endoreattori - ISIS "GIULIO NATTA"
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endoreattori - ISIS "GIULIO NATTA"
Istituto Superiore “Giulio Natta” Bergamo Esame di stato 2013-2014 Anno scolastico 2013-2014 ENDOREATTORI Di Francesco Rossato 5° Dlst Indice: 1) Premessa 2) Introduzione 3) Storia 3.1) Prima dei missili 3.2) Prima guerra mondiale 3.3) Seconda guerra mondiale 3.4) Wernher von Braun 3.5) Guerra fredda 3.6) L’era spaziale 4) Fisica 4.1) Sistemi a energia primaria e secondaria 4.2) Sistemi di inseguimento 4.3) Propulsione elettrica 5) Chimica 5.1) Endoreattori a propellente liquido 5.2) Endoreattori a propellente solido 5.3) Endoreattori a propellente ibrido 6) Scienze della terra 6.1) Hydrocracking 6.2) Steam cracking 7) Inglese 7.1) Oscar Wilde 7.2) The Happy Prince and Other Tales 8) Bibliografia e sitografia 1) Premessa: Ho deciso portare come argomento a scelta gli endoreattori, ovvero il sistema di propulsione dei missili. Fin da piccolo Jules Verne ha catturato la mia curiosità, facendomi appassionare all’astronautica. In uno dei viaggi con i miei genitori ho avuto il piacere di visitare il Deutsches Museum di Monaco di Baviera, il più grande museo al mondo di scienza e tecnologia nel quale una delle sezioni principali è dedicata proprio alla materia che mi appassiona. Tale sezione, con i primi aerei, i motori jet e supersonici in sezione, la parte dedicata all'esplorazione spaziale con un Mercury e un autentico missile V2, mi ha colpito profondamente spingendomi a documentarmi con i manuali di storia di mio nonno sulla seconda guerra mondiale. Ispirato da Verne, dal museo di Monaco e dal film “Cielo d’ottobre” (che si ispira ad una storia realmente accaduta, raccolta nel libro di memorie di un ingegnere della NASA) anni fa ho costruito il mio primo razzo a propellente solido. 2) Introduzione: Per descrivere al meglio questa tecnologia ho deciso di riferirmi alle seguenti materie: -Storia: riassunto dell’evoluzione del motore a razzo e dei suoi effetti sul corso della storia partendo dalle fantasia di Jules Verne, esplicando le sue funzioni nella prima e seconda guerra mondiale e concludendo con la guerra fredda e l’era spaziale. -Fisica: spiegazione del principio di base del funzionamento, descrizione dei sistemi di inseguimento e dei motori spaziali elettrici di ultima concezione. -Chimica: distinzione tra endoreattori a propellente liquido, solido e ibrido. -Scienze della terra: descrizione del principale metodo di produzione del cherosene (uno dei più comuni propellenti per razzi). -Inglese: Oscar Wilde e la raccolta di favole The Happy Prince and Other Tales 3) Storia Storicamente, i primi tentativi di sviluppare un razzo si fanno risalire ai cinesi circa nel 300 a.C., che utilizzavano polvere nera. Questi razzi erano pensati come mezzo di intrattenimento, i precursori degli odierni fuochi d'artificio, ma in seguito vennero impiegati come arma da guerra. 3.1) Prima dei missili Prima ancora dell'invenzione del missile a propulsione, in “De la Terre à la Lune, trajet direct en 97 heures 20 minutes”, il romanzo di fantascienza di Jules Verne del 1865, si anticipano le prime fasi dello storico allunaggio avvenuto poi realmente il 20 luglio 1969 con la missione Apollo 11. I soci del Gun Club, associazione americana di artiglieri con sede a Baltimora, annunciano di aver inventato un cannone capace di sparare un proiettile in grado di raggiungere la Luna. Il progetto prevede che il proiettile sia di forma sferica, costruito in alluminio, e che il dispositivo di lancio, un'enorme bocca in ghisa scavata nel terreno, utilizzi come detonatore il Fulmicotone (o Nitrocellulosa). Un avventuriero francese propone di modificare la forma del proiettile da sferica a cilindro-conica in modo tale da potervi entrare, offrendosi di diventare così il primo astronauta della storia. Il romanzo presenta particolari tecnici notevoli e si rivela estremamente profetico: i protagonisti, dopo essere stati lanciati nello spazio, devono liberarsi del loro cane, morto durante la partenza. Dopo averlo gettato nello spazio esso, ridotto in condizioni miserevoli, continua il viaggio al di fuori della navicella poiché ancora possiede l’energia cinetica ottenuta con la spinta iniziale. Tale evento si ripete anni dopo con l’Apollo 11, che si ritrovò ad avere un oggetto che li seguiva a distanza; anziché il cadavere di un cane, uno dei pannelli che raccordavano il terzo stadio del vettore Saturno 5 al modulo di servizio e che si era staccato quando avevano estratto il LEM dal suo alloggiamento, ma la causa è identica. 