1 università degli studi di pisa facoltà di scienze matematiche
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1 università degli studi di pisa facoltà di scienze matematiche
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PISA FACOLTÀ DI SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN SCIENZE E TECNOLOGIE GEOLOGICHE (Classe LM-74) Zona di taglio duttile nella granodiorite carbonifera di Roses (Spagna nord-occidentale) ORGANIZZAZIONE DIDATTICA E PROGRAMMI (Anno Accademico 20011/2012) 1 NOTA BENE: Per aggiornamenti e ulteriori informazioni consultare il sito Web del Corso di Laurea in Scienze e Tecnologie Geologiche (http://www.dst.unipi.it/scienzegeo/) In copertina: Zona di taglio duttile (Roses, Spagna) Foto: R. Carosi Pubblicato on- line nel mese di …luglio…2011…………. sul sito Web del Corso in Scienze e Tecnologie Geologiche: http://www.dst.unipi.it/scienzegeo/ 2 CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN SCIENZE E TECNOLOGIE GEOLOGICHE 1. Presentazione e obiettivi del Corso di Studio L’istituzione del Corso di Laurea Magistrale in Scienze e Tecnologie Geologiche nell’Università di Pisa parte dalla volontà di offrire una formazione universitaria aggiornata nei diversi campi delle Scienze della Terra. Ciò comporta la necessità di una formazione di base di adeguato livello, in grado di soddisfare le crescenti richieste di tecnici capaci di operare sul territorio disponendo di solidi criteri di decisione per un ampio spettro di problemi accomunati dalla necessità di un approfondito studio del contesto geologico. A tale fine il corso di Laurea Magistrale fornisce competenze di tipo specialistico, nelle discipline geologiche, geologico-applicative, petrograficomineralogiche applicative, e allo studio e alla valutazione della pericolosità connessa a fenomeni geologici. Il Corso di Laurea Magistrale non prevede curricula ed è caratterizzato da una parte di insegnamenti comuni finalizzati ad ampliare la preparazione acquisita nel corso di laurea di primo livello e a fornire le conoscenze necessarie ad affrontare insegnamenti più specifici. Lo studente può comunque usufruire di una buona scelta all’interno dell’ampia offerta formativa predisponendo un piano di studi personalizzato in funzione del tipo di tesi che intende svolgere. Il corso comprende un adeguato numero di insegnamenti a carattere teorico e pratico, corredati da esercitazioni in laboratorio e sul terreno, distribuiti in modo tale da coprire diversi ambiti disciplinari, rappresentativi delle attività di ricerca di maggior prestigio svolte nel Dipartimento di riferimento. Il corso è inteso a sviluppare la capacità di individuare i problemi e proporre adeguate strategie per risolverli, relativamente ai seguenti ambiti: n studio dei processi tettonici, vulcanici e sedimentari; n gestione e difesa dai rischi geologici, geomorfologici, idrogeologici e vulcanici; n applicazioni geologico-tecniche, e geologico-strutturali nell’ambito di una gestione sicura e sostenibile del territorio; n ricerca e sfruttamento sostenibile delle risorse geotermiche, idriche, energetiche e geomateriali; n archeometria e geomateriali nei beni culturali A tal fine i corsi attivati forniranno: *approfondite conoscenze di base di argomento geologico, capacità di applicare ed adattare le moderne tecnologie alla parametrizzazione ed 3 interpretazione dei dati dell’osservazione geologica; * padronanza del metodo scientifico di indagine e delle tecniche di analisi dei dati; *una solida preparazione culturale nei diversi settori inerenti il sistema Terra, nei loro aspetti teorici, sperimentali e pratici; *gli strumenti fondamentali ed avanzati per l’analisi dei sistemi e dei processi geologici, della loro evoluzione temporale e della modellizzazione, anche ai fini applicativi; * le conoscenze necessarie per operare il ripristino e la conservazione della qualità di realtà naturali ed antropizzate complesse; *competenze operative di terreno e laboratorio ed un’elevata capacità di trasferire i risultati delle conoscenze; *capacità di programmazione e progettazione di interventi geologici applicativi e di direzione e coordinamento di strutture tecnico-gestionali; *un’avanzata conoscenza, in forma scritta e orale, di almeno una lingua dell’Unione Europea, oltre l’italiano, con riferimento anche al lessico disciplinare. 4 L’impegno orario dello studente nelle varie attività del corso di studio è misurato in crediti formativi universitari (CFU) ed il relativo profitto è valutato in trentesimi. Crediti Formativi Universitari I Crediti Formativi Universitari (CFU) quantificano l’impegno orario dedicato dallo studente al conseguimento del titolo. Un CFU corrisponde a 25 ore per uno studente di cultura media che non abbia debiti formativi o lacune nella preparazione di base. La corrispondenza di 25 ore ad 1CFU è adottata a livello europeo. 60 CFU annuali corrispondono ad un impegno di 1500 ore da dedicare al superamento degli esami di profitto o all’acquisizione di altre competenze (tirocinio, crediti liberi e prova finale). L’attività didattica è distribuita in due distinti semestri nei quali si svolgono almeno 12 settimane di lezioni ed esercitazioni- Il tempo medio stimato per l’acquisizione di 1 CFU viene calcolato nel modo seguente: 1 CFU = 8 ore di lezione in aula + 17 ore di studio autonomo dello studente; oppure: 1 CFU = 14 ore di attività in laboratorio + 11 ore di attività autonoma dello studente; 1 CFU = 3 giorni di lezione fuori sede, escursioni o attività di campagna (8 ore di attività giornaliera); nel caso si richieda la realizzazione di un elaborato dell’attività svolta (carta geologica, geomorfologica, relazione), l’impegno in campagna può essere ridotto a due giorni interi, considerando che le 9 ore che restano per raggiungere le 25 ore corrispondenti all’impegno per il conseguimento di 1 CFU devono essere dedicate alla stesura dell’elaborato richiesto. L’attività di apprendimento della lingua inglese svolta nei corsi da 9 CFU corrisponde ad un credito- 2. Conoscenze richieste per l'accesso A seguito di un colloquio che ne verifichi le motivazioni ed il grado di preparazione, sono ammessi al Corso di Laurea Magistrale in Scienze e Tecnologie Geologiche gli studenti in possesso di una Laurea di I livello o di un titolo equivalente. Per l’ammissione gli studenti provenienti dai Corsi di Studi in Scienze Geologiche sono ammessi alla Laurea Magistrale senza debiti formativi. Studenti in possesso di altre Lauree e provvisti di un congruo e coerente numero di crediti formativi, potranno essere ammessi, previo ripianamento dell’eventuale debito formativo. Questo sarà determinato dalla 5 Commissione Didattica attraverso la verifica dei requisiti curriculari e dell’adeguatezza della personale preparazione. La Commissione per i colloqui di accesso è composta dal Presidente del CCLA e da due docenti. Per l’anno accademico 2011/2012 i colloqui di accesso sono stati fissati il: -15 settembre 2011 -1 ottobre 2011 -20 febbraio 2012 Orari ed aule di svolgimento dei colloqui saranno pubblicati sul sito del corso di laurea. I CFU minimi necessari per l’ammissione al corso sono i seguenti: A-ATTIVITA’ FORMATIVE DI BASE: 24 CFU distribuiti tra i seguenti ambiti disciplinari: Discipline Matematiche (MAT), Discipline Chimiche (CHIM), Discipline Fisiche (FIS), Discipline Informatiche (INF*) B- ATTIVITA’ FORMATIVE CARATTERIZZANTI: 54 CFU distribuiti tra i seguenti ambiti disciplinari: Discipline Geologiche e Paleontologiche (GEO/01) (GEO/02) (GEO/03), Discipline Geomorfologiche e geologiche applicative (GEO/04) (GEO/05), Discipline mineralogiche, petrografiche geochimiche e geofisiche (GEO/06) (GEO/07) (GEO/08) (GEO/09) (GEO/10) (GEO/11) Totale CFU A+B = 78 CFU 3. Struttura didattica del Corso di Studio Durata del Corso di Studio Il Corso di Stud io in Scienze e Tecnologie Geologiche ha la durata di due anni. L’attività formativa generale consiste nel conseguimento di 60 CFU ogni anno per un totale di 120 CFU. Il Consiglio di Corso di Studio stabilisce annualmente in sede di Programmazione Didattica tempi e modalità delle attività finalizzate al recupero dei debiti formativi riconosciuti o accumulati dagli studenti del corso di laurea o provenienti da altri corsi. Semestri L’attività didattica è organizzata, per ogni anno del Corso di Studio, in due semestri, della durata minima di 11 settimane ciascuno. Il primo semestre inizia con la prima settimana del mese di ottobre; il secondo semestre inizia con l’ultima settimana di febbraio. Sono previsti periodi svincolati da lezioni in aula ed esami di profitto, destinati alle attività di campagna, preferenzialmente alla fine del secondo semestre. Fra la fine del primo semestre e l’inizio del secondo, è inserita una interruzione didattica per lo svolgimento degli esami del primo semestre. 6 Sessioni d’esame Per ogni anno accademico sono previste tre sessioni d’esame: la prima fra la fine del primo semestre e l’inizio del secondo; la seconda alla fine del secondo semestre; la terza nel mese di settembre. Le date di inizio e di fine del primo e secondo semestre e delle sessioni di esami e dei periodi riservati alle attività di campagna vengono stabilite, per ciascun anno accademico, dal Consiglio di Corso di Studio e rese note agli studenti nel Calendario didattico predisposto, insieme alla programmazione didattica del Corso di Studio, per ciascun anno accademico. Non è consentito sostenere esami di profitto al di fuori dei periodi indicati nel Calendario didattico. Tirocinio E’ previsto un periodo di formazione (stage o tirocinio) presso un ente esterno, pubblico o privato , o presso una struttura dell’Università di Pisa, di durata minima complessiva di 225 ore pari a 9 CFU. Valutazione dell’apprendimento Con riferimento al Regolamento didattico di Ateneo, la valutazione del profitto viene effettuata tramite esami scritti e/o orali. L’attribuzione dei crediti per le attività di laboratorio, gli stage e i tirocini formativi sono attribuiti alla fine dell’attività, in base alle presenze (almeno il 70%) e dell’esito delle prove in itinere o del test finale. Riconoscimento dei crediti pregressi o acquisiti presso altre strutture La Commissione Didattica del Consiglio di Corso di Studio istruisce e valuta sia le richieste di trasferimenti da altra sede che la trasformazione delle carriere del vecchio ordinamento in CFU delle carriere della laurea Magistrale del nuovo ordinamento, previa domanda da presentare alle Segreterie Studenti. 4. Prospetto delle attività formative e loro distribuzione nei due anni del Corso di Studio Nei due anni di frequenza, lo studente dovrà sostenere almeno 3 corsi caratterizzanti (CAR) da 9 cfu, 3 corsi caratterizzanti (CAR) da 6 cfu (in alternativa 2 altri corsi da 9 cfu), 2 corsi affini o integrativi (AI) da 6 cfu, 2 corsi liberi (LIB) da 6 cfu, 7 1 tirocinio da 9 cfu, 1 tesi di laurea da 42 cfu, per un totale di 120 crediti formativi universitari. Nel corso del I anno lo studente deve sostenere 3 esami da 9 cfu e 4 o 5 esami da 6 cfu (LIBERI, CAR, AI) I corsi da 9 cfu sono previsti per la maggior parte nel primo semestre del primo anno. Tali corsi prevedono: una consistente attività di terreno o laboratorio e la redazione di una relazione finale in lingua inglese che concorre alla valutazione di profitto dell’esame finale. Lo studente del primo anno deve sostenere almeno tre esami a scelta da 9 cfu (27 CFU totali) di cui uno in ambito Geologico (GEO/02, 03) uno in ambito geologico-applicativo (GEO/ 04, 05) ed uno in ambito MineralogicoPetrologico (GEO/06, 07, 08). Questo permette una grande flessibilità nella definizione di piani di studio e degli orientamenti individuali, pur garantendo la completezza della preparazione di base che deve necessariamente coprire più ambiti disciplinari. La libertà nella scelta degli orientamenti individuali implica la necessità di un programma di attività ben definito fino dall’inizio. Per questo entro la fine di dicembre del I semestre lo studente deve scegliere un argomento di tesi e concordare, con il relatore un piano di studi da sottoporre alla Commissione Didattica. La Commissione Didattica valuterà il piano di studi entro la metà del mese seguente, in modo che lo studente, il cui piano di studi sia eventualmente respinto, abbia il tempo di prepararne uno diverso prima dell’inizio del II semestre. I piani di studio i cui esami siano interamente definiti nell’ambito dell’offerta formativa del Corso di Studio, purché la loro distribuzione rispetti gli ordina menti ministeriali*, sono automaticamente approvati. Gli altri dovranno essere vagliati dalla commissione didattica. Nel corso del II anno lo studente deve sostenere 2 o 3 esami da 6 cfu (LIBERI, CAR, AI) Completare il tirocinio che si consiglia di avviare a partire dalla pausa estiva tra primo e secondo anno, dedicarsi al lavoro di tesi. * Per soddisfare i requisiti ministeriali, ogni piano di studi deve prevedere almeno 6 cfu in ciascuno dei tre gruppi di materie caratterizzanti ( GEO 1-2-3; GEO 4-5; GEO 6-7-8-9). 8 Distribuzione temporale dei corsi I anno I semestre Almeno 2 o 3 esami a scelta da 9 cfu (27 CFU) di cui almeno uno in ambito Geologico (GEO/02 03), uno in ambito geologico applicativo ( GEO/04, 05) ed uno in ambito Mineralogico-Petrologico (GEO/06, 07, 08). Di seguito sono riportati i corsi da 9 CFU attivati nel corrente anno accademico Il corso di Geodinamica verrà svolto nel secondo semestre. Ambito Geologico (da 9 cfu) Ambito MineralogicoPetrologico (da 9 cfu) Sedimentologia, GEO/02 Analisi mineralogiche, GEO/06 Geodinamica, GEO/03 Petrologia, GEO/07 Ambito Geologico - applicativo (da 9 cfu) Geotermia, GEO/08 Geomorfologia Applicata, GEO/04 Geologia Applicata all’ambiente, GEO/05 Un esame affine o integrativo da 6 CFU a scelta tra: Attività Integrative (AI) da 6 cfu Geopedologia Complementi di matematica e fisica II Semestre Corsi caratterizzanti da 6 cfu tra cui un esame libero da 6 cfu a scelta tra quelli elencati sotto o coerente con il piano di studi 9 Attività caratterizzanti (CAR) da 6 cfu Complementi di geologia strutturale Complementi di paleontologia dei vertebrati Cristallografia Fisica del Vulcanismo Geochimica applicata alla vulcanolo gia Geochimica e geodinamica Geodinamica Geologia economica Geologia dei basamenti cristallini Paleontologia e geologia del Quaternario Paleontologia stratigrafica Petrografia regionale Rilevamento geologico tecnico Tettonica Vulcanologia regionale GEO/03 GEO/01 GEO/O6 GEO/08 GEO/08 GEO/07-GEO/08 GEO/03 GEO/09 GEO/03 GEO/01 GEO/01 GEO/07 GEO/05 GEO/03 GEO/08 Un esame (6 cfu) a scelta tra: Attività integrative (AI) da 6 cfu Petrofisica (GEO/07) A partire dalla pausa estiva tra il primo ed il secondo anno, si consiglia di avviare le attività di tirocinio. II anno I semestre Almeno 2 esami da 6 cfu (LIBERI, CAR, AI) Attività caratterizzanti (CAR) da 6 CFU Cristallochimica Idrogeologia Petrografia Applicata GEO06 GEO05 GEO09 Attività integrative (AI) da 6 cfu AI Geofisica applicata AI 10 Termodinamica per geologi Geotecnica AI AI Tirocinio 9 cfu Tesi 42 cfu (prevede una intensa ed autonoma attività di terreno e/o di laboratorio) 5. Propedeuticità e obblighi di frequenza Non è possibile sostenere esami della Laurea Magistrale se si è iscritti sotto condizione in attesa di conseguire la Laurea Triennale. E’ previsto l’obbligo di frequenza per tutte le attività di Laboratorio e di campagna. Saranno adottate forme di flessibilità per gli studenti portatori di handicap, per gli studenti lavoratori e per quelli impegnati negli organi collegiali. L’eventuale obbligo di frequenza ai Corsi di insegnamento verrà specificato nell’ambito della programmazione didattica annuale. 