29-05-2007 - slc
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Messina News ed informazioni periodiche al personale di Posteitaliane “ Il Punto . . . su .Poste ” - Organo ufficiale del SLC -CGIL - Anno III - nr.05/2007 Messina 29/05/2007 Finiti i tempi belli dell’egemonia politica MESSINA: ENNESIMO SCIPPO Il taglio delle zone di recapito in Sicilia, grava per il 50% su Messina e per la restante metà sulle altre 8 Province. Bisogna tutelare Palermo e Catania. C’è chi tenta di tutto con balletti e sceneggiate. Di chi sono le vere responsabilità ? Un tratto del Viale S. Martino a Messina, con la nuova linea tranviaria Fino alla fine degli anni ottanta, Messina aveva un peso specifico rile- vante negli scenari politici regionali e nazionali. O.S.C. Filiale 1 Messina: mai così in basso Grande abbuffata di frutta, vino e dessert all’O.S.C. della Filiale 1 di Messina - (si, siamo già alla frutta). Stravolta ogni cosa, si va avanti navigando a vista, nella più assoluta improvvisazione. Il peggio è che, nell’ingenuità, si cerca di stravolgere persino le regole del gioco. a PAGINA 3 Riscopri insieme a noi i tuoi diritti Il capoluogo Peloritano contava e faceva sentire la propria voce negli ambienti istituzionali. Non vogliamo certamente rimpiangere un periodo in cui la gestione politica ha assunto anche dei connotati patologici, ma solo evidenziare un dato di fatto. Dalla metà degli anni novanta in poi, abbiamo viceversa assistito ad un progressivo ma inarrestabile declino, complice una classe politica inidonea e inadeguata, a tutto vantaggio di altri capoluoghi siciliani a cominciare da Palermo e Catania. Un declino non solo politico ma soprattutto economico con Aziende Pubbliche e private che hanno dismesso o ridotto sensibilmente la loro presenza in città. Parliamo dell’Enel, della Telecom, segue a PAGINA 2 Straordinario: inserimento su Web Alla luce delle novità apportate per l’inserimento dello straordinario in procedura Web, cerchiamo di fare chiarezza su una disposizione sicuramente molto lacunosa, che sta dando qualche problema. a PAGINA 5 “I L P UNTO . . . SU .P OSTE ” - O RGANO UFFICIALE DEL SLC-CGIL - A NNO III - NR .05/2007 (Dalla I° pagina) mentre il restante 50% viene spalmato sulle altre otto province. Messina: “E’ la somma che fa il totale” ennesimo scippo diceva il Principe Antonio De Curtis, in arte Totò. dell’Arsenale Militare, dell’Ospedale Militare etc etc. Anche le Poste dove nell’ultimo decennio si sono persi oltre mille posti di lavoro. Nella nostra Azienda si è deciso scientemente di penalizzare Messina favorendo il capoluogo etneo e quello palermitano. Lo si è visto nella ristrutturazione dei CPO ed oggi si cerca di ripetere l’operazione scippo nella complicata fase di riorganizzazione Un sentito e doveroso omaggio al grande Totò del settore recapito e per una delle sue battute più ricordate, che trovano sempre appropriato riferimento in della logistica. Chiaro segnale in tal ogni nostro dire quotidiano. senso, quello di localizzare proprio a Catania la sede della Quale logica dietro tutti questi RAM 1 (perché no a Messina ? ! ! !) numeri? ponendovi a capo una dirigenza con Non centra nulla la pretesa di renuna ben precisa targa politico- dere il servizio recapito più efficiente sindacale di appartenenza. e pronto ad affrontare con successo E veniamo ai numeri, freddi e l’oramai imminente e totale liberastringati che non lasciano spazio a lizzazione del mercato postale. dubbi. Qualcuno dovrà infatti venire a Nella riorganizzazione del recapi- spiegarci come si garantirà il servizio to, l’Azienda aveva previsto di soprattutto nelle zone montane e “tagliare” in Sicilia 148 zone di cui disagiate e come si farà in comuni (e ben 54 (oltre il 36 % del totale), sono tanti), dove i portalettere da tre solo a Messina. diventano due e da due uno. Nella previsione anche Catania Come si garantirà il servizio con un perdeva delle zone ma in maniera territorio dalle caratteristiche oleomolto più contenuta : solo 16. grafiche e toponomastiche del tutto Previsioni che nel giro di una notte particolari e dell’ampiezza di quello e senza alcun passaggio con le messinese? OO.SS., sono improvvisamente E’ molto facile prevedere il tracolcambiate. lo e poi magari qualcuno in Azienda E’ bastato un colpo di penna e im- darà le colpe ai soliti portalettere provvisamente a Catania da -16 si scansafatiche e rubastipendi. passa a 1 e, a Messina, le zone da La verità è ben diversa e risponde a tagliare non sono più 54 ma 69 logiche perverse di gestione, di inte(circa il 47% del totale). ressi politici e sindacali. Significa che la riorganizzaIn Sicilia si devono assolutamente zione del recapito e i tagli in tutelare Palermo e Catania dove è Sicilia per la metà sono esclusi- presente una classe politica influente vamente a carico di Messina e dove qualche sigla sindacale ha un In un oceano di notizie P AGINA 2 elevatissimo numero di iscritti. Ma tutelare queste realtà in danno di chi? . . . . . Ma di Messina, più debole e senza adeguati punti di riferimento. Le zone da tagliare devono essere comunque 148 in tutta la Sicilia: se Catania ne recupera 15 a Messina si aumenta di 15 e siamo a posto. Poi in categoria iniziano i balletti e le sceneggiate. Si fanno assemblee, si contattano sindaci si inondano i giornali di comunicati stampa a difesa dei lavoratori, proclamando clamorose azioni di lotta. Quindi inizia la trafila della convocazione (tentata e non riuscita . . . ! ! !) delle RSU per proclamare il rituale conflitto di lavoro. Un tentativo oramai ben conosciuto di salvare la faccia tra i lavoratori cercando di nascondere la realtà: essere marginali all’interno della propria O.S. regionale che sacrifica