PRESENTAZIONE - Il Capitello
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PRESENTAZIONE - Il Capitello
PRESENTAZIONE TO CON SOFFIO E SAL Gentile insegnante, noi siamo Dodo e Titti, due bambini che frequentano la prima classe. La nostra scuola ha tante finestre dalle forme più strane. C’è la finestra altalena, foresta, veliero, mare e poi ancora ... serpente, sciarpa e giardino. Frequentare la scuola con le finestre è un gioco curioso, perché quando ne apri una, salti immediatamente in storia avventurosa; sì perché ogni finestra racconta una storia. C’è un gran fermento nella nostra scuola, non si sta mai fermi, si racconta, si legge, si gioca, si stacca, si incolla, si canta, si suona e soprattutto si impara facilmente! Ai suoi alunni, piacerà un sacco venire a scuola con noi! Se volete seguirci, però, dovete imparare il codice segreto per uscire dalle storie fantastiche delle finestre e tornare a scuola, attenti in aula! Qual è? Semplice ... basterà soffiare sul pollice sinistro! Buffo vero! Quando torniamo seduti al nostro banco, non vediamo l’ora di lavorare sull’avventura appena vissuta e incollare gli adesivi delle parole che impariamo a leggere e a scrivere! Speriamo proprio di conoscere lei, gentile insegnante, e i suoi alunni. A presto Dodo e Titti. P.S. Per accogliere gli alunni e rendere l’aula curiosa, appenda tutti quanti i poster gioco delle finestre alle pareti, ma li copra con della carta da pacchi sui cui avrà disegnato delle belle finestre; poi chiederà ai bambini di aprire una finestra alla volta, leggerà una bella storia e farà saltare tutti quanti nella magia dell’imparare! L’ aula diventerà una grande finestra affacciata sul mondo. Parola di Dodo e Titti. 1 PRESENTAZIONE Per frequentare la scuola curiosa di Dodo e Titti occorre… Il LIBRO DI LETTURA E DELLE DISCIPLINE per leggere e comprendere tante storie e scoprire il mondo intorno! Con il libro di lettura e delle discipline ci sono... i poster gioco del tempo, dello spazio e del mondo! Il LIBRO DI MATEMATICA per descrivere in modo piacevole ciò che ci circonda anche con i numeri e per imparare a osservare e schematizzare la realtà. 2 PRESENTAZIONE IL LIBRO DIGITALE 3 PRESENTAZIONE 4 P R ES ENTA ZIO NE PRESENTAZIONE DIDATTICA MULTIMEDIALE Sul DVD Lim l’insegnante troverà ulteriori materiali digitali, da utilizzare in classe sulla Lavagna Interattiva Multimediale oppure su computer. Le potenzialità dei prodotti multimediali possono essere messe a frutto solo grazie all’intervento dell’insegnante. A partire da questa consapevolezza, occorre tenere presente che dal rapporto «docente-allievo» si passa a quello «docente-prodotto multimediale-allievo». Questa forma più complessa permette di moltiplicare i punti di vista, perché i contenuti non sono più trasmessi soltanto dall’insegnante, ma anche dal prodotto multimediale. Il ruolo del docente resta centrale perché sotto la sua guida, la visione di un hyperfilm o l’esecuzione di un esercizio interattivo può diventare un momento di apprendimento di tipo cooperativo. 1 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 Italiano - Come si scrive (classe 1ª) Video didattici per imparare a scrivere tutte le lettere dell’alfabeto in stampatello e corsivo (maiuscolo e minuscolo). 5 PRESENTAZIONE 2 Italiano - Alfabetiere attivo (classe 1ª) Animazioni ed esercizi interattivi su tutte le lettere dell’alfabeto, con i personaggi e le parole del volume. 3 Matematica - Come si scrive (classe 1ª) Video didattici per imparare a scrivere i numeri. 4 Matematica - Numeri attivi (classe 1ª) Animazioni ed esercizi interattivi sui numeri. 5 Matematica - Conto e canto (classe 1ª) Audio per imparare le tabelline cantando. 6 Italiano - Gioco con le parole (classi 1ª, 2ª, 3ª) Esercizi interattivi sui principali argomenti di grammatica, suddivisi per anno. 7 Matematica - Gioco con i numeri (classi 1ª, 2ª, 3ª) Esercizi interattivi sui principali argomenti di matematica, suddivisi per anno. 8 Artisti si diventa! (classi 1ª, 2ª, 3ª) Percorso di Arte e immagine da sviluppare nel corso dei tre anni, con numerosi video per la produzione di lavori creativi. 9 Poster interattivi (classi 1ª, 2ª, 3ª) Classe 1ª: Le parti del corpo • Classe 2ª: La frase minima; La frase complessa • Classe 3ª: La palude; Il prato; Il bosco; Gli alti pascoli; La nascita della vita; La linea del tempo; Preistoria e storia 10 Schede operative (classi 1ª, 2ª, 3ª) PDF stampabili con esercizi di italiano, matematica e discipline; Percorsi di Educazione alla convivenza civile; Laboratori d’informatica Lezioni interattive (classi 1ª, 2ª, 3ª) Le Lezioni interattive per l’insegnante e per la classe si propongono di superare la tradizionale separazione tra le materie di studio e di evidenziare le sinergie fra i diversi ambiti disciplinari. Progettate per integrare le lezioni frontali, consentono di realizzare molteplici attività didattiche in forma di laboratorio, come esplicitamente richiesto dalle Indicazioni Nazionali . Dal menu di ogni Lezione si può accedere ai vari capitoli, strutturati come hyperfilm. L’hyperfilm è un prodotto audiovisivo composto da un filmato principale su cui s’inseriscono dei link di approfondimento, che assumono significato in rapporto al tema trattato nel video principale. Il principio su cui si fonda è quello del collegamento ipertestuale: permettere l’accesso a un’informazione logicamente collegata alla precedente. L’utilizzo di un hyperfilm è 6 PRESENTAZIONE semplice e intuitivo: per visualizzare gli approfondimenti basta cliccare sulle finestre a destra dello schermo. Al termine di ogni approfondimento il filmato riprenderà da dov’è stato interrotto. Nel menu, la sezione Materiali per l’insegnante contiene la cartella Guide con i testi per la programmazione della lezione multimediale; il pdf di un volumetto stampabile con le linee guida sull’uso di un hyperfilm; i manuali di utilizzo; una cartella con gli esercizi interattivi di tutti gli hyperfilm; le immagini per creare altre lezioni digitali. 11 Classe 1ª: Matematica - Storie problema (Rac-contiamo i numeri • Rispettiamo i regoli • Più e meno ditamani • Saltiamo indietro sulla linea dei numeri • Saltiamo avanti sulla linea dei numeri • Uguale, maggiore o minore • Io unità, voi decina • La giostra dell’abaco) Classe 2ª: Matematica - Storie problema (I numeri diventano 100 • Tutti in colonna • Le tabelline in filastrocca) Classe 3ª: Matematica - Storie problema (I numeri diventano 1000 • I superpoteri delle 4 operazioni • Piumenoperdiviso • Il calcolomente • L’angolo della geometria) 12 Classe 2ª: Discipline - Il girotondo del tempo (1. Giorno e notte • 2. Tu cosa fai? • 3. Mese e anno • 4. Le stagioni • 5. Il tempo passa) 13 Classe 3ª: Discipline - La scoperta del fuoco (1. Un elemento prezioso • 2. Il mistero delle origini • 3. Una scoperta rivoluzionaria • 4. L’homo sapiens e il fuoco) Aula digitale è un social network dedicato alla scuola, un ambiente virtuale di comunicazione per il confronto e lo scambio d’informazioni. Consente di creare una classe virtuale per una condivisione in tempo reale fra docenti e allievi. Serve a mettere a disposizione degli studenti risorse di ogni tipo (file, immagini, video) e accuratamente selezionate dall’insegnante. Permette di utilizzare agende e calendari condivisi con promemoria delle attività e notifiche in tempo reale. Inoltre il docente potrà creare per tutti gli allievi iscritti alla classe virtuale attività, verifiche e quiz subito pronti per la compilazione (a risposta multipla, di vero o falso, con domande aperte) con la verifica dei risultati in tempo reale da qualsiasi dispositivo. L’aula digitale è a disposizione gratuitamente per ogni insegnante sul sito www.capitello.it ed è disponibile per Windows, Mac OS X, Android, iOS e Kindle. Sul canale di youtube delle Edizioni il capitello l’insegnante troverà il tutorial su come creare un’aula digitale. 7 PROGETTO DIDATTICO DISCIPLINE IL PROGETTO DIDATTICO DISCIPLINE Per imparare a leggere il mondo Il progetto ”...con Dodo e Titti 1” unisce letture e discipline, ritenendo l’uso della lingua italiana uno strumento trasversale e funzionale alla costruzione del sapere ed evidenziando così l’unitarietà del processo di apprendimento. La prima parte è dunque dedicata alle letture, la seconda sezione alle discipline. LE DISCIPLINE per costruire i concetti spazio-temporali e scientifici La sezione dedicata all’avvio dei saperi disciplinari propone pagine operative che consentono all’alunno di sperimentare i concetti di tempo, spazio e conoscere il mondo intorno attraverso l’uso dei cinque sensi e degli esseri viventi e non viventi. Il lavoro sul testo è accompagnato da tre poster gioco attraverso cui l’alunno gioca, interagisce, impara e scopre il tempo, lo spazio e il mondo intorno a lui. STORIA Per aiutare il bambino a diventare consapevole del tempo che utilizza per organizzare la propria esperienza vengono proposte attività che scaturiscono dai vissuti degli alunni. Le pagine disciplinari di storia stimolano il bambino a elaborare i concetti di tempo lineare, ciclico, a rilevare i rapporti di successione e di contemporaneità e a rendersi conto della durata e dei mutamenti nel tempo. Il poster gioco del tempo è un valido strumento interattivo per scoprire e operare con i giorni della settimana, i mesi, le stagioni e il tempo meteorologico. Suggeriamo all’insegnante di realizzare le linee del tempo indicate nel libro per visualizzare la successione delle azioni della mattina, della settimana, degli eventi più significativi avvenuti durante i mesi di scuola, in modo da formare una specie di “memoria storica dell’anno” murale o meglio di “storia della classe”. 8 DISCIPLINE PROGETTO DIDATTICO GEOGRAFIA L’argomento del percorso di geografia è l’esplorazione e la conoscenza dello spazio fisico vissuto dal bambino: la scuola e la casa. Gli spazi esplorati sono anche luoghi in cui l’alunno impara a muoversi consapevolmente, utilizzando gli indicatori spaziali ed effettuando percorsi. Il poster gioco dello spazio è utile per sviluppare, potenziare e consolidare il concetto di spazio, giocando con gli indicatori topologici. Molta importanza riveste la rappresentazione grafica degli spazi vissuti in quanto introduce al linguaggio della geo-graficità, fondamentale per consentire al bambino la costruzione di mappe mentali. Suggeriamo all’insegnante di far eseguire percorsi in palestra per sperimentare e concettualizzare destra e sinistra, sopra, sotto, vicino, davanti, dietro, per poi passare a lavorare graficamente sul foglio. SCIENZE/TECNOLOGIA Il bambino è guidato alla scoperta dell’ambiente che lo circonda, di alcuni elementi del mondo naturale (piante e animali) e del mondo fisico (oggetti e materiali). Il percorso di scienze si struttura prevalentemente sull’uso dei cinque sensi. Tale lavoro può avviarsi invitando gli alunni a manipolare e sperimentare oggetti per individuarne le caratteristiche e successivamente anche i materiali. L’insegnante può proporre ulteriori attività di esplorazione degli ambienti per rilevarne i suoni, i colori, gli odori . Per quanto riguarda lo studio delle piante e degli animali è utile l’osservazione del giardino della scuola e la descrizioni di foto e immagini per rilevarne somiglianze e differenze. Il poster del mondo è esperienza! I percorsi disciplinari di storia, geografia e scienze/tecnologia si chiudono con una verifica delle competenze che vede interagire i tre linguaggi specifici. 9 DISCIPLINE – MUSICA materiale fotocopiabile LA CANZONE DEL PULCINO (pagina 93 Storia) FILASTROCCA DELLA SETTIMANA Batti le mani, a tempo LUNEDÌ CHIUSIN CHIUSINO MARTEDÌ BUCÒ L’OVINO SGUSCIÒ FUOR MERCOLEDÌ «PIO PIO PIO» FE’ GIOVEDÌ VENERDÌ FE’ UN VOLETTINO BECCÒ SABATO UN GRANINO LA DOMENICA MATTINA Batti i piedi per AVEVA GIÀ LA SUA CRESTINA. terra, a tempo Batti le mani sulle gambe, a tempo Batti le mani, a tempo Con i tuoi compagni, camminando a tempo al suono del tamburo, ripeti tutta la filastrocca. Colora i disegni. 10 materiale fotocopiabile DISCIPLINE – MUSICA SUONO PIACEVOLE, RUMORE SGRADEVOLE (pagina 112 Scienze) SUONO PIACEVOLE, RUMORE SGRADEVOLE! Non tutto ciò che udiamo ha un suono piacevole, a volte i suoni possono essere sgradevoli e vengono allora chiamati rumori. AUDIO Collega con la matita gli oggetti elencati qui sotto alle nuvolette contenenti le parole «produce suono» e «produce rumore». PIANOFORTE STEREO PRODUCE SUONO FLAUTO CAMPANELLA TRAPANO TRATTORE AEREO MARTELLO LAVASTOVIGLIE RUSCELLO CLACSON AUTOMOBILE PRODUCE RUMORE VIOLINO CHITARRA Colora i disegni. 11 DISCIPLINE – MUSICA materiale fotocopiabile FORTE O PIANO? (pagina 113 Scienze) FORTE O PIANO? L’INTENSITÀ DI UN SUONO AUDIO I suoni e i rumori possono avere volume diverso, possono essere cioè più forti o più deboli. Collega con la matita i suoni e rumori elencati qui sotto alle nuvolette contenenti le parole forte, fortissimo, piano e pianissimo. TUONO FORTISSIMO SINGHIOZZO SUSSURRO FORTE STARNUTO RONZIO DI UN INSETTO GRACIDIO DI UNA RANA CLACSON PIANO SIRENA DI UN’ AUTOAMBULANZA ONDE DEL MARE RESPIRO PIANISSIMO PIOGGIA Quali dei suoni e rumori dell'elenco sono piacevoli, secondo te? Quali invece sono sgradevoli? Scrivili qui sotto. PIACEVOLI: ............................................................................................................................................................................. SGRADEVOLI: ...................................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................................................................. 12 PROGRAMMAZIONE CURRICOLARE LA PROGRAMMAZIONE CURRICOLARE DI STORIA Competenze attese al termine della classe prima della scuola primaria Competenza 1 Collocare nel tempo esperienze ed eventi COMPETENZE (Dalle Indicazioni Nazionali) COLLOCARE NEL TEMPO ESPERIENZE ED EVENTI. OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO CONOSCENZE contenuti VOLUMI Letture/Discipline – Riconosce la successione temporale di azioni ed eventi. 86-87 – La successione e gli indicatori temporali: prima, ora, adesso, dopo, poi, infine … – Riconosce la ciclicità dei fenomeni temporali (giorni, mesi,anni). – La contemporaneità 88 – La durata 89 – Utilizza gli strumenti convenzionali per la misurazione del tempo e per la periodizzazione (giorni, settimane, mesi, anni, stagioni). – Le parti della giornata 90-91 – I giorni della settimana 92-93 – I mesi e le stagioni 94-95 – Coglie i cambiamenti prodotti dal passare del tempo. LA PROGRAMMAZIONE CURRICOLARE DI GEOGRAFIA Competenze attese al termine della classe prima della scuola primaria Competenza 1 Riconoscere ed utilizzare organizzazioni spaziali Competenza 2 Conoscere ed analizzare elementi dello spazio vissuto COMPETENZE (Dalle Indicazioni Nazionali) – RICONOSCERE E UTILIZZARE ORGANIZZAZIONI SPAZIALI – CONOSCERE E ANALIZZARE ELEMENTI DELLO SPAZIO VISSUTO OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO – Si muove consapevolmente nello spazio circostante attraverso punti di riferimento e utilizzando gli indicatori topologici : sopra, sotto, davanti,dietro,dentro, fuori, vicino, lontano, destra, sinistra.. CONOSCENZE contenuti VOLUMI Letture/Discipline – Indicatori spaziali 98-99-100-101 – Punti di riferimento e percorsi 102-103 – Punti di vista 104 – Comprende che spazio – Gli spazi della scuola è organizzato e ha precise e della casa e le loro funzioni. funzioni 97-104-105-106 13 PROGRAMMAZIONE CURRICOLARE LA PROGRAMMAZIONE CURRICOLARE DI SCIENZE E TECNOLOGIA Competenze attese al termine della classe prima della scuola primaria Competenza 1 Osservare, analizzare e descrivere fenomeni. Competenza 2 Problematizzare la realtà osservata , formulare ipotesi e verificarne la validità con semplici esperimenti. COMPETENZE (Dalle Indicazioni Nazionali) OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO CONOSCENZE contenuti VOLUMI Letture/Discipline – OSSERVARE, ANALIZZARE E DESCRIVERE FENOMENI. – Sa seriare e classificare oggetti in base alle loro proprietà – I cinque sensi. 109-110-111112-113-114-115 – PROBLEMATIZZARE LA REALTÀ OSSERVATA, FORMULARE IPOTESI E VERIFICARNE LA VALIDITÀ CON SEMPLICI ESPERIMENTI. – Osserva i momenti significativi nella vita di piante e animali. – Seriazione e classificazione di oggetti in base ai materiali 110-114 – Individuare somiglianze e differenze – Esseri viventi e non viventi 116-117 – Piante e animali 118-119 14 consolidare e potenziare l’apprendimento disciplinare SCHEDE FOTOCOPIABILI LA SUCCESSIONE RACCONTA LE STORIE IN SUCCESSIONE USANDO LE PAROLE PRIMA, DOPO, INFINE. PRIMA .................................................................... ....................................................................................... ....................................................................................... ....................................................................................... ....................................................................................... ....................................................................................... DOPO ..................................................................... ....................................................................................... ....................................................................................... ....................................................................................... ....................................................................................... ....................................................................................... INFINE ..................................................................... ....................................................................................... ....................................................................................... ....................................................................................... ....................................................................................... ....................................................................................... 15 SCHEDE FOTOCOPIABILI consolidare e potenziare l’apprendimento disciplinare LA CONTEMPORANEITÀ COMPLETA GLI SCHEMI SCRIVENDO E DISEGNANDO AZIONI CHE AVVENGONO NELLO STESSO MOMENTO. La maestra spiega. .................................................................. Io gioco Io ........................................................... .................................................................. .................................................................. 16 consolidare e potenziare l’apprendimento disciplinare SCHEDE S C HE DE FFOTOCOPIABILI OTOCOPIABILI IL TEMPO CICLICO COMPLETA. mattina È un ..............................., dura ............................... ore. lunedì È una ..............................., dura ............................... giorni. settembre È un ..............................., dura ............................... mesi. 17 SCHEDE FOTOCOPIABILI consolidare e potenziare l’apprendimento disciplinare LA DURATA OSSERVA E COMPLETA. Quale delle due storie dura di più? ............................................ ............................................................................................................................................... Quanto dura la storia dell’ape? ...................................................... ............................................................................................................................................... Quanto la storia del bambino? ........................................................ ............................................................................................................................................... 18 consolidare e potenziare l’apprendimento disciplinare SCHEDE FOTOCOPIABILI LA CASA LEGGI E SCRIVI. IN QUALI LUOGHI DELLA CASA SI TROVANO QUESTE COSE? FORSE ALCUNI NOMI ANDRANNO SCRITTI IN PIÙ DI UNO SPAZIO. PUOI AGGIUNGERE TU ALTRE COSE. rubinetto – lavandino – divano – quadro – tavolo – televisore – armadio – sedia – telefono – tappeto – letto – lavatrice – tende – frigorifero – finestra – lampadario – cucina a gas camera da letto cucina ................................................................... ................................................................... ................................................................... ................................................................... ................................................................... ................................................................... ................................................................... ................................................................... ................................................................... ................................................................... ................................................................... ................................................................... bagno salotto ................................................................... ................................................................... ................................................................... ................................................................... ................................................................... ................................................................... ................................................................... ................................................................... ................................................................... ................................................................... ................................................................... ................................................................... 