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Studi e ricerche IL FUTURO DELL’EDUCAZIONE AI MEDIA IN EUROPA. LO STUDIO EMEDUS Paolo Celot, EAVI - European Association for Viewers Interests, [email protected] Abstract italiano Viene presentato il progetto EMEDUS (European Media Education Literacy Study) finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Lifelong Learning. Sono esposti il contesto, il quadro normativo, le origini della proposta, la metodologia, il consorzio e le finalità del progetto. Il progetto è attualmente in corso, si fa cenno comunque ad alcuni primi risultati scaturiti dalla ricerca. Parole chiave Media literacy, Europa, Analisi Comparativa, Politiche Comunitarie English Abstract The EMEDUS project (European Media Education Literacy Study) is funded within the Lifelong Learning programme of the European Commission. Its origin, aims and the context within which it has been developed are exposed. Some preliminary results are also presented. 32 MEDIA EDUCATION – Studi, ricerche, buone pratiche © Edizioni Centro Studi Erickson S.p.a. ISSN 2038-3002 - Vol. 4, n. 1, anno 2013, pp. 32-46 http://riviste.erickson.it/med Studi e ricerche Keywords Media literacy, Europe, comparative analysis, community policies 33 MEDIA EDUCATION – Studi, ricerche, buone pratiche © Edizioni Centro Studi Erickson S.p.a. ISSN 2038-3002 - Vol. 4, n. 1, anno 2013, pp. 32-46 http://riviste.erickson.it/med Studi e ricerche 1. Introduzione Per un individuo, divenire media literate (essere quindi capace di accedere ai media, di comprenderne e valutarne criticamente i diversi aspetti e il loro contenuto e di stabilire comunicazioni in contesti diversi) costituisce al giorno d’oggi un’importante prerogativa per trarre beneficio dalle molte opportunità offerte dalla società dei media. Piuttosto, non esserlo, non possedere queste capacità, al contrario costituisce un pregiudizio gravoso per il pieno compimento dei percorsi individuali e professionali di ognuno di noi. A livello collettivo, promuovere l'educazione ai media, per un paese significa permettere ai propri cittadini di partecipare consapevolmente alla vita pubblica. Ciò si riflette in un arricchimento del tessuto sociale, in un più diffuso sentimento democratico e in un più ampio coinvolgimento civico. Per gli amanti dei mercati significa, inoltre, poter competere con gli altri paesi ad armi pari, con l’unica vera risorsa di cui un paese dispone: i propri cittadini. La Commissione Europea (CE) e un numero crescente di paesi hanno cominciato a recepire questa esigenza e a tradurla nelle rispettive politiche educative. La legislazione comunitaria in tema di media literacy di conseguenza è ormai ampia e significativa. Tra la legislazione più stringente, ricordiamo l’articolo 33 della Direttiva sui Servizi Audiovisivi del 20101 che ha imposto l’obbligo agli Stati membri di documentare i livelli di media literacy presenti nei loro rispettivi paesi. Il Rapporto2 più recente del 2012 relativo all’applicazione della Direttiva riferisce, tra gli altri, aspetti legati all'alfabetizzazione mediatica (termine utilizzato per la traduzione in italiano di media literacy) segnalando cifre che hanno un valore, tuttavia, soltanto indicativo. Al di là della diatriba sempre presente sulle definizioni applicabili, i report nazionali rischiano comunque di essere poco omogenei e le informazioni difficilmente comparabili tra loro. Infatti, occorre ribadire che, sostanzialmente, non tutte le pubblicazioni e ricerche scientifiche sulla media literacy poggiano su robuste osservazioni e su risultati e dati quantitativi e, talvolta, fanno seguito sopratutto a conversazioni tra studiosi che elaborano tesi ed esprimono le loro opinioni in occasione di convegni internazionali. Direttiva 2010/13/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 10 marzo 2010, relativa al coordinamento di determinate disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri concernenti la fornitura di servizi di media audiovisivi (direttiva sui servizi di media audiovisivi). Per approfondimenti si acceda al sito: 1 http://eurlex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2010:095:0001:0024:IT:PDF. COM/2012/0203 final */Prima relazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sull'applicazione della direttiva 2010/13/UE; Direttiva sui servizi di media audiovisivi; Servizi di media audiovisivi e dispositivi connessi: passato e futuro (http://eurlex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2012:0203:FIN:IT:HTML). 