25 Aprile 2011 - Terminal Intermodale Mortara
Transcript
25 Aprile 2011 - Terminal Intermodale Mortara
www.ship2shore.it TANKER Direttore Responsabile: Angelo Scorza Anno VIII, N.17 - Genova, 25 Aprile 2011 TERMINAL OPERATOR www.ship2shore.it D’Amico Shipping attinge da D’Amato di Navigazione Dovrebbe concretizzarsi a breve l’acquisto della Fabrizia D’Amato per 24 milioni di dollari La flotta della d’Amico International Shipping potrebbe presto arricchirsi di una nave cisterna MR1 da 40.081 dwt. La Fabrizia D’Amato è stata messa in vendita da poche settimane nell’ambito del concordato preventivo della D’Amato di Navigazione, società precedente proprietaria. Il prezzo pattuito per la cessione, portata avanti con trattativa privata (diversamente dalle altre navi di D’Amato che erano state messe all’asta), è di poco superiore ai 24 milioni di dollari. Nessuna conferma è arrivata dai diretti interessati anche perché l’effettivo passaggio di proprietà non potrà avvenire fino a quando il giudice delegato dal Tribunale di Napoli non avrà dato il proprio benestare all’operazione. Peraltro pare non ci siano motivi per cui debba accadere il contrario. Oltre alla nave cisterna Fabrizia D’Amato, da impiegare sulle rotte intramediterranee per servire i traffici col Nord Africa (in particolare con il Marocco). Meno di un anno fa (S2S n.32/2010) il gruppo aveva acquistato la prima boxship, la ex Dartmoor rinominata Cielo di Casablanca (capacità 1.000 teus), avviando un intenso programma di potenziamento delle linee con il Nord Africa anche grazie alla nascita della società Damighreb (che ha sede proprio in Marocco) diventata recentemente partner della spagnola Boluda Corporacion Maritima per le linee che toccano Italia, Spagna Tunisia e Marocco. Nicola Capuzzo TOP THREE il concordato preventivo della D’Amato di Navigazione ha disposto la vendita anch’essa senza necessità di gara pubblica - della bulk carrier Maddalena D’Amato, costruita in Cina nel 2001e con portata lorda di 74.716 dwt. Anche su questa seconda cessione si erano rincorsi rumors di mercato, risultati però privi di fondamento, che davano già per venduta la nave a un prezzo di 26 milioni di dollari. Quando anche questa seconda nave verrà ceduta, si potrà passare poi alla vendita della quinta e ultima unità, la bulk carrier Michele D’Amato, costruita in Giappone nel 2005. Sul versante container, la d’Amico Società di Navigazione è alla ricerca di un’altra nave GLI ARTICOLI PIU’ LETTI DELLA SETTIMANA SCORSA 1° Fermento nelle cisterne tricolori 2° Bogazzi pessimista: “Per uscire dalla crisi ci vorrà ancora molto tempo” 3° Moby alla fine piega la Corsica www.ship2shore.it 2 FERRY Lunedì 25 Aprile 2011 È subito battaglia per Toremar Lauro (tornato intanto in pista anche per Tirrenia), Del Giudice (Delcomar) e i soci toscani si aggiudicano la gara regionale; ma Onorato (Moby) non ci sta e fa ricorso… La privatizzazione di Toremar, ex controllata regionale di Tirrenia, fra le procedure riguardanti la compagnia di bandiera e le sue emanazioni, è stata senz’altro quella condotta nel modo più civile e trasparente dall’organo competente, la Regione Toscana, che, in tempi relativamente dignitosi, ha indetto una gara, raccolto ordinatamente le offerte, comunicato il numero di quelle accettabili e proceduto all’assegnazione (S2S n.3 e 13/2011). Un percorso che però ora rischia di ingarbugliarsi, perché la settimana scorsa, dopo che, a seguito dell’apertura delle buste degli ultimi due concorrenti in gara – la Moby di Vincenzo Onorato e la newco Toscana di Navigazione, creata ad hoc e guidata dagli armatori Salvatore Lauro (dell’omonimo gruppo partenopeo) e Franco Del Giudice (Delcomar) insieme ad operatori Salvatore Lauro toscani e partenopei del settore edilizio e marittimo (fra cui Fanfani e Ciano Trading) – si era preso atto che Toscana di Navigazione aveva ottenuto il maggior punteggio, Moby ha avanzato alcune riserve, ottenendo di fatto un rinvio dell’aggiudicazione. “Abbiano riscontrato nell’offerta economica di Toscana di Navigazione un vizio sostanziale che rende indeterminabile sia l’offerta dei servizi aggiuntivi sia l’offerta tecnica. Tale considerazione è stata ritenuta rilevante dalla commissione, al punto che non ha provveduto all’aggiudicazione provvisoria, ma si è riservata di riconvocare gli offerenti” ha dichiarato Luigi Parente, amministratore delegato di Moby, riassumendo quanto deciso dalla commissione giudicante, che, in una breve nota diffusa dalla Regione, aveva effettivamente spiegato: “È stata aggiornata la seduta per l’aggiudicazione di Toremar. La Commissione giudicante riunitasi questa mattina in seduta pubblica ha riscontrato la necessità di effettuare ulteriori approfondimenti in merito alle offerte in gara. La seduta è stata quindi sospesa e verrà riconvocata una volta esauriti gli approfondimenti necessari”. Un esito atteso da Lauro: “Sappiamo che questo genere di procedure in Italia funziona così. Restiamo però fiduciosi, perché il nostro piano industriale per Toremar, con 75 milioni di euro di investimenti previsti per il miglioramento della flotta e dei servizi, è già stato giudicato il migliore. Non ci resta che attendere gli approfondimenti della commissione, per i quali penso ci vorranno pochi giorni. D’altro canto la privatizzazione di Toremar è stata finora condotta bene dalla Regione, soprattutto rispetto alle altre procedure aperte” ha commentato l’armatore partenopeo, alludendo alla sua partecipazione (attraverso le cordate Mediterranea Holding e Compagnia delle Isole, S2S n.12 e 15/2011) alle gare per Tirrenia e Siremar: “In questi due casi continua l’attesa per le decisioni del Commissario, anche perché, per quanto riguarda Tirrenia, grazie all’appoggio di un fondo d’investimento americano, possiamo rilanciare sull’offerta di CIN (Compagnia Italiana di Navigazione)”. Una possibilità concreta, perché a quanto pare – di straordinario l’attuale amministrazione di Tirrenia ha soprattutto l’opacità in cui procede – l’offerta di CIN (200 milioni di euro più tre rate di 60 milioni vincolate all’effettivo versamento dei contributi statali previsti, 72 milioni di euro annui, oggetto di possibili rilievi comunitari) avrebbe condotto il comitato di vigilanza (di cui fanno parte anche i creditori della compagnia di bandiera ed il ministero) a riaprire la data room, nella speranza di un rilancio. Accanto a Mediterranea Holding potrebbe schierarsi anche la Regione Sardegna (S2S n.15/2011). Andrea Moizo segue a pag.3 www.ship2shore.it 3 OFFSHORE segue da pag.2 Saipem fa ‘respirare’ l’affannato STX Finland Nuovo presidente per il cantiere coreano-finlandese, che si aggiudica i lavori di refitting della posatubi Castoro Sei STX Finland, controllata scandinava del gruppo multisettoriale sudcoreano STX Business Group, sta attraversando acque tormentate, tanto mosse da spingere alle dimissioni il presidente Juha Heikinheimo. La poltrona verrà occupata, almeno provvisoriamente, da Su-Jou Kim, attuale presidente della parent company STX Europe (da cui dipende anche il cantiere francese STX France di Saint-Nazaire). Il cantiere finnico, ex Kvaerner Masa-Yards, acquisito dal colosso navalmeccanico di Seoul nel 2008, è in difficoltà ed a soffrire maggiormente è lo stabilimento di Turku, che, dopo la consegna a Royal Caribbean della Allure of the Seas nell’ottobre 2010 (S2S n.45/2010), non ha più ottenuto nuovi ordini nonostante gli sforzi fatti per aumentarne la competitività (tra cui rientra il recente acquisto da parte di STX di Aker Yards, società quotata norvegese che possedeva fino al 2008 il cantiere finlandese). Lunedì 25 Aprile 2011 “Il mio obiettivo – ha commentato Kim – è riportare STX Finland nella condizione di poter costruire e consegnare le più grandi e stupefacenti navi da crociera del mondo, superando addirittura le aspettative dei nostri clienti in tema di qualità, innovazione ed efficienza”. Nel frattempo, in attesa delle ambite e redditizie cruiseships formato gigante, a portare un po’ di ossigeno ci ha pensato Saipem, che pochi giorni fa ha siglato con STX un contratto relativo ad estesi lavori di refitting e manutenzione dell’unità posatubi semisommergibile Castoro Sei. L’intervento verrà effettuato, tra maggio e giugno prossimi, proprio nello stabilimento di Turku, dove porterà lavoro per circa 1.000 persone. Gli addetti del cantiere finlandese dovranno intervenire sul sistema di ancoraggio e su quello di posatura dei cavi, oltre ad effettuare riparazioni di routine. Il Castoro Sei, costruito da Fincantieri nel 1978, è lungo 152 metri e largo 70,5; attualmente è impegnato nel Mar Baltico per l’installazione del condotto sottomarino nell’ambito del progetto Nord Stream. Saipem ha inoltre comunicato i dati finanziari relativi al primo trimestre 2011: i ricavi sono cresciuti del 11,9% a 2.954 milioni di euro rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, mentre l’utile operativo si è attestato a 347 milioni (+17,2%) e l’utile netto a 213 milioni (+17,0%). Nel trimestre appena concluso Saipem ha acquisito nuovi ordini per un valore di 2.908 milioni di euro (+8,6%), che hanno portato il portafoglio complessivo (al 31 marzo 2011) a 20.459 milioni (20.505 milioni al 31 dicembre 2010). Il buon andamento dei primi tre mesi del 2011 e le previsioni di crescita delle attività di Engineering & Construction Offshore hanno poi consentito alla società del gruppo ENI di rivedere al rialzo le previsioni sui risultati definitivi dell’esercizio in corso, che si dovrebbe chiudere con i ricavi a +8% rispetto al 2010 (a febbraio la previsione era +5%), l’EBITDA a +12% e l’utile netto a +8%. Cresciuti anche gli investimenti previsti per il 2011, da 1 a 1,1 miliardi di euro. F.B. Ancora incerto il ritorno di Corsica Ferries all’Elba Secondo quanto riferito da alcune testate locali, l’Autorità Portuale di Piombino avrebbe dato comunicazione dell’accettazione da parte di Corsica Ferries degli slots ad essa assegnati sulla tratta Piombino Portoferraio (S2S n.13/2011). Un’ipotesi che, al di là dell’esito della gara per Toremar, aprirebbe il mercato ad un quarto operatore a fianco dei già operativi Moby e Blu Navy. Tuttavia, cercando un riscontro diretto presso la compagnia, la notizia sembra essere prematura: “Rimangono ancora delle incognite” ha infatti spiegato Euan Lonmon, amministratore delegato di Corsica Ferries Italia. “Noi vogliamo poter crescere su questo mercato ad armi (leggi orari) pari con la concorrenza; dunque per il momento aspettiamo di vedere le istanze definitive dell’Autorità Portuale”. Ancorché ammorbiditosi, il complicato rapporto fra la compagnia di Pascal Lota e l’ente toscano (S2S n.3, 8 e 13/2010) sembra dunque ancora lontano dal raggiungere un equilibrio stabile. In ogni caso, se Corsica Ferries opererà il collegamento, lo farà con un mezzo veloce, in grado di effettuare la rotta in 30 minuti. Altra vittoria legale di Stradeblu in Sardegna Dopo i successi ottenuti presso il TAR Sardegna avverso l’Autorità Portuale di Olbia (non sufficienti, tuttavia, a convincere la compagnia a mantenere la linea, S2S n.12/2011), Stradeblu, controllata di Corsica Ferries, ha raccolto un’altra vittoria giudiziaria sull’isola. La Corte d’Appello di Sassari, infatti, come riferito dai legali della compagnia (lo studio milanese NCTM), ha accolto il ricorso presentato da Stradeblu, costringendo il gestore della Stazione Marittima di Olbia, Sinergest, e la controllante Moby a mettere a disposizione della stessa Stradeblu, “previa sottoscrizione del relativo contratto e comunque entro 15 giorni dalla pubblicazione della presente ordinanza, un locale all’interno della Stazione Marittima di Olbia Isola Bianca da adibire a biglietteria”. Risolvendo una querelle di lunga data (S2S n.35/2010), la Corte ha inoltre precisato che detto locale dovrà essere messo a disposizione della Stradeblu “alle stesse condizioni contrattuali degli altri operatori del settore”, sancendo, secondo NCTM, “un principio essenziale per coloro che in un porto sono chiamati a gestire un’infrastruttura essenziale, quale è la Stazione Marittima: l’accesso a detta infrastruttura deve essere garantito a tutti gli operatori a condizioni analoghe, al fine, in particolare, di non alterare il gioco della concorrenza favorendo un operatore in danno di un concorrente dello stesso”. Resta da capire se, dopo questo secondo positivo pronunciamento, Stradeblu sia intenzionata a riprendere il collegamento Livorno-Olbia. www.ship2shore.it 4 SPEDIZIONIERI Lunedì 25 Aprile 2011 Villanova si prende uno sbocco a mare Rilevato il controllo della genovese Gimax, dove Lazzeri rimane ben saldo al timone È stata ufficializzata dai suoi protagonisti una rilevante mossa di mercato nel settore delle spedizioni internazionali e logistica sull’asse ligure-piemontese sulla quale in precedenza si erano sparsi rumors non meglio precisati, senza tuttavia fino ad ora trovare conferma puntuale. Ma ora è tutto acclarato: l’acquisizione della Gimax International Srl di Genova da parte del colosso Villanova-Argol (Gruppo Bonzano di Asti) segna una tappa importante nello scacchiere del settore, permettendo ad entrambe le controparti di questa trattativa, portata avanti con discrezione e raziocinio, di aggiungere qualcosa al proprio carniere. In sostanza, ha ceduto il controllo azionario di maggioranza della società in cui era entrato dieci anni fa, diventandone socio di riferimento nel 2006 alla prematura scomparsa di uno dei fondatori (nel 1996) – insieme alla famiglia Mariotti – lo spedizioniere Gianni Oddone (proveniente da LEP Albarelli), con cui guidava in tandem la Gimax. L’80% delle quote sono ora appannaggio della ramificata corporation che ha il suo fulcro logistico a Villanova d’Asti. Formalmente il riassetto societario è datato 8 novembre 2011, anche se solo ora se ne dà notizia. Quello che invece rimane invariato – ed era una delle condizioni fondamentali, propedeutiche al rimpasto azionario – è la permanenza al vertice quale Amministratore Delegato e membro del CdA, oltre che azionista con il 20%, dell’attuale Presidente di Fedespedi (dall’aprile 2009) ed in precedenza per due mandati presidente di Spediporto Genova; mentre Pier Carlo Bonzano (58 anni) – da un biennio numero Piero Lazzeri uno della società piemontese dopo la scomparsa del padre e fondatore del gruppo Luigi (S2S n. 21/2009) – ha assunto quella di Presidente di Gimax. D’altronde non avrebbe avuto senso cambiare il manico di una società vincente, che nell’ultimo decennio – in ‘coincidenza’ con l’arrivo di Lazzeri, appunto – ha saputo decuplicare il fatturato sino agli attuali 20 milioni circa di euro, con 50 dipendenti, un ufficio secondario (nonchè sede legale) a Milano ed uffici esteri di proprietà in Venezuela (Caracas e Valencia) e Messico. Giova sottolineare che la cessione non è il frutto di una manovra repentina, né ha il sapore di un’abdicazione al ruolo storico di imprenditore (o di cedimento di fronte a lusinghe) per il venditore del pacchetto di maggioranza. “Non avrei mai accettato un socio di riferimento che pretendesse di insegnare il mestiere di spedizioniere al sottoscritto, che – modestamente parlando - a 57 anni mastica questa professione da un trentennio” confessa Lazzeri, nel cui CV sta scritto che “all’età di 29 anni (nel 1983) diventa il più giovane dirigente della multinazionale svizzera Kuehne + Nagel quale Direttore Commerciale Italia, carica che ricopre fino al 1987. Quindi approda alla Saima Avandero, dove ricopre il ruolo di Direttore Liguria e Piemonte e Direttore Centrale Holding, prima della breve parentesi (16 mesi) tra 2000 e 2001come Direttore Generale del gruppo SM Logistics di Sebastiano Gattorno”. D’altro canto, la consapevolezza di avere le spalle protette da un grande gruppo, che nel complesso vale circa mezzo miliardo di euro di fatturato, permetterà al baffuto imprenditore-manager di dedicarsi alla propria azienda con maggiore rilassatezza - senza che ciò ovviamente significhi alcun disimpegno - considerando anche i gravosi compiti istituzionali con cui divide il suo tempo a partire dall’assunzione del primo mandato alla testa degli spedizionieri genovesi nel 2003; una ‘carriera’ sfociata nella presidenza dell’associazione nazionale di categoria due anni fa. Come da sua stessa ammissione, cinque anni fa rimasto (solo) al comando di un’azienda che, per quanto dinamica ed emergente, aveva oggettivi limiti dimensionali che non le avrebbero mai consentito di diventare, con una crescita organica, uno di quei giganti della logistica che oggigiorno, quasi tutti contagiati dalla shopping mania, dominano la scena continentale, Lazzeri si trova ad un bivio: “potevo provare ad espandere la società comprandone altre ovvero cedere agli offerenti” che evidentemente non sono mancati, anche se il suo riservato titolare non indugia a farne i nomi. “E devo dire che ad ingrandirci ci abbiamo provato sul serio, corteggiando a lungo una società dotata di un piccolo network di 8 filiali, il complemento ideale della Gimax, che sembrava sul punto di diventare nostra, ma senza infine riuscire ad accordarsi”. A quel punto, guardandosi intorno, lo spedizioniere genovese si rende conto di collaborare con proficua soddisfazione da alcuni anni con il Gruppo Villanova, di cui è diventato – ufficiosamente – una sorta di agente, quasi la propaggine marittima, colmando quella lacuna sul fronte mare che l’azienda astigiana (fortissima nella logistica terrestre e continentale) di fatto aveva. E la complementarietà dei due business è chiara anche ai Bonzano; non si sa da chi parta l’iniziativa – e forse ciò poco importa – fatto sta che la cristallizzazione, anche formale, di una partnership che funzionava sul campo già da un pezzo, si ha con l’apposizione della doppia firma alla transazione a fine 2010. “Per i nostri nuovi poderosi soci siamo molto più di una delle tante società controllate; Gimax rappresenta la chiusura di un cerchio logistico che, partendo dalla commercializzazione del legname tramite la società IBL, passando per l’imballaggio ed impacchettamento (Argol), la logistica dell’automotive e di altri settori primari come alimentare, editoria, abbigliamento, elettrodomestici ecc. (Villanova) e le spedizioni ed autotrasporti internazionali, soprattutto verso i paesi dell’Est Europa ma anche in altri continenti (Tematrans ed altre società controllate), trova appunto coronamento presso di noi” afferma ancora Lazzeri, prima di fornire qualche altro connotato aziendale. “Storicamente siamo forti nell’impiantistica e project cargo, con radicata presenza in Sud e Centro America; ma abbiamo anche un discreto traffico unitizzato, nel 2009 avendo movimentato 14.000 teus, estero compreso. Gimax infatti è brava a fare anche traffico estero su estero quale cross trader. Tra le nostre specializzazioni, davvero originale è quella del trasporto di giostre ed attrezzature da divertimento, settore nel quale abbiamo consolidato una leadership e che, malgrado l’ovvia crisi subita dai ‘divertimentifici’ nel 2009, oggi, per le notevoli dimensione dei pezzi disassemblati di queste giostre, è un caso davvero peculiare di project cargo”. Angelo Scorza segue a pag.5 www.ship2shore.it 5 PORTI Lunedì 25 Aprile 2011 segue da pag.4 A gara il futuro del porto di Augusta I lavori per la nuova banchina container del porto siculo termineranno entro il 2014 Dopo l’individuazione dei componenti la Commissione per l’assegnazione dei lavori del primo e secondo stralcio della terza fase del porto commerciale di Augusta-banchina Containers, hanno preso via le fasi di gara. “Rimangono ancora aperti i termini per la gara relativa all’adeguamento di un tratto di banchina del porto commerciale che scadranno la seconda settimana di maggio – spiega in una nota l’Autorità Portuale, aggiungendo che l’importo complessivo delle gare, 118 milioni di euro, comprende anche gli investimenti legati alla vecchia Darsena ed al Pontile S. Andrea le cui procedure di gara sono state completate. Tutti i lavori saranno conclusi secondo le diverse scadenze entro il 2014”. Il presidente si è detto soddisfatto dell’avvio delle opere che permetteranno di inserirsi nell’elite dei porti del Mediterraneo di media e grandezza mettendo a disposizione aree attrezzate per traghetti ro-ro, merci alla rinfusa e containers, con banchine dotate di fondali fino a 17 metri. “Con questi investimenti si completa Aldo Garozzo la realizzazione delle opere fronte mare legate all’infrastrutturazione dell’attuale porto commerciale, fatta eccezione per un’ulteriore espansione bloccata da preesistenti vincoli naturalistici ed archeologici. Rimane da completare l’espansione dei piazzali a terra il cui inizio lavori è previsto nel WWW.OLBIAGOLFOARANCI.IT 2012. Sono allo studio nuove soluzioni per continuare a sviluppare il porto e realizzare opere infrastrutturali in grado di sfruttare al massimo le caratteristiche della rada (ad esempio fondali oltre i 20 metri) in grado di soddisfare le esigenze future delle grandi navi portacontainer in sinergia con la riqualificazione del territorio, delle vaste aree produttive dismesse e delle attività di bonifica della rada”. Su questo tema il Comitato Portuale si è espresso a favore della localizzazione di uno specchio acqueo da utilizzare per la realizzazione di una cassa di colmata da mettere a disposizione del Ministero dell’Ambiente, in prossimità della diga foranea lato sud interno rada. “Tale intervento è idoneo a realizzare il primo lotto delle attività di bonifica della rada per 1 milione di metri cubi di sedimenti e permette contestualmente la costruzione in stralcio funzionale del primo lotto della nuova banchina prevista nelle linee d’indirizzo del nuovo PRP. Durante le fasi di bonifica e dragaggio non sono previsti intralci per le attività portuali”. Si apre così un nuovo capitolo per Augusta che “potrà finalmente realizzare – afferma Garozzo una nuova infrastruttura valida e competitiva nel lungo periodo, il cui progetto sta riscuotendo molti consensi tra operatori e banche straniere. Inoltre, potranno essere superate quelle criticità legate alla bonifica della rada ed ai dragaggi dei fondali”. N.C. Identikit dell’acquirente Il Gruppo Bonzano nasce nel 1966 su iniziativa del Cav. Luigi Bonzano con la costituzione di IBL, società attiva nel settore dei pannelli di legno, oggi leader in Italia nel packaging. Nel 1973 intraprende la prima esperienza nella logistica, con l’attività di CKD e spedizione per conto di Fiat Auto, embrione della divisione logistica, composta da Villanova e Argol. Il Gruppo ha sviluppato forti competenze nell’attività di trasporto, gestione dei magazzini, sistemi informativi logistici e packaging, ed è in grado di offrire un servizio globale di gestione della supply chain per marchi prestigiosi quali Fiat, Iveco, General Electric, Alenia, Indesit, Lavazza, Ferrero, Bacardi, Magneti Marelli, Michelin, Indesit, Whirpool, Miroglio. Il fatturato consolidato si aggira intorno ai 500 milioni di euro, i dipendenti sono oltre 4.500. A Villanova d’Asti l’impianto consta di 300.000 mq di magazzini, Pier Carlo Bonzano 1.000.000 mq di aree scoperte, 75 km di raccordi ferroviari di proprietà. Il Gruppo dispone complessivamente di 200 bilici e 300 rimorchi di proprietà, 240 carrelli, 10 locomotori, 7 elevatori container, 2 carriponte, 11 trattori. www.ship2shore.it 6 CROCIERE Il futuro di MSC Crociere parla zeneixe Nuovo centro direzionale, stazione marittima e aeroporto le priorità della compagnia La stagione crocieristica estiva di MSC Crociere è partita con ben tre navi che hanno attraccato contemporaneamente nel porto di Genova. In un giorno MSC Fantasia, MSC Poesia e MSC Melody hanno movimentato complessivamente tra sbarchi e imbarchi circa 14.000 passeggeri confermando ancora una volta il ruolo centrale del capoluogo ligure nelle strategie presenti e future della compagnia. “MSC Crociere nel 2011 prevede di movimentare nel Mediterraneo 6,4 milioni di passeggeri attraverso 2.046 scali in 79 porti” ha evidenziato Pierfrancesco Vago, CEO della compagnia aggiungendo che tra questi “Genova è l’home port grazie a una serie di fattori che lo rendono uno scalo crocieristico assolutamente strategico e insostituibile. Per comprenderne il valore, basta pensare che ben sette navi effettueranno scali su Genova movimentando complessivamente Domenico Pellegrino Lunedì 25 Aprile 2011 giro d’affari pari a 1,3 miliardi di euro e per il 2011 le previsioni guardano a una leggera crescita grazie a una movimentazione complessiva di 10 milioni di passeggeri, toccando 171 porti in tutti i continenti per un totale di 3.277 scali. “Nei primi tre mesi dell’anno corrente le prenotazioni hanno fatto registrare un +10% rispetto all’esercizio passato” ha detto il direttore generale precisando che il load factor delle navi è prossimo al 100%. “Oltre a dover fare i conti con il caro-bunker, che senza dubbio inciderà sui risultati d’esercizio, la nostra sfida per il futuro sarà migliorare ancora la redditività per poter investire nello sviluppo dell’azienda. Qualè l’obiettivo di crescita della flotta? Non ci poniamo limiti…”. Nicola Capuzzo Bari si merita 300.000 croceristi 735.000 passeggeri”. Numeri destinati a crescere sia perché la maggioranza azionaria della Stazione Marittima è destinata a passare nelle mani del Gruppo MSC (già presente nel capitale tramite MSC Crociere e Grandi Navi Veloci) non appena verrà avviata la privatizzazione, sia perché i lavori per l’ampliamento della banchina di Ponte dei Mille renderanno possibile l’attracco delle grandi navi da crociera da 340 metri. L’obiettivo dell’Autorità Portuale di Genova è quello di superare entro breve il milione di passeggeri movimentati ogni anno. Un risultato possibile anche alla luce dell’ambizioso percorso di crescita di MSC Crociere che con la consegna nel 2012 di MSC Divina porterà la propria flotta a 12 navi ma “sta già lavorando a una seconda ipotesi di sviluppo di nuove navi” annuncia Domenico Pellegrino, direttore generale. La cantieristica italiana può dunque sperare? “MSC Crociere non ha mai chiuso la porta in faccia a Fincantieri, anzi semmai è stato il caso contrario. Il rapporto comunque è buono come dimostra il fatto che abbiamo recentemente assegnato allo stabilimento di Palermo i lavori per aggiungere 16 cabine alla MSC Fantasia” (S2S n. 11/2011). Il sodalizio tra la Superba e MSC Crociere è dimostrato anche dagli investimenti che il gruppo sta portando avanti in città dove sono iniziati i lavori per la costruzione di due grattacieli alti più di 80 metri proprio a ridosso della Lanterna, che ospiteranno gli uffici delle società che fanno capo all’impero armatoriale di Gianluigi Aponte (tra queste anche MSC Italcatering, MSC Le Navi e Grandi Navi Veloci). Da non sottovalutare, infine, la partita dello scalo aeroportuale che è in procinto di passare in mani private (ma qui Aponte si è chiamato fuori dalla partita) che viene comunque seguita attentamente da MSC Crociere. “Già oggi – spiega Pellegrino – una parte importante dei nostri passeggeri arriva a Genova con voli charter per cui in prospettiva lo sviluppo dei traffici aerei su Genova è fondamentale per la nostra compagnia, viceversa anche MSC Crociere potrà contribuire ancor di più a tale crescita”. Nel 2010 MSC Crociere ha registrato un La stagione estiva di MSC crociere è partita anche nel porto di Bari con il primo attracco dell’anno di MSC Poesia che ha iniziato l’itinerario settimanale verso le isole greche. A presentare la programmazione estiva c’erano il Commissario Straordinario Autorità Portuale del Levante Franco Mariani, l’Assessore all’Attuazione del programma del Comune di Bari Filippo Barattolo e il Country Manager Italia MSC Crociere Leonardo Massa. MSC Crociere farà registrare un’impennata di scali, con 62 toccate nella sola stagione estiva. Durante tutto il 2011 gli scali saranno 84, a fronte dei 67 del 2010 (+25%), con un conseguente aumento della movimentazione passeggeri, che passano dai 255.000 dell’anno scorso ai 300.000 del 2011. Costa risponde con quattro navi a Savona Oltre all’annuncio della prossima cerimonia di consegna della Costa Favolosa, che si terrà a Trieste il prossimo 2 luglio, Costa Crociere risponde all’ormeggio triplo di MSC a Genova con quattro navi in contemporanea nel porto di Savona. L’arrivo simultaneo di Concordia, Deliziosa, Luminosa e Victoria è atteso per lunedì 25 Aprile, Pasquetta, quando Savona sarà invasa da 17 mila passeggeri, di cui 3mila in transito, che visiteranno il Ponente Ligure. www.ship2shore.it 7 SECURITY Lunedì 25 Aprile 2011 Nave di Grimaldi bloccata dalla NATO Un incrociatore dell’Alleanza Atlantica blocca un ro-ro della compagnia partenopea diretto in Libia Intrigo internazionale per una nave di Grimaldi. Il Ministero della Difesa britannico ha reso noto che nei giorni scorsi l’incrociatore leggero della NATO HMS Liverpool, in servizio nelle acque antistanti la Libia in ragione della guerra che da diverse settimane affligge il paese nordafricano, ha bloccato il ro-ro Setubal Express di Malta Motorways of the Sea, compagnia interamente controllata dal Gruppo Grimaldi di Napoli. L’operazione sarebbe avvenuta a causa del sospetto che la nave, diretta a Tripoli, stesse trasportando veicoli proprio carico di autoveicoli e forniture varie (alimentari, edili, materie prime, etc.). Il 14 aprile, però, prima di entrare in acque libiche, il comandante del ro-ro avrebbe ricevuto dal personale militare dell’HMS Liverpool la richiesta di salire a bordo. Una volta completata l’ispezione di tutti i ponti Un carico d’armi giunto in Libia nel 2009 sull’Holandia ha messo in luce la spregiudicatezza dei rapporti dell’occidente col regime di Gheddafi Col Colonnello rapporti ambigui anche in mare destinati a rinforzare le armate del colonnello Gheddafi. Secondo quanto reso noto la Setubal Express, partita dal porto maltese di La Valletta, sarebbe stata avvicinata dall’HMS Liverpool e, una volta a bordo, i militari avrebbero riscontrato alcune irregolarità nei documenti di carico, ordinando all’equipaggio della nave di non entrare in acque libiche e di dirigersi a Salerno. Questa la ricostruzione fornita in una nota dal Governo di Malta. Il 12 aprile scorso a Setubal Express, dopo l’adempimento delle normali procedure, fu acconsentito di salpare da La Valletta alla volta di Tripoli con il e di parte del carico, condotta con la piena collaborazione del comandante e dell’equipaggio del Setubal Express, i militari Nato avrebbero intimato a costoro di non entrare in acque libiche. La successiva richiesta di chiarimenti al comando NATO di Napoli non avrebbe sortito effetti e, a quel che oggi risulta, la nave si troverebbe in acque internazionali in attesa di istruzioni. Per il momento la compagnia napoletana ha preferito non pronunciarsi sull’episodio, i cui contorni appaiono ancora oscuri. Andrea Moizo La drammatica piega presa dagli eventi in Libia ha focalizzato l’attenzione dell’opinione pubblica sugli abituali e spesso amichevoli rapporti economici intrattenuti, fino a pochi mesi fa, da molti paesi occidentali con l’oggi (giustamente) vituperato regime di Gheddafi. E come è noto l’imprenditoria italiana, sulla scorta dell’ambiguo rapporto politico col Colonnello, è stata in questi anni in prima linea in tali relazioni, settore shipping compreso. Con il risultato che, oggi, chi denunciava la pericolosità dell’amicizia col Rais ha gioco facile ad evidenziare le ombre di una relazione condotta con troppa spregiudicatezza. Nei giorni scorsi, ad esempio, l’ONG Rete Italiana per il Disarmo, allo scopo di porre l’attenzione sulla “debolezza dei controlli sul commercio mondiale di armi e la scarsa trasparenza esistente a riguardo”, ha evidenziato in un’articolata denuncia come solo un errore burocratico abbia permesso, ex post, di far luce su un’enorme partita di armi leggere (oltre 10.000 pistole e fucili) venduta nel 2009 dalla bresciana Beretta al regime di Tripoli e di segnalare la facilità con cui la merce ha viaggiato. Le armi sono state stipate in quattro container, caricati a fine novembre 2009 a La Spezia su un cargo (Holandia) gestito dalla compagnia inglese Brointermed (con interessi italiani), e giunte in Libia, con scalo intermedio a Malta, senza problemi e senza risultare nelle statistiche internazionali ufficiali grazie ad un’autorizzazione come armi ad uso civile frettolosamente rilasciata. Un particolare che ha spinto l’ONG a chiedere lumi al Governo. www.ship2shore.it 8 TERMINAL OPERATOR Lunedì 25 Aprile 2011 Transped pronto a dare fuoco alle polveri Numerosi progetti in pista (malgrado i rallentamenti burocratici) per l’operatore logistico e terminalista di Marghera, che ha ordinato altre gru mobili da installare sulle nuove aree di espansione in banchina Marghera (Venezia) – Si respira un’aria molto elettrica in Via dell’Elettricità, dove ha sede Transped Spa, operatore logistico e terminalista con quasi un quarto di secolo di esperienza alle spalle. Le idee in pista sono numerose e l’attività procede in maniera sostenuta, in attesa di potersi esplicare sulle nuove aree di espansione di prossimo approntamento. Termometro tangibile di questa ‘febbre d’attività’ è l’entusiasmo di Francesco Dal Molin, responsabile operativo e commerciale, nel descrivere le prossime mosse di una società fondata nel 1987 e che dal 2006 ha avviato la movimentazione in banchina su aree di proprietà, rilevando tra l’altro i prestigiosi uffici e magazzini in cui si era costruito il famoso Moro di Venezia da parte del cantiere Tencara. Un futuro che appare ricco di soddisfazioni, costruito sulla base di un passato recente sul quale il giovane manager fa un breve excursus storico. L’attuale compagine azionaria è quella dei due soci paritetici originari (Unisystem Srl e Iniziative Srl società del consorzio di cooperative CICLAT di Ravenna) cui si è aggiunto più di recente (S2S n. 8/2007) – assumendo il controllo azionario (59%) della SpA veneziana – un colosso come Enrico Bogazzi, tramite la Porto di Carrara SpA. “Siamo nati al servizio dell’industria chimica e petrolchimica presente a Marghera, assolvendone le funzioni - da loro esternalizzate - di logistica, deposito, movimentazione e trasporto, trattando prodotti quali il pvc, le fibre, i gas, le rinfuse minerali, ecc. Si parla di grandi nomi quali Pilkington, Solvay, Syndial (ENI), Montedison, Ineos, Arkema, Sapio, fra le altre” spiega il giovane manager, aprendo una parentesi su una fase evolutiva della società di cui forse non tutti sono a conoscenza. “Abbiamo Francesco Dal Molin