19 SCHEDE FOTOCOPIABILI consolidare e potenziare l’apprendimento disciplinare ELEMENTI NELLO SPAZIO COMPLETA CON TRE ELEMENTI CHE TROVI IN QUESTI SPAZI. .................................... Aula Bagno Cucina Camera Ufficio .................................... Parco .................................... .................................... .................................... .................................... .................................... .................................... Strada .................................... .................................... .................................... .................................... .................................... .................................... Giardino .................................... .................................... .................................... .................................... .................................... .................................... Salotto .................................... .................................... .................................... .................................... .................................... .................................... .................................... 20 .................................... Palestra .................................... .................................... consolidare e potenziare l’apprendimento disciplinare SCHEDE FOTOCOPIABILI PERCORSI TRACCIA IL PERCORSO. PIERO ESCE CON LA MAMMA E GLI AMICI. LUI ABITA IN VIA MILANO. DEVE ARRIVARE AI GRANDI MAGAZZINI DI VIA VENEZIA SEGUENDO IL PERCORSO PIÙ BREVE. 21 SCHEDE FOTOCOPIABILI consolidare e potenziare l’apprendimento disciplinare ESSERI VIVENTI CHI SONO? – Ho il collo lungo – Ho le piume – Sono un bravo nuotatore Disegna l’animale che hai individuato. Osserva le immagini e rispondi: io sono ....................................................... – Ho quattro zampe – Ho le orecchie molto lunghe – Ho il corpo coperto di pelo Disegna l’animale che hai individuato. Osserva le immagini e rispondi: io sono ....................................................... 22 consolidare e potenziare l’apprendimento disciplinare SCHEDE FOTOCOPIABILI ESSERI VIVENTI CHI SONO? – Ho più di quattro zampe – Non so volare – Mi arrampico sui muri Disegna l’animale che hai individuato. Osserva le illustrazioni e rispondi: io sono ....................................................... – Sono capace di volare – Non ho il becco – Ho il corpo coperto di pelo – Non mi poso sui fiori Disegna l’animale che hai individuato. Osserva le illustrazioni e rispondi: io sono ....................................................... 23 SCHEDE FOTOCOPIABILI consolidare e potenziare l’apprendimento disciplinare ESSERI VIVENTI CHI SONO? – Ho il corpo coperto di pelo – Vivo sugli alberi – Ho una bella coda Disegna l’animale che hai individuato. Osserva i disegni qui sotto e rispondi: io sono ....................................................... – Ho le piume – Ho due zampe – Sono un bravo nuotatore – Non so volare Disegna l’animale individuato. Osserva i disegni qui sotto e rispondi: io sono ....................................................... 24 consolidare e potenziare l’apprendimento disciplinare SCHEDE FOTOCOPIABILI ESSERI VIVENTI COLORA, RITAGLIALI E INCOLLA. 25 SCHEDE FOTOCOPIABILI consolidare e potenziare l’apprendimento disciplinare ESSERI VIVENTI COLORA, RITAGLIALI E INCOLLA. 26 VERIFICA E VALUTAZIONE LA VERIFICA E LA VALUTAZIONE La verifica è un momento costante di ogni attività didattica e costituisce un aspetto della valutazione: controlla la misura e la qualità dell’apprendimento, ma anche l’adeguatezza e l’efficacia delle iniziative assunte per promuoverlo. Qui di seguito presentiamo prove d’ingresso, prove intermedie e prove di valutazione finali delle competenze. PROVA D’INGRESSO STORIA Dal fare… Proponiamo un’attività pratica e divertente per abbellire l’aula e nello stesso tempo per verificare la capacità dei bambini di cogliere la successione temporale delle azioni. 1. Ritagliamo alcune strisce di carta velina lunghe circa 50 cm. 2. Consegniamole ai bambini perché le pieghino a fisarmonica. 3. Facciamo disegnare sulla prima faccia della striscia un cuore, un fiore, un sole o una stella, oppure diamo una sagoma da ripassare. 4. Facciamo ritagliare lungo i contorni del disegno, tranne i punti lungo le piegature laterali indicati con una freccia, in modo da ottenere, una volta aperta la striscia, un festone. … al saper fare Diamo ai bambini la scheda della pagina successiva per verificare la loro capacità di ricostruire la sequenza per costruire il festone. 27 VERIFICA E VALUTAZIONE STORIA – PROVA D’INGRESSO OSSERVA I DISEGNI E COLORA LA SEQUENZA GIUSTA. A B C 28 VERIFICA E VALUTAZIONE PROVA INTERMEDIA Partendo dalla lettura dell’insegnante, verifichiamo se l’alunno ... – ordina in successione i fatti – riconosce la contemporaneità di azioni ASCOLTA L’INSEGNANTE CHE LEGGE. UNA GIORNATA AL BIOPARCO Oggi è giorno di vacanza e così Marco e il suo papà decidono di andare al bioparco. Appena arrivati acquistano i biglietti e la cassiera consegna a Marco la mappa del parco. Lì vicino c’è lo stagno con i fenicotteri: sono proprio tanti, tutti rosa e bianchi. Andando sempre dritto c’è il recinto delle caprette. Che simpatiche! Poi passano davanti alla grande voliera con i pappagalli e al recinto delle giraffe. Più lontano vedono anche il recinto dei leoni. Marco corre: c’è un leone sulla roccia. A mezzogiorno Marco e il papà si siedono al bar per fare uno spuntino. Lì vicino ci sono anche le altalene e gli scivoli e Marco si diverte un po’ a giocare con gli altri bambini. Poco dopo l’altoparlante annuncia che sta per iniziare lo spettacolo dei delfini nella piscina. Marco e il papà si affrettano e prendono posto. I delfini sono dei veri acrobati! Dopo lo spettacolo vanno a visitare l’acquario: ci sono pesci di tutte le forme e colori! Ormai è sera. Marco e il suo papà tornano a casa. Mentre cenano Marco racconta tutte le sue avventure alla mamma, poi va a letto e si addormenta subito. Diamo in fotocopia la mappa del parco. 29 VERIFICA E VALUTAZIONE STORIA – PROVA INTERMEDIA OSSERVA GLI ANIMALI CHE HANNO VISTO MARCO E IL SUO PAPA’ AL PARCO E SEGNA IL PERCORSO SULLA MAPPA 30 STORIA – PROVA INTERMEDIA VERIFICA E VALUTAZIONE QUALI ANIMALI MARCO HA VISTO PRIMA? E DOPO? INSERISCI CON UNA FRECCIA GLI ANIMALI AL POSTO GIUSTO OSSERVA LA TABELLA E COLORA DI ... – ROSSO LA FRECCIA CHE INDICA LA SUCCESSIONE DELLE AZIONI – BLU LA FRECCIA CHE INDICA LA CONTEMPORANEITA’ DELLE AZIONI 31 VERIFICA E VALUTAZIONE PROVA FINALE Verifichiamo la capacità dell’alunno di orientarsi temporalmente e di collocare i fatti sulla linea del tempo. L’attività implica la conoscenza dei giorni della settimana. LEGGI IL TESTO, POI COLLEGA CON UNA FRECCIA I FATTI CON I GIORNI DELLA SETTIMANA CORRISPONDENTI SULLA LINEA DEL TEMPO. Matilde ha ricevuto una bicicletta nuova il terzo giorno della settimana. Il giorno prima era il suo compleanno. Due giorni dopo il suo compleanno Matilde è andata a scuola in bicicletta e sabato ha partecipato a una gara in biciclettta! Lunedì 32 Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato Domenica VERIFICA E VALUTAZIONE PROVA D’INGRESSO GEOGRAFIA Verifichiamo la capacità dell’alunno di definire le posizioni degli oggetti utilizzando gli indicatori spaziali. Consegniamo la scheda ai bambini chiedendo loro dove si trovano i seguenti oggetti: – dov’è la scrivania? – dov’è il letto? E la finestra? OSSERVA LA CAMERETTA DI LISA: OGGI È PROPRIO IN DISORDINE! DESCRIVILA A VOCE RIORDINA TU LA CAMERETTA. RITAGLIA GLI OGGETTI DISEGNATI E INCOLLALI AL POSTO GIUSTO 33 VERIFICA E VALUTAZIONE GEOGRAFIA – PROVA INTERMEDIA PROVA INTERMEDIA Verifichiamo la capacità dell’alunno di osservare un paesaggio rappresentato e di muoversi usando relazioni spaziali in modo da riuscire ad individuare la giusta posizione in cui rappresentare gli elementi richiesti dalla consegna. OSSERVA IL PAESAGGIO E DISEGNA: UN ALLA DESTRA DEL BAMBINO UN SOPRA LA STACCIONATA UNA VICINO AI FIORI UN DIETRO IL CESPUGLIO UNA IN ALTO A SINISTRA 34 GEOGRAFIA – PROVA FINALE VERIFICA E VALUTAZIONE PROVA FINALE Verifichiamo la capacità dell’alunno di utilizzare sia le coordinate che gli indicatori spaziali per definire la posizione di un oggetto nello spazio. OSSERVA LA MAPPA E SCRIVI LA POSIZIONE DI TUTTI I LUOGHI ELENCATI. 4 3 2 1 A B C D La casa di Simone e Bea si trova in ................................................. Il supermercato è in ......................................................................................... La piscina è in ......................................................................................................... La scuola si trova in ........................................................................................... Il parco giochi è in .............................................................................................. Il cinema è in ........................................................................................................... Il campo da calcio è in ................................................................................... DISEGNA DUE PANCHINE IN D2 E UN BAR IN B4. TRACCIA CON COLORI DIVERSI IL PERCORSO CHE COMPIE SIMONE PER ANDARE A GIOCARE A CALCIO E IL PERCORSO CHE COMPIE BEA PER ANDARE IN PISCINA. POI DESCRIVI I PERCORSI SUL RETRO DELLA SCHEDA. 35 VERIFICA E VALUTAZIONE PROVA D’INGRESSO SCIENZE – PROVA D’INGRESSO SCIENZE Verifichiamo la capacità dell’alunno di conoscere i rapporti fra le parti e il tutto. Chiediamo ai bambini quali figure hanno utilizzato, quale immagine hanno e quali figure hanno invece tralasciato e perché. Indaghiamo sulle preconoscenze circa il mondo delle piante e chiediamo loro se le piante sono esseri viventi e perché, che cosa mangiano, a che cosa servono le varie parti. RITAGLIA LE FIGURE E OSSERVALE: NON TI SEMBRA CHE SIANO PARTI DI QUALCOSA CHE CONOSCI? C’È QUALCHE FIGURA INTRUSA? PROVA A RICOSTRUIRE L’IMMAGINE E COLORA. 36 GEOGRAFIA – PROVA FINALE VERIFICA E VALUTAZIONE PROVA INTERMEDIA Verifichiamo la capacità dell’alunno di utilizzare le percezioni sensoriali per analizzare oggetti, fenomeni e/o esseri viventi. Disponiamo sui banchi alcuni bicchieri di plastica trasparente e riempiamoli con ... – farina bianca e gialla – sale fino e grosso – caffè in grani e macinato – zucchero bianco e di canna DESCRIVI GLI ALIMENTI NEI BICCHIERI ATTRAVERSO IL TATTO E CLASSIFICALI IN BASE ALLE CARATTERISTICHE CHE SEGUONO, POI RISPONDI. LISCIO RUVIDO MORBIDO DURO CALDO FREDDO APPUNTITO TATTO farina bianca farina gialla sale grosso sale fino caffè in grani caffè macinato zucchero bianco zucchero di canna .............................................................................................. .............................................................................................. .............................................................................................. .............................................................................................. .............................................................................................. .............................................................................................. .............................................................................................. .............................................................................................. Quali sono gli alimenti morbidi? .......................................................... ...................................................................................................................................................... Quali sono gli alimenti duri? ...................................................................... ...................................................................................................................................................... Quali sono gli alimenti appuntiti? ......................................................... ...................................................................................................................................................... Quali sono gli alimenti caldi?..................................................................... ...................................................................................................................................................... 37 VERIFICA E VALUTAZIONE SCIENZE – PROVA INTERMEDIA ORA USA LA VISTA PER CLASSIFICARE GLI ALIMENTI. VISTA farina bianca .............................................................................................. farina gialla .............................................................................................. sale grosso .............................................................................................. sale fino .............................................................................................. caffè in grani .............................................................................................. caffè macinato .............................................................................................. zucchero bianco .............................................................................................. zucchero di canna .............................................................................................. Quale colore è comune a più alimenti? .............................................. 38 VERIFICA E VALUTAZIONE SCIENZE – PROVA FINALE PROVA FINALE Verifichiamo la capacità dell’alunno di essere consapevole delle parti del loro corpo e delle somiglianze e differenze esistenti tra il corpo umano e quello degli animali. OSSERVA L’ORSO E CONFRONTA L’IMMAGINE CON LA TUA FOTOGRAFIA. POI COMPLETA LA TABELLA. ASPETTO FISICO SOMIGLIANZE UGUAGLIANZE DIFFERENZE ................................................. ................................................. ................................................. ................................................. ................................................. ................................................. ................................................. ................................................. ................................................. ................................................. ................................................. ................................................. ................................................. ................................................. ................................................. ALIMENTAZIONE MOVIMENTO ORSO IO ORSO IO .................................. .................................. .................................. .................................. .................................. .................................. .................................. .................................. .................................. .................................. .................................. .................................. .................................. .................................. .................................. .................................. 39 PROGETTO DIDATTICO MATEMATICA IL PROGETTO DIDATTICO MATEMATICA I volumi destinati ai primi tre anni della Scuola Primaria, nella parte riguardante la matematica si basano sui principi della didattica attuale (metodo analogico, problem solving, cooperative learning…) TESTO I testi basati sul gioco e sull’operatività, permettono al bambino di seguire in modo piacevole un curricolo essenziale e completo per raggiungere gli obiettivi dell’educazione matematica. I vari contenuti vengono affrontati in modo graduale e ricorsivo per consentire all’insegnante di sfruttare al meglio il tempo destinato a questa disciplina. QUADERNO Accanto ai testi curricolari c’è un «quadernone» che è parte integrante del testo perché porta il bambino a rivedere in modo operativo i vari argomenti affrontati nel testo (v. l’illustrazione a lato). Nel tentativo di eliminare molte delle difƂcoltà che il bambino incontra in matematica, grande importanza è stata data alla conoscenza del numero e al calcolo mentale: Il calcolo viene sviluppato simulando il funzionamento delle mani (prima vera calcolatrice naturale che il bambino ha sempre a disposizione). Successivamente, in questo primo volume, il bambino viene invitato a imparare a memoria i numeri «amici» del 3, del 4, del 5, … del 10. 40 MATEMATICA PROGETTO DIDATTICO Il percorso seguito nel testo fa riferimento ai tre temi delle Indicazioni Nazionali per raggiungere gli obiettivi di apprendimento previsti: 1. NUMERI 2. SPAZIO E FIGURE 3. RELAZIONI, DATI E PREVISIONI competenze competenze competenze L’alunno si muove con sicurezza nel calcolo scritto e mentale con i numeri naturali. obiettivi Riconosce e rappresenta forme del piano e dello spazio. Descrive, denomina e classifica figure in base a caratteristiche geometriche. obiettivi Ricerca dati per ricavare informazioni e costruisce rappresentazioni (tabelle e grafici). Ricava informazioni anche da dati rappresentati in tabelle e grafici. obiettivi – Contare oggetti o eventi, a voce e mentalmente, in senso progressivo e regressivo e per salti di due, tre,... – Percepire la propria – Classificare numeri, figure, posizione nello spazio e oggetti in base a una o stimare distanze e volumi a più proprietà, utilizzando partire dal proprio corpo. rappresentazioni opportune, a seconda dei – Comunicare la posizione di contesti e dei fini. – Leggere e scrivere i numeri oggetti nello spazio fisico, naturali in notazione sia rispetto al soggetto, sia – Argomentare sui criteri decimale, avendo rispetto ad altre persone che sono stati usati per consapevolezza della o oggetti, usando termini realizzare classificazioni e notazione posizionale; adeguati (sopra/ sotto, ordinamenti assegnati. confrontarli e ordinarli, davanti/dietro, destra/ – Leggere e rappresentare anche rappresentandoli sinistra,dentro/fuori). relazioni e dati con sullaretta. – Eseguire un semplice diagrammi, schemi e – Eseguire percorso partendo dalla tabelle. mentalmentesemplici descrizione verbale o – Misurare grandezze. operazioni con i numeri dal disegno, descrivere naturali e verbalizzare le un percorso che si sta procedure dicalcolo. facendo e dare le istruzioni a qualcuno perché compia un percorso desiderato. – Riconoscere, denominare e descrivere figure geometriche. 41 PROGETTO DIDATTICO MATEMATICA La particolarità del testo è che tutta la matematica è raggruppata in un unico volume: – da una parte il testo curricolare; – dalla parte capovolta gli esercizi e la parte dedicata all’apprendimento cooperativo e alla didattica inclusiva. 42 MATEMATICA PROGETTO DIDATTICO MATEMATICA Pagine 4 - 5 – Figure e ritmi • A pagina 4 il bambino deve individuare e colorare cerchi, quadrati, rettangoli e triangoli. • Negli esercizi di pagina 5, il bambino è invitato a completare alcune successioni di Ƃgure. • Oltre all’aspetto geometrico, questi sono esercizi Ƃnalizzati al raggiungimento di un altro obiettivo: scoprire regolarità e ritmi in successioni date di oggetti, di immagini, di suoni e, viceversa, seguire regole (proposte oralmente o per iscritto) per costruire tali successioni. • In questa ottica vanno rivalutate, quindi, le cosiddette «cornicette» considerate come successioni di Ƃgure. • Non dovrebbero essere trascurate anche successioni di suoni proponendo ai bambini semplici esercizi ritmici. Per esempio, l’insegnante, sotto forma di gioco, invita i bambini a scandire con la voce varie parole. Alla dizione ritmata di parole può essere abbinato il battito delle mani in modo da evidenziare l’accento tonico: battito forte (battito delle mani tra loro) mentre si pronuncia la sillaba accentata, battito debole (battito delle mani sulle gambe) mentre vengono via via pronunciate le sillabe non accentate. 43 PROGETTO DIDATTICO MATEMATICA Pagine 6 -11 • Gli esercizi proposti per “destra-sinistra” possono offrire l’occasione per veriƂcare se i bambini possiedono altre relazioni spaziali che normalmente si considera- no prerequisiti: in alto - in basso; sopra - sotto; davanti - dietro; primo - ultimo; dentro - fuori; aperto - chiuso. • In queste pagine vengono affrontate relazioni e classiƂcazioni che costituiscono la base di ogni discorso matematico. Pagine 12 -13 • Particolare importanza viene data alle parole tutti, ogni, ciascuno, nessuno, qualche, alcuni, molti, pochi, uno, nessuno; di più, di meno, tanti, quanti che verranno usate anche durante la presentazione dei vari numeri. 44 MATEMATICA PROGETTO DIDATTICO PRESENTAZIONE DEI NUMERI • È importante Ƃn dai primi giorni di scuola presentare e far leggere e scrivere anche i numeri. I bambini, infatti, vengono a scuola con sorprendenti conoscenze in merito e sarebbe penalizzante aspettare di conseguire un approfondito concetto di numero per iniziare a scriverlo, mentre per la lingua italiana si cominciano a scrivere subito parole o frasi senza aspettare di conoscere tutte le lettere dell’alfabeto o tutte le regole ortograƂche. • Fin dai primi giorni di scuola, quindi, si dovrà dare al bambino la soddisfazione di esprimere liberamente, anche se con eventuali imprecisioni, le conoscenze che già possiede in merito al contare. Contemporaneamente si veriƂcherà se il bambino è o meno in grado di rispettare il ritmo della scansione verbale con quello dell’attività manipolativa di oggetti. • In ogni caso dovranno essere sempre tenute presenti le strategie a cui ricorrono i bambini quando si tratta di contare (dovranno essere lasciati liberi di adottare la strategia che preferiscono Ƃnché non si sentiranno sicuri di adottare la strategia successiva): 1. contare oggetti; 4. contare numeri; 2. contare le dita; 5. usare la memoria. 