6. Prova finale per il conseguimento del titolo La prova finale, condotta sotto la supervisione di uno o più docenti del Corso di Laurea Magistrale, è intesa ad accertare il livello culturale e il grado di autonomia raggiunto dal candidato. L’esame di Laurea consiste nella discussione davanti ad una Commissione ufficiale di una tesi costituita da un elaborato originale, completo di testo, riferimenti bibliografici, tabelle, figure, carte geologiche etc., su un tema specifico che rientri in uno o più settori disciplinari che caratterizzano il Corso di Laurea Magistrale. Ad ogni laureando verrà assegnato un controrelatore ufficiale al quale dovrà essere consegnata la tesi di laurea in tempo utile per apportarvi le eventuali correzioni che il controrelatore potrebbe richiedere. Le attività per la prova finale, corrispondenti a 42 CFU, coprono un arco temporale di circa sei mesi a tempo pieno, distribuiti tra il II semestre del I anno ed il II anno. Cosa fare per sostenere l’esame di laurea? Adempimenti amministrativi (Segreterie Studenti – Via Buonarroti): 11 • Iscriversi all’appello di laurea, almeno 30 giorni prima dell’inizio dell’appello, attraverso “Alice, il portale dei servizi on- line per gli studenti” all’indirizzo http://www.studenti.unipi.it. Per le informazioni complete consultare il sito http://www.unipi.it/studenti/segreterie/esame_laurea2.htm_cvt.htm • Consegnare, insieme alla domanda, o al massimo 15 giorni prima dell’appello di laurea, la fotocopia del libretto universitario (ad eccezione delle pagine vuote). Insieme alla fotocopia deve essere comunque presentato il libretto originale che verrà timbrato e restituito; • Consegnare la tesi di laurea o, nel caso di tesi elettronica (Progetto ETD), il frontespizio scaricato direttamente dal programma. Sia le tesi che il frontespizio devono essere firmati in originale sia dallo studente che dai relatori. Adempimenti per il Corso di Laurea: • Consegnare 40 giorni prima della laurea, al Presidente della Commissione di Laurea, Prof. M. Rosi o al Dott. R. Albani (Dipartimento di Scienze della Terra, II piano), il riassunto dattiloscritto della tesi (max 2 pagine), controfirmato dal relatore, e la “scheda personale” (reperibile presso il Dott. Albani). Il riassunto (italiano) e l’Abstract (inglese) dovranno essere obbligatoriamente inseriti all’inizio della tesi. • Consegnare al Presidente o al Dott. Albani, 30 giorni prima della laurea, una copia cartacea della tesi per essere sottoposta alla revisione del controrelatore designato dal Presidente stesso. Il controrelatore provvederà entro 15 giorni a far pervenire allo studente le sue osservazioni segnalando gli eventuali cambiamenti e/o integrazioni che lo studente dovrà apportare prima dell’esame finale. • Consegnare il poster della tesi 3 giorni prima della laurea. Calendario esami di laurea. Ci sono un minimo di sei appelli per anno: due tra gennaio e aprile, due estivi e due autunnali. Le date degli appelli sono reperibili consultando il libretto guida del Corso di Laurea, il sito Internet del Dipartimento di Scienze della Terra (www.dst.unipi.it), la bacheca della Segreteria studenti o quella del Dipartimento di Scienze della Terra. La votazione finale per le tesi di laurea magistrale risulta dalla formula: La commissione dispone di 110 punti. Il voto di Laurea viene assegnato sulla base della valutazione ponderata (tenendo cioè conto dei CFU) dei voti assegnati per le diverse attività formative che comportano una votazione in 30/esimi e del risultato dell’esame di laurea, con l’esclusione della possibilità di una diminuzione della prima. La valutazione ponderata espressa in 110/esimi viene ottenuta utilizzando la seguente formula: 12 Somma (ciascun voto in 30esimi * relativi CFU) ----------------------------------------------------------------- *3.67 69 dove 69 è la somma dei CFU assegnati alle attività con voto. Al risultato, arrotondato all’unità, possono essere aggiunti da 0 a 10 punti per il lavoro di tesi presentato. E’ possibile proporre la lode a candidati il cui curriculum sia particolarmente meritevole e che, quindi, abbiano un punteggio finale (compreso quello per l’esame di laurea) almeno uguale a 110/110. La proposta di lode dovrà in ogni caso essere votata e approvata all’unanimità dalla Commissione d’esame. 7. Sbocchi occupazionali e professionali previsti per i laureati I laureati potranno esercitare attività nei seguenti campi: - programmazione e progettazione di interventi geologici e coordinamento di strutture tecnico- gestionali; - cartografia geologica di base; - cartografia tematica per la pianificazione e gestione del territorio; - indagini preventive e in corso d’opera per la progettazione geologica di supporto a grandi opere di ingegneria; - analisi geologiche in funzione della prevenzione dei rischi geologici, ed ambientali; - analisi degli aspetti geologici della valorizzazione, gestione e tutela dei beni naturalistici; - analisi e modellizzazione dei sistemi e dei processi geoambientali; - reperimento e gestione sostenibile delle risorse idriche, geotermiche e termali; - valorizzazione dei geomateriali naturali e degli analoghi di sintesi; - caratterizzazione e certificazione dei materiali geologici di interesse industriale e commerciale; - ricerca teorica ed applicata nei vari settori di pertinenza delle Scienze della Terra. presso le Università e gli Enti di Ricerca - esercizio della libera professione di Geologo. - geologo di enti statali e locali; Il corso prepara alle seguenti professioni: codice 3.1.1.1.1 3.1.1.3.5 3.1.1.1.3 3.1.2.2.2 Tecnici geologici Tecnici esperti in applicazioni Tecnici del risparmio energetico e delle energie rinnovabili Tecnici minerari 13 3.1.2.5.2 Rilevatori e disegnatori di mappe e planimetrie per le costruzioni civili 3.1.2.6.3 Rilevatori e disegnatori di prospezioni 8. Elenco alfabetico dei corsi Corso CFU Anno Sem. Analisi mineralogiche 9 I I Complementi di Fisica e di Matematica Complementi di Geologia Strutturale Complementi di Paleontologia dei Vertebrati Cristallochimica 6 I I 6 I II 6 I II 6 II I Cristallografia 6 I II Fisica del Vulcanismo 6 I II Geochimica applicata alla Vulcanologia 6 I II Geochimica e Geodinamica 6 I II Geodinamica 9 I II Geofisica Applicata 6 II II Geologia applicata all’ambiente 9 I I Geologia Economica Geologia dei basamenti cristallini Geomorfologia Applicata 6 I 6 I II II 9 I I Geopedologia 6 I I Geotecnica 6 II I Geotermia 9 I I Idrogeologia Laboratorio di gemmologia Paleontologia e Geologia del Quartenario Paleontologia Stratigrafica 6 II 6 II I I 6 I II 6 I II Petrofisica 6 I I Petrografia Applicata 6 II I Petrografia Regionale 6 I I Petrologia 9 I I Rilevamento geologico tecnico 6 I II 14 Sedimentologia 9 I I Termodinamica per Geologi 6 II II Tettonica 6 I II Vulcanologia Regionale 6 I II 9. Tabelle di mutuazione dei corsi del vecchio ordinamento disattivati I corsi della Laurea del vecchio ordinamento (Laurea Specialistica) verranno mutuati sui corsi caratterizzanti della Laurea Magistrale secondo la seguente tabella. Laurea Specialistica vecchio ordinamento Corso Avanzato di Fisica per Geologi CFU Anno Semestre 6 2 2 Ecologia Ambientale Geofisica di Esplorazione Geopedologia Informatizzazione della Cartografia Geologica 6 6 2 2 2 1 6 2 inf 1 2 Laurea Magistrale Nuovo Ordinamento Mutuato con Complementi di Fisica e Matematica (LM) Mutuabile da Scienze Ambientali mutuato Geofisica applicata Mutuato con Geopedologia (LM) Mutuato su Sistemi Informativi Territoriali di Informatica (Triennale) Curriculum 1 - Geologia dinamica e ambientale Geodinamica Laboratorio di geologia applicata e geomorfologia Geologia applicata all’ambiente Complementi di Geologia Strutturale Complementi di Paleontologia dei Vertebrati con lab Geologia e Paleontologia del Quaternario Fisica del Vulcanismo 6 2 1 6 2 1 6 2 2 6 2 2 6 2 2 Mutuato da Paleontologia e Geologia del Quaternario (LM) 6 2 2 Mutuato dal corso corrispondente (LM) Complementi di geologia applicata Geologia Regionale 6 2 2 Sedimentologia 6 2 2 2 1 Tettonica 6 2 2 Mutuato per 6 cfu dal corso corrispondente di 9 cfu (LM) Mutuato per 3 cfu dal corso di Geologia applicata all’ambiente e per altri 3 cfu dal corso di Geomorfologia applicata Mutuato per 6 cfu dal corso corrispondente di 9 cfu (LM) Mutuato dal corso corrispondente di 6 cfu (LM) Mutuato dal corso Complementi di Paleontologia dei vertebrati della LM Tace Mutuato dal corso corrispondente (LM) Mutuato dal corso corrispondente di 9 cfu (LM) Mutuato dal corso corrispondente (LM) 15 Geomorfologia applicata 6 2 1 Mutuato dal corso corrispondente di 9 cfu (LM) Curriculum 2 - Materiali geologici e georisorse Cristallografia 6 2 2 Mutuato dal corso corrispondente (LM) Cristallochimica 6 2 2 Mutuato dal corso corrispo. della LM Geochimica e Geodinamica Geochimica applicata alla vulcanologia (GAV) 6 2 2 Mutuato dal corso corrispondente (LM) 3 3 2 2 3cfu Mutuat i dal corso corrispondente (LM) 3 cfu mutuati dal corso di Geotermia (LM) Complementi di Geotermia Geologia economica 4 2 1 Mutuato dal corso di Geotermia (LM) 2 2 2 Mutuato dal corso corrispondente (LM) Petrologia 6 2 1 Petrografia regionale 6 2 2 Mutuato dal corso corrispondente di 9 cfu (LM) Mutuato dal corso corrispondente (LM) Vulcanologia regionale 6 2 2 Mutuato dal corso corrispondente (LM) 10. Attività di tirocinio (o stage) E’ previsto un periodo di formazione (stage o tirocinio) presso un ente esterno, pubblico o privato, o presso una struttura dell’Università di Pisa. Le attività di tirocinio hanno una durata minima complessiva di 225 ore pari a 9 CFU (v. elenco dei laboratori del dipartimento, del CNR e l’elenco degli enti convenzionati a pag. 26). Di norma, il tirocinio si svolge a cavallo del primo e del secondo anno sfruttando la pausa dei mesi estivi e le prime settimane del secondo anno. Dell'organizzazione e della gestione degli stages esterni si occupano la Commissione didattica di corso di laurea e la Segreteria didattica. Durante il tirocinio, lo studente compila il Registro per il Rilevamento delle Presenze in Stage, controfirmato dal tutore esterno o dal docente proponente. L’orario giornaliero di permanenza in tirocinio è stabilito di comune accordo tra lo studente ed il tutore esterno e il docente proponente. Nel caso di tirocinio presso ente esterno, lo studente è tenuto ad aggiornare il tutore accademico almeno una volta al mese sullo stato di avanzamento del tirocinio. Lo studente tirocinante è seguito da un tutore dell’Università di Pisa e, nel caso di stage presso un ente esterno, anche da un tutore indicato dall’ente convenzionato.. Ruolo del tutore dell’ente esterno 16 • • • Rappresenta il punto di riferimento per lo studente all'interno dell'azienda o ente. Segue e indirizza lo studente durante il progetto, aiutandolo a superare difficoltà tecniche eventualmente incontrate. Verifica i risultati ottenuti e compila il modulo di valutazione del tirocinio. Ruolo del tutore del Corso di Laurea • • Verifica l'adeguatezza del piano di lavoro del tirocinante e supervisiona lo svolgimento del tirocinio con l'obiettivo di garantirne una qualità tecnica adeguata. Interviene direttamente per adottare eventuali modifiche al piano di lavoro stabilito. Offerta formativa relativa ai tirocini presso i laboratori del Dipartimento di Scienze della Terra Nelle pagine seguenti sono riportati i laboratori del Dipartimento di Scienze della Terra presso i quali è possibile svolgere attività di tirocinio/stage. Con il numero indicato nella colonna dei CFU/anno si intende il massimo numero di CFU che ogni laboratorio può fornire in un anno come offerta didattica totale agli studenti dei CdL interessati (Scienze Geologiche, Naturali e Ambientali). Nella colonna “allievi” è indicato il numero massimo di studenti che possono frequentare contemporaneamente i laboratori. 17 LABORATORI DIPSONIBILI SCIENZEDELLA TERRA PRESSO IL DIPARTIMENTO DI 18 19 11. Offerta formativa relativa ai tirocini presso i laboratori del CNR Laboratorio Responsabile n.All Periodo Ing. M. Mussi 2 Chimico isotopico Laboratorio di chimica dei gas, analisi chimica dei gas per via gascromotografica Dott. R. Cioni Geochimica delle acque Tecniche di campionamento e misura di pH, temperatura, alcalinità ed Eh Dott. R. Cioni 2 Geochimica delle acque Uso della cromatografia ionica per la determinazione degli anioni Geochimica isotopica Dott. S. Tonarini Laboratorio di separazione minerali, preparazione campioni roccia totale per analisi chimiche ed isotopiche Dott. S. Tonarini Geochimica isotopica Laboratorio di chimica generale, dissoluzione roccia a matrice silicatica, analisi per via umida, trattamento stoccaggio campioni acque Dott. S. Tonarini Geochimica isotopica Preparazione sezioni lucide per microsonda e per conteggio tracce di fissione Dott. S. Tonarini 5 Geochimica isotopica Caratteristiche e funzionamento di uno spettrometro di massa per gas nobili. Tecniche di estrazione laser nelle analisi geocronologiche Geochimica isotopica Dott. S. Tonarini Funzionamento spettrometri a sorgente termo-ionizzante. Preparazione filamenti, caricamento campione e misura di un rapporto isotopico 1 Isotopico per analisi tritio Ing. M. Mussi Analisi di tritio nelle acque: preparazione campioni e analisi per contatore proporzionale in fase gassosa 2 Isotopico per isotopi stabili Ing. M. Mussi 20 Lista Enti/Istituzioni accreditati per l’attività di tirocinio (o stage) Convenzioni di Facoltà (per la lista completa degli enti convenzionati consultare il sito della Facoltà di Scienze M.F.N. all’indirizzo: http://www.smfn.unipi.it). Autorità di Bacino Fiume Serchio di Lucca Comunità di Ambito Provincia di Lucca Comunità Montana Amiata Grossetano Comunità Montana della Garfagnana Consorzio di Bonifica del Bientina Consorzio del Torrente Pescia S.p.A. Corpo Forestale dello Stato Ente Acque S.p.A. Ente Parco di Montemarcello-Magra Ente Parco Portofino GEOFOR Istituto Centrale per la Ricerca scientifica e Tecnologica applicata al mare Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia - INGV Ordine dei Geologi della Toscana * Parco Nazionale Cinque Terre di Riomaggiore Parco Regionale delle Alpi Apuane Parchi Val di Cornia S.p.A. Piombino Provincia di Livorno Sammontana S.p.A. di Empoli Servizio di Protezione civile – Unione dei comuni della Valdera TESECO di Pisa Convenzioni di Ateneo (per la lista completa degli enti convenzionati consultare il sito della Università di Pisa all’indirizzo: http://tirocini.adm.unipi.it). AAMPS DI Livorno ARPAT di Firenze Autorità di Bacino del Fiume Arno Comunità montana dell’Elba e della Capraia ENEL-GREENPOWER Ente Parco regionale Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli Convenzioni di Dipartimento Consorzio ERICA (Massa) 21 - Elenco studi disponibili per tirocini ( segnalati dall’Ordine dei Geologi della Toscana) Barbieri Riccardo– viale Stazione 39 – Massa Tel./fax 0585 48141 settori: geotecnico-ambientale Barsanti Pietro - Studio Barsanti, Sani & Sani - via Buiamonti 29 – Lucca tel. 0583 467427 settori: geofisica, studi di supporto alla pianificazione urbanistica, geotecnica Buchignani Vincenzo - Via per Corte Capanni, 198 - Lucca tel. 0583/419691 settori: Scienze geologiche Cascone Giovanna - via Ozanam 17 Livorno tel.0586 1866585 settori: geologia applicata alle costruzioni in zona sismica, caratterizzazione ambientale delle rocce da scavo Ceccarelli Francesco – piazza Aranci 31 Massa (MS) tel. 0585 489493 settori: geologia applicata all’ingegneria civile e idraulica, redazione di strumenti urbanistici e varianti mediante utilizzo di GIS, studi geolo gici inerenti la stabilizzazione aree in frana Chighine Gianfranco - TEGEIA srl via Tosco Romagnola 370 – Cascina (PI) tel./fax 050 741253 settori: geologia ambientale, bonifica contaminati Damiani Alessandro – piazzale Premuda 2G Piombino (LI) tel. 0565 33260 settori: geologia applicata – geologia ambientale Della Croce Giorgio - piazza della Vittoria 47 - Livorno tel. 0586 211212 settori: idrogeologia e geotecnica Esposito Antonio - AssoGeo Studio di Geologia – via dei Mille, 36 - Ponsacco (PI) tel. 0587 736105 settori: idrogeologia, geotecnica, geologia ambientale, piani di caratterizzazione e progetti per il ripristino di siti contaminati, studi di supporto alla pianificazione urbanistica, consulenza in materia ambientale/rifiuti e piani di protezione civile Fagioli Maria-Teresa - AF Geoscience and Technology Consulting SRL via Toniolo Campo 222 – S. Giuliano Terme (PI) tel. 050870311 settori: idrogeologia applicata, modellazione e simulazione numerica di fenomeni geologici 22 Folini Marco - SANCILIA srl via Parione 1 – Firenze tel. 055 2670403 settori: attività estrattive, risistemazioni ambientali, studi di impatto ambientale Franchi Francesca - GEOPROGETTI Studio Associato – via del Rio 2 Pontedera (PI) tel. 0587 54001 settori: geomatica applicata alla pianificazione territoriale Gardone Luca - via Pisana 218 Scandicci (FI) Tel. 055 756272 settori: idrogeologia, geologia tecnica, geologia ambientale Ghezzi Giuseppe - GETAS PETROGEO srl - piazza San Giorgio 6 – Pisa tel. 050 43275 settori: idrogeologia, geologia applicata, piani di caratterizzazione Karayannis Jean Gionanlis - Geotecnica Pisana via Gherardesca 15 - Pisa tel. 050 9656255 settori: indagini geognostiche, laboratorio terre, opere geotecniche: pali di fondazione, paratie Matteoli Sergio - Studio Geofield srl - San Miniato (PI) tel. 0571 418231 settori: geo-risorse, cave Melani Fabio - Via Nomellini 25-27 - Piombino (LI) tel. 0565 855538 settori: geotecnica, idrogeologia, cave e miniere, pianificazione urbanistica, geologia ambientale, rischio idraulico Moni Leonardo - Geodes Studio di Geologia – via Valmaira 14 Castelnuovo di Garfagnana (LU) settori: geotecnica, indagini geognostiche, pianificazione urbanistica, edilizia civile, artigianale ed industriale, disciplina degli scarichi, pianificazione territoriale Murratzu Alessandro – piazza Ulivelli 19 - Castelfiorentino (FI) tel. 0571 635053 settori: idrogeologia e ricerche termali, caratterizzazione geotecnica dei terreni, bonifiche ambientali Musetti Rinaldo– via Macchiavelli 38 Viareggio tel. 0584 44462 settori: geotermica, idrogeologia Nencini Claudio - Studio Associato di Geologia - corso Repubblica 1 – Fauglia (PI) tel. 050 650797 23 settori: attività estrattive, pianificazione, geotecnica Nolledi Giancarlo - Studio Associato Nolledi via N.Sauro 118 – Lucca tel.0583 956363 settori: idrogeologia, geotecnica Pacini Lando - Geohabitat studio geologico - Via Garibaldi 34 51011 BORGO A BUGGIANO tel. 0572 30014 settori: esplorazione del sottosuolo con metodi geofisici, idrogeologia, geotecnica Perini Massimiliano – via C. Battisti 36 Cascina tel. 050 700508 settori: geotecnica, idrogeologia, geologia ambientale Rossi Francesco – Studio INGEO, via Tiglio 433 Arancio Lucca 058348682 idrogeologia, geotecnica, topografia tel. Santarnecchi Eraldo - via della Costituente 17 – Ponte a Egola (PI) tel. 0571 485277 settori: geotecnica, idrogeologia, difesa del suolo Simoni Matteo - viale della Repubblica 3/A - Bologna Tel. 051 6334030 settori: idrogeologia applicata, geotecnica e meccanica delle rocce, geologia ambientale, progettazione e bonifica di siti incontaminati Turrini Giuseppe – Studio Ass. G.A.TE.S. - via G. Leopardi 10 - Pisa tel. 050 552430 settori: geologia Tecnica, idrogeologia 12. Appendici Gestione del Corso di Laurea Magistrale in Scienze Geologiche Il Consiglio Aggregato dei corsi di studio in Scienze Geologiche e Scienze e Tecnologie Geologiche (CCLA) Il CCLA gestisce il Corso di Laurea Magistrale in Scienze e Tecnologic he Geologiche e il corso di Laurea in Geologia (triennale). Il