Messina sull’altare dei delicati equilibri di gestione delle deleghe. E il fatto più paradossale della vicenda è che proprio gli affossatori degli interessi dei lavoratori di Messina si ergano a paladini in difesa di quegli stessi portalettere mandati al rogo. Quando si raggiungono tali limiti di bassezza, il problema non è più di corrette Relazioni Industriali, ma investe sfere che appartengono all’etica e alla deontologia sindacale. E’ chiaro comunque che se a Messina non si ridurranno i tagli, tutti noi sindacalisti, ciascuno entro gli ambiti delle proprie possibilità, perderemo la faccia. Forse sarebbe opportuno aprire un conflitto di lavoro a livello regionale che riguardi tutte e nove le province siciliane e che sia propedeutico ad uno sciopero generale nell’intera isola. Sarebbe forse l’unico modo per vedere in concreto quanti e quali saranno i paladini di Messina. L’SLC- CGIL ci sarà con tutte le sue componenti, questo come Segreteria Provinciale possiamo assumerci la responsabilità di affermarlo in questa sede. Altri potranno fare altrettanto ? ? ? Parti per una crociera nel mondo dell’informazione Già superati i 2000 ingressi al mese Tutto ciò che ruota nell’universo postale. www.slccgilmessina.it Entra nel nostro sito per avere la consapevolezza dei tuoi diritti, per essere libero e convinto delle tue scelte. “I L P UNTO . . . SU .P OSTE ” - O RGANO UFFICIALE DEL SLC-CGIL - A NNO III - NR .05/2007 P AGINA 3 Non navigavamo certo nell’oro, ma competenza e furbizia facevano si che si operasse sempre, quantomeno, al limite delle regole. O.S.C. Filiale 1: alla . . . E’ bastato appena un mese per gettare nel caos l’Operation di Filiale. Uffici chiusi, sostituzioni, ferie, straordinario, tutto a gambe in aria. Per quanto ? Non più di un mese fa assistevamo all’ultimo giro di valzer, come noi stessi lo abbiamo definito, dalle pagine di questo giornale, e che ha interessato alcuni posti di responsabilità soprattutto all’interno delle due Filiali di Messina. Anche se “non riuscivamo” a comprendere i “nobili” e “necessari” motivi di tali accantonamenti, promozioni, spostamenti e quant’altro, ne abbiamo preso atto, sperando quantomeno in una continuità di gestione ed in un sempre maggiore dialogo volto al miglioramento di quelle che possiamo definire le condizioni lavorative e logistiche dei nostri Uffici. Vedete, anche se a volte è facile, non è sicuramente etico prevedere o comunque esprimersi a priori su quelli che sono o che potranno essere avvenimenti futuri, è certamente più consono, invece, far si che le cose facciano il loro corso, dando magari il proprio contributo affinché determinate discrasie non abbiano a palesarsi o meglio ad avvenire. Ma, come spesso accade, il futuro non è mai come le vorremmo e molti avvenimenti conservano sempre una loro imprevedibilità. Tra gli spostamenti che hanno riguardato alcuni posti di Caposervizio, dobbiamo nostro malgrado, lamentare il cambio della guardia a capo del O.S.C. della Filiale 1, che ha visto l’avvicendamento tra il Dr. Minutoli con il subentrante Dr. Pio D’Alì, proveniente dall’O.S.C. della Filiale 2. Purtroppo le risultanze di quanto sta accadendo con la nuova gestione, ci pongono seri problemi per quanto riguarda una operabilità improntata nel rispetto delle regole e che prescinda da ogni pura e semplice im- provvisazione, almeno per quanto riguarda regole e responsabilità chiaramente ed esplicitamente stabilite. Se a ciò, aggiungiamo anche che, in maniera quasi contestuale, abbiamo assistito al cambiamento dell’addetto alla movimentazione del personale, per essere stato destinato ad altro incarico, la frittata ci sembra che bella e servita. Sicuramente non è facile, per chi sopraggiunge in un posto così delicato, senza magari conoscere perfettamente la realtà geografica, muoversi da subito con tempestività e dovizia di precisione, ma è certamente auspicabile attendersi un comportamento consolo ed attento a norme e regole precostituite. Non possiamo accettare e non accetteremo, passaggio chiavi, per sostituzione unità, in mezzo alla strada, come se si prestasse la macchina ad un amico, (vedi foto) o anche con le chiavi che vengono lasciate in altro Ufficio, senza alcun contraddittorio in loco e con tutte le responsabilità annesse e connesse. I passaggi si fanno a fine giornata del giorno precedente l’assenza, in orario di servizio (non nel giorno di assenza come lo stesso Dr. D’Alì, verbalmente, ha proposto) e con la contestuale sottoscrizione della documentazione prevista. Che ciò serva di riferimento e monito per il futuro affinché ciò non abbia assolutamente più ad accadere e men che meno ad essere oggetto di lamentele da parte di chiunque. Riscontriamo ancora un facile orientamento alla chiusura di Uffici, senza che a nostro avviso, a volte, vengano maggiormente attenzionate le opportunità di una differente gestione delle risorse, per poter ovviare a tali inconvenienti. Molto spesso Tizio invece di Caio, può creare quella condizione in più per far quadrare il cerchio, fermo restando che le valutazioni debbono essere fatte a 360 gradi, sulla disponibilità complessiva e non di singoli Uffici e sempre quelli. Non parliamo, poi, dello straordinario, dove l’improvvisazione e il caos regnano sovrani. Ripetiamo: non è facile; ma se manca la volontà sarà sempre più difficile di quanto possa essere, fatta salva la capacità di chi viene preposto alla gestione del tutto. Il Dr D’Alì, persona a noi abbastanza nota (straordinario per corsi di formazione Filiale 2, nostre note del novembre 2006 - vedasi il numero di questo giornale dello stesso mese), riteniamo abbia ormai avuto modo di inserirsi nel nuovo ambiente, di aver preso atto delle consistenze