3.2) Prima guerra mondiale I primi razzi erano molto imprecisi. Senza alcuna rotazione del razzo, né l'inserimento di alcun giunto cardanico di spinta, essi avevano la tendenza a virare in maniera acuta dalla traiettoria. Il problema dell'accuratezza fu principalmente risolto nel 1844 quando William Hale modificò il disegno stesso del razzo così che la spinta fosse leggermente vettorizzata per causare una rotazione del razzo attorno alla direzione del moto, analogamente ai proiettili. I primi razzi erano anche decisamente inefficienti, per cui il loro uso per scopi militari venne accantonato nella seconda metà dell'Ottocento in seguito al miglioramento delle artiglierie. L'uso dei razzi venne ripreso durante la Prima guerra mondiale, quando i francesi inventarono un razzo incendiario da montare sugli aerei per abbattere palloni aerostatici e dirigibili nemici. I razzi moderni nacquero quando Robert Goddard collegò un ugello di de Laval alla camera di combustione di un motore di un razzo, raddoppiando la spinta e aumentandone enormemente l'efficienza, accordando così la reale possibilità di effettuare viaggi spaziali. 3.3) Seconda guerra mondiale La V1 fu un ordigno bellico utilizzato dalla Luftwaffe nell'ultima fase della seconda guerra mondiale che univa le caratteristiche di un aereo a quelle di una bomba aeronautica e si può considerare il primo esempio di missile da crociera. La V2 fu un precursore dei missili balistici utilizzato in particolare contro la Gran Bretagna. I primi lanci dovevano avere luogo il 12 giugno 1944, venti minuti prima di mezzanotte, ma grandi difficoltà vennero accusate dai siti di lancio. Alle 3.30 del 13 l’ufficiale responsabile non osò addossarsi la responsabilità di ritardare ulteriormente l’entrata nella storia dell’arma impazientemente attesa dal suo Fuhrer. 500 ordigni erano sul posto, 54 le rampe di lancio ultimate; se ne poterono lanciare solo 10, 5 esplosero al decollo, un sesto cadde nella Manica e dei 4 che oltrepassarono la costa inglese uno solo raggiunse Londra, uccidendo 6 persone. Il rinvio concesso ai londinesi è breve. Il tiro riprende il 15 e il 16: a mezzogiorno sono stati già lanciati 244 missili. 144 cadono sull’Inghilterra, di cui 73 su Londra. A causa del sistema di pilotaggio rudimentale l’imprecisione è molto grande ma lo scoppio è potente e i danni sono considerevoli. Dal 1942 Londra era praticamente uscita dalla guerra aerea ma con queste “armi di rappresaglia”(Vergeltungswaffen), vi rientra. L’Inghilterra è stanca e, come nota Churchill, la natura impersonale della nuova arma produce un effetto deprimente. Il progresso della tecnica tedesca nel campo della propulsione a reazione sarebbe costato molto caro alle formazioni da bombardamento britanniche e americane, se fosse stato applicato con priorità ai cacciaintercettatori. Nonostante gli intensi bombardamenti effettuati sulla base di lancio e sviluppo, a Pleenmunde, la Luftwaffe si preparava a riprendere l’attacco su Londra con le sue “bombe volanti” V1 e V2. La prima era ancora raggiungibile dai caccia e dalla contraerea ma non era il caso della V2, vero e proprio missile nel senso che diamo oggi a questo termine: calando sull’obiettivo a una velocità di un chilometro al secondo, irraggiungibile. Ambedue erano cariche di una tonnellata di esplosivo e vantavano un’autonomia di 400km. Oltre tutto queste terribili armi erano economiche sia per costo che per manodopera. 3.4) Wernher von Braun Prima e durante la seconda guerra mondiale lavorò allo sviluppo dei razzi in Germania, campo in cui ottenne successi senza precedenti. Fu responsabile del disegno e della realizzazione dei razzi V-2. Dopo la guerra, assieme ad altri scienziati del suo gruppo, si consegnò alle forze statunitensi che, comprendendo il suo alto valore di uomo e di scienziato, lo impiegarono immediatamente nell'esercito statunitense per venire poi assimilato definitivamente nella NASA. Negli anni di collaborazione con la NASA, fu direttore del nuovo Marshall Space Flight Center nonché progettista del veicolo di lancio Saturn V, il superpropulsore che portò la missione Apollo sulla luna nel 1969, il vero coronamento di tutta la sua opera scientifica. Come definito dalla NASA, egli è "indubbiamente il più grande scienziato dei tecnica missilistica ed aerospaziale della storia". Nel 1975 ricevette la National Medal of Science. 