Nota - Geoportale della Lombardia

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Nota - Geoportale della Lombardia
Capitolo I:
Descrizione del progetto
Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s.,
Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
I.0 CLASSIFICAZIONE DELL’INTERVENTO SECONDO IL DPR
12 APRILE ’96
Il presente progetto propone lo sviluppo di aree industriali e produttive in
Provincia di Mantova, su una superficie complessiva di circa 280 Ha
ripartita tra il comune capoluogo ed il comune di San Giorgio di Mantova.
L'intervento rientra nelle tipologie di cui agli art. 1 - comma 6 - e 10 del
DPR 12.4.1996; figura infatti nell'elenco dell’allegato B della legge citata,
come modificata dal DPCM 3.9.1999, al punto 7 lettera a), alla voce
"Progetti di infrastrutture": “Progetto di sviluppo di zone industriali o
produttive con una superficie interessata superiore ai 40 Ha”.
Come indicato nella Tav. 07, sono altresì comprese nel presente Studio di
Impatto Ambientale le seguenti modifiche della viabilità di contorno delle
aree di cui al Progetto definitivo di Lottizzazione di area ad uso agricolo
produttivo Tavola 5c Variante Parziale Zona Valdaro, e delle aree
dell'Ipotesi di Sviluppo delle opere di urbanizzazione primaria del P.I.P.
Terra-Acqua:
-
completamento del nuovo raccordo al casello autostradale di
Mantova Nord, con il relativo rondeau di smistamento del traffico;
-
strada di collegamento all’area industriale del P.I.P. “Terra-Acqua”
in Comune di Mantova.
Vista l’importanza che i progetti riveste per il territorio, i proprietari dei
terreni hanno deciso di sottoporre il “progetto delle infrastrutture” al
giudizio di compatibilità ambientale.
Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s.,
Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
I.1
INDIVIDUAZIONE DEL TERRITORIO COMPRESO NEL
PRESENTE PROGETTO
Con riferimento alle Tavole 01 e 02 descrittive del territorio nella
situazione attuale, l'area del presente progetto è approssimativamente
compresa tra:
- ad Est: tracciato dell'autostrada A22 per circa 1700 m (dall'intersezione
con la linea ferroviaria Mantova-Monselice alla strada comunale per
Villanova de Bellis);
- a Sud: strada comunale per Villanova de Bellis per circa 300 m e quindi
Canale Acque Alte per circa 1100 m, fino all’intersezione con la S.S. n°
482 "Alto Polesana";
- a Ovest: tracciato della S.S. n° 482 per circa 1800 m (dal Canale Acque
Alte sino al limite del piano di lottizzazione indicato in planimetria);
- a Nord: limite di piano di lottizzazione indicato in planimetria e quindi
tracciato della linea ferroviaria Mantova-Monselice per circa 700 m,
fino all'intersezione con l'autostrada A22.
All'interno del territorio così delimitato si collocano zone residenziali e
corti agricole, che come evidenziat nella Tav. 03, non sono comprese nei
progetti oggetto del presente studio.
L'inquadramento generale dell'area nel territorio mantovano, rispetto alla
città capoluogo e ai siti di importanza comunitaria per gli habitat naturali, è
rappresentata nella tav. 05.
Lo sviluppo complessivo dell'area industriale e delle relative infrastrutture
nello stato di progetto è delineato nella Tav. 07 .
Complessivamente l'intero territorio del progetto è suddivisibile in tre aree
produttive (vedi Tav. 08), "omogenee" per iter burocratici ed
autorizzazioni edilizie (vedi § I.2.3):
Area 2: di superficie pari a circa 60 Ha, ripartita tra i Comuni di Mantova
e di San
Giorgio di Mantova, interessata dal piano di insediamenti
produttivi della
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Valdaro S.p.A. (ex. CO.SV.I.M.) e facente parte del P.I.P.
“ampliamento 1ª fase”.
Nella pratica urbanistica comunale è denominata P.I.P. “TerraAcqua”.
Area 21: di superficie pari a circa 60 Ha, ripartita tra i Comuni di Mantova
e di San Giorgio di Mantova, di proprietà della Valdaro S.p.A.
(ex. CO.SV.I.M.) e facente parte del P.I.P. “ampliamento 2ª fase”;
Nella pratica urbanistica comunale è denominata P.I.P.;
Area 3: di superficie di circa 167.6 Ha, in Comune di Mantova,
recentemente
lottizzata e ripartita tra le seguenti proprietà:
-
EDIL P.F. S.r.l.: 1.234.678 m2 + 102.600 m2 ex
Sig.ra Alfa Bondioli
-
Fondazione d’Arco: 176.647 m2
-
EniChem S.p.A.: 102.820 m2
-
Crion Produzioni Sapio S.r.l.: 53.920 m2
-
RIVOIRA S.p.A.: 5.336 m2
Nella pratica urbanistica comunale è denominata lottizzazione di
area
ad uso agricolo e produttivo Tavola 5C variante parziale zona
Valdaro.
Le tre aree indicate, tra loro complementari per quanto riguarda le
infrastrutture stradali e ferroviarie, sono pertanto accorpate nel presente
Studio di Impatto Ambientale.
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I.2
LE RELAZIONI TRA IL PROGETTO E GLI STRUMENTI
DI PROGRAMMAZIONE E DI PIANIFICAZIONE VIGENTI
I.2.1 - Classificazione del territorio secondo gli strumenti urbanistici
vigenti
I Piani Regolatori
L' Area 2 che ricade quasi completamente in Comune di Mantova, ai
sensi del P.R.G. ivi vigente è così ripartita:
-
Zone per uso esclusivamente produttivo (art. 31), destinate ad impianti
industriali e artigianali;
-
Aree destinate ad uso pubblico per attrezzature sociali P0, V2, S (art.
40);
-
Aree destinate a protezioni stradali (art. 42);
-
Aree destinate ad infrastrutture ferroviarie (art. 44).
L’ Area 3 che ricade completamente in Comune di Mantova, ai sensi del
P.R.G. ivi vigente è così ripartita:è così ripartita:
-
Zone per uso esclusivamente produttivo soggette a particolari cautele
(art. 32), per la localizzazione di impianti ed attività artigianali, di
produzione, di servizio ed industriali soggette a specifiche misure di
tutela;
-
Zone per uso esclusivamente e prevalentemente produttivo (art. 31 e
30), per l'installazione di impianti industriali e artigianali;
-
Zone agricole caratterizzate da colture specializzate (art. 36);
-
Corti rurali (art. 38);
-
Aree destinate ad uso pubblico per attrezzature sociali P0, V2, S (art.
40);
-
Aree destinate a protezioni stradali (art. 42);
-
Aree destinate a infrastrutture ferroviarie (art. 44).
L'Area 21 che ricade quasi completamente in Comune di S. Giorgio, ai
sensi del P.R.G. ivi vigente ricade nella zona di espansione produttiva; è
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pertanto assoggettata al Piano per Insediamenti Produttivi (PIP), regolato
nelle Norme Tecniche di Attuazione del P.R.G. comunale ed è così
ripartita:
-
zona di espansione caratterizzata da edilizia produttiva (art. 47 bis), in
cui sono previste: attività artigianali ed industriali (ad esclusione di
quelle classificate insalubri dalla legislazione vigente), attività
artigianali di servizio e di autotrasporto;
-
zone territoriali omogenee "SUB S3": "aree di rispetto delle
infrastrutture viarie" (art. 58);
-
zone territoriali omogenee "SUB S4": "aree di rispetto ferroviario"
(art. 59).
Nella Tav. 09 il territorio è suddiviso in:
-
aree per insediamenti produttivi;
-
aree a standard, o di uso pubblico per attrezzature sociali;
-
aree di rispetto di 150 m dalla sponda del Canale Diversivo del Mincio,
ai sensi della Legge 8 Agosto 1985 n° 431;
-
aree di rispetto stradale;
-
aree per infrastrutture ferroviarie.
Azzonamento acustico
Nella Tav. 16 è riportata la rappresentazione grafica dell’azzonamento
acustico, già approvato per l’area 21, rappresentazione che viene
completata per le aree 2 e 3 con una proposta di zonizzazione acustica per
ora solo ipotizzata nel presente studio, ma coerente con la situazione
esistente e futura.
Dalla stessa tavola si evince che le aree del progetto rientrano nelle classi
IV [aree di intensa attività umana, valori limiti: diurno 65 dB (A), notturno
55 dB (A)]; e V [aree di intensa attività umana, valori limiti: diurno 65 dB
(A), notturno 55 dB (A)];.
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I.2.2 - Uso attuale del territorio in progetto
Uso attuale del suolo e caratteri ambientali sono evidenziati nella Tav.02.
Trattasi di territorio occupato quasi esclusivamente da coltivazioni
agricole, con la presenza di alcune corti rurali.
Come rappresentato nella tav. 6, l'area è attraversata dalle seguenti servitù:
-
elettrodotti aerei ad alta e media tensione;
-
gasdotto
interrato
per
l'approvvigionamento
di
Metano
dello
stabilimento EniChem;
-
oleodotto interrato per l'approvvigionamento dello stabilimento
EniChem di Etilene, Benzene, Cumene dal sito EniChem di Porto
Marghera;
-
oleodotto interrato per l'approvvigionamento di petrolio greggio della
raffineria I.E.S. S.p.A. da Porto Marghera;
-
pipe-line
a
servizio
dello
stabilimento
EniChem
per
l'approvvigionamento di gas tecnici (Anidride Carbonica e Azoto)
dallo stabilimento Crion Produzioni Sapio S.r.l.;
-
pipe-line
a
servizio
della
raffineria
I.E.S.
S.p.A.
per
l'approvvigionamento di Idrogeno gassoso dallo stabilimento Crion
Produzioni Sapio S.r.l..
L'unica attività industriale attualmente presente nel territorio dell'intero
progetto, è l’azienda Crion Produzioni Sapio S.r.l., ubicata nell’Area 3,
che produce e lavora gas tecnici per uso commerciale.
Trovandosi ai limiti dell’area del progetto, tale sito industriale è già dotato
di infrastrutture e collegato alle reti tecnologiche, ad esclusione della
fognatura municipale.
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I.2.3 - Stato delle autorizzazioni urbanistiche
Le tre aree individuate si differenziano per iter autorizzativo e
provvedimenti edilizi rilasciati, di seguito riassunti:
Area 2
-
adottata la Variante al PRG dal Comune di Mantova con Delibera del
Consiglio comunale n°58 prot. 4432 del 28.2.2000;
-
con Delibera n. 129 prot. 14776 del 28.9.2000 sono state approvate le
controdeduzioni alle osservazioni alla variante parziale al PRG per la
zona Valdaro;
-
la pratica edilizia sarà trasmessa in Regione Lombardia per
l’approvazione definitiva della variante urbanistica;
Area 21
-
adottata la Variante n° 6 al PRG del Comune di San Giorgio con
Deliberazione del Consiglio Comunale n° 14 del 29.5.2000; l'iter di
approvazione è proseguito con il deposito del documento (dal
19.7.2000 al 17.8.2000) e le osservazioni del pubblico (entro il
16.9.2000);
-
In data 17/7/2000 è stato richiesto il parere della Provincia di Mantova
e in data 19/7/2000 il parere dell'ASL, rilasciato il 28/12/2000;
-
la pratica edilizia sarà trasmessa in Regione Lombardia per
l’approvazione
definitiva della variante urbanistica;
Area 3
-
lottizzazione approvata con Delibera del Consiglio comunale n°166 del
14.12.1999;
-
è stato predisposto l’allegato Progetto Definitivo per la realizzazione
delle opere di urbanizzazione, la cui approvazione da parte
dell’Amministrazione Comunale è subordinata alla conclusione della
procedura di Valutazione di Impatto Ambientale;
-
l'Azienda Crion Produzioni Sapio S.r.l. ha ottenuto dalla Giunta
Regionale - Direzione Generale Urbanistica - il Decreto n. 12310 del
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16 maggio 2000, che ai sensi dell'art. 10 del DPR 12.4.96 esclude dalla
procedura di Valutazione di Impatto Ambientale il progetto per la
realizzazione nel proprio sito di un impianto di frazionamento aria.
L’Area 1 - indicata nella Tav. 8 fa parte del P.I.P. “Terra-Acqua” della
Valdaro S.p.A., approvato dalla Regione Lombardia con Delibera della
G.R. N° VI/33248 del 12 Dicembre 1997, come variante attuativa del
P.R.G.
Per tale lottizzazione è in corso la realizzazione per stralci delle opere di
urbanizzazione primaria e l’insediamento delle attività artigianali –
industriali.
Lo stato di avanzamento del PIP è di circa il 50 %.
L’ultimazione delle opere di urbanizzazione è prevista entro il 31 dicembre
2002.
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I.3
DESCRIZIONE DELLE CARATTERISTICHE FISICHE
DELL’INSIEME DEL PROGETTO E DELLE ESIGENZE DI
UTILIZZAZIONE
DEL
SUOLO
DURANTE
LE
FASI
DI
COSTRUZIONE E DI ESERCIZIO
Con riferimento alla Tav. 09, le caratteristiche dell'insieme del progetto
sono illustrate separatamente per le tre aree definite nel paragrafo
precedente:
Aree 2 e 21
Si tratta di aree destinate all'insediamento di nuovi complessi produttivi e
di nuove infrastrutture (strade di collegamento con il casello autostradale,
nuovo raccordo ferroviario, Centro Intermodale Merci), comprese tutte le
opere d’urbanizzazione primaria (reti fognarie, acquedotto, gasdotto,
illuminazione pubblica, rete Enel e Telecom).
Area 3
Si tratta di un’area destinata all’insediamento di nuove infrastrutture e di
nuove attività industriali, comprese industrie insalubri di 1ª e 2ª classe (ai
sensi del DM Sanità 5 sett. ’94).
Le uniche attività a rischio di incidente rilevante, come definite dal D. Lgs.
334/99, sono previste nell’area dell’insediamento industriale esistente della
Crion Produzioni Sapio S.r.l..
Tenuto conto della situazione venutasi a creare con l’allontanamento dal
territorio comunale di quelle attività a rischio di incidente rilevante per le
quali era stata prevista la delocalizzazione sull’area 3, i proprietari
ritengono di poter escludere che non solo nei lotti 32, 37, 38, 39, 40, 41,
42, 53, 54, 55, 56, ma anche sui restanti lotti di cui all’art. 32 delle N.T.A.
si potranno insediare attività artigianali, di produzione, di servizio ed
industriali soggette a specifiche misure di tutela, con esclusione quindi
delle attività industriali che rientrano nel campo di applicazione degli artt.
4 e 6 del D.P.R. 175/88 ed in particolare degli impianti di stoccaggio
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G.P.L. e simili, e di tutti gli insediamenti che potrebbero comportare rischi
di incidenti rilevanti.
Ricadono nell’area, inoltre, tutte le opere di urbanizzazione primaria
necessarie per l’industrializzazione della stessa, quali le reti fognarie,
l’acquedotto, il gasdotto, l’illuminazione pubblica, le reti tecnologiche
Enel e Telecom.
I.3.1 - Le nuove infrastrutture e i flussi di traffico
Nuove infrastrutture
Il progetto generale per le nuove infrastrutture - descritte in dettaglio nel §
I.4.1 prevede:
1) strade e ponti stradali:
-
asse viario Nord-Sud di collegamento tra il rondeau in progetto sul
lotto B della Tangenziale Nord e il casello autostradale Mantova Nord
(sito in Comune di San Giorgio);
-
asse viario Est-Ovest, in Comune di Mantova, di collegamento tra le
Aree 3, 2 e 1;
-
viabilità ordinaria a servizio delle aziende che si insedieranno nel
territorio (strade di lottizzazione);
-
nuovo ponte stradale sull'asse viario Nord-Sud di superamento della
linea ferroviaria esistente Mantova-Monselice e del nuovo raccordo
ferroviario in progetto;
-
adeguamento di ponte stradale esistente di attraversamento del Canale
Acque Alte;
-
nuovo ponte stradale di attraversamento del Canale Acque Alte;
2) parcheggi:
-
in numero pari a sei nell'Area 3, per una superficie complessiva di
circa 15 Ha, utilizzati come elemento di separazione tra zone a diversa
destinazione urbanistica;
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-
almeno due nelle Aree 2 e 2', per una superficie complessiva di circa 7
Ha, come previsto nel progetto di massima delle opere di
urbanizzazione per l’area PIP “Terra-Acqua”;
3) infrastrutture ferroviarie:
nuovo raccordo di collegamento alla stazione di Frassine sull'esistente
linea
ferroviaria Mantova-Monselice, a servizio delle aree in progetto;
4) centro intermodale:
centro intermodale per il trasferimento delle merci da sistema di trasporto
su
gomma a ferrovia.
I flussi di traffico nello stato attuale
Il traffico veicolare che coinvolge il territorio Mantovano, ed in particolare
le aree circostanti l’intervento oggetto di studio, si sviluppa principalmente
sull'Autobrennero e sulle Strade Statali n. 10, 62, 420, 482 che collegano il
capoluogo con le città di Brescia, Cremona, Modena, Padova, Parma,
Reggio Emilia e Verona (vedi Tav.17).
A questi assi si deve aggiungere la Strada Provinciale n. 28 che raccorda la
zona sud di Mantova con il casello Autostradale di Mantova Nord,
raccogliendo anche quei veicoli provenienti da Cremona e Parma e diretti
verso il Brennero.
Tali arterie intersecano, in corrispondenza dei confini comunali, l’esistente
sistema tangenziale, che attualmente risulta incompleto e poco funzionale
essendo costituito da alcuni tratti di strade che per le loro caratteristiche
geometriche e di uso possono essere ricondotte ad assi urbani.
L’unico tratto di tangenziale potenziato è quello Nord-Est che collega il
ramo Nord della SS 62, il ramo orientale della SS 10, la SP 28 e la SS
482; i rami Est e Sud-Est della tangenziale sono ancora in fase di progetto.
I flussi di traffico nello stato di progetto
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Le attuali caratteristiche, sicuramente poco felici, della viabilità
dell’Interland Mantovano
rendono importante l’intervento oggetto di
studio, che non solo non peggiora le condizioni attuali di traffico, poiché
gli utenti del nuovo polo industriale possono accedere direttamente dalla
tangenziale e dal casello autostradale, evitando di attraversare i centri
abitati circostanti, ma può aiutare le arterie attualmente più congestionate.
Sulla nuova lottizzazione, infatti, si trovano due assi viari principali, uno
con direzione Nord-Sud ed uno con direzione Est-Ovest che serve il nuovo
porto fluviale di Valdaro, collegato al primo mediante rotatoria.
Tali assi si presentano con una sezione stradale tipo 2 della classifica del
C.N.R. con due corsie, una banchina transitabile, una pista ciclabile ed un
marciapiede per senso di marcia.
