Frundsberg - archivio riviste - Provincia autonoma di Trento
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52 PosterTRENTINO 1.2002 I Frundsberg Un nobile casato tirolese che ha lasciato il segno nella storia trentina di Adriana Maurina Rossi ’insegna araldica del nobile casato Frundsberg presenta una forma alquanto insolita, tanto da venire definita in modo diverso: nei testi in lingua italiana essa viene infatti chiamata ”conchiglia” oppure “foglia”, mentre nei libri in lingua tedesca è citata come “Fünfbergwappen” che, in traduzione letterale, significa “stemma dei cinque monti”. Il figlio più illustre della dinastia, Udalrico, principe-vescovo di Trento dal 1486 al 1493, fu tra i protagonisti della famosa battaglia di Calliano nel 1487. Il suo stemma è scolpito sul monumento funebre del condottiero dei Veneziani Roberto da Sanseverino, esposto nel transetto nord del Duomo di Trento. È noto che esso ricorda la strepitosa vittoria dei Tirolesi sull’esercito della Serenissima, che vide la miseranda morte per annegamento di uno dei suoi più prestigiosi capitani di ventura. L’emblema dei Frundsberg appare anche sulla splendida pietra tombale, in pietra rossa ammonitica, del principe-vescovo Udalrico, conservata nella basilica paleocristiana, oggi adibita a cripta, portata alla luce dagli scavi Archeologici eseguiti sotto la cattedrale di S. Vigilio. Si può notare la “conchiglia” anche altrove, sulle facciate degli edifici fatti riedificare o restaurare dal potente prelato: la Basilica dei Martiri a Sanzeno, la chiesa di S. Lorenzo a Vigo Lomaso e il palazzo della L Magnifica Comunità a Cavalese. Si sa che l’elezione del presule da parte del Capitolo venne a suo tempo contrastata dall’imperatore Federico III, che sostenne la nomina del rivale Giorgio di Wolkenstein presso Papa Innocenzo VIII. La Santa Sede però decise in favore del Frundsberg ed egli prese ufficialmente possesso della sua carica ecclesiastica il 7 agosto 1488. Tra le innovazioni introdotte dal vescovo, si ricorda la costituzione che impose alle parrocchie l’introduzione del libro dei battezzati e dei padrini, al fine di prevenire complicazioni di parentela spirituale in caso di matrimonio. Il prelato era nato nel castello di Schwaz in Tirolo, un maniero antichissimo, citato nella documentazione d’archivio già nel XII secolo. I suoi antenati furono condottieri al servizio dei potenti duchi di Andechs, dominatori di vasti territori in Tirolo e in Baviera. I suoi genitori furono Ulrich von Frundsberg e Barbara von Rechberg che ebbero ben 15 figli, sei dei quali morirono in tenera età. Sopravvissero quattro femmine e cinque maschi, i cui ritratti, nel 1505, furono magistralmente dipinti da Bernhard Strigel su un ligneo pannello votivo, oggi esposto nel museo di Ulm. Vi sono raffigurati, da sinistra a destra, inginocchiati in atteggiamento orante, Giorgio, Adam, Thomas, Johan e Ulrich; le quattro piccole figure pallide sullo sfondo sono i fratelli de- PosterTRENTINO 53 1.2002 PANNELLO VOTIVO. L’olio su legno di Bernhard Strigel realizzato nel 1505 ed oggi esposto nel museo di Ulm in Germania. Raffigura i figli di Ulrich von Frundsberg e Barbara von Rechberg. funti Christof, Sigmund, Wolfgang e Kaspar, morti in tenera età. Tra i figli Frundsberg furono in particolare il secondogenito Udalrico e il più giovane Giorgio a dare grande lustro al casato: il primo si distinse nella carriera ecclesiastica, come canonico di Bressanone, Frisinga e Augusta, ma soprattutto come principe-vescovo di Trento, dove morì nel 1493; il fratello minore ebbe invece enorme successo nella carriera militare, tanto da passare alla storia come “padre dei Lanzichenecchi”, grazie alla sua leggendaria capacità di esercitare sui rozzi ed analfabeti mercenari un’autorità carismatica, tale da garantirgli obbedienza cieca e fedeltà assoluta fino all’eroismo. Il suo esercito fu vittorioso contro Venezia, contro la Francia di re Francesco I e contro lo stato pontificio di Clemente VII, il