3.5) I missili nella guerra fredda Il 14 ottobre del 1962, un aereo spia americano U2 fotografò le prove che l’Unione Sovietica stava costruendo a Cuba delle basi per lanciare missili nucleari in grado di colpire gli Stati Uniti. Quel giorno cominciò la più grave crisi dall’inizio della guerra fredda: per tredici giorni l’Unione Sovietica e gli Stati Uniti si fronteggiarono, arrivando più volte vicini alla guerra. La crisi terminò il 28 ottobre, quando l’Unione Sovietica accettò pubblicamente di smantellare le basi a Cuba e gli Stati Uniti accettarono, in segreto, di smantellare i loro missili nucleari in Italia e Turchia. In seguito alla crisi venne creato il cosiddetto “Telefono rosso”, un sistema di comunicazione diretto tra la Casa Bianca a Washington e il Cremlino a Mosca. Grazie al Telefono rosso i leader di Stati Uniti e Unione Sovietica potevano comunicare rapidamente scongiurando nuove crisi. 3.6) L’era spaziale Sputnik I e l'inizio dell'era spaziale Lo Sputnik 1 fu il primo satellite artificiale in orbita nella storia. Venne lanciato il 4 ottobre 1957. Esseri viventi: I moscerini della frutta lanciati dagli Stati Uniti su dei razzi V-2 tedeschi catturati nel 1946 furono i primi esseri viventi inviati nello spazio per studi scientifici. Il primo animale sovietico, il cane Laika, viaggiò nello Sputnik 2 nel 1957, morendo soffocata perché la navicella non aveva ossigeno sufficiente per il viaggio di ritorno. Il primo volo: Il 12 aprile 1961 l'Unione Sovietica lanciò nello spazio la navicella Vostok 1 con a bordo il primo cosmonauta, Yuri Gagarin. Il primo volo multi posto: Il 12 ottobre 1964 l'Unione Sovietica lanciò nello spazio la prima navicella con più cosmonauti a bordo, la Voskhod 1, che portò in orbita tre uomini. La corsa allo spazio Nel clima della guerra fredda, il lancio dello Sputnik 1 ha dato origine alla cosiddetta corsa allo spazio, culminata nel luglio1969 con lo sbarco sulla Luna da parte di due astronauti dell'Apollo 11. Nell'aprile 1971 i sovietici hanno lanciato nello spazio la prima stazione spaziale abitata, la Saljut. La corsa allo spazio ha avuto termine nel luglio 1975 con il Programma test Apollo-Sojuz, la prima missione spaziale congiunta tra Stati Uniti e Unione Sovietica. L'era dello Space Shuttle Il primo lancio di uno Space Shuttle, il Columbia, venne effettuato il 12 aprile 1981. La Stazione spaziale internazionale Il lancio del primo modulo della Stazione spaziale internazionale venne effettuato il 20 novembre 1998. Esplorazione di Marte A partire dall'inizio degli anni sessanta, numerose sonde spaziali senza equipaggio sono state lanciate verso Marte per studiarne l'atmosfera e la geologia. Il Programma Aurora dell'Agenzia Spaziale Europea prevede uno sbarco umano su Marte nel 2030. 4) Fisica Il motore a razzo, o più correttamente endoreattore, è un motore a reazione, cioè sfrutta il principio di azione e reazione per produrre una spinta e si distingue dagli altri motori a reazione, o esoreattori, per la caratteristica di immagazzinare il comburente in appositi serbatoi o già miscelato con il combustibile. La maggior parte degli endoreattori sono motori a combustione interna. Il terzo principio della dinamica permette al missile di produrre una spinta e afferma che: Per ogni forza che un corpo A esercita su di un altro corpo B, ne esiste istantaneamente un'altra uguale in modulo e direzione, ma opposta in verso, causata dal corpo B che agisce sul corpo A. Il terzo principio della dinamica è noto anche attraverso la formulazione originaria di Newton, "ad ogni azione corrisponde sempre una uguale ed opposta reazione", dove il termine "azione" deve essere inteso nell'accezione generale di forza. Il terzo principio della dinamica in termini moderni implica che tutte le forze hanno origine dall'interazione di diversi corpi; in base al terzo principio se solo un corpo singolo si trovasse nello spazio, questo non potrebbe subire alcuna forza perché non vi sarebbe alcun corpo su cui la corrispondente reazione possa essere esercitata. 