Si può concludere che, senza l’intervento oggetto di studio, non è previsto
nessun asse stradale di grande scorrimento che sia in grado di collegare
l’Autobrennero al porto fluviale di Valdaro.
I.3.2 - Le opere di urbanizzazione primaria
Le opere di urbanizzazione primaria comprendono reti fognarie,
acquedotto, gasdotto, illuminazione pubblica, rete Enel e Telecom. Le
caratteristiche delle opere sono descritte in dettaglio negli allegati progetti:
per l’Area 3 :
Progetto definitivo delle opere di urbanizzazione di lottizzazione di area ad
uso agricolo e produttivo, tavola 5C variante parziale zona Valdaro –
Mantova, 8.6.1999;
per le Aree 2 e 21
Ipotesi di sviluppo delle opere di urbanizzazione per l’area PIP “TerraAcqua” e PIP del Comune di San Giorgio di Mantova – Mantova,
15.02.2001.
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I.3.3 - Le attività produttive nell’area del progetto
Superfici lorde massime realizzabili.
Nella tabella che segue vengono riportate le massime Superfici Lorde
d'uso realizzabili ottenute calcolando le superfici massime edificabili di
ciascuna area del progetto sulla base degli indici di densità fondiaria
stabiliti dalle vigenti Norme Tecniche di Attuazione dei P.R.G. del
Comune di Mantova e del Comune di S. Giorgio,
Area
Sl realizzabile
[mq]
2
≅ 307.000
21
≅ 195.600
3
≅ 631.450
Previsione dei futuri addetti occupati
Sulla base delle superfici destinate agli insediamenti produttivi si stima per
ciascuna area la seguente capacità occupazionale:
Area
2
21
3
Addetti
≅ 500
≅ 500
≅ 1000
I.3.4 - Il programma di realizzazione del progetto
Le opere relative alla realizzazione delle infrastrutture e per l’
urbanizzazione primaria saranno realizzate secondo quanto indicato nella
tabella seguente:
Area
Progettazione
2
21
3
Entro 2001
Entro 2001
Entro 2001
Inizio lavori
Entro 2002
Entro 2002
Entro 2001
Fine lavori
Entro 2005
Entro 2005
Entro 2003
definitiva
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I.3.5 - Esigenze di utilizzazione del suolo durante le fasi di costruzione e
di esercizio
Il suolo delle aree oggetto del presente studio verrà utilizzato in parte per
la realizzazione delle infrastrutture, ed in parte per insediare i nuovi
stabilimenti industriali .
Tra le infrastrutture è necessario distinguere quelle che verranno realizzate
sulle aree 2, 2’ e 3 dal raccordo autostradale poiché le prime sono
finanziate direttamente dalle ditte lottizzanti mentre il tratto di raccordo è
ancora di competenza dei comuni di Mantova e San Giorgio.
Si possono quindi identificare tre fasi distinte in cui si realizzeranno i
lavori :
Prima fase = costruzione delle infrastrutture ,
Seconda fase = realizzazione degli insediamenti sui singoli lotti
Terza fase = realizzazione del raccordo al casello autostradale.
I tempi indicati nella seconda e nella terza fase sono puramente indicativi,
in quanto sono funzione del tipo e del numero di stabilimenti che si
insedieranno nella lottizzazione in studio. Nel caso del raccordo
autostradale la tempistica dipende dalle decisioni che saranno prese dalle
varie amministrazioni locali.
I.3.6 - I cantieri
Sono descritti esclusivamente i cantieri necessari per la realizzazione delle
opere di infrastrutture dell’intera zona, comprese gli interventi per
l’esecuzione di tutte le reti tecnologiche (acquedotto, gasdotto,
elettrodotto, fognature, rete telefonica) e dell’illuminazione pubblica.
Nel presente studio viceversa non saranno trattate le problematiche relative
ai cantieri per la costruzione dei singoli insediamenti industriali poiché non
è noto né il numero né la tipologia degli stessi.
Le maggiori problematiche ambientali dei cantieri edili sono rappresentate
dall’inquinamento acustico ed atmosferico.
Da questo punto di vista gli unici bersagli sensibili sono rappresentati dai
centri abitati di Mottella e di Borgo Virgiliana, in quanto l’area confina
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con complessi industriali già realizzati, o in corso di realizzazione, e con
l’aperta campagna.
Si precisa inoltre che dal punto di vista climatico la zona è sostanzialmente
poco ventosa; dalle direzioni predominanti dei venti riportate nel capitolo
III.5.1 si evince che i centri abitati in prossimità dell’area non verranno
infastiditi
dalle
polveri
e
dal
rumore
del
cantiere.
Come specificato nel capitolo I.4.2 il terreno necessario alla costruzione
delle strade sarà recuperato nell’area stessa, in modo da recare il minor
disturbo possibile agli abitanti delle zone circostanti.
In questo modo, infatti gli automezzi adibiti al trasporto terra viaggeranno
per lo più all’interno dell’area stessa e non andranno ad aggravare le
situazioni di traffico di contorno.
I.3.6.1 – Descrizione dei cantieri
Sulla Tav. 28 è riportata la localizzazione dei cantieri per la realizzazione
delle infrastrutture.
Essi saranno di tipo fisso, di superficie pari a circa 3000 mq² cadauno; non
sono previsti cantieri temporanei.
Le aree di cantiere sono state scelte il più lontano possibile dalle abitazioni
in modo da ridurre il disturbo che potrebbe essere arrecato dai mezzi e dai
lavori stessi.
Per la costruzione delle infrastrutture della area A3 si sfrutterà inizialmente
la zona individuata con la lettera C1 nell’allegata planimetria in modo da
poter realizzare l’asse viario Est-Ovest sino alla rotatoria centrale.
Dopo la costruzione di questo primo asse e di tutte le infrastrutture e
sottoservizi ad esso connessi si provvederà allo spostamento dell’area di
cantiere che verrà allestito nell’area C2, nella zona destinata alla rotatoria
centrale.
Il cantiere C3 è stato localizzato in posizione baricentrica rispetto all’area
A2; il cantiere C4 è posizionato in prossimità della principale opera viaria
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da realizzare nell’area A2’ , rappresentata dalla rotatoria di collegamento
dell’asse viario Nord-Sud con la Strada Provinciale n.30.
Ognuno di questi cantieri sarà dotato delle strutture mobili di servizio,
quali uffici, servizi igienici, postazione di primo intervento.
I.3.6.2 – Mezzi di cantieri utilizzati
La realizzazione delle opere richiede l’utilizzo complessivo delle seguenti
macchine di trasporto e operatrici, che verranno impiegate nel periodo dei
lavori di costruzione in maniera diversificata secondo le effettive necessità:
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N
Tipo di mezzo
Macchine di movimento terra
- scavatrici
4
- pale meccaniche
2
- ruspe livellatrici
2
- autocarri ribaltabili
5
- rulli compressori
2
- asfaltatrici
2
Macchine di movimento materiali
- autobetoniere
4
- impianti mobili per il pompaggio del calcestruzzo
2
- autogrù con portata sup. a 300 t
0
- autogrù semoventi con portate da 15 a 150 t
1
- trattori
0
- gru edilizie fisse
0
- autocarri con gru
0
- carrelli elevatori
0
Macchine stazionarie
- gruppi elettrogeni
2
- motocompressori
2
- impianto fisso di produzione calcestruzzo
0
- motosaldatrici
3
- imbullonatici
0
Macchine impattatrici
- martelli pneumatici e perforatrici
2
- battipalo
0
I.3.6.3 – Personale impiegato ed occupazione indotta dal cantiere
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Per lo svolgimento delle attività di cantiere si prevede una presenza media
nell’intero periodo delle costruzioni di 30 unità, con un picco intorno alle
50 unità nel periodo di massima attività, comprese le figure tecnicoamministrative (direttore generale dei lavori, capi cantieri, coordinatori
della sicurezza in fase esecutiva, ecc.).
Si può prevedere che le ditte impiegate saranno prevalentemente locali.
I.3.6.4 – Traffico indotto dal cantiere
Nell’ipotesi di una presenza media per autovettura di 2 persone
prevedere un flusso quotidiano di circa 15 autovetture
si può
sulle strade di
accesso ai cantieri concentrate dalle 7 alle 8.30 del mattino e dalle 17 alle
18 del pomeriggio, dovuto all’ingresso ed all’uscita del personale
impiegato nell’attività di cantiere.
Tale flusso è trascurabile anche se
Tale flusso è trascurabile anche se risulta contemporaneo a quello degli
addetti impiegati attualmente negli stabilimenti adiacenti (EniChem
S.p.A., Corneliani S.p.A., Smurfit Italia S.r.l., ecc.)
e graverà sulle
seguenti strade:
-
S.S. n° 482 ,
-
S.P. n° 30 ,
-
Strada comunale per Castelletto Borgo.
Il traffico di mezzi per l’approvvigionamento di materiali e di servizio al
cantiere è invece stimabile in circa 8/10 camion/giorno (massimo).
Sviluppandosi prevalentemente al di fuori dei suddetti orari di punta, non
creerà invece problemi sulla viabilità.
Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s.,
Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
I.4
Descrizione
delle
principali
infrastrutture,
con
l’indicazione
della natura e delle quantità dei materiali impiegati
I.4.1 - Infrastrutture in progetto
Con riferimento all'intera area del progetto, si descrivono di seguito le
principali infrastrutture, rappresentate nella Tav. 09.
Strade e ponti (vedi Tav.10)
Asse viario Nord-Sud di collegamento tra il rondeau in progetto sul lotto B
della Tangenziale Nord (in Comune di Mantova) e il casello autostradale
Mantova Nord (in Comune di San Giorgio)
L'asse viario Nord-Sud e costituito da una strada urbana di scorrimento
veloce, sovra comunale, a quattro corsie, con le seguenti caratteristiche:
strada tipo D, a raso, con sviluppo complessivo di circa 2200 m, larghezza
complessiva 22.60 m, a due carreggiate - una per ogni senso di marcia - di
8 m di larghezza divise da spartitraffico da 1.60 m, senza stallo di sosta,
banchina pavimentata da 1 m e percorso ciclo pedonale da 2.5 m su
entrambi i lati, pendenza trasversale del 2.5% con raccolta dell’acqua
meteorica fuori dalla carreggiata al limite delle piste ciclabili.
Asse viario Est-Ovest, in Comune di Mantova, di collegamento tra le Aree
3, 2 e 1
L'asse Viario Est-Ovest è costituito da una strada urbana di scorrimento, di
congiunzione tra:
-
l'area 1, a servizio del Porto di Mantova,
-
le aree a sviluppo industriale di cui al presente progetto,
-
la strada di collegamento con il casello Mantova Nord della autostrada
A22.
Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s.,
Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
Ha uno sviluppo ortogonale rispetto all'asse Nord-Sud, alla quale si collega
tramite la rotatoria descritta al punto precedente; si sviluppa in direzione
Ovest-Est intersecando la rotatoria ai confini tra le aree 2 e 3; si raccorda
quindi all'area 1 (sino alla rotatoria in prossimità di Corte Ghirardini)
mediante il nuovo pontetradale di attraversamento del Canale Acque Alte.
L’importante arteria ha le seguenti caratteristiche:
strada tipo D, con sviluppo complessivo di circa 1500 m, larghezza
complessiva 22.60 m, a due carreggiate - una per ogni senso di marcia - di
8 m di larghezza divise da spartitraffico da 1.60 m, senza stallo di sosta,
banchina pavimentata da 1 m e percorso ciclo pedonale da 2.5 m su
entrambi i lati.
Viabilità ordinaria a servizio delle aziende che si insedieranno nel
territorio
Strade urbane di lottizzazione
Trattasi di strade di tipo E, a raso, di larghezza complessiva 15 m, a due
corsie da 5 m e marciapiede (2.5 m) su entrambi i lati. La pendenza
trasversale è del 2.5% con raccolta dell’acqua meteorica fuori dalla
carreggiata e con bocche di lupo ricavate nei cordoli del marciapiede.
Lo sviluppo complessivo è di circa 4300 m nell'Area 3, di circa 2700 m
nell'Area 2 e di circa 2000 m nell'Area 21.
Strade urbane di lottizzazione interessate da binario ferroviario
Collocate solo nell'Area 3, consentono lo sviluppo, in adiacenza alle strade
che servono i lotti, del trasporto ferroviario sino ai binari di presa e
consegna delle Ferrovie dello Stato. Hanno le seguenti caratteristiche:
tipo F, sviluppo a raso per circa 1250 m, larghezza complessiva 20.5 m, a
due corsie da 4.5 m, con sede del binario ferroviario su un lato da 6.5 m e
marciapiede (2.5 m) su entrambi i lati.
Parcheggi
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Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
Sono utilizzati anche come elemento di separazione tra zone a diversa
destinazione urbanistica
Area 3
Ne
sono
previsti
sei,
per
complessivi
15
Ha,
completamente
impermeabilizzati e dotati di idonea pendenza per lo scarico delle acque
meteoriche. Opportuna segnaletica stradale individuerà le aree di sosta e le
corsie di accesso e di manovra.
Area 2 e 2'
Sono previste almeno due aree adibite a parcheggio per complessivi 7 Ha.
Per favorire il deflusso delle acque meteoriche saranno interamenti
pavimentati con elementi autobloccanti in calcestruzzo, di spessore 8 cm
(elementi per traffico leggero), posati su sottofondo di sabbia e geotessuto
filtrante.
Opportuna segnaletica stradale individuerà le aree di sosta e le corsie di
accesso e di manovra.
Infrastrutture ferroviarie
Trattasi principalmente del nuovo raccordo di collegamento della stazione
di Frassine, sull'esistente linea ferroviaria Mantova-Monselice, con
- le aree del progetto e il centro intermodale,
- il porto fluviale di Mantova-Valdaro (porzione dell'opera esterna al
presente Studio di Impatto Ambientale).
Limitatamente al tratto interessante l'area del presente progetto, il tracciato
dell'opera
- si inserisce inizialmente sulla linea ferroviaria esistente MantovaMonselice attraverso la realizzazione di un fascio di binari di presa e
consegna (in Comune di San Giorgio),
-
si sviluppa quindi parallelamente all'autostrada A22 in Comune di San
Giorgio e quindi in Comune di Mantova, sino alla strada comunale per
Villanova de Bellis. In questa porzione dell'opera (nell'area 2, in
Comune di Mantova) si inserisce un fascio di binari di riordino e in
adiacenza allo stesso il centro intermodale (o centro di interscambio
merci).
Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s.,
Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
Nell'Area 3 un secondo raccordo ferroviario si innesta sui binari esistenti in prossimità della stazione di Frassine - con binari di presa e consegna a
servizio del lotti più occidentali dell'area del progetto. I binari sono
adiacenti a strade di lottizzazione.
Centro intermodale (o centro di interscambio merci)
Area attrezzata di circa 4 Ha per il trasferimento delle merci dal sistema di
trasporto
su gomma a quello su rotaia. E' localizzato a diretto contatto del fascio di
binari di riordino e consta di
- un piazzale di movimentazione,
- aree di deposito per cassoni, containers e semirimorchi,
- aree di sosta per i mezzi pesanti e leggeri,
- edificio per uffici amministrativi, centro di controllo, servizi igienici,
ecc..
Le operazioni di carico e scarico avverranno per mezzo di autogrù
semoventi, front-loaders e veicoli speciali.
I.4.2 - Natura, quantità e provenienza dei materiali necessari per la
costruzione delle opere, con indicazioni circa le cave disponibili in
base alla normativa vigente ed utilizzabili per quanto riguarda la loro
caratterizzazione geologica e potenzialità
Dalla relazione Geologica elaborata nel Settembre del 2000 dal Prof.
Tagliavini si
rileva che il terreno che costituisce l’area di progetto è formato da uno
strato superiore spesso circa 50 - 60 cm di terreno agrario al di sotto del
quale si trovano importanti depositi ghiaiosi e sabbiosi.
Parte dei materiali necessari alla costruzione delle opere di urbanizzazione
possono essere reperiti nell’area stessa: la sabbia e la ghiaia necessarie per
la realizzazione dei sottofondi stradali verranno
estratte dai depositi
inferiori, mentre lo strato agrario superficiale andrà a ricoprire le aree
destinate a verde pubblico.
Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s.,
Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
Il riutilizzo del materiale di scavo in loco permette sia il risparmio delle
risorse naturali sia di ridurre notevolmente l’impatto che l’intervento può
causare sul traffico delle strade di contorno.
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Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
I.5
DESCRIZIONE DELLA TECNICA PRESCELTA, CON
RIFERIMENTO ALLE MIGLIORI TECNOLOGIE DISPONIBILI
A COSTI NON ECCESSIVI E DELLE ALTRE TECNICHE
PREVISTE PER
PREVENIRE LE EMISSIONI E PER RIDURRE
L’UTILIZZO DELLE
RISORSE NATURALI; CONFRONTO
DELLE
PRESCELTE
TECNICHE
CON
LE
MIGLIORI
TECNICHE DISPONIBILI
La tecnica prescelta risulta essere molto semplice: lo scavo verrà fatto in
corrispondenza del rilevato per consentire la posa delle fondazioni che
saranno costituite dallo stesso terreno scavato.
Il costo dello scavo è una voce importante generalmente per la difficoltà
oggettiva delle operazioni e l’impiego di mezzi; in questo caso non è fatto
su roccia viva o in zona particolarmente impervia, riducendo notevolmente
i tempi e semplificando i lavori stessi.
Per quanto riguarda le emissioni di vario tipo, dovute alla vita del cantiere,
si puntualizza che le scelte logistiche dei cantieri-base sono state fatte
tenendo conto della distanza dai centri abitati in modo da arrecare il minor
disturbo possibile; nei paragrafi precedenti si è comunque svolta un’analisi
specifica dei diversi fattori di emissione ai quali si rimanda per
approfondimenti.
Le risorse naturali vengono utilizzate per la costruzione delle infrastrutture
senza così appoggiarsi a cave di prestito lontane dall’area, evitando di
incrementare, con camion da movimento terra, il traffico delle strade
limitrofe.
Occorre aggiungere che lo scavo per la costruzione delle fondazioni del
rilevato stradale non andrà ad intercettare la falda sottostante.
In conclusione la tecnica impiegata è una tra le più classiche e meno
complesse e costose; tutto questo è reso possibile anche grazie al terreno
particolarmente adatto alla costruzione.
Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s.,
Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
I.6
VALUTAZIONE DEL TIPO E QUANTITÀ DEI RESIDUI E
DELLE
EMISSIONI
DELL'ACQUA,
PREVISTE
DELL’ARIA
E
DEL
(INQUINAMENTO
SUOLO,
RUMORE,
VIBRAZIONI, LUCE, CALORE, RADIAZIONI, RIFIUTI, ECC.)
