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Festival in una notte d’estate
percorsi: le età dell’uomo
XI edizione
Lunaria Teatro
PROVINCIA DI GENOVA
Assessorato alla Cultura
NANIN, OLIVER TWIST
ALLA LIGURE
uno spettacolo di Daniela Ardini
da un’idea di Getto Viarengo
con Yuri D’Agostino, Arianna Comes e Francesco Patanè
musica dal vivo con la Fullo’s Band
costumi Maria Angela Cerruti
scene Giorgio Panni e Giacomo Rigalza
regia Daniela Ardini
GENOVA, PIAZZA SAN MATTEO 10-11-12 luglio e 15-16 agosto h 21.15
CHIAVARI, VILLA ROCCA 31 luglio h 21.00
USCIO, PIAZZA NOCE 5 agosto h 21.30
CASTIGLIONE CHIAVARESE - VELVA CENTRO STORICO, P.LE CHIESA 8 agosto h 21.00
VOBBIA - LOC. VALLENZONA, SAGRATO DELLA CHIESA 14 agosto h 21.00
CALVARI - S. COLOMBANO CERTENOLI, EXPÒ FONTANABUONA TIGULLIO 4 settembre h 21.00
info Lunaria Teatro tel/fax 010 2477045 - 010 2543450 - [email protected] - www.lunariateatro.it
Genova Informa - Piazza Matteotti tel 010 8687452 - www.happyticket.it
E’ storia - e i documenti lo confermano - che molte famiglie del nostro Entroterra, spinte dalla miseria,
affidavano i loro figlioli ad un personaggio dai tratti indistinti che dava loro un introito minimo, ma che
avrebbe forse potuto garantire la sopravvivenza al bambino o ragazzo affidato. Il giovane veniva così
allontanato dalla famiglia di provenienza, consegnato ad un estraneo che aveva ogni diritto su di lui, e a
volte diventava merce di scambio per affari non leciti.
Era escluso da un mondo noto e proiettato in uno ignoto, senza riferimenti e senza linguaggio comune.
Molto spesso quel bambino, divenuto ragazzo, veniva abbandonato dal suo “padrone” perché non più
utilizzabile a suscitare pietà o troppo grande per i “lavoretti” ai quali era stato istruito, e aveva anche perso
la memoria, la memoria del luogo di origine, della famiglia, di sé stesso. A volte era fortunato e miracolosamente - grazie di solito al Console Italiano - riusciva a ritrovare la famiglia di provenienza.
La storia che raccontiamo è una sintesi di diverse storie vere. E’ un modello, un paradigma: una storia
inventata ma su basi reali e documenti di diverse provenienze.
Dobbiamo ringraziare Getto Viarengo che ci ha dato l’idea su cui lavorare per portare avanti le tracce
avviate con lo spettacolo sui Cereghino, cantastorie valdesi di Favale di Malvaro.
Daniela Ardini
Molte sono le carte che documentano la cessione di giovani ragazzi delle nostre campagne a spietati conduttori che li obbligavano ad una vita durissima e al peggiore sfruttamento. Nel novembre del 1850
l’Intendenza Generale di Genova pubblicava un bando per contenere tale increscioso fenomeno: “suonatori ambulanti d’organetto riescono con lusinghe di facili fortune a strappare dalle braccia di creduli e snaturati genitori dei ragazzi che recano seco girovagando all’estero, dove sono esposti a condurre una vita
piena di pericoli e miserie”. Il fenomeno era di tale portata che si dispongono provvedimenti per arginare
tale pratica. Tali norme non bastavano ed erano facilmente aggirate: i contratti di cessione risultano poco
credibili in quanto spesso firmati con una croce: difficile pensare che chi firmava fosse perfettamente a
conoscenza dei termini contrattuali sottoscritti. I dispositivi di polizia segnalavano che tali problemi avevano un evidente epicentro nella Divisione di Genova e nella Provincia di Chiavari. Il processo migratorio
dalle nostre terre conteneva il drammatico problema dell’emigrazione infantile. Nella riunione della
Commissione Grazia e Giustizia, del 15 novembre 1872, si affrontava un progetto di legge per la “proibizione dell’impiego di fanciulli in professioni girovaghe”. La relazione del deputato Guerzoni, che si apriva
con: “vogliamo parlare del turpe traffico di fanciulli che padri snaturati e tutori fedifraghi gettano nelle
braccia di luridi mercanti perché siano sfruttati in servili mestieri e in abiette palestre sui trivi delle grandi
metropoli del mondo; vera forma rediviva di schiavitù creduta sepolta, vera tratta di bianchi in pieno secolo XIX”, descrive le attività più comuni nelle quali i minori venivano impiegati: “tutta quella monelleria
vagante di strimpellatori d’arpe, di dimenatori d’organetti, di soffiatori di zampogne, di espositori di scimmie, di saltatori di corda … sollazzo di fiere e delle sagre di villaggi, fastidio e vergogna delle nostre città”
e prosegue affrontando i luoghi dove è maggiore il problema: “il principale bacino della servitù infantile
operava in alcuni villaggi della riviera Ligure e dell’Appennino Apuano, Santo Stefano d’Aveto,
Borzonasca, Varese Ligure, Cicagna e i dintorni di Chiavari nel Genovesato”.
Un medico italiano residente a Parigi relazionava: “si calcola che di questa vita il 50 per cento morivano,
20 riuscivano a rimpatriare, e 30 prendevano stanza più o meno miserabile in paese straniero”.
La conferma di tale gravità arrivava dai resoconti inviati dai Consoli Italiani all’Estero: “moriva in un ospedale di Londra una ragazza di tredici anni, affetta da malattia infame, e vittima del suo padrone, a cui era
stata affidata dai propri genitori. La disgraziata ragazza si chiamava Anna Bacigalupo ed era nativa di
Chiavari”. Il pudore del Console utilizzava una definizione impropria: malattia infame, ma si trattava chiaramente di sifilide e la ragazza veniva fatta prostituire.
La legge venne approvata e i suoi quindici articoli fornirono un buon provvedimento per arginare questo
ignobile mercato. I suonatori d’organo erano certamente una delle “categorie” più numerose, il loro suono
era l’occasione per questuare, raccogliere un’elemosina che doveva essere consegnata al “padrone”. Le
cronache e i documenti raccontano tante storie di giovani organari, piccoli buttati nelle piazze e vie
d’Europa, in Inghilterra, per arrivare sino in America: mille cronache di vita e sfruttamento, come la storia
di Nanìn.
Giorgio Getto Viarengo