4.1) Sistemi a energia primaria e secondaria Il fenomeno propulsivo è diviso sostanzialmente in tre fasi, ognuna caratterizzata da notevoli scambi energetici e termici. L'energia primaria di un endoreattore è associata al serbatoio dei propellenti, qualsiasi essi siano. Si possono avere: - energia primaria di tipo chimico, associata al contenuto energetico del guscio degli elettroni che circonda l'atomo di propellente: l'energia essenzialmente chimica viene trasformata in termica nella camera di combustione. Si hanno propulsori a propellente liquido (LP), propellente solido (SP), propellente ibrido (HP) o propellente gassoso (GP). - Energia primaria di tipo nucleare, associata al nucleo atomico: si possono avere motori a decadimento isotopico (utilizzati nelle sonde spaziali per generare potenza elettrica dove i pannelli solari non sono utilizzabili), oppure motori a fissione nucleare (progetto americano NERVA, testato a terra), fusione nucleare (sperimentato per tempi brevi solo in laboratorio). - Energia primaria di tipo elettrico: si hanno motori a ioni, al plasma o ad arco/resistenza. - Energia primaria di tipo radiante: la sorgente di energia è la radiazione solare (pannelli solari), laser (vele solari) o microonde. L'energia secondaria o trasformata è di due tipi: elettrica o termica. Gli endoreattori a energia trasformata di tipo elettrico sono i cosiddetti endoreattori elettrici, in cui l'energia è essenzialmente di tipo elettrico. Gli endoreattori a energia trasformata di tipo termico sono i classici motori a razzo provvisti di una camera di combustione in cui avvengono le reazioni chimiche per la produzione del gas che viene poi accelerato tramite un ugello. I motori a energia primaria chimica sono tutti a energia secondaria termica. L'energia cinetica o utile, associata alla produzione della spinta: L'energia cinetica è ottenuta per via termica mediante un ugello gasdinamico, che fa espandere un gas ottenuto in camera di combustione o riscaldato mediante scambiatori in caso non esista la camera di combustione (motori nucleari o eventualmente ad arco/resistenza). È il caso dei motori a razzo a energia primaria chimica ed energia secondaria termica, come tutti i motori da lancio e gran parte dei propulsori per manovre orbitali. L'energia cinetica è ottenuta per via elettrica tramite un campo elettromagnetico con espulsione di cariche elettriche a forti velocità, con meccanismi di neutralizzazione a fine ugello elettromagnetico. 4.2) Sistemi di inseguimento Il sistema di inseguimento individua l'obiettivo del missile. Ciò può essere dato da una persona che mira a vista sull'obiettivo (distante dal missile) o un sistema (inseguitore) automatico. Quest'ultimi usano la radiazione che emette l'obiettivo. I sistemi automatici passivi usano la radiazione inerente emessa direttamente dall'obiettivo, solitamente calore o luce, ma i missili destinati ad attaccare obiettivi particolari, possono usare le onde radio. Gli inseguitori automatici attivi puntano sull'obiettivo che è illuminato dalla radiazione. L'obiettivo può essere individuato tramite una rappresentazione con la luce (a volte infrarossi) o con onde radio (radar) che possono essere rilevate dal missile. La radiazione che serve ad individuare l'obbiettivo può provenire dal missile stesso o da una stazione a distanza (per esempio, una stazione su un colle può individuare un obiettivo con un dispositivo laser e questo può essere usato per dirigere un missile guidato aereo). Un sistema di guida prende i dati dai sistemi di inseguimento e di volo del missile e sviluppa un percorso di volo destinato a intercettare l'obiettivo. Produce i comandi per il sistema di volo. Il sistema di volo consente le manovre del missile. Ci sono due sistemi principali: spinta vettoriale (per i missili che sono alimentati durante la fase di guida del loro volo) e manovramento aerodinamico (ali, alettoni, ecc). 4.3) Propulsione elettrica I razzi a propulsione chimica sono caratterizzati da un’elevata spinta per brevi periodi ma i sistemi elettrici sono stati creati per generare piccole spinte per lunghi periodi di tempo, utili soprattutto in campo aerospaziale. Questi sistemi, a causa della loro bassa spinta, devono essere portati ad elevate altitudini da razzi a propellente convenzionale. In orbita questi sistemi operano a impulsi o continuativamente per mesi o anni in caso di voli interplanetari. L’energia elettrica richiesta per far funzionare tali motori viene ottenuta convertendo l’energia solare o tramite un reattore nucleare. Il più comune tra i sistemi elettrici è il razzo a ioni. In questo sistema viene usato preferibilmente il campo elettrostatico a quello elettromagnetico per accelerare particelle o ioni caricati