illustra i progetti fatto i trader di inerti con tonnellaggio preso a noleggio ed anche come armatori proprietari della general cargo East Castle, per l’importazione di sabbie da vari porti di Tunisia, Spagna e Bulgaria”. Ma è comunque la funzione a filo di banchina quella che, in questa fase, sta più a cuore. “Fin dal 2003 siamo titolari di un’autorizzazione ad operare come terminal operator ex art. 18 della legge n. 84/94, ma purtroppo ci sono voluti oltre cinque anni per poter effettivamente esercitare l’attività”. Dal Molin sciorina tutta una serie di pastoie e lentezze burocratiche che si sono tradotte in ritardi accumulati l’uno sull’altro. “Alle volte mancava semplicemente una firma, attesa per mesi se non anni. Così abbiamo dovuto fare per conto nostro bonifiche e pavimentazioni e persino l’escavo; tutti soldi dei nostri soci, che hanno creduto ciecamente nel progetto, senza vedere un euro di finanziamento pubblico da nessuno, malgrado si parlasse di opere di interesse generale. Così, a differenza dei nostri concorrenti, in bilancio abbiamo ammortamenti anziché canoni d’affitto”. In questa fase vi sono stati anche momenti difficili legati alla crisi di alcuni grandi gruppi industriali - clienti quali Ineos/ Vinils, Montefibre, Dow - che hanno impattato sui 100 addetti diretti della società, costringendone una trentina alla cassa integrazione temporanea ed, in generale, obbligando ad avviare un processo di riconversione delle maestranze. Ma, grazie alla propria costruttiva ostinazione, a fine 2009 Transped ha potuto infine festeggiare l’inaugurazione ufficiale della nuova banchina (S2S n.48/2009) riassorbendo tutto il personale e, tra l’altro, assumendo 15 addetti in disoccupazione dalla Ge.se, che lavoravano in appalto presso Montefibre. “Nelle more, avevamo preso in concessione segue a pag.9 www.ship2shore.it 9 FINANZA Premuda torna in nero Previsioni di bilancio positive anche per l’esercizio 2011 Dopo un esercizio ‘sacrificato’ dalle svalutazioni apportate al valore delle navi in flotta, i conti di Premuda nel 2010 sono tornati in positivo. Il consiglio di amministrazione ha approvato i progetti di bilancio dell’esercizio 2010 che presenta un utile netto consolidato di Per quanto riguarda il livello di copertura commerciale della flotta per il 2011, l’azienda segnala che circa il 60% del tempo disponibile è coperto da soddisfacenti contratti di noleggio. Come già anticipato (S2S n.13/2011) la compagnia armatoriale genovese nei primi Four Rigoletto è l’ultima nave entrata nella flotta Premuda 10,66 milioni di euro (dopo ammortamenti per 26,2 milioni) su ricavi base time charter per 122,07 milioni rispetto a una perdita netta consolidata di 19,80 milioni su ricavi base time charter per 95,58 milioni nell’esercizio precedente (nel 2009 le riduzioni di valore avevano interessato 5 navi per 22,3 milioni). Il risultato operativo è stato positivo per 17,91 milioni rispetto a un risultato negativo per 12,26 milioni nel 2009. Per il 2011 Premuda ritiene che “prescindendo da evoluzioni del mercato che comportino la necessità di ulteriori rettifiche di valore delle navi e salvo il verificarsi di gravi avvenimenti negativi, l’esercizio dovrebbe risultare di segno positivo pur con tutte le incertezze dettate dal perdurare dell’attuale congiuntura”. tre mesi dell’anno si è accordata con il cantiere SPP per sostituire le ultime 2 unità handy bulk carrier con 2 Panamax bulk carrier da 76.500 dwt, aventi consegna rispettivamente fine settembre 2013 e fine marzo 2014 per un investimento aggiuntivo di 12,5 milioni di dollari. Con il cantiere Samsung si è proceduto invece alla sostituzione dei contratti di costruzione delle residue 2 Aframax Product Tanker con 2 Suezmax Tanker da 158.000 dwt, senza incremento dell’investimento complessivo. A inizio anno si è inoltre perfezionata la vendita della unità Four Earth, liberando così risorse finanziarie per circa 8 milioni di dollari e generando un profitto di circa 1 milione di dollari a beneficio dell’esercizio 2011. N.C. Lunedì 25 Aprile 2011 segue da pag.8 una banchina inutilizzata (ex Enichem), la ME01, da 330 metri, dove operano una Gottwald HMK 260 da 80 tonnellate ed una Demag su rotaia da 20 tonnellate dove operiamo su carichi bulk; inoltre riceviamo anche merci di TRI Terminal Rinfuse Italia nei nostri magazzini , a dimostrazione che si può collaborare anche tra competitors. Nel complesso abbiamo già investito sinora circa 50 milioni di euro tra lavori infrastrutturali e quelli per le sovrastrutture (tra cui un parco gru nuovo di zecca) per attrezzare parte dei grandi spazi a disposizione (23 ettari di terreno) che vorremmo espandere ancora. Sulle aree di espansione saranno sviluppate attività ulteriori, quali l’handling e lo stoccaggio di merci varie e project cargo. Nella prima fase la banchina ME10, da 260 metri lineari, è stata attrezzata con due gru mobili Gottwald da 100 tonnellate di portata (rispettivamente una HMK260 ed una HMK280) ceduteci dalla Porto di Carrara Spa. Lo scorso febbraio è poi arrivata – sempre dalla Gottwald – una fiammante gru nuova modello GHMK6407, ormai operativa. Sulla seconda banchina, la ME9, da 380 metri lineari, il cui completamento è previsto per la metà del 2011, arriveranno nella seconda metà del corrente anno altre gru mobili sempre prodotte in Germania”. L’idea di fondo è un progetto del gruppo Bogazzi, che mira a creare due poli per la movimentazione in Tirreno (Marina di Carrara) ed Adriatico (Marghera) che trovano il loro punto nodale di equilibrio nel nodo ferroviario di Verona. “Un progetto che sposa, facendole combaciare perfettamente, due anime diverse ma complementari: quella portuale e quella logistica industriale” precisa Dal Molin. In attesa che il progetto sbocci e si possa completare, nel frattempo Transped continua a macinare traffici e business. “Nel 2010 abbiamo movimentato circa 600.000 tonnellate di prodotti siderurgici e circa 300.000 tonnellate di rinfuse secche. Oggi escono dal nostro sito ogni giorno 2 treni blocco e in media 60 camion che trasportano prodotti siderurgici. Il volume d’affari, che nel momento più nero della crisi generale si era ridotto del 40%, si è stabilizzato intorno ai 22 milioni di euro”. Il futuro, come detto, è legato anche alle nuove iniziative. “Un progetto riguarda l’installazione di una linea di prima lavorazione di materiale siderurgico (coils, brame, lamiere, vergelle e billette) per le acciaierie del nordest e dell’est europeo, comprensiva di un impianto di spianatura e taglio dei coils in un magazzino di 10.000 mq che sarà collegato alla rete ferroviaria. Proprio la facoltà di usufruire dei binari (con una rete ferroviaria già esistente di 25 km) per movimentare la merce sarà uno dei nostri valori aggiunti. E poi faremo molta impiantistica; è già stato realizzato uno skid della Saipem nelle aree del terminal, la Olmi ha qui realizzato uno scambiatore da circa 500 tonnellate. Il nostro grande vantaggio è disporre di vaste aree di proprietà dietro le banchine, sulle quali possiamo fare qualunque tipo di business” conclude il manager veneziano. Angelo Scorza www.ship2shore.it 10 TERMINAL OPERATOR Lunedì 25 Aprile 2011 Brindisi alletta gli specialisti delle crociere Un imminente comitato portuale valuterà il rilascio di una concessione alla newco Brindisi Cruise Terminal In attesa della nomina del presidente dell’Autorità Portuale – il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli, ha chiesto la scorsa settimana ai presidenti delle Regioni Lazio e Puglia l’intesa per la nomina dei presidenti delle Autorità Portuali di Bari, Brindisi, Civitavecchia e Taranto, per le quali i prescelti sono rispettivamente Francesco Mariani, Hercules Haralambides, Pasqualino Monti e Sergio Prete – il porto di Brindisi potrebbe presto accogliere un responsabile del demanio dell’attuale amministrazione dell’Autorità Portuale Angelo Fanizza, “alcune importanti società (di cui non viene svelato il nome, ndr) hanno manifestato l’intendimento di costituirsi in una newco per sviluppare un programma di attività, con servizi connessi ai passeggeri, nel porto di Brindisi”. A seguito di tale interesse, l’Autorità Portuale ex lege ne ha dato pubblicità, onde rilevare eventuali opposizioni o osservazioni. Dopo Bari la MSC Poesia potrebbe approdare anche a Brindisi nuovo operatore crocieristico. O, più precisamente, stando a quanto dichiarato dal vicecapogruppo UDC alla Regione Puglia, Euprepio Curto, una partnership fra alcuni dei maggiori imprenditori del settore in Italia, decisi a scommettere sull’appeal del porto messapico. In pista, infatti, secondo il politico ci sarebbe la collaudata alleanza fra l’agenzia marittima veneziana Bassani, il VTP – Venezia Terminal Passeggeri e RCCL (le prime tre società operano già congiuntamente a Venezia, Ravenna, Bari), cui in questo caso si aggiungerebbe anche MSC Crociere. “Lo scorso dicembre” ricostruisce il Non essendo stati mossi rilievi, l’Authority ha deciso di sottoporre nei prossimi giorni al Comitato Portuale il rilascio di concessione di servizi quadriennale alla newco Brindisi Cruise Terminal, “le cui azioni sono state sottoscritte all’85% dalle società di cui sopra, intenzionate a lasciare la parte restante ad eventuali operatori locali interessati, fra cui pare vi sia Aeroporti di Puglia”. “Per fare chiarezza e tacere le polemiche tutte politiche di chi lamenta l’inopportunità di un atto simile a fine mandato da parte dell’attuale presidenza dell’Authority” spiega Fanizza “è importante precisare che la concessione in discussione non riguarda l’uso esclusivo di un’area demaniale o di una banchina, ma, piuttosto, l’avvio di un programma di attività che possa ritenersi in linea con gli interessi pubblici dell’AP”. Altrettanto necessario è ricordare come l’interesse del porto a sviluppare il mercato crocieristico non sia un vezzo dell’ultima ora, bensì rientri in un articolato programma avviato alcuni anni fa, la cui pietra angolare risiede nella realizzazione del nuovo terminal crociere di Punta Riso (S2S n.24 e 29/2007), “un intervento peraltro ricompreso nel ‘Protocollo d’intesa relativo al potenziamento e all’adeguamento del sistema portuale di Brindisi’ del 26 maggio 2009, sottoscritto dal Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, dal Sindaco di Brindisi e dal sottoscritto”. Peraltro la concessione a BCT - Brindisi Cruise Terminal non sarebbe legata alla realizzazione delle opere di Punta Riso, ma non esclude che il concessionario possa essere anche il futuro realizzatore/gestore di tali opere in project financing (per la cui realizzazione però i relativi bandi e procedure devono ancora ‘partire’). “E anzi la stessa BCT avrebbe manifestato un interesse al riguardo. Comunque, nel corso della fase cosiddetta transitoria – ossia la fase antecedente all’avvio delle opere presso la Diga di Punta Riso – è stata considerata la possibilità di avviare un primo traffico crocieristico presso altra banchina portuale, idonea all’uso, da infrastrutturare per l’accoglienza dei passeggeri” chiude Fanizza. Secondo l’Authority, se il Comitato darà il via libera alla concessione, la newco sarebbe già pronta a definire il programma degli accosti, prevedendo come termine di avvio per il proprio programma di sviluppo l’inizio dell’estate 2012. Andrea Moizo In secondo piano la sezione della diga di Punta Riso dove in futuro saranno creati alcuni accosti per navi da crociera Product of the Year Protection of the Marine and Atmospheric Environments Product Differentiation Innovation Award Lloyd’s List DCN 2010 The honours for HEMPASIL X3 continue to mount. The world’s most advanced fouling release system, HEMPASIL X3 has been recognised as a major fuel-saving and environmental breakthrough for the maritime industry. To date, it is the proud winner of four major industry awards. www.ship2shore.it 11 SECURITY I pirati colpiscono anche Perseveranza Sequestrata la bulker Rosalia D’Amato: Confitarma attacca il Governo per la sua grave inerzia Dopo il sequestro della petroliera Savina Caylyn della Fratelli D’Amato, dall’inizio di febbraio in mano ai criminali somali, questa volta è toccato ad un altro ramo della famiglia: la settimana scorsa è infatti stata presa in ostaggio nel Mare Arabico la bulker del 2001 da 74.700 dwt Rosalia D’Amato, facente parte della flotta della compagnia partenopea Perseveranza. Secondo la ricostruzione ufficiale giovedì scorso, a circa 400 miglia dalle coste dell’Oman, due barchini di pirati avrebbero attaccato la nave, sparando colpi di arma da fuoco per costringerla a fermarsi e ne sarebbero entrati in possesso. Immediatamente contattata, la compagnia, per bocca di Carlo Miccio, responsabile del security office della società, ha riportato che “sentiti poche ore fa, i membri dell’equipaggio, ventidue marittimi fra cui sei italiani, hanno assicurato di stare bene. L’unità di crisi Lunedì 25 Aprile 2011 a quanto avviene per altri paesi ndr), né a livello governativo, in particolare dal Ministro della Difesa, al quale da mesi ho chiesto un incontro urgente per identificare una adeguata strategia di difesa attiva” ha tuonato in una nota il presidente dell’associazione Paolo d’Amico. “La situazione è molto preoccupante ed è davvero sorprendente il silenzio delle nostre istituzioni, che evidentemente non hanno compreso che il fenomeno della pirateria non è meno grave della situazione in Libia, e che anzi la combinazione dei due eventi può produrre effetti veramente devastanti con danni incalcolabili per il sistema paese” ha concluso d’Amico. Anche Aponte si unisce all’allarme lanciato dal cluster internazionale dello shipping è stata immediatamente allertata e sulle tracce della rinfusiera italiana ci sono, seppure a distanza, due navi militari, una turca e una italiana. Durissima la presa di posizione di Confitarma, da tempo impegnata, poco ascoltata, nel tentativo di far comprendere al Governo l’esigenza stringente di affrontare il problema della pirateria nell’area del Corno d’Africa. “Il sequestro della Rosalia D’Amato è l’ennesimo attacco dei pirati ad una nave italiana, che testimonia l’urgenza di misure a difesa della navigazione mercantile chieste da Confitarma al Governo da oltre un anno. E nonostante siano ormai 43 i marittimi, di cui 11 italiani, imbarcati su unità italiane tenuti in ostaggio dai pirati, non abbiamo ancora ricevuto alcun riscontro né a livello parlamentare, in merito ai cinque disegni di legge ‘parcheggiati’ da un anno alla Camera e al Senato e concernenti il possibile imbarco di personale armato sulle nostre navi (oggi impossibile per navi battenti bandiera italiana, contrariamente I pirati stanno alzando uno pirati-governo, il tiro e i danni di tale richiedendo quindi fenomeno potrebbero ulteriore attenzione da presto estendersi dal parte della comunità commercio all’intero internazionale”. sistema economico E anche Gianluigi Aponte, mondiale. patron di MSC, nei giorni Questa in sintesi è la tesi scorsi, in occasione di alcune associazioni di una conferenza internazionali di primo sulla pirateria tenutasi piano (International a Dubai, ha lanciato Chamber of Shipping, l’allarme: “L’ipotesi ITF, InterManager, che le compagnie di Intertanko), che insieme navigazione arrivino a ad alcune organizzazioni decidere su larga scala indiane (NUSI - National di cambiare le proprie Gianluigi Aponte Union of Seafarers of rotte, optando per la India e MUI - Maritime circumnavigazione del Union of India), hanno evidenziato continente africano, è tutt’altro che i pericoli di esclation sottesi ad un remota e i governi dovrebbero tenerla recente episodio di pirateria. in debita considerazione, perché il Nei giorni scorsi, infatti, è stata danno economico generale sarebbe liberata dietro riscatto la bitumiera assai rilevante, equivarrebbe di fatto ad Asphalt Venture, ma, a dispetto degli una chiusura del Canale di Suez”. accordi, i rapitori hanno liberato solo Secondo il tycoon sorrentino occorrono una parte dell’equipaggio, trattenendo interventi immediati: “È apprezzabile e sette marittimi come rappresaglia per condivisibile che si pensi di intervenire il recente arresto di alcuni filibustieri ‘a terra’ cercando di risolvere i problemi da parte della Marina Militare indiana. sociopolitici della Somalia e del Corno “Un’azione” denuncia allarmata d’Africa, da cui scaturisce il fenomeno la nota delle suddette associazioni pirateria. Ma non si può pensare solo al “che rappresenta un pericolo salto di lungo termine: il problema è adesso ed qualità del fenomeno, che si sposta è in aumento, non si può immaginare di da un rapporto pirati-armatori ad risolverlo fra dieci anni”. www.ship2shore.it 12 FERRY Tirrenia: “All’orizzonte nulla di nuovo” Milani (Pan-Adriatic): “Alcune riflessioni sulla privatizzazione dalle sponde del Ceresio” Riceviamo da Pietro Alfonso Milani, imprenditore di stanza a Lugano con interessi anche in ambito marittimo (da tempo progetta di avviare servizi traghetti in Mediterraneo) un dettagliato commento sulle ultime vicende del ‘Moloch di Stato’ Le anticipazioni riportate dal Sole24Ore di venerdì 15 aprile e di giovedì 21 aprile circa i termini dell’offerta di C.I.N. Compagnia Italiana Navigazione (Aponte, Onorato, Grimaldi) per l’acquisizione di Tirrenia e la riapertura (fittizia) della gara a nuovi soggetti, con i suoi chiari e scuri, inducono ad alcune riflessioni: Prezzo: i 200 milioni offerti da CIN (11,1 M€/nave) rappresentano forse un congruo prezzo per gli assets (flotta) ma non includono alcun goodwill per avviamento/ quote di mercato; Contributi: non saranno mai autorizzati dalla UE e quindi non ci sarà mai l’integrazione di 180M€ del prezzo. D’altra parte non si vede che interesse avrebbe lo Stato Italiano (Tremonti) ad erogare 576M€ di contributi per ottenere un maggior prezzo di 180M€, meglio quindi che la UE confermi la bocciatura. Occupazione: in mancanza di dettagli parrebbe che tutti i dipendenti verranno confermati e la serietà e consistenza dei soci di C.I.N. rappresentano, da questo punto, una sicura garanzia. Ma fino a quando? a quale prezzo? a carico di chi? Pietro Alfonso Milani Turnaround: posto che il piano industriale di C.I.N. non prevede investimenti, i 10 milioni/annui citati possono tutt’al più consentire l’adeguamento delle navi più vetuste alle normative SOLAS ma non certo il rinnovo della flotta, non si capisce come C.I.N. possa riuscire al risanamento del conto economico rimanendo immutate le rotte (cioè il prodotto), fisso il costo del personale ed immutata la flotta (e quindi il costo di erogazione del servizio) il tutto a fronte di un elevato indebitamento di C.I.N. (160M€). A C.I.N. non resta quindi che agire sui ricavi! Ma come alzare i noli? Mega Cartello: E qui, sulle sponde neutrali del Ceresio, sorgono le maggiori perplessità. Stiamo forse assistendo alla creazione di un colossale cartello nel cabotaggio italiano con l’avallo esplicito dello Stato Italiano? Come si comporterà C.I.N. nei confronti di SNAV-GNV sulla Napoli-Palermo, sulla GenovaPorto Torres, sulla Civitavecchia-Olbia? Lascerà il via libera al socio privato in cambio di un aumento dei noli? Come si comporterà C.I.N. nei confronti di Moby sulle tratte Genova-Olbia, Livorno-Olbia, Civitavecchia- Olbia? Lascerà il via libera in cambio di un aumento dei noli cioè di un cartello sui prezzi? Ed il terzo socio rimarrà senza alcuna moneta di scambio? Last but not least: che farà il ‘grande escluso’ Sardinia Ferries? Forse la rinuncia di Moby al servizio Francia-Corsica ed l’abbandono da parte di Strade-Blu del servizi Livorno-Olbia con il contestuale noleggio di una ro-ro a Moby sono da collegarsi al via libera sulla privatizzazione Tirrenia? Antitrust: Se questo è lo scenario siamo certi che tutto ciò non configuri una palese violazione delle norme comunitarie in materia di libera concorrenza? E l’Antitrust italiana cosa farà, si coprirà gli occhi con due fette di salame? Siamo proprio certi che Bruxelles non vorrà vederci chiaro magari sollecitata da qualche escluso dal cartello? Spezzatino: avendo posto il veto alla cessione delle singole linee di Tirrenia secondo la procedura europea che avrebbe consentito la creazioni di ‘campioni’ sulle singole tratte unitamente alla massimizzazione dei ricavi i sindacati possono ora cantare vittoria perché hanno mantenuto l’unità aziendale e quindi il loro potere contrattuale ma il prezzo sono destinati a pagarlo i creditori di Tirrenia ed i consumatori. Come si vede all’orizzonte nulla di nuovo! Pietro Alfonso Milani Lunedì 25 Aprile 2011 www.ship2shore.it 13 LOGISTICA Lunedì 25 Aprile 2011 LOXX sceglie un nuovo alleato sulle rotte torinesi UBV Group, joint tra tre importanti spedizionieri italiani (Usmet-Beta TransportVidale), sostituirà la Sittam Piemonte come partner del gruppo tedesco nella regione L’operatore logistico tedesco LOXX, attivo in tutta Europa principalmente nelle spedizioni groupage, LTL (Lessthan-Truck-Load) e FTL (Full-TruckLoad), per i collegamenti tra la Ruhr e Torino ha deciso di cambiare ‘compagno di viaggio’. Dopo neanche un anno termina infatti la collaborazione con Sittam Piemonte (partita a luglio 2010; S2S n.27/2010), scelta lo scorso anno come partner per effettuare i trasporti stradali tra Germania e la ex-capitale sabauda. La società di Grugliasco, dal primo aprile scorso, è stata sostituita con UBV Gruop, operatore costituito in partnership da Armando Vidale, Beta Transport ed Usmet (spedizioniere di Settimo Milanese, dotato di una propria flotta di automezzi ed attivo anche nelle spedizioni internazionali aeree e marittime), con sede a Fino Mornasco (Como). A spiegare le cause del repentino cambio di strategia è Alexander Brockt, managing director della capogruppo LOXX Holding e delle controllate LOXX Logistik & Spedition e LOXX Lagerlogistik (a cui si aggiunge LOXX Logistics, guidata dal managing director Weber Günter): “Durante i mesi di collaborazione con Sittam Piemonte non abbiamo riscontrato lo sviluppo delle spedizioni che ci aspettavamo, ma soltanto una stagnazione dei traffici. Per questo abbiamo deciso di cercare un nuovo partner in Piemonte, che ci permettesse di rafforzare i nostri servizi e far crescere il volume di merce movimentata. UBV, grazie ai suoi elevati standard qualitativi, ci è sembrato l’operatore ideale con cui avviare una collaborazione che ci consenta di sviluppare il nostro business”. L’obiettivo di LOXX è rafforzare la sua presenza in Piemonte, per integrare il già ampio range di servizi logistici e di trasporto offerti in Italia. Grazie alla ormai consolidata collaborazione con Cargo Nord, il gruppo tedesco effettua un collegamento giornaliero groupage tra Gelsenkirchen (dal suo centro logistico LOXX Logistic Centre) e Bergamo/Como, mentre con frequenza bisettimanale, sempre dalla Ruhr, vengono servite le destinazioni di Bolzano, in collaborazione con SITTAM (società distinta da Sittam Piemonte, vedi box), Padova e Bologna con Italmondo (il capoluogo emiliano è stato inserito nel network di destinazioni di LOXX lo scorso luglio, in concomitanza con la partnership siglata con Sittam Alexander Brockt, Managing Director di LOXX Holding e Günter Weber, Managing Director di LOXX Logistics Piemonte) e Vicenza con Carretta e Faccio. Per il traffico di pallet è attiva una collaborazione con OneExpress, su Bologna. Torino è invece servita, appunto da aprile, con il nuovo partner UBV. Quanto contribuiscono al volume d’affari complessivo del gruppo LOXX le vostre attività italiane? “A livello di fatturato i collegamenti con l’Italia generano ricavi per circa 4 milioni di euro – spiega Brockt – su un fatturato totale di 90 milioni, mentre per ciò che riguarda le spedizioni arriviamo a 15.000 all’anno per il groupage ed a circa 2.500 per i carichi LTL ed FTL”. I vostri principali clienti? “I nomi sono riservati, ma appartengono in maggioranza al settore dell’industria chimica”. F.B. Eurasia logistica Le attività di LOXX si diramano sull’intero continente europeo ed in Asia, collegando con una fitta rete di servizi tutte le regioni intermedie come Russia e Medio Oriente. Il gruppo, oltre ad avere numerosi uffici in Germania, dove gestisce anche il centro logistico LOXX Logistic Centre di Gelsenkirchen, è presente con proprie filiali o società controllate a Warschau e Poznan (Polonia), Budapest (Ungheria) e Mosca (Russia), oltre ad avere circa 100 partnership con operatori internazionali. segue a pag.14 www.ship2shore.it 14 AGENTI MARITTIMI Le tre Agencies di Trevisan pronte a spiccare il volo La crisi libica ha solo rimandato il progetto di nuova linea multipurpose previsto nel 2010, mentre partirà presto un servizio di navigazione interna sul canale del Po, e la Cina è sempre in prima linea… Marghera (Venezia) – Non tutto il male viene per nuocere, deve aver pensato Loris Trevisan alla notizia dei disordini scoppiati all’inizio di quest’anno in Libia. Paese verso cui - secondo i programmi originari (S2S n. 39/2009) - a fine 2010 avrebbe dovuto partire un servizio regolare per merci varie, containers e rotabili da Venezia e Koper in Alto Adriatico verso Libia ed Egitto, focalizzato sull’export di prodotti dall’Italia e dal Centro Europa, curato in prima persona dal poliedrico imprenditore dello shipping veneziano, titolare di un piccolo gruppo societario con 10 addetti totali che dal 2009 vanta una moderna e funzionale sede di proprietà al centro del porto di Marghera. “Per fortuna non è partito nei tempi previsti, altrimenti – con l’attuale situazione nella tormentata repubblica islamica – sarebbe stata sicuramente una falsa partenza capace di ‘bruciare’ il progetto”. Dunque per una volta le lungaggini burocratiche sono state benedette… “Ora stiamo alla finestra, attendendo l’evoluzione definitiva sotto il profilo politico per capire con chi andremo ad interfacciarci”. Il progetto di linea contempla una rotazione iniziale decadale con l’obiettivo di farla diventare presto settimanale. Ed è la stessa Libia squassata dal conflitto civile a dare spazio ad altre opportunità commerciali. “Comunque ne esca, sarà un paese da ricostruire, il che significa nuovi traffici di tipo multipurpose: non solo container, ma anche general cargo ed impiantistica” spiega Trevisan il quale, per seguire le attività in Nord Africa, aveva già costituito una società apposita: Trading & Consultancy Agencies (il suffisso Agencies connota tutte le società facenti capo all’omonimo gruppo), fondata appunto per aiutare gli esportatori nelle operazioni di ‘trading’ con questi paesi. “Ritengo che il Nord Africa sia il mercato del futuro. La Libia è il paese più ricco della cintura del Maghreb e se riusciamo a Loris Trevisan circondato dal suo staff partire con il progetto di fare da operatori di navi, grazie al supporto – già acquisito di importatori libici, la nostra società avrà compiuto un notevole salto di qualità”. Mettendo a frutto una lunga esperienza come dipendente di agenzia raccomandataria nel settore della linea, dal 1990 Trevisan si è messo in proprio fondando la società Agencies, dedicata all’allora P&O, che negli anni ha rappresentato in Adriatico varie compagnie di navigazione tra le quali Contship Line, Dsr-Senator, Metz Container Lines, ed è tuttora agente della APL Italia. “Purtroppo con l’incedere, anche in Adriatico, dei grandi consorzi armatoriali, le grandi agenzie del Tirreno hanno cominciato ad interessarsi a Venezia ed è aumentata la concorrenza. Quindi è stata decisa una diversificazione, che nel 2003 ha visto avviare l’attività di brokeraggio e chartering di navi, per i traffici di cereali e prodotti siderurgici, con focus geografico su Mar Nero, Mediterraneo e Nord Europa”. Agencies inoltre svolge un’attività probabilmente unica in Italia quale agenzia per trasporto fluviale, principalmente sul Reno, ma anche sul Danubio, carichi estero su estero, in cui Agencies dispone il noleggio di chiatte fluviali in collaborazione con i maggiori operatori europei. “E presto inizieranno attività similari di navigazione interna in Italia, con trasporti fluviomarittimi che interesseranno il canale navigabile FisseroTa r t a r o - C a n a l b i a n c o ” annuncia Trevisan. Per quanto riguarda la storica attività di agenzia di linea, anziché aspettare la chiamata dell’armatore, Trevisan ha deciso di fare da solo, vedasi il progetto sulla Libia sopra descritto. Infine un’altra attività di rilievo, gestita dal figlio Alessandro, è quella che riguarda la Cina, iniziata una decina di anni fa gestendo un servizio settimanale di containers ‘groupage’ in arrivo dal Paese orientale che alimentano la cospicua comunità cinese che vive in Italia. “Una nostra caratteristica è quella di avere assunto personale cinese in Italia per rendere un miglior servizio ai clienti”. Angelo Scorza Lunedì 25 Aprile 2011 segue da pag.13 Tra le società della galassia LOXX c’è anche Pan Europa Transport, attiva fin dagli anni ’80 nel trasporto in Europa dell’est. Attualmente opera 25 collegamenti internazionali tra l’Europa Occidentale e i paesi della CIS (Comunità degli Stati Indipendenti) e dell’area cosiddetta STAN (gli stati dell’ex blocco sovietico il cui nome termina con il suffisso -stan; ndr). Il versante orientale del vecchio Continente attira da sempre l’attenzione del gruppo, che proprio in questo periodo ha messo a punto un nuovo collegamento groupage tra Germania, Polonia e Siberia. Secondo quanto riportato dalla stessa LOXX sul suo sito, il servizio partirà una volta alla settimana (venerdì) da Gelsenkirchen, dopo due giorni fermerà a Varsavia e da li ripartirà per giungere in 6-10 giorni a Perm e Jekaterinburg ed in 8-12 giorni a Novosibirsk e Kemerovo. Poca fantasia: le Sittam sono due... L’omonimia e l’identico settore di attività possono forse creare un po’ di confusione, tenendo conto del fatto che entrambe le Sittam – Sittam Piemonte e SITTAM – hanno collaborato (la seconda continua a farlo) con LOXX. Sittam Piemonte, sede a Grugliasco, è una società privata locale attiva nelle spedizioni internazionali, scelta da LOXX nel luglio scorso come partner per i suoi servizi di trasporto groupage tra la regione della Ruhr e Torino e poi sostituita, all’inizio di aprile 2011, con UBV. SITTAM Srl è invece uno storico spedizioniere nato a Bolzano nel 1960 e poi trasferitosi a Milano, da dove ha costituito una rete di uffici e filiali che oggi copre tutto il territorio nazionale. Entrata a far parte del colosso logistico CEVA, SITTAM offre servizi di trasporto stradale, ferroviario, aereo e marittimo con destinazioni in Europa, Asia e Medio Oriente e, attraverso la sua filiale locale di Ora (Bolzano), collabora stabilmente con LOXX per i servizi tra la Germania e l’Alto Adige. “Una partnership – assicura Italo Cortellini, Presidente di SITTAM – che prosegue regolarmente”. www.ship2shore.it 15 CONTAINER Lunedì 25 Aprile 2011 Fulltrans sfugge abilmente alla morsa dei ‘grandi’ Il piccolo ed attivissimo terminalista veneziano ha scovato un’interessante chiave per la diversificazione del proprio storico business del trasporto di container e logistica Marghera (Venezia) – “Siamo stati, storicamente, il secondo terminal container nato a Marghera da quando sono arrivate le prime box ships nel nostro porto; erano nostre clienti compagnie come Transuez e RMS, che hanno operato qui sino ai primi anni Novanta, per loro facevamo da deposito e riparazione di container” ricorda Luca Rallo, amministratore, insieme al padre Paolo, della Fulltrans fondata da quest’ultimo nella seconda metà degli anni Settanta dopo aver maturato una pluridecennale esperienza nel campo dei trasporti, dapprima come azienda individuale e dal 1982 trasformata in Srl. Ma è sul finire del secolo scorso che avviene la svolta decisiva. Con l’evolversi del mercato si amplia anche la missione: non più solo trasporti e riparazioni container ma, nella nuova sede di 15.000 mq. situata in isola portuale a Marghera, anche depositi ed operazioni di riempimento e svuotamento container. “Grazie all’acquisizione della nuova area con un magazzino coperto di 7.000 mq, dal 1999 ci siamo dedicati anche ad attività di logistica con l’acquisizione del magazzino ex Agrimont dove si produceva azoto (che dà il nome alla strada presso cui è insediata Fulltrans), una struttura a campata alta per ospitare quel tipo di macchinari industriali”. All’interno del magazzino è stata ricavata una zona recintata destinata a Deposito Doganale Privato e Deposito Fiscale Iva autorizzato dalla dogana di Venezia, che permette all’importatore di non pagare IVA al momento dello sdoganamento, deferendo tale termine all’utilizzo del materiale stesso. Da quel periodo nasce una fase di consolidamento nell’autotrasporto di contenitori sbarcati nel porto veneziano e consegnati a destino; oggi la società Luca e Paolo Rallo dispone di 8 trattori propri, 17 forniti continuativamente dai padroncini contrattualizzati, e di 40 semirimorchi. “Complessivamente i nostri mezzi fanno circa 50 viaggi al giorno, tutti nel raggio di 200 km al massimo”. L’acquisto più recente è una reach stacker Linde modello E45, pagata circa 400.000 euro, che è andata a sostituire una vecchia Belotti B91. Il parco attrezzature di sollevamento è completato da 2 front loader Hyster 32 e da una dozzina di carrelli elevatori. Il magazzino inoltre ha la qualifica di deposito doganale allo stato estero. Rallo è preoccupato dall’evolversi del modello di traffico navale nel porto lagunare. “Prima c’erano solo servizi feeder, un traffico piuttosto regolare appannaggio di operatori come noi, di ambito locale (un concorrente diretto è la società Il Servizio Srl, ndr); adesso, da quando Venezia è stata inserita nel circuito del grande consorzio CKYH, un cui loop effettua un servizio regolare sul Far East ogni 28 giorni, il nostro porto è diventato appetibile anche per operatori nazionali, dunque la concorrenza è più serrata”. La ribalta proiettata su Venezia è ovviamente di per sé un fatto positivo – “prima della toccata dei quattro big carriers coreano-cinese-giapponesetaiwanese la merce faceva il giro d’Italia per arrivare a destino in Veneto passando da porti lontani” ammettono i Rallo – ma il rovescio della medaglia è la necessità di dover sgomitare di più sulla merce. Ma è una battaglia su cui Fulltrans è ben posizionata. “Le attuali ragioni di scambio, con i fenomeni di delocalizzazione che hanno interessato le aziende del Triveneto negli ultimi tempi, vedono una prevalenza di traffici in import. Rispetto ai grandi operatori, possiamo mettere in campo un servizio regolare, che non sgarra mai gli orari (perché non possiamo neanche permettercelo!) rispettando le previsioni della schedula; il che è un valore aggiunto Il magazzino e la nuova reach stacker Linde per contrastare la variabile, peraltro sempre determinante, dei prezzi ribassati che molti utilizzano per attirare i clienti. Diciamo che, concettualmente, siamo un po’ la bottega del servizio container rispetto al supermercato di altri”. Ma poiché chi si ferma è perduto, per applicare un vecchio adagio, i Rallo non smettono mai di cercare nuovi business. “Siamo sempre in fermento; un’azienda non grande, di 18 persone ma con tante idee. Ad esempio, siamo tra i pochi rimasti a saper riparare e trasformare contenitori; una nostra specialità è la trasformazione L’impianto per containerizzare prodotti chimici sfusi degli high cube”. La novità più eclatante è un business atipico. “Insieme ad una casa di spedizioni di Marghera, a favore di una multinazionale cliente, di cui preferiamo non fare i nomi (la concorrenza è sempre in agguato per soffiare progetti e mercati, ndr), abbiamo concepito un’attività di ricezione, lavorazione e rispedizione di prodotti sfusi plastici. I prodotti plastici granulati vengono spediti utilizzando come imballaggio Big-Bags e/o sacchi. Spesso le aziende utilizzatrici preferiscono ricevere presso i propri siti la merce pronta per la produzione già stipata all’interno di silos. Di qui la necessità di trasformare l’imballaggio da saccone a sfuso: operazione da noi svolta con l’utilizzo di attrezzature appositamente realizzate per poter consegnare la merce sfusa agli stabilimenti”. In questo modo Fulltrans può gestire interamente il ciclo dall’arrivo del container in porto. “Ogni anno ‘desacchiamo’ circa 30mila tonnellate di granulati plastici che, grazie ad un impianto creato in casa su nostra progettazione, ricarica la merce condizionata in container silo adattati e poi trasportati a destino su semirimorchi con rotocella e compressore brevettati su nostro disegno e realizzati dal produttore siciliano Chiavetta, uno dei nostri fornitori di equipment fiduciari”. Angelo Scorza www.ship2shore.it 16 AGENTI MARITTIMI Lunedì 25 Aprile 2011 Josto naviga tra tecnologia e nuove frontiere Biggio sul caso Cacip: “Una vicenda disgustosa che non giova né al porto di Cagliari né agli operatori”. Prospettive di sviluppo? “Il crocerismo ci può salvare” Investire nella tecnologia dei servizi forniti, puntare su innovazione e professionalità per uscire dalla crisi e guardare al futuro. È la ricetta di Roberto Biggio, rappresentante della quinta generazione nell’azienda di famiglia, l’agenzia marittima Josto srl (Gruppo Seamed), casa di spedizioni e operatore doganale. Cinque anni trascorsi in Inghilterra, una laurea in Logistica conseguita all’Aston University di Birmingham, Biggio è oggi responsabile dei Servizi Commerciali e Sviluppo. Fondata nel 1970 La Josto srl deriva dalla vecchia agenzia marittima fondata nei primi anni Trenta da Josto Biggio, lungimirante imprenditore di Sant’Antioco, che cominciò a sfruttare il movimento merci legato al boom del carbone nelle zone minerarie del Sulcis (parte sud-occidentale della Sardegna). Nel 1959 la sede principale venne trasferita a Cagliari per andare incontro alle esigenze della crescente industria petrolchimica e metallurgica. “Ma la società affonda le sue radici nella seconda metà dell’Ottocento” racconta Gianni Biggio, uno dei titolari dell’impresa, figlio di Josto e padre di Roberto. “L’iniziatore fu Giovanni Battista Biggio ed allora i traffici nel Sulcis erano fiorenti”. Oggi la Josto srl è un’agenzia marittima che fa parte di una realtà più complessa. Negli anni l’impresa si è gemmata in più società: capofila è diventata la Seamed srl, da cui dipendono anche la Seamar (che si occupa in particolare di spedizioni industriali) e la Seaport che svolge attività di disinquinamento ed imbarchi-sbarchi nei porti di Sant’Antioco e Portovesme. Per la Josto, che opera principalmente a Cagliari e Sarroch, la sister company più Roberto e Gianni Biggio (Josto Shipping) importante è la Seamar: “Sono società complementari fra loro, le considero come se costituissero un’unica agenzia” dice Roberto Biggio. Josto srl e Seamar, in sinergia, offrono un’ampia gamma di servizi: trasporti, magazzinaggio e distribuzione merci; organizzazione e gestione dei servizi portuali e doganali, movimentazione attrezzature e materiali pesanti, trasporto gommato ed intermodale; traffico ro-ro con i porti di Livorno, Genova e Civitavecchia. Le due società contano su 15 dipendenti per un fatturato annuo che fra il 2008 e 2010 si è aggirato intorno ai 3,5 milioni di euro. “Parte del fatturato dipende dall’andamento del polo industriale di Portovesme, punto nevralgico per le nostre attività. E la crisi che ha colpito l’industria in Sardegna si è fatta sentire. Il traffico merci è enormemente diminuito” sottolinea Roberto Biggio, che elenca comunque una serie di dati interessanti sui flussi commerciali degli ultimi tre anni: 150 navi all’anno per un totale di 2 milioni di tonnellate di merci trasportate; 25mila tonnellate all’anno movimentate con i trasporti gommati da e per la Sardegna; 250 operazioni annue di import-export. La clientela è variegata: si va dalle multinazionali all’industria, dalle piccole e medie imprese ai privati, a livello nazionale ed internazionale. I servizi prestati coinvolgono Norvegia, Russia, Stati Uniti, Canada, Giappone, Cina, Australia. “I nostri clienti ci considerano un’agenzia piuttosto affidabile e, vista anche la crisi del mercato, cerchiamo di garantire alta professionalità a tariffe competitive”. Le difficoltà non mancano. “Le infrastrutture sono insufficienti, nei porti di Sant’Antioco e Portovesme esiste un problema di dragaggio e ci stiamo battendo affinché venga aumentata la profondità dei fondali per consentire l’approdo di navi con un maggiore tonnellaggio” afferma Biggio, mentre il padre Gianni rincara: “In Sardegna sta diventando difficile attrarre gli investimenti, soprattutto da parte degli operatori internazionali. Attualmente l’andamento del mercato è drammatico”. Ad aggravare il quadro, la disputa giudiziaria che contrappone il Cacip (il Consorzio industriale della Provincia di Cagliari) ed un gruppo di imprenditori alla Capitaneria di Porto sulle delimitazioni delle aree demaniali (S2S n. 10/2011). In gioco c’è la proprietà di oltre 300 ettari di terreno espropriati a suo tempo nella zona del Porto Canale. Secondo l’Avvocatura dello Stato, a causa di vizi procedurali il Cacip non si sarebbe mai costituito e dunque gli atti posti in essere dal 2008 in poi sono stati valutati nulli. “È una vicenda veramente disgustosa - commenta Gianni Biggio - ci auguriamo che i tribunali possano rimettere presto le cose a posto e, soprattutto, di salvarci come impresa. Certo è che questo contenzioso non giova al futuro del porto di Cagliari e degli operatori che ci lavorano”. Prospettive di sviluppo? “Qualche opportunità in più può nascere dai servizi per il crocierismo” conclude il leader dell’azienda. “Bisogna posizionarsi in modo nuovo, investendo proprio nel settore turistico portuale”. Massimiliano Messina (Chartabianca) www.ship2shore.it 17 LOGISTICA Lunedì 25 Aprile 2011 Vanno forte i primi logistici targati Medio-Oriente Beat Simon, CEO Europe di Agility, illustra le prerogative della multinazionale che ha origine in Kuwait Tafuro (Agility Italia): “Il nostro Paese è e rimarrà uno dei nostri più importanti mercati in Europa per il trasporto aereo e marittimo” Generati 4,2 miliardi di dollari a livello globale dalla sola Divisione Global Integrated Logistics mondiale, di cui 1,605 in Europa; oltre 140 filiali e 3mila dipendenti in 26 Paesi con particolare presenza in quelli emergenti come Oman, Qatar, Kenya, Turkmenistan. Ma anche un forte presidio, in ordine decrescente, a livello europeo, in Germania, Regno Unito, Svizzera, Spagna e Italia. Questi i numeri di Agility, operatore logistico nato nel 2006 dalla fusione per aggregazione di 40 compagnie acquisite “le migliori aziende nei vari settori e nelle varie località del mondo, per presenza sui mercati e specializzazione”, spiega Beat Simon, CEO Europe di Agility. “Ad esempio fra queste aziende ci sono LEP, Crowe Natural, Lassen e Geologistics, fra le più importanti compagnie nel freight forwarding; Transoceanic, fra i leader negli industrial projects; e Translink in ambito Fair & Events.” Agility affonda le proprie radici nei mercati in crescita, gestisce efficienti catene di fornitura in alcuni dei contesti mondiali più impegnativi, offrendo un supporto personalizzato senza pari, un’impronta globale e risorse su misura nei paesi avanzati così come nelle economie emergenti. Il Gruppo è uno dei leader mondiali nella fornitura di logistica integrata, con entrate annue di quasi 6 miliardi di dollari ed oltre 25mila dipendenti in 550 uffici di 100 paesi. Ma la sua maggior peculiarità è quella di essere la prima, fra i più importanti operatori logistici mondiali, ad avere origini dall’area medio-orientale, ossia dal Beat Simon Kuwait, dove è posizionato il global headoffice. Il Gruppo, che è quotato alle borse di Kuwait City e Dubai, è controllato al 25% da Kuwait National Real Estate Co. ed al 15% da Kuwait Pension Fund, ma il restante pacchetto è in mano a 20.000 azionisti privati basati principalmente nella Regione Middle-East. E il gruppo non è solo logistica, anche se questa è la branca preponderante, ma anche real estate, infrastrutture, produzioni defence & government. Nel settore della logistica, Agility globalmente è attiva in tutti i settori: air, sea, land – “più o meno allo stesso livello di turnover” conferma Simon - logistica integrata (3PL), fairs & events, industrial projects (oil & gas, impianti e movimentazioni industriali), magazzinaggio, pick & pack e distribuzione, ed ha un portafoglio ordini che per il 75-80% è composto di small and medium sized customer e per il restante di grandi aziende. Fra queste Nokia, ABB, Sanofi Aventis, Grupo Modelo (Corona beer). Tutto il gruppo opera con un unico sistema IT, sviluppato e gestito a livello interno, sia per quanto riguarda il controllo operativo che quello finanziario, che copre il 90% del network globale. “In particolare - dice Simon - il nostro sistema Track & Trace è accessibile 24 ore su 24 da parte dei clienti, che possono avere un’informazione personalizzata sullo stato dei loro ordini, dati e documenti di trasporto; le informazioni del sistema si aggiornano ogni 15 minuti consentendo ricerche personalizzate.” “Agility Italia – interviene Domenico Tafuro CEO Italia - riflette la situazione del mercato locale, dove su 4,2 milioni di aziende il 98% sono PMI. I nostri settori principali sono l’automotive, electric & electronics, retail, oil & gas, pharmaceutic & chemicals (grazie ai nostri impianti di Milano e Verona) che per quest’ultima commodity a metà 2010 hanno ricevuto la certificazione SQAS (Safety & Quality Assessment System) basata sugli standard CEFIC europei. Mentre sempre nel 2010 Agility Italia ha ottenuto la certificazione AEOF (Authorized Economic Operator – Full) che attesta gli elevati standard doganali e di sicurezza.” “L’Italia - continua Tafuro - è e rimarrà uno dei nostri più importanti mercati in Domenico Tafuro Europa per il trasporto aereo e marittimo. Il Paese è nei top five europei in termini di import ed export e Agility ha ulteriori potenziali di crescita a breve e medio termine; la nostra organizzazione locale in questo mercato strategico gioca un ruolo chiave per le nostre attività overseas nei segmenti sea, air e anche per il network europeo con il servizio giornaliero gommato che connette le destinazioni più importanti sia direttamente sia tramite i nostri hubs. Facciamo estrema attenzione al servizio personalizzato e alla ricerca di soluzioni su misura per la nostra clientela. Per noi è di fondamentale importanza che questa cultura sia compresa da tutti i nostri dipendenti, collaboratori e fornitori.” Nel 2009 Agility è stata, come gli altri operatori, colpita dalla recessione globale ma grazie un attento programma di controllo dei costi e una costante revisione dei processi, la società è stata in grado di fronteggiare l’annus horribilis e di ridurne l’impatto sui risultati e sull’attività. “Nel 2010 Agility Italy ha registrato una crescita di fatturato a due cifre con buoni risultati operativi sia nelle attività più specializzate sia nelle linee standard di prodotto come il trasporto aereo e marittimo” conclude il manager tricolore. Simon spiega come Agility da tempo abbia messo in atto “una core carrier policy di collaborazione con i principali operatori air e sea, a livello global e regions, e nel contempo teniamo gli occhi aperti sul mercato vettoriale. Facciamo il possibile segue a pag.18 www.ship2shore.it 18 FORNITORI Un tappezziere brianzolo a Miami L’interior designer Caredi apre una filiale in Florida Caredi, società con sede a Desio (Monza e Brianza) specializzata nella tappezzeria per navi da crociera, traghetti e superyachts, ha aperto una filiale a Miami. Il nuovo presidio dovrebbe (condizionale d’obbligo perché la società non ha voluto approfondire la notizia) avere funzioni passando alla fornitura di hotel di lusso a partire dalla metà degli anni Sessanta. La prima commessa in ambito shipping arrivò a metà degli anni Ottanta, a margine del completo refurbishment della Eugenio Costa commissionato dalla genovese Costa Crociere (ancora oggi fra i clienti di Caredi), cui fece seguito segue da pag.17 per stabilire partnership a lungo termine con quegli operatori che possono soddisfare le aspettative dei nostri clienti in termini sia di efficienza di servizio sia di costi. In tutti i Paesi, Italia compresa, abbiamo un numero qualificato di trazionisti, società con determinate caratteristiche e livelli qualitativi di servizio e che si adattano al nostro KPI (Key Performance Indicator). Lo stesso avviene per le attività di handling nei nostri magazzini ed impianti.” Il Gruppo ha per il momento completato il programma di acquisizioni e sinergie. “Nel 2010 abbiamo acquisito il Gruppo Itatrans, uno dei dieci maggiori logistic providers in Brasile, ma come sempre continueremo a guardarci intorno per cogliere eventuali opportunità strategiche, anche se ora, quale priorità, puntiamo ad una crescita organica all’interno del network mondiale. La business strategy è focalizzata su mercati emergenti; non solo quelli del BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) ma anche mercati africani dove gli altri non vanno (Sudan, Kenia etc) e che hanno un forte potenziale di crescita. Ed anche su Paesi con forte sviluppo e potenziale come, per quanto riguarda il settore Oil&gas, il Turkmenistan o più in generale i Paesi – Stans dell’area ex-Urss.” Antonio O.Ciampi più che altro di showroom, essendo stata aperta nel cosiddetto Design District della città della Florida. Caredi, che è specializzata nel disegno e nella produzione non seriale di arredi per cabine ed aree pubbliche (tende, copriletti, poltrone, sedie, sofà, seggiolini, sedili e tappezzerie murali), fu fondata circa sessant’anni fa a Milano da Palmiro Bertoli ed è oggi guidata dal figlio Marco e dalla moglie di quest’ultimo Alessandra Cavagna. Inizialmente l’azienda si occupava dell’arredo delle case della Milano bene, l’ordine per le forniture del Majestic di Grandi Navi Veloci. Oggi fra i clienti di Caredi, il cui team di architetti navali opera disegnando i prodotti con sistemi informatici CADCAM e mantenendo un continuo feedback con il reparto produttivo, figurano anche Oceania, Seabourn e MSC, mentre le ultime navi curate sono state Costa Deliziosa, Seabourn Odyssey, MSC Magnifica e Marina (Oceania Cruises). A.M. Lunedì 25 Aprile 2011 Oltre 40 anni di esperienza in due alla gloriosa Danzas Laurea alla Harvard Business School, scuola superiore di gestione presso la Universidad de la Sabana in Colombia, in possesso di un diploma della Scuola di Basilea di Commercio, Beat Simon è CEO di Agility Europa, presidente della GIL Global Integrated Logistics Europa e risiede nel quartier generale di Agility Europe a Basilea, Svizzera. Prima di entrare in questa società nel 2006, è stato CEO di Panalpina per l’America Latina e, in precedenza, CFO di Panalpina Americhe dalla sede di Miami, Stati Uniti nonché Senior Vice President, Corporate Affairs America Latina, da Basilea. Simon ha iniziato la carriera con Danzas (dove ha passato 17 anni) in cui, negli ultimi sette anni, ha condotto le filiali nelle Americhe, come amministratore delegato in diversi paesi. Domenico Tafuro, amministratore delegato di Agility Italia - allo stesso tempo ricopre la posizione di direttore del Regional Air Freight - ha iniziato lacarriera nel 1973 nella società di trasporti aerei Rankin Kuhn. È poi diventato Sales Officer presso una compagnia aerea globale prima di passare a un ruolo simile alla svizzera Danzas nel 1979, presso cui in 24 anni di attività, ha ricoperto incarichi direttivi diversi tra cui quelli di Sales Manager, National Key Market Manager, Director Airfreight. www.ship2shore.it 19 TERMINAL OPERATOR Lunedì 25 Aprile 2011 Palma & C. hanno ancora F.A.M.E. di olii La Depositi Costieri Savona aggiunge nuovi traffici specializzati, aumenta il business, continua ad investire e porta in dote merci nuove allo scalo savonese Savona - Si è fatta largo piano piano, senza sgomitare, prendendo possesso (in concessione) di 4 mila metri quadrati nell’area del Molo delle Casse, compresa la ‘piccionaia’, il capannone di un migliaio di metri quadri che separava l’Italsider dal porto. Su quella fascia lunga e stretta, di fronte alla zona operativa 33, Depositi Costieri di Savona Spa ha cominciato nel 2005 a sistemare i primi silos. E non si è più fermata. Oggi il conto è arrivato a 29, rigorosamente in acciaio inox, con una capacità di stoccaggio che supera i 22 mila metri cubi. Dentro ci si può mettere tutto quello che è sotto forma liquida, dal vino all’olio d’oliva, anche se poi è il mercato a decidere cosa finisce nei silos. “E ora – spiega Paolo Palma, imperiese nato sotto gli ulivi – è il momento degli oli vegetali concreti, olio di palma, palmisto, di cocco, per uso industriale o alimentare, ma soprattutto esteri metilici da oli vegetali (in sigla: F.A.M.E.) da usare come additivi per carburanti diesel.”