RISULTANTI DALLA ATTIVITÀ DEL PROGETTO PROPOSTO
La valutazione del tipo e della quantità dei residui e delle emissioni
previste è effettuato distinguendo per ciascun aspetto:
1. la fase di cantiere (costruzione delle opere di infrastrutture);
2. l’utilizzo delle opere.
I.6.1 - Inquinamento delle acque superficiali
In fase di cantiere nessun inquinante contaminerà le acque superficiali in
quanto
-
saranno adottati tutti gli opportuni accorgimenti per evitare
spandimenti sul suolo di sostanze/materiali utilizzati, con rischio di
dilavamento delle stesse ad opera delle acque meteoriche e recapito
nelle acque superficiali;
-
non è previsto l'incremento di scarichi idrici di acque nere, in quanto i
cantieri per realizzazione delle infrastrutture saranno dotati di
autonomi servizi igienici di tipo chimico.
In fase di esercizio, l'attivazione dei nuovi scarichi idrici comporterà
presumibilmente:
1. un incremento sostanzialmente poco significativo del carico
inquinante di tipo microbiologico. Tale stima è stata dedotta sulla
base delle seguenti previsioni:
-
impiego futuro
nell'area di circa 2000 nuovi addetti (pari a 700
abitanti equivalenti);
2. un incremento di inquinanti di origine industriale, non individuabili
né quantificabili in assenza di dati sulla tipologia di aziende che si
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Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
insedieranno sul territorio, incremento sicuramente limitato
trattandosi di aziende di piccola e media dimensione,
3. un limitato impatto ambientale dello scarico delle acque meteoriche
di dilavamento delle superfici coperte (capannoni e piazzali) delle
attività industriali: infatti sarà ammesso il loro recapito nella rete
dedicata - afferente ai corpi idrici superficiali - solo in assenza di
inquinanti derivanti dal ciclo di produzione.
Viceversa è complessivamente trascurabile il contributo delle acque
meteoriche di dilavamento delle nuove infrastrutture.
I.6.2 - Inquinamento atmosferico
Inquinamento in fase di cantiere
L'apporto delle attività di costruzione delle infrastrutture all'inquinamento
atmosferico è riconducibile alle emissioni
-
dei gas di scarico dei mezzi impiegati nei cantieri,
-
del materiale particellare prodotto durante gli scavi, la movimentazione
dei mezzi sul cantiere ed in seguito all’erosione causata dal vento su
possibili cumuli di terra.
A limitazione dell’impatto ambientale, si terranno bagnati i percorsi degli
automezzi ed i loro pneumatici, nonché si procederà ad una rapida
asfaltatura delle vie di accesso per i mezzi stessi.
Inquinamento in fase di esercizio
Ai
fini
dello
studio
di
impatto
ambientale
consideriamo
che
l’inquinamento atmosferico prodotto in fase di esercizio dall’intervento sia
dovuto principalmente ai nuovi volumi di traffico che interesseranno la
zona di progetto.
L’ipotesi nasce dal fatto che non si possono conoscere a priori il numero e
le caratteristiche dei nuovi insediamenti che sorgeranno nelle aree
produttive.
Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s.,
Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
La situazione futura rispetto all’attuale presenta una migliore distribuzione
delle emissioni: infatti dalle tavole grafiche 21-25 si vede come gli
inquinanti si allontanino dalle zone abitate per spostarsi in zone industriali,
che
rappresentano
un
bersaglio
sicuramente
meno
sensibile
all’inquinamento atmosferico.
L’arteria che trarrà il maggior beneficio dalla realizzazione delle nuove
strade è senza dubbio la SS 10, per la quale si prevede una diminuzione di
circa il 30 % del traffico e quindi delle emissioni gassose. Inoltre tale
porzione di traffico viene dirottata sul nuovo asse viario Nord-Sud che
presenta caratteristiche di viabilità extraurbana, quindi meno inquinante.
I.6.2.3- Inquinamento acustico
Inquinamento in fase di cantiere
Per quanto riguarda l’inquinamento acustico bisogna riferirsi al numero ed
alla potenza sonora emessa dai mezzi elencati nel paragrafo I.3.6.2; si
precisa inoltre che questi non lavoreranno contemporaneamente nello
stesso tratto.
Le macchine da cantiere non si troveranno concentrate tutte in un’area
ridotta.
Le abitazioni civili più vicine si trovano a 150 m da uno degli assi stradali
di progetto.
Visto il tipo di cantiere, destinato alla costruzione di infrastrutture, i lavori
si svolgeranno lungo gli assi stradali impedendo la sovrapposizione
“acustica” di più macchinari.
Inquinamento in fase di esercizio
Come per le emissioni in atmosfera, si valuta solo l'inquinamento acustico
conseguente alla modifica dei flussi di traffico descritti nel § I.3.1.
Infatti non conoscendo in questa fase la tipologia delle future attività, non
è possibile stimare l'impatto acustico delle aziende che si insedieranno sul
Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s.,
Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
territorio. Si precisa comunque che tutte le aziende che si insedieranno sul
territorio dovranno rispettare i limiti definiti dalla zonizzazione acustica
territoriale.
La conoscenza delle caratteristiche delle sorgenti sonore, connesse con il
traffico
veicolare,
è fondamentale per comprendere e misurare
l’inquinamento acustico cui la zona è e sarà soggetta.
Perciò, per poter fare una previsione sul traffico che transiterà sulle strade
di progetto, si
utilizzano i dati forniti dal Comune di Mantova
nell’Aggiornamento del Piano Generale del traffico Urbano del 1999 e
dalla Provincia di Mantova del 1993.
La distanza che intercorre tra San Giorgio e la viabilità in progetto
contribuisce ad attenuare il rumore.
Nelle simulazioni anche il rumore generato dalle strade di progetto non
incide in maniera significativa su quello complessivo, anzi spostando il
traffico si alleggerisce il centro di San Giorgio attraversato dalla S.S.
n°10.
Per mitigare l'impatto acustico sono stati adottati interventi descritti nel capitolo V.
Inquinamento da Traffico ferroviario
Per la componente di rumore legata al traffico ferroviario del nuovo
raccordo è possibile rilevare che non saranno generati impatti significativi
rispetto alla situazione ambientale attuale influenzata dall’Autostrada A22.
Si rileva infatti che:
-
dalle stime effettuate sulla futura movimentazione delle merci, i
convogli ferroviari in transito saranno almeno 2 al giorno;
-
la velocità dei treni merci in transito non è elevata (sino a 60 Km
orari), in quanto il nuovo raccordo si inserisce in prossimità della
stazione esistente di Frassine;
-
la vicina Autostrada A22 determina già elevati livelli sonori
sull’area di indagine;
-
i ricettori sensibili prossimi al raccordo sono numericamente
limitati.
Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s.,
Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
Pur tuttavia, in corrispondenza delle abitazioni civili più vicine alla futura
sede dell'opera (Corte Ghirardini alla progr. Km 2.6 e la cascina alla progr.
Km 2.0 di cui al § 2.2.4 del rapporto di verifica di Valutazione di Impatto
Ambientale), sono previsti idonei interventi di protezione acustica con
l’inserimento di barriere antirumore.
Per il raccordo ferroviario interno all'Area 3 - a servizio dei soli lotti più
occidentali dell'area del progetto - valgono considerazioni analoghe in
merito ai limitati flussi di traffico previsti e alle basse velocità di
percorrenza dei convogli.
Le più vicine abitazioni civili inoltre si trovano oltre la S.P. 30 a circa 250
m di distanza dai binari di presa e consegna.
I.6.4 - Inquinamento del suolo e delle acque sotterranee
Nessun inquinante contaminerà il suolo e le acque sotterranee dell'area:
infatti
- in fase di cantiere saranno adottati tutti gli opportuni accorgimenti per
evitare spandimenti di sostanze/materiali utilizzati ed il conseguente
percolamento sul suolo e nelle acque sotterranee; al termine delle
operazioni l'area sarà ripulita del materiale residuo;
- nella fase costruttiva l'utilizzo di cementi a basso rilascio ionico
permetterà di ridurre il rilascio di composti inorganici nell’acqua di
falda;
- in fase di esercizio, l'impermeabilizzazione del suolo delle aree
destinate alla realizzazione delle infrastrutture (ad eccezione delle aree
di parcheggio delle aree 2 e 2') e all'insediamento delle attività
industriali con prevista manipolazione di sostanze inquinanti, permette
di escludere fenomeni di contaminazione.
I.6.5 - Inquinamento da vibrazioni
Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s.,
Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
In fase di cantiere l'inquinamento da vibrazioni è associato all'utilizzo dei
mezzi di trasporto e delle macchine operatrici, elencate nel § I.3.6.2.,
nonché alle modalità operative di realizzazione di alcune opere civili.
I macchinari utilizzati dovranno rispettare i requisiti di sicurezza previsti
dal DPR 459/96 ("Direttiva Macchine").
Per la lontananza dei recettori dalle principali opere viarie e dai cantieri
base, l'impatto ambientale sarà limitato al traffico di mezzi di trasporto per
la movimentazione dei materiali.
In fase di esercizio la modifica dei flussi di traffico indotti dalla creazione
delle nuove infrastrutture (vedi § I.3.1) comporterà
-
un incremento di vibrazioni emesse all'interno del territorio del
progetto,
dovute
al
traffico
veicolare
di
servizio
e
di
attraversamento dell'area;
-
una diminuzione dell'inquinamento vibrazionale sulle esistenti SS
10, SP 28, SS 482, sgravati di parte del traffico come conseguenza
della realizzazione dei nuovi assi viari.
Le velocità massime di percorrenza consentite con apposita segnaletica
sulle strade interne all'area (50 km/h sulle strade tipo E e di 70 km/h sulle
strade principali) comporteranno limitate emissioni di vibrazioni.
L'incremento delle vibrazioni indotte dal transito dei convogli ferroviari
sui nuovi raccordi ferroviari sarà modesto, in considerazione dei limitati
flussi di traffico e delle ridotte velocità di percorrenza.
I.6.6 - Inquinamento luminoso
L’inquinamento luminoso derivante dalla pubblica illuminazione delle
strade sarà limitato in ottemperanza alla Legge Regionale 27.3.2000 n° 17.
Il sistema di illuminazione verrà pertanto realizzato utilizzando corpi
illuminanti costituiti da proiettore omologato.
L’illuminazione degli assi principali avrà un’intensità conforme alle
prescrizioni del codice della strada per le arterie urbane di scorrimento,
mentre sarà più ridotta nelle strade secondarie di lottizzazione, in modo da
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Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
evitare inutili ed esagerate emissioni di luce pur garantendo una visibilità
notturna adeguata in tutto il territorio urbanizzato.
Come è riportato sulla tavola 11 relativa alle sezioni stradali, per le
rotatorie e nei parcheggi si utilizzeranno delle torri faro, mentre lungo le
strade si utilizzeranno dei lampioni.
Gli impianti realizzati consentiranno:
•
il controllo della dispersione del flusso luminoso oltre l’orizzonte,
ovvero con un’intensità luminosa massima di 0 cd (candela) per
1000 lm (lumen) a 90° ed oltre;
•
una buona qualità di illuminazione con l’utilizzo di apparecchiature
e lampade ad alta efficienza,
•
una riduzione di consumi energetici con l’impiego di dispositivi
atti a ridurre il flusso luminoso (riduzione entro mezzanotte
dell’emissione di luce in misura non inferiore al 30% rispetto al
regime di operatività).
Anche l’illuminazione delle aree dei piazzali dei singoli lotti dovrà
rispettare la citata normativa regionale sull’inquinamento luminoso.
I.6.7 - Inquinamento elettromagnetico
E' limitato in fase di cantiere alla presenza di n. 2 gruppi elettrogeni, in
funzione limitatamente al periodo diurno. Non si considera il loro effetto
sui ricettori esistenti (abitazioni civili e attività con presenza umana
continuativa) per la distanza dei cantieri-base (l'intensità del campo
elettrico e magnetico diminuisce rapidamente in funzione dalla distanza).
L'interramento delle nuove linee della rete elettrica prevista dal progetto
garantisce all'interno dell'area un ridotto inquinamento elettromagnetico.
I.6.8 - Calore
La realizzazione delle infrastrutture e l'utilizzo delle stesse non
comportano alcuna variazione significativa di calore rispetto alle attuali
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Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
fonti di emissione della zona (petrolchimico EniChem, centrali
termoelettriche di EniPower esistenti ed in fase di progetto, traffico
veicolare ).
I.6.9 - Rifiuti
Nell’ampliamento della zona industriale dei Comuni di Mantova e di San
Giorgio si é tenuto conto della spinta della politica nazionale e
sopranazionale rivolta verso produzioni pulite
che possono produrre
vantaggi anche in termini di competitività sul mercato.
Ciò determinerà una più efficace integrazione degli obiettivi di protezione
dell’ambiente e della crescita industriale, ricorrendo ad avanzate
tecnologie per il controllo dei processi, dei suoi scarti, nonché di quei
processi a più elevata efficienza energetica e di prodotti di minor impatto
ambientale.
Il trend in diminuzione della produzione di rifiuti industriali rilevato negli
ultimi anni sarà favorito; saranno inoltre posizionate sulle aree standard ad
uso pubblico due isole ecologiche attrezzate con idonei contenitori per la
raccolta differenziata di materiali di scarto delle attività [vetro, carta e
cartone, plastica, vegetali e pile].
Ad industrializzazione dell'area compiuta, si stima una produzione di
rifiuti non pericolosi assimilabili ai rifiuti urbani (ai sensi art. 7 comma 2
del D. Lgs. 22/97) pari a 1500 t/anno, corrispondente ad una popolazione
pari 5.000 abitanti equivalenti (con produzione giornaliera di 1.2
kg/abitante).
In fase di cantiere si stima approssimativamente una produzione di rifiuti
speciali di 300 kg/giorno, smaltiti conformemente alla legislazione vigente
in funzione della loro tipologia:
-
il ferro, i cavi di risulta e i rifiuti di imballaggio verranno recuperati
e rivenduti a terzi autorizzati;
-
i materiali non recuperabili saranno conferiti a discariche
autorizzate;
Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s.,
Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
-
gli oli lubrificanti dei mezzi di cantiere saranno raccolti e conferiti
al consorzio obbligatorio degli oli usati tramite raccoglitori
autorizzati.
Il deposito temporaneo dei rifiuti avverrà in apposite aree individuate
all'interno dei cantieri-base. I rifiuti liquidi saranno stoccati in fusti sigillati
per evitare contaminazioni del suolo e delle acque di falda.
I.7
RELAZIONE
TRA
IL
PRESENTE
PROGETTO
E
I
PROGETTI IN AREE LIMITROFE SOTTOPOSTI A PROCEDURA
DI VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE
L'unico progetto in aree limitrofe attualmente sottoposto alla procedura di
Valutazione di Impatto Ambientale a livello nazionale è quello di
EniPower S.p.A. per un impianto di Cogenerazione a ciclo combinato da
780 MWe alimentato a gas naturale.
Il nuovo impianto, da installarsi all'interno dello stabilimento EniChem
S.p.A. di Mantova, ha lo scopo di soddisfare la richiesta di vapore ed
energia elettrica del sito industriale in sostituzione degli obsoleti generatori
di calore attualmente in funzione (centrali elettriche a bassa efficienza).
La potenzialità di energia installata (termica + elettrica) sarà superiore a
quella degli impianti che verranno dismessi.
L'energia elettrica eccedente i consumi interni sarà ceduta alla rete
nazionale.
Le relazioni tra l'impianto di EniPower S.p.A. e il presente progetto di
sviluppo di zone industriali e di infrastrutture complementari sono
riconducibili a:
1. costruzione del metanodotto per l'approvvigionamento di gas naturale,
in quanto è previsto l'attraversamento dell'area del progetto per circa
400 m;
2. costruzione di un nuovo elettrodotto a 380 kV, dalla stazione elettrica
annessa all'impianto di cogenerazione alla stazione di interconnessione
Ostiglia-Flero di Terna S.p.A.. La lunghezza complessiva dell'opera è
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Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
di circa 7 Km, il primo tratto in cavo sotterraneo in olio fluido e quindi
con percorso aereo a doppia terna.
Rispetto al progetto originale, che prevedeva l'attraversamento di aree
con
attività produttive e insediamenti civili regolarmente autorizzati e
concessionati, è in corso la modifica del tracciato - non ancora
ufficializzato da EniPower Trasmissione S.p.A. (società che gestisce la
rete elettrica) - in recepimento delle prescrizioni del Comune di San
Giorgio.
Tale nuovo progetto dovrebbe prevedere la creazione di un unico
corridoio tecnologico, comprendente l'elettrodotto interrato, il nuovo
metanodotto e l'oleodotto esistente a servizio della raffineria I.E.S.
S.p.A.. Il nuovo elettrodotto, pertanto, si svilupperà con percorso
interrato parallelamente al Canale Diversivo del Mincio e quindi alla
S.P. 30 - prevalentemente nella fascia di rispetto stradale - sino alla
stazione
elettrica
di
collegamento
cavo-linea
aerea,
ad
Est
dell'autostrada A22 Modena-Brennero.
3. modifica dell'impatto ambientale dell’intero petrolchimico rispetto
allo stato attuale
Per quanto concerne lo stato futuro, l'attivazione della nuova centrale
elettrica alimentata a Metano darà origine a nuove emissioni in atmosfera
di CO (1088 t/a) ed NOx (1814 t/a): in seguito alla contestuale dismissione
di caldaie tecnologicamente obsolete (sigle B1, B2, B4 e B5, con
bruciatori adatti per olio combustibile, gas naturale e di recupero; caldaia
"Package" funzionante a gas naturale) e all'utilizzo della centrale B6,
alimentata esclusivamente con metano, come riserva dei nuovi gruppi
cogenerativi, si prevede con il progetto:
-
l'eliminazione delle emissioni di SO2,
-
la riduzione delle emissioni di polveri;
-
l'incremento dell'emissione in atmosfera di CO ed NOx,
-
l'aumento di calore immesso nell'ambiente.
Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s.,
Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
In riferimento alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale per la
realizzazione del progetto
ENIPOWER, la EDIL P.F. ha presentato
osservazioni tendenti ad evidenziare la necessità di individuare il tracciato
del gasdotto di alimentazione e dell’elettrodotto di collegamento alla rete
nazionale in un unico corridoio tecnologico, come rappresentato nella
Tavola già allegata alle osservazioni di cui sopra e che viene allegata
anche al presente S.I.A..
La EDIL P.F. ha inoltre esposto la necessità di valutare in occasione
dell’ingresso sull’area del presente studio delle due nuove importanti
servitù un generale riordino anche di tutte le altre servitù esistenti, tenendo
anche conto che pare che alcuni degli elettrodotti esistenti non verranno
più utilizzati o verranno declassati ad elettrodotti di soccorso.
Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s.,
Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
Capitolo II:
Descrizione delle principali alternative
progettuali, con indicazione delle ragioni della
scelta
sotto il profilo dell’impatto ambientale
Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s.,
Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
II
PRINCIPALI ALTERNATIVE PROGETTUALI –
RAGIONI DELLA SCELTA
Storicamente la scelta di destinare l’area oggetto del presente studio ad un
utilizzo prevalentemente industriale risalga al 1975.
Nel corso di quell’anno, con una variante al piano regolatore allora vigente
tenendo conto delle esigenze delle vicine realtà industriali esistenti,
costituite all’epoca dallo stabilimento Montedison e dalla raffineria, allora
I.C.I.P. oggi I.E.S., e dalla Belleli s.p.a. si decise di individuare una futura
zona di espansione.
La destinazione industriale fu poi riconfermata nel nuovo piano regolatore
approvato con delibera della giunta regionale n. 42788 del 25.09.1984.
La scelta fu ulteriormente confermata nella variante approvata con
D.G.R.L. n.54133 del 21.06.1994.
Il Comune di S.Giorgio, partecipando al P.I.P. " Terra-Acqua " ha ritenuto
di completare con l'Area A21, che ricade quasi completamente sul suo
territorio, il Progetto di Lottizzazione produttiva, che nel suo insieme
sfiora i 300 Ha
I programmi della amministrazione comunale di Mantova, tenendo conto
sia delle esistenti attività industriali che del futuro sviluppo delle aree
oggetto del presente studio, hanno incentivato la realizzazione di
importanti infrastrutture quali il porto commerciale fluviale, il tratto di
tangenziale che si sviluppa tra l’Area 3 e lo stabilimento EniChem,
tangenziale che proprio in corrispondenza dell’Area 3 la rotatoria con il
tratto di collegamento con il casello di Mantova Nord e il raccordo
ferroviario che consentirà la realizzazione del centro intermodale.
Si può concludere che per ubicazione, infrastrutture viarie esistenti od in
via di realizzazione, e mancanza di
zone sensibili dal punto di vista
ambientale non esistono né sul territorio del comune di Mantova né su
quello dei comuni limitrofi aree più idonee ad un utilizzo prevalentemente
industriale.
Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s.,
Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
Capitolo III:
Analisi della qualità ambientale,
con riferimento alle componenti
dell’ambiente potenzialmente soggette ad un
impatto importante dell’intervento in
progetto,
con particolare riferimento
alla popolazione, alla fauna ed alla flora, al
suolo,
all’acqua, all’aria, ai fattori climatici, ai beni
materiali, compreso il patrimonio
architettonico e
archeologico, ai paesaggi ed
all’interazione tra questi fattori
Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s.,
Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
III.1
POPOLAZIONE
III.1.1 - Nuclei abitativi nell'area del progetto e prossimi alla
stessa
Nell'area del progetto si collocano le seguenti corti agricole (Tav.
03):
-
Corte Campagna, sede di un centro di attività artigianali per il
recupero dei tossicodipendenti;
-
Corte Olmo Lungo, abitata dalla famiglia proprietaria di parte dei
terreni agricoli circostanti;
-
Olmo Lungo, disabitata.
Le NTA del vigente PRG del Comune di Mantova destinano il loro
territorio in parte in area ad uso produttivo (art. 31), ed in parte in
aree ad uso pubblico per attrezzature sociali (art. 40).
La popolazione attualmente residente nell'area è quindi limitata a
circa 10 unità, alle quali si devono aggiungere i lavoratori dell'area
agricola e del centro recupero dei tossicodipendenti, presenti
limitatamente al periodo diurno.
Altri ricettori sensibili, esterni all'area del progetto ma sui confini
della stessa, sono Corte Vittoria, Corte Tridolino e Corte Tridolo.
attualmente abitate dai proprietari o da affittuari che coltivano i
terreni agricoli circostanti.
Le abitazioni sono escluse dall'area del progetto, invece terreni
saranno riconvertiti in aree industriali.
Altri nuclei abitativi sono situati in prossimità dei confini dell'area,
mentre i principali centri abitati si trovano rispetto all'area del
progetto:
- in
direzione
Nord:
Mottella
e
Tripoli
di
San
Giorgio
rispettivamente a circa 1 e 2 Km;
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Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
- in direzione Ovest: Borgo Virgiliana, a 200 m,
Frassine e Lunetta, a circa 1 Km,
Mantova, a circa 3 Km;
- in direzione Sud e Sud-Est: Formigosa e Pietole Vecchia a circa 2
Km;
- in direzione Est: Stradella, Villanova de’ Bellis e Borgo Castelletto
a circa 1 Km.
III.1.2 - Caratteristiche della popolazione nello stato attuale
Tenuto conto dell'esiguità della popolazione residente nell'area, si fa
riferimento ai Comuni di Mantova e di San Giorgio di Mantova, con
particolare attenzione ai centri abitati prossimi alla zona del presente
progetto.
1. Assetto demografico
I dati di seguito riportati sono editi dalla Provincia di Mantova Sezione Programmazione e Statistica:
a) popolazione residente dal 1991 al 1999:
COMUNE DI MANTOVA
anno
nati
morti
iscritti
1991
1993
1995
1997
1999
328
311
288
333
388
691
651
643
672
721
1275
1329
1300
1533
1739
cancellati popolazione
1469
1698
1636
1694
1769
52821
51496
50125
49064
48288
famiglie
21284
20653
21012
20789
20692
[*]
COMUNE DI SAN GIORGIO DI MANTOVA
[*]
anno
nati
morti
iscritti
1991
1993
1995
1997
1999
41
46
51
69
72
47
60
48
59
48
274
394
344
339
427
cancellati popolazione
121
168
159
177
170
5739
6021
6319
6683
7189
famiglie
1901
2068
2252
2439
2632
[*]
dato del 13° Censimento generale della popolazione 1991
Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s.,
Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
Dai dati si evince:
-
la diminuzione progressiva della popolazione residente nel
Comune capoluogo e, viceversa, un consistente aumento della
popolazione residente nel Comune di San Giorgio (il diverso
andamento demografico nei Comuni della Provincia è stato
attribuito al diverso sviluppo economico e alle scelte urbanistiche
dei singoli Comuni);
-
un elevato tasso invecchiamento della popolazione, soprattutto
nel Comune capoluogo, correlato al minore è l’afflusso di nuova
popolazione residente rispetto al Comune di San Giorgio;
-
un tasso di natalità al minimo storico negli anni '80 ed ora in fase
di leggera risalita, soprattutto nel comune di San Giorgio, dove è
maggiore l’afflusso di nuova popolazione residente;
-
un
tasso
di
mortalità
stabile
nel
tempo,
nonostante
l'invecchiamento della popolazione;
-
l'aumento dell'incidenza degli immigrati sulla popolazione dei
due Comuni, in linea con l'andamento crescente registrato
nell'intera Provincia.
2. Assetto igienico-sanitario
Lo stato di salute della popolazione residente in prossimità dell'area
del presente progetto, può essere influenzato da:
-
esposizione cronica (per lunghi periodi di tempo a dosi
relativamente basse) alle emissioni inquinanti derivanti dal polo
petrolchimico, compresi inquinanti non convenzionali quali
Benzene e Acrilonitrile (tossici e cancerogeni), Stirene e Toluene
(nocivi), ecc.;
-
sostenuto traffico veicolare su tutte le principali arterie stradali e
sull'autostrada, con conseguente inquinamento atmosferico ed
acustico.
In generale:
Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s.,
Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
1. i bersagli delle emissioni di origine industriale sono il sistema
respiratorio (SO2, NOx) e cardiovascolare (CO); malattie del
sangue (Benzene) e del sistema nervoso centrale (Toluene e
Stirene) si riscontrano in seguito all’esposizione cronica ad
inquinanti non convenzionali ;
2. le emissioni da rumore agiscono sul sistema nervoso, con danni
al sistema psichico, neurovegetativo e all'apparato uditivo nel
caso di emissioni a valori elevati;
3. le emissioni di inquinanti derivanti da traffico veicolare sono
associate all'aumento di malattie respiratorie (bronchiti e attacchi
d'asma) e cardiache; inoltre :
-
è verificata la correlazione tra l'aumento di cancro al polmone
e l'esposizione a scarichi da motori diesel prolungata e ad alte
concentrazioni;
-
alcuni studi suggeriscono la correlazione tre l'aumento del
rischio di leucemie infantili e l'esposizione agli scarichi da
autoveicoli.
I dati di qualità dell'aria e di esposizione al rumore allo stato attuale
sono riportati rispettivamente nel capitolo III.5 e I.6.3.
Negli ultimi anni, hanno avuto ampia risonanza presso l'opinione
pubblica gli studi epidemiologici promossi da Enti pubblici sulla
popolazione residente in prossimità del polo petrolchimico ed i
lavoratori impiegati nelle stesse aziende; essi hanno rilevato :
-
un'alta incidenza dei tumori del sistema linfatico nei lavoratori
dell'EniChem;
-
alcuni casi di neoplasie rarissime (sarcomi dei tessuti molli) in
pazienti della zona industriale.
Nonostante l'assenza di una diretta correlazione di causa - effetto, le
emissioni inquinanti esistenti rappresentano un elevato fattore di
rischio per la popolazione dell'area.
3. Assetto territoriale ed economico
Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s.,
Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
L'attuale uso del suolo, le attività produttive e le infrastrutture
esistenti sono descritte nel cap. I.2, con riferimento agli strumenti
urbanistici vigenti dei Comuni di Mantova e San Giorgio.
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Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
III.1.3 - Impatto dell'intervento sulla popolazione
1. Modifica dell'assetto demografico e sociale
Con la realizzazione del progetto i residenti delle tre corti agricole
interne all'area (e sui suoi confini) saranno privati dei terreni agricoli
che attualmente coltivano.
La conversione industriale dell'area comporterà presumibilmente in
futuro l'allontanamento dei pochi residenti.
Una maggiore presenza antropica all'interno dell'area si prevede in
fase di cantiere per circa 30-50 unità (rif. § I.3.6) in tutto il periodo
necessario alla realizzazione delle opere.
Si suppone che un discreto flusso migratorio interesserà le aree
residenziali circostanti (sia in Comune di Mantova che di San
Giorgio) in seguito all'industrializzazione e alla conseguente
creazione di nuovi posti di lavoro. Si stima infatti che le nuove
attività comporteranno l'impiego di circa 2000 unità: l'assenza di
manodopera locale potrà essere sopperita dal ricorso a manodopera
esterna, anche extracomunitaria.
Un ampliamento delle zone residenziali è previsto dagli attuali
strumenti urbanistici vigenti dei Comuni
-
di Mantova, nelle frazioni di Borgo Castelletto e Formigosa; altre
aree di espansione residenziale più lontane dal territorio del
progetto sono collocate nelle frazioni di Angeli, Colle Aperto e
nel quartiere cittadino di Te Brunetti;
-
di San Giorgio, nelle frazioni di Mottella, Tripoli, Caselle e
Villanova de Bellis per il complessivo insediamento di circa
1000 abitanti.
Mentre il Comune di Mantova ha scarsa disponibilità di aree
residenziali, la potenzialità insediativa del comune di San Giorgio
non è ancora interamente sfruttata.
Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s.,
Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
2. Inquinamento ambientale e salute pubblica
Realizzazione ed utilizzo delle infrastrutture
Per la popolazione abitante all’interno dell'area è da prevedersi un
aumento dell'inquinamento ambientale (atmosferico ed acustico vibrazionale), sia in fase di cantiere che in seguito all’aumento del
traffico veicolare ad infrastrutture realizzate.
La stima degli inquinanti emessi in seguito al progetto è riportata
rispettivamente nei § I.5.2 e I.5.3.
In fase di cantiere i nuclei residenziali più prossimi (nuclei abitativi
vicini al confine dell'area e i centri abitati più vicini di Mottella e
Borgo Virgiliana) saranno tutti interessati:
a) da un limitato inquinamento da polveri, in misura diversa in
funzione della direzione predominante del vento (le principali
sono le direzioni Sud-Ovest, Ovest, Est, Sud-Est, rif. §
III.5.1);
b) dall'inquinamento acustico e vibrazionale.
Ad infrastrutture realizzate si stima, viceversa, un beneficio in
termini di qualità dell'aria per la diminuzione del traffico veicolare
per l'abitato di Mottella del comune di San Giorgio, come descritto
nel § I.6.2.
Il progetto non comporta altri fattori di rischio per la salute pubblica
quali microrganismi o organismi superiori patogeni, radiazioni
ionizzanti e non ionizzanti.
Per i più lontani centri abitati l'impatto della costruzione delle
infrastrutture in termini di inquinamento atmosferico e acustico è da
considerarsi irrilevante.
Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s.,
Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
Industrializzazione dell’area
Le attività produttive e artigianali che si insedieranno sul territorio
saranno di medio piccola entità per cui il loro impatto sul territorio
comporterà un limitato peggioramento della qualità ambientale.
3. Economia dell'area
La zona del progetto rappresenta la "naturale" zona di espansione
delle attività produttive dei Comuni di Mantova e San Giorgio: è
infatti contigua alla zona artigianale e commerciale del Comune di
San Giorgio e al polo petrolchimico del Comune di Mantova. E'
inoltre servita dalle principali opere pubbliche in fase di progetto e/o
di realizzazione della Provincia di Mantova (sistema tangenziale,
porto industriale sul Canale Tartaro-Canalbianco, nuovo raccordo e
scalo merci ferroviario).
Il cambio di destinazione d'uso del suolo (da agricolo ad industriale)
ha pertanto rivalutato il terreno.
Come conseguenza della creazione di nuovi posti di lavoro e
all'importazione di manodopera, si prevede l'aumento della richiesta
di abitazioni e servizi, con l'ulteriore rivalutazione degli immobili
delle aree residenziali prossime a quella del progetto.
Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s.,
Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
III.2
VEGETAZIONE, FLORA, FAUNA ED ECOSISTEMI
III.2.1 - Stato attuale dell’area
La vegetazione e la flora
Come evidenziato nella Tav. 03, l’area del presente progetto è oggi
utilizzata quasi esclusivamente in agricoltura.
La vegetazione naturale è stata sostituita in epoca storica da colture
agricole a carattere intensivo, tipiche della Pianura Padana: frumento,
barbabietole da zucchero, soia, ecc.
Dai sopralluoghi ambientali effettuati nell'area nel mese di febbraio si è
rilevato che:
-
sulle terre adibite a coltivazione agricola non vi è crescita spontanea di
erba per il probabile utilizzo di diserbanti;
-
la restante vegetazione è limitata sia come tipologia che come numero
di esemplari: trattasi di siepi, cespugli, arbusti (gelsi, sambuco) e
canniccio (carice), presenti
1. lungo i corsi d'acqua (vegetazione ripariale) ad uso irriguo e
soprattutto in prossimità delle corti agricole;
2. in alcuni tratti dei fossi stradali (lungo la S.P. n° 30 e la S.S. n°
482);
-
solo in prossimità delle corti agricole vi è qualche esemplare di alberi
d’alto fusto, quali tracce delle essenze forestali (salici, pioppi, farnie,
ontani) che un tempo erano tipiche della zona;
-
non vi è alcuna presenza significativa di funghi e licheni.
Per quanto riguarda la vegetazione dei corsi d'acqua a servizio degli
appezzamenti di terreno interni all'area, si precisa che:
1. i letti e le sponde dei corsi d'acqua pubblici, ad uso irriguo e di scolo,
sono periodicamente puliti dalla vegetazione per assicurare il maggior
scorrimento dell'acqua;
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Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
2. per tamponare le piccole falle (frane delle rive), in alcuni fossati privati
il letto e le sponde sono ricoperti con teli in plastica, che soffocano la
vegetazione spontanea;
3. altri corsi d'acqua privati ad uso irriguo, vuoti al momento dei
sopralluoghi e non sottoposti a manutenzione nei mesi invernali,
presentano arbusti e canniccio anche sui letti e le sponde.
Nella zona a Nord della Corte Olmo Lungo restano tracce dei manufatti
(grande fossato vuoto, ponte in muratura a superamento dello stesso)
delimitanti il parco, che presumibilmente in passato si estendeva attorno
alla villa padronale seicentesca. Dai manufatti residui, le opere in muratura
prossime alla corte e l'importanza della villa padronale, si ipotizza che il
parco dovesse essere di gran pregio, con esemplari di essenze tipiche della
zona.
Con riferimento ai seguenti parametri:
-
rarità delle specie,
-
loro ruolo nell'ecosistema,
-
interesse naturalistico rivestito,
-
interesse economico rivestito,
complessivamente la scarsa vegetazione presente non è di particolare
pregio, in quanto le specie non sono rare per la Pianura Padana, né
protette.
Le coltivazioni agricole rivestono, altresì, un interesse di tipo economico:
il mancato reddito agricolo annuo è stimabile in 300.000 Euro,
considerando la potenzialità produttiva della coltura tipica della zona e gli
attuali costi di mercato (90 q.li/Ha di mais a 14 Euro/q.le).
Nelle aree circostanti il territorio del progetto si collocano:
-
a 0.5-1.5 Km in direzione Sud ed Ovest, il “Parco Naturale del
Mincio”, area protetta ai sensi della L.R. 47/84, di grande pregio
naturalistico e paesaggistico per la presenza di boschi, aree palustri e
vegetazioni caratteristiche;
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Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
-
altre aree agricole, simili per tipologia di coltivazione e paesaggio
naturale all'area del presente progetto,
. ad Est, oltre l'autostrada A22,
. a Sud, oltre il Canale Acque Alte,
. a Nord, oltre la linea ferroviaria Mantova-Monselice.
La fauna
Dai rilevamenti diretti effettuati, la fauna è pressoché assente nel territorio
del progetto.
Fanno eccezione:
-
l'ittiofauna (pesci, rettili ed anfibi) delle specie tipiche dei corpi idrici
superficiali della zona, limitata ai fossi con presenza di acqua
(tipicamente da aprile a settembre per quelli ad uso irriguo);
-
le nutrie, roditore di origine americana introdotto in Italia per la
produzione di pellicce, ora inselvatichito e il cui elevato aumento di
popolazione è preoccupante sia per le attività antropiche che per gli
ambientali naturali.
Si precisa che l'ittiofauna non è autoctona, poiché annualmente i principali
corsi d'acqua vengono ripopolati delle specie tipiche della zona (carpa e
pesce persico soprattutto; alborella, anguilla, luccio, luccioperca, persico
trota, tinca e trota in misura minore) per garantire l'attività della pesca
sportiva.
Viceversa sono potenzialmente presenti - poiché tipici delle aree
circostanti:
-
mammiferi : lepri comuni;
-
uccelli : fagiani e specie delle aree umide del Parco del Mincio, che
possono sorvolare la zona (germani reali, folaghe, gallinelle, martin
pescatore sono le specie di maggiori dimensioni; cannareccione e
cannaiola di dimensioni minori; specie migratorie quali l'airone
cinerino, che sverna nella zona).