positivamente di cesio metallico. L’impulso specifico di tali propulsori varia tra i 5,000 e i 100,000 secondi. Altri sistemi come la propulsione ad arco resistenza utilizzano un arco elettrico per riscaldare il propellente che viene espulso dall’ugello di scarico. Gli Arcjet sono una tipologia di propulsori elettrici per veicoli spaziali, in cui si genera una scarica elettrica o "arco" in un flusso di propellente (idrazina in genere o ammoniaca). Ciò conferisce ulteriore energia al propellente, in modo che si possa estrarre più lavoro da ogni kg di propellente, a spese del maggior consumo di corrente e (solitamente) costo più elevato. I livelli di spinta dei motori arcjet tipicamente utilizzati sono molto bassi rispetto ai motori chimici. Quando l'energia elettrica disponibile a bordo è sufficiente, un arcjet ben si adatta a mantenere la posizione del veicolo in orbita e può sostituire i razzi monopropellenti. 5) Chimica 5.1) Endoreattori a propellente liquido In questa classe di motori il liquido combustibile è contenuto in un serbatoio e viene introdotto nella camera di combustione tramite degli iniettori. I razzi a propellente liquido possono essere monopropellenti, bipropellenti o tripropellenti a seconda del numero di propellenti utilizzati. I razzi bipropellenti e tripropellenti utilizzano un combustibile (cherosene, idrogeno, etanolo) e un comburente (ossigeno liquido, perossido di idrogeno). I sistemi monopropellenti dipendono dalla decomposizione esotermica di una sostanza, ad esempio il perossido di idrogeno concentrato al 95%. Questi sistemi hanno di solito performance minori rispetto quelli a propellente solido ma garantiscono un maggiore controllo, la capacità di essere spenti e riaccesi e una maggiore durata. L'impiego dei propellenti liquidi è associato ad una certa quantità di inconvenienti. Poiché il propellente costituisce una parte molto grande della massa del veicolo, il centro della massa si sposta in modo significativo verso il retro del velivolo mentre viene consumato il propellente e quindi è possibile perdere il controllo del velivolo. I propellenti liquidi sono soggetti a sciabordare all'interno dei serbatoi. I propellenti necessitano spesso di propulsori che evitino il risucchio dei gas nei motore durante l'accensione. Essi possono fuoriuscire, formando miscele esplosive. Le turbopompe sono complesse da progettare, e possono soffrire di seri malfunzionamenti. I propellenti criogenici, come l'ossigeno liquido, raffreddano il vapore acqueo atmosferico in cristalli di ghiaccio molto duri, che possono danneggiare o bloccare i sigilli e le valvole, causando perdite e altri inconvenienti. Per evitare questo problema sono richieste lente procedure di rimozione del vapore dal sistema. I razzi tendono ad essere molto complessi, con un aumento delle possibilità di malfunzionamento e richiedono molti preparativi prima del lancio, che li rende poco pratici rispetto a quelli a propellente solido. Quando sono impiegati all'interno dell’atmosfera, deve essere mantenuta una pressurizzazione positiva dei serbatoi, per evitare il loro collasso. Uno dei sistemi bipropellenti più utilizzato sfrutta un particolare tipo di cherosene detto RP-1 come combustibile e l’ossigeno liquido come comburente. I primi razzi bipropellenti utilizzati su larga scala furono i razzi V2 tedeschi che utilizzavano l’etanolo come combustibile e l’ossigeno liquido o l’acqua ossigenata come comburente. Combustione etanolo: CH3CH2OH(l) + 3O2(g) <-> 2CO2(g) + 3H2O(l) 5.2) Endoreattori a propellente solido Il propellente solido presenta numerosi vantaggi rispetto al propellente liquido ma non garantisce lo stesso controllo e la stessa durata. I razzi a propellente solido costano di meno, sprigionano una spinta maggiore e la possibilità di essere immagazzinati per lunghi periodi li rende più pratici in ambito militare. Tutto il propellente è contenuto nella camera di combustione alla quale è attaccato l’ugello. Un interruttore elettrico accende il propellente direttamente grazie ad una resistenza che, diventando incandescente al passaggio di corrente, provoca la combustione del propellente. Un razzo a combustibile solido è costituito da un involucro, un ugello, una carica di propellente e un sistema di accensione. Il propellente è in forma di granuli e si comportano assieme come una massa solida bruciando in modo prevedibile producendo gas di scarico. Le dimensioni dell'ugello sono