numeriche e delle loro stesse allocazioni, delle potenzialità ed opportunità facenti capo al proprio territorio. Siamo certi, avrà scienza e coscienza per operare nel migliore dei modi, ma ci auguriamo, per il bene di tutti, nel pieno ed assoluto rispetto di norme e regole, che il futuro sia migliore e che non ci porti mai a dover discutere su cose chiare ed incontrovertibili. In tutti i casi, qualora se ne palessasse l’opportunità, sia chiaro che, non saranno solo le pagine di questo giornale a raccogliere lo sfogo che, sicuramente, sarà oggetto di attenzioni ben più serie. Muzzicuni i zanzara ! Minchia ! Chi nutizia serpentina, l’MPA si susi e va e camina, nt’a l’Arena cademmu pi sfurtuna; e cu nni smovi cchiù, porca but . . na. “I L P UNTO . . . SU .P OSTE ” - O RGANO UFFICIALE DEL SLC-CGIL - A NNO III - NR .05/2007 P AGINA 4 Vorremmo sapere, una volta per tutte e con assoluta serietà e competenza il reale fabbisogno della nostra rete e dei singoli Uffici. - Ma lo sappiano già che non vi conviene dirlo, siamo mica scemi. L’eterna guerra dei numeri Ci viene in mente la classica barzelletta dei Carabinieri sulle frecce delle autovetture: “ora si” , “ora no”. Ora siamo in esubero, ora no. “Ora si”- “ora no” Risorse Umane: numeri che vanno e vengono ! Ora si . . . . . , Ora no . . . . . La quantificazione dell’organico necessario per l’espletamento dei servizi all’interno degli uffici postali, ha assunto, ormai da troppo tempo, la connotazione di una diatriba senza fine tra Azienda ed OO.SS. Poste Italiane ha, in passato, attraverso lo strumento del CDMA (acronimo questo di un’unità di “misura” di cui nessuno ne ha mai conosciuto ne condiviso i contenuti), dettato l’organico di ogni singolo ufficio postale. Questo strumento si è rivelato, sin da subito, una sorta di ghigliottina usata alla stessa maniera con cui durante la rivoluzione francese si faceva sommaria giustizia; di fatto Poste ha tagliato “teste” all’interno dell’organico di ogni singolo ufficio in maniera scriteriata, riducendo ai minimi termini il personale, a prescindere dalla clastrerizzazione assegnata. Gli ultimi dati diramati da Poste, vedrebbero nelle nostre due filiali un esubero quantificato con un + 31 per Messina 1 e con un + 4 per Messina 2. Da quale cilindro escano fuori questi numeri non è dato sapere, certo è che, se l’Azienda li ritiene assolutamente rispondenti alle reali necessità, non si capisce come, a fronte di questo “esubero”, quotidianamente non si riesca a far fruire le ferie ai colleghi, così come quotidianamente rimangano uffici chiusi per mancanza di personale, o come sempre più numerosi uffici “Sprint” applichino gli SSC in turno alla sportelleria (spesso e per lunghi periodi vi sono anche i DUP allo sportello), o come, in diversi uffici a doppio turno, vengono applicate solo 2 unità nel turno antimeridiano ed 1 nel turno pomeridiano (facendo innalzare i tempi d’attesa ed ancor più il nervosismo tra la clientela). Così come, altresì, rileviamo la continua migrazione del personale tra un ufficio e l’altro in una sorta di nomadismo (tanti non ricordano neppure a quale ufficio appartengano). Esempi di disfunzioni, se ne possono elencare tanti altri ancora ma non è questo il motivo della nostra riflessione; il nostro intendimento è capire perché, se i “numeri” aziendali sono quelli di un “esubero”, giornalmente accade tutto ciò, e tanto altro ancora. Delle due l’una, o vi è una totale incapacità gestionale dei preposti locali di questa Azienda (per alcuni si tratta veramente di incapacità! ! ! . . e chi siano questi personaggi non lo scopriamo certo noi oggi), o la quantificazione del personale è palesemente e strumentalmente errata. La questione rimane aperta e l’attenzione puntata per porre una soluzione ormai improcrastinabile anche, in funzione dell’ormai imminente rinnovo contrattuale. Ed a proposito di capacità gestionali, auspichiamo, per il futuro, che i nostri dirigenti regionali, anche se alti belli e con gli occhi azzurri, prima di tenere aule ai colleghi, che fanno centinaia di chilometri per partecipare a corsi che più che formazione si rivelano di demotivazione (visto i contenuti e l’esposizione che gli argomenti trattati hanno), si facciano un giro per gli uffici postali (e non solo quello che hanno in Via A. De Gasperi), per conoscere e capire le reali necessità e le svariate realtà che vi sono sul territorio; eviteranno, se non altro, di fare meschine figure agli occhi di chi, quella bella scrivania, nei piani alti della Sede Regionale, unitamente ad uno stipendio “adeguato al ruolo”, con i propri sacrifici ed il proprio lavoro, continuano ad assicurargliela. Ultim’ora Richiesta di incontro al Direttore della Filiale 1 Siamo in attesa di una convocazione da parte del Direttore della Filiale 1, a seguito di quanto è accaduto negli ultimi giorni, per parte dell’O.S.C. di Filiale. Vorremmo rassicurare tutti i colleghi che si sono a noi rivolti, per le più svariate problematiche venutesi a creare per comportamenti, definiamoli per adesso poco chiari, che saranno ampiamente tutelati e garantiti nei loro diritti e nelle loro spettanze. Sul nostro sito la richiesta di incontro urgente, fatta al Capo Filiale. A presto ulteriori notizie. “I L P UNTO . . . SU .P OSTE ” - O RGANO UFFICIALE DEL SLC-CGIL - A NNO III - NR .05/2007 P AGINA 5 Straordinario su procedura Web RAS E’ vero: “uno sta bene fino a quando non vuole l’altro”. Avevamo raggiunto una certa condivisione sul problema, ma gli ultimi avvenimenti ci impongono di chiarire per dare serenità e certezze ai colleghi, su un messaggio “poco” chiaro. Ci riferiamo, come avete ben capito, all’inserimento dello straordinario in Web. Con Circolare nr. 6 del 