Cai Villadossola

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PUNTI DI INTERESSE
1. ORATORIO DI S. MAURIZIO AL SASSO Costruito intorno alla metà del sec. XI,
era utilizzato dagli abitanti dipendenti dalla pieve di Oxila dei SS. Gervasio e Protasio
che risiedevano nelle frazioni site sulla sponda destra dell’Ovesca e, in origine, era
officiato dallo stesso sacerdote che aveva cura d’anime a Seppiana. Un documento
del 1333 dell’Archivio di Oscellana del Collegio Mellerio Rosmini di Domodossola
cita per la prima volta la chiesa di S. Maurizio. Nei secoli XV e XVI la chiesa fu abbandonata; nel 1465, come si legge negli Statuti di Villa, vicino sorgeva un cimitero. Nel
1591 viene ricordata nel sinodo del vescovo Speciano di Novara come “Oratorium
Devotionis Sancti Mauritii”. Un’ordinanza rimasta senza esito del vescovo di Novara
Volpiano Volpio del 12 agosto 1622 invita a riparare l’oratorio. Questo venne ristrutturato nel 1630 ma subito abbandonato se già il vescovo Tornelli nel 1642 ordinò
che venisse rinnovato. Fu dopo questa data che l’abside semicircolare venne sostituita da una a base quadrata e la chiesa venne ingrandita con lo spostamento in
avanti della facciata, l’innalzamento dei muri perimetrali e della volta. Ma la nuova
volta non si rivelò abbastanza robusta e crollò. Nel 1790 la chiesa era del tutto diroccata
2. CAPPELLA DEI SS. SEBASTIANO E ROCCO Nel luglio 1513 un uomo di Croveo,
proveniente dalla Svizzera, porta in Ossola il morbo della peste, che rapidamente
dilaga, mietendo molte vittime. 31 luglio 1513 In esecuzione di un voto fatto dai villesi per invocare la protezione contro la peste dei SS. Sebastiano e Rocco, i consoli
e i vicini del comune di Villa (34 capifamiglia) si riuniscono “al Ponte”, nel cortile di
casa del notaio Antonio del Ronco, per affidare a Giacomo Bonomi Savaglio di Villa
la costruzione di una cappella alla punta del Sasso di San Maurizio, da dedicarsi ai
SS. Sebastiano e Rocco. 9 ottobre 1513 II notaio Antonio Malcoggio di Villa, “mosso
da devozione verso una certa cappella da costruire nel luogo di Villa dove si dice al Sasso
di San Maurizio sotto il titolo dei SS. Sebastiano e Rocco, affinché in essa, dopo che sarà
finita, siano celebrati i divini offici, volendo così provvedere alla salute della sua anima e
di quelle dei suoi fedeli defunti”, assegna una dote di 100 lire imperiali affinché, riservando a sé e ai suoi eredi il diritto di giuspatronato, venga eletto un cappellano per
celebrarvi una messa ogni settimana e in perpetuo. 28 novembre 1514 II vescovo
Bernardino del Turco concede un’indulgenza a tutti quelli che favoriranno con offerte la costruzione della cappella. 10 dicembre 1514 Antonio del Gaggio e Giovanni
Savaglio arricchiscono la dotazione della cappella ultimata con censi gravanti su
terreni lasciati ai loro eredi. Nello stesso anno viene eletto a cappellano il sacerdote Giovanni Capis. 1524 Nel corso dell’anno vengono liquidati gli ultimi pagamenti, tuttavia l’edificio rimane incompiuto e il beneficio scarsamente dotato, talché,
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dopo qualche anno, si ritiene opportuno celebrare le messe nella chiesa di San
Maurizio. 1630 Ridestatesi il flagello della peste, si rinnovano i lasciti votivi destinati
alla cappella, non più utilizzati però per la manutenzione dell’edificio in cui da decenni ormai non si celebrano gli offici divini. 1652 Muore l’ultimo cappellano beneficiario dei SS. Sebastiano e Rocco, il sacerdote Giovanni Bianchetti eletto nel 1636,
e il beneficio, ormai depauperato, viene aggregato a quello parrocchiale.
3. BEATA VERGINE ASSUNTA DEL PIAGGIO La chiesa di S. Maria del Piaggio è addossata a uno sperone di roccia detto anticamente “Sasso di Santa Maria”. Si suppone che, quando la chiesa ven­ne costruita, il corso del torrente Ovesca fosse più profondo di quello attuale e non costituisse un pericolo per l’edificio reli­gioso, quale
altrimenti si rivelò nei secoli successivi. Sulla rupe, dove oggi, oltre alla chiesa, si trovano l’ex casa del cappellano e la sede del CAI di Villa, si ergeva anticamente un castello, distrutto nel secolo XIV; era stato costruito allo scopo di controllare la “Strada
Francisca”, che nei pressi si divideva in due rami, uno detto “del Piaggio” e l’altro “oltre
Ovesca”. È probabile che la prima chiesa del Piaggio fosse stata costruita in servizio
del castello nel secolo IX. Per ritrovare il minuscolo vano che costituiva la primitiva
cappella bisogna scendere nella cripta della chiesa attuale: in fondo al buio corridoio si trova la piccola navata appoggiata alla roccia a ovest, mentre a est si apre una
piccolissima abside semicircolare. Due piccolissime finestre a doppia strombatura
nell’abside e un’altra sul lato nord davano luce all’ambiente. Una lastra di marmo
di ridottissime dimensioni trovata in loco serviva forse come mensa dell’altare. A
questa costruzione primitiva fu in seguito appoggiata, sul lato sud, un’altra piccola
navata con relativa abside; anch’essa presenta due strette finestre a doppia strombatura. Nel secolo XI, queste due cappelle affiancate furono rinforzate con archi e
coperte da volte a crociera; è presente, nella prima cappella, un pilastro che regge
la spinta delle volte; espediente necessario per costruire il pavimento della nuova
chiesa, ottenuta innalzando i muri perimetrali e occupando le sporgenze rocciose
a ovest. La nuova chiesa ha due absidi in corri­spondenza di quelle sottostanti, ma
un’unica aula e venne coperta da un solido, e pesante tetto in piode. Con la costruzione della nuova chiesa non cessò di essere adibita al culto la sottostante cripta
che, infatti, fino a quando le alluvioni del fiume Ovesca non la resero inagibile, era
saltuariamente officiata. Ne è prova la decorazione pittorica risalente al secolo XV,
della quale ci rimangono solo poveri e incerti brani. Le due absidi della chiesa superiore vennero parimenti decorate. Nell’abside settentrionale, in cui vi era un altare
dedicato alla SS. Trinità, rimangono tracce di una serie di 12 apostoli. Il piccolo altare fu invece decorato verso la fine del secolo XIV dal “Pittore della Madonna di Re”, il
quale vi affrescò nella parete anteriore una divota natività, attualmente conservata
nella chiesa parrocchiale. Verso la fine del secolo XVI fu posta la statua lignea della Madonna, opera degli intagliatori Andrea e Domenico Merzagora di Craveggia.