2 34 MEDIA EDUCATION – Studi, ricerche, buone pratiche © Edizioni Centro Studi Erickson S.p.a. ISSN 2038-3002 - Vol. 4, n. 1, anno 2013, pp. 32-46 http://riviste.erickson.it/med Studi e ricerche Ricordiamo a titolo di esempio, che recentemente l’UNESCO ha preferito parlare di Media Information Literacy, intendendo dare un'accezione più ampia ed enfatizzando il ruolo dell'informazione e le competenze necessarie ai cittadini per utilizzarla con efficacia. Seppure non esista ancora una definizione condivisa, alcuni dei concetti chiave si sono affermati solo nel corso degli ultimi anni. La definizione di media literacy della Commissione Europea comprende le competenze digitali, quelle di analisi critica, di creazione di contenuti e di partecipazione. Il numero crescente di atti comunitari rilevanti, almeno negli ultimi quindici anni, ha conclamato una mappa concettuale ampiamente condivisa a livello internazionale. Già dal 2007 la Commissione Europea ha adottato una Comunicazione3 specifica dedicata alla media literacy e nel 2009 una Raccomandazione 4 ribadendo la responsabilità degli Stati membri in relazione all’aumento del livello di media literacy e per discutere della sua inclusione nei piani di studio obbligatori. La Commissione, ad esempio con l'iniziativa denominata Digital Agenda for Europe5, si è inoltre soffermata più volte, sulla necessità di rimuovere gli ostacoli che impediscono l'accesso da parte dei cittadini alle nuove opportunità offerte dai media. L'acquisizione delle competenze necessarie, si afferma con un po’ di retorica, costituisce una priorità delle politiche europee. Negli ultimi anni, in ogni caso, alcune ricerche menzionate di seguito, condotte per conto della CE, hanno cominciato a stabilire e testare i criteri per misurare i livelli di media literacy. La Commissione ha anche costituito un nuovo gruppo che lavora sulla media literacy, con i rappresentanti di ciascuno dei ventisette paesi dell'Unione Europea come membri permanenti (coadiuvato da un esperto esterno che, tra gli altri, riveste il ruolo di facilitare lo scambio di informazioni e l'implementazione della Direttiva sui Servizi di Media Audiovisivi) ed ha lo scopo di realizzare una prima valutazione dei livelli di ML utilizzando indicatori aggiornati e criteri stabiliti nelle precedenti ricerche. Storicamente, altre organizzazioni internazionali come UNESCO e il Consiglio d'Europa hanno contribuito con vigore al dibattito attraverso iniziative e ricerche che rappresentano una tappa fondamentale nella sintesi delle riflessioni sulla media literacy6. Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni - Un approccio europeo all'alfabetizzazione mediatica nell'ambiente digitale/* COM/2007/0833 def. http://eurlex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2007:0833:FIN:IT:HTML. 4 Raccomandazione 2009/625/CE della Commissione, del 20 agosto 2009, sull'alfabetizzazione mediatica nell'ambiente digitale per un'industria audiovisiva e dei contenuti più competitiva e per una società della conoscenza inclusiva http://europa.eu/legislation_summaries/information_society/strategies/am0004_it.htm . 5 http://ec.europa.eu/digital-agenda. 6 Agenda di Parigi o 12 raccomandazioni per l’educazione ai media http://www.diplomatie.gouv.fr/fr/IMG/pdf/Parisagendafin_en.pdf. 3 35 MEDIA EDUCATION – Studi, ricerche, buone pratiche © Edizioni Centro Studi Erickson S.p.a. ISSN 2038-3002 - Vol. 4, n. 1, anno 2013, pp. 32-46 http://riviste.erickson.it/med Studi e ricerche 2. Emedus, le origini Il progetto nasce nel 2011 dall’iniziativa di un’organizzazione senza fine di lucro con sede a Bruxelles e da anni molto attiva nei settori sopra indicati: EAVI (the European Association for Viewers Interests). Dagli incontri internazionali e dalle precedenti ricerche appariva chiaro che in Europa, nel settore dell’educazione ai media (per inciso l’educazione ai media è il processo attraverso il quale si diviene