3. contare rappresentazione di oggetti; Nelle pagine che presentano i primi numeri, il numero naturale viene affrontato sotto diversi aspetti: il contare, il raggruppare, il leggere e lo scrivere. TESTO - Pagine 14 - 35 Ogni numero è presentato in due pagine del testo e in due pagine del quadernone. Ecco, per esempio, le riguardanti il 7. • Sul tabellone, vicino al numero scritto in cifra, c’è la rappresentazione del numero con: • la calcolatrice naturale di ogni bambino (dita delle mani); • i pallini che schematizzano le dita; • il regolo nero. • Il bambino deve contare e colorare sette Ƃori. QUADERNONE - Pagine 112 - 131 • Sul quadernone il numero è rappresentato più o meno allo stesso modo. In un primo momento il bambino deve: – contare gli uccellini (su ogni nuovo tabellone c’è sempre un uccellino in più); – colorare il regolo che rappresenta il numero 7. Tra i vari accorgimenti graƂci adottati nel testo per agevolare i bambini con difƂcoltà e per evitare confusioni con la scrittura di altri numeri, il 7 viene scritto con la stanghetta e il 4 in modalità «aperta». 45 PROGETTO DIDATTICO MATEMATICA TESTO • Nell’esercizio n. 2, il bambino scriverà i numeri, seguendo le indicazioni. Nell’esercizio n. 3 il bambino dovrà individuare l’astuccio con 7 colori e cerchiarlo. • Nell’esercizio n. 4 il numero presentato è inserito sulla linea dei numeri. Questa successione offre l’occasione per leggere i numeri sia in senso progressivo sia regressivo e per invitare il bambino a contare: «Se parti da zero quanti salti devi fare per raggiungere il 7?». • Una delle attività da svolgere è quella di descrivere ciascun disegno. Dopo aver risposto alla prima domanda generica “Che cosa vedi?”, il bambino sarà invitato a collegare ogni coccinella alla sua foglia. E poi a quantiƂcare “Quante sono le foglie?”e “Quante sono le coccinelle?”. Dovrà decidere, poi, se le coccinelle sono più, meno o tante quante le foglie. Nell’esercizio successivo, il bambino dovrà contare e scrivere il numero di bruchi in ogni riquadro. QUADERNONE • Le due pagine del quadernone ripresentano sotto diversi punti di vista lo stesso argomento: foglie, coccinelle, bruchi. Aumentano però le occasioni per esercitarsi nella scrittura del numero presentato e nel contare. 46 MATEMATICA TESTO P PROGETTO ROGETTO D DIDATTICO IDATT I CO - Pagine 32 - 33 • La presentazione dello zero, può essere fatta dopo aver presentato alcuni numeri per poter affrontare una situazione simile: se da un piattino con tre mele, tolgo una mela, rimangono 2 mele, tolgo ancora una mela, rimane una mela, tolgo anche l’ultima mela e per indicare con i numeri che sul piattino non è rimasta nessuna mela, adopereremo un numero simpatico: lo zero! TESTO - Pagine 36 - 37 • Fin dalla presentazione dei numeri viene utilizzato uno dei sussidi molto utili ed... economici: la cosiddetta linea dei numeri. Prima di arrivare alla rappresentazione graƂca dei passi in avanti (per esempio, freccia rossa) o indietro (freccia blu) fatti o immaginati, si potranno fare dei giochi o inventare delle storie che prevedano dei passi reali in avanti e indietro su una linea tracciata sul pavimento. 47 PROGETTO DIDATTICO TESTO MATEMATICA - Pagina 38 • Per evidenziare graƂcamente i segni di maggioranza, uguaglianza e minoranza, si potrà ricorrere ai regoli o ad altro materiale come i blocchetti delle costruzioni,... • Verranno comunque prese in esame anche situazioni in cui il confronto visivo avrà una funzione di disturbo come quando, per esempio, tra 5 libri di testo e 2 scatole di scarpe, si vorrà stabilire un confronto tra i numeri di questi oggetti indipendentemente dallo spazio occupato. • Qui di seguito proponiamo due di queste situazioni: 5 non è maggiore di 5; 8 non è minore a 7. SCRIVI I NUMERI E CONFRONTA CON IL SEGNO <, >, OPPURE =. QUADERNONE 48 - Pagina 132 MATEMATICA PROGETTO DIDATTICO ADDIZIONI TESTO - Pagine 40 - 41 • Le addizioni vengono introdotte fornendo al bambino attività per «mettere insieme», «aggiungere». TESTO - Pagine 42 - 43 • In alcuni casi vengono proposti esercizi, come il n. 2 di pagina 42, che possono, volendo, introdurre senza nessuna formalizzazione il concetto di coppie simmetriche e di proprietà commutativa. • Vengono proposte addizioni da eseguire sulla linea dei numeri. I bambini familiarizzano facilmente con la linea dei numeri soprattutto se la sua presentazione è stata fatta praticamente e attraverso il gioco. 49 PROGETTO DIDATTICO TESTO MATEMATICA - Pagine 44 - 45 • In questa pagina vengono presentati i numeri amici per fare 2, 3, 4, 5, 6, 7 e 8 (0 è amico di 3 perché 0 + 3 = 3, 1è amico di 2 perché 1 + 2 = 3,…). • Sarebbe opportuno che il bambino, contemporaneamente alla presentazione dei vari numeri, cominciasse a memorizzare i numeri amici di ciascuno anche perché, soprattutto nel secondo anno di scuola, si cercherà di staccarlo gradualmente dal contare materiali diversi, comuni o strutturati, che è la strategia più spontanea per lui. • È importante, comunque, non procedere per obblighi, ma per inviti. È altrettanto importante permettergli di usare la sua prima e personale «calcolatrice», le dita delle mani, che egli normalmente adopera per contare, per scomporre un numero, per addizionare e sottrarre, quando non ha a disposizione degli oggetti. Si staccherà spontaneamente da questa «calcolatrice» non appena la scuola lo avrà invogliato ad adottare strategie diverse abituandolo, per esempio, a contare rappresentazioni di oggetti, a contare numeri anche con l’aiuto della linea numerica e, inƂne, a usare la memoria. • Per raggiungere quest’ultimo traguardo, alla Ƃne del secondo anno di scuola, si deve abituare il bambino Ƃn dalla classe prima a giocare con i numeri e a scomporli, altrimenti diventerà più difƂcile, per esempio, superare le difƂcoltà di addizioni che richiedono il «passaggio della decina» che, comunque si operi, non tutti i bambini superano alla Ƃne dei primi due anni. • Soprattutto nel primo anno di scuola il «testo» di un problema è costituito da un immagine. Il bambino deve osservare l’illustrazione e individuare quali siano i «dati» cioè quali siano le parti che compaiono nell’illustrazione. In questo modo il bambino verrà gradualmente abituato a descrivere immagini tratte dalla realtà prima con le parole e poi con i numeri. 50 MATEMATICA TESTO PROGETTO DIDATTICO - Pagine 46 - 47 • Nell’affrontare le quattro operazioni, bisognerebbe tener presente che, se il bambino non incontra eccessive difƂcoltà di fronte a espressioni simili: 3 + 2 = ... • Incontra invece maggiori difƂcoltà se le stesse operazioni vengono presentate in modo diverso (il risultato prima dell’operazione): ... = 3 + 2 • Le difƂcoltà aumentano ancora se le operazioni vengono proposte sotto forma delle cosiddette «frasi aperte»(equazioni): 3 + ... = 5 ... + 2 = 5 5 = 3 + ... • Queste difƂcoltà tenderanno a scomparire riproponendo più volte esercizi con schemi analoghi a quelli delle pagine 46 - 47 e delle pagine 140 - 141 e successive del quadernone. In questo caso i pallini costituiscono un aiuto prezioso per il bambino. QUADERNONE Pagine 140 - 141 51 PROGETTO DIDATTICO MATEMATICA SOTTRAZIONI TESTO - Pagine 48 - 50 • Le sottrazioni vengono introdotte fornendo al bambino attività per «togliere» e per calcolare la «differenza». • In questa pagina viene presentata, attraverso dei problemi, la sottrazione come differenza. Le illustrazioni sono di aiuto per superare le difƂcoltà generate dalle due domande che possono essere fatte e che in merito alla prima situazione presentata possono essere: Quante mele in più? Quanti bruchi in meno? QUADERNONE Pagina 143 TESTO - Pagine 46 e 48 • È bene sollecitare il bambino a raccontare ciò che secondo lui potrebbe essere successo in merito alle situazioni illustrate nei due disegni. Prima della descrizione del disegno con i numeri, è bene che ci sia quella con le parole. 52 MATEMATICA QUADERNONE PROGETTO DIDATTICO - Pagina 142 • Con schemi «muti», come quelli illustrati a Ƃanco, il bambino viene invitato a raccontare storie (a descrivere il testo di un problema). I punti potranno indicare schematicamente persone o oggetti. • All’inizio il bambino tenderà a raccontare situazioni analoghe a quelle raccontate dall’insegnante o dai compagni. Se sarà stimolato e incoraggiato, riuscirà a raccontare storie originali e simpatiche. • Una bambina, in riferimento al primo schema con la sottrazione, ha inventato questa simpatica storia: «Nel cielo si vedevano 9 stelle. È arrivata una nuvola e ha nascosto 4 stelle. Adesso si vedono solo 5 stelle». • Uno dei vantaggi che offre la schematizzazione di oggetti vari con dei punti è quello di liberare il bambino dall’obbligo di fare disegni per lui molto “difƂcili” e che richiedono tempo ed energie notevoli, quando lo scopo è quello di individuare situazioni problematiche che si risolvono con un’addizione o con una sottrazione. TESTO - Pagina 51 • Vengono proposte sottrazioni da eseguire anche sulla linea dei numeri. 53 PROGETTO DIDATTICO TESTO MATEMATICA - Pagine 52 - 53 • Nell’affrontare le quattro operazioni, bisognerebbe tener presente che, se il bambino non incontra eccessive difƂcoltà di fronte a espressioni simili: 4 < 1 = ... • Incontra invece maggiori difƂcoltà se le stesse operazioni vengono presentate in modo diverso (il risultato prima dell’operazione): ... = 4 < 1 • Le difƂcoltà aumentano ancora se le operazioni vengono proposte sotto forma delle cosiddette «frasi aperte» (equazioni): 5 < ... = 3 ... < 2 = 3 3 = 5 < ... • Queste difƂcoltà tenderanno a scomparire riproponendo più volte esercizi con schemi analoghi a quelli delle pagine 52 - 53 e delle pagine 146 - 147 e successive del quadernone. In questo caso i pallini costituiscono un aiuto prezioso per il bambino. • Le illustrazioni degli esercizi 2 e 3 di pag. 53 sono uguali a quelle di pag. 47. Cambiano le operazioni che li descrivono. QUADERNONE Pagine 146 e 151 54 MATEMATICA TESTO PROGETTO DIDATTICO - Pagine 54 - 55 • Invitiamo nuovamente il bambino a descrivere immagini tratte dalla realtà prima con le parole e poi con i numeri. Accanto a ogni illustrazione mettiamo in evidenza i dati del problema che, negli anni futuri potrà essere espresso solo verbalmente. • Ora, in questa pagina, il bambino viene invitato a descrivere la stessa immagine in due modi diversi: con una addizione e una sottrazione. TESTO - Pagina 57 • Ecco un modo diverso per far scrivere ai bambini delle sottrazioni. Sarà interessante scoprire il perché di questo ordine secondo i bambini. QUADERNONE - Pagine 148 - 153 55 PROGETTO DIDATTICO MATEMATICA I NUMERI DA 10 A 20 TESTO - Pagine 64 - 79 • I numeri oltre il dieci vengono presentati con i regoli, sull’abaco, con le dita e con i pallini che simboleggiano e dita e che costituiscono un utile aiuto per i bambini. QUADERNONE - Pagine 160 - 183 • Per ogni numero ci sono due pagine con 4 esercizi: – Rappresentazione del numero con le dita, con i pallini da colorare e l’abaco da completare. – Tre gruppi di addizioni e tre gruppi di sottrazioni. – Tre successioni. – Tre addizioni e tre sottrazioni sulla linea dei numeri. 56 MATEMATICA PROGETTO DIDATTICO CALCOLO MENTALE TESTO - Pagina 71 • In questo primo anno di scuola si può avviare la presentazione di schemi per facilitare il calcolo mentale. È bene tener presente, però, che si tratta di schemi non assimilabili immediatamente soprattutto in prima ma che, ripresi ripetutamente negli anni successivi, daranno risultati sorprendenti. • A pagina 71 vengono presentati tre tipi di schemi per l’addizione. Quest’anno ci si potrebbe limitare a esercizi e schemi simili a quelli proposti nell’esercizio n. 4: il bambino deve aggiungere alla decina, indicata dalla Ƃla di pallini arancioni, le unità indicate nella Ƃla di pallini azzurri. 1 da + 8 u = 18 • Lo schema con i pallini rossi e azzurri dice già che 15 + 4 posso vederlo e leggerlo così: 10 (1ª Ƃla di pallini rossi) + 5 (pallini rossi 2ª Ƃla) + 4 pallini azzurri. I pallini di questa seconda Ƃla vengono cerchiati nell’operazione in riga. In questo caso gli schemi non riguardano il passaggio della decina, ma solo casi in cui si opera con le unità. • Con l’esercizio n. 6 si affrontano addizioni che richiedono il passaggio della decina. L’addizione 8 + 9 è rappresentata con i pallini di tre colori: primo addendo 8 con pallini azzurri; secondo addendo 9 con pallini di due colori: rossi i pallini che servono a completare la decina, verdi i pallini restanti. Eseguo l’addizione 8 + 9 in due tappe: nella prima tappa raggiungo la decina: 8 + 2 (2 è amico di 8 per fare 10). Nella seconda termino il calcolo: 10 + 7 = 17 57 PROGETTO DIDATTICO MATEMATICA CALCOLO MENTALE TESTO - Pagina 73 • Anche per la sottrazione è bene tener presente che gli schemi presentati non sono facilmente assimilabili da tutti in prima. Per questo motivo verranno ripresentati più diffusamente nelle successive due classi. • A pagina 73 vengono presentati tre tipi di schemi per la sottrazione. Quest’anno ci si potrebbe limitare a esercizi e schemi simili a quelli proposti nell’esercizio n. 4: il bambino deve togliere dai 18 pallini disegnati, prima le unità indicate dai pallini azzurri (restano i 10 pallini arancioni); poi le decine indicate dai pallini arancioni (restano gli 8 pallini azzurri). • Lo schema che illustra la sottrazione 18 < 5 posso vederlo e leggerlo così: tolgo 5 (crocette rosse) dalla Ƃla delle 8 unità e lascio invariata la Ƃla della decina. I pallini della Ƃla delle unità vengono cerchiati nell’operazione in riga. In questo caso gli schemi non riguardano il passaggio della decina, ma solo casi in cui si opera con le unità. • Con l’esercizio n. 6 si affrontano sottrazioni che richiedono il passaggio della decina. Nella sottrazione 17 < 9 le crocette che indicano i 9 pallini da togliere sono di due colori: rosse e blu. Eseguo la sottrazione 17 < 9 in due tappe: nella prima tappa raggiungo la decina: 17 < 7 (restano 10 pallini). Nella seconda termino il calcolo: 10 < 2 = 8 58 MATEMATICA TESTO PROGETTO DIDATTICO - Pagina 74 • Prima di proporre esercizi che chiedono di completare le tabelle scrivendo i risultati delle operazioni indicate, è bene proporre tabelle con le operazioni da eseguire per scrivere i risultati nelle varie caselle. • Sarà utile variare il valore delle frecce negli schemi numerici. Per esempio, a pag. 99 (trattando le Relazioni) la freccia rossa signiƂca: “è maggiore di…” La freccia blu: “è minore di…” TESTO - Pagina 99 QUADERNONE - Pagine 178 - 181 • In queste pagine il bambino è invitato a colorare regioni in base ai risultati ottenuti; a collegare punti numerati per ottenere delle Ƃgure; ... 59 PROGETTO DIDATTICO MATEMATICA TABELLA DELL’ADDIZIONE • Durante i cinque anni della scuola primaria i bambini dovranno costruire gradatamente e usare spesso, imparandola così a memoria, la tabella dell’addizione e, soprattutto, nel corso degli anni impareranno a leggerla e a osservarla per conoscere le proprietà dei numeri. • Può essere utile far sì che tabelle simili a quella riprodotta qui sotto, stampate su cartoncino, facciano parte del “corredo” scolastico indispensabile per i bambini. + 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 0 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 1 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 2 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 3 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 4 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 5 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 6 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 7 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 8 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 9 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 10 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 60 MATEMATICA PROGETTO DIDATTICO L’EURO TESTO - Pagine 83 - 88 • Il concetto di valore non è facilmente comprensibile da bambini di sei anni. Per questo motivo è importante utilizzare praticamente la nostra moneta Ƃn dalla classe prima. Le sei pagine del testo dedicate all’euro offrono un itinerario possibile per affrontare questo argomento. Le varie attività proposte e la manipolazione della moneta porteranno i bambini a capire che: • Avere, per esempio, più monete non vuol sempre dire avere più soldi. Bisogna tener conto del valore scritto su ciascuna moneta: se ho 4 monete da 2 euro ho meno monete ma più soldi del mio amico che ha 7 monete da 1 euro. • Il valore totale di più monete o banconote è la somma del loro valore. Per esempio: con due monete da 2 euro e una moneta da 1 euro, posso acquistare le stesse cose che si possono acquistare con una sola banconota da 5 euro. 61 PROGETTO DIDATTICO MATEMATICA MISURE TESTO - Pagine 80 - 82 • Partendo dall’osservazione delle caratteristiche Ƃsiche degli oggetti e da esperienze che inducano a stabilire confronti tra varie grandezze, un itinerario possibile di lavoro per la misura potrà essere il seguente: – Confronto diretto o visivo. I termini usati nel confrontare due o più oggetti potranno essere via via: più lungo, più corto, di uguale lunghezza, lungo quanto; più spesso, più sottile, ...; più basso, più alto, ...; più grosso, più Ƃne, ...; più stretto, più largo, ...; più pesante, più leggero, ...; vuoto, pieno; prima, durante/ mentre, dopo, ... Per il confronto diretto potranno essere usati anche materiali strutturati come i regoli (v. schede riprodotte nelle quattro pagine successive). – Confronto indiretto, usando campioni arbitrari (esempio: cercare cinque oggetti più corti della matita, del regolo arancione, ...). • Stima. Misurazione. Registrazione del risultato della misura con un numero o con un intervallo numerico. • I regoli, già usati nella presentazione dei numeri, se l’insegnante lo riterrà opportuno, potranno essere utilizzati anche per attività inerenti la misura come indicato nelle schede delle quattro pagine seguenti. 62 MATEMATICA PROGETTO DIDATTICO 63 PROGETTO DIDATTICO 64 MATEMATICA MATEMATICA PROGETTO DIDATTICO 65 PROGETTO DIDATTICO 66 MATEMATICA MATEMATICA PROGETTO DIDATTICO FORME TESTO - Pagina 89 • Per far riconoscere negli oggetti dell’ambiente e denominare correttamente i più semplici tipi di Ƃgure geometriche, bisogna abituare il bambino a osservare le cose che lo circondano e a schematizzarle: a fare, cioè, geometria. Lo scopo degli esercizi di questa pagina è appunto quello di invogliare il bambino a riconoscere nella realtà diverse forme e a classiƂcarne alcune. • Tra le attività riguardanti le forme geometriche, contemporaneamente all’osservazione di ciò che ci circonda, si potrà mettere a disposizione del bambino materiale vario come i blocchi logici, i puzzle e i giochi di incastro con i quali il bambino, esplorando le Ƃgure e ricercando il modo di accostare o incastrare i pezzi in base alla loro forma, scopre gradualmente strategie per utilizzare le proprie conoscenze e comincia a rendersi conto delle caratteristiche principali delle Ƃgure. • Sarà opportuno che il bambino adoperi anche materiale «costruito» da lui stesso. Per esempio, un semplice modo di costruire un puzzle è quello di ritagliare una cartolina in più parti. Una variante più difƂcile è costituita dal ritaglio di un cartoncino senza disegni. La ricomposizione, in questo caso, risulterà più difƂcile non essendoci un’immagine come riferimento. 67 PROGETTO DIDATTICO MATEMATICA LINEE APERTE, REGIONI, CONFINI TESTO - Pagine 92 - 93 • Anche le linee dovranno essere presentate come schematizzazione di un gioco svolto (vedi illustrazioni a Ƃanco) o di alcuni aspetti della realtà osservati. disegno dodo 2 QUADERNONE Pagina 186 68 MATEMATICA PROGETTO DIDATTICO PERCORSI TESTO - Pagine 94 - 95 • Dopo aver affrontato il concetto di regione e di conƂne, si può proporre al bambino di considerare un labirinto come l’unico percorso per raggiungere un determinato obiettivo, tra due regioni disegnate in modo più o meno ingarbugliato. QUADERNONE - Pagina 187 • Prima di chiedere al bambino di eseguire percorsi su un foglio quadrettato attraverso istruzioni schematizzate con frecce, sarà opportuno fornirgli l’occasione di assumere un ruolo attivo in proposte di gioco e nella successiva interpretazione e schematizzazione, come indicato nell’esempio chesegue. Per raggiungere l’obiettivo di localizzare og getti nello spazio, fin dai primi giorni di scuola, come prosecuzione delle attività svolte nella Scuola dell’Infanzia, si potrebbe percorrere questo possibile itinerario: – Giochi vari che prevedano anche spostamenti. – Verbalizzazione delle relazioni spaziali che intervengono durante alcune fasi del gioco. I termini usati potranno essere diversi. Per la dimensione verticale: sopra, sul, sulla, sotto; al di sopra, al di sotto; in alto, in basso, verso l’alto, verso il basso; primo, ultimo. Per la profondità di campo: davanti, dietro, in avanti, indietro; vicino, lontano, più vicino, più lontano; avvicinare, allontanare; primo, ultimo, nel mezzo; precede, segue. Per la localizzazione laterale: destra, sinistra; verso destra, verso sinistra; di lato, di fianco; primo, ultimo; prima (precede), dopo (segue). Inoltre: dentro, fuori, in, nel, nello, nella; aperto, chiuso, interno, esterno. – Rappresentazione del gioco con un disegno libero. – Schematizzazione del gioco prima con oggetti vari e poi con un disegno (in quest’ultimo caso, per esempio, i bambini che hanno giocato potranno essere rappresentati con punti). TESTO • Nel esercizio n. 5 di pagina 95 il bambino tracciando i percorsi indicati dalle frecce ottiene la lettera “C” di coniglio e la “F” di foglia (in riferimento alla carota del labirinto disopra). • Si potrebbero invitare i bambini a scoprire quali ordini dare attraverso le frecce per tracciare altre lettere dell’alfabeto. 