Presidente è il Prof. Rodolfo Carosi (050-22.15.727; [email protected]). Vice presidente il Prof. Alessandro Sbrana (050-22.15.714; [email protected]); segretario per la laurea Magistrale la Dott.ssa Chiara Montomoli (050-22.15.844; 24 [email protected]); segretario per la laurea in Scienze Geologiche Dott. Luca Ragaini (050-22.15.741; [email protected]). E’ costituito dai professori ufficiali degli insegnamenti attivati specificamente per le esigenze del corso e dai ricercatori che svolgono la loro attività didattica nell’ambito del corso stesso; dal Coordinatore didattico, dal responsabile della segreteria didattica del corso, (050-22.15.832; [email protected] ); dal Segretario della Commissione di Laurea, Dott. Roberto Albani (050-22.15.739; [email protected]) e da tre rappresentanti degli studenti. Il CCLA ha il compito di programmare e coordinare le attività didattiche, come descritto dallo Statuto dell’Università di Pisa (http://www.unipi.it/ateneo/governo/regolament/statuto/statuto.htm_cvt.htm). Pianifica il processo formativo (definizione degli obiettivi formativi e degli obiettivi di apprendimento) avvalendosi del lavoro svolto dalla Commissione Didattica e sentito il parere del Gruppo di Autovalutazione , che presenta le esigenze delle parti interessate sia interne che esterne (studenti, docenti, imprese, Comitato di Indirizzo del Corso di Laurea). Fanno parte del CCL: • La Commissione Didattica • La Commissione di Laurea • Il Gruppo di Autovalutazione • Il Comitato di indirizzo • Il Coordinatore didattico La Commissione Didattica è costituita da: Docenti: Prof. Rodolfo Carosi (pres.) Tel. 050-2215727; [email protected] Prof. Pietro Armienti Tel. 050-2215708; [email protected] Dott. Giovanni Bianucci Tel. 050-2215842; [email protected] Dott.ssa Anna Gioncada Tel. 050-2215791; [email protected] Prof. Patrizia Macera Tel. 050-2215792; [email protected] Prof. Etta Patacca Tel. 050-2215729; [email protected] Prof. Natale Perchiazzi Tel. 050-2215715; [email protected] e da sei rappresentanti degli studenti. Partecipano ai lavori della Commissione Didattica: Prof. Mauro Rosi (Direttore Dip. Sc. Terra) Tel. 050-2215712; [email protected] Prof. Alessandro Sbrana (Vicepresidente CCLA) Tel. 050-2215714; [email protected] La Commissione Didattica ha il compito di valutare la funzionalità e l’efficacia delle attività formative dei Corsi di Laurea e dei servizi didattici forniti. In particolare, la Commissione Didattica esprime parere sulla programmazione 25 didattica annuale e sulla compatibilità tra i crediti assegnati alle attività formative e gli obiettivi determinati nel Regolamento Didattico di Ateneo e del CCLA. Il Gruppo di Autovalutazione E’ costituito dal Presidente Prof.ssa Patrizia Macera, il Presidente del CCLA Prof. Rodolfo Carosi, due professori (Prof.ssa Gabriella Bagnoli e Prof. Carlo Baroni), un ricercatore (Dott. Gianni Musumeci), un rappresentante degli studenti, un rappresentante dei servizi amministrativi. Controlla che siano tenute in considerazione tutte le esigenze delle parti interessate sia interne che esterne, al fine di raggiungere gli obiettivi preposti dal CCLA per l’ottenimento di una figura professionale capace di “sapere, saper fare, saper essere”. E’ responsabile della stesura del rapporto di autovalutazione, che è il risultato di un processo di analisi critica sul sistema “corso di studio” e costituisce il documento-base attraverso il quale il CCLA descrive e valuta i suoi obiettivi, la sua organizzazione e la qualità delle sue attività. Il Comitato di Indirizzo Ha il compito di collaborare, insieme agli altri organi competenti, alla definizione degli obiettivi formativi del geologo in accordo con le esigenze del mondo del lavoro, proponendo quale tipo di informazioni e conoscenze siano da potenziare per facilitare il rapido inserimento del laureato nel mondo del lavoro. E’ così composto: Docenti del CdL: - Prof. Rodolfo Carosi (Presidente del Corso di Laurea triennale), Prof.ssa Patrizia Macera (Presidente del gruppo di Autovalutazione), Prof. Carlo Baroni (rappresentante dei professori di I fascia), Prof.ssa Gabriella Bagnoli (rappresentante dei professori di II fascia), Dott. Giovanni Musumeci (rappresentante dei ricercatori); - un rappresentante degli studenti; - rappresentanti degli Enti esterni: Dott. Antonio Bartelletti (Direttore Parco Apuane); Dott. Giovanni Bracci (Provincia di Pisa); Ing. Guido Cappetti (Enel Green Power spa); Dott. Maurizio Ferrini (Regione Toscana); Prof. Piero Manetti (CNR - Istituto di Geoscienze e Georisorse); Dott. Claudio Nencini (Ordine dei Geologi della Toscana); Dott. Emilio Ricci (Associazione Industriali); Prof. Vincenzo Terreni (Presidente Ass. Naz. Insegnanti Scienze Naturali). La Segreteria Didattica Raccoglie ed istruisce preliminarmente le pratiche studenti da sottoporre agli organi di gestione del CdL. ([email protected]). Ha la funzione di 26 monitorare l’erogazione della didattica attraverso la raccolta e l’elaborazione dei giudizi da parte degli studenti sui singoli corsi La Commissione di Laurea E’ presieduta dal Prof. Mauro Rosi. Fornisce il calendario degli appelli di laurea e designa i membri della commissione di ogni appello tra i docenti del CCLA. Svolge gli esami di Laurea. Si avvale della collaborazione del Dott. Roberto Albani (050-22.15.739; [email protected]) che svolge le funzioni di coadiutore del Presidente della Commissione di Laurea per istruire le pratiche per sostenere l’esame di Laurea. 27 13. Programmi dei corsi ANALISI MINERALOGICHE 9 CFU – 7CFU lezioni frontali; 2 CFU esercitazioni Natale Perchiazzi, Elena Bonaccorsi Dipartimento di Scienze della Terra Programma del corso Diffrattometria di polvere: richiami sulla diffrazione; identificazione di minerali in miscele polifasiche. Preparazione dei campioni per diffrattometria di polvere; richiami sul funzionamento del diffrattometro Bragg-Brentano, camera Debye-Scherrer e Gandolfi; strumenti, principali aberrazioni strumentali ed influenza degli strumenti sulle misure; indicizzazione spettri di polvere ed affinamento ai minimi quadrati dei parametri di cella, focalizzando su minerali costituenti delle rocce; simulazione al calcolatore di spettri di polvere ed introduzione al metodo Rietveld. Applicazione del metodo Rietveld all’analisi quantitativa, con esempi di miscele di materiali sintetici o naturali, da due a quattro componenti; sorgenti non convenzionali, luce di sincrotrone; diffrazione di neutroni come complementare ai raggi- X. SEM/Microsonda: Caratteristiche e funzionamento di SEM e microsonda, esempi di studio di minerali e materiali sintetici. Ricalcolo di formule cristallochimiche di silicati costituenti delle rocce a partire da dati SEM/microsonda. TEM: Caratteristiche e funzionamento del microscopio elettronico a trasmissione: cannone elettronico; lenti condensatori, lente obiettivo, lenti intermedie e proiettori, portacampioni, schermo e sistemi di registrazione. Aberrazioni delle lenti. Diffrazione elettronica: teoria e pratica. Informazioni che si possono ottenere da spettri di diffrazione elettronica. Modalità di formazione dell’immagine. Contrasto di ampiezza e di fase. Problemi nell’interpretazione delle immagini. Applicazioni di microscopia e diffrazione elettronica alle scienze della Terra IR, TG/DTA, Fluorescenza-X: principi di funzionamento ed applicazioni in scienze della Terra. Esempi di applicazioni su materiali di sintesi. 28 Argille: Introduzione alla mineralogia dei suoli e delle argille; definizione e classificazione cristallochimica e strutturale dei minerali argillosi; capacità di scambio ionico e glicolazione; caratterizzazione di minerali argillosi mediante tecniche di laboratorio. Importanza economica e tecnologica dei minerali argillosi. Cementi: La chimica dei cementi, il sistema CaO-Al2O3-SiO2-FeO. Caratterizzazione strutturale delle fasi maggiori dei clinker: alite, belite, ferrite….Proprietà dei clinker e dei cementi Portland. Identificazione e caratterizzazione di componenti dei clinker. Fasi derivanti dall’idratazione dei cementi, composti C-S-H e loro relazioni con i silicati di calcio idrati naturali. Ceramiche: Definizione di ceramica, laterizio, refrattario, le materie prime impiegate nella loro produzione. Applicazione della mineralogia allo studio di materiali ceramici attuali ed antichi. Zeoliti: Aspetti mineralogici e importanza tecnologica come setacci molecolari e disinquinanti. Amianto e mineralogia ambientale: definizione di amianto, metodi di studio, norme el gislative; i particolati atmosferici, loro composizione; altri minerali comuni potenzia lmente pericolosi per la salute. Obiettivi Formativi Il corso si propone di fornire agli studenti conoscenze di base su tecniche di laboratorio versatili e diffuse, per la caratterizzazione di mminerali e materiali sintetici. Verranno descritte il dettaglio gruppi di minerali che risultano rilevanti sia nel contesto geologico che ambientale ed applicativo. Parole chiave: Mineralogia, Minerali delle argille, Cementi, diffrazione a raggi X, TEM, SEM. Verifica dell’ Apprendimento: esame orale con voto Orario di ricevimento: prof. N. Perchiazzi martedì e mercoledì 10-12 Testi consigliati (prof. N. Perchiazzi ): Bish, D.L., Post, J.E. (editors) 1989. Modern powder diffraction. Reviews in mineralogy, Mineralogical Society of America. Potts, P.J., 1987. A handbook of silicate rock analysis. Blackie, Glasgow, 622 pp. Putnis, A.: Introduction to mineral sciences. pp. 41-80. Cambridge univ press Wenk, G. : Electron microscopy in mineralogy. Springer Verlag, Berlin pp. 18-143 Riddle, C. 1993. Analysis of geological materials. Dekker, New York, 463 pp. Stout, G.H., Jensen, L. 1968. X-ray structure determination. A practical guide. MacMillan, London. Commissione esame: N. Perchiazzi, E. Bonaccorsi., M. Lezzerini 29 COMPLEMENTI DI FISICA E MATEMATICA 6 CFU – 4 CFU lezioni frontali; 2 CFU esercitazioni Francesco Giammanco Dipartimento di Fisica “E. Fermi” (Largo Pontecorvo, 3) Programma del corso Complementi di analisi. Scalari, vettori e tensori. Proprieta’ dei vettori e operazioni con i vettori. Elementi di calcolo matriciale e tensori. Operazioni e trasformazioni dei tensori. Sistemi lineari e linearizzazione di funzioni. Funzioni di piu’ variabili e operatori vettoriali. Differenziale totale e derivate parziali. Soluzioni di equazioni algebriche. Equazioni differenziali alle derivate parziali. Proprietà ed esempi di soluzione di equazioni del trasporto. Discretizzazione e rappresentazione numerica. Fisica dei mezzi continui. Equazioni costitutive della reologia. Forze su un corpo e tensore degli stress. Valori e assi principali di stress. Stress normale. Stress di taglio (shear stress). Stress piano. Stress all’interno della Terra. Assi principali di stress. I tre tipi fondamentali di faglia. Deformazioni. Tensore di strain. Elasticità lineare. Legge di Hooke. Costanti elastiche. Viscosità. Modelli lineari in reologia. Meccanica delle fratture. Modelli numerici. Obiettivi formativi Buona padronanza degli strumenti di analisi matematica per funzioni di più variabili e analisi tensoriale. Derivazione equazioni costitutive della Reologia e Tensore di Stress. Conoscenza metodi di derivazione di assi principali, shear ecc. Derivazione tensore di strain e costanti elastiche principali. Verifica dell’apprendimento: esame orale con voto Testi consigliati: - Piskunov – Calcolo Differenziale ed Integrale - Editori Riuniti - F.Mulargia – Un'introduzione alla meccanica delle faglie - Coop. Libraria Universitaria Bologna 2000 Ulteriore materiale didattico verrà fornito durante il Corso Commissione d'esame : F.Giammanco, N. Beverini, G. Moruzzi, F. Cornolti, F. Fuso Orario di ricevimento: Giovedì, 15 – 17. 30 COMPLEMENTI DI GEOLOGIA STRUTTURALE 6 CFU – 5CFU lezioni frontali.; 1 CFU lezioni fuori sede Programma del corso Strain in 2-D e 3-D. Deformazione finita e progressiva. Deformazione e fluidi. Foliazioni e lineazioni nelle rocce deformate e loro meccanismi di formazione. Riconoscimento e classificazione alla microscala. Piegamento di uno strato singolo e di un multistrato. Modelli cinematici di piegamento e piegamenti sovrapposti. Pieghe a guaina. Flanking folds e flanking structures. Strain e modelli di formazione delle strutture duttili. Zone di taglio; indicatori cinematici alla meso e alla microscala per il senso di taglio e lo spostamento. Deformazione nelle cataclasiti e nelle miloniti. Principali meccanismi deformativi alla microscala. Il corso prevede esercitazioni in aula e in campagna. Il lavoro di campagna prevede una le zione fuori sede di tre giorni. Obiettivi formativi Conoscenza approfondita della geometria e della cinematica delle strutture duttili; conoscenza dei principali meccanismi di deformazione delle pieghe e delle zone di taglio fragili e duttili e del ruolo dei fluidi nella deformazione. Verifica dell’apprendimento: esame orale con voto. Testi consigliati - Twiss R.J. & Moores E.M. (1992): Structural Geology. W.H. Freeman and Company. - Passchier C.W. & Trouw R.A.J. (1996): Microtectonics. Springer-Verlag. - Ramsay J.G. & Huber M.I. (1983): The techniques of Modern Structural Geology. Vol. 1: Strain analysis. Academic Press. - Ramsay J.G. & Huber M.I. (1987): The techniques of Modern Structural Geology. Vol. 2: Folds and Fractures. Academic Press. - CD delle lezioni e dispense del docente. Commissione d'esame : Orario di ricevimento: 31 COMPLEMENTI DI PALEONTOLOGIA DEI VERTEBRATI 6 CFU – 4 CFU lezioni frontali; 1 CFU laboratorio; 1 CFU lezione fuori sede Giovanni Bianucci Dipartimento di Scienze della Terra Programma del corso Principi di morfologia funzionale. Adattamenti all’ambiente acquatico e paleoecologia dei mammiferi marini. Principi di sistematica e di classificazione. Analisi filogenetiche. Cenni sull’analisi cladistica: costruzione e lettura dei cladogrammi. Cetacea. Caratteri generali. Origini e ipotesi sui progenitori basate su dati paleontologici e molecolari. Classificazione con trattazione a livello delle singole famiglie. Gli Archaeoceti. L’origine dei Neoceti. I Mysticeti. Gli Odontoceti. Filogenesi. Evoluzione, distribuzione geografica e cambiamenti ambientali. Sirenia. Caratteri generali. Classificazione. Origine ed evoluzione. Paleogeografia. Filogenesi. Desmostylia. Caratteri generali. Distribuzione stratigrafica e geografica. Pinnipedia. Caratteri generali, sistematica e strategie alimentari. Origine (monofiletica o difiletica) ed evoluzione. Pinnipedi arcaici e pinnipedi moderni. Altri gruppi minori d mammiferi adattati alla vita marina. Tafonomia dei mammiferi marini. I principali giacimenti a mammiferi marini: natura dei depositi, tafonomia e diversità. Distribuzione geografica, stratigrafica e pattern evolutivo dei mammiferi marini del Mediterraneo. Laboratorio e lezioni fuori sede Tassonomia e sistematica dei mammiferi marini: i principali elementi diagnostici per il loro riconoscimento. Metodi di prospezione paleontologica applicati alla ricerca dei vertebrati fossili. Utilizzo del georadar e di altre tecniche geofisiche. Georeferenziazione, raccolta dati e rilievi 3D con laser scanner e Zscan. Tecniche, con applicazione sul terreno, per il recupero dei vertebrati fossili. Preparazione, conservazione e duplicazione in laboratorio dei vertebrati fossili. Obiettivi formativi 32 Conoscenze di base sulla storia evolutiva delle principali linee di mammiferi marini e sui principali giacimenti fossili. Conoscenze dei principali metodi di prospezione, raccolta dati, recupero e conservazione dei vertebrati fossili. Capacità di riconoscimento e classificazione, sulla base di reperti fossili ,dei principali gruppi di mammiferi marini. Verifica dell’ apprendimento: esame orale con voto. Testi Consigliati - Berta A., Sumich J.L. & Kovacs K.M. 2006. Marine mammals. Evolutionary biology. Second Edition. Academic Press, San Diego. - Bianucci G. & Landini W. 2007. Fossil History. In: Reproductive biology and phylogeny of Cetacea. Whales, dolphins and porpoises. D.L. Miller (Ed.). Science Publishers, Enfield. - Thewissen J.G.M. (Ed.) 1998. The Emergence of Whales. Evolutionary patterns in the origin of Cetacea. Plenum Press, New York and London. - Leiggi P. & May P. (Eds.) 1994. Vertebrate paleontological techniques. Volume 1. Cambridge University Press, New York. Commissione d’esame : G. Bianucci, W. Landini, L. Ragaini. Orario di ricevimento: Martedì, 10 – 12. 