media literate) due cose risultavano necessarie, in seguito a una prima fase nella quale i concetti si erano già consolidati (come detto non senza difficoltà e come risultato di conversazioni più o meno influenti sul tema): un’analisi comparativa dei piani di studio nazionali e un organismo d’informazione per la produzione di rapporti, pratiche e politiche che seguano il dibattito internazionale. Una proposta per richiedere un finanziamento in questo senso è stata quindi redatta da EAVI, invitando altri partner a partecipare, ed è stata presentata alla Commissione europea nell'ambito del programma Lifelong Learning (LLP). Il progetto, che prevede un’ampia fase di ricerca e lo sviluppo di strumenti finalizzati all’ottimizzazione dell’impatto dei risultati, è stato approvato. L'origine e il successo di questa iniziativa è da individuare nel carattere internazionale e collaborativo del progetto stesso che nasce, come già detto, dal programma europeo Lifelong Learning. L’istruzione e la formazione permanente, nelle sue diverse declinazioni, costituisce il fulcro di tale programma, istituito al fine di creare, promuovere e sostenere iniziative tese a rendere maggiormente accessibili ai cittadini dell'Unione Europea forme di apprendimento ad ogni stadio della loro vita. Molte sono le iniziative del LLP conosciute al pubblico, tra cui soprattutto i sotto-programmi settoriali di mobilità europea rivolti ai giovani, quindi Erasmus e Leonardo. LLP è costituito anche dai suoi programmi trasversali, che puntano a integrare e promuovere la cooperazione europea nel campo dell’apprendimento. Tali programmi hanno suddiviso le loro priorità in quattro Key Actions, ciascuna volta a sostenere un ambito specifico. Di particolare rilevanza per il progetto EMEDUS è la Key Action 1: Policy cooperation and innovation in Lifelong Learning. Scopo di tale iniziativa è sostenere lo sviluppo di linee guida per le politiche dei paesi dell’EU. In particolare, si richiede di elaborare analisi comparative dei diversi sistemi educativi, per mezzo di dati, indici e statistiche. Tali dati serviranno poi ad evidenziare eventuali debolezze presenti nelle politiche correnti, così come a monitorare progressi e nuovi sviluppi. In questo modo sarà disponibile nuova ricerca che permetterà a sua volta di elaborare raccomandazioni sulle politiche da adottare e che informeranno lo sviluppo di strategie e piani d’azione per gli anni a venire. 36 MEDIA EDUCATION – Studi, ricerche, buone pratiche © Edizioni Centro Studi Erickson S.p.a. ISSN 2038-3002 - Vol. 4, n. 1, anno 2013, pp. 32-46 http://riviste.erickson.it/med Studi e ricerche Il progetto prende le mosse dai risultati dei tre precedenti studi menzionati più sotto e condotti in tutti i ventisette Stati Membri dell'EU. Per inciso, tra i partner principali, EMEDUS annovera le medesime organizzazioni che negli anni precedenti hanno svolto, per conto della Commissione Europea, le principali ricerche su questo tema. Ciò ha garantito una visione condivisa e ampia sul tema. Negli ultimi cinque anni la CE ha dunque finanziato studi che hanno dapprima valutato le tendenze in atto (Current Trends and Approches to Media Literacy in Europe, coordinato dalla UAB, Università Autonoma di Barcellona, 2007)7, in seguito definito i criteri per misurare i livelli di media literacy (Study on Assessment Criteria for Media Literacy Levels, coordinato da EAVI, 2009)8 e, infine, richiesto una validazione statistica di quegli stessi criteri (Testing and Refining Criteria to Assess Media Literacy Levels in Europe, coordinato da DTI/EAVI, 2010)9. Il progetto Emedus, quindi, fa seguito alle ricerche precedenti che mettono in risalto l'importanza fondamentale dell'elaborazione di politiche educative europee e nazionali che favoriscano l'inclusione dell'educazione ai media nelle scuole. Lo studio potrà ulteriormente facilitare la condivisione delle nozioni principali evidenziando meglio le differenze concettuali, gli obiettivi dell'educazione ai media nei diversi paesi europei e le loro intenzioni rispetto all’inclusione dell'educazione ai media nelle classi. È appunto in quest’ambito che la Commissione Europea ha approvato la proposta e il progetto EMEDUS. 