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4. VILLA LENA Villa Lena e, poco più in alto, Villa Lidia sono due edifici signorili situati in ottima posizione e contornati da alti frassini; sono stati per molti anni la dimora di alcuni componenti della famiglia Ceretti, conosciuta per aver fondato, nel
1796, la “Pietro Maria Ceretti”, dando inizio allo sviluppo industriale di Villadossola.
La posizione leggermente sopraelevata, e quindi strategicamente favorevole, ha
fatto sì che, durante la seconda guerra mondiale, i tedeschi occupassero Villa Lena
trasformandola in un presidio militare. Gli insorti di Villadossola, nel novembre del
1943, la conquistarono, prima di soccombere di fronte alla controffensiva tedesca.
La villa porta ancora oggi i segni del bombardamento operato dagli Junkers 88 nazisti. Una lapide ricorda l’avvenimento
5. EX AREA SIDERURGICA “PIETRO MARIA CERETTI”, ORA CENTRO CULTURALE
“LA FABBRICA” - Nel 1796 Pietro Maria Ceretti, fabbroferraio di Intra, intraprende lo
sfruttamento della miniera di ferro di Ogaggia (Valle Antrona). Egli diviene il fondatore, oltre che dell’azienda omonima, dell’industria siderurgica in vai d’Ossola. L’attività della società ha origine con la costruzione di un piccolo altoforno a carbone
di legna. 1899 Ignazio Ceretti, nipote di Pietro Maria, impianta il primo laminatoio
azionato elettricamente in Italia. Gli viene conferita l’onorificenza di Cavaliere del
Lavoro. 1905 Ha inizio l’attività fusoria in una piccola fonderia di ghisa che più tardi
verrà completata e infine sostituita dalla fonderia di acciaio. 1970 L’azienda individuale viene trasformata in Società Anonima, pur rimanendo a base familiare. 1972
Nasce la fonderia di acciaio. 1956 Viene installato un nuovo laminatoio per profilati.
Negli anni precedenti, l’azienda era stata dotata pure di un reparto bulloneria, di
una trafileria a freddo e dell’officina meccanica, nonché di tre forni per la produzione di ferroleghe. 1965 La fonderia d’acciaio viene rinnovata e potenziata; la sua produttività sale a 8001 di getti al mese. 1969 Nascita della società “Nuova Ceretti S.p.A.”,
con l’acquisizione di terreni nei comuni di Pallanzeno, Piedimulera e Vogogna per la
costruzione di un moderno impianto siderurgico.
6. MAGLIETTO Località così chiamata per la presenza di una fucina del ferro e di un
maglio già nel secolo XIV.
7. PASSERELLA
8. CENTRALE DI GAGGIOLO Fu la prima centrale idroelettrica dell’Ossola. Venne
costruita nel 1898 dalla società Pietro Maria Ceretti, la quale, utilizzando l’acqua
dell’Ovesca, azionò una centralina di soli 400 hp, sufficienti però ad azionare un
laminatoio (che divenne così il primo laminatoio in Italia a essere azionato elettricamente). Venne rifatta nel 1930, conservando comunque le turbine “Francis” della
precedente centralina. La presa è posta nella località Val Noss, subito dopo la centrale ENEL-Villa Ovesca, e la potenza attuale è di 300 kW. Attualmente è di proprietà
della ditta Prodena.
9. SORGENTE Sorgente alla quale molti abitanti di Villadossola attingono ancora
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oggi acqua. Nelle vicinanze si trova una ruota di macina e un masso per la battitura
della falce per fieno (sgezza).
10. “CASA ALPINA DR. GIOVANNI RONDOLINI”,SEDE DELLA SEZIONE CAI DI
VILLADOSSOLA Fu l’8 giugno del 1945, in un salotto dell’albergo Italia a Villadossola, che si costituì la Sezione CAI con 15 soci fondatori. Il 29 luglio 1954 morì il dottor
Giovanni Rondolini e la comunità di Villa, per ricordare l’illustre cittadino, in coordinamento con la sezione CAI, edificò una costruzione sullo sperone roccioso detto la
“muntagnetta”, dove si trovava l’antico castello. È presumibile che l’Ovesca scorresse
anticamente molto più a sud rispetto al corso attuale del torrente. Di conseguenza,
è plausibile affermare che tanto la chiesa di S.Bartolomeo quanto quella del Piaggio
fossero anticamente costruite ben lontane dal fiume e, probabilmente, parecchi
metri al di sopra del medesimo. Le alluvioni dell’Ovesca che si abbatterono dopo
il 1000, e specialmente nel XIII secolo, produssero un sensibile aumento del livello
del terreno, riempiendo anzitutto l’avallamento sottostante e costringendo la corrente del fiume a perdere velocità e quindi ad accumulare altro materiale all’uscita
della valle, fino a giungere al livello attuale. Pare che, durante le piene dell’Ovesca,
una certa quantità di acqua passasse anche fra lo sperone roccioso su cui sorge la
Madonna del Piaggio e la montagna a sud, isolando questo sperone fino a farne un
luogo atto alla difesa. Più tardi infatti questa apertura fu chiusa allo scopo di impedire eventuali allagamenti; le opere di muratura sono ben visibili. Su questo sperone
fu costruito un castello (un recinto di difesa e una torre); il luogo si prestava ottimamente, essendo isolato in mezzo alle acque dell’Ovesca. Proprio qui, il 29 settembre
1957 veniva inaugurata la “Casa Alpina Dr. Giovanni Rondolini”, alla memoria del socio benemerito e presidente onorario della sezione CAI diVilladossola.