69 PROGETTO DIDATTICO MATEMATICA POSIZIONI TESTO - Pagine 96 - 97 • Tra gli obiettivi da raggiungere con giochi ed esercizi sui percorsi e sull’orientamento, ci sarà anche quello di individuare con sicurezza una determinata casella di una tabella. QUADERNONE Pagina 188 70 MATEMATICA PROGETTO DIDATTICO VERO, FALSO, NON SO TESTO - Pagina 101 • La logica e la probabilità devono essere intese come mezzo per ordinare e controllare il lavoro svolto. Devono costituire, cioè, una guida interdisciplinare per la precisione, la completezza e la coerenza del discorso, sia in situazioni di certezza sia in situazioni di incertezza. Prima di affrontare giochi ed esercizi riguardanti la probabilità come l’ultimo esercizio di pagina 101, è importante abituare il bambino ad aggiungere, in situazioni non necessariamente legate alla probabilità, un terzo elemento a due termini antitetici (primo esercizio pag. 101). Per esempio: - a “Vero” e “Falso” aggiungere “Non so”. - a “Sì” e “No” aggiungere “Non so”. - a “Sicuro” e “Impossibile” aggiungere “Possibile”. Ecco come potremo aiutare i bambini a svolgere il primo esercizio di questa pagina. So che la coccinella vola come la farfalla e ha sei zampe come l’ape. Ma NON SO se la coccinella sia un insetto. Dopo una forte pioggia qualche volta ho visto l’arcobaleno. Mia sorella dice che a volte capita di vederlo e a volte no. Dunque alla domanda: «Vedrò l’arcobaleno?» rispondo: «É POSSIBILE» Mia mamma al mattino mi dice sempre: «Guarda l’orologio, sono già le otto. Siamo in ritardo». Anche mio papà per sapere che ore sono guarda sempre l’orologio. Dunque: SÌ l’orologio segna le ore. 71 PROGRAMMAZIONE CURRICOLARE LA PROGRAMMAZIONE CURRICOLARE DI MATEMATICA Primo periodo: settembre - dicembre OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO Scoprire regolarità e ritmi in successioni di figure CONTENUTI TESTO PAGINE TEMI Figure e ritmi 4-5 Spazio e… Destra, sinistra - Relazioni 6-7 Relazioni, ... Comprendere e stabilire relazioni spaziali Raggruppare 8–9 Relazioni, ... Raggruppare oggetti in base a una qualità Molti, pochi, uno, nessuno Tutti, alcuni, ogni, nessuno 10 - 11 Numeri Di più, di meno - Tanti, quanti 12 - 13 Il numero 1 14 - 15 Il numero 2 16 - 17 Confrontare e ordinare numeri. Il numero 3 18 - 19 Conoscere l’addizione. Il numero 4 20 - 21 Conoscere la sottrazione. Il numero 5 22 - 23 Operare con addizioni e sottrazioni come operazioni inverse. Il numero 6 24 - 25 Il numero 7 26 - 27 Leggere e rappresentare relazioni Contare oggetti. Leggere e scrivere i numeri entro il 9. Il numero 8 Comporre e scomporre i numeri Il numero 9 entro il 9. Il numero 0 Memorizzare gli «amici» dei vari numeri per eseguire con Verso le competenze sicurezza calcoli mentali. Uno in più, uno in meno Precedente, successivo Saper individuare ed eseguire successioni di numeri Maggiore, uguale, minore. utilizzando anche la linea dei Numeri ordinali numeri. 72 28 - 29 30 - 31 32 - 33 34 – 35 36 – 37 38 - 39 PROGRAMMAZIONE CURRICOLARE QUADERNO OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO Leggere e scrivere i numeri entro il 10. Confrontare e ordinare numeri. LAVORIAMO INSIEME CONTENUTI PAGINE TEMI Molti, pochi 106 - 107 Numeri Di più, di meno 108 - 109 Tanti, quanti 110 - 111 Conoscenza e scrittura dei numeri 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 0 112- 131 Confronti - Numeri ordinali 132 - 133 I disegni di Andreina Al parco con Andreina 193 - 195 73 PROGRAMMAZIONE CURRICOLARE Primo periodo: gennaio - marzo OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO TESTO CONTENUTI PAGINE TEMI Conoscere l’addizione. Mettere insieme, aggiungere 40 - 41 Numeri Conoscere la sottrazione. Addizioni - Addizioni sulla linea dei numeri 42 - 43 Numeri amici - Problemi 44 - 45 Addizioni speciali 46 - 47 Operare con addizioni e sottrazioni come operazioni inverse. Comporre e scomporre i numeri Togliere - La differenza entro il 10. La sottrazione Memorizzare gli «amici» dei Sottrazioni sulla linea dei vari numeri per eseguire con numeri sicurezza calcoli mentali. Sottrazioni speciali Riconoscere figure solide e Problemi - Operazioni piane che schematizzano la inverse realtà. 48 - 49 50 - 51 52 - 53 54 - 55 Verso le competenze 56 - 57 Il numero 10 58 - 59 Eseguire percorsi. Raggruppare per 10 - La decina 60 - 61 Conoscere monete e banconote. Esercizi entro il 10 62 - 63 Distinguere linee aperte e chiuse, regione interna ed esterna, confine. I regoli Distinguere e utilizzare attributi vari nelle classificazioni. L’euro Riconoscere e stabilire relazioni Chi ha più soldi? -I cambi anche tra numeri. Le forme Riconoscimento di figure 78 - 79 Linee - Regioni e confini. 92 - 93 Percorsi 94 - 95 Classificazioni - Relazioni 98 - 99 74 83 Relazioni, ... 84 - 85 89 - 91 Spazio e ... Relazioni, ... PROGRAMMAZIONE CURRICOLARE QUADERNO OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO Leggere e scrivere i numeri entro il 10. Saper eseguire addizioni e sottrazioni utilizzando anche la linea dei numeri. Operare con addizioni e sottrazioni. Conoscere monete e banconote. Distinguere linee aperte e chiuse, regione interna ed esterna, confine. Eseguire percorsi. CONTENUTI Addizioni - Addizioni sulla linea - Numeri amici Addizioni speciali 134 - 141 Sottrazioni - Sottrazioni sulla linea - Sottrazioni speciali 142 - 147 Operazioni entro il 5 - … entro il 6 - …entro il 7 - … entro l’8 - …entro il 9 148 - 153 Il numero 10 154 - 155 Che cosa apparirà - Conta e colora 156 - 157 Operazioni entro il 10 158 - 159 L’euro Linee, regioni, percorsi LAVORIAMO INSIEME PAGINE TEMI Numeri 185 Relazizoni, ... 186 - 187 Spazio e ... Gli album di Andreina Alla fattoria di Andreina 196 - 200 75 PROGRAMMAZIONE CURRICOLARE Primo periodo: aprile - giugno OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO Comporre e scomporre numeri fino a 20. Eseguire addizioni e sottrazioni. Risolvere problemi. Individuare posizioni sul piano. Confrontare e ordinare lunghezze, pesi, capacità, tempi. Interpretare grafici. CONTENUTI PAGINE TEMI I numero entro il 15 64 - 65 Numeri I numeri fino a 20 66 - 67 I numeri fino a 20 sulla linea - Confrontare e ordinare 68 - 69 Addizioni entro il 20 70 – 71 Sottrazioni entro il 20 72 - 73 Operazioni in tabelle Problemi con l’addizione 74 - 75 Adoperare in situazioni di Problemi con la sottrazione incertezza le parole: vero, falso, - altri problemi non so, è certo, è possibile, è Verso le competenze impossibile. 76 TESTO 76 - 77 82 - 83 I prezzi - Come paghi Problemi con l’euro. 86 - 88 Lunghezza, peso, capacità 80 - 82 Posizioni 96 - 97 Spazio e f. Raccolta di dati - Vero, falso, non so... 100-101 Relazioni, … Verso le competenze 102-104 Relazioni, ... PROGRAMMAZIONE CURRICOLARE QUADERNO OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO Eseguire addizioni e sottrazioni con numeri fino al 20. Risolvere problemi. Individuare posizioni sul piano. UN AIUTO PER RIPASSARE CONTENUTI PAGINE TEMI Esercizi entro l’11 160 - 161 Numeri Esercizi entro il 12 162 - 163 Esercizi entro il 13 164 - 165 Esercizi entro il 14 166 - 167 Esercizi entro il 15 168 - 169 Esercizi entro il 16 170 - 171 Esercizi entro il 17 172 - 173 Esercizi entro il 18 174 - 175 Esercizi entro il 19 176 - 177 Esercizi entro il 20 178 - 179 Conta e colora 180 - 181 Che cosa apparirà 182 - 183 Posizioni 188 Spazio e f. I numeri da zero a venti I numeri ordinali 189 Numeri Maggiore, uguale, minore L’addizione - La sottrazione Percorsi Linee aperte e chiuse LAVORIAMO INSIEME La coda delle operazioni La spesa di Andreina - La pesca dei numeri 190 - 191 192 Spazio e f. 201 - 204 77 LA SCUOLA DELL’INCLUSIONE La scuola dell’inclusione Inclusione s. f. l’azione di chiudere dentro Il concetto di inclusione chiede alla scuola di rimuovere tutti gli elementi che possono rappresentare un ostacolo per la promozione della persona e di offrire fattori di facilitazione che aiutino a superare difficoltà e funzioni non adeguate. «La scuola che diventa comunità di apprendimento sembra essere l’unica soluzione ai molti problemi (apprendimento, motivazione, gestione della classe, educazione, multiculturalità, differenze individuali, sviluppo tecnologico ecc.) che oggi la sovrastano e la schiacciano» (Mario Comoglio, 2000). Noi insegnanti siamo inclusivi quando: • il nostro obiettivo è il rispetto di tutte le differenze e il superamento delle barriere che impediscono la partecipazione al processo di apprendimento; • per rispondere alle forme differenti con cui i nostri alunni si presentano, focalizziamo la nostra attenzione sui processi di apprendimento; • sappiamo valutare la diversità degli alunni e capire che essa è una risorsa e una ricchezza anche per gli altri; • ci rivolgiamo a tutti gli alunni (con le loro difficoltà e le loro potenzialità); • interveniamo prima sul contesto, poi sul soggetto; • sappiamo trasformare la risposta specialistica in «ordinaria amministrazione»; • sappiamo sostenere gli alunni, coltivando aspettative alte sul loro successo scolastico; • sappiamo lavorare con gli altri; • continuiamo ad aggiornarci, perché sentiamo la responsabilità della nostra professione. L’insegnante inclusivo si domanda: • Come costruisco e realizzo un percorso di apprendimento inclusivo? • Come utilizzo l’organizzazione dell’ambiente classe in un’ottica inclusiva? • Quanto e come uso fonti e strumenti adatti a tutti? • Applico la metodologia più corretta per ogni disciplina? • Ho chiarezza su che cosa devo fare io insegnante e che cosa devono fare i ragazzi? • Ho diversificato le presentazioni, le prove, i tempi, gli strumenti? • Tutti gli alunni hanno a disposizione strumenti e materiali adeguati per assolvere efficacemente al compito? • La consegna è chiara per tutti? • Le mie metodologie e i miei strumenti didattici servono per creare un ambiente di apprendimento efficace? • So organizzare contesti didattici ricchi e stimolanti per tutti i miei allievi? • Le prove/esercizi che assegno sono coerenti con la parte teorica affrontata? • Ho chiaro che cosa devo verificare e come lo valuterò? • I miei alunni studiano per i voti o sono riuscito a suscitare in loro un interesse personale, una ragione per impegnarsi? • Riesco sempre a coinvolgere i miei studenti in compiti che richiedono di applicare le conoscenze nelle esperienze del mondo reale? 78 DIDATTICA INCLUSIVA Una didattica inclusiva… • presuppone che l’apprendimento sia frutto di un intervento attivo del soggetto e che la conoscenza si costruisca sulla base delle caratteristiche della propria mente; • costruisce in classe una cornice relazionale propositiva, attenta al benessere psicofisico dell’alunno, per insegnargli ad affrontare i problemi della vita quotidiana; • instaura un clima accogliente e di sostegno, in cui è più facile raggiungere la consapevolezza delle proprie potenzialità; • tende a riconoscere i bisogni di tutti i ragazzi, non solo quelli con DSA, ma anche quelli con problematiche di tipo relazionale e socio-culturale; • prevede l’accoglienza di ogni alunno dal punto di vista socio-affettivo e lo mette al centro del processo formativo come persona; • individua gli stili d’apprendimento di ogni studente e ne potenzia l’efficacia; • sviluppa i punti di forza e le potenzialità di ciascuno attraverso una didattica individualizzata e personalizzata; • valorizza le risorse in un contesto collettivo, come stimolo per un apprendimento efficace. I COMPAGNI COME RISORSA I compagni sono una preziosa risorsa per i docenti: • l’apprendimento cooperativo può essere non solo una strategia di inclusione di tutti gli studenti, ma anche di grande aiuto per gli insegnanti in quanto gli alunni, lavorando in modo cooperativo, si aiutano a vicenda e ognuno può esprimere le proprie competenze. Molto efficaci (e non solo per gli studenti con BES) sono anche: • la didattica tra pari (peer education), • la didattica laboratoriale. In entrambe la collaborazione aumenta la partecipazione attiva e rende più significativa l’attività didattica. I COLLEGHI COME RISORSA La collaborazione e il lavoro di gruppo sono approcci essenziali per tutti i docenti: un gruppo di lavoro che studia, si confronta e collabora può ottenere maggiori risultati per sé e per la propria classe. Il consiglio/team di classe per realizzare una didattica inclusiva deve concordare: • come gestire le relazioni nella classe • come gestire la comunicazione/lezione in classe • come incrementare i lavori di coppia e di gruppo • come presentare le conoscenze • quali mediatori didattici usare • come intervenire per insegnare / rinforzare abilità / elaborare un metodo di studio • come verificare i processi e gli apprendimenti. 79 LA SCUOLA DELL’INCLUSIONE Con le didattiche inclusive: • migliorano le competenze disciplinari • migliorano le competenze relazionali • cresce il profitto • si incrementa l’autostima dei ragazzi • aumenta la consapevolezza attraverso i processi di autocontrollo • aumenta l’impegno e il desiderio di raggiungere gli obiettivi prestabiliti • si crea un clima sereno dove si collabora per la costruzione delle competenze • si condividono i materiali di studio • avviene una distribuzione adeguata dei compiti durante il lavoro di gruppo o in coppia. RUOLO DEL DOCENTE A seconda della situazione il docente dovrebbe essere: REGISTA Elabora e struttura la proposta didattica ALLENATORE Monitora e guida il processo ANIMATORE Integra le risorse del gruppo TUTOR Media informazioni e conoscenze MOVIMATORE Incoraggia e rinforza positivamente VALUTATORE Verifica gli apprendimenti degli allievi L’obiettivo finale di ogni docente dovrebbe essere quello di insegnare ad apprendere autonomamente. Le metologie inclusive Sono metodologie inclusive il cooperative learning, il tutoring, la peer education, la didattica per competenze, la didattica laboratoriale, la flipped classroom, la classe scomposta, … Un’ottima metodologia inclusiva è il cooperative learning, che permette una «costruzione comune» di «oggetti», procedure, concetti. Che cos’è il cooperative learning? Non è solo «lavorare in gruppo»: non basta infatti organizzare la classe in gruppi perché si realizzino le condizioni per un’efficace collaborazione e per un buon apprendimento. I suoi principi fondanti sono: • insegnamento rivolto alla classe come insieme 80 DIDATTICA INCLUSIVA • collaborazione in vista di un risultato comune • interdipendenza positiva nel gruppo • responsabilità personale • interazione promozionale faccia a faccia • importanza delle competenze sociali • controllo o revisione (riflessione) del lavoro svolto insieme • valutazione individuale e di gruppo • piccoli gruppi eterogenei. La peer education (educazione tra pari) è stata validata dalla ricerca sviluppata in questi anni, che ha permesso di rilevare come il gruppo dei pari costituisca un contesto importante per favorire l’instaurarsi di un rapporto di educazione reciproca e, addirittura, la costituzione della propria identità. Positiva è la condivisione da parte di un gruppo di idee e valori che consentono di raggiungere obiettivi comuni. È auspicabile che l’aiuto venga dato dai ragazzi delle classi superiori a quelli delle prime classi su elementi particolari delle diverse discipline. La didattica per competenze ha una sua valenza data dal fatto che oggi il Profilo dello studente al termine degli studi chiede di vedere la scuola dal punto di vista della sua efficacia, e di ricondurre il sapere a uno scopo molto concreto e certificabile, le competenze in uscita di una persona reale, il nostro studente. Le competenze sono un costrutto complesso che si compone di conoscenze, abilità, atteggiamenti, emozioni, potenzialità e attitudini personali. Ciò che interessa non è solo ciò che lo studente sa, ma ciò che sa fare con ciò che sa. Essere competenti significa saper eseguire un compito rielaborando le proprie conoscenze e abilità in contesti diversi. Nel febbraio del 2015 è arrivata la Certificazione delle competenze per gli alunni del primo ciclo. Le competenze da certificare sono quelle contenute nel profilo di uscita. Le competenze devono essere promosse, rilevate e valutate in base ai traguardi di sviluppo disciplinari e trasversali riportati nelle Indicazioni nazionali: le discipline devono essere affrontate attraverso una didattica trasversale. La didattica deve essere centrata sul soggetto che apprende ed essere di tipo attivo e laboratoriale. La didattica laboratoriale coltiva aspetti che risultano di particolare interesse: • è attiva • si basa sui bisogni dell’individuo che apprende • promuove l’apprendimento collaborativo • consente lo sviluppo di competenze. Durante l’attività gli alunni prendono appunti tramite schemi liberi, registratore, videocamera o tablet. La didattica laboratoriale privilegia l’apprendimento esperienziale per favorire l’operatività e allo stesso tempo il dialogo, la riflessione, su quello che si fa. 81 LA SCUOLA DELL’INCLUSIONE Mediatori didattici Mediatore è ciò che agisce da tramite tra soggetto e oggetto nella produzione di conoscenza. (E. Damiano, 2000) Primo mediatore dell’apprendimento è l’insegnante. Ed è proprio l’insegnante che deve aiutare i suoi allievi a individuare i mediatori didattici che facilitino l’apprendimento (immagini, schemi, mappe…). I mediatori possono essere: 1. attivi fanno ricorso all’esperienza diretta, per esempio l’esperimento scientifico; 2. iconici utilizzano le rappresentazioni dei linguaggi grafico e spaziale, per esempio fotografie, carte geografiche, schemi, diagrammi, mappe concettuali… 3. analogici si rifanno alle possibilità di apprendimento insite nel gioco e nella simulazione, per esempio il gioco di ruolo; 4. simbolici utilizzano i codici di rappresentazione convenzionali e universali, come quelli linguistici, per esempio la lezione verbale dell’insegnante. Naturalmente è necessaria la loro integrazione. Tra i mediatori iconici molto utili sono le mappe, che permettono di aiutare molti alunni perché favoriscono: • l’analisi del contenuto • l’evidenziazione di parole chiave • l’associazione con immagini • la comprensione di causa/effetto • i nodi/collegamenti fra le varie informazioni • la capacità di studio e di memorizzazione • la capacità di esposizione • il lavoro cooperativo. Le nuove tecnologie digitali rendono possibile imparare vedendo e facendo, cioè in modo non verbale e in modo attivo attraverso i mediatori analogici. Le visualizzazioni, le animazioni, gli ambienti interattivi, le simulazioni, i computer game… permettono di imparare vedendo le cose e non ascoltando spiegazioni verbali e, soprattutto, agendo sulle cose e osservando le conseguenze delle proprie azioni. In ogni caso occorre ricordare che sono le metodologie e non le tecnologie che fanno la differenza. La presenza di alunni con bisogni speciali non può che incentivare la differenziazione anche dei materiali e il loro adattamento alle diverse necessità (diverse abilità, stili cognitivi, preconoscenze…) e questo non solo per gli alunni con BES. Si consiglia di adattare i materiali in modo che attivino i vari canali di elaborazione, secondo le indicazioni presenti nella scheda qui a lato. 82 DIDATTICA INCLUSIVA FACILITAZIONE SEMPLIFICAZIONE SOSTITUZIONE Facilitare prevede: • un ambiente di apprendimento significativo • una riduzione delle difficoltà • una tempistica più distesa • spazi (laboratori, pc, posizione dei banchi…) • materiali adeguati (mappe, schemi cronologici e logici…) • stimoli di varia natura (video, colori, immagini, strategie metacognitive) mantenendo gli stessi obiettivi. Semplificare non significa eliminare concetti e contenuti, ma prevedere obiettivi semplificati riguardo a: • comprensione • elaborazione • risposta Come? • Si può modificare la struttura, la sintassi, il lessico. • Si può ridurre la complessità concettuale. • Si possono sostituire alcune procedure. Sostituire significa poter dare materiali diversi agli alunni non solo sulla base delle loro disabilità sensoriali o dei loro disturbi di apprendimento, ma anche per i loro diversi stili di apprendimento. Gli insegnanti non devono variare tante didattiche quanti sono gli allievi con BES, ma devono sperimentare un nuovo modello didattico inclusivo, adeguato alla complessità della classe, che contempli differenti modalità e strumenti per tutti. (Direttiva Profumo del 27/12/2012) VALUTAZIONE IN OTTICA INCLUSIVA L’insegnante inclusivo è colui che è convinto che l’apprendimento scolastico non si dimostra con l’accumulo di nozioni, ma con la capacità di trasferire e di utilizzare la conoscenza acquisita a contesti reali: concetti propri della valutazione autentica, alternativa a quella tradizionale. Permette appropriate opportunità di ripetere, di praticare, di consultare risorse, di avere feedback e di perfezionare la prestazione e i prodotti. Non avendo solo lo scopo della classificazione o della selezione, la valutazione autentica cerca di promuovere e di rafforzare tutti, dando opportunità a tutti di compiere prestazioni di qualità. Essa offre la possibilità sia agli insegnanti che agli studenti di vedere a che punto stanno, di autovalutarsi e, in base a ciò, di migliorare il processo di insegnamento o di apprendimento: gli insegnanti per sviluppare la propria professionalità e gli studenti per assumere il controllo del proprio apprendimento. In questo modo gli uni scoprono il loro ruolo come «mediatori» dell’apprendimento, gli altri si scoprono esaminatori e valutatori di se stessi. 83 LA SCUOLA DELL’INCLUSIONE La metacognizione METACOGNIZIONE vista come insieme delle CONOSCENZE che un soggetto possiede sulle proprie attività cognitive e il CONTROLLO che è in grado di esercitare su di esse. Come CONSAPEVOLEZZA di ciò che avviene nella nostra mente mentre ricordiamo, leggiamo, risolviamo un problema… Come CONTROLLO che esercitiamo sui nostri processi mentali. ATTEGGIAMENTO METACOGNITIVO: riguarda la generale propensione a riflettere sulla natura della propria attività cognitiva e a riconoscere la possibilità di utilizzarla ed estenderla: essa può aiutare il bambino anche quando egli non possiede conoscenze specifiche utili per il compito proposto. PROCESSI METACOGNITIVI • PIANIFICAZIONE: immaginare come procedere per risolvere un problema, elaborare delle strategie. • PREVISIONE: prevedere, stimare il risultato di un’attività cognitiva specifica. • PROCEDURE: rivedere, rimodulare le strategie. • CONTROLLO DEI RISULTATI OTTENUTI: valutare il risultato di una azione in funzione dello scopo previsto. • GENERALIZZAZIONE di una strategia di risoluzione da un problema dato ad altre situazioni problematiche. 