3. Contesto di riferimento Di seguito vengono richiamati i concetti principali ai quali si ispira il progetto EMEDUS. Per un approfondimento si rimanda allo Studio 'Assessment Criteria for Media Literacy Levels' in nota. La media literacy deve essere intesa come un concetto inclusivo e considerata un processo dinamico, multidimensionale e in grado di espandersi per tener conto degli sviluppi tecnologici e delle nuove modalità con le quali i cittadini interagiscono. Come emerge dalla definizione della Commissione europea, infatti, la ML è la capacità di interpretare, analizzare e contestualizzare i messaggi dei media in generale (a prescindere dalla forma che questi assumono). In Current trends and approaches to media literacy in Europe. Si veda il sito: http://ec.europa.eu/culture/media/media-literacy/studies_en.htm. 8 Study on Assessment Criteria for Media Literacy Levels - A comprehensive view of the concept of media literacy and an understanding of how media literacy level in Europe should be assessed (http://ec.europa.eu/culture/media/media-literacy/studies_en.htm). 9 Study on Testing and Refining Criteria to Assess Media Literacy Levels in All Member States (http://www.eavi.eu/joomla/what-we-do/researchpublications). 7 37 MEDIA EDUCATION – Studi, ricerche, buone pratiche © Edizioni Centro Studi Erickson S.p.a. ISSN 2038-3002 - Vol. 4, n. 1, anno 2013, pp. 32-46 http://riviste.erickson.it/med Studi e ricerche un contesto come quello attuale, nel quale la convergenza delle piattaforme e delle tecnologie fa sì che una molteplicità di messaggi e flussi di informazioni coesistano e si combinino, il concetto 'semplice' di media literacy consente di approcciare il problema in modo più comprensivo di quanto consentano le singole definizioni di literacy (digital literacy, information literacy, audiovisual literacy, film literacy, ecc.). Nel tempo, anche il significato di literacy si è ampliato fino a includere la conoscenza e il possesso di competenze che permettano di comprendere e di interagire con l’ambiente circostante. La definizione della CE individua due principali dimensioni della media literacy: le competenze individuali (declinate in utilizzo tecnico, capacità di analisi critica e capacità sociali) e i fattori ambientali (disponibilità dei media, educazione ai media, politiche e regolamentazione e ruoli di altri attori, ad esempio l’industria dei media e la società civile). Tale multidimensionalità può essere rappresentata in modo efficace tramite una mappa concettuale gerarchica e riprende le due dimensioni citate in precedenza: le competenze individuali e i fattori ambientali. Le Competenze individuali raggruppano la capacità dell’individuo di mettere in pratica determinate capacità (di accesso, analisi e comunicazione). Questa competenza si colloca in un più ampio sistema di attitudini: quelle che aumentano il livello di consapevolezza, analisi critica e capacità creativa e di produzione di contenuti; i fattori ambientali, invece, rappresentano l’insieme degli elementi del contesto che favoriscono o meno lo sviluppo della media literacy (come l’educazione ai media nelle scuole o la presenza di leggi e politiche sulla media literacy). Con questo quadro di riferimento, e tenendo conto della più recente letteratura e degli scambi teorici, è probabile che dopo qualche anno di ricerca applicata (nell'ambito della quale si colloca anche il progetto EMEDUS) saranno disponibili risultati concreti che consentano l'adozione di nuove politiche nazionali ed europee. Gli aspetti fondamentali della media literacy e del progetto sono quindi da individuare nello sviluppo di competenze atte a sviluppare comprensione critica e partecipazione civica. Su questi fattori, piuttosto che soltanto su quelli di natura tecnica, dovranno essere incentrate le linee politiche future della media literacy, dunque verso l’acquisizione di competenze adattate ai nuovi contesti comunicativi, economici e sociali. Come già affermato, uno degli scopi principali del progetto è la formulazione di raccomandazioni per promuovere politiche di media literacy. I partner (e i partner associati) hanno già condotto e formulato raccomandazioni sul tema nei precedenti studi. Occorre sottolineare che, nonostante