Nell’area è ammessa zona di caccia. La stagione venatoria si estende
solitamente da metà settembre a fine gennaio, con periodi specifici per le
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diverse specie cacciabili: le più comuni per il territorio del progetto sono i
fagiani e le lepri.
Ad eccezione degli uccelli tipici dell'habitat del vicino Parco del Mincio,
che possono sorvolare l'area del progetto, complessivamente la fauna non è
rilevante né per interesse naturalistico né per abbondanza della
popolazione esistente.
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L'ecosistema
Le seguenti unità ecosistemiche – con riferimento alla Tav. 03 - sono le
uniche individuate nell'area del progetto durante i sopralluoghi diretti
effettuati nel mese di febbraio. Sono state delimitate considerando
l'interazione tra vegetazione, flora, fauna e manufatti antropici esistenti in
siti dalle caratteristiche omogenee.
In generale, in considerazione della scarsa importanza della flora e della
fauna, anche le unità ecosistemiche individuate sono complessivamente di
scarsa rilevanza.
1. Scolo Fortuna (nell’area 2)
Corso d'acqua ad uso sia irriguo che di scolo è iscritto nel registro delle
acque pubbliche del comprensorio del Consorzio "Fossa di Pozzolo".
E' particolarmente importante per l'assetto idrologico del territorio, poiché
raccoglie tutte le acque di drenaggio dell'area agricola (sia quella del
territorio del presente progetto che quella posta in direzione Est oltre
l'Autostrada A22); quindi sottopassa il canale Acque Alte e confluisce nel
Dugale Derbasco. Quest'ultimo sfocia nel fiume Mincio.
2. Fosso privato che si estende dalla Corte Olmo Lungo alla confluenza
nello Scolo
Fortuna (nell’area 2)
Fosso privato ad uso principalmente irriguo, di piccole dimensioni, prende
acqua dal Condotto Olmo Lungo per poi confluire nello Scolo Fortuna.
Non è soggetto al monitoraggio chimico-fisico da parte degli Enti pubblici
per la determinazione della qualità delle acque, né vi sono effettuati test
riguardanti la fauna invertebrata per determinarne la qualità ecologica.
3. Condotto Olmo Lungo (nelle aree 21 e 3)
E' un corso d'acqua ad uso principalmente irriguo, iscritto nel registro delle
acque pubbliche del comprensorio del Consorzio "Fossa di Pozzolo".
E' alimentato dal condotto privato Brusca-Burione-Olmo Lungo all'esterno
dell'area del progetto; dopo un tratto privato presso la Corte Olmo Lungo
sfocia nello Scolo Fortuna.
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Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
L'acqua è alimentata dal Consorzio nel periodo aprile-settembre; il
drenaggio di qualche appezzamento agricolo garantisce una minima
portata anche nel periodo invernale.
4. Dugalina (nell’area 21)
Corso d'acqua ad uso sia irriguo che di scolo è iscritto nel registro delle
acque pubbliche del comprensorio del Consorzio "Fossa di Pozzolo".
Prende acqua dal Dugale Derbasco, scorre per circa 3 Km in Comune di
San Giorgio e quindi la restituisce allo stesso Dugale.
Dato l'uso promiscuo, l'acqua è presente nel letto del fossato per tutto il
periodo dell'anno.
Le caratteristiche dell'ecosistema sono simili a quelle dello Scolo Fortuna.
5. Canale Acque Alte (al confine delle aree 2 e 3)
Trattasi di canale artificiale, alimentato dal fiume Tione, con funzione
principalmente di scolo (drenaggio) per l'area agricola di circa 30.000 Ha
che il canale attraversa (dall'incile a Pontepossero - provincia di Verona alla foce nel Diversivo del Mincio); è utilizzato anche per uso irriguo.
Delimita il confine Sud dell'area del progetto e quindi confluisce nel
Diversivo del Mincio dopo circa 800 m.
La caratterizzazione chimico-fisica delle acque è riportata al § III.4.2; non
vi sono effettuati test riguardanti la fauna invertebrata per determinarne la
qualità ecologica.
Le sponde del Canale sono in calcestruzzo.
In prossimità del territorio del progetto, si individuano quali ecosistemi le
seguenti riserve naturali (vedi Tav. 05):
-
"Vallazza", a circa 1.5 Km in direzione Sud dall'area del progetto, è
una zona umida di circa 500 Ha del Parco del Mincio, creata dal lago
Inferiore di Mantova;
-
"Valli del Mincio", distante circa 7 km in direzione Ovest, si estende
lungo il corso del fiume Mincio, per una superficie di circa 1460 Ha,
prima dell'allargamento del fiume a creare il lago Superiore di
Mantova;
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Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
-
"Bosco Fontana", a circa 8.5 km in direzione Nord-Ovest, di superficie
di circa 235 Ha, è un bosco di latifoglie di particolare importanza in
quanto rappresenta l'unico nucleo di foresta planiziaria residua della
Pianura Padana.
Per l'importanza rivestita a livello di habitat naturale, di flora e di fauna
selvatica, le riserve sono state inserite nell'elenco dei "siti di importanza
comunitaria", recepiti dalla legislazione italiana con il D.M. 3 aprile 2000
(Elenco dei siti di importanza comunitaria e delle zone di protezione
speciale individuate ai sensi delle Direttive 92/43/CEE e 79/409/CEE).
III.2.2 - Interazione del progetto con gli elementi considerati
L'interazione del progetto con la vegetazione, la flora e la fauna esistente,
che prevede modifiche sostanziali dell'intero territorio della zona (da
ambiente rurale a zona industriale caratterizzata da capannoni, impianti di
produzione all’esterno, stoccaggi di materiali) si ritiene modesta per il
basso pregio degli elementi considerati.
La vegetazione e la flora
Se si escludono le colture agricole, data la qualità non pregiata della
restante flora e vegetazione esistente:
-
le modifiche dell'assetto delle acque sotterranee (convogliamento
acque meteoriche nel Diversivo) e superficiali (intercettazione fossi
irrigui che non hanno più ragione di esistere per il cambio di
destinazione d'uso del terreno) non sono rilevanti per la vegetazione e
la flora spontanea;
-
l'impermeabilizzazione del suolo, la costruzione delle infrastrutture e la
maggiore presenza antropica avrà un impatto limitato sugli esemplari
significativi - collocati in prossimità delle corti rurali - poiché il terreno
immediatamente circostante le corti non è direttamente coinvolto nelle
opere;
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Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
-
le essenze flogistiche, che erano tipiche della zona padana, saranno
reinserite nel territorio con ulteriori esemplari (Tilia cordata, Acero,
Pioppo bianco e cipressino, Farnia; filari alberati di Carpino piramidale
ad albereto e Pioppo bianco alternato con Pioppo cipressino) a
limitazione dell'impatto visivo delle opere e a salvaguardia dei beni
architettonici esistenti (Corte Olmo Lungo, vedi § III.7.1).
La fauna
L'intercettazione di fossati e canali irrigui a servizio delle aree agricole
implica - limitatamente all'interno dell'area del progetto - la scomparsa
dell'habitat delle specie ittiche elencate (gli esemplari attualmente presenti
non sono autoctoni ma reintrodotti per la pesca sportiva).
Il territorio non sarà pertanto fruibile né per uso venatorio, né per uso
alieutico (limitato comunque ai periodi di alimentazione dei corsi d'acqua
ad uso irriguo).
L'ecosistema
Nessuna delle unità ecosistemiche individuate all'interno dell'area è di
particolare pregio.
Scompariranno le unità individuate presso i canali ad uso irriguo, che
saranno intercettati (Condotto Olmo Lungo e fosso privato che si estende
dalla Corte Olmo Lungo alla confluenza nello Scolo Fortuna).
I corsi d'acqua superficiali con funzione di scolo, nonostante sia da
prevedersi la salvaguardia del loro regime idrologico, subiranno modifiche
per l'inserimento in un ambiente antropizzato e di tipo industriale.
Nessuna nuova unità ecosistemica è attesa in seguito alla realizzazione del
progetto.
La modifica delle unità ecosistemiche esistenti non ha implicazioni sulle
citate riserve naturali. Viceversa l'industrializzazione dell'area ed il
complessivo peggioramento della qualità dell'aria potrebbero avere
ricadute nel lungo periodo sulle aree più prossime del Parco del Mincio.
Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s.,
Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
Pertanto è auspicabile che gli Enti competenti territoriali esercitino in
modo
efficace l’attività di
controllo
ambientale
a salvaguardia
dell’equilibrio dell’area .
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Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
III.3
SUOLO E ACQUE DI FALDA
Per la definizione geologico-stratigrafica ed idrogeologica del territorio del
presente progetto sono stati considerati tutti gli studi e le indagini
geognostiche eseguite nell’area in oggetto , di cui di seguito si riportano le
conclusioni (III.3.1, III.3.2, III.3.3.).
III.3.1 - Inquadramento geologico dell’area
L’evoluzione geologica della parte di Pianura Padana su cui insiste l’area
del progetto è collegata allo sviluppo dell’avanfossa alpina e appenninica.
Questo grande bacino, meglio noto come golfo padano, si è caratterizzato,
nella sua fase di chiusura (Pliocene – inizio Pleistocene) da successive
ingressioni e regressioni del mare. Dal Pliocene in poi, si è infatti
verificato una imponente sedimentazione con conseguente rilevante
subsidenza.
Nel Pleistocene medio-superiore il bacino risulta in gran parte colmato ed
hanno inizio i processi geomorfologici le cui manifestazioni più
significative sono rappresentate dall’impostazione del reticolo idrografico
principale qui espresso dal fiume Mincio.
L’area in esame risulta costituita da depositi fluviali di pertinenza del
fiume Mincio che ha rappresentato il maggiore scaricatore del ghiacciaio
gardesano e che ha in passato trasportato a valle una enorme massa di
materiali che, a seconda del regime idraulico, si è depositata con
granulometrie eterogenee e variamente classate.
Il rischio sismico dell'area è basso, dato che la zona è situata lontano da
centri fortemente sismometrici e il substrato è interessato da una potente
coltre alluvionale. I Comuni di Mantova e di San Giorgio di Mantova non
sono classificati in zona sismica.
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Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
III.3.2 - Assetto geomorfologico
Gli elementi morfologici che caratterizzano l’area del progetto e il suo
contorno derivano dalla sua collocazione a margine della depressione, che
fa capo ai Laghi di Mantova, e dalla sua configurazione altimetrica.
III.3.3 - Attuale assetto idrogeologico dell’area
L’area interessata dal progetto, lambita sul lato sud-ovest dal sistema del
fiume
Mincio,
è
geomorfologicamente
parte
dell’ampia
pianura
attraversata dal fiume stesso e presenta i caratteri dei terrazzi alluvionali
che ne fiancheggiano il corso.
Il P.A.I. (Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico)
L'area risulta collocata al di fuori delle fasce fluviali A, B e C, che
rappresentano la perimetrazione delle aree a rischio idrogeologico per gli
eventi di piena del fiume Mincio, come risulta dal PAI - Piano stralcio per
l’Assetto Idrogeologico .
Non è perciò soggetta a vincoli idraulici/idrogeologici e alle conseguenti
limitazioni d’uso del suolo.
Le acque sotterranee
L’acquifero principale è rappresentato dalle sabbie, in cui ha sede una
falda a pelo libero con livelli piezometrici variabili di diversi metri
nell’arco dell’anno.
Trattasi di un acquifero che può essere definito di tipo monostrato non
compartimentato, influenzato dagli apporti superficiali.
Il limite inferiore del sistema acquifero non corrisponde ad alcun limite
fisico definito, sia litologico che cronostratigrafico, quanto piuttosto
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Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
all’interfaccia acque dolci – acque salate, attestato intorno ai 300 metri di
profondità.
La ricarica della falda è riconducibile agli apporti sotterranei delle falde da
monte, alla infiltrazione efficace e alle infiltrazioni irrigue.
La superficie freatica appare collocarsi a profondità comprese tra i 2 e 3 m
dal piano campagna nelle aree 2 e 2'.
III.3.4 - La vulnerabilità idrogeologica
La protezione della qualità delle risorse idriche sotterranee è contemplata
nella Valutazione di Impatto Ambientale dell’area oggetto di studio.
La vulnerabilità idrogeologica prende in considerazione l’impatto di
un’attività antropica, che comporti una variazione negativa di tipo chimico
e/o fisico della qualità delle acque.
La vulnerabilità idrogeologica naturale, in quasi tutta l’area allo stato
attuale, risulta essere bassa e media.
III.3.5 - Caratterizzazione chimica del suolo e delle acque sotterranee
nello stato attuale
Numero e collocazione dei punti di indagine
Ad eccezione dell'Azienda Crion Produzioni Sapio S.r.l., il territorio del
presente progetto è destinato esclusivamente ad uso agricolo.
Non si ipotizza pertanto nell'intero territorio alcun fenomeno di
inquinamento industriale pregresso, tale da richiedere un'approfondita
indagine chimica e idrogeologica ai sensi del DM 471 del 25.10.1999.
Inoltre la direzione del flusso idrico da Nord-Est a Sud-Ovest, garantisce la
salvaguardia
del
territorio
del
progetto
rispetto
alle
accertate
contaminazioni del suolo e delle acque superficiali esistenti presso la
conca di Valdaro.
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Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
Alla luce di tali considerazioni la caratterizzazione chimica del suolo e
delle acque sotterranee è stata condotta mediante un numero limitato di
campionamenti (n°8), scelti in modo casuale, perché il sito non presenta
evidenti disomogeneità, ma equamente distribuiti sull’intera area del
progetto; la collocazione è evidenziata nella Tav 11 A:
Area 2 ➫ 2 punti di indagine,
Area 21 ➫2 punti di indagine,
Area 3 ➫ 4 punti di indagine.
Caratterizzazione chimica del suolo
Modalità di effettuazione dell'indagine
L'indagine è stata condotta negli 8 punti previsti mediante il metodo di
perforazione a rotazione, con carotaggi continui a secco di diametro 101
mm.
La profondità di ciascun sondaggio è stata tale da raggiungere il primo
acquifero.
Il terreno espulso dal carotiere con metodo idraulico è stato depositato in
apposite cassette catalogatrici. Quindi per ciascuna perforazione sono stati
ricavati n° 3 campioni significativi ed indisturbati, prelevati a profondità
diversa.
Con riferimento alla Tabella 1, all. 1 del DM 471/99, su tutti i campioni
sono stati ricercati i seguenti parametri:
-
Metalli pesanti: Arsenico, Cadmio, Cromo totale, Mercurio, Nichel,
Piombo, Rame, Zinco;
-
Composti aromatici: Benzene, Stirene, Toluene;
-
Fitofarmaci: Aldrin, Atrazina, γ-esaclorofenolo (Lindano), somma
DDD-DDT-DDE, Dieldrin ed Eldrin;
-
Idrocarburi: idrocarburi leggeri e idrocarburi pesanti;
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-
Somma di idrocarburi policiclici aromatici.
La determinazione analitica di Diossine e Furani (somma PCDD e PCDF,
PCB) è stata condotta solo su n° 2 sondaggi di terreno superficiale.
Si prevedeva l’analisi anche ai restanti campioni in caso di accertata
presenza di contaminazione.
La scelta dei parametri da ricercare è stata determinata:
1. dalla necessità di verificare lo stato attuale della qualità del suolo e del
sottosuolo, scegliendo pertanto i parametri più significativi e comuni;
2. dalla conoscenza delle attività industriali circostanti, allo scopo di
valutare eventuali ricadute di inquinanti;
3. dalla conoscenza dei fenomeni di inquinamento di origine industriale
nelle aree prossime a quelle in oggetto.
In particolare:
-
la contaminazione da Mercurio è stata recentemente accertata nell'area
della futura conca di Valdaro, durante i rilievi effettuati per la
costruzione delle infrastrutture portuali per conto dell'Azienda
regionale dei Porti di Cremona e Mantova;
-
i restanti metalli pesanti sono in generale i parametri più comuni per le
contaminazioni di origine industriale e dal traffico veicolare;
-
i composti aromatici Benzene, Stirene, Toluene sono quelli
comunemente utilizzati come materia prima o prodotti dallo
stabilimento EniChem; inoltre vi è la loro presenza nelle emissioni in
atmosfera del petrolchimico;
-
i fitofarmaci scelti sono i più comuni utilizzati nelle aree agricole;
-
la contaminazione da idrocarburi leggeri e pesanti è stata anch’essa
recentemente accertata nell'area della futura conca di Valdaro nel corso
dei rilievi effettuati per la costruzione delle infrastrutture portuali;
inoltre il passaggio degli oleodotti a servizio dello stabilimento
EniChem e della raffineria I.E.S. nell'area del progetto giustifica la
scelta dei parametri da ricercare (idrocarburi leggeri, idrocarburi
pesanti);
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Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
-
la determinazione quantitativa di Diossine e Furani è giustificata dalla
presenza da lungo tempo di un inceneritore di rifiuti pericolosi, di
centrali termoelettriche alimentate con residui di lavorazione industriali
presenti all’interno del petrolchimico: considerando che l'eventuale
presenza di tali composti, scarsamente idrosolubili, è da attribuirsi alle
ricadute delle emissioni in atmosfera, la ricerca è limitata ai campioni
prelevati al primo strato di terreno.
Risultati analitici dei campioni di terreno
Con riferimento ai certificati d'analisi riportati in allegato e ai limiti
tabellari di cui al D.M. 471/99, si evince che nessuno dei parameri
analizzati supera le concentrazioni limite per i siti ad uso commerciale ed
industriale (all. 1, Tab. 1, colonna B).
Tuttavia si riscontra nell'area del progetto un inquinamento diffuso di
origine antropica, dovuto alla ricaduta sul suolo delle emissioni
atmosferiche inquinanti correlabili:
-
alla presenza di vie di comunicazione ad elevato traffico veicolare,
-
alle attività del polo chimico e petrolchimico della città di Mantova.
Anche le attività agricole hanno apportato contaminanti (fitofarmaci)
nell'area del progetto, seppur in misura minore per l'inquinamento del
suolo.
Caratterizzazione chimica delle acque sotterranee
Modalità di effettuazione dell'indagine
In ciascun punto di indagine previsto per i carotaggi di terreno è stato
infisso un piezometro realizzato con tubo di diametro 4" in PVC atossico e
posa di ghiaietto siliceo in corrispondenza della sezione filtrante.
Il prelievo dei campioni di acqua di falda è avvenuto dopo lo spurgo dei
piezometri per circa 15'.