33 CRISTALLOCHIMICA 6 CFU – lezioni frontali Marco Pasero Dipartimento di Scienze della Terra Programma del corso Cristallochimica generale. Il legame chimico. Elettronegatività secondo Pauling e secondo Mulliken. Legame ionico in molecole. Cristalli ionici. Energia coesiva: termini coulombiani e termini repulsivi di Born. Raggi ionici: raggi univalenti e raggi cristallini. Variazione della distanza di legame con la coordinazione. Impacchettamento compatto di sfere e strutture tipo A, B, C. Poliedri di coordinazione. Descrizione di una struttura cristallina: esempi. Le regole di Pauling (criteri di stabilità delle strutture ioniche): esempi. Raggi ionici empirici. Estensione della II regola di Pauling: correlazione tra forza di legame e distanza di legame. Cristallochimica speciale. Strutture a impacchettamento compatto di ioni ossigeno: strutture AX, AX2, A2X3. Strutture AB2O4 (spinelli). Distribuzione degli elementi nei processi geologici: eccezioni alle regole di Goldschmidt e Ringwood. Teoria del campo cristallino. Energie di stabilizzazione in campo ottaedrico e in campo tetraedrico. Effetto Jahn-Teller. Gli elementi di transizione nei processi di differenziazione magmatica. Ripartizione tra minerali coesistenti. Polimorfismo e politipismo: aspetti termodinamici, aspetti strutturali. Esempi di polimorfismo. Struttura tipo olivina. Struttura tipo granato. Struttura tipo humite. Polisomatismo: definizione ed esempi. Strutture del composto Al2SiO5. Silicati a catena. Connessioni di catene tetraedriche ed ottaedriche: modalità diverse di connessione. Pirosseni, pirossenoidi, anfiboli, biopiriboli. Dagli inosilicati ai fillosilicati. Principali famiglie di fillosilicati. Politipismo nelle miche. Silicati a impalcatura tridimensionali di tetraedri. Feldspatoidi e zeoliti: caratteristiche strutturali e proprietà. Soluzioni solide ideali; soluzioni “regolari”. Cristallochimica di alta temperatura; espansioni poliedriche. Cristallochimica di alta pressione; compressibilità poliedriche. Pressione, temperatura e composizione come variabili strutturali ‘analoghe’. Limiti assoluti per l’estensione e la compressione dei legami. Caso di Si- O. Mineralogia del mantello. Informazioni di carattere geofisico e petrologico. Informazioni di carattere cristallografico: isostrutturalità di silicati e germanati. Studi di altissima pressione. Strutture di alta pressione: β-Mg2 SiO 4 , γ-Mg2 SiO 4 , struttura tipo ilmenite, struttura tipo “Sr2 PbO4 ”, struttura tipo perovskite, 34 struttura tipo hollandite. Trasformazioni di fase nel mantello. Ruolo del silicio in coordinazione ottaedrica. Obiettivi formativi Acquisizione degli strumenti per consentire la “lettura” di un minerale o di una famiglia di minerali a partire dalle loro caratteristiche cristallochimiche, e comprensione delle relazioni tra proprietà chimiche, fisiche e cristallografiche e l’ambiente geologico in cui il minerale si è formato. Comprensione delle relazioni tra le trasformazioni mineralogiche (transizioni di fase, femonemi di politipismo) e l’ambiente di formazione ed evidenziazione della correlazione tra caratteristiche cristallochimiche e variazioni delle condizioni termodinamiche. Verifica dell’ apprendimento: esame orale con voto. Testi consigliati - Bloss F.D. (1971): Crystallography and crystal chemistry. Holt, Rinehart & Winston, New York (in particolare cap. 8 e 9). - Carobbi G. (1971): Trattato di mineralogia. USES, Firenze (part. cap. 3). - Papike J.J. & Cameron M. (1976): Crystal chemistry of silicate minerals of geophysical interest. Rev. Geophys. Space Phys., 14, 37-80. - Hazen R.M. & Finger L.W. (1982): Comparative crystal chemistry. Wiley, New York (in particolare cap. 6-10). - Papike J.J. (1987): Chemistry of rock-forming silicates: ortho, ring, and single-chain structures. Rev. Geophys., 25, 1483-1526. - Papike J.J. (1988): Chemistry of rock-forming silicates: multiple-chain, sheet and framework structures. Rev. Geophys., 26, 407-444. - McElhinny M.W. (ed.) (1979): The Earth: its origin, structure and evolution. Academic Press, London (in particolare cap. 1, 7 e 8). - Griffen D.T. (1992): Silicate crystal chemistry. Oxford University Press, Oxford (in particolare cap. 1-8). Commissione d’esame : M. Pasero, E. Bonaccorsi, N. Perchiazzi, P. Orlandi. Orario di ricevimento: tutti i giorni dalle 9 alle 11 (su appuntamento). 35 CRISTALLOGRAFIA 6 CFU – lezioni frontali Elena Bonaccorsi Dipartimento di Scienze della Terra Programma del corso Prima parte: Determinazione di strutture cristalline. Cristallografia geometrica. Ripetizioni periodiche: traslazioni, rotazioni proprie e improprie. Simmetria. Cenni di teoria dei gruppi. La simmetria traslazionale dei cristalli. Reticolo. Cella elementare, cella primitiva e celle multiple. Gruppi di simmetria nello spazio bidimensionale. Gruppi di rotazioni proprie e improprie. Limitazioni alla simmetria rotazionale. Reticoli bidimensionali. I 17 gruppi del piano. Gruppi di simmetria nello spazio tridimensionale. Limitazioni alla simmetria rotazionale nei cristalli: ordine degli assi n = 1, 2, 3, 4, 6. I 32 gruppi cristallografici del punto o classi cristalline. I sette sistemi cristallini. Forma esterna dei cristalli: facce, indici delle facce, legge di razionalità degli indici. La simmetria traslazionale dei cristalli. I 14 reticoli bravaisiani. I gruppi spazia li bravaisiani. Introduzione di elicogire e slittopiani. Cristallografia a raggi X. Natura e produzione dei raggi X. Assorbimento dei raggi X. Metodi per la rivelazione dei raggi X. Generalità sui fenomeni di interferenza e diffrazione. Equazioni di Laue. Equazione di Bragg e corrispondenza con le equazioni di Laue. Il reticolo reciproco e la sfera di Ewald. Metodi sperimentali. Determinazione della simmetria di Laue. Determinazione della cella elementare e assegnazione degli indici. Assenze sistematiche e determinazione del gruppo spaziale di un cristallo. Diffrattometro per cristallo singolo. Cristallografia strutturale. Diffusione da parte di un elettrone; diffusione da parte di un atomo; il fattore di struttura. La riflessione integrata. Fattori di Lorentz, di polarizzazione, e di assorbimento. Estinzione primaria e secondaria. Simmetria della diffrazione. Assenze sistematiche. La funzione densità elettronica e la sua espansione in serie di Fourier. Il problema della fase. Funzione di Patterson. Metodo dell'atomo pesante. Raffinamento delle strutture cristalline. Sintesi delle differenze. Metodo dei minimi quadrati. Risultati dell'analisi: distanze ed angoli di legame; poliedri di coordinazione. Seconda parte: Applicazioni alle Scienze della Terra Studi strutturali ad alta temperatura e alta pressione. Apparecchiature per alta e bassa temperatura. Apparecchiature per studi ad alta pressione. Studio in situ di trasformazioni (es. disidratazioni). Trasformazioni di fase. Trasformazioni ordine-disordine. Esemp i. 36 Mineralogia del mantello. Mineralogia sperimentale di alta pressione e trasformazioni di fase nel mantello.Discontinuità a 400 km: trasformazione delle olivine. Trasformazione dei pirosseni. Discontinuità a 650 km. Discontinuità a 1050 km. Mantello inferiore: 1050 – 2885 km. Obiettivi Formativi Conoscenza degli elementi basilari della cristallografia geometrica e delle metodologie di indagine strutturale condotta con diffrazione di raggi X. Conoscenza delle principali applicazioni della cristallografia alle Scienze della Terra. Parole chiave: Mineralogia, cristallografia, diffrazione, raggi X, ordine, struttura. Verifica dell’ apprendimento: esame orale con voto Testi consigliati: - Materiale didattico: appunti, testi delle lezioni, file pdf scaricabili dal sito ufficiale del corso (https://sites.google.com/site/cristallografia) - Clegg W., Blake A.J., Gould R.O., Main P.: Crystal Structure Analysis. Principles and Practice. Oxford University Press (presente in biblioteca studenti). Testi da consultazione : - International Tables for X-ray Crystallography - Brief teaching edition. (presenta ed illustra i principali concetti relativi alle simmetrie di gruppo spaziale, esemplificati mediante una scelta tra i più frequenti gruppi spaziali). - Rigault G.: Simmetria e cristalli. (semplice e chiara trattazione degli aspetti di simmetria di strutture ‘bidimensionali’). Commissione di esame : Bonaccorsi, Merlino, Pasero Orario di ricevimento: Martedì 12-14,Giovedì 12-14. FISICA DEL VULCANISMO 6 CFU – lezioni frontali Mauro Rosi Dipartimento di Scienze della Terra 37 Programma del corso Parte I Le cristi vulcaniche eruttive attraverso l'analisi e la discussione di casi studio (hazard e gestione dell'emergenza). L'eruzione del 1980 del vulcano St Helens (USA), L'eruzione del vulcano di Moinserrat (Piccole Antille), l'eruzione dl vulcano Stromboli 2002-2003 Isole Eolie), l'eruzione del Nevado del Ruiz 1985 (Colombia), L'eruzione del vulcano Pinatubo del 1991 (Filippine), l'eruzione dl lago di Nyos (Cameroon) . Parte II Processi fisici che regolano i fenomeni eruttivi. Stoccaggio del magma, caldere e camere magmatiche, evidenze petrologiche, geofisiche e geologiche della loro esistenza. Formazione delle camere magmatiche. Le camere magmatiche come fattore di controllo del processo vulcanico. Il ruolo dei volatili nella rottura delle pareti della camera magmatica. Il ruolo dei volatili nel processo vulcanico. Volatili nel magma e loro solubilità. Nucleazione delle bolle nel magma, crescita delle bolle per diffusione e decompressione, coalescenza delle bolle. Frammentazione del magma e influenza dei volatili sullo stile eruttivo. Eruzioni sostenute, influenza delle bolle di gas prima della frammentazione, accelerazione della miscela gas frammenti magmatici. Contenuto in gas e velocità di uscita della miscela. Forma del condotto, geometria della bocca e velociotà di uscita.Pennacchi eruttivi delle eruzioni sostenute. Fattori di controllo dell'altezza del pennacchio eruttivo. Caduta dei frammenti dalla colonna eruttiva e dal pennacchio. Colonne eruttive instabili, densità e altrti fattori di controllo dell'instabilità. Eruzioni esplosive transienti , esplosioni magmatiche e modellazione delle esplosioni magmatiche transienti. Esplosioni transienti che coinvolgono acqua esterna e tipi di eruzioni idromagmatiche. I prodotti (tefra) delle eruzioni idromagmatiche. Processi di caduta e di flusso nella messa inposto dei materiali piroclastici. Processo di caduta dai margini della colonna convetiva e dalla regione dell'ombrello. Velocità di caduta dei clasti. Caratteristiche delle colonne e di corrispondenti depositi. Applicazione dei modelli delle colonne eruttive e stima delle velocità di uscita dei clasti e dell'intensità dell'eruzione, determinazione del volume dell'eruzione e della durata dell'eruzione. Correnti di densità piroclastica e loro depositi. Origine delle correnti di densità piroclastica (collasso di fontana, esplosioni direzionali e collasso di duomi). Ignimbriti e processo di messa in posto. Colate di lava, tipi di lave, reologia dei flussi lavici, controllo reologico della geometria dei flussi lavici. Moto della lava, lunghezza dei flussi di lava, superficie tessiturale dei flussi di lava. Stili erut tivi, scala delle eruzioni e frequenza delle eruzioni. Condizioni per l'accadimento di eruzioni effusive. Composizione chimica del magma e eruzioni esplosive. Composizione e eruzioni esplosive transienti, composizione e eruzioni esplosive sostenute (ruolo della viscosità e ruolo del contenuto in gas). Dimensione e frequanza delle eruzioni Eruzioni elastiche e anelastiche. Eruzioni di magnitudo eccezionale. Pericolosità vulcanica e 38 monitoraggio vulcanico. Tipi di pericoli vulcanici. Previsione a lungo e a breve termine delle eruzioni. Obiettivi formativi Gli obiettivi del corso sono di far familiarizzare lo studente con il tema delle crisi vulcaniche e dei diversi aspetti della loro gestione. Il corso si prefigge anche di analizzare da un punto di vista fisico il processo eruttivo e i pericoli da esso prodotti. Gran parte di questi concetti sono qualitativamente estendibili ad altri tipi di rischi naturali. Modalità di verifica dell'apprendimento: Esame orale con voto Testo consigliato Fundamendals of Physical Volcanology Commissione d'esame : Rosi, Santacroce, Sbrana Orario di ricevimento: Lunedi 10-12 GEOCHIMICA APPLICATA ALLA VULCANOLOGIA 6 CFU – 4 CFU lezioni frontali; 2 CFU laboratorio Paola Marianelli Dipartimento di Scienze della Terra Programma del corso Caratteristiche dei corpi magmatici: tipi, geometrie e dimensioni. I sistemi di alimentazione dei vulcani attivi. Esempi di sistemi di alimentazione in diversi ambienti (es: Islanda, Hawaii, Etna, S.Helens, Montserrat, Pinatubo,Vesuvio Campi Flegrei ecc.). Concetti di camera magmatica, mush column, sistemi superficiali e profondi. Processi chimico-fisici in camere magmatiche, processi di differenziazione, convezione, diffusione, stratificazione, zonature composizionali e termiche. Evoluzione di serbatoi magmatici in sistema chiuso e processi a sistema aperto: rialimentazioni, degassamento e interazioni con le rocce incassanti, processi di mescolamento. Mescolamento fisico vs. ibridizzazione. Ruolo del mixing nell’evoluzione termica e composizionale delle camere magmatiche e 39 nell’innesco e nella dinamica delle eruzioni. Dinamica delle camere magmatiche, processi di cristallizzazione alla parete, formazione e migrazione del fronte di solidificazione, comportamento dei volatili nella camera magmatica ed all’interfaccia con l’incassante, skarn e cornubianiti, rocce di parete e informazioni da loro derivanti. Processi e modalità di estrazione e di risalita di magmi. Modelli di estrazione. I volatili nei magmi: comportamento delle specie volatili nei vari processi evolutivi; essoluzione e separazione di una fase fluida (modalità, ruolo della fase fluida essolta nei processi di degassamento in sistema aperto, nell’innesco delle eruzioni e nei meccanismi eruttivi, negli scambi con l’incassante). Ricostruzione del ruolo dei sistemi di alimentazione nei fenomeni precursori, di innesco ed eruttivi. Relazioni tra dinamica delle eruzioni e processi nei sistemi di alimentazione. Principali tecniche di studio dei depositi vulcanici. Utilizzo della tecnica SEM-EDS in vulcanologia: analisi morfoscopiche su rocce piroclastiche e microanalisi su minerali, inclusioni e vetri vulcanici. Tecniche analitiche per lo studio delle inclusioni silicatiche: preparazione dei campioni, microanalisi EDS e WDS, microspettrometria a infrarosso (Fourier Transform Infrared FT-IR) su inclusioni e vetri vulcanici, microtermometria ottica, caratteristiche delle piattaforme riscaldanti, strategie di impiego e di indagine. Metodologie di studio dei sistemi di alimentazione: conoscenze derivanti da tecniche dirette, perforazioni profonde, geofisica, camere magmatiche fossili, e da tecniche indirette, derivanti dallo studio di frazioni iuvenili, litici “cognate”, litici, petrologia sperimentale, inclusioni silicatiche e fluide. Le inclusioni silicatiche e fluide e lo studio delle camere magmatiche: stime delle temperature di cristallizzazione dei magmi, stima delle pressioni di cristallizzazione dei magmi, percorso evolutivo dei fusi magmatici, evoluzione delle fasi volatili, modelli di solubilità, formazione e evoluzione della fase fluida. Interpretazione dei dati in funzione della ricostruzione dei processi di evoluzione dei magmi nel sistema di alimentazione e delle condizioni PTX in camera magmatica pre-eruttive e sineruttive. Esercitazioni pratiche in laboratorio. Obiettivi formativi Approfondimento della conoscenza dei sistemi di alimentazione dei vulcani attivi e principali tecniche di studio. Relazioni tra funzionamento dei sistemi di alimentazione, dinamiche delle eruzioni e caratteristiche dei depositi vulcanici. Verifica dell’apprendimento: esame orale con voto. Testi consigliati - Sigurdsson, H. (Editor in Chief) (2000): Encyclopedia of Volcanoes. Academic Press. San Diego. 1417 pp. 40 - Wholetz K. & Heiken G. (1992): Volcanology and geothermal energy. Univ. of California Press. 432 pp. - Carroll and Holloway (1994): Volatiles in magmas. Reviews in Mineralogy vol. 30. 517 pp. - Roedder E. (1984): Fluid inclusions. Reviews in Mineralogy vol. 12, 646 pp. - De Vivo B., Bodnar R.J. (2003): Melt inclusions in volcanic systems. Developments in Volcanology vol. 5, 258 pp. Commissione d’esame : P. Marianelli, R. Santacroce, A. Sbrana. Orario di ricevimento: Giovedì, 10 – 12. GEOCHIMICA E GEODINAMICA 6 CFU –lezioni frontali Patrizia Macera Dipartimento di Scienze della Terra Il corso è suddiviso in tre moduli di circa 16 ore di lezione nei quali vengono trattati: la geochimica e geochimica isotopica sistematica, la tettonica globale e le associazioni tettonomagmatiche, esempi illustrativi dei vari ambienti geodinamici. Programma del corso Cenni storici sulla deriva dei continenti. Teorie fissiste e mobiliste. La tettonica delle placche. Litosfera ed astenosfera. Distribuzione e profondità delle zone sismiche terrestri. Limiti di placca divergenti, trasformi e convergenti. Vulcanismo associato ai margini di placca. Vulcanismo intraplacca. Mantle plumes. Utilizzazione dei dati geochimici per individuare le sorgenti dei magmi e l'ambiente geodinamico di serie magmatiche antiche. La geochimica degli elementi in traccia: elementi alcalini ed alcalino-terrosi; le REE; gli elementi ad alto potenziale ionico o HFSE; gli elementi di transizione; gli elementi del gruppo del Pt (PGE). I diagrammi multi- elementari o spidergrams normalizzati al mantello primitivo (PM), condriti (Cho), MORB e loro utilizzazione per il riconoscimento delle varie associazioni magmatiche. Diagrammi di discriminazione tettonica. I rapporti fra elementi incompatibili come traccianti geochimici di sorgenti. Utilizzazione degli isotopi radiogenici in Geocronologia e Geologia isotopica. Variazione della composizione isotopica dello Sr e del Nd nei basalti oceanici. 41 Geologia isotopica di Sr, Nd e Pb. Riconoscimento dei vari serbatoi mantellici e crostali. Sistematica isotopica Lu-Hf e Re-Os e sue applicazioni allo studio delle rocce ignee. Struttura e composizione del mantello terrestre. Teorie sulla sua eterogeneità. Movimenti convettivi nel mantello. Convezione stratificata, globale e zonata. Evidenze geofisiche e geochimiche. Lo strato D". Teorie sulla genesi dei basalti intraplacca oceanici e continentali. Concetto di “mantle plume” ed ipotesi sui vari tipi di hotspot. Il magmatismo di ambiente convergente. Il contributo della crosta oceanica e continentale nella sorgente dei magmi di arco. Caratteristiche geochimiche ed isotopiche del magmatismo di arco. Teorie sulla genesi dei magmi di arco. Il contributo dei sedimenti e della crosta oceanica nella composizione dei magmi; gli strumenti geochimici da utilizzare per il loro riconoscimento. Processi di mixing e AFC. I traccianti geochimici come strumenti per l'individuazione delle sorgenti magmatiche e della eterogeneità del mantello. Ambienti geodinamici delle principali associazioni magmatiche. Relazioni fra geodinamica e geochimica dei magmi. Esempi tratti dal magmatismo Cenozoico dell’area EuroMediterranea. Obiettivi formativi Padronanza degli strumenti essenziali necessari a collegare i principali ambienti geodinamici con le caratteristiche geochimiche dei magmi. Lettura ed interpretazione, ad un livello generale, dei fondamentali traccianti geochimici ed isotopici atti ad identificare i processi petrogenetici che presiedono l’evoluzione del sistema crosta- mantello. Verifica dell’apprendimento: esame orale con voto. Testi consigliati - Faure G. (1986): Principles of isotope geology (2nd ed.). J. Wiley & Sons. 589 pp. - Rollinson H. (1993): Using geochemical data: evaluation, presentation, interpretation. Longman. 