11. SEDE ASSOCIAZIONE PESCATORI PROVINCIALE ED INZIO “PERCORSO PESCA”
12. FALGHERA Detta anticamente “Filigeria” o “Filigera”. È toponimo riscontrabile
anche altrove, che deriva indubbiamente dalla presenza sul luogo di felci (fìlices).
Interessanti sono ancora alcune case del XIV-XV secolo. EX ALBERGO SEMPIONE
Era l’albergo più vecchio del paese, e il più grande. Situato all’imbocco della Valle
Antrona, sorgeva in posizione centrale, essendo la piazza IV novembre il centro della vecchia Villa. La trattoria “Sempione” esisteva già nel 1892, mentre l’albergo iniziò
la sua attività verso il 1915. Ora l’albergo è stato trasformato in abitazioni signorili.
13. PONTE La strada carrozzabile che da Pallanzeno saliva verso Domodossola entrava nel territorio di Villa circa 600 m dopo l’antica chiesa di S. Pietro; allo sperone
roccioso su cui sorge l’antica chiesa di S. Maurizio, puntava verso il ponte di Villa, seguendo grossomodo il tracciato attuale del corso Italia. I ponti erano due: il primo,
detto “Ponte sui gabbi”, sorpassava un ramo dell’Ovesca quasi sempre in secca, l’altro è il solo a tutt’oggi conservatesi. Passato questo ponte, sul lato sinistro si dipartiva la “Strada Antronesca”, che si inerpicava serpeggiando (“Serpagnana”) sul ripido
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pendio a raggiungere le altre frazioni di Villa e della Valle Antrona; la “Strada Francisca” invece continuava lungo l’attuale tracciato fino alla chiesa di S. Bartolomeo
e raggiungeva Domodossola costeggiando la montagna. Parlando del tratto della
“Strada Francisca” che attraversava il territorio di Villa, è necessario trattare delle alluvioni dell’Ovesca a cui è praticamente legata la storia del ponte. Certamente l’Ovesca scorreva in un alveo più profondo di quello odierno, 7-8 m al disotto del livello
attuale; ne è prova l’interramento che ha subito la chiesa del Piaggio. Probabilmente la via “Francisca” attraversava il fiume un po’ più a monte del punto dove oggi sorge il ponte. È anche probabile che anticamente il corso dell’Ovesca piegasse subito
verso sud, all’uscita dalla valle, puntando decisamente verso laToce, quasi lambendo il Sasso di S. Maurizio. Nel 1300 esistenza di un ponte di pietra o di legno, stante
l’importanza della via “Francisca”. 1317 Iniziative dei domesi per abolire il pedaggio
voluto dal vescovo Ugulcione. 1345 Negli Statuti si stabilisce che la manutenzione
del ponte sia a carico del comune di Villa. 1442 Dopo la distruzione del ponte dovuta a un’alluvione, si stipula un contratto per la costruzione di un ponte a tre arcate.
1480 Ennesimo crollo del ponte in una piena. 1481 Nuovo contratto di ricostruzione, che ha per oggetto un ponte a due arcate. In questo periodo compare oltre al
ponte grande anche un ponte più piccolo (“Ponte sui gabbi”). Dall’Ovesca erano
derivate delle rogge, una detta “dei mulini” a sud, e a nord quella “dei prati”. 1588
Grande alluvione che colpisce tutta l’Ossola e abbatte nuovamente il ponte. Fu in
questa occasione che l’Ovesca, straripando in prossimità della chiesa di S. Maria del
Piaggio, accumulò la gran massa di detriti che seppellì la cripta. 1589 Costruzione
di un nuovo ponte a tre arcate. 1614 Una frana, prodottasi in Valle Antrona, poco
sopra Villa, sbarrò temporaneamente il corso dell’Ovesca; lo sbarramento cedette
di colpo causando un’onda di piena che si abbatté allo sbocco della valle coprendo
il conoide di parecchi metri di materiale. Anche il ponte fu in parte interrato. 1627
Ricostruzione del ponte a due arcate. 1640 Nuova piena sotto la quale il ponte non
cedette. 1677-1708 Vengono realizzati dei lavori di arginatura dell’Ovesca a salvaguardia del ponte. 1755 Nuova piena disastrosa. 1800 In coincidenza con la costruzione della strada napoleonica il ponte viene allargato, affiancando un nuovo arco
a lato di quello preesistente. Il fiume Ovesca fu costretto a passare sotto un’unica
arcata mentre il secondo arco rimase occluso nelle opere di difesa. Scompare in
quest’opera di allargamento anche un’edicola, dedicata a S. Giovanni Nepomuceno. 1888 Con la costruzione della ferrovia Novara-Domodossola, vengono realizzate
nuove arginature. 1930 La strada del Sempione si valse ancora esclusivamente dello
storico ponte fino a questa data, in cui venne costruito quello più ampio e comodo
al di sotto della chiesa di S. Bartolomeo
14. PIODA È toponimo che indica la presenza di una grossa roccia. Cappella settecentesca della Madonna Addolorata - Crotto Ha significato di anfratto, via inVilladossola da Scoprire
fossata, torrente incassato.- Rogolo Detto spesso “Rovolo”, prende il nome da un
bosco di piante di rovere.
15. CASTELLO Località che ha derivato il suo nome dalla presenza in epoca remota di una piccola fortificazione mediovale, un recinto con una torre di difesa, ora
scomparsi.
16. PARCO GIOCHI qui ha anche inizio il percorso pedonale che porta alla Chiesa
di S.Bartolomeo.
17. GAGGIO Toponimo di origine longobarda, “Gazium” ha il significato di bosco coltivato, recinto, luogo particolarmente protetto; può significare anche bosco privato.