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Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
Con riferimento alla Tabella di cui al punto 3, all. 1 del DM 471/99, su
tutti i campioni è stata effettuata le determinazione quantitativa di:
-
Metalli: Arsenico, Cadmio, Cromo totale, Ferro, Manganese,
Mercurio, Nichel, Piombo, Rame, Zinco;
-
Composti inorganici: Nitriti e Solfati;
-
Composti aromatici: Benzene, Stirene, Toluene;
-
Somma di idrocarburi policiclici aromatici;
-
Fitofarmaci: Aldrin, Atrazina, γ-esaclorofenolo (Lindano), somma
DDD-DDT-DDE, Dieldrin ed Eldrin;
La determinazione quantitativa di Diossine e Furani (somma PCDD e
PCDF, PCB) è stata condotta solo su n. 2 sondaggi superficiali.
Si prevedeva l’analisi anche ai restanti campioni di acqua in caso di
accertata presenza di contaminazione.
Data l’assenza nel DM 471/99 di un parametro chimicamente affine agli
idrocarburi, su tutti i campioni si è effettuata la determinazione degli
idrocarburi disciolti ed emulsionati dopo estrazione mediante etere di
petrolio, di cui alla tab. 1/A dell'all. 2 del D. Lgs. 152/99.
Per le motivazioni della scelta dei parametri da analizzare si rimanda alle
osservazioni effettuate per l’analisi del suolo.
Risultati analitici dei campioni di acqua
Con riferimento ai certificati d'analisi e ai limiti di cui al DM 471/99 (all.
1, punto 3, Tab. "acque sotterranee"), si evidenzia il superamento delle
concentrazioni limite per i seguenti parametri:
-
Ferro nei piezometri n. 1, 4, 7, 8: l'elevata concentrazione è tipica della
situazione geologica naturale dell'area ;
-
Piombo in tutti i campioni analizzati, la cui origine è da ricercarsi nelle
ricadute da traffico veicolare e dall’olio combustibile delle centrali
termoelettriche;
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Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
-
Fitofarmaci, nei piezometri 1 e 2, derivanti dalle coltivazioni agricole
dell'area e presumibilmente dei territori circostanti (la falda idrica ha
direzione Nord-Sud).
Per quanto concerne gli Idrocarburi disciolti ed emulsionati, in tutti i
piezometri è superato il limite di 0.05 mg/l stabilito dal D. Lgs. 152/99 per
le caratteristiche di qualità delle acque superficiali destinate alla
produzione di acqua potabile dopo trattamento fisico e disinfezione.
Diossine e Furani
non sono viceversa presenti nei due campioni
analizzati.
Conclusioni dell’indagine ambientale sul sito ai sensi del D.M. 471/99
L'indagine ambientale condotta sul suolo e sulle acque sotterranee ha
evidenziato una contaminazione diffusa derivante dalle ricadute delle
attività antropiche circostanti l'area del progetto.
Limitatamente all'inquinamento da fitofarmaci nelle acque sotterranee, la
causa è da ricercarsi nelle attività agricole svolte sia nell'area del progetto
che in quelle circostanti (l'acquifero ha direzione Nord-Sud).
E' verosimile ritenere che anche le zone limitrofe (area industriali A1, zona
agricola ad Est dell'autostrada e zona residenziale e commerciale del
comune di San Giorgio) presentino la stessa situazione ambientale.
Ai fini del presente progetto la situazione del suolo rilevata rende idoneo
il territorio per attività commerciali ed artigianali.
Per quanto concerne le aree a verde ad uso pubblico previste, esse
fungeranno esclusivamente da elemento di separazione tra zone a diversa
destinazione urbanistica e non vi saranno installate attrezzature sociali.
III.3.6 - Pozzi ad uso potabile nell'area del progetto e prossimi alla
stessa
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Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
Nella Tav. 11B sono rappresentati i pozzi ad uso potabile presenti nell'area
del progetto e nelle sue immediate vicinanze, l'assenza di contaminazione
microbiologica, che rende l'acqua idonea al consumo umano.
III.3.7 - Modifiche delle caratteristiche geomorfologiche
III.3.7 .1- Modifiche delle caratteristiche geomorfologiche del suolo
e del sottosuolo indotte della realizzazione del progetto
Come illustrato nei capitoli precedenti, l'area del progetto non
presenta situazioni idrogeologiche di particolare sensibilità o
criticità, né caratteristici elementi di interesse geomorfologico.
Gli interventi previsti non generano un aumento di rischi indesiderati
dal punto di vista idrogeologico: gli scavi e i movimenti di terra
necessari alla realizzazione delle opere non danno luogo a processi
erosivi, né alcuna delle opere previste comporterà tagli di
vegetazione significativa in termini di erosione del suolo.
Le modifiche indotte dal progetto sulla componente "suolo e
sottosuolo" sono riconducibili a:
-
consumo significativo di suolo agrario in seguito alla
conversione industriale dell'area;
-
impermeabilizzazione
dei
suoli
dell'area
destinati
alle
infrastrutture e nella fase successiva, ai territori su cui si
insedieranno le attività industriali: sarà viceversa garantita la
permeabilità dei suoli delle zone destinate a parcheggio delle
aree aree 2 e 21, oltre che di tutte le aree a verde previste nel
progetto.
Le caratteristiche geotecniche del terreno permettono di limitare gli
sbancamenti al solo suolo agrario spesso circa un metro. Al di sotto
di questo, infatti, si trovano importanti depositi sabbiosi in grado di
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Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
reggere i carichi dei futuri rilevati stradali nonostante la presenza di
alcune lenti argilloso-limose.
In fase di cantiere saranno adottati tutti gli opportuni accorgimenti
per evitare spandimenti di sostanze inquinanti sul suolo e
precauzioni nell’esecuzione dei lavori in prossimità degli oleodotti
esistenti di trasporto sostanze liquide pericolose.
Al termine delle operazioni l'area sarà ripulita del materiale residuo.
La creazione di superfici impermeabili nelle aree su cui si
insedieranno le attività industriali potenzialmente inquinanti riduce il
rischio di contaminazione.
L'immissione di inquinanti atmosferici dovuti al traffico veicolare di
servizio e di attraversamento dell'area e all'insediamento delle nuove
attività potrà avere ricadute significative
-
sul suolo del territorio del progetto,
-
sui più vicini suoli agricoli, posti ad Est dell'autostrada A22.
Il consumo di materiale di cava prelevato all'esterno dell'area del
progetto è assai limitato (rif. § I.4.2), poiché è previsto il riutilizzo
sistematico dei materiali inerti derivanti dallo sbancamento per le
infrastrutture.
Le fondazioni delle opere non avranno alcuna ripercussione sul suolo
e sul sottosuolo, in quanto le caratteristiche geotecniche del terreno
non richiedono l’uso di palificazioni profonde.
Lo scavo non rimarrà aperto se non per il tempo strettamente necessario.
III.3.7.2 - Variazione del regime delle acque sotterranee nello stato
di progetto
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La vulnerabilità dell'acquifero nell'area è media o bassa; in ogni caso
la protezione del suolo e della falda sarà garantita dalla
pavimentazione in calcestruzzo dell'area interessata dalle attività
produttive e dalla circolazione degli automezzi.
Le caratteristiche del terreno non richiedono l’uso di palificazioni
profonde, che possono andare ad intercettare la falda, per la
realizzazione delle infrastrutture stradali, di conseguenza sarà
sufficiente uno scavo di circa un metro dal piano campagna per
eliminare il terreno ad uso agrario.
Lo scavo non rimarrà aperto se non per il tempo strettamente
necessario.
III.4
ACQUA
III.4.1 - I corsi d'acqua preesistenti
L’area in esame si estende sulla sponda sinistra del diversivo del Fiume
Mincio ed è interessata da
- canali pubblici, ad uso irriguo e/o drenante, gestiti dal Consorzio di
Bonifica Fossa di Pozzolo,
- piccoli corsi d'acqua privati, ad uso irriguo, a servizio degli
appezzamenti di terreno agricoli.
Il territorio non rientra nelle Aree sensibili, previste dall’art. 18, titolo III,
del D. Lgs. 152/99, richiedenti specifiche misure di prevenzione
dell’inquinamento e di risanamento.
Gli elementi più rilevanti appartenenti all’area del progetto, rappresentati
nella Tav.03, sono:
1. Scolo Fortuna (area 2)
Corso d'acqua ad uso sia irriguo che di scolo è iscritto nel registro delle
acque pubbliche del comprensorio del Consorzio "Fossa di Pozzolo".
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Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
E' particolarmente importante per l'assetto idrologico del territorio, poiché
raccoglie le acque di drenaggio dell'area agricola circostante.
Dopo il sottopasso del canale Acque Alte confluisce nel Dugale Derbasco,
che sfocia nel fiume Mincio.
Non si hanno indicazioni della qualità delle sue acque, poiché non è
soggetto al monitoraggio chimico-fisico da parte degli Enti pubblici né vi
sono effettuati test riguardanti la fauna invertebrata per determinarne la
qualità ecologica.
Dato l'uso promiscuo, l'acqua è presente nel letto del fossato per tutto il
periodo dell'anno.
2. Condotto Olmo Lungo (aree 21 e 3)
E' un corso d'acqua ad uso principalmente irriguo, iscritto nel registro delle
acque pubbliche del comprensorio del Consorzio "Fossa di Pozzolo".
E' alimentato dal condotto privato Brusca-Burione-Olmo Lungo all'esterno
dell'area del progetto; dopo un tratto privato presso la Corte Olmo Lungo
sfocia nello Scolo Fortuna.
L'acqua è alimentata dal Consorzio nel periodo aprile-settembre; il
drenaggio di qualche appezzamento agricolo garantisce una minima
portata anche nel periodo invernale.
Non è soggetto al monitoraggio chimico-fisiche da parte degli Enti
pubblici per la determinazione della qualità delle acque né vi sono
effettuati test riguardanti la fauna invertebrata per determinarne la qualità
ecologica.
3. Dugalina (area 21)
Corso d'acqua ad uso sia irriguo che di scolo è iscritto nel registro delle
acque pubbliche del comprensorio del Consorzio "Fossa di Pozzolo".
Prende acqua dal Dugale Derbasco, scorre per circa 3 Km in Comune di
San Giorgio attraversando l'area del progetto e quindi confluisce di nuovo
nel Dugale Derbasco.
Dato l'uso promiscuo, l'acqua è presente nel letto del fossato per tutto il
periodo dell'anno.
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4. Fosso privato che si estende dalla Corte Olmo Lungo alla confluenza
nello Scolo
Fortuna (sul confine dell'area 2)
E' l'unico corso d'acqua privato di una certa rilevanza per la vegetazione
riparia presente. Di piccole dimensioni, ad uso principalmente irriguo,
prende acqua dal Condotto Olmo Lungo per poi confluire nello Scolo
Fortuna.
Scorre in prossimità della Corte Olmo Lungo.
Non è soggetto al monitoraggio chimico-fisico da parte degli Enti pubblici
per la determinazione della qualità delle acque, né vi sono effettuati test
riguardanti la fauna invertebrata per determinarne la qualità ecologica.
In prossimità del territorio del progetto vi sono inoltre:
A) il Canale Acque Alte: scorre in direzione Est-Ovest, delimitando a Sud
il territorio in esame, e confluisce quindi nel canale Diversivo del Mincio
dopo circa 800 m.
La competenza del corso d'acqua è del Magistrato delle Acque, tramite
l’Ufficio del Genio Civile di Mantova.
Trattasi di canale artificiale, alimentato dal fiume Tione, con funzione
principalmente di scolo (drenaggio) per l'area agricola di circa 30.000 Ha
che il canale attraversa (dall'incile a Pontepossero - provincia di Verona alla foce nel Diversivo del Mincio); è utilizzato limitatamente anche per
uso irriguo.
La sua portata massima in prossimità dell'area del progetto è di circa 30
m3/sec d'inverno e 5 m3/sec in estate.
La caratterizzazione chimico-fisica delle acque è riportata al § III.4.2; non
vi sono effettuati test riguardanti la fauna invertebrata per determinarne la
qualità ecologica.
Le sponde del Canale sono in calcestruzzo;
B) il Canale Diversivo del Fiume Mincio, che scorre in direzione NordSud a circa 50 m dal confine Ovest dell'area del presente progetto.
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Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
Le sponde del Canale sono in calcestruzzo.
Rappresenta la principale opera idraulica della Provincia di Mantova, in
quanto devia le portate in esubero del fiume Mincio by-passando la città di
Mantova.
La sua portata normale in prossimità dell'area del progetto è di circa 340
m3/sec.
La caratterizzazione chimico-fisica delle acque è riportata al § III.4.2.
Non sono stati effettuati test riguardanti la fauna invertebrata per
determinarne la qualità ecologica.
L'area spondale del canale Diversivo del Mincio ricade in ambito vincolato
ai sensi della Legge 8 Agosto 1985 n° 431 per una ampiezza di 150 m: la
fascia di ampiezza di circa 100 m lungo il confine Ovest del territorio del
presente progetto è quindi soggetta ai vincoli ambientali di cui alla
normativa vigente.
Tutti corsi d'acqua descritti sono attualmente utilizzati per uso alieutico.
III.4.2 - Qualità delle acque nello stato attuale
Dal confronto dai riscontri effettuati con i valori limiti della legislazione
italiana (DPR 236/88 sulla qualità delle acque destinate al consumo
umano; all. 2 del D. Lgs. 152/99, tab. 1/A sulle caratteristiche di qualità
per le acque superficiali destinate alla produzione di acqua potabile) si
evince:
- la presenza di inquinamento microbiologico (coliformi fecali - tra cui
Escherichia Coli - e streptococchi) che non consentirebbero l'uso
dell'acqua come risorsa potabile senza un opportuno trattamento;
- la presenza di Azoto e di Fosforo, imputabile ai reflui provenienti dagli
allevamenti e dal drenaggio di terre agricole trattate con fertilizzanti;
- l'assenza di microrganismi patogeni e di rilevante impatto sulla salute
(Salmonella);
- l'assenza dei seguenti metalli pesanti: Mercurio, Cromo, Rame,
Cadmio, Piombo e Nichel (valore inferiore al limite di rilevazione);
Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s.,
Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
- valori di Arsenico abbondantemente al di sotto della concentrazione
massima ammissibile (50 µg/l).
III.4.3 - Variazione del regime delle acque nello stato di progetto
I principali interventi strutturali consistono:
a) nell’intercettazione dei corsi d'acqua superficiali interni all'area
ad uso irriguo, che non hanno più ragione di esistere in seguito
alla riconversione industriale del territorio del progetto;
b) nel convogliamento e scarico delle acque meteoriche delle aree
impermeabilizzate nel Canale Diversivo del Mincio, con le
modalità descritte nel successivo paragrafo III.4.5.
III.4.4 - Scarichi idrici nello stato di progetto
I reflui idrici provenienti dall'area del progetto recapitano in reti
separate.
Reflui di tipo civile
Convogliano in una rete fognaria afferente al depuratore comunale
(depuratore chimico-fisico ad ossidazione totale), con scarico finale
nel fiume Mincio. Il trattamento dei reflui garantisce il rispetto dei
limiti indicati dalla legislazione vigente per lo scarico in corpo idrico
superficiale.
Come descritto nel § I.6.1, è prevedibile un incremento
sostanzialmente poco significativo del carico inquinante di tipo
microbiologico nel corpo idrico recettore.
Acque meteoriche
Il progetto prevede la realizzazione di opportuni collettori per lo
scarico di tali acque nel Canale Diversivo del Mincio (vedi § III.4.5).
Sono ammesse a questa rete separata le acque piovane di
dilavamento:
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Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
-
delle superfici impermeabili delle infrastrutture in progetto,
-
delle
superfici
coperte
(capannoni
e
piazzali
impermeabilizzati) delle attività industriali, solo se prive di
inquinanti derivanti dal ciclo di produzione, e delle attività di
servizio.
Pertanto la variazione del carico inquinante è da considerarsi limitata
sia durante la fase di cantiere che in seguito alla realizzazione delle
infrastrutture.
Scarichi industriali
Saranno convogliati nello stesso collettore delle acque nere se
compatibili con il depuratore comunale. Diversamente ogni attività si
doterà di proprio depuratore con scarichi finali nel circuito delle
acque meteoriche o nella rete fognaria comunale, previa opportuna
autorizzazione.
E' comunque prevedibile un incremento potenzialmente significativo
del carico inquinante di tutti i corpi recettori al momento
dell'attivazione degli scarichi idrici industriali.
III.4.5 - Descrizione del sistema di smaltimento delle acque
meteoriche
L'impermeabilizzazione del suolo comporta la necessità di dotare
l'intera area del progetto di idonei sistemi di smaltimento delle acque
meteoriche.
Oltre ai collettori dedicati recapitanti nel Canale Diversivo del
Mincio, si valuterà la possibilità di realizzare vasche di laminazione
a monte del recapito finale, che consentano:
- in assenza di precipitazione, di intercettare e trattenere eventuali
liquidi inquinanti ricadenti sul piano viabile e convogliati dal
sistema di drenaggio, evitando la loro dispersione nell’ambiente,
- in presenza di precipitazione, di provvedere all'eventuale
trattamento delle acque di prima pioggia nonché di accumulare un
Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s.,
Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
volume di pioggia, da restituire a valle attraverso un opportuno
organo di regolazione, per una portata pari al massimo valore
recapitabile nella rete consortile.
Gli interventi infrastrutturali per i quali il progetto prevede
l'impermeabilizzazione del suolo saranno dotati di una adeguato
sistema di drenaggio, di tipo controllato, per la salvaguardia della
falda e del suolo nei confronti delle acque meteoriche, delle acque di
prima pioggia e di accidentali sversamenti di sostanze inquinanti
trasportate.
Il sistema di raccolta delle acque meteoriche andrà opportunamente
coordinato in termini di interferenza con la rete idraulica di
superficie esistente, al fine di individuare tutti quegli elementi
(canali, fossi) cui sia necessario dare continuità.
Nelle sole Aree 2 e 21 per limitare il flusso afferente alla rete di
raccolta, tutte le superfici destinate a parcheggio saranno
pavimentate in masselli di calcestruzzo autobloccanti, posati su letto
di sabbia ed idoneo geotessuto filtrante, che permette il
reinserimento di acque pulite nella falda sotterranea.
Si valuterà caso per caso l'adozione dello stesso tipo di
pavimentazione per i piazzali a servizio degli insediamenti produttivi
ed interessati dalla circolazione degli automezzi, preferita solo se si
accertati l'assenza di dilavamento di sostanze inquinanti utilizzate nel
ciclo di produzione.
Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s.,
Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
III.5
ARIA
La qualità dell’aria della zona interessata dal presente progetto è influenzata
principalmente dalle emissioni gassose derivaWnti dalle attività dello stabilimento
EniChem S.p.A., che dista circa 100 m in direzione Ovest dall'area in oggetto.
Altra attività industriale importante per quantità e qualità delle emissioni in atmosfera
è la raffineria “Ies S.p.A”, posta a circa 1 km ad Ovest dalle aree industriali in
progetto ed alle porte dell'area urbana di Mantova.