84 Il SUCCESSO SCOLASTICO si può raggiungere attraverso una serie di strategie didattiche, tese a valorizzare il potenziale di apprendimento di ciascun alunno e a favorire la sua autonomia. È importante che l’alunno acquisisca non solo conoscenze, ma soprattutto ABILITÀ E COMPETENZE, e tra queste quella di «IMPARARE A IMPARARE», cioè la padronanza di una serie di consapevoli strategie che gli permettano di continuare a imparare. ATTIVITÀ METACOGNITIVA • VERBALIZZARE: riflettere e commentare l’utilità di che cosa si sta facendo, come e perché lo si fa. • ESPLICITARE: descrivere le strategie utilizzate. • VERIFICARE LE STRATEGIE: a conclusione di un’attività riflettere su come si è svolto un compito e se il risultato soddisfa o meno. La DIDATTICA METACOGNITIVA richiede allo studente di acquisire un ATTEGGIAMENTO ATTIVO E RESPONSABILE rispetto all’apprendimento. L’allievo «METACOGNITIVO» apprende attraverso domande, investigazioni e problemi da risolvere. RUOLO DEL DOCENTE Il docente che utilizza le STRATEGIE DIDATTICHE METACOGNITIVE è un «FACILITATORE» di processi e apprendimenti, e rende lo studente sempre più autonomo nel riconoscere le diverse situazioni cognitive e nell’applicare le più opportune strategie. Inoltre attiva un qualcosa che non riguarda solo le singole abilità o le specifiche competenze, ma la struttura dei processi mentali e, proprio per questo, rimane stabile nel tempo. DIDATTICA INCLUSIVA Lo studente: persona che apprende Se vogliamo che tutti abbiano le stesse opportunità, è necessario mettere da parte la convinzione che siamo tutti uguali e considerare la diversità e l’unicità di ogni individuo. È utile che l’insegnante sia a conoscenza dei diversi stili cognitivi e di apprendimento e delle differenze dei suoi allievi, ma che individui anche i propri stili cognitivi, che influenzano il suo modo individuale di insegnamento. Non basta più solo, quindi, conoscere ciò che si insegna, ma occorre anche e soprattutto conoscere i soggetti a cui si insegna e i metodi con cui insegnare! Grazie allo studio degli stili cognitivi e degli stili d’apprendimento, il soggetto che apprende è stato posto al centro del progetto educativo, stimolando da un lato la dovuta riflessione anche intorno agli stili d’insegnamento e alle più adeguate metodologie didattiche e modalità d’approccio alle singole discipline e, dall’altro, spingendo i clinici a fare ricerche sulle peculiarità intellettive di ciascun soggetto e a delineare un criterio descrittivo del suo profilo di funzionamento cognitivo. Esistono studi seri sull’esistenza di varie competenze intellettive umane relativamente autonome, in particolare sono stati individuati i seguenti sei tipi di intelligenze, relativamente indipendenti l’una dall’altra, che possono essere plasmate e combinate da individui e culture in una varietà di modi adattivi e che cooperano in modo armonico nella vita comune: • intelligenza linguistica • intelligenza musicale • intelligenza logico-matematica • intelligenza spaziale • intelligenza corporeo-cinesica • intelligenza personale Stili cognitivi Una posizione diversa da quella delle intelligenze multiple è quella sostenuta da quei ricercatori che hanno analizzato le differenze nei modi in cui gli individui pensano e i gradi diversi di successo che, per esempio, i bambini hanno a scuola, come un riflesso di come «preferiscono» funzionare le loro menti. Gli stili cognitivi di ogni individuo tendono a determinare la strategia che egli userà preferibilmente per cercare di imparare (il suo stile di apprendimento). Gli stili cognitivi sono legati alla scelta concreta delle strategie cognitive utilizzate per risolvere un compito e non vanno confusi con le abilità che possediamo, ma definiscono le preferenze nell’uso di queste. Esempi di stili cognitivi possono essere: • Analitico: privilegia una percezione del dettaglio. • Globale: privilegia la percezione dell’intero. • Visuale: preferisce il codice visuospaziale e iconico. 85 LA SCUOLA DELL’INCLUSIONE • Verbale: preferisce il codice linguistico e sonoro. • Sistematico: si caratterizza per una procedura a piccoli passi, dove vengono analizzati e presi in considerazione tutti i possibili dettagli. • Intuitivo: si esprime in prevalenza su ipotesi globali, che poi cerca di confermare o confutare. • Impulsivo: ha tempi decisionali brevi per i processi di valutazione e risoluzione di un compito cognitivo. • Riflessivo: ha tempi decisionali più lunghi per i processi di valutazione e risoluzione di un compito cognitivo. Alcune indicazioni didattiche in riferimento ai diversi stili Stile analitico È proprio di chi preferisce partire dai dettagli per ricostruire a mano a mano il tutto. Quando studia, impara dapprima i singoli concetti e solo dopo li collega in un quadro generale. Stile globale È proprio di chi preferisce avere una visione d’insieme del materiale da imparare, per poi muovere verso il particolare. Infatti, prima d’iniziare a studiare, cerca di costruirsi un quadro d’insieme degli argomenti. Stile visuale È proprio di chi preferisce le immagini, le figure dei libri, le rappresentazioni grafiche, le raffigurazioni in genere. Tende a crearsi immagini mentali di ciò che viene ascoltato o letto, utili per memorizzare e recuperare i contenuti. Tende a usare gli indici testuali prima di affrontare il testo e a utilizzare colori diversi per evidenziare nel testo frasi, parole… Usa disegni, mappe multimediali in cui inserire parole chiave, immagini, grafici ecc. Stile verbale È proprio di chi preferisce il codice linguistico (testi, registrazioni sonore…). Tende a imparare per lettura e ripetizione; a studiare ripetendo ad alta voce il testo; a prendere appunti in classe e utilizzarli a casa per lo studio; a riassumere per iscritto quanto letto. Stile sistematico È proprio di chi preferisce cercare soluzioni prendendo in considerazione una variabile per volta e facendo tutti i collegamenti possibili col sistema di conoscenze già in proprio possesso. Tende a formulare ipotesi seguendo delle regole precise: con un procedere metodico di raccolta di indizi e del loro collegamento. Quando studia, preferisce avere a disposizione dei testi che spieghino tutto ciò che è necessario sapere nelle varie situazioni. 86 DIDATTICA INCLUSIVA Stile intuitivo È proprio di chi preferisce procedere per singole ipotesi per confermare e/o confutare ipotesi personali, cercando di intuire il seguito del testo e vedere se va proprio a finire così. Tende a privilegiare la scoperta o l’invenzione personale per arrivare a una spiegazione che cerca conferme nei dati disponibili. Stile impulsivo È proprio di chi ha la tendenza ad agire seguendo l’istinto, con bassi tempi decisionali e generalmente maggiore tendenza a soluzioni precipitose e non ottimali. Tende a rispondere prontamente quello che viene in mente, senza pensarci sopra. Studia quando capita o quando sa che c’è una verifica o un esame. Stile riflessivo È proprio di chi preferisce rispondere in modo lento e accurato. Prima di iniziare a studiare, pianifica accuratamente tutte le fasi. Tende sempre a chiedersi quale sia la rilevanza degli elementi disponibili e a sceglierli con attenzione, piuttosto che utilizzare i primi che gli vengono alla mente. STILI DI APPRENDIMENTO Lo stile di apprendimento non sarebbe altro che il prolungamento dello stile cognitivo. Secondo Joseph Rigney lo stile di apprendimento sarebbe un «insieme di operazioni e di procedure che lo studente può usare per acquisire, ritenere e recuperare differenti tipi di conoscenza e di prestazione». A questa definizione va associata quella definente lo stile di insegnamento, centrata sull’insegnante che fa apprendere. Lo psicologo americano David Kolb ha elaborato un particolare tipo di stile d’apprendimento seguendo le quattro fasi attraverso cui passa l’apprendimento nelle scienze positive: 1. il soggetto inizialmente dovrebbe partire dai dati di fatto esperienza concreta 2. passare poi a riflettere su di essi e ripetere l’osservazione osservazione riflessiva 3. produrre concetti ed estenderli a nuove situazioni concettualizzazione astratta 4. verificare, infine, i concetti in nuove situazioni sperimentazione attiva Ogni soggetto dovrebbe percorrere, in fase d’apprendimento, almeno in grado minimo, queste quattro fasi, ma, poiché intervengono fattori genetici e interazioni varie con l’ambiente, egli comincia a privilegiare una fase rispetto a un’altra e di conseguenza a formarsi un proprio stile d’apprendimento. Naturalmente è evidente come stili inadeguati alla situazione e al compito possano creare ritardi o disturbi dell’apprendimento o apprendimenti inadeguati, poco duraturi e inefficaci. 87 LA SCUOLA DELL’INCLUSIONE Il docente che cosa deve fare? Il ruolo del docente diventa sempre più difficile: lavorare in classe con alunni con differenti stili cognitivi significa adottare più forme espositive per i contenuti da spiegare; differenziare le attività didattiche; usare tutte le metodologie e gli strumenti a disposizioni per intervenire sull’ambiente di apprendimento, che deve essere considerato flessibile, riorganizzabile, mai sempre uguale. È indispensabile riuscire a strutturare l’intervento didattico adeguato e a individuare gli approcci e le strategie più efficaci. Per questo ogni insegnante deve essere in grado di fare delle scelte per costruire in modo consapevole e professionale l’ambiente d’apprendimento più adeguato alla classe e ai singoli allievi (BES o non BES). Nella scelta delle varie attività collegate con le unità didattiche del testo, il docente cercherà prima quelle che riescono a innescare curiosità, interesse, e che stimolino preconoscenze; poi quelle che implicano una riflessione più approfondita sul significato del testo, sugli aspetti lessicali, grammaticali, culturali…, non tralasciando mai le attività di tipo ludico, che allentano la tensione, divertono, gratificano. Prima • Decide le modalità di lavoro (singolo/coppie/gruppi) e la modalità di costruzione dei gruppi. • Progetta l’articolazione dell’attività. • Prepara i materiali e le indicazioni di lavoro. • Predispone criteri/griglie di osservazione e di valutazione dei lavori e degli apprendimenti (anche materiali di autovalutazione). Durante Prima 88 • Motiva, crea aspettative. • Presenta sempre alla classe finalità, obiettivi, contenuti, modalità di verifica e criteri di valutazione dei lavori proposti. • Esplicita gli obiettivi e le procedure. • Consegna le indicazioni di lavoro scritte. • Verifica che gli studenti abbiano capito le consegne. • Spiega i criteri di valutazione. • Osserva il lavoro della classe. • Monitora le relazioni nei gruppi. DIDATTICA INCLUSIVA Dopo Raccoglie dati: • su stimoli e spunti offerti • su processi di apprendimento attivati • su valutazione e monitoraggio degli apprendimenti degli allievi • per cercare di individuare il motivo della mancata comprensione (concetto troppo complesso, registro linguistico utilizzato dall’insegnante troppo elevato, eccessivo numero di termini del lessico specifico della disciplina ecc.) • per verificare che cosa c’è di «difficile» nella spiegazione data, ipotizzando l’utilizzo di nuovi approcci all’argomento con l’uso della fantasia e/o delle tecnologie • per porsi obiettivi di miglioramento. IPOTESI PER UNA LEZIONE EFFICACE • Iniziare l’attività con una sintesi della lezione precedente, coinvolgendo tutti con domande. • Riprendere anche i punti chiave della lezione precedente è molto importante per attivare le capacità di recupero delle informazioni e inserire la nuova lezione sulle conoscenze precedenti. • Utilizzare il brainstorming per orientarsi nelle informazioni e recuperare le conoscenze pregresse (può essere utile creare una mappa della lezione da seguire durante l’attività). • Consegnare una scaletta degli argomenti per orientare l’ascolto e fissare i punti principali dell’argomento. • Variare azioni e contenuti, sollecitando diverse abilità, affinché ciascuno possa trovare il suo spazio e favorire la motivazione. • Ogni tanto interrompere l’attività e sintetizzare i contenuti affrontati. • Riprendere e ripetere in modi diversi i concetti più importanti, verificando spesso se gli alunni seguono, se hanno compreso e se è chiaro il percorso. Durante la spiegazione, ripetere molte volte lo stesso concetto, ma cercando di formularlo in maniera sempre differente (con esempi e immagini), in modo da fornire contemporaneamente più agganci possibili a ogni alunno. Per lavorare in classe gli insegnanti devono: • diversificare le proposte operative didattiche, sperimentando strategie diverse; • utilizzare diversi canali di accesso alle informazioni (messaggi scritti, orali, mappe, slide, audio, video ecc.); • portare gli allievi a esporre oralmente i contenuti con il supporto visivo delle mappe (da utilizzare anche durante le interrogazioni); • insegnare agli allievi ad affrontare il compito con modalità differenti (fare una scaletta, uno schema, una mappa…); • proporre più modalità per raccogliere informazioni (strumenti visivi, uditivi, fotografici ecc.); • insegnare a utilizzare strategie per prendere appunti (per esempio individuare parole chiave, sottolineare il testo, usare evidenziatori con colori diversi); • invitare gli studenti a utilizzare strumenti e strategie per organizzarsi (diario scolastico, calendario, pianificazione dei compiti). 89 LA SCUOLA DELL’INCLUSIONE L’apprendimento ludico-laboratoriale di concetti logico-matematici Per dare un senso alle conoscenze matematiche dei bambini Perché molti bambini non amano la matematica? Gli esperti sostengono che la scuola non utilizzi metodologie didattiche che stimolino l’interesse e la curiosità nel bambino. Proprio per questo motivo si rileva una forte richiesta da parte dei docenti di conoscere e utilizzare tecniche di insegnamento che conducano il bambino alla costruzione del concetto di numero attraverso proposte didattiche organiche, strutturate e rigorose dal punto di vista scientifico. In questa sezione vengono presentate alcune semplici indicazioni sull’insegnamento dell’aritmetica nel primo anno della scuola primaria, per accompagnare il percorso metodologico e didattico del docente. La sfida consiste nel riuscire a porre le fondamenta per la costruzione del pensiero matematico come strumento utile per sviluppare le capacità di mettere in stretto rapporto il «pensare» e il «fare», e adatto a percepire, interpretare e collegare tra loro fenomeni naturali, concetti ed eventi quotidiani a partire dalla realtà che circonda il bambino. A questo proposito le Indicazioni ministeriali pongono l’accento sulla necessità di usare il laboratorio, inteso non tanto come uno spazio organizzato, ma soprattutto come una pratica didattica, che implica: • fare esperienze • imparare a descrivere quello che si è visto • comprendere le descrizioni degli altri • confrontare i propri punti di vista con quelli dei compagni • porsi problemi. In questo modo l’apprendimento dei concetti matematici assume una forte motivazione e diventa una conquista da parte degli allievi. IL DOCENTE CHE COSA DEVE FARE? Siamo tutti consapevoli che la matematica è molto importante nella vita quotidiana: i numeri sono dappertutto, «i numeri governano il mondo» sosteneva Platone. Facciamo acquisire questa consapevolezza anche dai nostri alunni attraverso un’attività di brainstorming: … i numeri sono nelle targhe delle auto, … il mio papà ha un numero con delle lettere … la mia mamma ha un altro numero, non sono uguali … le mie scarpe hanno scritto un numero sotto, ma ogni anno il numero cambia perché cresco … i numeri sono sulle case, io ho il quindici … ci sono i numeri segreti per aprire le valigie … quando vai al supermercato e vuoi comperare il prosciutto, strappi un numero e aspetti che ti chiamino 90 DIDATTICA INCLUSIVA … c’è il numero di telefono: mio papà ne ha uno facile, mia mamma no … vicino a casa mia passano molti autobus: nel numero dell’autobus che mi porta da mia nonna c’è l’uno e anche il nove Presentiamo quindi i numeri in modo divertente e interessante: attraverso il gioco, in un setting laboratoriale, usando materiali concreti, multisensoriali, attraenti, motivanti, emotivamente coinvolgenti, che aiutino i nostri allievi a costruire solide fondamenta per i concetti astratti e i docenti a elaborare strategie adatte ai diversi contesti. Giocare, inoltre, attiva le capacità relazionali, collaborative e cooperative del bambino, in un ambiente stimolante, adatto a scoprire i propri limiti e a potenziare le proprie abilità. I bambini hanno bisogno di vedere i numeri come sequenza ordinata, di scoprire la relazione tra di essi: diamo ai nostri alunni la possibilità di scegliere liberamente, in una vasta gamma di materiali di recupero e non, la modalità di rappresentazione della quantità. Maria Montessori scrisse: «I bambini sono esortati dalle leggi della loro natura a trovare esperienze attive nel mondo circostante. Per questo usano le loro mani: non solo per scopi pratici, ma anche per la conoscenza». La libera scelta dei materiali fatta dai bambini aiuterà i docenti a effettuare osservazioni sistematiche sugli alunni che compiono i primi progressi nella conoscenza numerica seguendo i propri diversi ritmi. In ogni caso occorre porre le premesse per un apprendimento dell’aritmetica che tenga sempre conto delle esperienze pregresse in campo aritmetico che i bambini fanno (o hanno fatto) fuori della scuola; della complessità e della varietà di situazioni che essi dovranno affrontare a scuola e fuori della scuola con il procedere degli anni; delle loro esigenze di apprendimento significativo; dei loro modi più naturali di rappresentare e gestire le situazioni problematiche proposte. A tal proposito, premesso che il processo di assunzione consapevole dei linguaggi formalizzati della matematica è lungo e complesso e richiede la mediazione dell’insegnante, si ricorda che l’alunno deve: • poter fare esperienze matematiche in ambienti e situazioni didattiche ben organizzati per l’apprendimento e ricchi di rinforzi positivi; • poter costruire la competenza linguistica necessaria a esplicitare in modo compiuto il proprio pensiero per comunicare al meglio con gli altri (il linguaggio della matematica: parole e simboli); • poter avere a disposizione materiali/attività/contenuti che stimolino la multisensorialità, l’immaginazione, l’emotività (ogni volta che un’«informazione» ci raggiunge da più canali sensoriali e/o è associata a un’emozione e/o si ricollega al mondo della fantasia, si fissa in modo più stabile nella nostra memoria); • poter disporre di strategie adeguate per la risoluzione di problemi di fronte all’errore. La costruzione del pensiero matematico è un processo lungo e complesso nel quale concetti, abilità, competenze e atteggiamenti si intrecciano e si sviluppano nel tempo. È un processo che coinvolge anche le abilità linguistiche e che richiede un’acquisizione graduale del linguaggio specifico. 91 LA SCUOLA DELL’INCLUSIONE A proposito di «competenza linguistica», si ritiene superato il principio che lingua e matematica siano discipline separate. In realtà la competenza matematica non può prescindere dalla competenza linguistica, intesa come possibilità di argomentare, mediante le parole, le relazioni logiche fondamentali. Lo sviluppo della padronanza linguistica è dunque indispensabile anche per l’apprendimento della matematica. In particolare il linguaggio verbale consente al bambino di esplorare tutte le soluzioni possibili, di formulare ipotesi, di articolare i passaggi del ragionamento, di dar significato alle proprie scelte. La competenza matematica I bambini non arrivano alla scuola primaria come una «tabula rasa». Avrete certamente osservato più volte che il concetto di numero nei bambini che frequentano la classe prima è già presente, anche se in maniera molto diversa. La ricerca scientifica e le Indicazioni ministeriali suggeriscono di partire dalle preconoscenze e dalle esperienze riguardanti il numero che i bambini si sono formati, nei primi anni di vita, su vari piani e in relazione ai molti valori del numero. Infatti dobbiamo sempre tenere conto che i bambini incontrano e sanno riconoscere i numeri in vari contesti di vita quotidiana, dando loro specifici valori: • valore nominale (ogni numero ha un nome) • valore ordinale (i numeri hanno un ordine) • valore cardinale (i numeri possono rappresentare una quantità) • valore sequenziale (i numeri stanno in sequenza) • valore di codice (i numeri possono servire come riconoscimento) • valore di misura (i numeri servono a misurare le cose). Molte sono le situazioni di riferimento che danno «senso» al concetto di numero e che i bambini devono sperimentare, come molte sono le proprietà importanti di cui i bambini devono impadronirsi in breve tempo, comprese le rappresentazioni linguistiche necessarie per comunicare e operare con i numeri. Attraverso le molteplici attività che svolgono, i bambini della scuola dell’infanzia fanno quotidianamente esperienza di ciascuna funzione numerica. Si può dire che dalla nascita fino alla scuola dell’infanzia i bambini sono già in grado di accumulare un notevole bagaglio di competenze numeriche, il che li rende piuttosto aperti e attenti alla matematica «formale» che affronteranno sui banchi di scuola. Quindi si può affermare che la costruzione del senso del numero è un processo che inizia già nella prima infanzia e che va via via completandosi durante gli anni della scuola primaria. Fin dall’inizio della primaria, qualora il bambino non abbia ancora sviluppato nell’area matematica i prerequisiti specifici, sarà opportuno soffermarsi su questi, per poi sviluppare in modo adeguato la comprensione della connessione tra i simboli scritti e le relative quantità. Particolare attenzione si dovrà porre alle abilità di conteggio, che dovranno essere esercitate in diverse condizioni, scolastiche e ludiche: per esempio giochi con le carte, con i dadi… Ecco perché viene data grande importanza, fin dall’inizio della primaria, al conteggio e al calcolo a mente, processi necessari all’evoluzione dell’intelligenza numerica. 