352 pp. - Varie lezioni possono essere scaricare da http://www.imwa.info/Geochemie/Chapters.html - Materiale elettronico fornito dai docent i Commissione d’esame : P. Macera, D. Gasperini. Orario di ricevimento P. Macera: Giovedì, 10 – 12. 42 GEODINAMICA 9 CFU – 6 CFU lezioni frontali;2 CFU lezioni fuori sede Rodolfo Carosi Dipartimento di Scienze della Terra Programma del corso Placche litosferiche, definizione tipi e driving forces. Cenni sui diversi tipi di approccio alla geodinamica: osservazione, modellizzazione analogica e numerica. Comportamento reologico dei materiali litosferici; influenza della temperatura, pressione e fluidi. Meccanica dei cunei orogenici. Evoluzione geodinamica delle catene di collisione. La catena Himalayana. Struttura collisionale e iper-collisione. Geometria, deformazione e metamorfismo delle principali unità tettoniche della catena Himalayana: la Successione Sedimentaria Tibetana, il cristallino dell’alto Himalaya, l’Himalaya inferiore e la catena del Siwalik. I graniti Miocenici dell’alto Himalya e i graniti nord himalayani. I duomi di gneiss nord himalayani. Cenni sulla sutura dell’Indo-Tsangpo e sulla evoluzione tettonica pre-collisionale. Discontinuità tettoniche principali: il Main Central Thrust e South Tibetan Detachment System. Sismicità attiva. Meccanismi di esumazione delle rocce metamorfiche e delle unità di alta pressione: erosione, estensione, estrusione e channel flow. La catena Varisica sud-Europea. Richiami sulla catena Varisica europea. Le strutture ne lla catena Varisica circum- mediterranea (Corsica, Sardegna, Pirenei orientali, Catena Costiera Catalana, Massiccio dei Mauri- Esterel). La struttura della catena Varisica in Sardegna: zona interna, zona a falde e zona esterna. Principali successioni coinvolte, deformazione polifasica, metamorfismo e magmatismo. Il metamorfismo Barroviano e la sovraimpronta di HT-BP. Le eclogiti e i belt di rocce di alta pressione; il problema della sutura Carbonifera. Shear belt e deformazione traspressiva post-collisionale: cinematica ed esumazione dei complessi di medio e alto grado metamorfico. Datazioni geocronologiche degli eventi deformativi. Tentativi di ricostruzione paleogeodinamica. Il corso verrà integrato da esercitazioni su carte geologiche regionali, costruzione di sezioni geologiche di ampie porzioni di crosta deformata. Saranno inoltre analizzati campioni a mano e numerose sezioni sottili di metamorfiti e tettoniti provenienti dalle catene esaminate al fine di favorire l’inquadramento delle strutture e del metamorfismo nel contesto tettonico delle catene di collisione. Obiettivi formativi 43 Acquisizione degli elementi di base della geodinamica e delle conoscenze per lo studio tettonico e strutturale delle deformazioni presenti a vari livelli crostali nelle catene di collisione. Verifica dell’apprendimento: esame orale con voto. Testi consigliati - Carmignani L. (2001): Geologia della Sardegna. Note illustrative della Carta Geologica della Sardegna a scala 1:200.000. Memorie Descrittive della Carta Geologica d’Italia. Vol. LX, pp. 1-283. - Camignani et al. (1994): The Hercynian chain in Sardinia, Geodinamica Acta. 7, 1, 31-47. - Carosi R., Frassi C., Montomoli C., Iacopini D. (2006): Excursion in the Variscan Basement of Northern Sardinia (Italy): Field Guide. In: (eds.) Köhn, D. & De Paor D., Journal of the Virtual Explorer, Electronic Edition, ISSN 14418142, Volume 22, Paper 3. - Carosi R., Lombardo B., Musumeci G., Pertusati P.C. (1999): Geology of the Higher Himalayan Crystalline in Eastern Nepal (Khumbu Himal). In: Advances on the geology of the Himalaya. Focus on Nepal (P. Le Fort & B.N. Upreti eds.), Journal of Asian Earth Science, 17, 785-803. - Yin A & Harrison M. (1996): The tectonic evolution of Asia. Cambridge University Press., pp. 1-666. - Articoli scientifici specifici verranno consigliati durante il corso. Commissione d’esame : R. Carosi, P. Pertusati, C. Montomoli. Orario di ricevimento: Lunedì, 11 – 13. GEOFISICA APPLICATA 6 CFU Rivolgersi al Presidente del Corso di Laurea Magistrale Geofisica di Esplorazione ed applicata Prof. Beverini ([email protected]) 44 GEOLOGIA APPLICATA ALL’AMBIENTE 9 CFU - 8 CFU lezioni frontali; 1CFU lezioni fuori sede ed esercitazioni Alberto Puccinelli Dipartimento di Scienzedella Terra Programma del corso Studi per il controllo della dinamica fluviale Valutazione e controllo delle piene nei corsi d’acqua (cenni). L’erosione lungo i versanti e lungo gli alvei quale responsabile del carico solido di un corso d’acqua. La dinamica degli alvei. I dissesti in alveo. Il rilevamento geologico per la previsione della dinamica fluviale. Tecniche d’intervento per la previsione e la riduzione delle esondazioni e delle inondazioni. Studi per il risanamento dei terreni e delle acque sotterranee contaminate Lo sviluppo delle contaminazioni. Piano d’indagini per la bonifica. Individuazione dell’origine dell’inquinamento. Gli interventi di bonifica a carattere geologico. Gli inquinamenti da idrocarburi. la protezione dall’inquinamento: controllo delle riserve idriche e monitoraggio. Geologia urbana Il ruolo del geologo nella progettazione di scarichi di rifiuti urbani e industriali. La compatibilità ambientale degli insediamenti industriali, agricoli e abitativi, dei sistemi fognari, di discariche, ecc. Approvvigionamenti idrici e problemi connessi. Studi geologici di supporto per la stesura dei piani regolatori. Il rischio idrogeologico-ambientale nella costruzione di strade e gallerie Il rischio geologico nella progettazione di opere. Valutazione del rischio nella costruzione di strade e gallerie: indagini geognostiche, problemi connessi con la stabilità dei versanti, con le falde idriche, con la subsidenza indotta dai drenaggi, con lo smaltimenti degli inerti. Il nuovo diritto ambientale e le modifiche al testo unico sull’ambiente (seminari integrativi della Dott. D. Marchetti) Principi fondamentali di tutela dell’ambiente. D.Lgs. 152/06: il nuovo testo unico sull’ambiente. Il correttivo D.Lgs. 4/2008. La bonifica dei siti contaminati secondo gli art. 242 e 249. Il Piano di caratterizzazione ambientale. L’Analisi di Rischio sito-specifica in sintesi. Competenze di Stato ed Enti Pubblici in materia di ambiente. VIA e VAS – La normativa in merito all’impatto ambientale. La tutela delle acque nel diritto ambientale. Normativa 45 ambientale regionale e nazionale a confronto. Disciplina delle terre e rocce da scavo – dal D. Lgs. 152/06 alla Legge Convers. 2/2009. Esercitazioni In campagna. Rilievi geologici per la predisposizione di un modello geologico preliminare per la progettazione delle indagini geognostiche di sottosuolo necessarie per studi idrogeologici, sulla stabilità dei versanti, ecc. In aula. Elaborazione dati, sezioni e carte tematiche Obiettivi formativi Alla fine del corso lo studente sarà in grado di dare una valutazione di massima delle piene nei corsi d'acqua, con particolare riferimento ai metodi di riduzione delle esondazioni e delle inondazioni. Potrà individuare tratti di torrente e di fiume dove si formi deposito o dove si eserciti erosione e predisporre quindi gli idonei sistemi di difesa. Saprà in grado di localizzare l'origine dell'inquinamento e di sviluppare piani d'indagine a carattere geologico per la bonifica dei terreni e delle acque sotterranee contaminate da sversamenti di varia natura. Fornirà il modello geologico e stabilirà la compatibilità ambientale per la progettazione di discariche, di insediamenti industriali, agricoli e abitativi, dei sistemi fognari, ecc.. Evidenzierà e fornirà elementi per la risoluzione di problemi connessi con gli approvvigionamenti idrici. Svilupperà studi geologici di supporto per la stesura dei piani regolatori. Saprà valutare il rischio idrogeologico-ambientale nella costruzione di strade e gallerie, dove particolare importanza assumeranno i problemi connessi con la stabilità dei versanti, con le falde idriche, con la subsidenza indotta dai drenaggi, con lo smaltimenti degli inerti. Avrà le nozioni sufficienti per l’utilizzazione di strumenti informatici nella modellazione di versanti instabili e di sistemi idrogeologici. Verifica dell’apprendimento: esame orale con voto. Testi consigliati: P. Canuti, U. Crescenti & V. Francani (2008) – Geologia applicata all’ambiente. Casa Editrice Ambrosiana B. W. Pipkin, D. D. Trent & R. Hazlett (2007) – Geologia ambientale. Piccin Nuova Libraria S.p.A. M. Civita (2005) - Idrogeologia applicata e ambientale. Casa Editrice Ambrosiana Gonzales de Vallejo (2005) – Geoingegneria. Pearson ed. Milano 46 E. Mariotti, M. Iannantuoni (2008) - Il nuovo diritto ambientale - II edizione aggiornata - Maggioli Editore Commissione d’esame : A. Puccinelli, G. D’Amato Avanzi, R. Giannecchini, A. Pochini, D. Marchetti Orario di ricevimento: Lunedì, 11 – 13. GEOLOGIA DEI BASAMENTI CRISTALLINI 6CFU – 5 CFU di lezioni frontali; 1 CFU di lezione fuori sede Giovanni Musumeci Dipartimento di Scienze della Terra Programma del corso Basamenti cristallini: definizione e contesti tettonici di esposizione e relazioni basamento-copertura. Tipologia della deformazione, meccanismi deformativi, analisi delle meso e microstrutture, condizioni fisiche di deformazione. Associazioni metamorfiche e relazioni blastesi metamorfiche-deformazione. Metodi di geotermobarometria, percorsi P-T-deformazione, evoluzione termomeccanica ed esempi di evoluzione orogenica di un basamento. Magmatismo e deformazione: il magmatismo sintettonico, elementi strutturali, deformazione magmatiche e sub- magmatiche. Riattivazione ed esumazione dei basamenti cristallini, modalità di deformazione, ruolo del basamento, sovrapposizione di strutture tettoniche. Associazioni strutturali, zone milonitiche, gneiss domes, core complex. Obiettivi formativi Conoscenze dei caratteri strutturali e metamorfici dei basamenti cristallini. Riconoscimento delle tipologie deformative e delle evoluzioni metamorfiche in relazione ai processi orogenici. Conoscenza delle diverse metodologie di analisi applicabili nello studio dei basamenti cristallini. Verifica dell’apprendimento: esame orale con voto. Testi consigliati - Bouchez J.L., Hutton D.H.W. & Stephens W.E. (1997): Granite: from segregations of melts to emplacement fabrics. Petrology and structural geology series. Kluwer Academic Publishers. 47 - Burg J.P. & Ford M. (1997): Orogeny through time. Geological Society of London. Special publications No 121. - Knipe R.J. & Rutter E.H. (1990): Deformation mechanism, rheology and tectonics. Geological Society of London. Special publications No 54. - Kornprobst J. (2002): Metamorphic rocks and their geodynamic significance. Petrology and structural geology series. Kluwer Academic Publishers. - Passchier C.W. & Trouw R.A.J. (1996): Microtectonics. Springer-Verlag Berlin. - Ring U., Brandon M.T., Lister G.S. & Willett S.D. (1999): Exhumation processes: normal faulting, ductile flow and erosion. Geological Society of London. Special publications No 154. Commissione d’esame : G. Musumeci, G. Molli. Orario di ricevimento: Martedì, 11 – 13. GEOLOGIA ECONOMICA 6 CFU – 4 CFU lezioni frontali; 2 CFU laboratorio Anna Gioncada Dipartimento di Scienze della Terra Programma del corso I minerali industriali e metallici: produzione, impieghi, valore economico e principali cause delle sue variazioni. Terminologia di base specialistica del settore. Fattori che rendono un deposito di minerali industriali o metallici economicamente sfruttabile: fattori geologici, petrografici, mineralogici, economici, ambientali. Principali processi geologici che determinano lo sviluppo di concentrazioni di risorse minerali d’interesse economico: processo magmatico, magmaticoidrotermale, idrotermale, sedimentario e supergenico. Principali tipi di depositi d’interesse economico, esempi da situazioni reali. Metodi d’indagine delle rocce mineralizzate, con particolare riferimento alle informazioni ottenibili dalle tessiture, strutture e paragenesi delle rocce mineralizzate, alle potenzialità delle inclusioni fluide, alla geotermometria e geobarometria. Metodi e costi dell’esplorazione e dello sfruttamento. Laboratorio Applicazioni dei principali metodi petrografici d’indagine delle rocce mineralizzate, in particolare osservazione al microscopio ottico e in microscopia elettronica a scansione, applicazioni dello studio delle inclusioni fluide. 48 Obiettivi formativi Competenze di base riguardanti la genesi e lo sfruttamento di depositi di minerali e rocce che presentano un valore economico. Acquisizione delle conoscenze basilari sull’utilizzo dei principali minerali metallici e industriali, sul loro valore economico e sulle principali cause delle sue oscillazioni, sui più importanti processi geologici responsabili dello sviluppo di depositi economicamente sfruttabili e sul loro reperimento. Verifica dell’apprendimento: esame orale con voto, con discussione su un articolo scientifico concordato con il docente. Testi consigliati - Evans A. (1993): Ore Geology and industrial minerals- an introduction. Blakwell Scientific Publication. - Robb L. (2004): Introduction to ore forming processes. Blackwell Publishing, 373 pp. - Manning D.A.C. (1995): Introduction to industrial Minerals. Chapman & Hall. - Harben P.W. (2002): The Industrial Minerals HandyBook - A Guide to Markets, Specifications, & Prices. Fourth Edition, Industrial Minerals Information Services, UK Commissione d'esame : A. Gioncada, R. Mazzuoli, P. Armienti, L. Leoni, M. Lezzerini. Orario di ricevimento: Mercoledì, 12 – 13; Venerdì, 12 – 13. 49 GEOMORFOLOGIA APPLICATA 9 CFU – 6 CFU lezioni frontali; 1CFU laboratorio; 2CFU lezioni fuori sede Carlo Baroni Dipartimento di Scienze della Terra Programma del corso Introduzione. I campi di applicazione della Geomorfologia. Risposte degli agenti geomorfologici alle sollecitazioni ambientali e antropiche. Cambiamenti climatici globali e modificazioni ambientali, esempi del passato e tendenze evolutive. Pericolosità geomorfologica. Criteri geomorfologici per la valutazione d’impatto ambientale. Geomorfologia antropica. L’uomo come agente morfogenetico: dall’uso del fuoco all’attività estrattiva, dall’insediamento preistorico all’ambiente urbano. Disboscamento, erosione accelerata e desertificazione. Forme artificiali del rilievo. Pratiche agricole e irrigue; terrazzamenti artificiali. Aree di bonifica e bacini artificiali. Deviazioni fluviali. Aree estrattive e discariche d’inerti. Conseguenze dirette e indirette dell’attività antropica sull’ambiente. Casi di studio con esempi d’indagini integrate geomorfologiche, geoarcheologiche e geofisiche. Geomorfologia applicata alle aree di pianura e di costa. Evoluzione degli alvei fluviali e delle piane di esondazione. Paleoalvei. Ricostruzione cronologica di eventi alluvionali. Principali interventi antropici in aree di pianura. Indagini integrate (geomorfologiche, sedimentologiche, geologiche e geofisiche) per lo studio dell’evoluzione di aree di pianura. Variazioni del livello del mare, cause e conseguenze. Fattori naturali e antropici nella dinamica costiera. Erosione costiera, tecniche di monitoraggio e interventi di difesa. Geomorfologia applicata alla dinamica dei versanti. Erosione del suolo e degradazione dei versanti. Coni di detrito e di debris flows. Tipologia, stile, stato di attività e distribuzione dei fenomeni franosi. Deformazioni gravitative profonde e di versante. Esempi di indagini integrate (geomorfologiche, geologiche, dendrocronologiche e geofisiche) per l’identificazione del rischio di frana e per lo studio di fenomeni franosi. Geomorfologia applicata all’ambiente glaciale. Significato ambientale dei ghiacciai. Principali strategie di indagini topografiche e geofisiche in glaciologia e in geomorfologia glaciale (georadar, prospezioni geoelettriche). Dissesti in aree glacializzate. Indagini integrate geomorfologiche, glaciologiche e geofisiche in ambiente alpino e antartico. Geomorfologia applicata all’ambiente periglaciale. Il permafrost: significato climatico e paleoclimatico, distribuzione geografica. Indagini termiche e 50 geofisiche per la determinazione della presenza, spessore e tipo di permafrost (monitoraggio delle temperature superficiali, georadar, prospezioni geoelettriche). Degradazione delle aree a permafrost (esempi alpini). Esempi di indagini integrate geomorfologiche e geofisiche applicate in ambiente periglaciale alpino. Esercitazioni Cartografia geomorfologica con finalità applicative. Fotointerpretazione, rilevamento, e fasi di elaborazione; esempi di disegno e informatizzazione dei dati. Analisi di casi di studio. Carte geomorfologiche ad indirizzo applicativo in aree intensamente antropizzate. Lezioni fuori sede Appennino Sett., Versilia, pianura di Pisa, cave di Carrara, Alpi Apuane, Alpi (rilevamento). Obiettivi formativi Conoscenza dei principali campi di applicazione della Geomorfologia; riconoscimento e interpretazione dei principali processi di pericolosità geomorfologica; capacità di applicare tecniche d’indagine geomorfologica per lo studio della dinamica ambientale, per la pianificazione e la gestione del territorio, per la definizione del rischio geomorfologico e per la valutazione dell’impatto ambientale dell’attività antropica. Verifica dell’apprendimento: esame orale con voto (+ eventuali relazioni). Testi consigliati: disponibilità di dispense online. - Panizza M. (1995): Geomorfologia applicata. La Nuova Italia Scientifica. - Panizza M. (2005): Manuale di Geomorfologia Applicata. Franco Angeli Ed. - Cooke R.U. & Doornkamp J.C. (1990): Geomorphology in environmental management. Clarendon Press, Oxford. - Selby M.J. (1985): Hillslope materials and processes. Clarendon Press, Oxford. Commissione d'esame : C. Baroni, A. Ribolini, F. Rapetti, M. Pappalardo. Orario di ricevimento C. Baroni: Martedì, 9 – 11; Giovedì, 16 – 18. 