in alcuni paesi le condizioni siano più favorevoli che in altri, spesso le raccomandazioni elaborate non sono (o non possono essere) completamente recepite e accolte dalle autorità preposte. Di conseguenza, 38 MEDIA EDUCATION – Studi, ricerche, buone pratiche © Edizioni Centro Studi Erickson S.p.a. ISSN 2038-3002 - Vol. 4, n. 1, anno 2013, pp. 32-46 http://riviste.erickson.it/med Studi e ricerche gli sviluppi attesi a livello nazionale non si concretizzano e gli sviluppi sono molto più lenti delle indicazioni della comunità scientifica. Consapevole di questa difficoltà, il progetto intende dedicare un’attenzione particolare all’effettiva implementazione delle raccomandazioni attraverso attività d’informazione e sensibilizzazione dei soggetti e delle istituzioni coinvolti. 4. Principali obiettivi del progetto Emedus Nel nostro caso, l’ambito di applicazione del programma Lifelong Learning è quello della media literacy e dell’educazione ai media in particolare. Il progetto, quindi, prevede un’analisi dettagliata della presenza o meno dell'educazione ai media nei programmi di studio e delle modalità di insegnamento di tale disciplina in tutti gli Stati membri dell’UE. L’obiettivo ultimo del progetto è quello di fornire raccomandazioni da adottare, sia a livello europeo che nazionale, per sostenere le rispettive politiche educative e contribuire a facilitare l'integrazione dell’educazione ai media nei curriculum scolastici. In particolare, lo studio si propone di offrire un supporto per facilitare il successivo processo politico mettendo a disposizione quanto segue: Un'analisi comparativa dell'inclusione dell'educazione ai media nei piani di studio in tutta l’Europa; Un'analisi delle risorse disponibili per gli insegnanti, oltre che della rilevanza delle loro competenze; Un’osservazione delle risorse mediatiche disponibili per l'apprendimento informale, con particolare attenzione alle minoranze; L'identificazione degli strumenti idonei a misurare le competenze necessarie per l'educazione ai media nelle scuole; Una serie di raccomandazioni per sostenere politiche educative a livello sia europeo che nazionale; L'implementazione di piattaforme europee per facilitare reti di collaborazione. Lo studio è condotto con analisi di tipo sia qualitativo che quantitativo: in primo luogo, si considera la presenza o meno della media literacy come materia (obbligatoria o facoltativa) nei programmi di studio e la sua collocazione e, in seguito, si valuta la possibile interazione fra tale disciplina e altre materie. Anche l’aspetto contenutistico dei curricula è tenuto in debita considerazione: vengono pertanto esaminati aspetti quali, ad esempio, la possibile distinzione o sovrapposizione tra media literacy e digital literacy (o definizioni equiparabili) e l’aderenza o meno alle linee 39 MEDIA EDUCATION – Studi, ricerche, buone pratiche © Edizioni Centro Studi Erickson S.p.a. ISSN 2038-3002 - Vol. 4, n. 1, anno 2013, pp. 32-46 http://riviste.erickson.it/med Studi e ricerche guida che sono state sviluppate sistematicamente in Europa negli anni passati per la definizione di tali concetti. Nell'ambito del quadro concettuale acquisito, il progetto punta quindi all’avanzamento della media literacy nell’educazione formale in Europa. I risultati della ricerca dovrebbero così costituire un punto fermo in relazione alla situazione dell’educazione ai media nelle scuole in Europa e, possibilmente, potranno fornire un contributo allo sviluppo di tale disciplina nei nuovi piani di studio europei. Il destinatario principale dei risultati della ricerca è il legislatore (policy maker) il quale sarà aggiornato sia direttamente, attraverso le raccomandazioni del progetto, sia indirettamente attraverso le attività correlate della comunità scientifica. Le autorità preposte potranno così essere posti nelle condizioni di introdurre la media literacy nei curricula e di prevedere maggiori risorse da destinare alle attività relative. In ogni caso, non potranno sorvolare sui risultati del progetto ed è probabile che le politiche educative accoglieranno almeno in parte le raccomandazioni che ne scaturiranno. I risultati evidenzieranno inoltre ciò che ciascun paese sta facendo nel settore dell'educazione