92 DIDATTICA INCLUSIVA La ricerca scientifica, infatti, ha evidenziato che in questo segmento di scuola le strategie di potenziamento dell’intelligenza numerica devono riguardare, oltre i processi di conteggio, i processi lessicali/semantici/sintattici, il calcolo a mente e il calcolo scritto. Le prime attività finalizzate alla costruzione del senso del numero sono quelle del contare: il «contare per contare» sembra un’esperienza banale, che però può diventare estremamente ricca e utile se le si dedica il tempo necessario. Ecco una serie di esempi su come possiamo quotidianamente prendere in considerazione ciascun valore dei numeri nei diversi contesti. • Valore ordinale I bambini ne fanno esperienza soprattutto con la «conta dei numeri», che sanno recitare fin dai primi anni: uno, due, tre…; oppure quando si mettono in fila; quando fanno una gara di corsa con i compagni; quando sono in grado di contare in ordine i pezzi che utilizzano per alcuni giochi, per esempio il lego. • Valore cardinale Nella maggioranza dei casi ogni numero corrisponde a una quantità ben visibile: ho due mani, ho due scarpe, ho dieci dita, ecc. Le attività che inconsapevolmente stimolano il valore cardinale del numero sono il contare insieme quanti bambini sono presenti a scuola un dato giorno; quanti bambini si fermano, per esempio, alla mensa; quanti escono prima degli altri… Per approcciarsi al valore cardinale è necessario che i bambini abbiano interiorizzato il concetto di corrispondenza biunivoca: a ogni oggetto corrisponde un solo numero. I bambini fanno continuamente esperienze di corrispondenza biunivoca (a scuola e a casa): quando fanno l’appello per segnalare assenti e presenti (per esempio, staccando e attaccando le fotografie dei compagni su un pannello); quando devono distribuire degli oggetti (un oggetto ciascuno); quando contano usando le dita; quando apparecchiano la tavola (a ogni posto va messo un piatto, un bicchiere, un tovagliolo…). • Valore sequenziale e nominale I numeri, in questo caso, sono inseriti in una sequenza precisa: il 2 viene prima del 3 e dopo l’1. Si stimolano queste funzioni numeriche facendo recitare la conta dei numeri, facendo memorizzare rime e filastrocche, facendo riconoscere i simboli dei numeri (che, come loro già sanno, sono ben diversi dai simboli linguistici), facendo completare ritmi grafici e musicali, facendo stime di conteggio di insiemi di oggetti a cui viene aggiunto o tolto un elemento, oppure anche cercando di scoprire qual è «il numero più grande», per rendersi poi conto che se ne può sempre trovare uno «più grande ancora». • Valore di codice Ci sono dei numeri che servono solo come codice: per esempio il nostro numero di telefono, il numero sul nostro armadietto della scuola, i numeri civici delle case; oppure i numeri dei «codici segreti», delle password; o ancora i numeri disegnati su magliette, che hanno solo una funzione decorativa e/o di riconoscimento. 93 LA SCUOLA DELL’INCLUSIONE • Valore di misura Alcuni numeri servono per esprimere misure: che giorno è oggi; che ore sono; quanto sono alto; quanto peso; qual è il numero delle mie scarpe; quanti soldi mi servono… Che cosa possiamo potenziare nei primi mesi di scuola in classe prima? Nella scuola dell’infanzia i bambini sanno riconoscere i numeri nei vari contesti, ma non sanno ancora discriminare tra tutte queste categorie. È bene, quindi, poterci riflettere sopra una volta arrivati alla scuola primaria. Pertanto proponiamo subito attività di «scoperta» dei numeri che ci circondano in classe, in tutta la scuola, a casa, nel nostro quartiere: una specie di «caccia al tesoro» dei numeri! • Si può chiedere, per esempio, di individuare tutti i numeri che incontrano, di verbalizzare dove li hanno trovati e di «catalogarli» insieme a noi in base al loro significato: per esempio i numeri che ci dicono «quanti sono»; i numeri che ci dicono «che posto occupa»; i numeri che ci dicono «quanto è grande» ecc. • Si può chiedere di identificare il numero del giorno del mese sul calendario. Per il bambino di 5-6 anni che, all’inizio degli apprendimenti numerici, ancora non riconosce tutti i numeri scritti, questa attività mette in gioco oltre al senso «di codice» anche il senso «ordinale», in quanto il bambino potrà indicare i numeri successivi a partire dall’1 (o da un numero successivo già riconosciuto), scandendo la successione: «uno, due, tre…» fino al numero del giorno del mese detto dall’insegnante. Per il bambino che, invece, già conosce i numeri scritti, interverrà ancora il senso «ordinale»: egli non procederà a caso, ma si orienterà e cercherà di trovare la posizione del numero del giorno detto dall’insegnante in relazione alle posizioni dei numeri precedenti e successivi. • Si può contare fino a dieci nel gioco del nascondino, per dare il tempo agli altri bambini di nascondersi. In questa attività intervengono il senso «ordinale» del numero e anche il senso «di misura», soprattutto se si vuole negoziare la velocità della conta e il numero fino al quale contare. • Si può misurare il tempo della giornata scolastica con un orologio costruito in classe con materiale vario (per esempio si fa corrispondere una pietra a ogni ora della giornata scolastica; le pietre vengono via via inserite in un vasetto, quando le pietre sono finite è ora di andare a casa). È questa un’attività di pre-misura, che coinvolge i vari aspetti del numero. L’abilità del contare è estremamente importante e richiede la presentazione di esperienze concrete di conteggio, per permettere al bambino di consolidare ciò che ha appreso o per fargli acquisire in modo duraturo questa abilità. 94 DIDATTICA INCLUSIVA Dove? Fondamentale, come si è già detto, è l’ambiente di apprendimento, in cui non devono mai mancare motivazione e divertimento: dialogo, gioco (di movimento, di gruppo, di calcolo mentale…), espressione corporea ecc. L’ambiente ideale è il laboratorio, non inteso solo come luogo fisico, ma anche come ambiente in cui si privilegia l’apprendimento esperienziale, per favorire l’operatività e allo stesso tempo il dialogo e la riflessione su quello che si fa. L’apprendimento ha così un carattere interdisciplinare e il contesto formativo consente lo sviluppo di dinamiche relazionali e cooperative. Durante le attività di laboratorio tutti possono partecipare in modo attivo all’interno di un gruppo di lavoro più o meno ampio. La scelta del gruppo può rispondere al criterio d’eterogeneità, favorendo così il nascere di atteggiamenti di collaborazione per un reale scambio di competenze. All’interno di un gruppo di lavoro bambini più competenti possono aiutare i compagni a sviluppare abilità che sono in corso di strutturazione, abilità che si possono collocare in una zona di sviluppo prossimale. In quasi tutte le proposte metodologiche presentate viene considerato l’approccio di tipo individualizzato nel processo di insegnamento/apprendimento. L’individualizzazione (da non confondere con la personalizzazione, che implica il perseguimento di obiettivi diversi in base alle capacità cognitive e alle attitudini dello studente) persegue l’uguaglianza degli obiettivi, nella consapevolezza che i percorsi individuali, e i tempi per raggiungerli, possono essere diversi. La didattica della matematica riveste particolare importanza nella prima classe della scuola primaria perché è proprio in questa fase che si costruisce un metodo di lavoro scientifico, che parte dal mondo esperienziale del bambino, dall’osservazione e dalla riflessione per elaborare ragionamenti e strategie che portino a soluzioni logiche. 95 LA SCUOLA DELL’INCLUSIONE La griglia di rilevazione nel passaggio dalla Scuola dell’Infanzia alla scuola Primaria Questa griglia è stata creata per poter osservare le varie tipologie di comportamenti, di prestazioni, di abilità, di conoscenze e di competenze presenti nel bambino nel suo difficile passaggio dalla scuola dell’infanzia alla scuola primaria. L’obiettivo è quello di aiutare gli insegnanti a individuare fin dai primi giorni difficoltà, disagi ma anche abilità e competenze e, se la griglia viene riproposta più volte nel corso dell’anno, è possibile verificare anche i miglioramenti. Gli insegnanti, infatti, in un’ottica di continuità, devono discutere e condividere tra loro la compilazione della griglia, prima nella parte contraddistinta come «Grado di importanza», poi nella parte denominata «Grado di risolvibilità», che indaga la previsione di risolvibilità del problema (lo 0 equivale all’estrema difficoltà di agire, mentre il 5 equivale alla piena fiducia nella possibilità di risolvere il problema). Tali indagini possono aiutare i docenti non solo nell’individuazione di criticità o punti di forza dei loro piccoli allievi, ma anche a verificare le proprie capacità d’intervento, puntando soprattutto sulla prevenzione, molto importante nei processi evolutivi che stanno alla base della crescita infantile, come l’autonomia e la regolazione emotiva. L’autonomia, conquista estremamente importante, dovrebbe essere insegnata ai bambini sin dalla tenera età, prima in famiglia poi nella scuola. Le prime capacità in cui esplicare l’autonomia riguardano: la cura del proprio corpo e delle proprie cose; muoversi nello spazio con sicurezza e giocare con autodeterminazione. Se l’insegnante riesce a far sviluppare nel bambino una buona autonomia, è più facile prevenire difficoltà e/o disagi nella regolazione del suo comportamento e di processi psicologici o affettivi, quali il distacco dai genitori, le reazioni esagerate dinanzi a un richiamo oppure l’inibizione o il gioco disorganizzato. Per poter intervenire in maniera adeguata e attenta, l’insegnante deve conoscere al meglio il bambino di cui si sta occupando, solo così potrà svolgere un intervento educativo e didattico efficace e duraturo. 96 DIDATTICA INCLUSIVA Nome ..................................................................... Codice ....................................... ..................................................................... Data ........................................... TIPO DI PROBLEMA GRADO DI IMPORTANZA GRADO DI RISOLVIBILITÀ Difficoltà di separazione dai familiari sì spesso talvolta no 0 1 2 3 4 5 Rifiuto del cibo sì spesso talvolta no 0 1 2 3 4 5 Ha cura del proprio corpo sì spesso talvolta no 0 1 2 3 4 5 Ha cura delle proprie cose sì spesso talvolta no 0 1 2 3 4 5 Difficoltà di addormentamento sì spesso talvolta no 0 1 2 3 4 5 Comportamento iperattivo sì spesso talvolta no 0 1 2 3 4 5 Si alza dal proprio posto sì spesso talvolta no 0 1 2 3 4 5 Tende a imporsi con prepotenza sì spesso talvolta no 0 1 2 3 4 5 Difficoltà motorie sì spesso talvolta no 0 1 2 3 4 5 Difficoltà di tipo disprassico sì spesso talvolta no 0 1 2 3 4 5 Difficoltà nell’utilizzo dei servizi sì spesso talvolta no 0 1 2 3 4 5 Esigenza di rapporto privilegiato sì spesso talvolta no 0 1 2 3 4 5 Difficoltà di tipo linguistico sì spesso talvolta no 0 1 2 3 4 5 Rifiuto della consegna sì spesso talvolta no 0 1 2 3 4 5 Reazione esagerata al richiamo dell’insegnante sì spesso talvolta no 0 1 2 3 4 5 Gioca in modo organizzato sì spesso talvolta no 0 1 2 3 4 5 Gioca in modo aggressivo sì spesso talvolta no 0 1 2 3 4 5 Non gioca con gli altri sì spesso talvolta no 0 1 2 3 4 5 Gioca saltuariamente sì spesso talvolta no 0 1 2 3 4 5 È in grado di raccontare le sue esperienza oralmente sì spesso talvolta no 0 1 2 3 4 5 Comprende ciò che gli viene raccontato sì spesso talvolta no 0 1 2 3 4 5 97 LA SCUOLA DELL’INCLUSIONE Nome ..................................................................... Codice ....................................... ..................................................................... Data ........................................... TIPO DI PROBLEMA GRADO DI IMPORTANZA GRADO DI RISOLVIBILITÀ Riconosce e denomina i numeri sì spesso talvolta no 0 1 2 3 4 5 Possiede il concetto di quantità sì spesso talvolta no 0 1 2 3 4 5 Sa contare sì spesso talvolta no 0 1 2 3 4 5 Riconosce la destra e la sinistra sì spesso talvolta no 0 1 2 3 4 5 Usa prevalentemente mano: piede: destra destro Sa individuare prima/ora/dopo sì spesso talvolta no 0 1 2 3 4 5 Sa individuare ieri/oggi/domani sì spesso talvolta no 0 1 2 3 4 5 Riconosce e denomina i giorni della settimana sì spesso talvolta no 0 1 2 3 4 5 Riconosce e denomina i mesi dell’anno sì spesso talvolta no 0 1 2 3 4 5 Sa leggere l’orologio sì spesso talvolta no 0 1 2 3 4 5 Sa organizzare lo spazio foglio sì spesso talvolta no 0 1 2 3 4 5 Preferisce lavorare: nel gruppo classe nel picccolo gruppo nel rapporto individuale con l’aiuto dei compagni 98 sinistra sinistro entrambe entrambi DIDATTICA INCLUSIVA Approfondimenti normativi CHIARIMENTI NORMATIVI IMPORTANTI SUI BES Prima della legge 170/2010 esistevano già note e circolari con specifici riferimenti agli studenti con DSA, ma venivano sovente non considerate o applicate parzialmente, magari con la sola concessione di strumenti compensativi o di misure dispensative, non sempre seguite da azioni didattiche e valutative adeguate. Le nuove normative in materia di DSA (Linee guida sui DSA e DM n. 5669/2011) invitano tutte le istituzioni scolastiche, in nome dei concetti di flessibilità e di autonomia promossi dal Regolamento dell’autonomia (DPR 275/99), a porre al centro delle proprie attività lo studente e, sulla base della legge 53/2003 e dei successivi decreti, a definire e a realizzare, nelle varie fasi di sviluppo e di formazione, strategie educative e didattiche personalizzate, che tengano conto della singolarità di ogni persona, della sua diversa identità, delle sue difficoltà, ma anche delle sue potenzialità. La Direttiva Profumo sui Bisogni Educativi Speciali (BES) del 27/12/2012 e la successiva CM sui BES n. 8 del 6/03/13 estendono tutta la normativa prodotta per gli studenti con DSA a tutti gli altri studenti con BES, con qualche riserva per le misure dispensative in sede di esame. CHI SONO GLI STUDENTI CON BES Nei BES sono comprese tre grandi sottocategorie: 1 la disabilità certificata in base alla legge 104/1992; 2 i disturbi evolutivi specifici: oltre ai Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), già tutelati dalla legge 170/2010, anche i deficit del linguaggio, delle abilità non verbali, della coordinazione motoria, dell’attenzione e dell’iperattività. Il funzionamento intellettivo limite (FIL), invece, può essere considerato un caso di confine fra la disabilità e il disturbo specifico; 3 lo svantaggio socioeconomico, linguistico, culturale: non solo quello degli gli stranieri, dunque, ma anche lo svantaggio derivante dal vivere in contesti socio-economici e culturali sfavorevoli. Insomma sono compresi tutti quegli studenti che hanno bisogno di una «speciale attenzione» nel loro percorso scolastico ma che, non avendo una certificazione di disabilità né di DSA, non avevano ancora diritto a un piano didattico-educativo personalizzato, con obiettivi, strategie, strumenti e valutazioni pensati su misura per loro… fino alla Direttiva Profumo sui BES del 2012. CHE COSA DEVE FARE LA SCUOLA La Direttiva estende a tutti gli studenti in difficoltà il diritto alla personalizzazione dell’apprendimento, personalizzazione che deve essere non solo realizzata ma anche documentata nel PDP, redatto collegialmente dai docenti e condiviso dalle famiglie, contenente non solo gli strumenti compensativi e le misure dispensative necessari, ma anche adeguate progettazioni didatticoeducative, idonee strategie di intervento e ben precisi criteri di valutazione. 99 LA SCUOLA DELL’INCLUSIONE La scuola dovrà attivare dei gruppi di lavoro misti, i GLI (Gruppi di Lavoro per l’Inclusione), formati da dirigente scolastico, docenti disciplinari con esperienza e/o formazione specifica o con compiti di coordinamento delle classi, funzioni strumentali, insegnanti per il sostegno, assistenti alla comunicazione, genitori ed esperti istituzionali o esterni, che svolgeranno le seguenti funzioni: • rilevazione dei BES presenti nella scuola • raccolta e documentazione di buone prassi • confronto sui casi e supporto ai colleghi sulle strategie/metodologie di gestione delle classi • rilevazione, monitoraggio e valutazione del livello di inclusione della scuola • raccolta e coordinamento delle proposte formulate dai singoli gruppi • elaborazione di una proposta di Piano Annuale per l’Inclusività (P.A.I.) • interfaccia della rete CTS e dei servizi sociali e sanitari territoriali. VALUTAZIONE La valutazione è parte integrante del processo di apprendimento: essa dovrebbe servire a mettere l’allievo nelle condizioni di dimostrare quanto ha appreso e in che cosa può migliorare, a essere informativa e formativa, per raggiungere il successo formativo. Per tutti gli alunni con BES «la valutazione concorre, con la sua finalità anche formativa e attraverso l’individuazione delle potenzialità e delle carenze di ciascun alunno, ai processi di autovalutazione degli alunni medesimi, al miglioramento dei livelli di conoscenza e al successo formativo» (DPR 122/2009). Verranno valorizzati i processi d’apprendimento e si darà più attenzione ai contenuti che non alla forma. Il Consiglio di Classe/Team dei docenti, in itinere, valuterà i risultati ottenuti (valutazione intermedia e finale) e individuerà le ulteriori azioni da progettare. 100 DIDATTICA INCLUSIVA ALUNNI CON BES PRIMA CATEGORIA SECONDA CATEGORIA TERZA CATEGORIA Certificazione ai sensi di: Certificazione diagnostica - Legge 104/92, art. 3; ai sensi di: - D.P.C.M. 185/2006. - Legge 170/2010; - DM n. 5669/2011; - Linee guida sui DSA 2011. Valutazione del Team docenti/Consiglio di classe ai sensi di: - DM sui BES del 27/12/2012; - CM n. 8 del 6/03/2013. Percorso individualizzato con offerta di attività diversificate non attinenti il curricolo, con eventuale dispensa da alcune discipline. Percorso individualizzato e personalizzato con offerta di interventi educativi e didattici adeguati alle capacità e potenzialità riscontrate ed eventuale diversificazione delle mete formative e delle strategie didattiche. Percorso individualizzato e personalizzato con offerta di interventi educativi e didattici adeguati alle capacità e potenzialità riscontrate ed eventuale diversificazione delle strategie didattiche. DOVE PROGRAMMARE E DOCUMENTARE LE STRATEGIE DI INTERVENTO Redazione di un PEI (Piano Educativo Individualizzato) per programmare e documentare le strategie di intervento e i criteri di valutazione. Redazione di un PDP (Piano Didattico Personalizzato) per programmare e documentare le strategie di intervento e i criteri di valutazione. Redazione di un PDP (Piano Didattico Personalizzato) per programmare e documentare le strategie di intervento e i criteri di valutazione. QUALI STRUMENTI E MISURE USARE Strumenti compensativi e misure dispensative previste dalle disposizioni attuative della Legge 104. Strumenti compensativi e misure dispensative previste dalle disposizioni attuative della Legge 170/2010, descritte nelle allegate Linee guida per i DSA (luglio 2011). Strumenti compensativi e misure dispensative previste dalle disposizioni attuative della Legge 170/2010, come richiesto dal DM sui BES del 27/12/ 2012 e dalla CM n.8 del 6/03/2013. Valutazione positiva se: CRITERI miglioramenti VALUTATIVI rispetto il livello PER LA SCUOLA iniziale - realizzazione PRIMARIA gli obiettivi previsti nel PEI. RIFERIMENTI Sulla base del disturbo specifico si possono riservare ai candidati tempi più lunghi di quelli ordinari, assicurare l’utilizzazione di idonei strumenti compensativi idonei e adottare criteri valutativi attenti soprattutto ai contenuti piuttosto che alla forma. Le Istituzioni scolastiche devono attuare ogni strategia didattica per consentire ad alunni e studenti con DSA l’apprendimento delle lingue straniere, privilegiando, se necessario, l’espressione orale e ricorrendo agli strumenti compensativi e alle misure dispensative più opportune. Tutto deve essere scritto nel PDP. La Direttiva BES del 2012 e la CM n. 8 del 2013 estendono a tutti gli studenti con BES la normativa prevista per i DSA. Non per tutti gli alunni con BES sarà sufficiente personalizzare le modalità di verifica; per alcuni si potranno, per esempio, includere progettazioni didattico-educative calibrate sui livelli minimi attesi. Tutto deve essere scritto nel PDP. CERTIFICAZIONE SANITARIA, DIAGNOSI, VALUTAZIONE AZIONI DELLA SCUOLA NORMATIVI DPR 323/98, art. 13. DL 59/04, art. 11 e successive modificazioni. DPR 323/1998, art. 13. DPR 122 /2009, art. 10. Legge 170/10, art. 6. DM 5669 /2011. 101 102 L AVORIAMO I NSIEME! Fare didattica con l’Apprendimento cooperativo di MAURIZIO GENTILE docente presso l’Università degli Studi di Verona, DIPARTIMENTO DI AFFERENZA: Filosofia, Pedagogia e Psicologia, SETTORE DISCIPLINARE M-PED/03 - DIDATTICA E PEDAGOGIA SPECIALE Apprendimento cooperativo 103 L AVORIAMO I NSIEME! Indice INTRODUZIONE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 105 1. L’INTERDIPENDENZA POSITIVA E LA RESPONSABILITÀ PERSONALE ..................................... 105 2. LA FORMAZIONE DEI GRUPPI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 107 2.1. Numero di alunni per gruppo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 107 2.2. Come procedere nella formazione dei gruppi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 108 3. IL CONCETTO DI ATTIVITÀ ................................................. 109 3.1. Revisionare gli appunti e ascoltare la spiegazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 109 3.2. Giro di tavolo simultaneo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 110 3.3. Se noi la sappiamo, io la so! . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 110 3.4. Studio in gruppo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 111 3.5. Che cosa è simile e che cosa è diverso? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 111 3.6. Esperti di contenuto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 112 4. LA DISPOSIZIONE DEI BANCHI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 112 4.1. Bambini piccoli banchi alti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 112 4.2. Alunni fisicamente più grandi con banchi lunghi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 113 4.3. Seduti composti! . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 114 5. IL VINCOLO COGNITIVO .................................................... 114 ................................................. 