18. ORATORIO (ora sconsacrato) è stato di recente ristrutturato.
19. CHIESA DI S. BARTOLOMEO Tra 975-1000 Viene edificata la chiesa romanica
dedicata ai SS. Fabiano e Sebastiano. 1050 Data probabile di costruzione del cam­
panile. 1150 La chiesa di Villa si separa dalla pieve di Domodossola per diventare
parrocchia autonoma, comprensiva nella sua giuri­sdizione di tutta la Valle Antrona. 1351-1352 II titolo della chiesa cambia: da quello dei SS. Fabiano e Sebastiano
in quello attuale di S. Bartolomeo. 1350-1400 Viene apportata la prima modifica al
nucleo romanico, con l’apertura di una cappella nella parete settentrionale. 15001520 Viene modificata definitivamente la struttura della chiesa romanica, che assume l’aspetto attuale, e viene affrescata la parete semicircolare del coro. 1596 L’altare
ligneo, opera di Andrea e Domenico Merzagora di Craveggia, è posto nell’attuale
collocazione. 1610 Vengono sostituiti i pilastri della navata meridionale con imponenti colonne di pietra. 1700-1750 II campanile subisce le modificazioni necessarie per l’installazione di un orologio. 1747 Con il trasferimento della sede della parrocchia alla chiesa della Noga, S. Bartolomeo diviene un semplice oratorio. 1880
Vengono realizzati diversi lavori di ammodernamento della struttura. Alla navata
centrale viene applicata una finta volta a botte. 1926 Successivamente al ripristino
della residenza del parroco al piano, S. Bartolomeo ridiviene parrocchia. 1968 Dopo
la consacrazione della nuova chiesa dedicata a Cristo Risorto, S. Bartolomeo viene
nuovamente chiusa. Da allora è adibita al culto esclusivamente in occasione della
celebrazione della ricorrenza del santo patrono del paese (24 agosto).
20. PARCO DELLA RIMEMBRANZA E MONU­MENTO AD ATTILIO BAGNOLINI
21. STABILIMENTO SISMA Nel 1892 Nascita della piccola industria “V E. F.lli Ceretti”
dei fratelli Vittore ed Enrico Ceretti, usciti in quello stesso anno dalla società diretta
dal padre Ignazio. 1893-1905 Allestimento di una piccola bulloneria che crebbe in
virtù delle molte commesse ottenute in occasione dei lavori per il traforo del Sempione. 1907 Trasformazione dell’impresa in società per azioni, con la nuova denominazione di “Metallurgica ossolana”. 1919 Acquisizione degli impianti della ditta
Celeste Longoni, messi in funzione nei capannoni di Villa. 1930 Costruzione in Valle
Isorno della centrale “Vittore Ceretti”. 1932 Costruzione della diga di Larecchio. 1936
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La “Metallurgica ossolana” occupa 1.300 persone. 1937 Ammodernamento di alcuni impianti, fra i quali un forno elettrico di 15 t., con l’ausilio del gruppo Edison. 20
novembre 1940 L’assemblea degli azionisti decide di conferire una nuova forma alla
società, che assume il nome attuale di SISMA (Società Industrie Siderurgiche Meccaniche e Affini), con sede in Milano. Da quella data in avanti ha seguito le varie crisi
che hanno portato alla chiusura dello stabilimento (alla data del 2009 è ancora attivo un piccolo reparto di laminazione)
22. CENTRO MUSEALE TERRITORIALE Questo nuovo centro coordinatore museale delle due valli Anzasca ed Antrona, è stato inaugurato nel 2009 in sostituzione
dell’ex Cinema di Villadossola.
23. EDIFICIO SCOLASTICO “FORMONT”
24. MUSEO DELLA RESISTENZA
25. MONUMENTO AL LAVORO II monumento si compone di un crogiolo prelevato dalla zona antica di fusione del ferro in Valle Antrona. Venne inaugurato il 17
settembre 1967 alla presenza del vescovo Cambiaghi e del presidente del Consiglio
on. Aldo Moro.
26. SCUOLE ELEMENTARI E MEDIE
27. ORATORIO S. DOMENICO SAVIO (con annesso campo sportivo)
28. NUOVA CHIESA PARROCCHIALE DI VILLADOSSOLA “CRISTO RISORTO” 4
settembre1962 II progetto dell’opera, voluta dal parroco Don Camillo Nobile, viene
approvato dalla Pontificia Commissione per l’arte sacra. Ne è autore l’architetto Paolo Vietti Violi di Vogogna. 17ottobre 1963 II progetto è approvato dalla Sovrintendenza ai monumenti. 23 novembre 1963 Anche la commissione comunale approva
il progetto. 16 maggio 1964 Posa della prima pietra da parte del vescovo mons. Placido Maria Cambiaghi. 1 agosto 1964 Appalto dei lavori all’impresa Petrulli e Stringara. 25 dicembre 1965 Muore l’architetto Paolo Vietti Violi che viene sostituito in breve
tempo dall’architetto Carlo Ravarelli di Novara. 27 ottobre 1968 Consacrazione della
chiesa alla pre­senza del vescovo Cambiaghi.
29. SOGNO È la frazione più elevata di Villa e certamente una delle più antiche. Il
toponimo ha significato incerto e si rifà probabilmente a origini leponzie. In alcuni
dei più antichi documenti è detto “Scogno”. La sua posizione - sorge su di un ripiano
elevato eppure fertile, ben difeso dagli strapiombi sulla valle - ci suggerisce l’idea
di un antico castelliere del quale si servirono non solo gli abitanti Liguri o Galli, ma
anche la popolazione medievale di Villa. In epoche di invasioni o di altri pericoli era
certamente utile e comodo avvalersene per trasferirvi famiglie, bestiame e beni dal
meno sicuro fondovalle. ORATORIO DI S. GIOVANNI EVANGELISTA 1450-1460 Decennio in cui viene probabilmente costruito l’edificio. 1530-1550 Viene affrescato il
catino dell’abside. XVII secolo L’ edificio viene ampliato verso la facciata e dotato di
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campanile a vela. 1622 Giovanni Barallo include nel suo testamento un legato, gravante su di una sua proprietà terriera, perché ogni anno, il giorno di Santa Croce (3
maggio), in perpetuo, a spese dei suoi eredi, sia distribuita una elemosina di uno
staio (dm3 32,5) di segale ai poveri e alle persone convenute nell’oratorio di S. Giovanni Evangelista. 1682 II notaio Giovanni Gemina di Zonca, un tal Del Bianco di Sogno e Giovanni Silvetti di Pallanzeno dotano l’oratorio, a loro spese, di un beneficio
per celebrarvi la Messa. Il beneficio consente di eleggere a cappellano, con l’obbligo della celebrazione, il chierico Giovanni Pirossetti di Sogno. 1688 Giovanni Antonio Sarazzi include nel suo testamento un legato che impegna i suoi eredi a versare
200 lire imperiali all’amministrazione dell’oratorio, col fine di acquistare un fondo
agricolo il cui reddito venga destinato alla celebrazione di una messa settimanale
e alla manutenzione dell’edificio. 1804 II parroco di Villa Bariletta ottiene dall’ordinario diocesano il permesso di trasferire la celebrazione della Messa nella chiesa della
Noga. 1850-1860 Gli affreschi vengono ridipinti dal pittore Giovan Pietro Tosi di Villa
per dare esecuzione all’intento degli amministratori di restituire l’integrità delle immagini e appagare la devozione dei fedeli.