51 GEOPEDOLOGIA 6 CFU –lezioni frontali Giovanni Zanchetta Dipartimento di Scienze della Terra Scopo del corso Il suolo come interfaccia naturale fra atmosfera, idrosfera, biosfera e litosfera rappresenta un archivio naturale ricco di informazioni sulle condizioni ambientali al momento della sua formazione e del suo sviluppo. Il corso si propone di fornire le conoscenze generali per l’utilizzo dei suoli come archivi per ricavare informazioni utili alla ricostruzione dell’ambiente e delle sue variazioni sia di origine naturale che introdotte dall’uomo. Programma del corso Richiami di pedologia generale: il processo di “weathering”, l’alterazione dei minerali, delle rocce e della materia organica, i prodotti dell'alterazione, tipologia e condizioni di formazione delle nuove fasi e loro stabilità/mobilità. I fattori della pedogenesi ed i processi pedogenetici principali, relazione fra suolo, clima ed ambiente. Il fattore “tempo” per lo sviluppo dei suoli. Il ruolo dei suoli nel ciclo del carbonio e nella produzione di CO2 . Significato “geologico” dei suoli. Relazione tra suolo e ambienti deposizionali continentali. Suoli sepolti e paleosuoli, uso in stratigrafia e geomorfologia. Come “datare” un suolo. I suo li come archivi naturali dell’ambiente passato. Metodologie chimiche ed isotopiche per lo studio dei suoli e dei paleosuoli e le implicazioni per le ricostruzioni ambientali. Introduzione allo studio di altri archivi naturali che possono fornire informazio ni indirette sullo sviluppo ed evoluzione dei suoli. I processi di erosione dei suoli: l’impatto antropico ed i processi naturali. Gli archivi naturali dei processi erosivi dei suoli. Il suolo come risorsa, il suo sfruttamento, il suolo come fattore limitante allo sviluppo delle società umane. Obiettivi formativi Fornire le conoscenze per l’utilizzo dei suoli in ambito geologico e loro utilizzo per le ricostruzioni ambientali. Verifica dell’apprendimento: esame orale con voto. Testi consigliati - Cremaschi M., Rodolfi G. (1991): Il suolo. Pedologia nelle Scienze dellaTerra e nella valutazione del territorio. NIS, Roma, 428 pp. - Baize D., Jabiol B. (1995): Guide pour la descirption des sols. INRA Editions, Paris, 375 pp. 52 - Birkeland P.W. (1974): Pedology, weathering and geomorphological research. Oxford Univeristy Press, London, 285 pp. - Magaldi D., Ferrari G.A. (1984): Conoscere il suolo: introduzione alla pedologia. ETAS Libri, Milano, 107 pp. - White E.R. (2007): Principles and practice of soil science. The soil as a Natural Resource. Blackwell. Commissione d’esame : G. Zanchetta, G. Leone, P. Macera. Orario di ricevimento: Mercoledì, 9 – 10. 53 GEOTECNICA 6 CFU- lezioni frontali Alberto Pochini Dipartimento di Scienze della Terra Programma del corso Parametri fisici e meccanici dei terreni. Assortimento granulometrico, peso specifico, limiti di Atterberg, ecc. Prove di laboratorio per la loro determinazione. Classificazione dei terreni mediante tali grandezze indice. Compressibilità e consolidazione, teoria del Terzaghi, caratteristiche delle attrezzature e modalità esecutive dalla prova edometrica, calcolo dei cedimenti e valutazione del tempo di consolidazione. Resistenza a taglio e legge di Coulomb-Terzaghi, apparecchi di taglio diretto e apparecchio triassiale, modalità esecutive della prova ed utilizzo dei dati desumibili. Prove geotecniche in situ. Programmazione delle prove geotecniche, attrezzature e modalità esecutive delle prove correlazioni e dati desumibili. Attrezzature per la misura delle pressioni neutre, modalità di installazione e caratteristiche di funzionamento. Pendii instabili. Teoria degli stati limite dei terreni, spinta attiva e spinta passiva, tecniche di contenimento e verifiche di stabilità. Controlli sui pendii instabili, grandezze da porre sotto controllo strumentale, tecniche e strumenti per il controllo in continuo e periodico. Rilievo di spostamenti mediante sistemi inclinometrici, tipi di strumenti e caratteristiche, elaborazioni delle misure anche mediante PC. Fondazioni superficiali. Reazioni del terreno, pressione limite di rottura, carichi di sicurezza, cedimenti delle fondazioni e carichi ammissibili. Fondazioni profonde. Caratteristiche costruttive e tipologie, distribuzione dei carichi e tensioni indotte, calcolo della portata. Obiettivi formativi Conoscenza delle caratteristiche fisiche e meccaniche dei terreni e delle loro relazioni con le principali problematiche nell'utilizzo dei terreni. Conoscenza delle attrezzature e delle tecniche di utilizzo. Verifica dell’apprendimento: esame orale con voto. Testi consigliati - K. Terzaghi, R.B. Peck: Geotecnica. Utet. 54 - C. Cestelli Guidi: Geotecnica e tecnica delle fondazioni. Hoepli. - F. Lancellotta: Geotecnica. Zanichelli. - P. Colombo, F. Colleselli: Elementi di geotecnica. Zanichelli. - F Cestari: Prove geotecniche in sito. Geo-Graph. Esercizi: - Menzie, Simonson: Esercizi di geotecnica. Flaccovio. - Colleselli Soranzo: Esercizi di geotecnica. Cleup. - V. Pizzonia: Esercizi di geotecnica. Ordine Naz. Geologi. - P. Colosimo: Problemi di geologia Tecnica. Nuove Ricerche. Commissione d'esame : A. Pochini, A. Puccinelli, G. D'Amato Avanzi, R. Giannecchini. Orario di ricevimento: Lunedì, 10 – 13. 55 GEOTERMIA 9 CFU: 7 CFU lezioni frontali; 2 CFU lezione fuori sede Programma del corso Introduzione al corso: la geotermia fonte di energia rinnovabile a basso impatto ambientale. Origine del calore terrestre. Il flusso di calore. Conduzione e convezione. Anomalie geotermiche e geodinamica. Relazioni tra vulcanismo e geotermia. Le sorgenti delle anomalie termiche nella crosta superficiale, camere magmatiche in aree vulcaniche, intrusioni, aree distensive (rift, ecc.). Il raffreddamento di corpi magmatici per conduzione e convezione. I sistemi idrotermali. Classificazione. Sistemi in aree vulcaniche, sistemi connessi ad intrusioni, sistemi connessi ad aree distensive. I fluidi idrotermali. Acque e gas. Proprietà chimiche e fisiche. I minerali di alterazione idrotermale. I processi di interazione acqua-roccia, generalità. La zoneografia dei sistemi idrotermali. Esempi di sistemi idrotermali in sfruttamento industriale. I campi geotermici, tipi, caratteristiche e loro classificazione. Lo sfruttamento dei campi geotermici. Usi dei fluidi geotermici. Generazione di elettricità, concetti principali, panorama italiano e mondiale. Usi diretti dei fluidi geotermici, tipi di impieghi (diagramma di Lindal), situazione e prospettive. Energia geotermica ed ambiente. Impatto ambientale legato a esplorazione e produzione dei fluidi geotermici. Lezione fuori sede nell'area geotermica toscana: la geologia dei campi, le manifestazioni naturali, l'alterazione idrotermale superficiale. Lezione fuori sede negli impianti industriali ENEL di Larderello: gli impianti di perforazione geotermica, gli impianti per la generazione di elettricità, gli impianti per usi diretti dei fluidi geotermici. Obiettivi formativi Conoscenza dei principi base dei sistemi geotermici, tipologie di sistemi geotermici. Padronanza delle tecniche di esplorazione geotermica. Padronanza degli aspetti geologici relativi alla utilizzazione e sfruttamento dei fluidi geotermici. Verifica dell’apprendimento: esame orale con voto. Testi consigliati - Ellis A.J., Mahon W.A.J. (1977): Chemistry and Geothermal systems. - Verdiani G., Sommaruga C. (1992): Elementi di Geotermia. - Barbier E., Santoprete G. (1993): L'Energia Geotermica. - Pirajno F. (1993): Hydrothermal mineral deposits. 56 - Wholetz K., Heiken G. (1993): Volcanology and Geothermal energy. Commissione d'esame : Orario di ricevimento: Lunedì, 11 – 13. 57 IDROGEOLOGIA 6CFU – 5CFU lezioni frontali; 1 CFU esercitazioni Programma Richiami sui concetti di base dell’idrogeologia: ciclo idrologico, proprietà idrogeologiche delle rocce, concetto di falda, legge di Darcy, rappresentazioni idrogeologiche, intrusione salina, perforazione, completamento e sviluppo pozzi. Determinazione del coefficiente di permeabilità in laboratorio e in sito. Uso dei traccianti in idrogeologia. Ricerca di acqua nel sottosuolo: tecniche di rilevamento diretto e indiretto. Prospezioni geofisiche: indagini sismiche e geoelettriche nel reperimento della risorsa idrica. Idrogeologia degli acquiferi carsici: definizioni, caratteristiche e problematiche. Le sorgenti: classificazioni principali, opere di captazione. Regime delle portate delle sorgenti. Valutazione delle riserve idriche sotterranee: concetti di riserva, risorsa e immagazzinamento. Studio degli idrogrammi in regime non influenzato. Coefficiente di esaurimento. Prove di pompaggio su pozzi per acqua: individuazione dei parametri di pozzo, curva caratteristica, portata critica, portata ottimale di esercizio, raggio di influenza. Individuazione dei parametri dell’acquifero, permeabilità, coefficiente di immagazzinamento, trasmissività. Teoria dell’equilibrio di Dupuit e del non equilibrio di Theis, formule di approssimazione logaritmica di Jacob. Prove di pompaggio a gradini di portata e di lunga durata. Analisi dei limiti dell’acquifero. Interferenza tra pozzi: principio di sovrapposizione degli effetti, effetto barriera. Problemi geologici e idrogeologici connessi con l’utilizzazione delle acque superficiali mediante invasi artificiali; tipi di opere di sbarramento, dighe e traverse in calcestruzzo e materiali sciolti e relative problematiche. Studio di fattibilità geologica e idrogeologica di uno sbarramento: rilievi e prove sul terreno, prove di permeabilità della roccia di fondazione di uno sbarramento, cenni relativi ai problemi esecutivi; tenuta del bacino d’invaso e stabilità delle sponde del futuro lago. Idrogeochimica: caratteristiche dell’acqua, composizione delle acque sotterranee, caratteristiche chimiche dei principali ioni e molecole disciolte; caratteristiche fisiche e chimiche delle acque sotterranee, prelievo di campioni, diagrammi idrochimici principali; classificazione delle acque. Vulnerabilità degli acquiferi. Cenni di idrologia isotopica. Cenni di modellazione numerica. 58 Obiettivi formativi Il corso si propone formare una figura professionale capace di individuare, sfruttare, gestire e conservare la risorsa idrica; precisare e risolvere le problematiche connesse con l’interferenza tra risorsa idrica e attività antropica (pozzi, sorgenti, inquinamento delle falde acquifere, cuneo salino, costruzioni, sbarramenti, ecc.). Verifica de ll’apprendimento: esame orale con voto. Testi consigliati a carattere generale CELICO P. (1986) - Prospezioni idrogeologiche Voll. 1 e 2. Liguori Ed., Napoli. CERBINI G. & GORLA M. (2004) - Idrogeologia applicata. Geo-Graph, Segrate. CETRARO F. (2010) - Idrogeologia e opere di difesa idraulica. EPC libri, Roma. CIVITA M. (2005) - Idrogeologia applicata e ambientale. Ambrosiana, Milano. CUSTODIO E. & LLAMAS M.R. (2005) - Idrologia sotterranea Voll. 1 e 2. Flaccovio Ed., Palermo. FITTS C.R - Groundwater science. Academic Press, 2002. GORLA M. (2009) - Idrogeofisica. Geofisica applicata all’idrogeologia. Flaccovio Ed., Palermo. GORLA M. (2010) - Pozzi per acqua. Manuale tecnico di progettazione. Flaccovio Ed., Palermo. PRANZINI G. (2009) - Le acque sotterranee. Pitagora Ed., Bologna. RIGA G. (2011) - Esercizi risolti di ingegneria geotecnica e geologia applicata. EPC Ed., Roma. SINGHAL B.B.S. & GUPTA R.P. (2010) - Applied hydrogeology of fractured rocks. Springer Per l’argomento “invasi artificiali”: IPPOLITO F., NICOTERA P., LUCINI P., CIVITA M., DE RISO R. (1975) Geologia Tecnica. Isedi. GONZALEZ DE VALLEJO L.I. (2005) - Geoingegneria. Pearson - Prentice Hall. SCESI L., PAPINI M. & GATTINONI P. (2003) - Geologia Applicata. Vol. 2. Applicazioni ai progetti di ingegneria civile. Ambrosiana, Milano. TANZINI M. (2008) - Impianti idroelettrici. Flaccovio Ed, Palermo. Commissione d'esame : da definire. 59 Orario di ricevimento: LABORATORIO DI GEMMOLOGIA 6CFU- 4CFU lezioni frontali, 2CFU esercitazioni Paolo Orlandi Dipartimento Scienze della Terra Per il programma rivolgersi al titolare del corso PALEONTOLOGIA E GEOLOGIA DEL QUATERNARIO 6 CFU –lezioni frontali Luca Ragaini Dipartimento di Scienze della Terra Cronologia e cronostratigrafia del Quaternario: dal “N ewer Pliocene” di Lyell all’interpretazione attuale. Il limite Plio-Pleistocene: interpretazione ufficiale e nuove proposte. GSSP e Golden Spike. La tripartizione del Pleistocene. Età e piani del Pleistocene: successioni marine e continentali a confronto. Geocronologia, stratigrafia isotopica, stratigrafia magnetica e biostratigrafia del Quaternario. I “proxy data” come archivi per la ricostruzione dell’evoluzione climatica nel Quaternario. Ciclicità climatica e controllo orbitale. Glaciazioni: potenziali meccanismi di innesco degli eventi glaciali nel Neogene e Quaternario. Il concetto tradizionale di glaciale ed interglaciale. La MPR come transizione tra Pleistocene “preglaciale” e Pleistocene “glaciale”. Effetti delle glaciazioni sull’evoluzione dell’ambiente. Paleogeografia e bioeventi nel Bacino Mediterraneo dalla transizione PlioPleistocene all’Olocene. Il significato di “ospiti boreali” ed “ospiti caldi” nelle malacofaune del Pleistocene. Biocronologia del Plio-Pleistocene: le Unità Faunistiche a grandi mammiferi ed il contributo dei micromammiferi. Le faune insulari. Le estinzioni al passaggio Pleistocene-Olocene. Obiettivi formativi Conoscenza dell’evoluzione del concetto di Quaternario e degli eventi utilizzati per definirne i limiti e la ripartizione. Conoscenza dei principali strumenti utilizzati per le datazioni assolute e relative nel Quaternario. Conoscenza dell’evoluzione climatica del Quaternario e della sua influenza sugli ambienti e sulle faune. Comprensione delle relazioni tra evoluzione delle faune marine e continentali del Bacino Mediterraneo e l’evoluzione paleogeografia e climatica dell’area nel Plio-Pleistocene. Verifica dell’apprendimento: esame orale con voto. 60 Testi consigliati - Dispense fornite dal docente. - Williams M. et al. (1998): Quaternary environments. Arnold Editor. - Lone J.J. & Walker M.J.C. (1997): Reconstructing Quaternary environments. Longman. - Elias (ed.) (2007): Encyclopedia of Quaternary Sciences (4 voll). Elsevier. - Anderson D.E. et al (2007): Global environments through the Quaternary. OUP. - Mahaney W.C. (ed.) (1984): Quatemary Dating Methods. Development. in Paleontology and Stratigraphy. n. 7. Elsevier. Commissione d’esame : L. Ragaini, G. Zanchetta, G. Bianucci. Orario di ricevimento: Giovedì, 14 – 16. 61 PALEONTOLOGIA STRATIGRAFICA 6 CFU –lezioni frontali Gabriella Bagnoli Dipartimento di Scienze della Terra Programma del corso - Importanza dei fossili per la scansione temporale degli eventi geologici. - Categorie della classificazione stratigrafica e terminologia stratigrafica per ciascuna categoria. Procedimenti per istituire e rivedere le unità stratigrafiche. - Stratotipi e località tipo. - Definizione e tipi di unità biostratigrafiche. Procedimenti per istituire le unità biostratigrafiche e per effettuare correlazioni biostratigrafiche. - Definizione e tipi di unità cronostratigrafiche. Procedimenti per istituire le unità biostratigrafiche e per effettuare correlazioni cronostratigrafiche. La scala cronostratigrafica globale e le scale cronostratigrafiche regionali. - Rapporti tra i diversi tipi di unità stratigrafiche. (2 CFU) - Biostratigrafia quantitativa: metodo della correlazione grafica di Shaw e analisi di clusters. - Rapporti tra biostratigrafia e biofacies. - Biostratigrafia integrata. Integrazione tra unità biostratigrafiche basate su diversi gruppi tassonomici ed integrazione con unità basate su diversi metodi stratigrafici (paleomagnetismo, isotopi stabili, ecc.). - Utilizzo di metodi chimico- fisici in intervalli temporali nei quali i metodi biostratigrafici non sono risolutivi. (2 CFU) - Esempi pratici dell’applicazione dei metodi biostratigrafici in intervalli stratigrafici selezionati di anno in anno. (2 CFU) Obiettivi formativi Fornire allo studente le basi teoriche necessarie per utilizzare i diversi metodi stratigrafici ed in particolare per stabilire relazioni tra fossili e tempo geologico. Mettere lo studente in grado di analizzare la geometria, la composizione biotica ed i rapporti temporali di una successione fossilifera. Fornire allo studente le basi necessarie per valutare le distribuzioni dei fossili in diverse aree paleogeografiche ed in diversi ambienti deposizionali. 