. Il momento magico, in effetti, dura dall’inizio dell’attività, con percentuali di crescita sempre a due cifre e qualche volta a tre, anche se i numeri non sono mai Paolo Palma stati enormi. Però lo scorso anno i traffici sono arrivati a 240 mila tonnellate, 22,5% in più sul 2009, e nei primi tre mesi del 2011 le statistiche hanno già toccato quota 120 mila, con 20 navi arrivate ed una, la prima, all’imbarco, diretta in Francia, a Fos. “Il segreto è riuscire a far girare più velocemente possibile la merce nei silos” dice Palma. Vale a dire che i problemi nascono quando l’olio resta a lungo nei depositi senza essere ritirato. “In media i silos portuali girano 6/7 volte all’anno – aggiunge – noi arriviamo comodamente a 10”. Capitale sociale 1 milione 150 mila euro, una decina di soci, tra cui il Campostano Group (Ettore Campostano è presidente), ma con quota di controllo (53%) e direzione operativa detenuta dall’imprenditore imperiese, Depositi Costieri di Savona ha investito sul terminal 5 milioni di euro, di cui 1,5 fa parte della Fase Due, avviata nell’aprile dello scorso anno e che ha portato all’insediamento di due nuovi grandi silos (1.100 metri cubi ciascuno), alla ristrutturazione di altri 3 da 900 mc ed alla costruzione di una palazzina su due piani dove trovano posto gli uffici amministrativi, i locali per il laboratorio chimico e la nuovissima potente caldaia che serve a tenere in riscaldamento l’olio che sotto i 12 gradi inizierebbe a solidificarsi. Nel milione e mezzo dell’ultima tranche di lavori è compreso anche l’investimento per realizzare una condotta ed i relativi attacchi tra i depositi ed il retrostante fascio ferroviario. “Da maggio – dice Paolo Palma – faremo due treni al mese per la Germania”. Un’altra condotta, che per la breve distanza non ha richiesto l’installazione di impianti di pompaggio, collega direttamente i depositi con la zona 33 della Darsena Alti Fondali, utilizzata, assieme alla banchina di zona 34, per ricevere le navi, in prevalenza provenienti da Nord Africa, Singapore, Indonesia, ma anche Argentina. Con questi nuovi impianti, Savona si è specializzata ulteriormente nei traffici di prodotti alimentari, un tempo ignorati da un porto che operava soprattutto con rinfuse liquide e solide, cellulosa, auto ed acciai. Oggi è invece all’avanguardia in settori ad alto valore aggiunto, quali frutta climatizzata, caffè, prodotti coloniali, carne, cereali, riso, ora anche olio e un po’ di vino. “Avevamo cominciato con l’obiettivo di movimentare 50 mila tonnellate all’anno di vino ed olio d’oliva – ricorda l’amministratore delegato – ma nel tempo ci siamo trovati di fronte ad un mercato mezzo disastrato. Oggi il business si è spostato sugli oli vegetali per uso industriale ed energetico, ma la quantità di silos a disposizione ci rende molto flessibili ed in grado di rispondere prontamente a qualsiasi mutamento di mercato. Le cifre di traffico ci stanno dando ragione, ma dobbiamo sempre tenere alta la guardia e drizzare le antenne”. E, soprattutto, dobbiamo restare tranquilli, con i piedi per terra. Anche se, alla luce dei primi mesi, c’è già chi prevede per il bilancio di fine anno un nuovo exploit: 300–330 mila tonnellate, un 40% in più sul 2010. E il porto comincia a guardare con più interesse a questa società che pure si muove in punta di piedi, attenta a non disturbare. Sergio Del Santo www.ship2shore.it 20 INTERPORTI La (pacifica) guerra dell’hinterland logistico Cresce l’offerta di aree retroportuali nel nord-ovest al servizio degli scali del Tirreno Una certa ripresa dei traffici nei porti italiani – in parte effettiva, in parte auspicata – sta risvegliando l’attenzione di molti gestori di terminali merci della pianura Padana ed anche di amministratori e politici. In particolare per quel che riguarda il approfittare di questa circostanza, si stanno proponendo per accogliere le attività di retroporto, soprattutto con l’obiettivo di attirare anche le redditizie attività logistiche di complemento, ad alto valore aggiunto, con le importanti ricadute economiche ed occupazionali per sistema portuale ligure (Genova, La Spezia e Savona), ovvero l’estremità sud del Corridoio intermodale TEN 24 detto “dei due mari”, l’ostacolo geografico della ristrettezza delle aree di banchina, non risolvibile neppure con la costruzione delle nuove piattaforme sottratte al mare, obbliga a far fronte ai nuovi e maggiori volumi di traffico predisponendo collegamenti a navetta con aree di retroporto situate in pianura per il continuo e veloce sgombero delle aree portuali. Sono molti i soggetti che ormai, per le Province e Regioni che le ospiteranno. Vediamo qualche esempio. Poche settimane fa in un convegno dell’Unione Industriali ad Alba, il Sottosegretario Giachino ha detto quanto sia importante per il Piemonte e la Provincia di Cuneo strutturarsi come retroporto del porto di Savona, con un grande centro logistico in grado di ricevere la merce dal porto, lavorarla e distribuirla. Il 1° aprile al meeting di Mortara (S2S n. 14/2011), cui è intervenuto lo stesso Giachino, si è parlato del progetto pilota transnazionale di connessione dei porti liguri (Spezia-Genova-Savona) con la Germania utilizzando l’interporto di Mortara come gateway. Progetto che sembra operativamente piuttosto avanzato, visto che ci sono già state visite dei tedeschi ai porti in novembre, dei lombardi a Stoccarda in marzo, un primo collegamento ferroviario da Savona già pronto a partire da collegare a quello esistente di Shuttlewise verso Rotterdam, e la preparazione di un protocollo di intesa per integrare in questo programma anche il porto di La Spezia. Ma altri stanno già lavorando, come il Terminal di Rivalta Scrivia, che sta concludendo il raddoppio dello scalo intermodale e degli spazi coperti, e che già funziona come banchina arretrata per il VTE di Genova-Voltri anche con accordi per l’effettuazione sul sito delle pratiche doganali; e ancora Melzo, che con i treni di Contship su Genova e La Spezia e quelli di ERS Railways verso il Nord Europa si propone per svolgere un ruolo analogo nel rilancio verso nord. E non finisce qui. Le Provincie di Piacenza e di Cremona si sono accordate per favorire lo sviluppo di relazioni con il porto di Genova e persino a Vercelli c’è chi pensa ad offrire spazi di alleggerimento ai porti. In questo fervore di iniziative, sembra che solo le strutture che sono già operativamente consolidate come Rivalta o Melzo potranno giocare un ruolo di reale partnership con i porti, non solo per il fatto di “esserci già”, ma soprattutto per i rapporti gestionali ed economici già costituiti con le Autorità Portuali e per la presenza sul territorio ormai acquisita rispetto al tessuto sociale, aspetto questo che spesso oggi è di ostacolo all’avvio di segue a pag.21 Lunedì 25 Aprile 2011 www.ship2shore.it 21 segue da pag.20 nuove strutture logistiche. Anche Mortara, se pur in fase di sviluppo, può contare sugli stessi vantaggi che possono dare concretezza ai suoi programmi, anche se probabilmente si tratterà di traffici più specializzati. La situazione, almeno in una fase iniziale, potrebbe articolarsi con Rivalta Scrivia come vero retroporto di Genova, banchina a tutti gli effetti per il traffico oceanico diretto in Italia, Melzo e Mortara come impianti gateway fra i porti del nord Tirreno e la fascia a nord delle Alpi, mentre gli altri impianti potranno forse ricoprire ruoli marginali, o specializzati su determinate merci (come Mondovì nel Cuneese per il traffico su Savona legato all’industria del vetro). In ogni caso si deve tenere conto del fatto che saranno i Porti più di ogni altro determinanti nella scelta delle strutture cui appoggiare il loro sviluppo, soprattutto perché la copertura dei costi di navettamento dovrà essere considerata una sorta di costo-sostitutivo rispetto all’impossibile costruzione di nuove aree all’interno dei porti. Ma lo stesso Piano Nazionale della Logistica riconosce il Nord-Ovest come una unica piattaforma logistica, e quindi lo sviluppo delle infrastrutture per accogliere con efficienza i nuovi possibili flussi di merce dovrà nascere da una programmazione interregionale coordinata che tenga conto delle diverse realtà sparse sul territorio, delle loro caratteristiche specifiche e dei rispettivi bacini di utenza. Il fallimento dei progetti di megainterporti centralizzati come Lacchiarella presso Milano, e la sorte simile che potrà toccare al progetto su Alessandria - buono sulla carta, anche per la vocazione storica del luogo a tale ruolo, ma arrivato troppo tardi - indicano che la strada da seguire è questa. Fulvio Quattroccolo Lunedì 25 Aprile 2011 Un’Authority dei trasporti sull’asse Genova-Torino? Sullo sfondo degli orientamenti maturati a livello istituzionale in riferimento al delicato tema del trasporto ferroviario si è vivacizzata l’iniziativa di Confindustria Liguria e Piemonte. Nella sede torinese dell’associazione confederale, un importante vertice ha visto protagonisti rilevanti Autorità politiche, chiamate da tempo a pronunciarsi sulla questione della Bartolomeo Giachino e Mario Lovelli creazione di un’Authority dei trasporti, per la cui sede sarebbero candidate le città di Torino e Genova. “Ricordiamo che la Commissione europea aveva aperto una procedura di infrazione (2008/2097) con riferimento alla disciplina del settore ferroviario, in particolare al tema dell’indipendenza del soggetto regolatore da ogni impresa ferroviaria” sottolinea l’Avv. Greta Demartini (Studio Conte & Giacomini di Genova). Alla proposta del Presidente dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, Antonio Catricalà, di istituire in una di queste sedi una sezione distaccata dell’Autorità romana, competente in via transitoria a definire la disciplina dei servizi e l’uso delle infrastrutture di trasporto, ha fatto seguito un ampio dibattito tra gli esponenti delle diverse forze politiche, volto a delineare una soluzione legislativa e concreta al tema. Protagonisti dell’incontro, diretto dalla Presidente di Confindustria Piemonte Mariella Enoc, sono stati - oltre a Catricalà - l’On. Lovelli, promotore del Ddl n. 1057 sull’ “Istituzione dell’Autorità per i servizi e l’uso delle infrastrutture di trasporto” presentato alla Camera dei deputati il 15 maggio 2008 (XV legislatura) e della recente proposta di legge su temi analoghi del 9 marzo 2011, seguito dal Sen. Lusi anch’egli fautore dell’istituzione di un’Authority (Ddl n. 1472 presentato il 20.03.2009). Per Genova hanno partecipato il Sindaco Marta Vincenzi, il Sen. Enrico Musso accompagnato dai legali Avv. Giuseppe Giacomini e Greta Demartini (Studio Conte & Giacomini), la Sen. Roberta Pinotti, il Presidente dell’Autorità portuale Luigi Merlo nonché il presidente provinciale degli industriali Giovanni Calvini e quello regionale Sandro Cepollina. Sul fronte torinese erano presenti i due candidati sindaco Piero Fassino (Pd) e Michele Coppola (Pdl), il senatore Valter Zanetta e l’assessore ai Trasporti regionale Barbara Bonino. L’incontro si è chiuso con l’annuncio del Sen. Lusi sulla proposta di un emendamento al decreto omnibus per rilanciare, attraverso il recupero di un vecchio disegno di legge, l’Autorità dei Trasporti. A Voghera conclave sul sistema ferroviario promosso da CFI-Multicon e Ansaldo Breda Si è tenuto a Voghera (Pavia) il ‘convegno nazionale sul sistema dei trasporti su rotaia’ promosso da Ansaldo Breda (Finmeccanica), in collaborazione con Trenitalia (Ferrovie dello Stato) e CFI Consorzio Ferroviario Italiano (Multicon), con il patrocinio della Regione Lombardia, che ha visto - tra gli altri - la partecipazione di Giuseppe Biesuz (Ferrovie Nord Milano), Raffaele Cattaneo (Assessore Infrastrutture Mobilità Regione Lombardia), Ernesto Di Silverio (Geodis Wilson), Ivan Drogo (CFI-Multicon), Sottosegretario Bartolomeo Giachino, Paolo Gianotti (Rail Tuv), Vincenzo Soprano (Trenitalia), Andrea Vivi (Tuv), Marco Zanichelli (Trenitalia). www.ship2shore.it 22 FORNITORI Commesse, partnership e scioperi per Wärtsila Nuovi contratti e risultati di bilancio positivi segnano un buon inizio di 2011 per la multinazionale finlandese, ma è la situazione sempre tesa in Italia a preoccupare i sindacati Settimana intensa per Wärtsilä, fra partnership, nuove commesse, risultati trimestrali e problematiche occupazionali. Il branch marine della multinazionale finlandese (che si occupa anche di impianti energetici terrestri) ha annunciato, insieme al partner anch’esso finnico Deltamarin, di ricorrere a progetti personalizzati e costosi, l’idea alla base di IMC è stata quella di ‘modularizzare’ il design, in modo da standardizzare le singole parti di un progetto (realizzazione, sistemi propulsivi, impiantistica, sistemi di bordo, etc.) e lasciare così aperta la possibilità di aver completato la progettazione congiunta, iniziata in ottobre, di un nuovo modello di traghetti, denominato IMC (Integrated Modular Customised). Il progetto è, secondo le due società, particolarmente innovativo: partendo dalla considerazione che il settore ferry è assai dispendioso per gli armatori, non solo in ragione delle particolarità di gestione (stagionalità, restrizioni normative, etc.), ma anche e soprattutto perché è quasi impossibile standardizzare la produzione di navi, con la conseguente esigenza di personalizzazione alle esigenze del committente. Fra le varie opportunità IMC contempla anche l’alimentazione a LNG. Qualche giorno dopo Wärtsilä ha chiuso con il gruppo crocieristico americano Royal Caribbean Cruises un contratto di manutenzione e supporto della durata di cinque anni, riguardante 29 delle 40 navi di RCCL, appartenenti ai marchi Royal Caribbean International, Celebrity Cruises ed Azamara Club Cruises. L’intesa include una serie di attività, tra cui l’ottimizzazione della logistica delle parti di ricambio, lo sviluppo ed il collaudo delle componenti dei motori, l’ottimizzazione del consumo di combustibile e lo sviluppo e l’implementazione di futuri sistemi di controllo dei motori in remoto e riguarda complessivamente 118 motori Wärtsilä per una potenza complessiva dei sistemi di propulsione pari a circa 1.400 MW. Prevista anche la possibilità di estendere il contratto ad altre navi. Da segnalare poi la vittoria nella gara bandita da Dockwise per la fornitura del sistema propulsivo della nuova nave ordinata dalla compagnia olandese ai cantieri coreani Hyundai Heavy Industries (ordine da 240 milioni di dollari), destinata a diventare con i suoi 270 metri di lunghezza, quando sarà consegnata nel 2012, la più grande nave heavy lift autoaffondante del mondo. Positivi anche i risultati del primo trimestre 2011, con un utile ante-imposte di 107 milioni di euro (contro i 49 dello scorso esercizio), anche se l’orderbook di Wärtsilä riguardante il settore marittimo è sceso da 2,2 a 1,7 miliardi di euro rispetto ad un anno fa. Note dolenti invece per quanto concerne l’Italia. A seguito delle razionalizzazioni annunciate alcune settimane fa (S2S n.13/2011), varie sigle sindacali (FIM, FIOM e UILM e il Coordinamento Nazionale di Wärtsilä) hanno proclamato una serie di scioperi dei lavoratori dell’azienda, valutando negativamente il silenzio dell’azienda stessa alla richiesta di modificare sostanzialmente il piano di riorganizzazione e ricordando che l’atto unilaterale di apertura della procedura di cassa integrazione straordinaria ha determinato la convocazione delle parti da parte del ministero del Lavoro per il prossimo 3 maggio. A.M. Lunedì 25 Aprile 2011 www.ship2shore.it 23 FORNITORI Lunedì 25 Aprile 2011 Tentori Enzo: dalle sponde del Lago di Lecco l’automazione ‘doc’ L’azienda di Valmadrera, specializzata in elettromeccanica industriale, da più di quarant’anni realizza sofisticati sistemi per terminal operatoe e produttori di gru portuali Valmadrera (Lecco) - La società Tentori Enzo di Valmadrera (Lecco), specializzata nella realizzazione di sistemi di automazione, si può certamente annoverare tra i pionieri del suo settore. “L’azienda venne fondata da mio padre Enzo nel 1965 – spiega Pietro Tentori, attuale titolare insieme ad Alessandra Redaelli – per fornire sistemi di automazione di macchine industriali, che in quegli anni di boom economico stavano registrando un grande