06/01/07, in tutti gli Uffici della Filiale 1, sono state impartite le direttive che qui di seguito riportiamo: - “dovrà essere consentito l’accesso all’ufficio, fino ad orario di apertura al pubblico, a tutti i clienti;” - “tutti i clienti che al termine dell’orario di apertura al pubblico si trovano all’interno dell’Ufficio Postale hanno diritto a ricevere i servizi che richiedono.” Una disposizione chiara e sicuramente accettabile che però non precisava, come purtroppo spesso accade, le modalità di tutela per i lavoratori, in relazione ad una eventuale prestazione aggiuntiva con riconoscimento del pagamento dello straordinario. Abbiamo, in quell’occasione, prontamente replicato, con nostra nota del 11/01/07, invitando gli Organi preposti, a chiarire i termini di applicazione per il riconoscimento e la conseguente autorizzazione alla prestazione straordinaria, che non poteva essere richiesta in giornata per ovvi e consequenziali motivi temporali. Ebbene, anche se verbalmente, ci è stato assicurato dall’allora Responsabile dell’Operation (Minutoli), che giustamente la richiesta di straordinario, in quel caso, sarebbe stata fatta il giorno seguente con il contestuale invio via Fax del giornale di fondo a conferma degli orari operativi, come del resto veniva fatto per la richiesta dello straordinario in caso di corsi pomeridiani. Ad essere sinceri la cosa funzionò al punto che, in diverse occasioni, lo straordinario richiesto per accidentali prolungamenti o altro, veniva regolarmente pagato. Con il recente cambio della guardia, come spesso in analoghe circostanze avviene, è stato operato un piccolo cambiamento che, allo stato, magari, per una semplice questione di abitudine, sta portando qualche problema ad alcuni colleghi. Nell’assicurare, pertanto, come è già avvenuto, che assisteremo tutti i coloro che si rivolgeranno a noi, cerchiamo di chiarire i termini di una disposizione che, come al solito, lascia sempre molte cose in sospeso. In data 08/05/07 riceviamo una email, la quale ci impone di inserire in Web, entro le 13,30, tutto lo straordinario che dovremmo richiedere per quella giornata. Quanto sopra va a scontrarsi con la prassi precedente e specificatamente con la richiesta dello straordinario per corsi di formazione fuori orario (convocazioni a Messina), o più semplicemente con lo straordinario che si doveva effettuare in presenza di clientela allo sportello e che va a protrarre la prestazione lavorativa della giornata. Interpellato, tempestivamente, con nostra nota, il Direttore di Filiale è intervenuto chiarendo i termini della disposizione succitata ed assicurando che sarebbero state rispettate tutte le adempienze da parte della Filiale stessa in termini di prestazione fuori orario a carico dei singoli operatori. In buona sostanza, tranne qualche piccolo accorgimento, tutto rimane nei termini dell’operatività che conosciamo. Quali sono le innovazioni: Fermo restando l’obbligo dell’inserimento dello straordinario nella giornata di riferimento, fino al mese scorso inserivamo il giorno dopo la richiesta di prestazione per prolungamento orario in ufficio, e le ore per convocazione fuori sede (a Messina, ore pomeridiane). Ebbene, per quanto riguarda eventuali prolungamenti orari, per la presenza di clientela all’interno dei locali dell’Ufficio, non essendo essa stessa in alcun modo prevedibile, la richiesta va fatta il giorno seguente con invio in allegato del giornale di fondo a riscontro dell’orario lavorato. Per quanto riguarda la prestazione straordinaria, prevista per corsi di formazione o convention in Filiale, visto che la stessa, sul foglio di convocazione, viene quantificata, sarà cura dell’interessato o del Direttore cui è sottoposto, inserire detto orario in Web entro le ore 13,30 del giorno stesso cui si riferisce, rimandando l’inserimento di un eventuale sforamento nell’orario al giorno dopo. Qualcuno si è posto il problema della eventuale mancata presenza per sopraggiunte impossibilità, laddove risulterebbe una richiesta di straordinario autorizzata e l’assenza del dipendente. In questi casi, sarà cura del SRU di Filiale, verificare la presenza ed eventualmente mettere o meno in pagamento la quantità di ore a suo tempo autorizzate. “I L P UNTO . . . SU .P OSTE ” - O RGANO UFFICIALE DEL SLC-CGIL - A NNO III - NR .05/2007 P AGINA 6 Il documento di separazione contabile del gruppo guidato da Sarmi rileva che i servizi di corrispondenza chiudono sempre in rosso. Per fortuna c’è Bancoposta Negli ultimi due anni, nel core business, sono stati bruciati oltre 1,7 miliardi, malgrado il ritorno all'utile. MILANO FINANZA 28-4-07 NEL 2006 LA CIAMBELLA DEGLI AUMENTI TARIFFARI di Andrea Ducci Meno male che nel 2000 Corrado Passera si e’ inventato il BancoPosta. Se non fosse per quel progetto avviato sotto la super-visione dell'attuale numero uno di Sanpaolo Intesa i conti del gruppo postale sarebbero ancora in profondo rosso. Ne sa qualcosa il suo successore alla guida di Poste,Massimo Sarmi. Che nel tentativo di riparare alle magagne dell'attività tradizionale si affanna ad inventare linee di business e nuove attività. Basti pensare al servizio di telefonia mobile con Vodafone, annunciato in occasione dell'ultimo bilancio, cosi come -i nuovi servizi multicanale e i servizi integrati, ossia le sanatorie e la gestione delle multe per le pubbliche amministrazioni. Una moltitudine di attività che continuano a stridere di fronte ai numeri degli ultimi bilanci, chiusi peraltro in nero (nel 2006 l’utile ha raggiunto 676 milioni di euro) grazie alle performance del BancoPosta, gestito fino a poche settimane fa dall'ex a.d. di Alitalia, Francesco Mengozzi. Il problema vero di un'azienda, che continua