Ulteriore fonte di inquinamento atmosferico è costituita dal traffico autoveicolare.
La STATO ATTUALE della qualità dell'aria è descritta nei paragrafi seguenti
mediante:
1) i dati meteorologici associati ai monitoraggi ambientali,
2) i monitoraggi ambientali effettuati in prossimità dell'area in oggetto,
3) i dati quantitativi delle principali emissioni di inquinanti provenienti dalle
attività industriali esistenti nella zona,
4) il contributo del traffico veicolare alle emissioni in atmosfera.
Per lo STATO DI PROGETTO la stima dell'inquinamento futuro è effettuata
limitatamente alla modifica dei flussi di traffico veicolare (vedi § I.6.2).
III.5.1 - Dati meteorologici
VENTI
I monitoraggi ambientali di cui al capitolo seguente sono stati correlati con i seguenti
dati meteorologici:
* Centralina meteo della città di Mantova (collocata a Nord-Ovest rispetto all'area
del presente progetto):
I settori predominanti di provenienza dei venti sono i settori Nord-Est, Est, Ovest e
Nord-Ovest; ad essi si associano le seguenti frequenze:
1996÷1998
Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s.,
1999
1° trimestre 2000
Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
Nord-Est
18%
18 %
22%
Est
22%
23%
23%
Ovest
15%
23%
27%
Nord-Ovest
18%
5%
7%
Nel triennio 1996÷1998 la condizione di calma (0-1 nodi) si attesta su valori del
7.5%; la maggiore frequenza (49%) è registrata per la velocità del vento di 2-4 nodi.
Nel 1999 le medie mensili di velocità del vento sono comprese tra 1.7 m/sec (3.8
nodi) e 2.5 m/sec (6 nodi).
* Laboratorio mobile posizionato a Villanova de Bellis (Comune di San Giorgio) nel
periodo 7.12.95 ÷ 25.6.96 (posizionato ad Est rispetto all'area del presente progetto):
I dati elaborati su base mensile indicano che limitatamente al breve periodo di
osservazione (inverno e primavera 1996) le direzioni prevalenti sono i settori :
-
Ovest: mesi di gennaio (35%), febbraio (42.8%) e maggio (16.6%);
-
Est:
mesi di marzo (38.2%) ed aprile (24%);
-
Sud-Est:
mese di giugno (20.8%).
Le medie mensili di velocità del vento sono comprese tra 1.3 m/sec (2.9 nodi) e 1.8
m/sec (4 nodi).
Le serie di dati di entrambe le postazioni di monitoraggio indicano - seppure con le
differenze in frequenza determinate dalle diverse elaborazioni temporali - che l'area
di cui al presente progetto risulta frequentemente sottovento rispetto alla zona
industriale di Mantova (settori di provenienza Ovest e Nord-Ovest).
CLASSI DI STABILITA' ATMOSFERICA
Da stime effettuate sulla base della velocità del vento e del grado di radiazione solare,
registrate nella centralina meteo di Mantova, alle classi di stabilità atmosferica
(espresse come categorie di Pasquill) si assegnano le seguenti frequenze (triennio
1996÷1998):
classe E (stabilità debole) ⇒ circa 50%
classe C (instabilità debole) ⇒ circa 24%
classe D (neutralità) ⇒ circa 11 %
classe B (instabilità moderata) ⇒ circa 9.5%
Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s.,
Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
classi F+G (stabilità moderata + stabilità forte) ⇒ circa 4%
III.5.2 - La qualità dell’aria nello stato attuale: rilievi ambientali nelle
zone del progetto e residenziali limitrofe
Per illustrare la qualità dell'aria nel vasto territorio del presente progetto sono stati
utilizzati i dati dei più recenti monitoraggi effettuati nei Comuni di Mantova e San
Giorgio.
Tra tutte le postazioni di misura, quelle rappresentative per l'area in oggetto, la cui
collocazione è indicate nella Tav. 11 B, sono le seguenti:
1) centralina "Lunetta 2": collocata nell'area residenziale di Frassine, è l'unica tra le
attuali stazioni fisse della rete di rilevamento dell'inquinamento atmosferico
della Provincia di Mantova che possa essere assunta come riferimento per il
territorio del presente progetto, poiché:
-
è la più vicina all'area in oggetto (a circa 1.2 Km in direzione Nord-Ovest) e
all'area industriale di Mantova;
-
la centralina e l'area di cui al presente progetto sono approssimativamente
equidistanti dal baricentro dell'attuale area industriale.
E' funzionante dal 18/7/99 (ha sostituito la postazione di Lunetta - Viale
Lombardia) e registra solo i valori di SO2, il cui maggior contributo è fornito
dalle ricadute di origine industriale; nell'ottobre 1999 inoltre vi è stata condotta
una campagna di rilevamento del Benzene;
2) centralina di Lunetta - Viale Lombardia: collocata a circa 1.8 Km in direzione
Nord-Ovest; vi sono state condotte:
-
le misurazioni per la valutazione della qualità dell'aria della provincia di
Mantova sino al 1999,
-
la campagna di monitoraggio del PM10 (polveri sospese con diametro
aerodinamico inferiore a 10 µm) del 2000;
3) postazione di Villanova de Bellis (comune di San Giorgio): è situata in zona
residenziale a circa 700 m in direzione Est rispetto all'area del presente progetto;
nel 1996 vi è stata condotta una campagna di rilevamento di qualità dell'aria da
parte del PMIP dell'U.S.S.L. di Mantova per i parametri SO2, NOx, CO, O3 .
Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s.,
Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
Le conclusioni , ricavate analizzando i dati esposti ed i parametri meteorologici
relativi allo stesso periodo di osservazione, sono le seguenti:
1) presso la centralina "Lunetta 2":
- i valori medi giornalieri più elevati nonché i picchi orari superiori a 80 µg/mc (62
nel periodo di osservazione) sono stati registrati in caso di vento a bassa velocità e
di direzione generalmente variabile;
- gli indicatori statistici si sono mantenuti sugli stessi livelli di quelli degli anni
precedenti;
2) postazione di Villanova de Bellis :
- i picchi orari a concentrazione > 90 µg/mc (circa 30 nel semestre considerato) si
osservano in concomitanza con vento proveniente dalla zona industriale, a bassa
velocità di vento o in situazione di calma di vento.
Le stesse conclusioni di cui al punto 2) in merito all'origine dell'inquinante sono
riportate nello studio condotto dall'Istituto Superiore di Sanità per la pianificazione
dell'area industriale di Mantova: i dati del periodo 1996 ÷ 98 di tutte le centraline di
monitoraggio collocate nella città di Mantova e nelle sue immediate vicinanze,
valutati in relazione ai rilievi meteorologici indicano che
"il contributo industriale più significativo all'inquinamento atmosferico dell'area
urbana e quello del Biossido di Zolfo ... i più alti valori di concentrazioni sono
rilevati quando le postazioni di misura si trovano sottovento alla zona industriale" .
Un ulteriore riferimento legislativo per la protezione della salute umana è fornito
dalla Direttiva 1999/30/CE del 22 aprile 1999, non ancora recepita dalla legislazione
italiana, secondo la quale per l’SO2:
1. il valore limite orario per la protezione della salute umana è 350 µg/mc: in vigore
dal 1/1/2005, non deve essere superato più di 24 volte all'anno (il margine di
tolleranza è del 43% all'entrata in vigore della Direttiva, con riduzione il 1/1/2001
ed ogni 12 mesi secondo una percentuale costante fino allo 0% entro il 1/1/2005);
2. il valore limite giornaliero per la protezione della salute umana è di 125 µg/mc, da
non superare più di 3 volte all'anno, in vigore dal 1/1/2005;
3. la soglia di allarme è di 500 µg/mc, misurati su tre ore consecutive in località
rappresentative della qualità dell'aria su almeno 100 km2 oppure in una zona o un
agglomerato completi, se tale zona o agglomerato sono meno estesi.
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Ossidi di azoto (NOx)
Le conclusioni - ricavate analizzando i dati esposti ed i parametri meteorologici
relativi allo stesso periodo di osservazione - sono le seguenti :
- le concentrazioni più elevate si osservano in concomitanza con vento proveniente
dal settore Ovest (autostrada A22);
- valori occasionali molto elevati sono stati registrati nei mesi di febbraio ed aprile
in occasione di inversioni termiche.
Come confermato anche da altri studi, l'origine dell'inquinante è pertanto da
ricercarsi principalmente nelle emissioni da traffico veicolare più che nelle emissioni
di origine industriale.
Un ulteriore riferimento legislativo per la protezione della salute umana è fornito
dalla Direttiva 1999/30/CE del 22 aprile 1999, non ancora recepita dalla legislazione
italiana, secondo la quale per l’NOx:
1. il valore limite orario per la protezione della salute umana è 200 µg/mc di NO2, da
non superare più di 18 volte all'anno, in vigore dal 1/1/2010 (il margine di
tolleranza è del 50% all'entrata in vigore della Direttiva, con riduzione il 1/1/2001
ed ogni 12 mesi secondo una percentuale costante fino allo 0% entro il 1/1/2010);
2. il valore limite annuale per la protezione della salute umana è di 40 µg/mc di NO2,
in vigore dal 1/1/2010 (il margine di tolleranza è del 50% all'entrata in vigore
della Direttiva, con riduzione il 1/1/2001 ed ogni 12 mesi secondo una percentuale
costante fino allo 0% entro il 1/1/2010);
3. la soglia di allarme è di 400 µg/mc, misurati su tre ore consecutive in località
rappresentative della qualità dell'aria su almeno 100 km2 oppure in una zona o un
agglomerato completi, se tale zona o agglomerato sono meno estesi.
Ozono (O3)
E' un inquinante secondario (il suo principale precursore è il Biossido d'Azoto)
originato in seguito a reazioni fotochimiche innescate dalle radiazioni solari.
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Nel corso del periodo di osservazione (7.12.1995 - 25.6.1996) presso la postazione di
Villanova de Bellis nel Comune di San Giorgio, sono stati registrati elevati valori di
Ozono da aprile a giugno 1996, con superi nei valori medi orari
1. del livello di attenzione (180 µg/mc),
2. del valore limite di 200 µg/mc, raggiunto per 9 volte nel giugno 1996.
Occasionalmente sono stati registrati anomali episodi di livelli elevati di inquinante
anche sia di notte che nel periodo invernale (fino a 70 µg/mc), fenomeno attribuito al
trasporto di masse d'aria ricche di Ozono .
Monossido di Carbonio (CO)
E' un inquinante legato principalmente alle emissioni dei veicoli a benzina e si
disperde rapidamente raggiungendo i valori di fondo già a pochi metri dalla sorgente.
Pertanto nella postazione di Villanova de Bellis in Comune di San Giorgio,
interessata da scarso passaggio di veicoli, sono state misurate concentrazioni di
inquinante molto basse .
Polveri fini (PM10)
Rappresentano la frazione delle polveri sospese con diametro aerodinamico inferiore
ai 10 µm.
I dati riportati nel grafico seguente si riferiscono al monitoraggio condotto
dall'ARPA di Mantova a Frassine (postazione di Lunetta - Viale Lombardia), dal
25.2.2000 al 15.3.2000.
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Concentrazione PM10 e precipitazioni atmosferiche
8
7
6
5
mm 4
3
2
1
0
14-mar
12-mar
10-mar
8-mar
6-mar
4-mar
2-mar
29-feb
27-feb
25-feb
180
160
140
120
100
80
60
40
20
0
µg/mc
precipitazione
concentrazione
Le concentrazioni giornaliere ed il trend rilevato sono:
-
fortemente influenzati dalle condizioni atmosferiche,
-
in linea con quelli delle postazioni della città di Mantova e non direttamente
correlabili a fonti localizzate .
Benzene
Nel periodo ottobre-novembre 1999 il PMIP di Mantova ha condotto un
monitoraggio del Benzene, che ha interessato anche la località di Frassine
(postazione "Lunetta 2"), prossima all'area industriale ma lontana dalle principali
direttrici ad alto traffico veicolare.
I risultati del monitoraggio sono riassunti nelle tabelle seguenti:
Tab. 1: Confronto tra le concentrazioni medie settimanali rilevate nella stazione di
Frassine e nella città di Mantova (Piazza dei Mille)
Periodo
osservazione
di
Concentrazione [µg/mc]
Frassine
Mantova
a
5.4
7.7
a
3.8
6.7
1 settimana
2 settimana
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Tab 2: frequenza delle concentrazioni di Benzene rilevate nella postazione di
Frassine
Concentrazione [µg/mc]
Frequenza
0 - 2.5
21%
2.5 - 4.5
41%
4.5 - 6.5
18.5%
6.5 - 8
13%
8 - 10.5
3%
10 - 12.5
2%
12.5 - 14.5
1%
14.5 - 16.5
0.5%
I valori più elevati sono stati misurati in coincidenza con venti provenienti da SudEst e Sud-Ovest, settori corrispondenti alle aree di provenienza delle emissioni :
- degli stabilimenti industriali EniChem e IES (fonti di emissioni in atmosfera di
Benzene);
- di Via Brennero, interessata da sostenuto traffico veicolare (le concentrazioni
maggiori si rilevano in corrispondenza delle ore di più intenso traffico).
Uno studio precedente dimostra, viceversa, che la presenza nell'aria di Benzene è
imputabile non al traffico veicolare ma alle emissioni in atmosfera della zona
industriale.
III.5.3 - Contributo all’inquinamento atmosferico delle emissioni di
origine industriale (stati attuale e futuro)
Stato attuale
Nella tabella seguente si riportano i dati quantitativi forniti dall'ARPA - distretto di
Mantova - e dalla società EniChem S.p.A. in riferimento agli inquinanti emessi dalle
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Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
principali attività industriali esistenti in prossimità della zona in oggetto (anno di
riferimento: 1999):
inquinante [t/a]
fonte
EniChem S.p.A. +
EniPower S.p.A.
IES S.p.A.
SOGEFI Filtration (ex
Fiaam Filter S.p.A.)
Belleli Energy
Totale
SO2
NOx
3019
1271
2094
472
2.3
5113
1745
Particelle COV
totali
75
88
64
1
2.8
143
Benzene
[Nota 1]
0.26
3.3
0.7
92
0.26
Legenda
SO2: Anidride solforosa
NOx: Ossidi di Azoto
CO: Monossido di Carbonio
COV: composti organici volatili, i cui principali componenti in termini di
pericolosità per l'uomo e l'ambiente sono il Benzene, l'Acrilonitrile e lo Stirene.
Note
[1] la quantità di Benzene in emissione è compresa anche nel valore di VOC.
Stato futuro
In questa fase dello studio, in assenza di dati sulla tipologia delle future attività che si
insedieranno sul territorio, non risulta possibile individuare la tipologia degli
inquinanti emessi né pertanto stimare quantitativamente l'impatto dei futuri impianti
industriali.
E' comunque presumibile un peggioramento della qualità dell'aria, tuttavia l'assenza
di nuove attività a rischio di incidente rilevante e l'adozione della "migliore
tecnologia disponibile", che sarà richiesta alle nuove industre insalubri, limiterà
l'emissione di inquinanti.
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III.5.4 - Contributo all’inquinamento atmosferico delle emissioni da traffico
veicolare
Area urbana di Mantova
Stato attuale:
gli unici dati in possesso della locale ARPA si riferiscono alla situazione della città
di Mantova per l'anno 1993 .
Sulla base delle seguenti assunzioni:
numero veicoli transitanti giornalmente attorno all'intera area urbana di Mantova
lungo tutte le principali direttrici di traffico: 88.600
[pari ad un valore medio di 3700 veicoli/ora, nell'ipotesi di una distribuzione
omogenea dei veicoli transitanti nel corso delle 24 ore giornaliere];
tipologie dei veicoli circolanti:
1. Autovetture a benzina: 60% (2220 veicoli/ora),
2. Autovetture Diesel: 15% (550 veicoli/ora),
3. Veicoli commerciali pesanti Diesel: 20% (740 veicoli/ora),
4. Motocicli: 5% (185 veicoli/ora);
lunghezza del percorso medio compiuto da ogni autoveicolo attorno all'area
urbana di 20 Km;
sono stati stimati i valori delle emissioni di NOx = 348 Kg/h,
SO2 = 37.5 Kg/h.
I risultati della stima delle emissioni in atmosfera sono rivisti alla data del presente
Studio di Impatto Ambientale - mediante i dati editi dall'ANPA - allo scopo di:
completare i dati di emissione con gli inquinanti precedentemente non considerati;
aggiornare i valori delle emissioni degli automezzi attualmente circolanti, che
risultano inferiori a quelle stimate nel 1993 per
1. il miglioramento nella tecnologia dei motori dei veicoli,
2. il minor tenore di inquinanti nei combustibili: ad esempio la bassa
concentrazione di Zolfo nell'attuale gasolio per autotrazione (0.035% in peso,
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da ridursi a 0.05% entro il 2005 ai sensi della norma EN 590) rende già oggi
trascurabile il contributo del traffico veicolare all'inquinamento da SO2.
Per i motivi precedentemente elencati, gli attuali valori di emissioni risultano
inferiori a quelli stimati nel 1993.
Stato futuro:
Dallo studio effettuato dei flussi di traffico [vedi § I.3.1] si ipotizza che
verosimilmente il progetto non comporterà sostanziali modifiche alla preesistente
situazione di inquinamento atmosferico dell'area urbana di Mantova.
Area industriale del progetto
Sulla base di quanto esposto nel § I.6.2 ed evidenziato nelle tavole tematiche
allegate allo studio di impatto ambientale si può notare la variazione della
distribuzione degli inquinanti atmosferici rispetto alla situazione attuale.
Come mostrato dalle tabelle di cui all'allegato 2, quantitativamente le emissioni
totali non variano radicalmente tra la situazione attuale e quella di progetto, poiché
il maggior numero di veicoli circolanti è compensato dal miglior tipo di traffico: si
passa dal traffico urbano della statale 10 a quello extraurbano garantito dai nuovi
assi di progetto.
L’importanza delle infrastrutture oggetto dello studio è data dallo spostamento dei
flussi veicolari da importanti centri abitati a zone industriali, che sicuramente
rappresentano un bersaglio molto meno sensibile all’inquinamento atmosferico.
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Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
III.6
FATTORI CLIMATICI
Con riferimento alla tipologia del presente progetto le caratteristiche climatiche
significative della città di Mantova (e del vicino nuovo polo industriale) sono quelle
che influenzano direttamente la dispersione degli inquinanti atmosferici, quali:
-
assenza di forti campi di vento;
-
nebbie e cielo coperto durante l'inverno;
-
situazione di stabilità atmosferica.
Velocità e direzione prevalente dei venti e classi di stabilità atmosferica sono
illustrati nel § III.5.1.
L'area del progetto non rappresenta una zona di elevata sensibilità dal punto di vista
microclimatico.