115 6. LA ROTAZIONE DEI RUOLI 6.1. Stabilire una convenzione operativa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 115 6.2. Imparare dai ruoli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 115 7. IL CLIMA DELLA CLASSE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 116 7.1. L’insegnante come regista . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 116 7.2. La promozione di un clima di classe positivo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 117 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI 104 ................................................ Apprendimento cooperativo 118 L AVORIAMO I NSIEME! Introduzione Il sottotitolo di questa introduzione potrebbe essere il seguente: fare didattica per un apprendimento personalizzato, significativo e duraturo. La formula racchiude le principali finalità che si pone il capitolo: a) lavorare a viso aperto sull’innovazione; b) proporre ai docenti schemi applicativi e spunti di lavoro didattico; c) offrire agli alunni molteplici opportunità d’apprendimento. Da un punto di vista del fare didattica, le procedure che saranno proposte hanno come tratto distintivo un’attenta organizzazione dei compiti cognitivi e della relazione tra gli studenti. La progettazione didattica assume, così, un nuovo significato. Diventa, essenzialmente, un processo decisionale: quali operazioni sociali e cognitive posso suggerire ai miei alunni affinché possano portare a termine uno o più compiti e acquisire competenze? Una seconda riflessione consiste nell’abituare l’insegnante ad avere un nuovo rapporto con la classe. Egli può mettere in campo una modalità di relazione e d’intervento inedita e caratterizzata da una centratura sulle persone, i saperi e i processi cognitivi. Alcune parti dello scritto sono dedicate a una serie di importanti corollari all’apprendimento cooperativo. Saranno, dunque, affrontati i seguenti aspetti: 1. i principi d’interdipendenza positiva e di responsabilità personale; 2. la formazione dei gruppi; 3. il concetto di attività; 4. la disposizione fisica dei gruppi; 5. il concetto di vincolo cognitivo/educativo; 6. la rotazione dei ruoli; 7. la gestione pro-sociale della classe. 1. L’interdipendenza positiva e la responsabilità personale La cooperazione di un piccolo gruppo utilizza l’«interdipendenza positiva» per favorire l’apprendimento e la relazione tra gli studenti. L’interdipendenza positiva indica «un rapporto con/ un legame con/ una dipendenza da». Stabilire interdipendenza significa che per raggiungere uno scopo o svolgere un compito non è possibile agire da soli: gli altri sono necessari e indispensabili. L’interdipendenza positiva è il fattore più rilevante di una didattica co-operativa. Con essa si pongono al centro del processo d’istruzione le risorse degli allievi. Quando gli allievi comprendono che il raggiungimento di uno scopo richiede cooperazione tra loro ed esige impegno da parte di tutto il gruppo, un insegnante può concludere che i suoi alunni stanno vivendo una condizione d’interdipendenza positiva. Apprendimento cooperativo 105 L AVORIAMO I NSIEME! L’esplorazione sistematica del concetto d’interdipendenza, associato ai gruppi cooperativi, ha creato le condizioni per una consolidata tradizione di ricerca. Oggi si parla di «apprendimento cooperativo» (o di «lavoro di piccolo gruppo cooperativo», o di «conduzione della classe a piccoli gruppi cooperativi»), nei termini di un’innovazione didattica basata su un corpo consolidato di evidenze empiriche. Ciò che lega insieme applicazione, teorizzazione e indagini sperimentali è l’idea che il rapporto interpersonale, strutturato in chiave cooperativa, possa favorire l’apprendimento scolastico e lo sviluppo sia cognitivo sia socio-affettivo degli studenti. Un «impegno individuale responsabile» può dipendere da una struttura d’interdipendenza. Nella misura in cui l’attività didattica è organizzata secondo una distribuzione di compiti, ruoli o risorse, ma anche associata a scopi misurabili in base a criteri di successo, o a compiti che implicano necessariamente il contributo di più soggetti per essere completati, si creano condizioni utili a favorire nei singoli alunni la disponibilità a portare a termine il compito contribuendo direttamente a un risultato condiviso. In quest’ottica, la responsabilità individuale è sempre l’effetto di un’interdipendenza positiva e si manifesta come l’impegno offerto da un singolo individuo per il raggiungimento di un obiettivo di gruppo. Questo si può ottenere strutturando una condizione d’interdipendenza e verificando il risultato raggiunto dai singoli membri. Detto con altre parole, la cooperazione non è il disimpegno di molti a scapito del lavoro di pochi; è piuttosto l’impegno dei singoli per il risultato di tutti. La cooperazione è responsabilità individuale. Esistono due forme d’interdipendenza: oggettiva e soggettiva. Si ha un’interdipendenza oggettiva quando la natura del compito è tale che, per raggiungere un obiettivo, il legame con altri è necessario e fondamentale. Il compito in questi casi è superiore, per complessità o condizioni in cui si opera, alle capacità di un singolo individuo. Si ha un’interdipendenza soggettiva quando ogni singolo membro agisce sperimentando e percependo una reciproca dipendenza da altri, sentendo di essere legato a, di avere un rapporto con. Oltre a questo primo livello di distinzione, esistono diverse forme d’interdipendenza positiva in grado di favorire l’impegno individuale durante un’attività didattica. Si possono individuare dieci tipologie specifiche d’interdipendenza, che possono orientare il lavoro dei docenti durante la pianificazione e la conduzione dell’attività in classe. La tabella riporta un elenco di tali tipologie con le rispettive definizioni. Tipi d’interdipendenza e loro definizioni 106 1. Scopo I membri di un gruppo lavorano insieme per raggiungere un risultato comune. 2. Ricompensa I membri di un gruppo lavorano insieme per uno scopo per il quale avranno un riconoscimento (un premio, un voto in più, i complimenti dell’insegnante, un bonus). 3. Risorse I membri di un gruppo, per raggiungere un risultato comune, dipendono da competenze e abilità differenziate (interdipendenza di abilità) o di materiali (interdipendenza di materiali). 4. Compito I membri, pur avendo uno scopo unico da raggiungere, si suddividono parti del compito, da svolgere individualmente, ma chiaramente finalizzate allo stesso obiettivo. 5. Ruoli I membri, durante lo svolgimento di un compito, assumono dei ruoli utili al buon funzionamento del gruppo. Apprendimento cooperativo L AVORIAMO I NSIEME! 6. Fantasia I membri, durante lo svolgimento di un compito, s’impegnano individualmente nella generazione di idee, soprattutto quando il compito richiede di essere creativi. Le idee sono poi discusse in gruppo. 7. Identità I membri, durante lo svolgimento di un compito, si considerano parte di uno stesso team, come se facessero parte di una squadra. 8. Contro una forza esterna (di competizione) I membri, durante lo svolgimento di un compito, si trovano a competere con i membri di altri gruppi. 9. Valutazione I membri del gruppo, durante lo svolgimento di un compito, ricevono una valutazione ponderata sulla base dei risultati ottenuti da ciascuno. 10. Celebrazione I membri portano a termine un compito e, raggiunto uno scopo o un risultato, percepiscono che quanto ottenuto non è soltanto il risultato dello sforzo di un singolo, ma anche dell’impegno di tutti gli altri. Da qui scatta il desiderio di celebrare il successo. 2. La formazione dei gruppi La formazione dei gruppi è la prima operazione che l’insegnante deve svolgere per fare didattica con l’apprendimento cooperativo. A questo scopo egli ha bisogno di stabilire: a. il numero dei membri che formeranno i gruppi; b. il tipo di gruppi a cui vuole rivolgere il suo intervento in classe; c. la modalità di formazione adeguata alla costituzione dei gruppi. 2.1. Numero di alunni per gruppo La struttura del compito e il tempo disponibile sono due aspetti su cui calibrare il numero di alunni per gruppo. Gruppi con più di cinque componenti richiedono molto coordinamento e aumentano la probabilità di conflitti e dinamiche ostacolanti il lavoro cooperativo. È bene considerare, inoltre, che aumentare il numero dei membri arricchisce il gruppo di risorse, ma non ha effetti migliorativi in modo proporzionale sui risultati del compito. Gruppi piccoli, formati da 2 a 4 membri, favoriscono la partecipazione attiva, incrementano la responsabilità individuale, diminuiscono la possibilità di sottrarsi dall’impegno sul compito. Con un numero ristretto di alunni per gruppo, i problemi e le difficoltà nel gruppo sono maggiormente visibili e di conseguenza più facilmente risolvibili. Nei gruppi piccoli, gli alunni possono lavorare anche in assenza di abilità sociali elevate. Il numero ideale è 4. Nei gruppi di 4 c’è una sufficiente diversità di risorse, mentre nel gruppo di 2 le risorse scarseggiano e nel gruppo di 3 è facile che si formi una Apprendimento cooperativo 107 L AVORIAMO I NSIEME! coppia e un membro rimanga escluso dall’interazione. In un gruppo di 4, inoltre, si possono formare più coppie, aumentando la probabilità di avere una diversità cognitiva e di abilità favorevole a un’attività di tutoraggio. Gli studenti meno bravi possono imparare dal compagno che si trova a un livello di poco superiore rispetto a lui. Nel caso in cui la classe non sia costituita da un multiplo di 4 o ci sia uno squilibrio tra il numero di maschi e femmine, l’insegnante può scegliere se formare gruppi di tre, oppure gruppi di quattro e alcuni di cinque, e può formare gruppi con una presenza equilibrata dei due sessi e qualche gruppo con elementi dello stesso sesso. 2.2. Come procedere nella formazione dei gruppi Generalmente, dopo aver presentato l’attività, il docente divide la classe e forma i gruppi. Per attivare la cooperazione, si suggerisce di formare i gruppi in modo casuale o di mettere insieme alunni con livelli di rendimento diversi. Per formare gruppi casualmente si divida il numero della classe per 4. Per esempio, se la classe è di 24 alunni si divida per 4 in modo da formare 6 gruppi. Si proceda così: 1. si assegni a ciascun alunno un numero da 1 a 6 ripetuto per quattro volte; 2. poi si chieda a tutti gli alunni con lo stesso numero di formare un gruppo di 4; 3. si avrà così un gruppo con i quattro numeri 1, un gruppo con i quattro numeri 2 e così via, fino al gruppo con i numeri 6. Per formare gruppi eterogenei si proceda nel modo qui indicato: 1. In base alla valutazione di ciascun alunno, si divida la classe in quattro livelli: a. valutazione bassa (voto 4/5); b. valutazione media (voto 6/7); c. valutazione alta (voto 8/9); d. valutazione eccellente (voto 10)1. 2. Si faccia in modo che in ciascun gruppo sia presente un alunno per ciascuno dei quattro livelli. 3. Se l’attività prevede un lavoro a coppie, si divida ciascun gruppo in due coppie di livelli vicini (basso/medio–medio/alto–alto/eccellente) o uguali, evitando che ci sia troppa distanza tra i livelli di valutazione (es. basso/alto). Una volta formati i gruppi, si chieda ai membri di svolgere i compiti assegnati seguendo le indicazioni date. Se l’attività prevede, per esempio, prima un lavoro a coppie e poi un lavoro a quattro, nella fase di lavoro a quattro le due coppie si potranno scambiare i compiti con lo scopo di revisionare le risposte. 1 Un modo alternativo di classificare gli alunni è in base alle difficoltà e ai bisogni educativi. Nel primo livello si possono collocare gli studenti in difficoltà. Nel secondo gli studenti con conoscenze e abilità proprie della classe frequentata. Nel terzo gli alunni con conoscenze e abilità oltre la classe frequentata. Da qui si procede nella formazione dei gruppi. 108 Apprendimento cooperativo L AVORIAMO I NSIEME! 3. Il concetto di attività Per anni si è creduto che le attività di apprendimento cooperativo implicassero progettazioni complesse e di lunga durata e che situazioni d’interdipendenza positiva e responsabilità personale fossero proprie di attività didattiche molto articolate. Quanto proposto in queste pagine differisce da questa visione. Attività brevi, che insistono su obiettivi specifici e contenuti circoscritti, gestiti dal docente con semplici procedure, possono ampiamente soddisfare i principi di un apprendimento cooperativo. Un lavoro di gruppo, semplice ma ben strutturato, può ridurre notevolmente le insidie ricorrenti nei gruppi tradizionali, aumentando le probabilità di partecipazione e di equa distribuzione della responsabilità. Comunemente, attività, compito e consegna sono utilizzati come sinonimi. È diffusa l’opinione che l’attività sia un compito, una consegna assegnata a un singolo alunno. Nell’apprendimento cooperativo l’attività è una sequenza di operazioni sociali, cognitive e didattiche svolte in gruppo con l’aiuto dei compagni e la guida dei docenti. Le attività sono pensate per facilitare lo svolgimento di un compito, per favorire lo sviluppo delle conoscenze e l’apprendimento delle abilità, per promuovere la cooperazione tra i membri di un piccolo gruppo. A titolo esemplificativo, si presentano alcuni esempi di attività. Ciascuna di esse è preceduta da un titolo, a cui segue una sequenza di operazioni sociali e cognitive. Gli esempi non contengono riferimenti ai contenuti disciplinari; questo in ragione del fatto che le attività devono adattarsi ai contenuti e viceversa: dopo aver esaminato i contenuti il docente adatta le attività. Come si potrà vedere più avanti, gli autori delle proposte didattiche hanno riadattato le procedure prendendo come riferimento quattro aspetti: i docenti, gli alunni, i contenuti, gli scopi didattici e valutativi delle attività. S’incoraggia ogni lettore a fare lo stesso. L’adattamento può iniziare da qui, oppure dopo aver letto le unità di lavoro proposte. Vincoli, bisogni e risorse cambiano da classe a classe. 3.1. Revisionare gli appunti e ascoltare la spiegazione 1. Si formino gruppi di 2 (casualmente o sfruttando la vicinanza di banco). 2. Si presenti a tutta la classe il compito e lo scopo: prendere appunti, confrontare gli appunti al termine di ciascuna spiegazione, discutere con i compagni il contenuto e migliorare i propri appunti. Lo scopo è arricchire i propri appunti con gli appunti del compagno. (Per dimostrare che il lavoro è stato fatto, gli appunti dovrebbero essere di due colori oppure organizzati in due colonne: «I miei appunti», e «I miglioramenti proposti dal mio compagno»). 3. Si dica che la spiegazione sarà divisa in 4 parti e che ciascuna parte assorbirà un tempo massimo di 10 minuti. Anche il lavoro di revisione degli appunti durerà al massimo 10 minuti. 4. Si cominci la prima spiegazione, si faccia la prima interruzione e si chieda alle coppie di confrontare gli appunti. 5. Si continui con la seconda, terza e quarta spiegazione, chiedendo sempre alla coppie di svolgere il compito di prima. Apprendimento cooperativo 109 L AVORIAMO I NSIEME! 3.2. Giro di tavolo simultaneo Questa procedura favorisce il processo di riflessione degli alunni al termine di una attività. 1. Si formino gruppi di 4 (o si utilizzino i gruppi formati in una precedente fase). 2. Ciascun alunno dovrà avere un foglio bianco. In alto, sul foglio, ogni alunno dovrà scrivere solo una sola delle domande proposte dal docente (I gruppi sono formati da 4 alunni, le domande dovrebbero essere 4). 3. Ogni alunno dovrà scrivere, in basso, sul foglio, la risposta alla domanda. 4. Poi si piegherà il foglio in modo che la risposta non sia leggibile e ognuno passerà la domanda al compagno/a che si trova alla propria destra. 5. Chi riceve il foglio leggerà la domanda e scriverà la sua risposta senza leggere quella data in precedenza. 6. Alla fine si leggeranno e commenteranno tutte le risposte. Ognuno potrà annotarsi le considerazioni che riterrà più rilevanti. 3.3. Se noi la sappiamo, io la so! 1. Il docente prepara un set di domande pari al numero di allievi presenti in classe. Le domande sono di basso livello di elaborazione, ovvero sono strettamente relative a contenuti appena affrontati: Chi, Cosa, Quando, Quante, Quali. 2. Il docente diagramma alla lavagna i nomi dei gruppi partecipanti alla verifica. 3. Il docente estrae una domanda. Formula l’enunciato della domanda a tutta la classe. 4. Gli alunni ascoltano individualmente, poi si consultano con i compagni per recuperare idee, informazioni o risposte definitive. Devono trovare un accordo su un’unica risposta. Solo uno di loro sarà chiamato a riferire al docente. 5. Il docente estrae casualmente il nome di un alunno o in alternativa un numero associato a un allievo di ciascun gruppo. In quel momento l’alunno scelto è chiamato a rispondere in base ai risultati raggiunti durante la consultazione dei compagni. In alternativa, risponderanno a turno alla domanda tutti gli allievi dei gruppi associati al numero estratto e si confronteranno le risposte. 6. Il docente assegna un punteggio a ogni risposta. Risposta non data: 1 punto Risposta errata: 2 punti Risposta incompleta: 3 punti Risposta esatta: 4 punti Risposta super: 5 punti 7. Al termine si addizionano i singoli punteggi, si ottiene il punteggio totale di ciascun gruppo e si assegna un premio al gruppo vincitore. 110 Apprendimento cooperativo L AVORIAMO I NSIEME! 3.4. Studio in gruppo La procedura è stata pensata per svolgere il seguente compito: leggere testi descrittivi. Lo scopo è di creare una sintesi da presentare a tutta la classe. 1. Si chieda a ciascuno di collocarsi nell’angolo tematico in cui si riconosce di più (animali, luoghi, fiori, colori, sport, intelligenze…). 2. Si selezionino, dagli angoli tematici, tanti alunni in base a quanti saranno i gruppi (5 alunni per 5 gruppi). Ciascuno di loro, poi, sceglierà un numero di compagni (3 se i gruppi saranno da 4) a partire dai diversi angoli tematici. 3. Si distribuiscano a ciascun gruppo i testi descrittivi (tanti quanti sono i componenti di ciascun gruppo: 4-8 se i gruppi sono formati da 4 alunni). 4. Ciascuno, individualmente, leggerà e sintetizzerà il testo descrittivo. 5. In gruppo si farà una breve riunione per decidere il tipo di rappresentazione grafica (l’insegnante può fornire ai gruppi diversi modelli) che sarà usata per la presentazione. 6. Si assegneranno nel gruppo i seguenti ruoli: • Illustratore: presenta al gruppo la sintesi del testo che ha studiato. • Scrittore: scrive la sintesi all’interno dello schema stabilito dal gruppo. • Guida: coordina e guida il gruppo nello svolgimento del compito. • Regolatore: regola il tempo e il tono di voce dei componenti del gruppo. 7. Ciascuno presenterà, a turno, il testo che ha letto, poi s’inseriranno nello schema le informazioni rilevanti, si scambieranno i ruoli, si presenterà la seconda sintesi, e via dicendo. 8. I gruppi presenteranno il prodotto finale alla classe riunita: • il proprio schema di sintesi; • il procedimento usato per realizzarlo; • un esempio di testo sintetizzato. 3.5. Che cosa è simile e che cosa è diverso? 1. Si formino delle coppie. Ai membri si chieda di auto-assegnarsi le lettere A e B. 2. Le A avranno il ruolo di Comunicatori, le B di Ricercatori. 3. Si consegnino a ogni coppia due disegni apparentemente simili: uno al Comunicatore e uno al Ricercatore. I due disegni dovranno contenere un certo numero di differenze e uguaglianze da scoprire. Lo scopo è individuarle tutte. Ciascuna deve essere scritta nel foglio «Uguaglianze» e «Differenze». Della scrittura del foglio si occupa il Ricercatore. 4. I Comunicatori descrivono il loro disegno. Possono disegnare dettagli su pezzetti di carta, mimare con il corpo le posizioni dei personaggi, descrivere a voce. 5. I Ricercatori seguono la descrizione e la confrontano con i loro disegni. Possono fare domande, interrompere le descrizioni, descrivere i propri personaggi, verificare la loro comprensione. Apprendimento cooperativo 111 L AVORIAMO I NSIEME! 3.6. Esperti di contenuto 1. Il tema da studiare viene suddiviso in tre argomenti-parti. 2. Gli alunni sono suddivisi in gruppi di tre. A ciascuno viene consegnata una scheda di contenuto relativa all’argomento. Tali schede vanno studiate prima individualmente sulla base di questa doppia consegna: • leggere attentamente i fogli con gli argomenti; • riportare su un foglio di appunti personali le definizioni, i disegni e le proprie spiegazioni. 3. Successivamente, il docente forma dei gruppi di esperti: tutti coloro che nei gruppi di origine hanno lavorato a una scheda si ritroveranno con compagni che, negli altri gruppi, hanno lavorato alla stessa scheda. 4. Nei gruppi di esperti, gli alunni svolgono il seguente lavoro: • individuare formule, teoremi, definizioni, grafici principali e riassumerli su un foglio di appunti personali, sfruttando spiegazioni fatte dagli altri compagni sull’argomento trattato nella scheda di contenuto; • scegliere insieme un modo unitario per presentare al gruppo di origine l’argomento (si possono scegliere esempi e chiarificazioni appropriate). 5. Gli alunni risponderanno a una prova di verifica individuale che valuterà il livello di apprendimento di tutti i contenuti studiati. 4. La disposizione dei banchi La disposizione dei banchi facilita l’interazione cooperativa nel piccolo gruppo e con tutti gli altri alunni della classe. I banchi dovrebbero essere disposti in modo tale da permettere lo scambio di materiali durante lo svolgimento di un compito, favorire la relazione faccia a faccia durante la discussione di un tema o l’elaborazione di una mappa concettuale, facilitare la comunicazione con tutta la classe durante una fase di comunicazione plenaria. Di seguito riportiamo alcuni consigli che tengono conto sia della grandezza dei banchi sia dell’età degli alunni. Seguirli può evitare grossolani errori sia nella fase di impostazione, sia in quella di conduzione delle attività cooperative. 