a chiamarsi Poste Italiane, resta infatti il core business della corrispondenza. Le cifre sono inesorabili e rivelano l'inefficienza dell'attività tradizionale che tra il 2004 e il 2005 ha bruciato 1,7 miliardi di euro. Nel documento di separazione contabile relativo al 2005, che Milano Finanza ha potuto visionare, le perdite nei servizi postali hanno sfiorato nel 2005 i 900 milioni di euro, un valore di poco inferiore all’anno precedente, quando il rosso ha toccato il miliardo. In dettaglio, il documento rileva le difficoltà di quasi tutte le famiglie di prodotto e attività. La posta Ordinaria nel 2005 ha perso oltre 314 milioni di euro. Stesso discorso vale per la posta Prioritaria finita in rosso per 61 milioni. Da manuale il rendiconto di Posta Target, che per fatturare 268 milioni ha dovuto sostenere costi per 485 milioni, per un totale di 242 milioni di perdite. Non a caso, chi conosce bene i conti della societa’ sottolinea che nel direct marketing Sarmi e’ costretto a fare dumping, adottando tariffe sottocosto per evitare una deriva ancor peggiore dei conti. I bilanci in rosso di Poste proseguono anche nel servizio di Invio di giornali e periodici (-80 milioni di euro), stampa no profit (-75 milioni), pacchi (-96 milioni), contrassegni (-13 milioni). Una sfilza, insomma, di attività non remunerative con l'aggravante di una clientela sempre più delusa dai servizi. Del resto, Vittorio Mincato paracadutato nel 2005 in Poste, dopo la brusca estromissione dall'Eni, con il mandato di privatizzare la società si e’ guardato bene dal proferire una sola parola sulla questione. Un'eventuale quotazione passerebbe per uno scorporo dei servizi postali da quelli finanziari. Ma Poste senza Bancoposta andrebbe a picco, anche alla luce della prossima liberalizzazione nel mercato postale attesa per il 2009. Nel frattempo, anche l'ultimo esercizio ha confermato i soliti problemi. In un cosiddetto flash report, un documento riservato ai top manager dell'azienda, il consuntivo 2006 evidenzia che i volumi di attività sono in flessione. A fronte di un budget previsto di 7,3 miliardi di pezzi inviati il consuntivo ne segnala 6,8 miliardi (nel 2005 erano stati lavorati 6,9 miliardi di pezzi). I conti non sono peggiorati (i ricavi sono passati da 4,02 miliardi a 4,09 miliardi), ma solo grazie all’aumento tariffario, che ha eliminato la posta ordinaria rimpiazzandola con quella prioritaria. Una mossa che ha fatto crescere i ricavi di quasi 330 milioni di euro. Per il resto le altre attività non hanno registrato crescite significative. A puntellare i conti di Sarmi sono stati ancora una volta conti correnti e servizi finanziari. “I L P UNTO . . . SU .P OSTE ” - O RGANO UFFICIALE DEL SLC-CGIL - A NNO III - NR .05/2007 P AGINA 7 A volte, non conoscendo la realtà, sarebbe meglio ponderare le affermazioni, se non altro per evitare di essere smentito dai fatti “I Servizi” al servizio . . Mai affermazione potè essere, così condivisa se non per il suo stesso capovolgimento letterale; conseguenza di atti, fatti e comportamenti, proprio all’interno della Filiale, dalla quale la stessa, in maniera tanto convinta, fu declarata. O cambia l’andazzo o dalle pagine di questo giornale faremo nomi e circostanze di chi non si degna di rispondere nemmeno a precise richieste scritte. Qualche settimana fa, proprio nella foga e nell’entusiasmo di presentarsi come nuova figura a sostegno e supporto dei colleghi di produzione, uno dei nuovi Responsabili di Staff della Filiale 1, ebbe a pronunciare proprio la frase che titola questo nostro articolo: “I Servizi di Filiale sono e devono essere al servizio . . .” Non vogliamo essere giudicati come attacca brighe o meglio come coloro che, prevenuti, cercano di criticare tanto per il piacere di farlo. Proprio per questo, correndo il rischio di ripeterci ma sicuramente tornando su un problema, già molte volte sollevato e che col passare del tempo si aggrava sempre più, cercheremo anche stavolta di essere il più possibile esaustivi e convincenti. In poche parole non siamo disposti a sopportare ancor oltre i continui silenzi di una Filiale che nei momenti di assoluto bisogno trovi totalmente assente. Caro Collega, se ci possiamo permettere di chiamarlo, alla luce del nuovo verbo aziendale, la frase da Lei enunciata traduce letteralmente il senso dei Servizi o strutture di Fi- liale, nati e mantenuti proprio perché a servizio, a sostegno delle strutture di produzione, che spesso, come si sa, necessitano proprio di un supporto operativo assolutamente indispensabile. Il bello è che quella che fino a poco tempo fa poteva sembrare una lamentela circoscritta, oggi viene riscontrata e riconosciuta dalla stragrande maggioranza dei colleghi degli Uffici di produzione e, ci si consenta, proprio per ciò, abbastanza attendibile nel suo manifestarsi. Che la condivisione del suo dire sia per noi una oggettiva realtà, lo si evince chiaramente da innumerevoli nostri trascorsi interventi, anche dalle pagine di questo giornale, ma che non hanno mai ricevuto non solo riscontro, ma una minima modifica di quello che è stato e che continua ad essere l’andazzo di questa Filiale (a conoscenza unanime). Ma ciò che ci fa rabbia e che ci fa dire assolutamente basta, non e soltanto la mancata assenza alle risposte telefoniche che sono state sempre giustificate nei modi più vari, complice la naturale funzione del servizio stesso (non ero in stanza, ero in giro per gli Uffici, avevo il telefonino con la suoneria disinserita, ero in riunione); adesso “si ha l’arroganza” di non rispondere nemmeno a chiare, esplicite e motivate, richieste scritte. E nel momento in cui, da parte dell’interessato, si sollecita la risposta non ancora