62 Mettere lo studente in grado di utilizzare metodi quantitativi e chimico- fisici per individuare relazioni temporali tra successioni sedimentarie. Verifica dell'apprendimento: prova finale con elaborato Testi consigliati - Salvador A. (ed.), 1994 – International Stratigraphic Guide. Geological Society of America - Prothero D. R., 1989 – Interpreting the stratigraphic record. Freeman & Co. New York. Dispense fornite dal docente. Commissione d’esame : G. Bagnoli, L. Ragaini, W. Landini. Orario di ricevimento: Martedì 16-18 PETROFISICA 6 CFU- lezioni frontali Pietro Armienti Dipartimento di Scienze della Terra Programma del Corso (Frequenza Obbligatoria) Stereologia; analisi di immagine; forme dei granuli. Orientazioni dei reticoli cristallini dei granuli. Densità, porosità, proprietà meccaniche, elettriche , magnetiche e termiche delle rocce. Laboratorio di analisi di immagine Esercitazioni Durante il corso sono previste circa 10 ore di esercitazioni per - Segmentazione di immagini di rocce e misure di Crystal Size Distribution - Determinazione quantitativa di parametri tessiturali tamite l’uso di GIS. Obiettivi Formativi Lo studente dovrà essere in grado di effettuare misure quantitative dei parametri tessiturali di una roccia usando strumenti di analisi di immagine basati su tecniche GIS e saper utilizzare criticamente i dati relativi ai parametri fisici delle rocce in relazione al contesto geologico di origine e/o agli impieghi Verifica dell’apprendimento: esame orale con voto. Testi Consigliati 63 Durante il corso sono distribuiti appunti curati dal titolare del corso ed una serie di articoli su argomenti base per gli opportuni ampliamenti. Si consigliano inoltre le seguenti letture: Philpotts, A.R. (1990) : Principles of igneous and metamorphic petrology. Prentice Hall. N.Jersey. 498 pp. Ragland P.C (1989) : Basic analytical petrology . Oxford University Press. 369pp. Commissione d’esame : P. Armienti, S. Rocchi, M. D’Orazio Orario di ricevimento: lunedi 11.00-12.30 e giovedì 15.30-17.00 PETROGRAFIA APPLICATA 6 CFU – lezioni frontali Marco Lezzerini Dipartimento di Scienze della Terra Programma del corso Le rocce ed il loro impiego in architettura: classificazione scientifica e commerciale (marmi, graniti e pietre), estrazione, trasformazione e campi di impiego. Caratteristiche chimiche e minero-petrografiche, proprietà fisiche, proprietà di resistenza a sollecitazioni meccaniche ed altre proprietà tecniche (divisibilità, colore, ecc.) dei materiali lapidei. Il deterioramento naturale delle rocce. Il deterioramento della pietra in opera: cause ed effetti. Problemi e tecniche di intervento conservativo-protettivo su opere realizzate con materiali lapidei. Le pietre del costruito storico: pietre ornamentali e da costruzione dell'antichità classica e dell'edilizia medievale delle principali città della Toscana. Principali materia li lapidei coltivati e/o commercializzati in Italia. Rocce utili come materie prime industriali: aggregati, argille industriali e da laterizi, pietre da calce, rocce per leganti idraulici, gesso, materie prime per la produzione di vetro, refrattari, isolanti termici e acustici. Caratterizzazione, produzione ed impiego di malte a base di leganti inorganici (leganti antichi e cementi moderni). Le argille e le loro proprietà: elementi di tecnologia e di archeometria dei materiali ceramici. Laboratorio 64 Studio qualitativo e quantitativo di materiali lapidei naturali ed artificiali e dei loro prodotti di degrado mediante tecniche distruttive e non distruttive (XRF, XRPD, MO, MOC, TG/DSC/QMS, SEM/EDS). Misura delle principali proprietà fisiche e meccaniche (densità reale ed apparente, assorbimenti d’acqua per capillarità ed immersione totale, porosità aperta e porosità totale, resistenza meccanica a compressione, flessione e taglio, durezza Knoop) di materiali lapidei naturali ed artificiali (marmi, graniti, pietre, malte, aggregati), secondo i metodi di prova prescritti dalle vigenti normative nazionali ed internazionali (UNI, UNI EN, ASTM). Confezionamento e caratterizzazione di paste, di malte aeree e di malte cementizie a diverso rapporto acqua/legante. Obiettivi formativi Il corso, di carattere teorico e pratico, ha lo scopo di fornire le conoscenze di base sull'utilizzo delle rocce come materiali naturali da costruzione e per usi industriali. Alla fine del corso, gli studenti dovranno conoscere e saper classificare i geomateriali utilizzati in edilizia, valutare le migliori condizioni di impiego dei materiali lapidei naturali ed artificiali in base alle loro caratteristiche chimiche, minero-petrografiche ed alle loro proprietà tecniche, e riconoscere le forme di alterazione e degrado della pietra in opera. Verifica dell'apprendimento: esame orale con voto. Sarà parte integrante dell’esame la discussione di una relazione scritta, preparata dallo studente, su un argomento concordato con il docente che preveda la raccolta, l’elaborazione e l’interpretazione di dati sperimentali. Testi consigliati Appunti delle lezioni in forma ipertestuale prodotti e distribuiti dal docente. Per approfondimenti: AA.VV. (a cura di Lorenzo Lazzarini) (2004): Pietre e Marmi Antichi. CEDAM, Padova, pp. 194. Amoroso G.G. (2002): Trattato di scienza della conservazione dei monumenti. Alinea, Firenze, pp. 416. Amoroso G.G., Fassina V. (1983): Stone decay and conservation. Elsevier, Amsterdam, pp. 453. Collepardi M. (1991): Scienza e tecnologia del calcestruzzo. Hoepli, Milano, pp. 551. Desio A. (1985): Geologia applicata all'Ingegneria. Hoepli, Milano, pp. 1193. Fiori C. (2006): I materiali dei beni culturali. Aracne, Roma, pp. 196. Franceschi S., Germani L. (2007): Il degrado dei materiali nell’edilizia. DEI, Roma, pp.179. Lazzarini L., Laurenzi Tabasso M. (1986): Il Restauro della Pietra. CEDAM, Padova, pp. 319. 65 Manning D.A.C. (1995): Industrial minerals. Chapman & Hall, London, pp. 276. Menicali U. (1992): I ma teriali dell’edilizia storica. Carocci, Roma, pp. 304. Primavori P. (1999): Pianeta pietra. Zusi, Verona, pp. 326. Smith W.F. (2004): Scienza e tecnologia dei materiali. McGraw-Hill, Milano, pp. 623. Taylor H.F.W. (1990): Cement chemistry. Academic Press, London, pp. 475. Winkler E.M. (1997): Stone in Architecture: Properties, Durability (3rd ed.). Springer-Verlag, Berlin, pp. 313. Commissione d'esame: M. Lezzerini, P. Armienti, A. Gioncada. Orario di ricevimento: Lunedì, Martedì, 11-13. PETROGRAFIA REGIONALE 6 CFU – lezioni frontali Sergio Rocchi Dipartimento di Scienze della Terra Programma del corso Relazioni tra attività ignea ed ambienti geodinamici. Inquadramento geodinamico generale dell'area Mediterranea dal Paleozoico all'Attuale: revisione critica dei principali modelli evolutivi. Caratteristiche petrografiche, geochimiche, petrologiche e giaciturali delle associazioni magmatiche (plutoniche, vulcaniche e subvulcaniche) dell’area italiana. Campo di fine corso. Ciclo Ercinico. Magmatismo pre-ercinico. Carnia e Sardegna. Magmatismo Ercinico e postcollisionale tardo-Ercinico. Alpi, Sardegna-Corsica, Calabria. Ciclo Alpino-Appenninico. Stadio di rift Adria-Europa. Magmatismo intraplacca Triassico-Creataceo. Stadio Oceanico. Magmatismo Giurassico e associazioni ofiolitiche del bacino oceanico Ligure-Piemontese. Stadio di arco magmatico. Vulcanismo Oligo-Miocenico della Sardegna e areniti dell’Appennino settentrionale. Stadio postcollisionale Alpino. Magmatismo intrusivo delle Alpi e vulcanismo Eocenico-Oligocenico del Veneto. Stadio postcollisionale Appenninico ed estensione continentale. Magmatismo Miocenico-Quaternario della Provincia Magmatica Toscana. Vulcanismo Quaternario della Provincia Magmatica Romana e Umbra. Vulcanismo PlioQuaternario della Provincia Campana. Stadio di retroarco ed oceanizzazione Tirrenica. Vulcanismo Plio-Quaternario della Sardegna e del Tirreno 66 meridionale (sottomarino). Subduzione ionica. Vulcanismo Quaternario dell’arco e dei seamounts eoliani. Attività ignea intraplacca. Attività vulcanica Quaternaria dei Monti Iblei e di Ustica. I casi particolari ai lati della placca Ionica del Monte Vulture e del Monte Etna. Rift del Canale di Sicilia. Vulcanismo Plio-Pleistocenico di Linosa e Pantelleria. Obiettivi formativi Acquisizione di un quadro petrogenetico delle rocce ignee italiane in relazione all’evoluzione geodinamica della Penisola Italiana dal Paleozoico al Quaternario. Verifica dell’apprendimento: Esame orale, inclusivo della discussione di una relazione scritta di approfondimento concordata con il docente. Testi consigliati - AA.VV. (2004): A showcase of the Italian research in petrology: magmatism in Italy. Periodico di Mineralogia, 73 (Special issue n. 1). - CNR (1983): Structural model of Italy. CNR-Progetto Finalizzato Geodinamica. - Innocenti F., Serri G., Ferrara G., Manetti P.,Tonarini S. (1992): Genesis and classification of the rocks of the Tuscan Magmatic Province: thirty years after Marinelli's model. Acta Vulcanologica, 2, 247-265. - Marinelli G. (1975): Magma evolution in Italy. In: G.H. Squyres (Editor), Geology of Italy. The Hearth Science Society of the Libyan Arab Republic, Tripoli, pp. 165-219. - Peccerillo A. (2005): Plio-Quaternary volcanism in Italy. Springer-Verlag, Berlin Heidelberg, 365 pp. - Poli G., Perugini D., Rocchi S., Dini, A. (2003): Miocene to Recent plutonism and volcanism in the Tuscan Magmatic Province (central Italy). Periodico di Mineralogia, 72, Special issue n. 2. - Vai G.B. & Martini I.P. (2001): Anatomy of an Orogen - The Apennines and adjacent Mediterranean Basins. Kluwer Academic Publishers, DordrechtBoston-London, 632 pp. Il carattere interdisciplinare del corso necessita inoltre della lettura di una bibliografia specifica e specialistica, che viene comunicata agli student i nel corso delle lezioni. Commissione d’esame : S. Rocchi, M. D’Orazio, P. Armienti, A. Gioncada. Orario di ricevimento: Lunedì, 12 – 13; Martedì, 12 – 13. 67 PETROLOGIA 9 CFU, 6CFU lezioni frontali; 3 CFU esercitazioni Prof Pietro Armienti Dipartimento di scienze della Terra Programma del corso Richiami alla struttura interna della Terra. La distribuzione di pressioni e temperature all’interno della Terra: gradiente litostatico, origine del calore terrestre, gradiente geotermico, flusso di calore. Il magma: struttura, proprietà fisiche e termochimiche. Il movimento del magma. Il raffreddamento dei corpi ignei per conduzione e per irraggiamento. Fondamenti di termodinamica e il principi dell’equilibrio chimico: i sistemi termodinamici e le variabili termodinamiche, energia, calore e lavoro meccanico, il primo principio della termodinamica, l’Entalpia, il secondo principio della termodinamica. l’Entropia, la terza legge della termodinamica, l’equazione di Gibbs e i potenziali termodinamici, l’energia libera di Gibbs e l’equilibrio tra fasi, la termodinamica delle soluzioni, soluzioni ideali e soluzioni regolari, la costante di equilibrio. La regola delle fasi di Gibbs. Introduzione all’uso del codice MELTS. Diagrammi di fase in petrologia: sistemi binari e ternari di importanza petrologica, costruzione, lettura e applicazione geologica di diagrammi binari e ternari di vario tipo, cenno ai sistemi quaternari, il ruolo di H2 O, CO2 e fugacità di ossigeno nei progessi petrogenetici, i buffers di fugacità di ossigeno. Petrogenesi dei basalti, andesiti e graniti in relazione all’ambiente geodinamico. Principi ed applicazioni di geotermometria e geobarometria in sistemi ignei e metamorfici. Obiettivi formativi: Conoscere i principali reservoirs terrestri e la variazione dei principali parametri chimico-fisici con la profondità. Saper utilizzare dati termodinamici relativi a fasi minerali, liquidi silicatici e fluidi al fine di stabilire lo stato di equilibrio di un sistema e di saper utilizzare 68 geotermobarometri per sistemi ignei e metamorfici. Saper leggere ed interpretare diagrammi di fase a uno, due e tre componenti. Verifica dell’apprendimento: esame orale con voto Testi consigliati: Anderson D.L. (1989): Theory of the Earth. Blackwell, Boston Denbigh K. (1977): I principi dell’equilibrio chimico. Casa Editrice Ambrosiana, Milano. Philpotts A.R. (1980): Principles of igneous and metamorphic petrology. Prentice Hall, New Jersey. Commissione d’esame: M. D’Orazio, P. Armienti. Orario di ricevimento: lunedi 11.00-12.30 e giovedì 15.30-17.00 69 RILEVAMENTO GEOLOGICO - TECNICO 6 CFU - 5 CFU lezioni frontali; 1 CFU esercitazioni e lezioni fuori sede Giacomo D’Amato Avanzi Dipartimento di Scienze della Terra Programma del corso Il corso si articola in 2 parti, in un percorso che comprende i fondamenti teorici della meccanica delle rocce, con applicazioni pratiche sul campo e in laboratorio ad un caso reale, seguito da elaborazione dati, modellazione software e sintetica relazione finale. 1) - Classificazione e caratterizzazione di terre e rocce; fondamenti di stabilità dei pendii in roccia (G. D’Amato Avanzi). Applicazioni e obiettivi del rilevamento geologico-tecnico. Classificazione e caratterizzazione di terre e rocce; unità litologico-tecniche. Parametri fisici e meccanici fondamentali. Determinazione della resistenza a compressione della roccia (sclerometro, point load test, pressa). Caratterizzazione delle discontinuità negli ammassi rocciosi: giacitura, spaziatura, persistenza, scabrezza, apertura; rappresentazioni stereografiche. Le classificazioni geomeccaniche degli ammassi rocciosi: caratteristiche e utilizzo. Classificazioni RMR di Bieniawski, SMR di Romana, Q di Barton, GSI di Hoek. Significato e uso degli indici di qualità geomeccanica; resistenza e deformabilità dell’ammasso. Le carte litologico-tecniche; realizzazione, utilizzo ed esempi applicativi. Introduzione alla stabilità dei pendii in roccia: condizioni geometriche e meccaniche, cinematismi (scivolamento rotazionale, planare o di cunei, ribaltamento), test di Markland; resistenza a taglio lungo le discontinuità; approccio alle verifiche di stabilità e al calcolo del fattore di sicurezza. 2 – Modellazione dei pendii in roccia (Seminari integrativi D. Marchetti) Applicazioni informatiche per la caratterizzazione degli ammassi rocciosi e le analisi di stabilità e deformabilità (Suite RocScience): 1. analisi interattiva dell’orientazione basata sui dati geologico-strutturali (Dips); 2. studio dei parametri di resistenza e determinazione degli inviluppi di rottura secondo Hoek & Brown (Rocdata/Roclab); 3. analisi di stabilità per scorrimenti planari e di cunei (Rocplane/Swedge); 4. analisi all’equilibrio limite di pendii in roccia o in terra (Slide); 5. analisi statistica delle frane di crollo in roccia per la definizione del rischio (Rocfall); 70 6. calcolo di stress e spostamenti con metodi agli elementi finiti (Phase2). Obiettivi formativi Tecniche fondamentali per la caratterizzazione geomeccanica degli ammassi rocciosi, applicabili alla realizzazione di opere di ingegneria e alla stabilità dei versanti; utilizzo di applicazioni informatiche per la caratterizzazione e le analisi di deformabilità e stabilità. Verifica dell’apprendimento: relazione finale ed esame orale con voto. Frequenza: obbligatoria alle esercitazioni e alle lezioni fuori sede Testi consigliati Hoek. E. (2000) Practical Rock Engineering (www.rocscience.com/hoek/PracticalRockEngineering.asp) - Scesi L., Papini M. & Gattinoni P. (2006) - Geologia Applicata. Vol. 1. Il rilevamento geologico-tecnico (II ed.). Ambrosiana, Milano. - Scesi L., Papini M. & Gattinoni P. (2003) - Geologia Applicata. Vol. 2. Applicazioni ai progetti di ingegneria civile. Ambrosiana, Milano. - Turner A.K. & Schuster R.L. (1996) - Landslides, investigation and mitigation. National Academy Press, Washington, D.C. - Dispense fornite dal docente e tutorials specifici dei programmi utilizzati. Commissione d’esame: G. D’Amato Avanzi, D. Marchetti, A. Puccinelli, R. Giannecchini. Orario di ricevimento: Lunedì ore 9-12. 71 SEDIMENTOLOGIA 9 CFU – 7 CFU lezioni frontali; 2 CFU lezione fuori sede Giovanni Sarti Dipartimento di Scienze della Terra Programma del corso Parte prima. Le proprietà idraulicamente significative dei sedimenti. Il trasporto selettivo, modo di trasporto e forme di fondo associate. Il trasporto in massa, analisi delle condizioni d'instabilità del sedimento e caratteristiche dei depositi. Parte seconda. I vari tipi di stratificazioni: prodotte da flussi unidirezionali, bidirezionali, oscillatori e da alternanza processi trattivi e di decantazione. Strutture da deformazione penecontemporanea. Parte terza. Dinamica dei processi sedimentari: variazioni eustatiche e relative del livello marino. Interazione tra apporto sedimentario, spazio disponibile per la sedimentazione, e variazioni del livello marino. Tipi d'architetture deposizionali associate: aggradazionali, progradazionali (deposizionali e forzate), retrogradazionali. Parte quarta. Ambienti e sistemi deposizionali continentali, costieri e marini. Definizione della loro architettura deposizionale in relazione ai cambiamenti relativi del livello marino, ai tassi d'apporto sedimentario ed allo spazio disponibile per la sedimentazione. Il concetto di sequenza deposizionale. Principi e tecniche di correlazione stratigrafico- fisica con esempi reali di ricostruzione stratigrafico deposizionale in depositi tardo-quaternari di sottosuolo e analisi delle possibili implicazioni in termini di definizione della geometria degli acquiferi. Sono previste lezioni fuori sede della durata complessiva di sei giorni di cui quattro da svolgersi sul terreno in aree di interesse sedimentologico e due di analisi di facies di sottosuolo attraverso l’esame di carotaggi. 3 CFU sono in comune con il corso di sedimentologia, tenuto dallo stesso docente, presso il corso di laurea in Scienze Ambientali. Obiettivi formativi Acquisire gli strumenti per comprendere la dinamica dei processi sedimentari all'interno dei vari ambienti deposizionali continentali-costieri e comprenderne le possibile applicazioni. Acquisire un linguaggio tecnico adeguato per poter comunicare con esperti del settore. 