4.1. Bambini piccoli banchi alti È meglio evitare l’unione di due banchi se questi sono alti e i bambini sono fisicamente piccoli. In questi casi è preferibile disporre gli alunni attorno a un solo banco. Di seguito, proponiamo tre disegni di tre disposizioni che riguardano gruppi da 2, da 3 o da 4, nel caso di banchi alti. Gruppi di 2 112 Gruppi di 3 Apprendimento cooperativo Gruppi di 4 L AVORIAMO I NSIEME! Tale disposizione si è rivelata funzionale anche nel caso di banchi piccoli e bassi. In generale, ciò che sembra funzionare di più è il principio di prossimità. Per favorire la relazione faccia a faccia e l’interdipendenza, è preferibile far stare fisicamente vicini i ragazzi. Le tre disposizioni possono essere riviste in caso di attività nelle quali i gruppi devono gestire una molteplicità di materiali (accessori o strumenti, libri, schede…). In questo caso l’aggiunta di un banco può diventare funzionale. 4.2. Alunni fisicamente più grandi con banchi lunghi Con alunni più grandi (ultimi anni di scuola primaria) è preferibile seguire alcune delle soluzioni mostrate in basso, nel caso di banchi lunghi. Anche in questa situazione i due principi da seguire sono quelli di prossimità e interdipendenza. Gruppi di 2 Gruppi di 3 Gruppi di 4 oppure Disposizioni fisiche come quelle mostrate di seguito vanno il più possibile evitate, poiché difficilmente favoriscono la relazione faccia a faccia e l’interdipendenza. In questi casi, è alta la probabilità di disimpegno sociale (gli alunni si aiutano poco, discutono poco, decidono poco…) e cognitivo (uno o due alunni lavorano al posto dei compagni di gruppo). Infine, evitare di far lavorare due gruppi da 2 o da 3 su un solo tavolo. Se si hanno a disposizione tanti tavoli quanti sono i gruppi, assegnare un tavolo a ciascun gruppo. Apprendimento cooperativo 113 L AVORIAMO I NSIEME! 4.3. Seduti composti! Gli alunni, nelle attività di piccolo gruppo, non devono necessariamente stare seduti per lavorare alle consegne. Può essere dato loro il permesso di sporgersi, stare in piedi, stare seduti, stare a fianco del compagno,… Stare seduti composti non è il tratto essenziale di una classe ordinata e concentrata sui compiti da svolgere. 5. Il vincolo cognitivo Può accadere, durante il lavoro didattico, che i gruppi finiscano troppo presto di lavorare a una consegna. Questo può voler dire che il compito era troppo facile. Si rischia così di lasciare i gruppi «scarichi» e di dover poi gestire problemi di disciplina legati a tutte le attività divergenti su cui tendono intrattenersi gli studenti (chiacchierare, chiedere di andare in bagno, farsi scherzi, giocare…). I gruppi di apprendimento cooperativo raramente si appoggiano sulle capacità di un singolo da cui, poi, dipende il buon esito del lavoro. Qualora si presentasse questa situazione, il problema può essere superato ricorrendo al concetto di vincolo cognitivo. Per esempio: in un’attività centrata sullo scrivere, si può richiedere agli alunni, prima di comporre la frase, di applicare un vincolo di forma o di contenuto, come indicato di seguito. disciplina STORIA contenuto La religione degli antichi Egizi consegna Scrivere un testo che illustri le caratteristiche delle principali divinità egizie. vincolo Scrivere il testo con non più di 18 parole. [Il vincolo è scritto su foglietto e consegnato ai gruppi. Il docente prepara tanti foglietti per quanti sono i vincoli previsti] Il compito posto in questi termini si complica richiedendo, così, maggiore sforzo e un probabile ricorso a buona parte delle abilità di tutti. Più il compito è difficile più ha senso per i ragazzi lavorarci insieme. 114 Apprendimento cooperativo L AVORIAMO I NSIEME! 6. La rotazione dei ruoli 6.1. Stabilire una convenzione operativa È opportuno stabilire una convenzione operativa a inizio attività, da comunicare in modo esplicito agli alunni: « … i ruoli cambiano prima d’iniziare a scrivere una nuova frase … [o svolgere una nuova consegna] ...». La rotazione dei ruoli può alimentare l’interdipendenza positiva, rilanciare l’attenzione, creare una maggiore corresponsabilità nel buon andamento del gruppo. Il disegno proposto qui di seguito può chiarire il meccanismo di rotazione dei ruoli. CONSEGNA 1 correttore lettore scrittore correttore lettore CONSEGNA 2 scrittore correttore scrittore lettore 6.2. Imparare dai ruoli Strutturare bene i compiti, i ruoli e l’interdipendenza aumenta la probabilità che tutti nel gruppo siano valorizzati. La corresponsabilità nel buon andamento del gruppo (leadership distribuita) è di tutti. Nel piccolo gruppo non vi sono abili lettori o scrittoro o correttori a cui affidare in modo stabile un ruolo. Tutti devono essere messi nelle condizioni di diventare alunni abili, soprattutto se i gruppi cooperativi sono strumentali all’insegnamento delle abilità di base, sia linguistiche sia matematiche. Il continuo scambio dei ruoli fa sì che gli alunni siano sollecitati nel processo di apprendimento. Oltre a ciò, la rotazione può aiutare ad apprendere e sperimentare (in situazione) micro-comportamenti o atteggiamenti tipici di ciascun ruolo. Per esempio: l’alunno nel ruolo di scrittore impara che un testo leggibile permetterà al lettore di riportare con precisione a tutta la classe quanto annotato senza distorcere i risultati a cui il gruppo è giunto. Apprendimento cooperativo 115 L AVORIAMO I NSIEME! 7. Il clima della classe È piuttosto comune trovare gruppi-classe arenati su situazioni conflittuali tra alunni, su difficoltà di rapporto con gli adulti, su vissuti di avversione verso alcune discipline. Questi fenomeni possono essere spiegati ricorrendo al concetto di clima di classe. Con l’apprendimento cooperativo l’insegnante può curare questo fattore importante per l’apprendimento, dando centralità ai seguenti aspetti: • all’alunno, che apprende, che scopre, che chiede, che diventa curioso e creativo, che si attiva e si «sposta»; • all’apprendimento, che occorre attivare come se fosse un processo cognitivo di scoperta e autonomia; • alla relazione, intesa come mediatore di saperi, sistemi di conoscenze da condividere all’interno della classe attraverso relazioni organizzate e spontanee; • al processo, sollecitando i ragazzi a riflettere in questi termini: – Che cosa avviene? – Come avviene? – Che cosa hai fatto? – Quali strategie hai applicato? – Quali problemi hai dovuto affrontare? – Come li hai risolti? Nelle classi cooperative, gli alunni sono prevalentemente al centro del processo di apprendimento, mentre i docenti assumono un ruolo di attenti sceneggiatori prima e di abili registi durante lo svolgimento delle attività. 7.1. L’insegnante come regista L’apprendimento cooperativo spinge il docente ad assume un ruolo di regista, di accompagnatore, di guida, di risorsa aggiunta, e lascia i panni del «trasmettitore di conoscenze e di contenuto», pur non trascurando la sua preparazione disciplinare. Di seguito, alcune linee guida. 1. Prossimità. Durante un’attività di apprendimento, il docente sta fisicamente in mezzo agli alunni, si siede accanto a loro, diventa una risorsa aggiunta per il lavoro di ogni singolo gruppo. È molto importante, per esempio, chiedere e condividere con la classe che il tono di voce sia adeguato, proprio con lo scopo di permettere al docente di andare in tutti i piccoli gruppi, sedersi tra loro, ascoltarli e, se lo chiedono (ma solo se lo chiedono), aiutarli e offrire stimoli per risolvere problemi. 2. Consegne. La consegna deve essere chiara sin dall’inizio. Con gli alunni di classe 4ª e 5ª della Scuola primaria, è bene dare tutte le volte (o mettere come cappello di una scheda di lavoro) le indicazioni, i passi da seguire. È utile dettagliare ai singoli gruppi che cosa devono fare, come devono procedere, che cosa i docenti si aspettano da loro al termine del lavoro, che cosa devono sapere. In sintesi, scrivere ed esplicitare le consegne all’inizio permette ai singoli gruppi di procedere autonomamente e di poter tornare in ogni momento sulla consegna. La classe deve avere ben chiaro che la guida e la regia sono dell’insegnante. 116 Apprendimento cooperativo L AVORIAMO I NSIEME! 3. Monitoraggio. Durante il lavoro, il docente osserva i ragazzi e incoraggia i singoli alunni e i gruppi con stimoli e rinforzi positivi; ascolta, pone domande per smuovere situazioni di stallo, aiuta i gruppi a risolvere autonomamente i conflitti. 4. Motivazione ad apprendere. Il docente deve prevedere attività stimolanti, coinvolgenti, in cui tutti si sentano coinvolti e chiamati a partecipare. Il docente tiene a cuore la motivazione ad apprendere degli alunni. 5. Valutazione formativa. Dal punto di vista della valutazione, il docente dovrebbe applicare strategie di valutazione formativa per modificare le abitudini dello studente. Per esempio indicare in che cosa ha sbagliato, che cosa avrebbe potuto fare per non sbagliare, dettagliare il percorso per arrivare a una soluzione, indicare quale livello è stato raggiunto e dove la risposta non è risultata chiara o coerente con la richiesta. Per quanto riguarda l’errore, il docente può discutere circa il «peso» di un errore rispetto a un altro e porre domande significative che permettano una riflessione sull’errore stesso. Infine, l’insegnante può guidare passo dopo passo la classe nella preparazione di una prova. Una valutazione connotata in questi termini può veicolare presso gli alunni l’idea che «molti o tutti ce la possono fare» e che «ognuno è una persona degna di stima e considerazione». La valutazione formativa riconosce i progressi di apprendimento come importanti conquiste personali. La focalizzazione non è sui risultati ottenuti nelle verifiche, ma sul loro valore informativo e formativo. 6. Leader democratico. L’atteggiamento dell’insegnante può essere determinante nella formazione del clima della classe. Per costruire un clima di classe positivo, il suo atteggiamento dovrebbe essere: democratico, sincero, da leader positivo, inteso come punto di riferimento, guida, persona disponibile all’ascolto e all’aiuto; un atteggiamento appunto da regista delle attività e dei vari attori, vale a dire dei bambini o ragazzi. 7. Sfide cognitive. Il docente lancia sfide cognitive. Un alunno che apprende dovrebbe essere considerato come un protagonista attivo, coinvolto, responsabile e non come soggetto passivo di un apprendimento deciso da altri. Un apprendimento significativo viene generato dall’elaborazione attiva delle informazioni, dalla comprensione, dal confronto e dalla valutazione e interazione di più fonti informative (sviluppo del pensiero critico). Meglio se l’alunno non è da solo di fronte a questa complessità, ma è supportato da un gruppo, al quale si sente di appartenere e sul quale può contare per essere aiutato a raggiungere obiettivi cognitivi comuni. 7.2. La promozione di un clima di classe positivo Il clima di classe può essere connotato secondo due polarità: «sicurezza e fiducia» oppure «insicurezza e sfiducia». Percepire insicurezza nella classe può determinare un clima negativo, comportamenti difensivi, vissuti di ostilità e pregiudizi. Al contrario, un senso di fiducia può determinare un clima di classe positivo, frequenti condotte prosociali (aiuto e collaborazione), un atteggiamento di ammirazione nei confronti dei docenti e, infine, auto-stima. Pur riconoscendo che le dinamiche di una classe possono influenzare fortemente i rapporti tra adulti e alunni e quelli tra alunni, l’insegnante può giocare un ruolo Apprendimento cooperativo 117 L AVORIAMO I NSIEME! centrale, e lavorare per il buon andamento dei gruppi. Su due aspetti è importante richiamare l’attenzione: • Credibilità professionale. Un docente acquisisce credibilità quando gli allievi riconoscono, da ciò che fa e dice, che egli è realmente competente e che programma le lezioni con cura e impegno, dando struttura alle attività ed evitando il più possibile grossolane improvvisazioni. In questi casi egli agisce come un leader, perseguendo scopi chiari e ben definiti. • Cura della persona. Se ognuno conta, ognuno può contribuire; se ognuno può contribuire, ognuno può imparare. Quando le domande, le iniziative degli alunni, i loro interventi sono riconosciuti, gli studenti imparano che i docenti si comportano come «adulti interessati» che si prendono cura del loro apprendimento. Egli dedica tempo alle richieste degli studenti assumendole come «domande importanti», espresse da individui riconosciuti come persone. Riferimenti bibliografici Comoglio, M. (1998). Educare insegnando. Roma: LAS Comoglio, M. (1996). Che cos’è il Cooperative Learning. Orientamenti Pedagogici, 43, pp. 259-293. Comoglio, M., e Cardoso, M. A. (1996). Insegnare e apprendere in gruppo. Il cooperative learning. Roma: LAS. Gentile, M. (2003). Apprendimento Cooperativo. Fondamenti teorici e sviluppi. In: Gentile, M. e Petracca, C. (A cura di), Apprendimento Cooperativo. Spunti per l’innovazione didattica (pp. 50-71). Milano: ELMEDI Paravia Bruno Mondadori. Gentile, M., Pisanu, F. e Tabarelli, S. (2012). Personalizzare l’apprendimento nel contesto della classe. Trento: Edizioni Provincia Autonoma di Trento. Gentile, M. e Sitta, E. (2006). Il clima e la costruzione del gruppo classe. R & S. Religione & Scuola, vol. 34, pp. 57-62. Kagan, S. (1998): New Cooperative Learning, multiple intelligence, and inclusion. In: J. W. Putnam (A cura di), Cooperative learning and strategies for inclusion. Celebrating diversity in the classroom (pp. 105-136). Baltimora, MA: Brookes Publishing Co. Kagan, L. (2000): Multiple Intelligence. Structure & Activities. Kagan Publishing. Kagan, S. (2000). L’apprendimento cooperativo. L’approccio strutturale. Roma: Edizioni Lavoro. Sitta, E., e Gentile, M. (2006). Attività per favorire il clima e la costruzione del gruppo classe. R & S. Religione & Scuola, vol. 34, pp. 51-66. 118 Apprendimento cooperativo L AVORIAMO I NSIEME! LA MATEMATICA COOPERATIVA DI DODO E TITTI ATTIVITÀ 1 - I DISEGNI DI ANDREINA (p. 193 de Il mio quaderno di matematica) • Obiettivi: capacità di osservazione; capacità di ricezione; capacità espositiva e descrittiva; transcodiƂcazione. • Tempi: 120 minuti circa. L’insegnante forma delle coppie di alunni, afwda i ruoli ai componenti di ogni coppia e scandisce i tempi dell’attività suddividendola in due fasi. L’insegnante, rivolgendosi agli alunni, non parlerà ancora di «ruoli». È preferibile, per ora, invitarli a svolgere un compito preciso. I due disegni necessari per lo svolgimento dell’attività sono forniti in forma fotocopiabile alle pagine 120 e 121 di questa guida. 1. L’insegnante consegna un disegno a un componente della coppia, spiegando con una certa enfasi, che non deve farlo vedere al compagno. Il bambino voce ha il compito di osservare/descrivere il disegno e di indicare al compagno il numero delle cose che vede (alberi, pesci, case, ecc...). Il compagno che assume il compito mano riporta nella tabella ma cosa c’è il numero degli elementi descritti e accanto a questo il nome degli oggetti. Inwne disegna quanto il compagno ha descritto nel riquadro sottostante. 2. Terminata questa fase, l’insegnante invita i bambini/e a scambiarsi i ruoli (compiti) e consegna alla coppia il disegno n. 2. Si ripete l’attività. Concluso il lavoro, i bambini si scambiano i disegni (consegnati dall’insegnante) e rispondono alle domande di riyessione individualmente. Apprendimento cooperativo 119 L AVORIAMO 120 I NSIEME! Apprendimento cooperativo Materiale fotocopiabile L AVORIAMO Materiale fotocopiabile I NSIEME! Apprendimento cooperativo 121 L AVORIAMO I NSIEME! ATTIVITÀ 2 – AL PARCO CON ANDREINA (p. 195 de Il mio quaderno di matematica) • Obiettivi: capacità manipolative; capacità di rappresentazione; capacità di collaborazione e condivisione di strategie per raggiungere un obiettivo comune. • Tempi: 90 minuti circa. • Materiali: pongo/didò. L’insegnante compone coppie e consegna a ciascuna di queste un panetto di circa 200 grammi di didò o pongo, con il quale i bambini rappresenteranno wori, foglie e ghiande. L’insegnante assegna a ciascun componente della coppia il compito di realizzare tali elementi, in base ai ruoli (compiti per i bambini) proposti sul libro. Terminata l’attività manipolativa, la coppia completa sul libro il riquadro Quanti in tutto? Prima di scrivere, i bambini si confrontano e soltanto dopo riportano quanto deciso sui rispettivi libri. Insieme, eseguono il disegno a quattro mani (prima su un libro e poi sull’altro). Le modalità di esecuzione sono le seguenti: l’insegnante chiede ai bambini della coppia di impugnare la matita ed eseguire il disegno. ATTIVITÀ 3 – GLI ALBUM DI ANDREINA (p. 196 de Il mio quaderno di matematica) • Obiettivi: capacità di collaborazione e condivisione di strategie per raggiungere un obiettivo comune; capacità di rappresentazione. • Tempi: 60 minuti circa. Le coppie composte dall’insegnante si confrontano sulla risoluzione di un problema incentrato sull’elaborazione dei ritratti dei compagni di classe. Prima di risolvere il problema, la coppia decide chi rappresentare (nomi dei compagni) sul rullino (riquadri più grandi a p. 101). Successivamente, attraverso le domande guidate, la coppia esegue un controllo sulle modalità di esecuzione del problema. In questa attività il compito (ruolo) è diviso equamente (p. 102). 122 Apprendimento cooperativo L AVORIAMO I NSIEME! ATTIVITÀ 4 – ALLA FATTORIA CON ANDREINA (p. 199 de Il mio quaderno di matematica) • Obiettivi: capacità di osservazione; capacità di problem solving; capacità di classiƂcazione; capacità di calcolo. • Tempi: 60 minuti circa. L’insegnante compone delle coppie e assegna, in base ai compiti proposti sul libro, il ruolo a ciascun bambino. Il disegno si pone come focus centrale per la risoluzione del problema. I bambini osservano la wgura ed eseguono una classiwcazione (tra animali di colore bianco e animali di altri colori) indicando con una crocetta per ogni animale il numero di zampe. I componenti della coppia si scambiano i ruoli wnita la prima fase. La fase conclusiva di questa attività prevede il completamento (in base ai compiti) del trattore delle addizioni, dove un bambino scrive nei riquadri i nomi degli animali e l’altro scrive nel quadratino corrispondente il numero di zampe. L’insegnante chiede inwne un feedback all’intera classe riguardo all’attività. ATTIVITÀ 5 – LA CODA DELLE OPERAZIONI (p. 201 de Il mio quaderno di matematica) • Obiettivi: capacità di calcolo, capacità di rispetto di tempi e regole; capacità di turnazione; capacità di confronto e dialogo. • Tempi: 30 minuti circa. L’insegnante compone delle coppie. Invita ciascun bambino a scegliere un piccolo oggetto (una gomma o un temperamatite) come propria pedina per giocare. L’insegnante può scegliere se introdurre il gioco spiegandone le modalità a classe intera o se lasciare autonomia ai bambini nella scoperta delle regole del gioco (vedi libro p. 105). Il gioco consiste nello spostare le pedine sulle caselle del tabellone di gioco e, arrivati su una di queste, il bambino ha il compito di eseguire l’operazione indicata. Nell’esplicitare la consegna si può chiedere di scrivere il risultato prima su un libro e poi, se si ripete ancora, sul libro del compagno. Altre varianti di consegna: si può chiedere alla coppia di appuntare i risultati delle operazioni su di un foglio a parte (un bambino esegue, l’altro scrive). Con tale modalità si permette ai bambini di ripetere il gioco più volte, magari variando le coppie, attivando così un confronto più allargato e dinamico. Apprendimento cooperativo 123 L AVORIAMO I NSIEME! ATTIVITÀ 6 – LA SPESA DI ANDREINA (p. 202 de Il mio quaderno di matematica) • Obiettivi: capacità di comprensione; capacità di calcolo; capacità di mediazione. • Tempi: 30 minuti circa. L’insegnante compone delle coppie che si confrontano per la risoluzione di un problema. In base ai ruoli assegnati dall’insegnante, i bambini completano la tabella rispetto al colore. ATTIVITÀ 7 – LA PESCA DEI NUMERI (p. 203 de Il mio quaderno di matematica) • Obiettivi: capacità di lettura e completamento di una tabella; rispetto dei turni; introduzione alla microlingua della disciplina. • Tempi: 120 minuti circa. Questa è un’attività in cui si gioca alla tradizionale «battaglia navale» con le lettere. L’insegnante mette a disposizione di ogni alunno due tabelle in cui le caselle sono individuate da coordinate. Si vedano gli esempi sul libro a p. 108. L’insegnante forma delle coppie, i bambini giocano con quattro tabelle (due per giocatore), tutte di uguali dimensioni. I quadretti di ogni tabella sono identiwcati da coppie di coordinate, corrispondenti a riga e colonna (si usano numeri per le colonne e lettere per le righe: perciò le celle sono denominate «A-1», «B-6», e così via). All’inizio, i bambini posizionano le parole scrivendole su una delle loro due tabelle (griglie) che terranno nascosta al compagno per tutta la durata del gioco. Una parola occupa un certo numero di quadretti adiacenti in linea retta (orizzontale o verticale) sulla tabella. Una volta posizionate le parole, il gioco procede a turni. Il giocatore di turno «pesca una casella» dichiarando un quadretto (per esempio, «B-5»). Il compagno controlla sulla propria griglia se quella cella è occupata da una lettera. In caso affermativo risponde «pescato!» e marca quel quadretto sulla propria tabella; in caso negativo risponde «mancato». Sulla seconda tabella i bambini prendono nota delle casella che hanno chiamato e del loro esito. Vince il giocatore che per primo pesca tutte le parole scritte nella tabella del compagno. 124 Apprendimento cooperativo APPUNTI .................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................... 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rintracciare. 1ª edizione: aprile 2016 Ristampa 6 5 4 3 2019 2018 2017 2016 2 2015 1 2014 Percorso di apprendimento cooperativo © Edizioni il capitello, Torino Via Sansovino, 243/22/R – 10151 Torino telefono 011 4513611 fax 011 4513612 e-mail: [email protected] internet: www.capitello.it La Casa Editrice autorizza la riproduzione delle schede presenti in questa guida per uso esclusivamente didattico. a cura di Coordinamento didattico: Simone Natali e Alan Pona Costruzione dei materiali: Valentina Ballerini e Giulia Troiano è disponibile per suggerimenti e chiarimenti al seguente indirizzo mail: [email protected] sito internet: www.panerosecoop.it
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