calcolate in modo tale per mantenere una data pressione e produrre spinta dai gas di scarico. Una volta acceso, un propulsore semplice a combustibile solido non può essere spento, poiché contiene tutti gli elementi necessari per la combustione all'interno della camera di combustione. Tuttavia, i progetti più moderni possono essere spenti e riaccesi, oltre a permettere la modifica della spinta prodotta tramite il controllo della geometria dell'ugello oppure tramite delle bocchette di aerazione. Inoltre alcuni motori a razzo possono bruciare il combustibile in segmenti tramite comandi. La geometria e la chimica dei granuli sono scelti in seguito per soddisfare le caratteristiche richieste. Le variabili sono calcolate considerando i seguenti vincoli: 1) I granuli bruciano ad un tasso prevedibile, conoscendo la loro superficie e la pressione della camera di combustione. 2) La pressione della camera è determinata dal diametro dell'ugello e dal tasso di combustione dei granuli. 3) Il tipo di involucro determina i valori di pressione della camera. le caratteristiche dei granuli determinano anche la lunghezza del tempo di combustione. Le cause principali di malfunzionamento nei motori a razzo a combustibile solido comprendono la frammentazione dei granuli, la rottura del legante o la formazione di sacche d'aria. Questi fenomeni possono produrre un aumento istantaneo della superficie di combustione e ad un corrispondente aumento dei gas di scarico e della pressione, che possono indurre il cedimento dell'involucro. In genere un altro motivo di incidenti e causato dal progetto dei sigilli dell'involucro. Essi sono richiesti nel caso di razzi che devono essere aperti per inserire il propellente. Quando cede un sigillo, i gas caldi fuoriescono dal punto di rottura ed erodono l'involucro. Questo fenomeno è avvenuto in uno dei Solid Rocket Boosters dello Space Shuttle Challenger e ha causato un incidente che ha disintegrato il velivolo nel 1986. 5.3) Endoreattori a propellente ibrido Un razzo a propellenti ibridi è un endoreattore con un motore che impiega propellenti in diversi stati della materia, uno in forma solida e l'altro in forma gassosa o liquida. I razzi ibridi possiedono alcuni vantaggi sia nei confronti dei razzi a propellente liquido che di quelli a propellente solido in termini di semplicità, sicurezza e costi. Poiché è quasi impossibile il mescolamento del combustibile e dell'ossidante (essendo in diversi stati della materia), questi razzi tendono ad avere malfunzionamenti meno critici. Come i razzi a propellente liquido possono essere spenti facilmente e la spinta può essere modulata in modo semplice. L'impulso specifico teorico è generalmente superiore a quelli a propellente solido ed è approssimativamente equivalente ai razzi a propellente liquido che impiegano idrocarburi. Con alcuni combustibili metallici si sono misurati impulsi fino a 400 secondi. I sistemi ibridi sono leggermente più complessi dei razzi solidi, ma i maggiori rischi nel processo di fabbricazione, trasporto e gestione dei propellenti solidi bilanciano la maggiore semplicità di questo tipo di motori. Nella sua forma più semplice, un razzo ibrido è composto da un contenitore a pressione contenente il propellente liquido, una camera di combustione contenente il propellente solido e una valvola che li isola. Quando si accende, viene introdotta una fonte di accensione adatta nella camera di combustione e viene aperta la valvola. Il propellente liquido o il gas fluisce nella camera dove viene vaporizzato e reagisce con il propellente solido. La combustione avviene in una zona sullo strato nei pressi della superficie del propellente solido. Generalmente il propellente liquido è l'ossidante, mentre quello solido è il combustibile, poiché gli ossidanti solidi sono problematici e hanno prestazioni inferiori rispetto a quelli liquidi. Gli ossidanti più comuni includono ossigeno o ossido d'azoto in forma liquida o gassosa. I combustibili più impiegati comprendono anche polimeri, come il polietilene, HTPB o in forma liquida come la paraffina. I razzi ibridi mostrano alcuni vantaggi evidenti, ed altri più sottili, rispetto ai razzi solidi o liquidi. Essi sono meccanicamente più semplici rispetto a quelli a liquido perché richiedono un singolo propellente liquido con minori sistemi idraulici, minori valvole ed operazioni più semplici. I combustibili solidi sono generalmente più densi rispetto a quelli