72 Verifica dell’apprendimento: esame orale con voto o esposizione di una tesina riguardante un argomento scelto dal candidato. Testi consigliati - Allen J.R. (1997): Earth surface processes. Blackwell, London, 450 pp. - Reading H.G. (1996): Sedimentary environments. Blackwell, London. 688 pp. - Emery D. & Myers K. (1996): Sequence stratigraphy. Blackwell, London. 304 pp. - Ricci Lucchi F. (1992): Sedimentografia. Atlante fotografici delle strutture e dei sedimenti. Zanichelli, Bologna. 250 pp. - A. Bosellini, E. Mutti, F. Ricci Lucchi (1989): Rocce e successioni sedimentarie. Utet. 395 pp. - F. Ricci Lucchi (1972-1980): Sedimentologia. Vol. 1 (217 pp.), vol. 2 (210 pp.), vol. 3 (504 pp.). Clueb, Bologna. Commissione d’esame : G. Sarti, E. Patacca, N. Perilli. Orario di ricevimento: Martedì, 12 – 13. 73 TERMODINAMICA PER GEOLOGI 6 CFU –lezioni frontali Pierluigi Riani Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale (Via Risorgimento, 35) Argomenti da conoscere per poter frequentare efficacemente il corso: nozioni minime di Fisica, di Matematica e di Chimica generale. Programma del corso Termodinamica classica. Definizioni di base: sistema e sue possibili caratterizzazioni, ambiente, temperatura, calore, lavoro. Stato di un sistema, variabili di stato, equazioni di stato. Trasformazioni. Trasformazioni reversibili e irreversibili. Primo principio della termodinamica: relazioni fra scambi di calore e di lavoro. Energia interna. Capacità termiche a volume e a pressione costante. Entalpia. Applicazioni chimiche del primo principio della termodinamica: la termochimica. Formulazioni del secondo principio della termodinamica. Le macchine termiche cicliche e il loro rendimento. Il rendimento limite di una macchina termica che lavora reversibilmente. Calcolo del rendimento limite tramite il ciclo di Carnot. Analisi del ciclo di Carnot; estensione dell’analisi a un ciclo reversibile generico e definizione della grandezza entropia. Condizioni sulle variazioni di entropia in una trasformazione generica all'interno di un sistema isolato. La disuguaglianza di Clausius. Sistemi a composizione variabile e conseguente aumento delle variabili necessarie per la definizione dello stato del sistema. Introduzione delle funzioni termodinamiche ausiliarie energia libera di Helmoltz ed energia libera di Gibbs. Il potenziale chimico e le sue implicazioni sulle condizioni di equilibrio. Equilibri di fase in sistemi a un componente: equazione di Clapeyron ed equazione di Clausius - Clapeyron. Il potenziale chimico nei gas perfetti, puri e in miscela. Il potenziale chimico nei gas reali, puri e in miscela. La fugacità. L’equilibrio chimico in fase gassosa. Il potenziale chimico e la tensione di vapore. Leggi limite di Raoult e di Henry. Definizione di Attività. L’equilibrio chimico in fase condensata. Gas perfetti e gas reali. L’equazione di stato dei gas perfetti. Deviazioni dall’idealità e introduzione del fattore di comprimibilità Diagrammi pV/RT - p a basse pressioni e ad alte pressioni. La liquefazione e le grandezze critiche. Significato della temperatura critica e della pressione critica. La spiegazione del comportamento dei gas reali e il modello di Van der Waals. 74 Tentativo di costruzione di un’equazione di stato dei gas reali in termini di grandezze ridotte: l’equazione degli stati corrispondenti. Applicazioni. Fondazioni termodinamiche della teoria di geotermometri e geobarometri. Obiettivi formativi Al termine del corso lo studente dovrà essere in grado di: definire le principali funzioni termodinamiche; collegare le variazioni delle principali funzioni termodinamiche a dati sperimentali accessibili; enunciare ed applicare il primo e il secondo principio della termodinamica; utilizzare dati termodinamici tabulati per calcolare entalpie di reazione e costanti di equilibrio; applicare a problemi geologici (geotermometri e geobarometri) alcune nozioni di termodinamica. Verifica dell’apprendimento: esame orale con voto. Testi consigliati - Appunti forniti dal docente. - Atkins P.W.: Fondamenti di Chimica fisica. Zanichelli. Commissione d’esame : P. Riani, I. Cacelli. Orario di ricevimento: Giovedì, 11 – 13. TETTONICA (Codice insegnamento DD263) 6 CFU – 4CFU lezioni frontali; 2 CFU lezione fuori sede Luca Pandolfi Dipartimento di Scienze della Terra Programma del corso Il corso consiste di 32 ore di lezioni frontali (=4 CFU) seguite da una escursione di 6 giorni (= 2CFU) attraverso una catena montuosa. L'esame verterà sull'intero programma del corso. La preparazione dell’escursione da parte degli studenti fa parte integrante del corso. INTRODUZIONE. Cenni su: struttura interna della terra, caratteristiche geofisiche e petrologiche della litosfera continentale ed oceanica, modelli 75 litologici delle litosfera, caratteristiche reologiche e composizione del mantello, principi della tettonica a placche. MARGINI DIVERGENTI: rifting attivi, passivi, simmetrici ed asimmetrici, caratteristiche delle zone di rifting, gli aulocogeni, la tettonica nelle zone di estensione crustale, modelli di formazione dei Metamorphic Core Complexes, l'esempio del Basin and Range, il modello dei metamorphic core complexes, la crosta transizionale, l'esempio delle Unità Liguri Esterne. I BACINI OCEANICI: i ridge medio-oceanici, modelli di genesi della litosfera oceanica, la tettonica oceanica, ridge ad alta velocità di espansione, ridge a bassa velocità di espansione o ridge amagmatici, le faglie transformi e la tettonica connessa, analisi tettonica nelle sequenze ofiolitiche, studi strutturali nelle peridotiti, l'esempio delle ofioliti dell'Oman, metamorfismo oceanico, l'esempio delle sequenze ofiolitiche dell'Appennino Settentrionale. I SISTEMI TRASCORRENTI: differenza tra faglie trascorrenti e faglie transformi, caratteristiche delle faglie trascorrenti, tear, transfer e indent-linked faults, meccanismo di formazione delle faglie trascorrenti, strutture associate alle faglie trascorrenti, terminazione delle faglie trascorrenti, transtensione e transpressione, flower structures, rotazioni tettoniche, faglie trasformi su crosta continentale: l'esempio della California. I MARGINI CONVERGENTI: casi generali di margini convergenti, fisiografia di un margine convergente nel caso di subduzione di litosfera oceanica sotto litosfera continentale od oceanica e i suoi principali elementi, il prisma di accrezione, la zona di avanarco, la zona di arco, la zona di retroarco, anatomia di un prisma di accrezione, l’esempio delle Barbados. LA SUBDUZIONE: tettonica nelle zone di subduzione, tettonica nella placca inferiore, tettonica nel prisma di accrezione, meccanismi di accrezione, accrezione frontale, underplating coerente, underplating diffuso, deformazioni durante l'underplating, esempio di storia deformativa durante un underplating coerente: le Unità Liguri Interne, erosione tettonica, i mélanges, i diapiri di fango, metamorfismo nelle zone in subduzione, l’esumazione nei prismi di accrezione, il modello di Platt, le deformazioni durante l’esumazione, il breakoff del piano di subduzione. L’OBDUZIONE: stadio intraoceanico, stadio marginale, la suola metamorfica, evoluzione P-T della suola metamorfica, evoluzione strutturale della suola metamorfica, i depositi associati all'obduzione, l'esempio delle ofioliti albanesi. LE ZONE DI ARCO, RETROARCO ED AVANARCO: tettonica nell'arco vulcanico, tettonica nella zona di retroarco, relazione tra subduzione ed arco vulcanico, il roll-back del piano di subduzione, il modello di Doglioni, l'esempio del Mar Tirreno. LA COLLISIONE CONTINENTALE: modelli di collisione continentale, le radici delle catene montuose, il modello di Malavieille & Chemenda, processi di delaminazione, il metamorfismo durante la collisione continentale, i thrust and fold belts associati alla collisione continentale, i depositi di avanfossa. 76 I BACINI SEDIMENTARI: bacini sedimentari e tettonica a placche – bacini legati a stretching litosferico, bacini flessurali, bacini di strike-slip –. Esempi di bacini sedimentari sviluppati in contesti geodinamici differenti nel sistema alpino-appenninico (il bacino oceanico Ligure-Piemontese: dalle copertue delle sequenze ofiolitiche agli Scisti del Bocco, il Bacino EpiMesoalpino, i depositi di avanfossa dell'Appennino Settentrionale). RAPPORTI TETTONICA-SEDIMENTAZIONE NEI BACINI SEDIMENTARI: rapporti fra tettonica e sedimentazione nei bacini sedimentari. Esempi da bacini impostati su margini passivi, episuturali, trascorrenti e bacini di avanfossa. Controllo tettonico delle aree sorgente di un bacino. Fattori che controllano la velocità di sedimentazione nel bacino e sue architetture di crescita. – Subsidenza ed evoluzione termica di un bacino sedimentario. Obiettivi Formativi Alla fine del corso gli studenti devono essere in grado, di identificare e classificare le grandi strutture tettoniche regionali, in ambiente convergente, divergente e trascorrente. Devono inoltre possedere la capacità di descriverne le principali caratteristiche, di individuarne la genesi e di definirne la cronologia. Verifica dell’apprendimento: esame orale con voto. Testi Consigliati - KAREY & VINE, Tettonica globale. Zanichelli Ed., Bologna - TWISS & MOORES, Structural Geology. W.H. Freeman & Company, New York, USA - MOORES & TWISS, Tectonics. W.H. Freeman & Company, New York, USA - ALLEN & ALLEN, Basin analysis, principles & application. Blackwell science. Oxford, UK. E' inoltre disponibile un elenco di lavori scientifici per eventuali approfondimenti di specifici argomenti Commissione d’esame : L. Pandolfi, M. Marroni, R. Carosi, G. Molli, G. Musumeci. Orario di ricevimento: Lunedì 9-12, 14 – 16. 77 VULCANOLOGIA REGIONALE 6 CFU –lezioni frontali Roberto Santacroce Dipartimento di Scienze della Terra Programma del corso Vulcanismo plio-quaternario in Italia: evoluzione tettonica del Mediterraneo Occidentale; la Provincia Magmatica Toscana; la Provincia Magmatica Umbra; la Provincia Magmatica Romana; la Provincia Magmatica Campana; il vulcanismo della Sardegna; il vulcanismo del Tirreno Meridionale; le Isole Eolie; la Provincia Magmatica della Sicilia (Etna, Iblei, Canale di Sicilia). Le più grandi eruzioni esplosive: i “Supervulcani” (Toba, Taupo, Bishop Tuff, L’Ignimbrite Campana). Le eruzioni più famose: Vesuvio 79; Vesuvio 1631; Tambora 1815; Krakatau 1883; La Pelée 1902; St. Helens 1980-2005; El Chichon 1982; Pinatubo 1991; Montserrat 1995-2007. Il vulcanismo extraterrestre. Dal mito alla realtà dei vulcani. Obiettivi formativi Il corso si prefigge di dare agli studenti nozioni fondamentali sulla storia eruttiva, sulla natura dei magmi e sulla dinamica delle eruzioni più importanti avvenute nelle aree di vulcanismo plioquaternario in Italia, inquadrandole nel contesto geodinamico dell’area mediterranea. Verranno altresì illustrate le più grandi e famose eruzioni di vulcani non italiani, con sintetico inserimento nei rispettivi contesti geodinamici. Verifica dell’apprendimento: esame orale con voto. Testi consigliati Dispense fornite dal docente e articoli consigliati. Commissione d’esame : R. Santacroce, M.Rosi, A. Sbrana, P. Fulignati, P. Marianelli, G. Zanchetta. Orario di ricevimento: Su appuntamento telefonico. 78 14. Orario di ricevimenti degli studenti Docente Giorno e ora lun.: 11-12 gio.: 15.30-17 Tel. (050) E-mail 2215708 [email protected] Bagnoli G. mar.: 16-18 2215768 [email protected] Baroni C. mar.: 9-11 gio.: 16-18 2215731 [email protected] Bianucci G. mar.: 10-12 2215842 [email protected] Carosi R. lun.: 11-13 2215727 [email protected] D'Amato Avanzi G. lun.: 9-12 2215724 [email protected] D'Orazio M. lun.: 12-13 mar.: 12-13 2215709 [email protected] Fulignati P. ven.: 9-10 2215840 [email protected] Giammanco F. gio.: 15-17 2214505 [email protected] nipi.it Giannecchini R. F. lun..: 10-13 2215725 [email protected] Gioncada A. mer.: 12-13 ven.: 12-13 2215791 [email protected] Macera P. gio.: 10-12 2215792 [email protected] Marianelli P. gio.: 10-12 2215711 [email protected] Montomoli C. lun.: 12-13 2215844 [email protected] Musumeci G. mar.: 11-13 2215745 [email protected] Orlandi P. gio.: 11-13 2215719 [email protected] Armienti P. 79 Pandolfi L. Lun: 9-12 14-16. 2215744 [email protected] Pasero M. tutti i giorni: 9-11 2215761 [email protected] Patacca E. mar.: 11-13 2215729 [email protected] Perchiazzi N. mar.: 10-12 mer.: 10-12 2215769 [email protected] Puccinelli A. lun.: 11-13 2215723 [email protected] Ragaini L. gio.: 14-16 2215741 [email protected] Riani P. gio.: 11-13 2219398 [email protected] Rocchi S. lun.: 12-13 mar.: 12-13 2215710 [email protected] Rosi M. gio.: 11-13 2215712 [email protected] su appuntamento 2215718 [email protected] Sarti G. mar.: 12-13 2215836 [email protected] Sbrana A. lun.: 11-13 2215714 [email protected] Zanchetta G. mer.: 9-10 2215795 [email protected] Santacroce R. Per ulteriori informazioni sui docenti e per eventuali variazioni dell’orario di ricevimento, v. UniMap (http://unimap.unipi.it/) e pagine personali sul sito del Dipartimento di Scienze della Terra (http://www.dst.unipi.it/docenti.html). 15. Indirizzi utili Preside della Facoltà di Scienze M.F.N. (Prof. Paolo Rossi) Via Buonarroti n. 1; Tel. 050 2213300; Fax 050 2213299; [email protected] 80 Presidente del Consiglio di Corso di Laurea Aggregato in Scienze Geologiche e Scienze e Tecnologie geologiche (Prof. Rodolfo Carosi) Dipartimento di Scienze della Terra, Via S. Maria, 53 Tel. 050-2215727; Fax 050-2215800; [email protected] Vice Presidente del Consiglio di Corso di Laurea Aggregato in Scienze Geologiche e Scienze e Tecnologie geologiche (Prof. Alessandro Sbrana) Dipartimento di Scienze della Terra, Via S. Maria 53 Tel. 050/2215714; Fax 050-2215800; [email protected] Segretario del Consiglio di Corso di Laurea Aggregato in Scienze Geologiche e Scienze e Tecnologie geologiche (Dott. ssa Chiara Montomoli) Dipartimento di Scienze della Terra, Via S. Maria, 53 Tel. 050-2215844; Fax 050-2215800; [email protected] Presidente Commissione di Laurea (Prof. Mauro Rosi) Dipartimento di Scienze della Terra, Via S. Maria 53 Tel. 050-2215712; Fax 050-2215800; [email protected] Presidente della Commissione Didattica (Prof. Rodolfo Carosi) Dipartimento di Scienze della Terra, Via S. Maria, 53 Tel. 050-2215727; Fax 050-2215800; [email protected] i.it Segreteria Didattica Dipartimento di Scienze della Terra, Via S. Maria, 53 Tel. 050-2215832; Fax 050-2215800; [email protected] Segreteria Studenti Scienze M.F.N. Via Buonarroti Tel. 050-2213447; Fax 050-2213421 Numero Verde 800-018600; [email protected] Dipartimento di Scienze della Terra Via S. Maria, 53 Tel. 050-2215700; Fax 050-2215800 Dipartimento di Fisica Complesso ex-Marzotto, via Buonarroti, 2 Tel. 050-2214000; Fax 050-2214333 Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale 81 Via Risorgimento, 35 Tel. 050-2219000; Fax 050-2219260 All'indirizzo http://www.unipi.it/studenti/servizi/index.htm si trovano informazioni utili per gli studenti dell'Ateneo Pisano: • Servizio di ascolto e consulenza Un aiuto per superare problemi di inserimento, metodo di studio e altro • Carta più Carta più, la carta elettronica per gli studenti • Alice, il portale degli studenti Alice permette di controllare la propria carriera (esami sostenuti), offre un servizio di webmail e mette a disposizione i moduli MAV per pagare le tasse. • Ufficio per gli studenti disabili USID, Ufficio per il sostegno e l'integrazione degli studenti disabili • Part-time studenti Le collaborazioni degli studenti alle attività universitarie • Studiare le lingue L'attività del Centro linguistico interdipartimentale Per informazioni: Ufficio “Studenti e laureati - Attività Orientamento” Via Fermi, 8 E- mail: [email protected] Tel.:+39 0502212014/015 Fax:+39 0502212037 82 16. Calendario didattico a.a.2011/2012 Inizio Lezioni I semestre Termine Lezioni frontali I sem. Vacanze Natale I e II appello esami Inizio Lezioni II semestre Sospensioni lezioni per appelli straordinari Vacanze Pasqua Termine lezioni frontali II sem. Escursioni e lezioni fuori sede III appello esami IV appello esami V e VI appello esami 3 ottobre 2011 20 gennaio 2012 22 dicembre 2011 – 9 gennaio 2012 23 gennaio- 17 febbraio 2012 20 febbraio 2012 02 aprile – 15 aprile 2012 05 aprile – 11 aprile 2012 25 maggio 2012 26 maggio – 17 giugno 2012 28 maggio – 30 giugno 2012 02 luglio – 31 luglio 2012 03 settembre – 30 settembre 2012 17. Esami di Laurea a.a.2011/2012 Sessione autunnale (2010/11) Prolungamento autunnale (2010/11) sessione Sessione estiva (2011/12) Sessione autunnale (2011/12) 30 settembre 2011 04 novembre 2011 16 dicembre 2011 17 febbraio 2012 04 maggio 2012 22 giugno 2012 20 luglio 2012 28 settembre 2012 09 novembre 2012 14 dicembre 2012 83 18. Colloqui di accesso alla Laurea Magistrale - 15 settembre 2011 - 03 ottobre 2011 - 20 febbraio 2012 19. Orario delle lezioni Gli orari delle lezioni saranno disponibili presso il Dipartimento di Scienze della Terra e sul sito del corso di laurea all’indirizzo: http://www.dst.unipi.it /geos Luogo e svolgimento delle lezioni Le lezioni si svolgono nelle aule del Dipartimento di Scienze della Terra (per l’indicazione delle aule si veda l’orario delle lezioni). 84 19. Mappa di Pisa 1. Dipartimento di Scienze della Terra Via Santa Maria, 53-24 2. Polo Didattico Carmignani Piazza dei Cavalieri, 6 3. Segreterie Studenti Largo B. Pontecorvo, 3 (Complesso Ex Marzotto) 4. Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali Largo B. Pontecorvo, 4 (Complesso Ex Marzotto) 5. Stazione FF.SS. Piazza Stazione, 10 85
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