pervenuta, la risposta è: “si, si, va bene così”. Va bene così, che cosa ? Allora, onde evitare spiacevoli sorprese, ci permettiamo di rifarci a quello che oltre che essere un principio di “buona educazione” (chiedere è lecito, rispondere è cortesia - diceva sempre il nostro caro Onorevole Andreotti) è prassi consolidata tra le Istituzioni, Uffici e qualt’altro abbia ad avere un rapporto di lavoro improntato sulla cerarchicità. Così come, nel nostro caso, ad una comunicazione scritta del Direttore di Filiale, o chi per esso, abbiamo il dovere di formulare, per iscritto, la risposta del caso, anche dietro esplicita richiesta scritta del Direttore di un Ufficio, il destinatario della stessa ha il “dovere” di formulare altrettanta risposta scritta, indipendentemente dal fatto che la stessa possa essere positiva o negativa. Che poi la stessa debba essere a firma del Capo Servizio, del Direttore di Filiale o chi per essi, ciò riveste un carattere di assoluta marginalità, ma la risposta ci deve essere, deve essere prodotta. Questo discorso non nasce perché ci trovavamo a corto di argomenti per riempire una pagina di giornale (parlami suocera ed intendimi nuora), nasce da continui e ripetuti atti omissivi, che possiamo documentare e che non siamo più disposti a tollerare e che non tollereremo. Affinché non si dica che sappiamo ricorrere solo agli Organi Giudiziari, invitiamo il Sig. Direttore di Filiale, quale responsabile di tutta la struttura, a farsi carico del problema, facendo si che nelle varie gerarchie, all’interno dei Servizi, ognuno si assuma le proprie responsabilità e garantisca presenza e risposte, all’occorrenza, così come richieste. “I L P UNTO . . . SU .P OSTE ” - O RGANO UFFICIALE DEL SLC-CGIL - A NNO III - NR .05/2007 P AGINA 8 U NO SGUARDO SUL RECAPITO : DIO SALVI . . . I PORTALETTERE ! SI VA RADICANDO SEMPRE PIÙ L ’ IDEA CHE DA PARTE AZIENDALE SI VOGLIA SCARICARE UN PESO CHE TRASCINA CON SE SOLO PERDITE , A FRONTE DI SETTORI CHE DALLA PORTA ACCANTO SFORNANO , DI CONTRO , SOLO RICAVI . Scorrendo i contenuti dell’ accordo del 15 settembre 2006 sulla riorganizzazione del recapito, il vedere identificare il suddetto settore quale “asset strategico” ci rincuorava, facendoci immaginare una maggior attenzione, da parte di Poste S.p.A, verso gli uffici di recapito presenti sul territorio. La cosa ci faceva, altresì presagire una più attenta verifica, in tempi rapidi, su tutti quegli elementi necessari al corretto funzionamento di un sistema atto a garantire un servizio moderno ed efficiente. Ci aspettavamo, pertanto, che fenomeni quanto mai evidenti quali, solo per far un esempio, la straordinaria quantità di “disguidi” rilevabile, da qualche tempo, nei CPD o la cronica mancanza di tutte quelle sovrastrutture necessarie allo svolgimento della normale attività quotidiana avessero avuto una veloce quanto adeguata risposta. In un articolo, dal titolo “L’ultimo anello della catena”, pubblicato da questo giornale nel mese di novembre u.s., avevamo già denunciato, infatti, come ad una richiesta di maggior efficienza nei confronti dei portalettere, non fosse corrisposto un pari sforzo per migliorare i servizi a supporto del loro lavoro. Da allora sono passati ben sei mesi senza che la situazione sia minimamente migliorata. Anzi, se ne è assistito ad un progressivo deterioramento, tanto da trovarci costretti a ritor- nare sull’argomento. Ed in tal senso il trasferimento dei servizi di smistamento in quel di Catania, ci sembra abbia contribuito negativamente, visti i risultati ottenuti in termini di qualità; risultati, peraltro, sotto gli occhi di tutti: dirigenti, capisquadra, addetti M.Q e portalettere compresi. A nulla sono fino ad ora servite le segnalazioni da questi fin qui avanzate agli Organi Superiori: la situazione era tale sei mesi fa e tale è rimasta! Non esiteremmo a definire, oggi, “impressionante” la percentuale di “errori” riscontrabili dai postini durante l’instradamento della propria zona di recapito, indegna, senz’altro, di una Azienda che si propone al ruolo di “Leader” del mercato della corrispondenza. E poi . . ., quelle In alto vediamo una comunissima sala portalettere, a fianco invece, una lussuosa sportelleria. La differenza è che sopra girano carte, a fianco girano soldi. reggiatrici guaste, non si sa da quanto tempo, certo non rappresentano l’emblema dell’efficienza, specie quando, in alternativa non risulta disponibile nemmeno un rotolo di spago di canapa! Tutto quanto si mostra ai nostri occhi, è sempre più distante dalle consuete immagini riportate dal “Gabbiano”, tanto che durante le quanto mai ”accademiche” discussioni tra portalettere, non è difficile ascoltare di ipotesi che vedrebbero in atto un tentativo di distruggere il settore recapito ritenuto ormai improduttivo, a favore delle nascenti aziende concorrenti costituite da elementi provenienti da Poste S.p.A.. Ciò, nonostante le dichiarazioni espresse, in alto loco, ed in ben altro senso. Ma va bè . . . , pazienza, se non altro per dissetare i postini, in mancanza d’altro, c’è la buona acqua della Stazione Centrale ! ! ! “I L P UNTO . . . SU .P OSTE ” - O RGANO UFFICIALE DEL SLC-CGIL - A NNO III - NR .05/2007 C’ ERA P ERSONAGGI , UNA VOLTA UFFICI ED APPARATI Continuando la nostra carrellata sui ricordi di un passato più o meno lontano, non potevano mancare le immagini che vi proponiamo e che fanno parte degli elementi essenziali per la sigillatura dei sacchi di corrispondenza. Non dimentichiamo che all’interno di una lettera o di un pacchetto, si poteva e si può inserire la qualunque, dal documento importante, all’originale unico, ecc. La sicurezza quindi era importante, come d'altronde lo è adesso. La corrispondenza, infatti, non ha perso niente delle sue peculiarità ,della sua natura. Ebbene, nonostante siano cose che appartengono ad un passato molto recente (solo un paio di anni fa), ci piace ricordarli per completezza di esposizione di quella che è, e rimane nel tempo, l’oggettistica usata per il settore corrispondenza all’interno delle Poste, vecchio e inizio nuovo corso. Quanti sacchi abbiamo stretti, quanti piombini schiacciati. Oggi le nuove tecnologie con la nuova componentistica, hanno radicalmente modificato una lavorazione che, nelle linee generali, mantiene C’è . . . Poste per te - . . . DELLA NOSTRA STORIA . 