30. AFFRESCO DEL 1502
31. CASA DEL XIV SECOLO
32. FONTANA CON LAVATOIO
33. MUSEO DELLA “CIVILTA’ CONTADINA” Aperto da aprile a ottobre la 1a e 3a domenica di ogni mese dalle ore 14 alle ore 17
34. ANTICA CASA “C’A d’PERA” ( ora diroccata)
35. CASE DI INTERESSE ARCHITETTONICO
36. CHIESA PARROCCHIALE DI S. ZENO Nel 1000 Probabile edificazione di una
cappella dedicata a S. Zenone, santo venerato particolarmente in epoca longobarda. 1367 È attestata la celebrazione di regolari funzioni religiose. 1474 Da un documento risalente a questa data si evince l’esistenza di un cimitero. 1500 Si effettuano
dei lavori di miglioramento dell’assetto strutturale dell’edificio; viene realizzata una
volta in muratura, si aprono una finestra di stile gotico e una circolare nella parte più
alta della facciata. 1507 Innalzamento di un nuovo campanile. Su di esso viene posizionata la vecchia campana, alla quale se ne aggiunsero successivamente altre due,
rispettivamente nel 1556 e nel 1557. Quella più antica fu poi rifusa nel 1590. 1596
Viene istituita in Tappia la confraternita del SS. Sacramento. 1676 Formale erezione
della parrocchia di Tappia. 1642 In occasione della visita del vescovo si istituisce la
confraternita della Beata Vergine Maria, alla quale era stata da poco dedicata una
cappella. 1653 Rifacimento del campanile. L’opera viene terminata nel 1663. 16581692 Ricostruzione del coro. 1677 Inizio dei lavori per la costruzione dell’oratorio della confraternita del SS. Sacramento, e del vestibolo. 1695 Rifusione della campana
più antica con accrescimento delle dimensioni relative. 1700-1706 Rifacimento della
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chiesa a eccezione del coro e delle due cappelle. 1771 Sostituzione della campana
del 1695 con una di maggiori dimensioni. XVIII secolo Posizionamento sul campanile dell’orologio. Particolarissimo il tipo di suoneria installato: nelle 24 ore si ripeteva
per quattro volte una serie da uno a sei rintocchi, seguita, a un minuto di distanza,
da un’altra serie da uno a dodici rintocchi, che si succedeva due volte al giorno, una
nelle ore antimeridiane e l’altra in quelle pomeridiane. Questo uso era caratteristico
della antica orologeria nel Ducato di Milano. Il suono veniva battuto su una delle tre
notevoli campane che costituivano il concerto del campanile di S. Zeno.
37. CIMITERO Costruito nel 1850; in precedenza i morti erano seppelliti intorno
alla chiesa.
38. LA PIÙ ANTICA CASA DI TAPPIA (SECOLO XII)
39. CASA DI ABITAZIONE DEL SECOLO XVII
40. CASE BRUCIATE DAI NAZIFASCISTI NEL 1944
41. LAPIDE SUL LUOGO DOVE CADDE IL PARTIGIANO BOLDRINI
42. TORCHIO PER L’UVA DEL 1776
43. MACINA PER NOCI
44. FORNO PER IL PANE DEL 1871
45. VALPIANA È toponimo eufemistico giacché è proprio difficile intravedere uno
spazio piano nel pendio su cui si allineano le case e le stalle che si affacciano le une
sopra le altre, bene esposte al sole, a guardare la vallata sottostante. ORATORIO DI
S. GIOVANNI EVANGELISTA Nel XIV secolo Viene edificata una semplice cappella.
1617 In seguito a un lascito di Francesco Giavina, inizia la costruzione del nuovo
oratorio. 1690 Risulta costruito soltanto il coro, coperto da una volta. 1715 Viene
concessa la licenza di ultimazione dei lavori. 1717 Conclusione dei lavori; sull’altare
viene posto un quadro raffigurante la Beata Vergine con il Bambino, S. Giuseppe e
S. Rocco. 1755 Durante la famosa alluvione, avviene il ritrovamento, creduto miracoloso, della preziosa statua lignea della Madonna “del Tarlap” (la IV domenica di ottobre, questa statua viene esposta e portata in processione).
46. Conserva alcune case di pregevole architettura
47. Poco distante sorge il Circolo di Valpiana, che viene ancora aperto in occasione
delle feste della frazione
48. EX SCUOLA Chiusa nel 1956 per mancanza del numero minimo legale di alunni iscritti alla scuola. I pochi alunni rimasti vennero dirottati nelle scuole del Villaggio
SISMA. In seguito alle proteste innescate dal provvedimento, il comune si assunse
l’onere delle spese di gestione ancora per un anno; stante il progressivo abbandono
della frazione, nel 1958 la scuola venne chiusa definitivamente.
49. CAPPELLA Dedicata ai caduti nelle guerre. Attorno, ovunque il territorio si presti, la coltivazione della vite è praticata tenacemente, ottenendo un buon vinello.
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Posta sulla mulattiera che conduce a MURATA e quindi al Villaggio SISMA.
Villaggio SISMA II 7 luglio 1938 la Commissione edilizia approva il progetto di case
popolari destinate alle maestranze della S.A. Metallurgica Ossolana in regione Croppo di Murata, redatto dall’architetto Vietti Violi. Il progetto prevedeva la costruzione di 400 alloggi in casette singole dotate di giardino; di alloggi collettivi; e di tutti
i servizi necessari per una razionale organizzazione urbanistica, l’ufficio postale, il
circolo, il campo sportivo, l’asilo. A causa dello scoppio della seconda guerra mondiale il disegno venne ridimensionato, ma ciò non toglie che quest’opera rappresenti una realizzazione unica al mondo per le soluzioni ambientali proposte e per
l’intelligente utilizzo di materiali tradizionali locali, quali il sarizzo per le colonne e la
beula bianca per la copertura dei tetti. Il 31 marzo 1940 fu posta la prima pietra alla
presenza dell’allora ministro delle Corporazioni Renato Ricci.
