente invadente. Ma, d’altronde, si sa, le star sono egocentriche ed amano farsi ammirare. Vezzo perdonabile. Cosi come sono , facilmente perdonabili, i suoi scatti che raccontano le vacanze al mare a Ibiza. E' sempre in mezzo all'acqua Belen Rodriguez.: a bordo piscina, in barca, in spiaggia. Un selfie vacanziero con tanto di reportage. Ora tocca alle sue amiche ad essere immortalate: l'occasione sono i festeggiamenti per il compleanno di Simona. Anche con le sue "sisters" le piace sempre provocare. Con un po' di hot. Ecco il suo lato B in primo piano. Consapevole dei suoi “mezzi”, la bella argentina, ama essere È femminile in ogni occasione e non passare inosservata, le vacanze non possono che essere la location ideale. Belen Rodriguez è infatti più bollente che mai nel suo ultimo viaggio a Ibiza. Ben si destreggia fra microbikini, slip brasiliani e triangolini che lasciano ben poco all’immaginazione. Tutti due pezzi coloratissimi e a fantasia, firmati MeFui, il marchio beachwear di cui è stilista insieme alla sorella Cecilia Rodriguez. Particolari gli accessori da mare sfoggiati, dal costume crochet a rete al copricostume con margherite colorate su sfondo rosso. Ma ci sono anche foto al ristornate dove è (stranamente) vestita in rosso . Perfetta per far risaltare l’abbronzatura, questa tonalità è stata sfoggiata dalla showgirl argentina nel suo look a base di miniabito con attaccatura al collo ed accessori in oro. Viva la isla Ch.C. bonita! 12 Martedì 14 luglio 2015 FEDERER È LEGGENDA, MA IL SERBO OGGI NON HA RIVALE ALCUNO SPORT L’AVVERSARIO N° 1 DEL DOTTORE VERSO L’ENNESIMO MONDIALE È LO SPAGNOLO Il tennis ai piedi di Djokovic Rossi insegue la Decima: Difende, corre, attacca: ma soprattutto, vince (quasi) sempre ma occhio a Marquez La Honda è tornata e il baby-prodigio ora sogna la “remuntada” a strada che separa Valentino Rossi dal decimo mondiale è lunghissima. E per nulla in discesa. Perché la vittoria al Sachsering del fenomeno Marc Marquez, che ha sbancato la pista tedesca (pole, giro veloce e successo), ha ridato fiato alle speranze della Honda. Ben 65 punti di ritardo sarebbero un macigno per chiunque, ma non per quel campione del mondo spagnolo che, quando è in forma, è capace di tutto. Nove gare sono in archivio e nove sono ancora da scrivere. Siamo arrivati al giro di boa e davanti a tutti c’è sempre il Dottore. Che è arrivato alla pausa estiva della Moto Gp ancora in testa alla classifica. Missione compiuta per l’evergreen di Tavullia. L’unico pilota a essere sempre stato nei primi 3 quest’anno e che adesso è a una sola lunghezza dal suo record personale di 14 podi consecutivi. Dei Gran Premi che rimangono, molti sono quelli che adora: Misano, Motegi, Philipp L a perso perché di fronte ha trovato un marziano, non per caso al primo posto nel ranking mondiale. Roger Federer s’è dovuto inchinare nella finalissima di Wimbledon allo strapotere di Novak Djokovic. Un marziano. Che ha sconfitto il leggendario avversario e il pubblico. Tutto dalla parte dello svizzero. Oltre 15.000 persone che hanno provato a spingere fino all’ultimo il fuoriclasse elvetico. Perché Federer è il tennis. Per classe, stile, eleganza, comportamenti. Mai una parola fuoriposto, una polemica. Uno di H quei campioni capace di fare innamorare generazioni e generazioni di appassionati. Ma l’ennesima sfida, l’ennesimo confronto fra due campioni assoluti, non ha lasciato spazio a repliche. Nole è il tennista più forte del momento. Oggi imbattibile. Il gioco del serbo, fatto di intensità e profondità, è una spanna superiore a quello della concorrenza. Nonostante le superfici. Terra o erba, c’è poca differenza. E’ questo che fa del numero uno al mondo un autentico fuoriclasse. Per il secondo anno consecutivo è ancora lui il trionfatore di Wimbledon. La finale dei sogni non ha tradito le attese e neppure il pronostico. King Roger giocava per la storia, per prendersi l’ottavo trofeo del torneo più importante, cosa mai accaduta prima. Ma s’è dovuto inginocchiare allo strapotere dello sfidante, che in questo momento non sembra avere punti deboli. Sarà certamente meno elegante, meno amato e seguito di Federer. Tant’è, è un atleta vincente: fatto di gomma. Difende, corre, attacca, incanta. Ma soprattutto, vince. Marcello Calvo Island, Sepang e Valencia. Meno di cinque mesi alla fine e 225 punti sul piatto. Prima le vacanze e poi il rush finale. Il baby prodigio della Honda non ha margini di errore. Deve vincere e sperare che Rossi compia qualche passo falso. Lo scorso anno Mar- quez ha conquistato dieci Gp di fila, 13 su 18 in totale. In Germania è tornato ad essere quel marziano delle ultime due stagioni motoristiche. E adesso sogna la “remuntada”. Un’impresa impossibile per qualsiasi pilota normale, non per l’iberico. Rossi è avvertito. M.C. FULMINE SUL MONDO DEL CICLISMO Basso si ritira dal Tour: “Ho un tumore, mi opero” van Basso, ciclista italiano della Saxo-Tinkoff, ha deciso di ritirarsi ieri dal Tour de France dopo aver scoperto di avere un tumore al testicolo sinistro. L'annuncio è stato dato dal diretto interessato nel corso di in una conferenza stampa del team, al quale ha preso parte l'atleta varesino, 38 anni, affiancato dal capitano Alberto Contador, in lacrime per il dispiacere. Basso era caduto nei giorni scorso, durante la 5/a tappa della classica francese, con arrivo ad Amiens. Una tac di controllo per quella che sembrava una caduta come tante altre ha però rilevato la presenza del tumore ''E' un giorno duro, Basso ha scoperto di avere un serio problema di salute: ti aspettiamo a Parigi'', il messaggio twittato da Contador, mentre il direttore sportivo del team De Jongh ha salutato Basso: ''Contiamo di ri- I vederci a Parigi portandoti in regalo la maglia gialla''. "La Tac ha evidenziato la presenza di cellule tumorali in quello sinistro", ha raccontato poi lo stesso Basso, spiegando di dover volare subito a Milano "per operarmi domani". Ivan Basso è nato a Gallarate il 26 novembre del 1977. In carriera ha vinto due edizioni del Giro d''Italia, nel 2006 e nel 2010, e si è piazzato per due volte sul podio al Tour de France. Coinvolto nello scandalo legato al doping in Spagna, viene estromesso a giugno 2006 dal Tour de France e viene poi squalificato per un paio di anni. Il rientro nel 2008. Nel recente passato un altro ciclista famoso, l’americano Lance Armstrong, è stato colpito da un tumore sempre ai testicoli, nel 1996. Armstrong è poi riuscito a sconfiggere il tumore nel 1998. Rita Di Rosa
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