sviluppo”. Tentori decide fin da subito di specializzarsi nei macchinari per il sollevamento e negli impianti galvanici, “lasciando invece ad un suo concorrente, ma anche caro amico, il mercato relativo alle presse industriali, in forza ad una sorta di gentleman agreement non scritto”. Inizialmente l’azienda si focalizza sui sistemi dedicati alle gru per l’edilizia, ma ben presto decide di ampliare il suo raggio d’azione alle macchine portuali, per acciaieria, cementifici, cantieri navali, e, “in un secondo momento, anche ai sistemi di movimentazione interna per i magazzini ed i siti di stoccaggio”. In quali fasi si articola l’attività di Tentori Pietro Tentori nell’officina della sua azienda Enzo? “Innanzitutto effettuiamo l’analisi del sistema, seguita dalla progettazione e realizzazione delle componenti elettromeccaniche (apparecchiature elettriche per macchine ed impianti di movimentazione), dell’hardware e del software (sistemi di gestione automatica e supervisione degli impianti). Terminata la fase realizzativa procediamo, con nostre squadre di tecnici, all’installazione del sistema e al training del personale. Garantiamo poi ai nostri clienti assistenza post-vendita sia on site sia in remoto”. Per quanto riguarda il comparto software, Tentori ha sviluppato un proprio sistema di supervisione informatica dedicato ai mezzi di sollevamento, denominato TMS (Tentori Management System). Il programma opera in ambiente Windows, consentendo quindi massima compatibilità e facilità di utilizzo, ed è adattabile alla gestione di tutte le tipologie di gru e mezzi per il sollevamento. Le principali funzioni del TMS sono: configurazione dinamica degli apparecchi, monitoraggio, raccolta e gestione dati, diagnostica, teleassistenza ed integrazione con gli altri sistemi di gestione aziendale. Quanto ‘pesano’, sul totale del volume d’affari dell’azienda, le attività legate al settore marittimo? “Nel 2009, a fronte di un fatturato complessivo di circa 8 milioni di euro, il comparto portuale ha generato ricavi per 1,3 milioni, pari al 20% del totale. Per il 2010 non abbiamo ancora dati di fatturato ufficiali, ma il settore marittimo è cresciuto sia in termini assoluti, arrivando a 2,2 milioni, sia percentuali, costituendo circa il 30% del totale. È un risultato per noi molto positivo: lo scorso anno infatti le Una delle gru a cavalletto di Fincantieri a Monfalcone vendite negli altri settori hanno subito una contrazione, che però è stata compensata dalla crescita del comparto marittimo, il cui ‘peso specifico’ aumenterà notevolmente anche nel 2011”. Per Tentori “questo è il vantaggio della diversificazione: un mercato compensa l’altro. Per le aziende mono-settore, ed ancor di più per quelle mono- cliente, affrontare gli effetti della crisi è sicuramente più difficile”. A Valmadrera, a poche centinaia di metri dalle rive del Lago di Lecco, la Tentori Enzo dispone di 2.200 metri quadrati di superficie su cui sorgono l’officina, il laboratorio, i magazzini per i materiali segue a pag.24 www.ship2shore.it 24 ASSOCIAZIONI segue da pag.23 e gli uffici amministrativi. I dipendenti sono in tutto 36, “la maggior parte dei quali, com’è ovvio vista la nostra elevata specializzazione, costituita da tecnici. Ci sono poi sette persone che si occupano esclusivamente dell’assistenza postvendita”. Quali sono i vostri principali clienti? “Tra i produttori di gru e mezzi portuali i nostri clienti principali sono O.M.G., Ing. Candotti, CT Crane-Ceretti&Tanfani, Techint, Fantuzzi Reggiane e De Nicola, solo per citarne alcuni. Per quanto riguarda invece i terminalisti, lavoriamo molto con SECH (dove attualmente è in atto il revamping di 4 delle 5 gru del terminal) e VTE a Genova, e VECON a Venezia, ma siamo intervenuti con nostre soluzioni in quasi tutti i principali porti italiani”. Tra i porti esteri, invece, Tentori ha lavorato a Barcellona, Valencia, Istanbul, Casablanca, Tartous in Siria, Langosteria in Spagna, nello Yemen ed in Iran, mentre sul fronte dei cantieri navali è consolidata ormai da molti anni la collaborazione con Fincantieri. “In altri settori lavoriamo invece con Gruppo Riva Acciai – ILVA, Tenaris, Acc. di Rubiera e Acc. Venete per le acciaierie, con Italcementi, Cementi Rossi tra gli altri per quanto riguarda i cementifici e con costruttori di macchine di sollevamento quali Danieli, Bonfanti-Italgru, Anselmi, Michielotto, ETS, Almici”. Qualche intervento recente particolarmente significativo? “Per conto di Fincantieri, nello stabilimento di Riva Trigoso, abbiamo progettato ed installato un sistema di monitoraggio e raccolta dei dati di consumo energetico del cantiere. L’azienda aveva necessità di rilevare ed ottimizzare i consumi elevati. Siamo quindi intervenuti installando una rete di fibre ottiche e di PLC remotati, al fine di rilevare i dati dalle varie stazioni di distribuzione dell’elettricità e del gas, per poi ‘raccoglierli’ ed elaborarli su un Lunedì 25 Aprile 2011 server. Abbiamo poi progettato e creato in loco un sistema client-server ed installato su alcuni PC dell’azienda un software per l’acquisizione, storicizzazione ed analisi statistica di consumi ed allarmi, procedendo infine al training del personale ed all’assistenza post-vendita, sia on-site sia in remoto”. A Marghera invece, sempre per Fincantieri, Tentori ha progettato ed installato un sistema hardware e software di anti-collisione su due gru a braccio dello stabilimento: “Si tratta di una soluzione innovativa, perché oltre all’ingombro ed al movimento del portale, tiene conto anche della rotazione del braccio e della sua altezza (sbraccio)”. “Altri interessanti lavori – conclude quindi Pietro Tentori – sono i sistemi wireless installati per raccogliere dati dalle macchine quali allarmi, manutenzioni, e dati di produzione. Applicazioni si trovano ad esempio all’interporto di Cemat - Verona e nello stabilimento ILVA di Taranto, oppure sulle gru a cavalletto di Fincantieri – Monfalcone a seguito del revamping elettrico completo (apparecchiature, bordo macchina, cabine operatore, sensoristica) da noi eseguito”. Francesco Bottino Fulvio Luise eletto per acclamazione L’agente partenopeo nuovo Presidente di Federagenti Yacht 2011-2013 “Il turismo nautico di lusso è un’opportunità economica per il sistema Italia. La ricaduta lungo le coste del nostro paese genera un indotto di grande rilevanza per le più svariate risorse produttive. Gli agenti marittimi sono il catalizzatore più importante per far incontrare la domanda generata appunto dal turismo nautico di lusso con l’eccellenza dell’offerta dei nostri territori” ha affermato l’agente marittimo napoletano Fulvio Luise, nuovo Presidente di Federagenti Yacht per il biennio 2011-201, subito dopo la sua elezione, avvenuta per acclamazione. “Federagenti Yacht si impegnerà in un’attività istituzionale per la soluzione delle problematiche relative all’attuale impianto normativo di riferimento che appare non adeguato alla rapida crescita del mercato. Puntiamo ad un tavolo tecnico con Autorità ed Istituzioni, italiane ed europee, per evidenziare problemi e proporre soluzioni alle tematiche che preoccupano maggiormente gli operatori italiani spesso penalizzati rispetto a quelli di altri paesi europei. Federagenti Yacht continuerà l’attività di monitoraggio, valutazione e studio di questo mercato, così come ha fatto negli ultimi due anni”. Accanto al nuovo presidente sono stati eletti nel Consiglio Direttivo: Giovanni Gasparini (Toscana), Caterina Oliviero (Veneto), Giovanni Pietro Puglisi (Catania), Alessandro Sartore (Genova), Teodoro Titi (Associazione Brindisi), mentre Fabio Pesto (Presidente 2009- Fulvio Luise 2011) ha assunto la carica di Vice Presidente. La sezione Yacht di Federagenti è stata formata a fine 2005 con l’obiettivo di supportare le oltre 50 agenzie marittime che forniscono assistenza ad imbarcazioni da diporto a motore e a vela di oltre 25 metri. In Italia nel 2009 vi sono state 6.200 toccate di super yacht con permanenza media di tre giorni e ricaduta sul territorio di 200milioni di Euro; nel Mediterraneo operano 1.000 imbarcazioni di oltre 30 metri che generano 1miliardo di euro. www.ship2shore.it 25 FORNITORI Lunedì 25 Aprile 2011 ATMN, quando l’expertise paga L’officina di riparazione e manutenzione tarantina è specializzata nell’assistenza tecnica ai motori marini sulle navi impegnate in tutti i porti italiani ed esteri Dall’officina di base nel piccolo comune di Lizzano (Taranto), dove vengono effettuate lavorazioni meccaniche in genere, ai ‘pronti interventi’ nei porti italiani ed esteri di qualunque paese europeo. Le ‘squadre volanti’ di 3,4 o anche 5 addetti specializzati della A.T.M.N. Assistenza Tecnica Motori Navali non frappongono alcun ostacolo a viaggiare per raggiungere le navi ove vi sia un problema tecnico di motorizzazione, come spiega Francesca D’Ospina, contitolare – insieme al fratello maggiore Antonio, azionista di maggioranza – di questa piccola ma attiva Snc pugliese. “Nostro padre Luigi ha lavorato per anni alla Grandi Motori di Trieste; in pensionamento anticipato in base alla legge sull’amianto diede quindi gambe alle ambizioni del figlio maggiore Antonio, ex motorista su navi della Marina – che ovviamente a Taranto sono una buona clientela, ndr - costituendo nel 1996 una ditta individuale in cui nel 2000 è subentrata la sottoscritta, appena diciottenne, come socia al 30%. Ma papà, 63 anni, ancora vi lavora come direttore tecnico” spiega la bionda imprenditrice, la quale – forte dei suoi studi in economia e marketing, ha dato notevole impulso all’organizzazione, permettendo alla ditta ora di proporsi, nell’ambito del servizio svolto, quale partner affidabile per la consolidata esperienza acquisita dal suo management tecnico. “La nostra società opera nel vasto ambito della manutenzione ed assistenza tecnica dei motori navali, nell’efficiente ed efficace opera di manutenzione ordinaria e straordinaria su motori endotermici a 2 e 4 tempi e nei lavori di revisione di qualsiasi particolare dei motori (ad esempio testate cilindro, polverizzatori, pistoni, bielle, camicie, pompe combustibili, turbosoffianti di qualsiasi tipo), per un servizio attivo 24/24h e per 365 giorni all’anno. Non meno importante è il servizio svolto nei casi di avaria dei motori, riuscendo, comunque, a garantire l’idoneità del mezzo di navigazione nei tempi programmati dal cliente, in virtù, soprattutto, della disponibilità a raggiungere qualsiasi Francesca D’Ospina porto italiano o straniero ed a garantire la dovuta professionalità tecnica per la pratica ed affidabile risoluzione del caso presentatosi.” Con un organico di 8 tecnici, fatturato di circa 450mila euro, specializzazione sui motori Wartsila ma in grado di operare su tutte le marche (quali Sulzer, Man, Pielstick, MAK ecc.), A.T.M.N. vanta referenze d’autore: Ilva Servizi Marittimi, Tirrenia di Navigazione, Evergreen Group, Rimorchiatori Napoletani, Corpo Piloti del Porto di Taranto, F.lli Barretta Rimorchiatori di Brindisi, Adria Maritime di Ancona. “Attualmente siamo in trattativa con Finbeta di Savona. Come si vede, ci muoviamo in tutto il Paese; non regge il discorso di attendere che passi il cliente nel porto di Taranto come un’autovettura che cerca l’officina di riparazione più vicina. Esiste una forte concorrenza, per ogni armatore vi sono società di riferimento in tutta Italia, dunque bisogna muoversi ed andare a trovare clienti” spiega la D’Ospina. “Nella nostra officina a pochi chilometri dal porto ionico effettuiamo solo alcune lavorazioni, come rettifiche, fresatura e tornitura, e c’è il deposito dei pezzi di ricambio, ma perlopiù si lavora a bordo e senza mai guardare l’orologio (le 8 ore impiegatizie ovviamente non esistono); vantiamo personale qualificato e dunque veniamo incontro alle esigenze degli armatori, come attestato anche dalle certificazioni qualitative ricevute. La nostra società, perseguendo l’obiettivo del miglioramento continuo, attesta, nel confronto con il mercato, la volontà di gestire l’organizzazione in ossequio ai principi della qualità totale secondo la norma UNI EN ISO 9001:2008 scegliendo come ente certificatore il RINA S.p.A., che ci ha rilasciato la prima certificazione nel 2002, da allora rinnovata annualmente. Punti di forza della nostra organizzazione vanno considerati non solo la pianificazione del servizio, ma anche la capacità di saper utilizzare impianti ed attrezzature idonee ed innovative, affidare la realizzazione del servizio a personale continuamente aggiornato, cercare il dialogo di confronto con il cliente per monitorare la rispondenza della prestazione alle richieste contrattuali, disporre di un’organizzazione flessibile capace di rispondere puntualmente a esigenze non programmabili da parte dell’armatore”. Angelo Scorza S2S supporta le Aziende impegnate nel LANCIO di NUOVI PRODOTTI/SERVIZI con il seguente pacchetto promozionale: publiredazionale sul magazine settimanale (max 300 parole + 1 foto + logo + link sito aziendale) per 1 uscita maxi banner condiviso in Home Page (980 x 40 pixel) per 3 settimane, anche gif animata Per informazioni scrivere a [email protected] www.ship2shore.it 26 CROCIERE Lunedì 25 Aprile 2011 All Inclusive nel Mediterraneo per la stagione estiva 2011 Top Cruises e Pullmantur Cruises, in esclusiva sul mercato italiano, presentano le crociere da Civitavecchia a bordo della Sovereign, proponendo un’offerta imperdibile Sinergia vincente per la crescita del mercato crocieristico, quella tra Pullmantur Cruises e Top Cruises, operatore genovese partner della compagnia spagnola per l’Italia. Occasione per rilanciare la forte partnership ed annunciare le nuove crociere All Cruises. “Grazie alla storica collaborazione iniziata molti anni fa per le crociere ai Caraibi, saremo gli unici a poter offrire ai viaggiatori italiani una crociera nel Mare Nostrum a bordo di una nave a 4 stelle con l’innovativa formula ‘tutto compreso’ Francesco Paradisi Inclusive nel Mediterraneo per la prossima stagione estiva è stata la presentazione, al porto di Civitavecchia, della nave 4 stelle Sovereign. “Civitavecchia è un punto nevralgico per il settore crociere ed è il luogo ideale per lanciare le nuove crociere All Inclusive firmate Pullmantur, prodotto unico nel Mediterraneo” spiega Francesco Paradisi, Direttore Commerciale Top a prezzi assolutamente competitivi per il mercato italiano. Puntiamo ad un traffico di 3.000 passeggeri considerando la posizione strategica di Civitavecchia, che attrae un ampio bacino di utenza come Lazio, Campania e Toscana”. Fino a novembre 2011 la nave effettua crociere di 8 giorni tra Francia, Spagna e Italia, salpando da Civitavecchia per toccare Napoli, Palermo, Barcellona, Villefranche e Livorno prima del rientro. “Negli ultimi anni stiamo assistendo ad una grande crescita dei porti italiani e tra questi spicca Civitavecchia” commenta Giorgia Cappabianca, Responsabile Dipartimento Vendite Internazionali Pullmantur. “Siamo convinti che le nostre crociere, che si distinguono per un’atmosfera unica a bordo offrendo la garanzia di assistenza in italiano, ci daranno grande soddisfazione e crediamo che questo prodotto abbia tutti i plus per attrarre molti viaggiatori e rivelarsi una scelta vincente”. www.ship2shore.it 27 EVENTI Aperto il Consolato Onorario d’Italia al Pireo Una sontuosa cerimonia a bordo della Costa Pacifica ormeggiata nel porto di Atene festeggia la fresca investitura di Mauro Renaldi (manager di V.Ships) al prestigioso incarico Si è svolta a bordo della Costa Pacifica, ormeggiata al Pireo, la ‘consacrazione’ del nuovo Consolato Onorario d’Italia in Grecia. L’onore di rappresentare il nostro Paese in quel del Pireo spetta al genovese Mauro Renaldi, dirigente di V.Ships, alla nave ed ai rapporti con le capitanerie sempre nell’osservanza di quanto previsto dalle leggi. Il RINA si è fatto carico di spiegare la parte tecnica, l’Avv. Rosellina Abbate ha parlato delle leggi che regolamentano la nautica da diporto, L’Ambasciatore Francesco Paolo Trupiano, il Comandante e il Primo ufficiale Costa Pacifica attorno al nuovo Console Onorario da anni trapiantato in Grecia a curare l’ufficio locale della multinazionale dello shipmanagement. Ma prima dell’investitura ufficiale si era svolto un seminario alla presenza di consoli, agenti consolari greci e rappresentati dell’Ambasciata Italiana ad Atene, durante la quale Renaldi ha illustrato le procedure consolari riferite l’intervento di Fulvia Linari (San Giorgio Shipping) verteva sulle funzioni del raccomandatario marittimo con particolare riferimento alla nautica da diporto. Il giorno successivo a bordo della Costa Pacifica, alla presenza di un centinaio di ospiti selezionatissimi, tra cui il Sindaco del Pireo, diverse autorità, politici ellenici ed armatori italiani, si è svolta la cerimonia ufficiale, preceduta da un’introduzione dell’Ambasciatore Italiano ad Atene, Francesco Paolo Trupiano. “È stato certamente un onore poter procedere a questa cerimonia su di una nave vero gioiello della cantieristica italiana per tecnologia e design” ha detto Renaldi, motivando la scelta di “organizzare tale evento presso una nave così importante e bella in quanto essa simboleggia lo spirito con cui negli ultimi due anni l’Ambasciata d’Italia ha inteso l’apertura di un