50. NOGA È toponimo derivato dalla presenza di una piantagione o di una pianta
di noce. Toponimi analoghi sono frequenti anche altrove (Nogara, Nogaredo ecc.).
È attestato da pergamene del Duecento. CHIESA DELLA BEATA VERGINE DEL ROSARIO- Il 28 maggio 1642 II vescovo Antonio Tornielli, negli Ordini di visita pastorale,
decreta che l’antica chiesa di S. Bartolomeo venga ricostruita più ampia e luminosa
per meglio adempiere al decoro liturgico e per rendere l’edificio più accogliente.
11 maggio 1659 II vescovo Giulio Maria Odescalchi con ordine perentorio ingiunge
che venga costruita una nuova parrocchiale. 23 novembre 1659 In una generale “vicinanza” - tenutasi sul sagrato di S. Bartolomeo, presieduta dal delegato episcopale
Paolo Roabbio, presenti il cappellano del Piaggio, il Console e circa 100 capifamiglia - la comunità di Villa si impegna a costruire una nuova chiesa parrocchiale sul
colle della Noga. 21 aprile 1662 II vescovo Giulio Maria Odescalchi, con suo rescritto,
approva il progetto dell’edificio disegnato dal capomastro Tommaso Lazzari di vai
d’Intelvi. 1663 Posa della prima pietra. 22 giugno 1692 Sono completati il lavoro di
muratura e il tetto del nuovo edificio e saldati i pagamenti agli eredi del capomastro. 19 maggio 1741 Viene posta al centro del coro la pala a olio con il “Martirio di
San Bartolomeo”, restaurata con forti ridipinture nel 1842 dal pittore villese Giovan
Pietro Tosi. 24 marzo 1743 Decreto del vescovo Bernardino Ignazio Rovere di traslazione della sede della parrocchia alla nuova chiesa della Noga. 22 settembre 1743 Su
invito del Sindaco, il popolo di Villa viene radunato per trasportare solennemente
alla Noga le suppellettili sacre, custodite nell’antica chiesa di S. Bartolomeo, il fonte
battesimale, la statua della Madonna del Rosario, le SS. Reliquie e gli stendardi delle Confraternite. L’antica chiesa viene chiusa. 1793 Viene ultimata la Via Crucis, presumibilmente dipinta dal pittore Arnold Koller, il quale nel 1791 aveva firmato un
quadro della Beata Vergine Maria. 1876 II pittore Bernardino Peretti affresca le volte
della chiesa e dipinge alcune immagini negli altari laterali. 1910 II vescovo Giuseppe
Gamba consacra la chiesa. 1926 La sede della parrocchia ritorna a essere la chiesa
Villadossola da Scoprire
di S. Bartolomeo, al piano di Villa. 1959 Sotto il titolo della “Beata Vergine del Rosario”
viene costituita la nuova parrocchia alla Noga di Villa, nel giorno festivo di Cristo Re,
commemorato dalla vetrata dipinta in capo al coro. Antico presepio II complesso
di figure, costruzioni e scenari è databile al primo ventennio del XIX secolo.
51. Cimitero
52. Campanile 1 maggio 1747 II capomastro Antonio Tamiotti di Ro­sa di Val Sesia
assume il contratto per la costruzione del campanile. 1753 I lavori di costruzione
sono ultimati; il campanile viene dotato di un concerto di campane e dell’orologio
allogato in precedenza nel campanile di S. Bartolomeo di Villa.
53. “Funtana at Girun” Fontana ricavata nella roccia.
54. Antico torchio del 1809 detto “di Romeggio” ( Ul torc d’Armensc)
55. Abitazioni del secolo XVII-XVIII con eleganti soggette
56. CENTRO DI CONSULTAZIONE DEL TERRITORIO Casa con loggette del XVIII
secolo, ospitava un tempo le scuole elementari del luogo. Di fronte è da notare un
portale del secolo XV. Il nuovo centro è stato inaugurato nel 2009.
57. DARONZO Detto spesso “Daruncio” e “Daruntio”, è toponimo da far risalire a
epoca romana. Palazzetto dei Bianchetti dell’inizio secolo XVII.
58. ANTICHE CASE DI INTERESSE ARTISTICO E STORICO
59. CENTRALE ENEL “VILLA OVESCA” e Condotta forzata (“da Manoni”), Condotta forzata che alimenta la cen­trale ENEL-Villa Ovesca. Il canale, che alimenta la
condotta, ha la sua presa all’altezza del ponte di Rivera (Viganella), in Valle Antrona.
Dal canale parte una sola condotta che nel punto attraversato dal nostro itinerario
si divide in due tubi che alimentano altrettante turbine Pelton. Il luogo è chiamato
“La strada dei due tubi”.
60. COLLETTA È un toponimo che indica semplicemente “collina”. Casa con affresco
61. CASE DI INTERESSE ARCHITETTONICO
62. SCALINATA RICAVATA NELLA ROCCIA
63. CÀ DEI CONTI È toponimo piuttosto recente. Una pergamena del 1259 e altre
del 1333 ci parlano della famiglia Conti, probabilmente appartenente alla nobiltà
locale. Si nomina infatti un “Oxoleta de Contis”. Il toponimo deriva certamente da
questa famiglia.
64. ANTICHE CASE DI INTERESSE ARTISTICO E STORICO
65. SITO MEGALITICO DI VARCHIGNOLI - Muri con grossi massi e camere ad esedra.
66. SITO MEGALITICO DI VARCHIGNOLI - Probabile tomba o cisterna per acqua.
67. VARCHIGNOLI - Antico nucleo dove si possono osservare alcuni aspetti degli
insediamenti megalittici e l’evoluzione abitativa nei secoli.
68. CASA DI INTERESSE ARCHITETTONICO
69. ANTICO LAVATOIO
70. BOSCHETTO È toponimo medievale e indica un gruppo di abitazioni in prosVilladossola da Scoprire
simità dei boschi e al limite dei coltivi. Oratorio dei SS. Antonio Abate e Giulio
Nel 1630 Pietro Bianchetti ricorda nel suo testamento con un legato il costruendo oratorio da dedicarsi a S. Antonio, che già in quegli anni, all’epoca della peste, i
capifamiglia del Boschetto intendevano costruire. 4 novembre 1700 Carlo Bartoletti
del Boschetto dispone una dotazione di 100 lire imperiali. Nello stesso anno la costruzione dell’edificio di culto è già iniziata. 15 ottobre 1702 Durante la visita pastorale, il vescovo Gian Battista Visconti si rivela in disaccordo con il progetto dell’oratorio perché teme che la nuova fabbrica sottragga sovvenzioni a quella della chiesa
parrocchiale della Noga, già in difficoltà. 13 agosto 1704 Da un legato all’oratorio,
disposto nel suo testamento dal capitano Pietro Antonio Bacenetti, si ricava che a
tale data l’edificio è ancora in costruzione. 26 aprile 1706 Dal testamento del notaio
Carlo Francesco Laurini di Rivera si ricava che in tale data l’oratorio è già costruito.