ai media e quali tra loro abbiano già adottato politiche che favoriscono l’adozione della media literacy. Per riepilogare, l'obiettivo ultimo del progetto è quello di fornire raccomandazioni da adottare a livello sia europeo che nazionale per sostenere le rispettive politiche educative e contribuire a facilitare l'integrazione della media education nei curricula scolastici. Le istituzioni preposte dovranno essere pronte a rispondere alle nuove esigenze poste da una domanda crescente di educazione ai media nelle scuole. La conferenza finale, con altre attività di disseminazione, offrirà l'opportunità per annunciare i risultati principali del progetto. 5. Consorzio Il partenariato di Emedus è composto da sette organizzazioni internazionali, che comprende organizzazioni della società civile, enti dedicati allo studio della media literacy ed altre istituzioni educative: Università Autònoma de Barcelona (Spagna); EAVI - European Association for Viewers' Interest (Belgio); Communication and Society Research Centre (CECS) of the University of Minho (Portogallo); Hungarian Institute for Educational Research and Development (HIERD/OFI, Ungheria); Istituto di Studi Politici Economici e Sociali (EURISPES, Italia); Pedagogical University of Krakow (PUK, Polonia); 40 MEDIA EDUCATION – Studi, ricerche, buone pratiche © Edizioni Centro Studi Erickson S.p.a. ISSN 2038-3002 - Vol. 4, n. 1, anno 2013, pp. 32-46 http://riviste.erickson.it/med Studi e ricerche School of Communication and Media (SCM, Slovacchia). È opportuno evidenziare che una delle difficoltà tipiche dei progetti europei, in questa disciplina, consiste nel riuscire a valorizzare le esperienze collettive precedenti. Fortunatamente, i partner principali del progetto hanno già dimostrato di essere capaci di andare oltre i dibattiti epistemologici che hanno reso difficile la condivisione della ricerca sull'educazione ai media negli ultimi anni. Alcuni partner vantano inoltre contatti consolidati con molte istituzioni internazionali, e collaborazioni abituali con l’UNESCO, il Consiglio Europeo, le Nazioni Unite e la Commissione Europea. UNESCO, che storicamente ha svolto un ruolo preminente nello sviluppo della media literacy, e l’Alliance of Civilization delle Nazioni Unite hanno accettato l'invito di EAVI al momento della stesura della proposta e sono così divenuti partner associati di EMEDUS Data la natura interdisciplinare della media literacy e la sua ampia estensione geografica, al fine di favorire scambi di opinioni, idee e proposte, il progetto ha previsto anche la collaborazione di alcuni esperti nazionali esterni con background e competenze diverse tra loro, ma con una comprovata esperienza nel settore di studio10. Il Gruppo di esperti è integrato da un rappresentante per ciascuno partner: José Manuel Tornero (UAB), Hartai Laszlo (OFI/HIERD), Marco Ricceri (EURISPES), Manuel Pinto (MoU), Andrej Skolkai (Skamba), Barbara Kedzierska (PUK) e Paolo Celot (EAVI). 6. Modalità di lavoro Il progetto è strutturato in un piano di lavoro biennale, iniziato a gennaio 2012 e suddiviso in nove Work Package (WP): 1. Coordinamento; 2. Literature review sulla media literacy in Europa; Aguaded Gomez Ignacio - Universidad de Huelva, Spagna; Bevort, Evelyne - CLEMI, Francia; Carlsson Ulla - Nordicom, Goteborg University, Svezia; Colombo Fausto Università Cattolica del Sacro Cuore, Italia; Fedorov Alexander - Russian Association for Film and Media Education, Russia; Frau Meigs Divina - Université Paris 3-Sorbonne, Francia; Gai Vladimir - International Eurasian Academy of Radio and TV, Russia; Grafe Silke - Ruhr-Universität Bochum, Germania; Grizzle Alton – UNESCO; Labourdette Nathalie - European Broadcasting Union; Lampert Claudia - Hans Bredow Institute, Germania; Millwood Hargrave Andrea - International Institute of Communication, UK; Parola Alberto - University of Turin, Italia; Reia Victor - Head of Research in Film Studies, CIAC Research Center, Portogallo; Torrent Jordi - United Nations Alliance of Civilizations; Zacchetti Matteo - European Commission; Valcke Peggy - Catholic University of Leuven, Belgio; Varis Tapio - Faculty of Education, University of Tampere, Finlandia. 