liquidi, inoltre è possibile aggiungere nei grani di combustibile degli additivi metallici ad alta energia che permettono di aumentare l’impulso specifico. Tale aggiunta garantisce un vantaggio in termini di impulso specifico rispetto ai propellenti solidi. Il propellente solido nei razzi ibridi necessita di un comburente per bruciare e quindi tende meno a esplodere rispetto ai propellenti solidi che contengono entrambi. La modulabilità del comburente permette di spegnere, e controllare la spinta in ogni momento. Generalmente, i razzi ibridi ben progettati e costruiti con attenzione sono molto sicuri. I rischi principali associati con questi tipi di vettori sono: 1) Cedimento dell'involucro: Il cedimento dell'isolamento dell'involucro potrebbe permettere ai gas caldi di fuoriuscire dalla parete, comportando la formazione di un foro che successivamente causa il cedimento della struttura. 2) Ritorno di fiamma: Gli ossidanti che si decompongono esotermicamente come l'ossido d'azoto o il perossido d'idrogeno, possono causare il ritorno di fiamma dalla camera di combustione verso l'iniettore, accendendo l'ossidante e provocando l'esplosione del serbatoio. Il ritorno di fiamma avviene perché nei periodi di combustione instabile è possibile che il calo di pressione attraverso gli iniettori sia insufficiente. Questo fenomeno è specifico di alcuni ossidanti; in altri tipi di ossidanti, come l'ossigeno e il tetrossido di azoto non avviene, a meno che nel serbatoio non sia presente anche combustibile. 3) Hard start: Questo fenomeno è causato da un eccesso di ossidante nella camera di combustione, precedente all'accensione. Avviene in particolar modo nei monopropellenti come l'ossido d'azoto, e può provocare un temporaneo eccesso di pressione con il cedimento del motore. Poiché il combustibile non contiene un ossidante, non può incendiarsi. Per questa ragione, i razzi ibridi sono classificati come dispositivi senza potenza esplosiva. Al contrario, i razzi a propellente solido hanno spesso un potere esplosivo, misurato in TNT equivalente, proporzionale alla massa dei grani di propellente. I razzi a propellenti liquidi una potenza esplosiva calcolata in base alla quantità di combustibile ed ossidante che possono accumularsi nella camera di combustione prima di esplodere. Poiché le combinazioni ossidante/comburente impiegati nei razzi a combustibile liquido contengono spesso più energia per unità di massa del TNT, il valore equivalente di TNT è calcolato moltiplicando la massa dei propellenti nella camera di combustione per la densità di energia. In Italia uno dei centri all'avanguardia per la ricerca nell'ambito dei propulsori a propellenti ibridi è il CISAS (Centro Interdipartimentale Studi e Attività Spaziali) "G. Colombo" dell'Università di Padova. Le attività svolte ricoprono tutte le fasi dello sviluppo dei propulsori: dall'analisi teorica del processo di combustione alla simulazione numerica mediante codici CFD, dalla conduzione di test al banco su endoreattori in scala ridotta fino a prove sperimentali in larga scala (test condotti fino a 20 kN di spinta su motori a N2O-Paraffina). Un esemplare di questi propulsori ha volato con successo nel 2009. 6) Scienze della terra Il cracking in chimica è un processo attraverso il quale si ottengono idrocarburi paraffinici leggeri per rottura delle molecole di idrocarburi paraffinici pesanti. È pertanto un processo adottato per la produzione di idrocarburi leggeri, quali le benzine, a partire da greggi medio - pesanti e pesanti, aumentando la quantità di benzina ottenibile dal petrolio greggio. La reazione di cracking si ottiene per via catalitica o termica (steam cracking) e il risultato della reazione dipende fortemente dalle condizioni in cui la reazione avviene e dalla presenza o meno di catalizzatori. 6.1) Hydrocracking L’hydrocracking (cracking in presenza di idrogeno) è un processo mediante il quale si ottiene la conversione degli oli pesanti in frazioni più leggere, soprattutto per mezzo di reazioni di saturazione dei composti aromatici, di cracking e di isomerizzazione in presenza di idrogeno. È uno dei due principali processi di conversione usati nella moderna industria di raffinazione. L’altro importante processo è il FCC (Fluid Catalytic Cracking); quest’ultimo vien impiegato principalmente per produrre benzina, mentre l’hydrocracking svolge un ruolo più versatile, adattandosi alla produzione di distillati medi e viene largamente adottato per la sua capacità di fornire prodotti di qualità superiore come i distillati medi pregiati. È il metodo principale per la produzione di cherosene e il suo derivato RP-1 (uno dei più comuni propellenti liquidi per razzi). 