3 1 2 . . . P AGINA 9 gli stessi standard di sicurezza, sicuramente con materiali più moderni e funzionali. I sacchi sostituiti dalle cassette gialle, certamente molto più igieniche, mentre spago, piombini e pinza provano il loro sostituto in una semplice fascetta autobloccante, codificata, al fine di renderla identificabile nei suoi vari percorsi. Il naturale evolversi delle cose, che si concretizza in tutti i settori. 4 1 - Il tradizionale sacco; 2 - Lo spago, già pronto, a spezzoni; 3 - I piombini; 4 - La tenaglia per l’impronta. Riflessioni, dall’emisfero postale ! ! ! ! ! Il Polipo. . ha i suoi tempi di cottura Alcuni giorni fa, parlando tra colleghi, ci sentiamo dire: “vedete, io sugnu comu u pruppu, ho bisogno dei miei tempi di cottura, ora però mi cucia” (io sono come il polipo, ora però mi sono cotto). Per quanto ci riguarda, in una frase del genere c’è solo tristezza e sconcerto. Tristezza per un collega che indignato e stanco, si arrende di fronte a tutto ciò cui stiamo assistendo: “accadere”; sconcerto perché assistiamo, giorno dopo giorno, alla demotivazione ed allo sconforto delle menti e delle forze più sane che sino ad oggi hanno operato in questa Azienda e che, chi per pensionamento, chi per semplice disgusto, stanno alzando bandiera bianca. E in tutto ciò, siamo sicuramente all’inizio. Cosa sta accadendo realmente in Poste. Quali meccanismi determinano tale movimento tellurico che con mirate e ripetute scosse sia sussultorie che ondulatorie, stanno minando alle fondamenta la stabilità di un’intera Azienda. Arrivismo; egoismo; giochi e giochetti di ogni genere, in ossequio al tradizionale verbo coniugato del “dio potere”, stanno facendo si che furbi e furbastri, cavalcando sempre più l’onda lunga della finta meritocrazia, abbiano a poter operare indisturbati a favore proprio e dei propri “affiliati”. Vedete, fin quando il seno della puerpera è gonfio di latte, il neonato si sazia, arrecando beneficio anche alla madre che, nella forma più naturale, si scarica del prezioso liquido prodotto. Ma se il seno materno, pur nella sua natura, ha esaurito il suo contenuto, il neonato più allatta e più piange, mentre la mamma stessa si fa male. . . . . . Noi ci fermiamo qui. Per una coerente dignità personale e professionale, non vogliamo andare oltre. Riteniamo che chi ha occhi e orecchie per intendere, intenda, fermo restando che chissà, purtroppo, cosa ci riserva il futuro. Una cosa è certa. Lo abbiamo sempre detto in tempi non sospetti e continuiamo a dirlo in tempi in cui all’orizzonte appaiono i primi segni di una oggettiva difficoltà operativa ed esistenziale; “Si fermi il gioco”, si cambino idee e soprattutto “soggetti” che hanno scambiato una Azienda di servizi per un’Azienda al loro servizio. “I L P UNTO . . . SU .P OSTE ” - O RGANO UFFICIALE DEL SLC-CGIL - A NNO III - NR .05/2007 IL Alla filiale di Montelusa 2 era tempo dei cornutissimi “ad personam” gioia e dolori per uomini e donne. Turi Spitaleri, impiegato dell’ufficio postale di Vigata, questa volta sentiva assai vicino l’agognato premio. Erano mesi che il suo Dirfiliale Dott. La Camelia gli scassava quotidianamente i cabbasisi con sms e te- CONTROCANTO quali con la picciotta Katiuscha, n’tisa anche la “Leonessa di Bucarest”, fù fatale per il suo cuore malandato. Arrivato a Montelusa e preso dall’emozione, don Turi cominciò a sudare copiosamente emanando un “profumo” del tutto analogo a quello di un caprone in amore. Mentre stava cercando la stanza del Dott. La Camelia, n’zemula n’zemula vide avvicinarsi un giovanotto che per come era vestito (occhiali griffati bicolore, jeans scoloriti con cavallo basso, mutandoni bianchi in bella evidenza e una coloratissima canottiera sessantottina con la scritta “non fate la guerra, fate l’amore”) gli ricordava lo ............ ........ Okkio, è Calabre se ! lefonate invitandolo ad “alzargli i soldi”, neologismo calabrese che sta per aumentare i profitti. Don Turi lo aveva sempre accontentato, pur trattenendo a stento la voglia di iarmare turilla, riuscendo persino a vendere una ciclette a Tano Settegambe il quale, a dispetto del nome, portava una protesi al posto della gamba sinistra per colpa di un iarrusissimo cane che l’aveva azzannato da bambino. E finalmente arrivò la convocazione dello Spitaleri in Filiale per la consegna, da parte del Dott. La Camelia, delle schede di valutazione. Per l’occasione donna Rosalia Scalisi decise di uscire dalla naftalina il vestito buono. Un gessato che Don Turi aveva indossato l’ultima volta al funerale del sissantino Beniamino Graceffa, n’tiso coniglio per la rapidità dei suoi amplessi, l’ultimo dei P AGINA 10 Scamarcio di “Tre metri sopra il cielo”, quella grandissima camurria di attore di cui si era perdutamente invaghita sua figlia tredicina Assunta che era scappata a Roma per appendere il suo lucchetto dell’amore su ponte miglio. Ma improvvisamente lo Spitaleri ebbe come un mancamento scoprendo che quello non era Scamarcio ma addirittura sua eccellenza il Dott. La Camelia in persona, che stava parlando al telefonino. Una minchia di telefonata