10 41 MEDIA EDUCATION – Studi, ricerche, buone pratiche © Edizioni Centro Studi Erickson S.p.a. ISSN 2038-3002 - Vol. 4, n. 1, anno 2013, pp. 32-46 http://riviste.erickson.it/med Studi e ricerche 3. Ricerca e analisi comparativa sull'educazione ai media formale in Europa; 4. Ricerca europea sull'educazione ai media informale; 5. Ricerca europea sull’inclusione di minoranze e gruppi sfavoriti nell'educazione ai media; 6. Raccomandazioni per lo sviluppo di politiche educative a livello europeo e nazionale; 7. Qualità; 8. Disseminazione; 9. Osservatorio sulla media literacy. La metodologia ha previsto un'ampia fase preliminare di literature review che ha permesso di scorrere le pubblicazioni rilevanti. In seguito, quindi, è stata recensita la letteratura a livello europeo, ma anche i giornali scientifici nazionali, i documenti ufficiali, i curriculum educativi nazionali e gli strumenti di formazione. Di per sé, ciò costituisce già un contributo tangibile per questo campo di studi. Una volta terminata la prima fase, sono state svolte tre ampie ricerche in tutti i paesi d’Europa: ricerca sull'educazione ai media formale in Europa; ricerca europea sull'educazione ai media informale; ricerca europea sull’inclusione di minoranze e gruppi sfavoriti nell'ambito dell’educazione ai media. I risultati delle ricerche sono stati presentati e discussi con il Gruppo di Esperti e in seguito compilate le Raccomandazioni per le politiche sia a livello nazionale che europeo. In relazione a questo secondo aspetto, i partner del consorzio sono ben consapevoli dei “meccanismi comunitari” e delle procedure dell’UE. In particolare EAVI ha esperienza ed è preparata per accedere alle informazioni rilevanti. Da un punto di vista più generale, le politiche sulla media literacy a livello europeo dovranno indirizzare i governi nazionali ad adottare procedure che favoriscano un coinvolgimento dei cittadini più consapevole ai dibattiti pubblici attraverso l’uso dei media. Essi dovrebbero acquisire competenze che permettano loro, tra l'altro, di valutare criticamente, comprendere e riflettere sull'attendibilità delle informazioni e dei contesti forniti dai diversi media. Giovani e adulti hanno necessità di nuovi saperi e di conoscenze avanzate: la media literacy costituisce una competenza inderogabile e si prefigge di contribuire a questo processo. Di seguito sono riportate alcune brevi considerazioni sui risultati preliminari emersi dalle due prime ricerche menzionate. 42 MEDIA EDUCATION – Studi, ricerche, buone pratiche © Edizioni Centro Studi Erickson S.p.a. ISSN 2038-3002 - Vol. 4, n. 1, anno 2013, pp. 32-46 http://riviste.erickson.it/med Studi e ricerche 7. Risultati preliminari del WP sull'educazione formale Sebbene il progetto e le ricerche relative non siano ancora del tutto concluse, alcuni risultati preliminari sono già disponibili11. Il prof. Lazlo Hartai e il suo gruppo di HIERD/OFI, che coordina dall'Ungheria la ricerca sull'educazione formale nelle scuole, ha rilevato quanto segue. I risultati dell’indagine confermano che le aree più problematiche suggeriscono la mancanza di un quadro concettuale chiaro e di strumenti scientifici di misurazione dei livelli di media literacy e di risorse e competenze adeguate degli insegnanti. Come ci si poteva attendere, il quadro sull’educazione formale emerso in Europa è molto eterogeneo. Per quanto riguarda l'analisi dei piani di studio, ad esempio, circa la metà dei paesi europei menziona esplicitamente la media literacy, sono compresi quasi tutti i paesi dell'Est, la Germania, l'Inghilterra e la Francia. Alcuni, come l'Italia, ne parlano soltanto in modo implicito, ed altri ancora, come il Portogallo, non fanno alcun cenno alla media literacy. L'insegnamento della media literacy è sovente integrato ad altre materie principali e la probabilità che l'insegnamento della media literacy sia integrato e complementare ad altre materie aumenta al diminuire dell’età degli alunni: ciò è particolarmente evidente nelle scuole elementari. Le materie che offrono spazio alla media literacy sono le più varie (lettere ed educazione civica nella scuola secondaria di primo grado, discipline legate ai processi comunicativi, alla tecnologia e così via nella scuola secondaria di secondo grado). Nei