Consolato onorario al Pireo. Mentre la crisi del 2008 colpiva tutto il Mondo estendendo i suoi effetti negativi sui maggiori comparti dell’economia con conseguenze che, attraverso il 2009 ed il 2010, si sono protratte fino a questo 2011, l’Italia con coraggio e lungimiranza individuava nel Pireo e nel commercio con la Grecia una possibilità per poter uscire prima e meglio dalla crisi economica. Là dove gli altri chiudevano per paura di perdere, l’Italia in controtendenza puntava ad aprire scommettendo sul futuro di questo Paese amico. In linea con quelle profonde radici culturali che vedono nel Mediterraneo la regione che ci compenetra e ci accomuna, la nostra strategia è stata quella di capire che nessuno di noi da solo può superare una congiuntura economica così negativa e che la prima e migliore azione che si possa fare è quella di guardare con fiducia ai nostri vicini di casa, ai nostri alleati europei. L’apertura del Consolato Onorario d’Italia nel più importante porto del Mediterraneo orientale, come già espresso dal nostro Ambasciatore, s’inquadra a pieno in questa volontà dell’Italia di rafforzare i rapporti con le Istituzioni Lunedì 25 Aprile 2011 e gli operatori turistici e commerciali in Grecia, anche per evitare che il Mediterraneo venga progressivamente marginalizzato. Crediamo che il porto del Pireo debba crescere grazie alla forza di idee innovative e di azioni coraggiose che portino maggiori risorse; dal turismo al traffico commerciale, questo scalo deve essere cuore pulsante di un sistema che aggrega strutture e servizi”. Poi il nuovo Console Onorario ha illustrato i suoi compiti. “Nostro obiettivo è dare assistenza ai cittadini italiani in visita in Grecia ed ai cittadini greci in partenza per l’Italia, cui si unisce un’altra missione fondamentale che è quella di fornire servizi e sostegno agli imprenditori Italiani e Greci”. Mauro Renaldi www.ship2shore.it 28 CANTIERI Lunedì 25 Aprile 2011 FB Design accoglie generali e ministri sul Lago di Como Il cantiere di Fabio Buzzi consegna alla Guardia di Finanza 9 moderne motovedette ‘inaffondabili’ Valmadrera (Lecco) - La fiducia della Guardia di Finanza e del Ministero dell’Interno nei confronti di FB Design – cantiere lecchese guidato dell’ex campione di offshore Fabio Buzzi, specializzato in imbarcazioni ad alte prestazioni – è testimoniata dalla presenza, al recente varo che si è svolto nella sede distaccata del cantiere a Valmadrera (il quartier generale è ad Annone Brianza), sul Lago di Lecco, del titolare del dicastero degli Interni Roberto Maroni (coadiuvato dal compagno di partito e collega di Governo Roberto Castelli, Viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti) e del Comandante Interregionale per l’Italia Nord – Occidentale della GdF, Generale Daniele Caprino. La collaborazione tra Buzzi e gli uomini in divisa grigio-verde è ormai ampiamente consolidata: era il 1993 quando FB Design consegnava al corpo di polizia tributaria la prima imbarcazione espressamente progettata per la lotta al contrabbando; si trattava della V.6000, scafo capace di superare i 70 nodi di velocità massima, ancora oggi utilizzato con regolarità. Dopo quasi vent’anni (durante cui sono stati costruiti i mezzi delle classi V.6001 ‘Levriero’, V.600 ‘Falco’ e svariate altre imbarcazioni veloci) la cooperazione prosegue a pieno ritmo con il varo dell’ultima serie di motovedette: la scorsa settimana le autorità locali e nazionali, su “quel ramo del Lago di Como, che volge a Mezzogiorno”, hanno dato il battesimo ufficiale a 8 unità 38’ STAB SF – Classe V.3000 e ad una 43’ SF – V. 800. Per testare le potenzialità dei nuovi mezzi, velocità massima di 60 nodi ed applicazione pratica di molti degli 80 brevetti registrati nel corso degli anni dall’azienda di Fabio Buzzi, sono saliti a bordo per un giro di prova anche Maroni e Castelli, naturalmente accompagnati dall’ingegnere lecchese con la passione della velocità e da alcuni membri della Guardia di Finanza. Le 8 imbarcazioni FB 38’, lunghe 11,94 metri e larghe 2,78, sono inaffondabili: grazie al procedimento costruttivo ’Structural Foam Injection’ la barca viene totalmente schiumata nel suo stampo, in 6 diversi volumi generati dalla struttura longitudinale, ottenendo così uno scafo estremamente solido, equipaggiato poi con gli STAB, stabilizzatori pneumatici laterali che ammortizzano la barca sull’acqua con mare forzato. Le FB 38’, ordinate dalla GdF in due diverse versioni, una con cabina più lunga ed un’altra con maggiori spazi scoperti, possono trasportare 4 persone di equipaggio grazie ai già collaudati sedili FB Design Tecno Singoli. Due motori fuoribordo a 4 tempi Mercury Verado, da 300 HP ciascuno, spingono le imbarcazioni fino ad una velocità massima di 55 nodi (in condizioni di esercizio), per un’autonomia di 3 ore, che raddoppia fino a 6 alla velocità di crociera di 35 nodi. L’unità FB 43’ SF – V.800, essendo destinata al pattugliamento della tenuta presidenziale di Castelporziano, ha Una delle unità ‘in azione’ Fabio Buzzi e Il Ministro Roberto Maroni durante la cerimonia di consegna delle imbarcazioni caratteristiche diverse: di maggiori dimensioni (13,69 x 4,17 metri), offre posto per 4 membri dell’equipaggio e 7 ospiti e dispone di cabina con cuccette, cucina e salottino. Il sistema di costruzione è il medesimo delle imbarcazioni anticontrabbando – piattaforma schiumata con i brevetti Structural Foam – integrato però con l’installazione di flap automatici brevettati 3Tab, regolati automaticamente tramite satellite in base alla velocità di crociera (il sistema può essere escluso per procedere alla regolazione manuale dei flap). I 2 motori Diesel Common Rail FPT (Fiat Powertrain Technologies), da 825 Hp ciascuno, consentono alla FB 43’ una velocità di punta di 50 nodi (autonomia di 7 ore), con velocità di crociera indicata attorno ai 30 nodi (autonomia di 10 ore). Quelli presi in consegna dalla Guardia di Finanza sono mezzi altamente innovativi, “la cui caratteristica principale – spiega Buzzi, intercettato a margine della cerimonia – è quella di avere un prezzo molto competitivo a fronte di elevate prestazioni. Gli scafi sono stati appositamente progettati per operare sui laghi in funzione anti-contrabbando: la scelta di utilizzare motori fuoribordo consente consumi ridotti ma, in caso di necessità, anche velocità di punta molto elevate”. L’apprezzamento delle forze dell’ordine per i prodotti di FB Design ha anche importanti riflessi commerciali: “I nostri mezzi e le nostre tecnologie sono ormai military proved, grazie ai positivi risultati del loro impiego riscontrati qua in Italia, e questo funziona come garanzia quando trattiamo con governi ed istituzioni estere: nessuno vuole fare esperimenti di cui non conosce il risultato; tutti cercano dei mezzi la cui validità sia già stata verificata al cento per cento. Noi siamo in grado di offrire proprio questa sicurezza, grazie a cui il nostro cantiere si è già assicurato lavoro per i prossimi tre anni”. L’ultima domanda è sul valore delle unità consegnate alla GdF: “L’imbarcazione più grande, la FB 43’, costa circa 900.000 euro, mentre le FB 38’ hanno un prezzo pari a 260.000 euro ciascuna”. Francesco Bottino www.ship2shore.it 29 CROCIERE Lunedì 25 Aprile 2011 Crociere: ormai è forum-mania Anche il porto spagnolo di Castellon ha lanciato un suo evento dedicato al settore Quest’estate il porto spagnolo di Castellon (parte della Comunitad Autonoma de Valencia insieme ai porti di Valencia ed Alicante) inaugurerà una nuova banchina dedicata alle navi da crociera presso l’East Dock e, per festeggiare l’evento e soprattutto ‘coltivare’ un settore dello shipping in costante crescita, ha organizzato la scorsa settimana la prima edizione del Castellon Cruise Forum. L’evento, che si è svolto presso la Camera di Commercio locale sotto la supervisione di Cruises News Media Group (gruppo editoriale spagnolo specializzato nell’informazione del settore crocieristico), ha visto la partecipazione di 150 professionisti della cruise industry. I lavori, alla presenza delle principali autorità della regione (tra cui il presidente della Provincia di Castellon, il ministro regionale per il Turismo, il presidente della Port Authority, il sindaco di Castellon ed il vicepresidente della Camera di Commercio), si sono focalizzati sulle possibilità di sviluppo del porto iberico come destinazione crocieristica e sui necessari interventi di cui lo scalo ancora necessita per proporsi come meta competitiva a livello internazionale. Nel suo intervento Giovanni Spadoni, Presidente di MedCruise, ha assicurato che “Castellon potrà arrivare, entro il 2016, ad avere un afflusso di 50.000 crocieristi e 30 navi all’anno, puntando soprattutto sul mercato delle luxury cruises, la tipologia di proposta turistica più attenta alla qualità dei servizi di accoglienza che Castellon è in grado di offrire”. Nel 2010 lo scalo della regione valenciana ha ospitato 2 navi da crociera che hanno portato sul territorio 700 passeggeri per un beneficio economico stimato in circa 40.000 euro (una media di 55 euro a passeggero), mentre quest’anno saranno in tutto quattro le cruiseship che attraccheranno a Castellon, con un raddoppio dei transiti. La Camera di Commerico di Castellon fa parte del Cruise Drive Committe ed è impegnata, insieme alle istituzioni locali, nella promozione del porto come destinazione crocieristica. www.ship2shore.it 30 CANTIERI Lunedì 25 Aprile 2011 Varata per Tarbit l’ultima asphalt tanker di Kraljevica Il 3. Maj consegna la Velebit a Tankerska Plovidba Scende in acqua la Bit Redo mentre il cantiere croato spera di trovare nuovi ordini Con grande puntualità il cantiere croato 3.Maj ha consegnato la tanker IMO II da 51.800 dwt – varata a fine anno scorso (S2S n. 2/2011) – al proprietario, la zaratina Tankerska plovidba. Ive Mustać, amministratore di quest’ultima, e Edi Kučan, suo omologo per il cantiere, hanno entrambi confermato che “il prezzo è stato pagato in pieno”. Paiono così definitivamente superate le diatribe contrattuali sull’effettivo prezzo delle 4 ‘navi della salvezza’ che avevano portato al ritardo nella Kraljevica (Croazia) – È stata battezzata Bit Redo la Newbuilding 548 varata da Kraljevica, ultima della serie di bitumiere da 9,050 dwt e 108,50 metri di lunghezza che il cantiere croato ha costruito per vari armatori (S2S n. 18/2010). Questa volta era il turno dell’olandese Tarbit Tankers NV, l’ex Theodora Tankers di recente acquisita dalla svedese Tarbit Shipping AB. Presente al gran completo la svedese Tarbit Tankers, rappresentata dai comproprietari Christer Swanstrom, e Torkel e Anders Hermansson (questi ultimi direttore generale e direttore tecnico, rispettivamente). Durante la cerimonia, condotta dal direttore commerciale di Kraljevica, Dragan Badžek, dopo le parole augurali del nuovo amministratore delegato, Zvonimir Novak (S2S n. 12/2011), Torkel Hermansson ha espresso soddisfazione per “una nave da tempo nel mirino vista la qualità con cui Kraljevica le costruisce”. Dopo il varo entrambi gli scivoli del cantiere sono rimasti desolatamente vuoti, in attesa che venga perfezionata la parte finanziaria (leggi garanzie) del contratto, già siglato, per 4 pescherecci di committenza russa per un valore complessivo di circa 60 milioni di euro. In attesa delle decisioni di Bruxelles sulla privatizzazione la posizione del cantiere si riassume in una frase ben nota ai lettori italiani che ricordano Tangentopoli (nesit iniuria verbo, beninteso!): “resistere, resistere, resistere”. Ma ci sarebbero altre novità, che però il cantiere preferisce non commentare: sarebbe confermato il compromesso con la canadese Transport Desgagnés sul ritardo nel completamento della con-pax Bella Desgagnés, al costo di 10 milioni di euro sui 40 del valore della commessa. Il cantiere avrebbe registrato perdite nel 2010 per oltre 35 milioni di euro, il doppio dell’anno precedente. Tarbit al gran completo al momento del varo Mauro A. Bogdanović consegna della Pomer a Uljanik Plovidba (S2S n. 10/2011), con un valore apparentemente attestato, come avevamo anticipato, intorno ai 38,5 milioni di dollari ciascuna. Presente alla cerimonia, in qualità di madrina, la premier croata Jadranka Kosor. Chi si attendeva, però, da lei annunci in merito alle decisioni della Commissione Europea circa la privatizzazione dello stesso 3. Maj e di Kraljevica (S2S n. 6/2011), è rimasto assai deluso. www.ship2shore.it 31 SPEDIZIONIERI Lunedì 25 Aprile 2011 Lo spedizioniere Mackenzie ‘apre’ la via irachena La società del Regno Unito, in collaborazione con l’operatore locale Mateen Express, dopo il test inaugura un servizio regolare per trailer tra Inghilterra, Germania ed Iraq Lo spedizioniere internazionale F.S.Mackenzie (con sedi in Gran Bretagna, Germania, Spagna, Russia, Ucraina e anche in Nigeria), dopo diversi viaggi di prova, ha lanciato ufficialmente un nuovo Alfred Stienen, managing director di F.S.Mackenzie – hanno dimostrato la nostra capacità di servire con soddisfazione anche la clientela più esigente, che ha necessità di spedire dall’Europa all’Iraq servizio di collegamento regolare tra l’Europa occidentale e l’Iraq. Il progetto, realizzato in collaborazione con Mateen Express – spedizioniere a servizio completo con 5 sedi in Iraq (a Erbil, Baghdad, Basra, Sulaimanya e Duhok), una propria struttura a Dubai e due filiali in Cina – è dedicato soprattutto ai carichi groupage; avrà partenze bisettimanali dall’hub Mackenize di Dortmund (Germania) e da quello inglese di Basildon. I trailers viaggeranno su strada attraverso l’Italia per imbarcarsi poi su traghetto e navigare fino a Mersin, in Turchia. Da lì i carichi torneranno su strada per proseguire fino all’interporto iracheno di Erbil, gestito da Mateen. “Le necessarie sperimentazioni sull’affidabilità del trasporto – ha rivelato merci delicate e di valore molto elevato, come per esempio le componenti per gli impianti petroliferi”. L’economia irachena sta progressivamente crescendo, così come aumenta costantemente la richiesta di beni dall’Occidente, in particolare nell’area del Kurdistan. “Ci sono molti spedizionieri che sostengono di effettuare spedizioni in Iraq, ma in realtà le consegne effettive sono poche. F.S.Mackenzie è invece pronta ad offrire un servizio regolare e garantito, per soddisfare le richiesta degli esportatori europei e degli importatori iracheni”. “Il nostro hub tedesco – prosegue il manager – è strategicamente situato vicino a Dortmund, nel cuore delle aree industriali del Reno e della Ruhr, e può raccogliere merci provenienti da tutto il paese, mentre la struttura inglese di Basildon è ben collegata, tramite autostrada, con i principali centri produttivi della Gran Bretagna. Questo ci consente di servire al meglio gli esportatori di entrambi i paesi”. F.S.Mackenzie è membro del network internazionale di spedizionieri Famous Pacific Shipping (FPS), grazie alla cui rete di filiali sarà possibile collegare il servizio con l’Iraq ad altri hub europei e caricare merci nelle tappe intermedie di Marsin ed Istanbul. “Facendo parte della famiglia FPS – ha concluso Stienen – siamo in grado di offrire ai nostri clienti una gamma di servizi molto vasta, mentre la partnership con Mateen Express, grazie alla sua approfondita conoscenza dell’Iraq, ci consentirà di entrare al meglio in questo nuovo mercato”. Doppia consegna di Terex in Kuwait Terex Cranes ha consegnato due Terex RT 100 rough terrain cranes a Integrated Logistics KCSC, società del Kuwait specializzata nel trasporto e nella logistica project cargo. Entrambe le gru verranno impiegate per interventi di manutenzione nel settore della raffinazione di gas e dell’industria petrolchimica. I due mezzi sono stati consegnati nella loro configurazione standard che include cabina con aria condizionata e pneumatici 29.5R25. Le gru condivideranno un supporto di estensione del braccio principale lungo 15 metri. Oltre alla possibilità di operare su terreni accidentati ed all’elevata capacità di sollevamento, queste due nuove unità porteranno grandi benefici alle attività di Integrate Logistics. “Poter utilizzare una sola estensione del braccio per entrambe le gru ci consente un notevole risparmio” ha commentato Saleh Al Huwaidi, CEO di Integrated Logistics. “Inoltre, offrendo una più elevata capacità di carico rispetto ad altre gru della stessa dimensione, la RT 100 è una soluzione ideale per le diverse tipologie di sollevamento che ci troviamo ad affrontare nella nostra attività. La possibilità di manovrare con sicurezza in aree dove le altre gru neanche possono andare è un notevole vantaggio per i nostri clienti”.
Documenti analoghi
2010 n° Luglio
trapanese guidata da Vittorio Morace
avrebbe messo sul mercato il traghetto
Gianni Morace: costruzione del 1980
con capacità 670 passeggeri e 150 auto.
10 gennaio 2011 - Terminal Intermodale Mortara
cantieri giapponesi Imabari la prima di una
serie di bulk carrier da 210.000 dwt con
la formula già sperimentata con successo
del noleggio a lungo termine con opzione
d’acquisto”.
Oltre al potenzia...
Articolo Metella Ship2Shore
delle unità feeder, causato dall’eccessiva
capacità di trasporto delle navi di questa
categoria rispetto agli attuali livelli della
domanda.
Il piano, presentato a luglio 2009 e,
secondo quanto dic...