che durò circa tre ore: d’altronde il Dott. La Camelia è noto negli ambienti aziendali per l’attaccamento a Sandokan, la logorrea e la maniacale attenzione all’abbronzatura e alla forma fisica. Vedendo lo Spitaleri, il dott. La Camelia non si perse in preamboli e disse: “giochiamoci la sua promozione con una partita a calcio alla play- station” La sfida elettronica ebbe come preludio una dissertazione di ben 17 ore in cui il direttore della Filiale di Montelusa 2 si soffermò, con dovizia di particolari, sulle differenze tra il programma di calcio della FIFA e quello di una nota azienda giapponese ,dichiarando di prediligere di gran lunga il format del sol levante. La partita finì a buttane per il povero Turi Spitaleri che, a differenza del suo capo, non era avvezzo ai giochi tecnologici: 117 a 0 il risultato finale. E mentre il direttore della Filiale di Montelusa 2 faceva la “ola” di vittoria sulla scrivania, don Turi, cui le palle avevano cominciato a girare come eliche, faceva mestamente ritorno a casa. Ma le camurrie non erano purtroppo ancora finite per lo Spitaleri. L’indomani mattina aprendo la posta in ufficio trovò una fotografia strana assai. Per capirne i motivi, bisogna sapere che, nelle 2 Filiali di Montelusa, sono da poco arrivati volti nuovi. Come prassi vuole, i due Direttori hanno comunicato gli avvicendamenti a tutti gli uffici postali di competenza ma con stili completamente diversi. Mentre il Dott. A. Dotano, direttore della Filiale 1 di Montelusa si è limitato al classico messaggino e-mail, nel suo stile sobrio ed elegante, il suo dirimpettaio di Montelusa 2, l’estroso Dott. La Camelia, ha deciso di fare le cose in grande. Ecco allora una bella foto a colori inviata a tutti gli U.P. (modello Grand Hotel il settimale di fotoromanzi antesignano dei vari Beautiful e Incantesimo . . . !) comodamente seduto in compagnia del neo direttore dell’OSC della Filiale di Montelusa 2, con tanto di didascalia che riportiamo testualmente: “okkio è calabrese”. Come interpretare questo sibillino messaggio, con tanto di doppio fattore KK? Si tratta di una minaccia (è calabrese e adesso sono c….zi vostri!!) o di un consiglio (è calabrese, mica milanese, provateci a prenderlo per il c..lo!!). Osservando con attenzione la fotografia, altri particolari balzarono segue nella pagina accanto “I L P UNTO . . . SU .P OSTE ” - O RGANO UFFICIALE DEL SLC-CGIL - A NNO III - NR .05/2007 P AGINA 11 . . . il mio . . . Punto! Periodico del SLC-CGIL Messina Cotidie est deterior posterior dies Sindacato lavoratori comunicazione Autorizzazione Tribunale di Messina Nr. 2/06 - R.S. del 25/01/06 Dir. Resp. Esmeralda Rizzi Capo Redattore N. Caminiti Direzione e Redazione Presso la Segreteria Provinciale e-mail: [email protected] Stampato da GRAPH snc Via Mantineo, 4 - 98030 S. Alessio Siculo (Ogni giorno l’oggi è peggiore dello ieri) Questa massima di Publilio Sirio, trova diversi paralleli, dall’esclamazione “ahi, ahi, ogni giorno peggio” di Petronio: è il passo della colonia che non ingrandisce. Riscontriamo un simile proverbio greco: “le cose passate sono le migliori” che si dice tratto da un motto diffuso fra gli Ateniesi ai tempi dell’egemonia macedone. Il tema ritorna frequentemente anche nelle letterature moderne. L’idea di un passato, comunque, migliore, si ha poi nel nostro modo di dire: “Si stava meglio quando si stava peggio”, con cui in genere le persone anziane rimpiangono gli aspetti positivi del loro passato, ma che talora è usato anche in altri contesti e situazioni. L’ex Palazzo delle Poste di Messina in Piazza Antonello Segreteria Provinciale: Viale Europa 48, scala A - Int.1 98123 Messina Tel.-Fax nr. 090-694070 Sito: www.slccgilmessina.it e-mail: [email protected] ORARIO DI SEGRETERIA LUNEDÌ, MERCOLEDÌ E VENERDÌ DALLE 16,30 ALLE 20,00 I nostri numeri a portata di mano: Oriti (Segr. Gen.) 334-9539210 Di Guardo (Segr.) 335-6654606 Stancampiano (Serg.) 333-1190868 Caminiti (Pres. C.D.) 349-3294761 DALLA PAGINA PRECEDENTE agli occhi di don Turi. Mentre il dott. La Camelia si mostrava sorridente con il corpo che esprimeva flessuosità, perfettamente a suo agio di fronte alla fotocamera digitale, il povero dott. Ridondò neo responsabile OSC - appariva più rigido, in posizione da fototessera, chiaramente in imbarazzo di fronte all’obiettivo. Dal suo sguardo perso nel vuoto sembrava di leggere il seguente pensiero: “ma chi mi ha portato in questa gabbia di matti?” Sullo sfondo, la bandiera italiana residuato bellico dell’epopea cerretiana: “siamo calabresi, mica leghisti ! !”. Per far conoscere al dott. Ridondò tutti gli uffici postali su cui avrà giurisdizione, il dott. La Camelia, in concomitanza con il “Giro d’Italia”, ha organizzato un tour in bicicletta con tanto di gran premio della montagna e cima Coppi fissata in quel di San Fratello. I due ciclisti, con al seguito l’immancabile dott. Groviglio nelle vesti di massaggiatore e commentatore, inizieranno a giorni le loro fatiche IL CONTROCANTO inerpicandosi con le bici sui Nebrodi. Prima tappa la cronoscalata S.Agata Militello - Capizzi. Turi Spitaleri, insieme ad i suoi colleghi, stanno preparando gli striscioni di benvenuto : ne abbiamo letto uno che diceva: “Attenti a quei due: sono calabresi . . . peggio per loro ! ! ! ”. Qui in basso la sig.ra Rosalia Scalisi, moglie di don Turi, che appende uno striscione per l’annunciato passaggio dei due Dirigenti della Filiale 2 di Montelusa. “I L P UNTO . . . SU .P OSTE ” - O RGANO UFFICIALE DEL SLC-CGIL - A NNO III - NR .05/2007 Sindacato lavoratori comunicazione Segreteria Provinciale MESSINA Sito: www.slccgilmessina.it E-mail: [email protected] P AGINA 12
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