pochi casi nei quali la media literacy è materia d’insegnamento a se stante, raramente risulta obbligatoria. Nei paesi nei quali la media literacy è, invece, materia riconosciuta, come in Finlandia, il concetto di media literacy è definito più chiaramente. L'Italia, invece, sembra essere tra quei paesi che enfatizzano maggiormente gli aspetti di protezione dai rischi che s’incorrerebbero utilizzando i media. Molti paesi, poi, hanno recepito la definizione di media literacy cosi come è formulata dalla Commissione Europea che la intende come «Capacità di accedere ai media, di comprendere e valutare criticamente diversi aspetti dei media e dei loro contenuti», comprendendo inoltre «la capacità di creare comunicazioni in una varietà di contesti». Secondo il Prof. Lazlo Hartai, le maggiori difficoltà si sono riferite in special modo all’analisi dei diversi approcci educativi utilizzati, alla loro enfasi più o meno protettiva, all'insegnamento dei media (piuttosto che l'utilizzo dei media per insegnare altre materie), l’applicazione della media Si tratta di brevi considerazioni ricavate dal Report preliminare per EMEDUS 'Formal Media Education in Europe' di HIERD/OFI del Prof. Lazlo Hartai. 11 43 MEDIA EDUCATION – Studi, ricerche, buone pratiche © Edizioni Centro Studi Erickson S.p.a. ISSN 2038-3002 - Vol. 4, n. 1, anno 2013, pp. 32-46 http://riviste.erickson.it/med Studi e ricerche literacy ai diversi gruppi di età, e all’eterogeneità dei sistemi educativi nazionali in Europa. Fatti questi brevissimi cenni, i dati raccolti saranno analizzati nei prossimi mesi (in riferimento al settembre 2013, periodo in cui si scrive questo articolo) e saranno tratte in modo articolato le relative conclusioni. 8. Risultati preliminari informale e non-formale del WP sull'educazione Anche il WP4, coordinato da EURISPES, ha cominciato a fornire risultati e considerazioni preliminari emersi dall’analisi di oltre cento progetti sull'educazione ai media12. Questa iniziativa si è focalizzata soprattutto su quelle iniziative che utilizzano i media stessi come strumento per insegnare la media literacy fuori dalle scuole: sono percorsi che raggruppano esperienze, processi educativi attraverso i media e scambi di conoscenze con la partecipazione di diversi soggetti a una o più attività. Il rapporto include una vasta sezione teorica e considerazioni metodologiche. Anche in questo caso il compito è stato arduo sia per il grande numero di variabili considerate sia in relazione ai progetti che si occupano di media literacy, così come dalla mancanza di dati e informazioni omogenee a livello europeo. L'utilità dell'esercizio è peraltro evidente, in quanto la dozzina di esempi di maggior successo ed efficacia selezionati potranno offrire indicazioni e stimolare altre organizzazioni a svolgere analisi e osservazioni simili all’interno del loro paese. Anche in questo caso, i risultati definitivi saranno disponibili entro la fine del 2013. Bibliografia Buckingham D. (2003), Media education. Literacy, Learning and Contemporary Culture, Cambridge, Polity Press. Buckingham D. (2000), The Making of Citizens: Young people, News and Politics, London, Routledge. Celot P. e Perez Tornero J. M. (2009), Study on Assessment Criteria for Media Literacy Levels. Indirizzo internet: http://ec.europa.eu/culture/media/media-content/medialiteracy/studies/eavi_study_assess_crit_media_lit_levels_europe_finrep.pdf (Accesso 13/09/2013). Celot P. e Perez Tornero J. M. (2011), Media Literacy in Europa, Roma, Eurilink. Brevi considerazioni tratte dal Report preliminare per EMEDUS 'Informal e Non-Formal Media Education in Europe' di EURISPES e SKAMBA del Dr. Alberto Bitonti e Dr. Andrej Skolkay. 12 44 MEDIA EDUCATION – Studi, ricerche, buone pratiche © Edizioni Centro Studi Erickson S.p.a. ISSN 2038-3002 - Vol. 4, n. 1, anno 2013, pp. 32-46 http://riviste.erickson.it/med Studi e ricerche Celot P. (2011), EAVI Studies on Media Literacy in Europe. In S. Livingstone, Media Literacy: Ambitions, Policies and Measures. Indirizzo internet: http://www.cntv.cl/prontus_cntv/site/artic/20120410/asocfile/201204101 90800/medialiteracy_sonialivingstone_.pdf (Accesso 13/09/2013). 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