22 dicembre 1716 Durante la visita pastorale, il vescovo Gilberto Borromeo interdice
la celebrazione della messa nell’oratorio nei giorni festivi perché i fedeli non vengano distolti dai riti celebrati nella chiesa parrocchiale. 30 gennaio 1877 Dal “Libro della Fabbriceria della Chie­sa Parrocchiale di Villa d’Ossola”: Con mandato n° 2 si pagò
a Caffoni e Depedini per l’indoratura e pittura del quadro di S. Antonio al Boschetto £.
75. La notizia è riferita al dipinto appeso in controfacciata sopra la porta d’accesso.
1964-1965 L’edificio viene interamente rinnovato e la sacrestia viene abbattuta per
dare spazio alla strada che sale a Cà dei Conti.
71. PARCO GIOCHI
72. MUSEO DELLE ORIGINI - Inaugurato nel 2009 espone gli elaborati di Villarte
sul sito di Varchignoli. Il fabbricato è quello del Circolo del Boschetto dove ogni
anno, il mercoledi dopo carnevale si fa “Polenta e saracc”.
73. “STRADA AD CERETT” - Tracce dell’antica via del minerale del ferro.
74. CENTRALE DEL BOSCHETTO Costruita nel 1922 dalla società Pietro Maria Ceretti con concessione di Regio Decreto datato 1° giugno di quell’anno, successivamente passata alla Nuova Ceretti e ultimamente acquistata dalla società Prodena; è
formata da due gruppi, uno piccolo di 400 kW, con presa poco dopo la centrale di
Cresti, l’altro di 800 kW con presa a Montescheno.
Villadossola da Scoprire
STRUMENTI PER VISITARE IL TERRITORIO
Per la visita al territorio la Comunità Montana Valle Antrona, attraverso il finanziamento del DOCUP 2000/2006 mis.3.4 obiett.2, ha recuperato l’ex cinema di Villadossola trasformandolo in Centro coordinatore delle due Valli Antrona ed Anzasca
con sale espositive, multimediali, di proiezione e videoconferenza. Questo centro
diviene il punto informativo principale per la programmazione di una visita di queste due valli. (Per i gruppi è possibile la visita prenotandola al n. 0324 53041 ). Nel
comune di Villadossola sono stati allestiti tre punti informativi: uno denominato
Centro di Consultazione del Territorio (CCT) delle frazioni alte di Villadossola ed è
nella ex scuola della Noga (Per i gruppi è possibile la visita prenotandola al n. 0324
53188).; un altro denominato “Museo delle origini” è posto nei locali del circolo del
Boschetto (possibilità di visita chiedendo al gestore del circolo) e l’altro a Sogno
0324 51442- 53129
Sono stati resi percorribili, già dal 1994 per opera dei volontari del Club Alpino Italiano di Villadossola, le mulattiere ed i sentieri che formano il tessuto escursionistico
del paese con i vari collegamenti alle frazioni alte.
Nel corso del 2008 è stata preparata e distribuita la “Carta escursionistica 1:25.000”
di tutto il territorio della Comunità dove sono riportate tutte le notizie utili per percorrere il territorio.
Itinerari nel territorio di Villadossola
Gli itinerari didattici proposti sono stati ideati dal gruppo insegnanti delle Scuole
Medie “Bagnolini” di Villadossola con il supporto del Club Alpino Italiano, Villarte ed
il gruppo Alpini.
Itinerario IA01
II tema di questo itinerario didattico rappresenta una piccola storia di Villadossola: la
via Francisca, l’archeologia industriale delle ferriere, l’antica suddivisione territoriale
delle dominazioni cristiane delle Pievi, gli insediamenti contadini, le cave, la lotta
partigiana, l’età feudale e lo sfruttamento idrico sono alcuni elementi di questo
tragitto.
Itinerario IA02
L’itinerario didattico proposto ripercorre, attraverso la “Strada Antronesca” la vita
contadina e religiosa di Villadossola. Dagli antichi insediamenti di Varchignoli,
alle case del 1200 fino alle case di questo secolo sono qui rappresentate le varie
evoluzioni di costruzioni abitative. Per la conoscenza della vita religiosa di questa
zona è punto di riferimento l’ex chiesa parrocchiale della Noga.
Villadossola da Scoprire
Itinerario IA03
I terrazzamenti alle pendici, che solitamente caratterizzano aree agricole montuose,
con particolare evidenza nella fascia alpina, presentano in alcune zone dell’Ossola
fenomeni megalitici di notevole risalto, indubbiamente risalenti all’epoca della colonizzazione primordiale. Essi sono presenti in modo sporadico nella fascia compresa tra i 400/800 metri di altitudine, con particolare frequenza nel territorio di
Montecrestese, ma solo a Villadossola, nell’area compresa tra le località di Sogno
e Varchignoli, al confine occidentale con il territorio di Montescheno, il fenomeno
assume una tale densità da indurre alla supposizione che sia stato costruito sulla
base di un progetto ben definito. Questo itinerario è stato inaugurato nel 1999 con
un progetto provinciale del VCO siglato come il primo itinerario archeologico provinciale (AR1).
Itinerario IA04
L’itinerario didattico ripercorre gli aspetti ambientali, rurali e religiosi della Villa di un
tempo, dove le frazioni alte dominavano rispetto a quelle basse, ridotte a poche
unità e a ridosso delle pendici del monte. Dalla chiesa di S. Bartolomeo, posta a
ridosso del torrente Ovesca, alla località Murata si possono notare questi aspetti.