6.2) Steam cracking È il principale metodo di produzione degli alcheni leggeri, tra cui l'etilene e il propilene. Si tratta di un processo di pirolisi. La composizione della miscela ottenuta dipende dalla composizione della miscela in ingresso, dalla temperatura e dal tempo di lavorazione. Miscele leggere (GPL e nafte leggere) danno miscele ricche di olefine leggere, etilene, propilene e butadiene; miscele più pesanti danno un prodotto più ricco in idrocarburi aromatici. Più drastiche sono le condizioni di processo, più il prodotto è ricco di composti leggeri, quali etilene e benzene; condizioni meno drastiche portano a quantità maggiori di idrocarburi a 4 atomi di carbonio e composti liquidi. 7) Inglese 7.1) Oscar Wilde Oscar Wilde (1854-1900) è stato un poeta, aforista, scrittore, drammaturgo, giornalista e saggista irlandese. Autore dalla scrittura apparentemente semplice e spontanea, ma sostanzialmente molto ricercata ed incline alla ricerca del bon mot, con uno stile talora sferzante e impertinente egli voleva risvegliare l'attenzione dei suoi lettori e invitarli alla riflessione. È noto soprattutto per l'uso frequente di aforismi e paradossi, per i quali è tuttora spesso citato. Wilde adotta la filosofia di vita dalle teorie sull’Estetismo di Walter Pater, il quale sosteneva che il senso della vita fosse da ricercare nella bellezza e nella sua forma raffinata: l’arte. Il motto dei seguaci dell’Estetismo è “L’arte per il piacere di fare l’arte” (art for art's sake). Fu un personaggio molto in vista, l’esponente principale dell’estetismo inglese, come Baudelaire lo fu per la Francia e d’Annunzio per l’Italia. 7.2) The Happy Prince and Other Tales Oltre alle più famose opere Wilde scrisse alcune fiabe, pubblicate in una raccolta nel 1888. Tale raccolta, The Happy Prince and Other Tales, contiene cinque favole, che l'autore scrisse per i figli, tutte a sfondo educativo, nelle intenzioni di Wilde, che allude sottilmente alle contraddizioni della morale borghese di epoca vittoriana. I racconti sono: Il principe felice, L'usignolo e la rosa, Il gigante egoista, L'amico devoto e Il razzo eccezionale. The remarkable rocket, l’ultimo racconto della raccolta narra che durante la festa di nozze del figlio del re, dopo il banchetto, le danze e gli intrattenimenti vari, era previsto uno spettacolo pirotecnico al quale avrebbe preso parte un razzo molto particolare. Nell’attesa di essere sparati, i fuochi artificiali amavano parlare tra di loro. Il razzo eccezionale invece preferiva vantarsi delle sue grandi qualità, e credeva di essere il pezzo forte della serata. Tuttavia, per ostentare le proprie virtù e la propria sensibilità, si mise a piangere davanti agli "esplosivi" compagni. Fu così che il razzo fu il solo a non prendere fuoco poiché era così umido che non si accese. Il giorno dopo fu buttato in un laghetto, e qui venne raccolto da due ragazzini che lo scambiarono per un semplicissimo bastone, mentre il razzo continuava a pensare che stessero aspettando l'occasione più solenne per spiegarne tutta la pirotecnica magnificenza. I ragazzi decisero di metterlo al fuoco e, aspettando che la fiamma prendesse vita, si addormentarono. Siccome era ancora molto umido il razzo non partì subito e ci volle del tempo prima che bruciasse. Quando prese fuoco partì e diede vita ad un incredibile spettacolo pirotecnico, che nessuno riuscì a vedere. 8) Bibliografia e sitografia: Storia controversa della seconda guerra mondiale. (istituto geografico de Agostini Novara) V5 (P. 373) The New Enciclopædia Britannica V29 (P. 570) La seconda guerra mondiale (Cartier) P. 660 The New Enciclopædia Britannica Endoreattori elettrici V18 (P. 485) Corso di propulsione aerospaziale Università di Roma “La sapienza” The New Enciclopædia Britannica Propellente solido/liquido/ibrido V18 (P. 490) The New Enciclopædia Britannica V18 Hydrocracking (P. 490) The New Enciclopædia Britannica V18 Cherosene (p. 488) http://it.wikipedia.org/wiki/Motore_a_razzo http://it.wikipedia.org/wiki/Razzo_a_propellente_liquido http://it.wikipedia.org/wiki/Razzo_a_propellenti_ibridi http://it.wikipedia.org/wiki/Oscar_Wilde
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