pontefice che subì l’ignominia del famoso “sacco di Roma” nel 1527. Nel bel saggio biografico dello storico Reinhard Baumann, (Georg von Frundsberg – Vater der Landsknechte – Feldhauptmann von Tirol – Ed. Strumberger Monaco) si leggono alcune pagine molto interessanti di storia trentina. Si scopre, per esempio, che Giorgio Frundsberg soggiornò ripetutamente a Trento, dove fu sempre bene accolto come fratello del principe-vescovo e come pretendente alla mano della futura moglie, contessa Anna Lodron, ricca castellana della Valle Lagarina. Nel 1507, per ordine dell’imperatore, egli radunò nella nostra città un esercito di novemila lanzichenecchi, pronti ad attaccare la Repubblica Veneta, rea 54 PosterTRENTINO 1.2002 IL PRIMO CASTELLO. Quello che ora è il museo della città di Schwaz, in Tirolo, secoli fa era il primo castello del casato dei Frundsberg. di avere osato impedire la trionfale trasferta di Massimiliano a Roma per la solenne cerimonia dell’incoronazione nella basilica di S. Pietro, per mano di Papa Giulio II. È noto che il monarca asburgico, umiliato ed offeso, dovette accontentarsi di una poco gratificante “proclamazione” nel Duomo di Trento. Conclusa la cerimonia, Giorgio Frundsberg e i suoi marciarono lungo la Valsugana e si attestarono a Castel Telvana, per portarsi quindi alle porte di Verona, che avrebbero ben presto strappato ai veneziani. Si stava compiendo, frattanto, la complessa transizione dal Medioevo all’età moderna, accelerata dai grandi cambiamenti determinati dalla scoperta dell’America, dall’introduzione della stampa e dall’evoluzione delle tecniche belliche con l’impiego dell’artiglieria. La morte di Massimiliano, “ultimo cavaliere della storia”, aprì inediti orizzonti alla politica internazionale. Nell’intricato groviglio di relazioni diplomatiche e giochi di potere, la chiave d’oro dei Fugger, ricchissimi banchieri di Augusta, aprì le porte del successo a Carlo d’Asburgo, che sbaragliò gli altri aspiranti alla corona del Sacro Romano Impero. I lanzichenecchi e i loro comandanti giurarono fedeltà al nuovo signore dell’impero “su cui non tramontava mai il sole”, dominatore dei due mondi: la vecchia Europa e l’America, chiamata allora “Nuove Indie”. Il 24 febbraio 1525, mentre Carlo festeggiava a Madrid il suo venticinquesimo compleanno, i mercenari di Giorgio Frundsberg sconfissero l’esercito francese nella battaglia di Pavia e fecero prigioniero lo stesso re Francesco I. Dopo i festeggiamenti di rito, iniziarono la marcia di rientro in Patria, ma, giunti alle porte di Trento, si trovarono coinvolti nella rivolta dei rustici, che aveva costretto alla fuga anche il vescovo Bernardo Clesio. È facile immaginare il parapiglia che vide il confronto armato tra mercenari e servi della gleba. Sta di fatto che quella “guerra tra poveri” riportò l’ordine e la calma in città. I rustici fecero docilmente ritorno al loro lavoro e il Clesio poté rientrare indisturbato al Castello del Buonconsiglio. Scrive lo storico PosterTRENTINO 55 1.2002 Baumann: “Il principato vescovile tridentino era come una nave nella tempesta, in procinto di inabissarsi, ma fu salvato dal provvidenziale intervento dei lanzichenecchi di Giorgio Frundsberg”. L’ultima, sebbene incompiuta, impresa militare dell’intrepido condottiero fu la spedizione punitiva degli imperiali contro lo Stato Pontificio di Clemente VII. Egli guidò il suo esercito fino a Bologna, dove venne improvvisamente colpito da ictus, che lo costrinse ad una lunga convalescenza. Fu ospite, a Ferrara, della raffinata corte rinascimentale degli Estensi, mentre l’orda lanzichenecca, lasciata allo sbaraglio, priva del carisma di Giorgio e del soldo, reclamato invano, proseguì disordinatamente la sua marcia verso Roma, dove si rese protagonista di una delle pagine più tragiche della storia europea, il tristemente famoso “sacco Più approfondimenti e informazione per IL TRENTINO, la rivista della Provincia Autonoma di Trento. 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