Le frazioni di Tappia e Valpiana rappresentavano il nucleo vecchio di Villadossola,
autonome e ben organizzate, poste in posizione riparata e ben soleggiata, che
permetteva loro la coltivazione della segale, ma soprattutto quella della vite, il cui
vino era prodotto commerciale di scambio. Questo itinerario è stato inaugurato
nel 2005 con il progetto “Io vivo qui” finanziato dal Club Alpino Italiano e la
Fondazione Cariplo.
N.B. - Nelle tabelle di ogni itinerario sono inseriti con colori diversi alcune evidenze lungo il percorso, si
è utilizzato un colore con il seguente significato : (marrone) Valenza storica, artistica, culturale (blu)
Valenza tradizionale e della vita contadina (forni, torchi, mulini, magli ecc..) (verde) Valenza naturalistica
Sul territorio sono riportati dei cartelli
con un logo qui raffigurato
Ogni itinerario presenta un “codice identificativo” (ad esempio IC01) che consente di consultare, per avere
ulteriori informazioni, il sito web www.estmonterosa.it alla pagina “itinerari”. La scelta dell’itinerario può
essere fatta in base al tempo di percorrenza e al dislivello, e quindi preparasi gradualmente ai percorsi più
impegnativi, oppure si potrà scegliere in base al periodo stagionale. Informazioni circa la possibilità di utilizzo di mezzi pubblici sono disponibili consultando il sito www.vcoinbus.it
Villadossola da Scoprire
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Villadossola da Scoprire
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Manifestazioni ricorrenti
Il 6 gennaio, festa dell’Epifania a Valpiana
Terza domenica di gennaio, festa di S.Antonio al Boschetto
Ultima domenica di carnevale, “Carnevale con l’Arlori e la Zecca
Il 1 maggio festa patronale del Villaggio SISMA
Quarta domenica di giugno, festa di S.Zenone a Tappia
Ultima domenica di luglio, festa all’Alpe S.Giacomo
Il 15 agosto, festa dell’Assunta al Piaggio
Il 16 agosto, festa di S.Rocco a Sogno
La domenica dopo il 16 agosto, festa di S.Rocco a Tappia
Ultima domenica di agosto, festa patronale di S.Bartolomeo
Seconda domenica di settembre, festa patronale della Noga
Terza domenica di settembre, festa dell’Addolorata al Boschetto
Ultima domenica di settembre “La Strada Antronesca” da Villadossola
piazza IV novembre ad Antronapiana lungo la vecchia via.
Seconda domenica di ottobre, festa della
Madonna Pellegrina al Villaggio SISMA
Quarta domenica di ottobre, festa della Madonna “del Tarlap” a Valpiana
Con ricorrenza annuale, “Tappia di vino” giro gastronomico per la frazione.
Teatro, concerti e “Settimana musicale di Stresa”
al Centro culturale “La Fabbrica”.
Villadossola da Scoprire
Villadossola da Scoprire
Informazioni
Comunità Montana Valle Antrona - Viganella tel. 0324 56341 fax 0324 56362
E.mail: [email protected] www.cmvalleantrona.it
Comune di Villadossola - Villadossola tel. 0324 501411
www.comune.villadossola.vb.it
Proloco Villadossola - Antronapiana tel. 349 8720886
www.comune.villadossola.vb.it/Comappuntamentidettaglio
Club Alpino Italiano - Villadossola tel./fax 0324 575245
E.mai: [email protected] www.caivilladossola.net
Centro Museale Coordinatore - Villadossola tel. 0324 53041/52847
Centro di Consultazione del Territorio (CCT) - Loc. Noga tel. 0324 53188
Museo dell’Origini - Loc.Boschetto tel. 0324 51805
Museo - Loc. Sogno tel. 0324 51442/53129
Centro Culturale “La Fabbrica” - Villadossola tel. 0324 575611 fax 0324 575707
E.mail: [email protected] www.teatrolafabbrica.com
Strutture ricettive - Villadossola tel 0324 501411 Fax 0324 575953
Sentieri www.caivilladossola.it/catasto
Itinerari - Loc. Noga (CCT) www.estmonterosa.it/itinerari
Attività escursionistica www.accompagnatur.net
Attività Alpinistica [email protected]
Bus www.vcoinbus.it
Noleggio di rimessa con conducente - Villadossola tel. 0324 51350 www.crepaldibus.it
Villadossola da Scoprire
BIBLIOGRAFIA
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“Guida di Villadossola”, CAI di Villadossola, 1996
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“Oratorio di San Maurizio al Sasso”, A.Vari, Villarte 2000
“U Nost dialett” raccolta di poesie dialettali, Noga 1991/2009
“Il centro siderurgico di Villadossola”, Bertamini T., Ceretti 1967
“Storia di Tappia”, Bertamini T., Oscellana 1985
“Cinquant’anni di storia e passione”, CAI di Villadossola, 1996
“Società operaia di mutuo soccorso 1889/1989”, Michetti F., 1989
“U.S.Villadossola”, Michetti F., Emmevi 1976
“Villa cenni storici, amministrativi, di lavoro, di vita”, Michetti/Pirazzi, La Pagina 1995
“Villa operaia”, Pirazzi Maffiola, La Pagina 1993
“Verso Sogno” CD , S.M.S. Villa, La Pagina 2000
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“8.11.43”, Squizzi C., La Pagina 1989
“Il ponte”, Villarte 1981
“La vigna, il vino e Villadossola”, Villarte 1982
“S.Maria del Piaggio”, Villarte 1978
“S.Bartolomeo in Ossola”, Villarte, La Pagina 1990
“Varchignoli, all’origine dell’Ossola di pietra”, Villarte 1999
“La Valle Antrona”, Boschi R./Leonardi M., La Pagina 2006
“La via dei torchi e dei mulini”,R.N.Sacro Monte Calvario 2000
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Verbano Cusio Ossola
Zona interessata
Villadossola
Come raggiungerci
In treno:
- Stazione Internazionale di Domodossola:
linea Milano-Domodossola
In auto:
- Autostrada A8 - Milano, Malpensa
- Autostrada dei Laghi A26 - Genova, Torino
- SS 33, dal Sempione
Comunità Montana Valle Antrona, Via Municipio, 11 - Viganella Tel. 0324 56362
Comune di Villadossola, Via G. Marconi, 21 tel. 0324 501411
Club Alpino Italiano sez. di Villadossola, Via Boccaccio, 6 - Villadossola Tel. 0324 575245
Realizzazione: F. Cardeccia e R. Boschi
Villadossola da Scoprire
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