La realizzazione delle infrastrutture in progetto e la loro utilizzazione non
comporterà variazioni sul microclima della zona, in quanto:
- l'asportazione della vegetazione esistente non è tale da comportare la modifiche
nell'umidità locale;
- la modifica nella distribuzione delle emissioni di Ossidi di Azoto e di Zolfo da
traffico veicolare, derivante dai mutati flussi di traffico dell'area, non sono tali da
provocare un aumento significativo del fenomeno delle piogge acide.
Anche nell'ottica delle alterazioni climatiche globali, non sono previste significative
nuove emissioni di Anidride Carbonica indotte dal traffico veicolare.
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III.7 BENI MATERIALI: PATRIMONIO ARCHITETTONICO E
ARCHEOLOGICO
III.7.1 - Beni architettonici
Dagli studi effettuati sui beni materiali nell'area del progetto e nelle sue immediate
vicinanze, si individua nel complesso "Olmo Lungo" l'unico bene architettonico
rilevante vincolato ai sensi della Legge 1089/’39.
Complesso “Olmo Lungo”
Identificazione catastale
Il complesso denominato “Olmo Lungo”, situato in Comune di Mantova, in zona
Valdaro, è costituito da un palazzo con pianta a blocco lineare, adibito un tempo a
signorile dimora di campagna, con annessa una chiesetta con aula a volta a botte, che
si trova in discreto stato di conservazione; fanno parte del complesso anche una torre
colombaia, alcuni fabbricati rustici ed una vasta area agricola che li circonda.
Con Decreto Ministeriale del 13.03.58 il Ministero per i Beni e le Attività Culturali,
ai sensi della Legge 1 giugno 1939 n. 1089, emetteva un decreto di vincolo
dell’immobile denominato “Palazzo Olmolungo con annesso Oratorio” sito in
Mantova località Valdaro, identificato in Catasto al Foglio 11 sezione D, mappali 27,
28 e lettera A.
Successivamente, con decreto del 23 novembre 1999, lo stesso
Ministero per i Beni e le Attività Culturali estendeva il decreto di vincolo
all’immobile denominato “Complesso Palazzo Olmolungo con Oratorio, torre,
annessi, area di pertinenza e corte rustica” sito in Mantova località Valdaro,
identificato catastalmente al Foglio 73 NCTR particelle 7, 8, 9, 10, 11, A, 12, 13, 14,
15, 16, 17 (parte sud compresa tra i mappali 30, 31, 18, 9, A, 7, 24, 15 e
comprendente il mappale 23), 18, 23, 24, 25, 26, 27; confina con la strada vicinale
Olmo Lungo, i mappali 28, 30, 31, 17 (parte nord), mapp. 6, Foglio 75 NCTR.
La Fondazione d’Arco, attuale proprietaria del complesso immobiliare, in data
28.02.2000 presentava un ricorso presso il Tribunale Amministrativo Regionale per
la Lombardia, sezione di Brescia, contro il Ministero per i Beni e le Attività Culturali
in persona del Ministro pro tempore e del Direttore Generale pro tempore
Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s.,
Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
dell’Ufficio centrale per i beni archeologici, artistici e storici e contro la
Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Brescia, in persona del
soprintendente pro tempore, per l’annullamento parziale del Decreto 23.11.99. La
ditta ricorrente infatti accettava, pur ritenendoli privi di valore storico-artistico,
l’estensione del vincolo alla torre colombaria ed ai fabbricati rustici compresi nel
complesso,
ma contestava l’estensione del vincolo alla vasta area agricola
circostante di mq 32.986, identificata catastalmente ai mappali nn. 8, 17 (ora 72)
e18.
Cenni storici
Anticamente, nel 1476, il podere chiamato Olmo Lungo apparteneva ad un certo
Maffeo da Crema; successivamente, nel 1495, fu donato dal Marchese Francesco
Gonzaga al capitano dei balestrieri Giovanni Michele Bandello (o Mandello) a
compenso dei servizi prestati.
Rimase proprietà della famiglia Bandello (o
Mandello) per circa un secolo sino a quando, nel 1592, fu venduto ad Annibale
Chieppio, che diventerà consigliere del duca Vincenzo Gonzaga, ed al suo tutore
Giulio Cesare Spada, canonico della Cattedrale. Dai documenti storici dell’Archivio
Chieppio si rileva che dopo il 1595, quando il Chieppio fu nominato Consigliere
supremo di stato, alla proprietà furono annesse altre tre biolche di terra.
Dai
documenti dell’Archivio Chieppio si rileva che il palazzo fu costruito nei primi anni
del 1600 per lo stesso Annibale Chieppio, mentre la torre colombaia fu costruita nel
1651.
Dopo la morte di Giuseppe Maria Chieppio nel 1731 la famiglia si estinse e per il
matrimonio di Teresa Chieppio, sorella di Giuseppe Maria, con il conte Alberto
D’Arco, tutti i beni, compresa questa proprietà, passarono alla famiglia nobile
mantovana dei D’Arco. Il palazzo fu adibito a residenza estiva sino al periodo della
prima guerra mondiale, quando fu destinato in parte a magazzino e in parte ad
abitazione rurale.
Attualmente l’intero complesso appartiene alla Fondazione D’Arco.
Cenni architettonici
Nell’inventario dei beni di Annibale Chieppio, redatto nel 1623, l’edificio principale
viene descritto come un palazzo pregevole, caratterizzato da prospetti dalle linee
semplici ma molto eleganti, circondato da mura esterne che delimitano il giardino
Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s.,
Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
circostante, abbellito internamente con decorazioni ed affreschi, ormai scomparsi e
arricchito esternamente da due logge laterali.
Poiché dopo la prima guerra mondiale fu adibito a magazzino e ad abitazioni rurali, il
palazzo subì delle trasformazioni interne resesi necessarie per adattare i locali alle
esigenze di molte famiglie; i saloni furono così suddivisi in locali più piccoli con
tramezze che hanno nascosto o in alcuni casi distrutto gli affreschi e le decorazioni.
L’incuria e la decadenza dovuta anche al tempo trascorso provocarono gravi danni
all’edificio, e causarono la perdita delle logge laterali, dei locali di servizio adiacenti
e della grande peschiera; il giardino fu trasformato in pollaio e in orto.
Vicino al palazzo, ubicata in asse rispetto all’ingresso, si trova ancora in discrete
condizioni di conservazione una torre colombaia. Al piano terra della costruzione si
entra in un ambiente collegato al piano superiore, dove si trovano una stanza con
soffitto piano e travi in legno e un locale adiacente con il vero e proprio colombario,
nelle cui pareti sono state ricavate circa 500 sedi per i piccioni.
Adiacente al palazzo è situata una cappella, in discrete condizioni di conservazione.
Il brolo antistante è delimitato da una muraglia, realizzata in cotto nel 1600,
arricchita in alcuni tratti da una decorazione a bugne.
A sud del giardino antistante il palazzo si trova una cancellata che si apre sulla corte
rustica costituita da edifici rurali disposti intorno a una grandissima aia pavimentata
in cotto, secondo la consuetudine delle corti tipiche del territorio mantovano.
III.7.2 - Scavi archeologici nell'area del presente progetto ed in
prossimità della stessa
Dai dati forniti dalla Soprintendenza archeologica della Lombardia - nucleo operativo
di Mantova - nell'area del presente progetto è stato rinvenuto un unico sito
archeologico, collocato in Comune di San Giorgio di Mantova (vedi Tav.04).
Trattasi di un recente rinvenimento, in aperta campagna, di superficie di selci del
periodo neolitico e di abbondante materiale del periodo romano (mattoni, frammenti
di vetro e ceramica, tessere di mosaico). I reperti sono attualmente in carico al Nucleo
operativo di Mantova della Soprintendenza archeologica della Lombardia.
L'area del ritrovamento è classificata "a rischio archeologico", indicante la possibilità
di ulteriori futuri rinvenimenti.
Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s.,
Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
Il sito si inserisce in un più vasto contesto di ritrovamenti archeologici, perlopiù
casuali (durante scavi di fondazioni, lavori di manutenzione, ecc.), prevalentemente
di epoca romana.
Per inquadrare significativamente l'area del progetto dal punto di vista archeologico,
nel prospetto seguente si descrivono i siti individuati nel territorio compreso entro 2
Km circa dai suoi confini:
Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s.,
Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
Localizzazione del
sito archeologico
Distanza del sito
dai confini
dell'area
Tipologia del
ritrovamento &
datazione
Materiale
rinvenuto
Corte Ghirardini
(frazione di
Castelletto Borgo Comune di
Mantova)
Frazione di
Castelletto Borgo
(Comune di
Mantova)
Frazione di
Castelletto Borgo
(Comune di
Mantova)
600 m in direzione
Sud
Tomba "alla
cappuccina"
dell'alto medioevo
1.5 Km in
direzione Sud-Est
Sito dell'età del
bronzo
Ossa umane,
frammenti di
laterizi romani
(mattoni e
tegoloni)
Abbondante
materiale di
superficie
1.5 Km in
direzione Sud-Est
Probabile
rinvenimento di
villa rustica di
epoca romana (1^
o II^ sec. d.C.)
Frazione di
Castelletto Borgo,
loc. Castelletto Arrivabene
(Comune di
Mantova)
Frazione di
Formigosa, loc.
Valdaro nell'area
del porto fluviale
(Comune di
Mantova)
Frazione di
Formigosa
(Comune di
Mantova)
2.2 Km in
direzione Sud-Est
Riferimenti
dell'archivio
topografico della
soprintendenza
archeologica di
Mantova
Relazione della
Dott.ssa Tamassia
prot. n° 980 del
11.4.1973
Relazione della
Dott.ssa Tamassia
del 17.9.1980
Laterizi, tessere
musive, frammenti
di ceramica,
bronzo, vetro ed
intonaco (materiale
di superficie)
Sito di età neolitica Selci, frammenti
(il primo rinvenuto ceramici
ad Ovest della città ascrivibile alla
di Mantova)
cultura del Vaso a
Bocca Quadrata
Relazione della
Dott.ssa Franchini
prot. n. 420 del
30.4.1988
1 km in direzione
Sud
Ritrovamento a 11
m di profondità di
età probabilmente
pleistocenica
Osso di grandi
dimensioni
Relazione del Dott.
Starnieri del
14/10/97
1.6 Km in
direzione Sud
Sito romano
Frustuli di laterizi
e frammenti di
tegoloni
Relazione del
gruppo
Archeologico
Ostigliese del
31/3/1995
Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s.,
Relazione della
Dott.ssa Tamassia
prot. n. 677 del
28.11.1990
Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
Localizzazione del
sito archeologico
Distanza del sito
dai confini
dell'area
Tipologia del
ritrovamento;
datazione
Materiale
rinvenuto
Frazione di
1.2 Km in
Frassine, presso il direzione NordMonumento ai
Ovest
Caduti (Comune di
Mantova)
Materiali etruschi e Ossa, n. 2 vasetti
romani sparsi
lacrimali,
lucernetta a
vernice nera,
frammenti di due
ciotole
Frazione di
1 Km in direzione
Frassine, nei pressi Nord-Ovest
della raffineria IES
(Comune di
Mantova)
Tombe
presumibilmente di
epoca tardoromana
Frazione di
Frassine, presso
ponte della SS
Mantova-Legnago
(Comune di
Mantova)
Frazione di
Frassine (Comune
di San Giorgio)
Corte Cherubine,
in loc. Boccabusa
(Comune di San
Giorgio di
Mantova)
1.5 Km in
direzione Nord
Tomba romana
"alla cappuccina"
1.5 Km in
direzione NordOvest
1.4 Km in
direzione Nord
Tomba romana "a
capanna"
Corte Foresto,
1.5 Km in
(Villanova de
direzione Est
Bellis - Comune di
San Giorgio di
Mantova)
Tomba in mattoni,
con copertura in
marmo: rinvenuti
uno scheletro e n. 4
teschi umani;
tomba scavata nel
terreno contenente
resti umani
Mattoni, n. 2
Relazione della
scheletri umani
Dott.ssa Tamassia
prot. 558 del
1/3/1958
Mattoni, n. 4
scheletri
Tombe di epoca
Ossa umane,
romana
frammenti di
(probabilmente del vasellame
1^ sec. d.C.)
Villa romana
Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s.,
Riferimenti
dell'archivio
topografico della
soprintendenza
archeologica di
Mantova
Relazione del Dott.
Cattifavi
dell'11/3/1933;
Relazioni della
Dott.ssa Tamassia
del
10/5/’74,13/3/’79 e
28/5/’75.
Relazione della
Dott.ssa Tamassia
del 8/9/1968
Frammenti e pezzi
di laterizi; ciottoli;
frammenti di
ceramica; vetri,
tessere musive;
frammento di vaso,
pezzetti di intonaco
affrescato
Relazione del dott.
Cottifavi prot. n.
92 del 11/3/1933
Relazione della
Dott.ssa Franchini
del 31/10/1992,
20/9/1997,27/9/19
97.
Relazioni della
Dott.ssa Tamassia
del 7/11/1992
Relazione del
gruppo
Archeologico
Ostigliese del
12/3/1999
Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
III.7.3 - Interazione del progetto con gli elementi considerati
La realizzazione delle infrastrutture in progetto avrà effetti sulla connotazione
paesaggistica in cui si inserisce l'edificio vincolato. Per minimizzare l'impatto del
progetto, è prevista la realizzazione di due parcheggi e di un'area a verde intorno alla
Corte Olmo Lungo, allo scopo di distanziare l'edificio vincolato dai futuri
insediamenti industriali.
Per quanto concerne l’unico sito archeologico presente nell'area del progetto, vi sarà
condotta un'indagine preliminare allo scopo di:
-
individuare l'esatta estensione del sito,
-
procedere ad eventuali nuovi scavi per il recupero dei reperti.
L'indagine - coordinata ed approvata dalla Soprintendenza archeologica - fornirà
prospezioni geognostiche del sito mediante sondaggi del terreno con georadar ed
elettromagnetismo, con maglia molto fitta (1 x 1 m massimo) e doppio orientamento.
In considerazione della presenza di siti archeologici attorno a tutta l'area del progetto,
durante gli scavi per la realizzazione delle infrastrutture si prevede in generale di
interrompere prontamente i lavori e contattare la Soprintendenza archeologica in caso
di individuazione nel sottosuolo di materiali e/o reperti.
La realizzazione del progetto non avrà alcun impatto significativo sui siti
archeologici esterni all'area.
Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s.,
Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
III.8 paesaggio
L’ area interessata dall’intervento si presenta per lo più pianeggiante con quella
morfologia lievemente ondulata tipica della pianura mantovana.
Attualmente pur essendo immersa in un contesto industriale particolarmente
importante per l’economia mantovana viene sfruttata dal punto di vista agricolo dagli
attuali proprietari.
L’unico elemento importante dal punto di vista paesaggistico presente sull’area è
rappresentato da Palazzo Chieppio di Corte Olmo Lungo, vincolato dalla legge
1089/39 e già ampiamente descritto nel capitolo III.7.1.
L’area di progetto viene già attraversata da quattro linee elettriche, due delle quali
alimentano la stessa EniChem .
Anche gli elementi tipicamente rurali , come i fossi di irrigazione , si presentano
spogli in seguito all’utilizzo di diserbanti ed all’applicazione di barriere in plastica
sulle sponde per facilitare lo scorrere dell’acqua.
L’elemento paesaggistico più importante della zona circostante l’area è il Parco
Naturale del Mincio che si estende dal lago di Garda fino al fiume Po. Tale Parco,
che rappresenta una delle più importanti ed estese zone umide del Nord Italia dista
mediamente non meno di 1 km dall’area di studio senza quindi essere mai a diretto
contatto.
Come si può vedere dalla Tav.04 tra il “Parco” e la nuova lottizzazione industriale
si interpone il canale Diversivo del Mincio, lo stabilimento Enichem e l’area
industriale del Cosvim.
Da quanto esposto dalla documentazione fotografica allegata si può capire come il
paesaggio dell’area interessata dal progetto abbia già perso quelle caratteristiche
che contraddistinguono gli ambienti agricoli e rurali.
E’ importante osservare che dal Parco del Mincio non si vedrà il profilo delle nuove
strade ed in futuro dei nuovi insediamenti industriali, poiché risultano “schermati “
dagli stabilimenti esistenti.
Inoltre in prossimità del palazzo sottoposto a vincolo ambientale sono previsti dei
parcheggi che allontanano i futuri insediamenti industriali e la strada di servizio per
poterlo raggiungere.
Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s.,
Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
Il fotomontaggio allegato al presente studio mostra la vista del progetto, sia delle
infrastutture che dei futuri insediamenti produttivi, da una posizione elevata posta
all’interno del complesso “Crion Produzioni Sapio”. Dall’immagine si nota che, pur
trattandosi di un’area industriale l’abbondanza di zone a verde permette di mitigare
l’impatto dell’intervento sul paesaggio circostante.
Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s.,
Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
Capitolo IV:
Descrizione dei possibili effetti rilevanti,
sia positivi che negativi, sull’ambiente dovuti:
- alla realizzazione del progetto
- al prelievo e utilizzo delle risorse naturali
- all’emissione di inquinanti, alla creazione di
sostanze nocive, allo smaltimento di rifiuti e al
verificarsi di incidenti
Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s.,
Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
Descrizione qualitativa dei possibili effetti rilevanti del progetto sull’ambiente.
Con riferimento all'indagine ambientale condotta nel capitolo III e alla valutazione
del tipo / quantità dei residui e delle emissioni previste (§ I.6), si stima
qualitativamente la rilevanza degli effetti sull'ambiente e sull'uomo nell'area del
progetto e nelle aree limitrofe (centri abitati più prossimi e Parco del Mincio).
La valutazione è suddivisa per
1. la fase di preparazione o costruzione delle opere,
2. la fase di utilizzo o sfruttamento sia delle infrastrutture che degli insediamenti
di tipo industriale
DESCRIZIONE FASE
Fase di preparazione o
costruzione
Preparazione del terreno
Costruzione delle opere
Fase di utilizzo
sfruttamento
Traffico veicolare
attraversamento
e
servizio all'area
Produzioni industriali
Attività commerciali e
servizio
Suolo e
acque di
falda
Acque
superficiali
Aria
Rumore e
vibrazione
Uomo
Flora e
fauna
X
X
X
X
X
(-)
(-)
(-)
(-)
(-)
(-)
(-)
#
#
-
-
+
X
#
X
X
-?
-?
X
#
X
o
di
di
di
Legenda dei simboli usati
-(-)
(- -)
#
?
X
+
effetto negativo diretto di lunga durata, probabilmente meno significativo
effetto negativo diretto di lunga durata, probabilmente significativo
effetto negativo diretto di breve durata, probabilmente meno significativo
effetto negativo diretto di breve durata, probabilmente significativo
effetto negativo indiretto
probabile effetto negativo
effetto irrilevante
effetto positivo
Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s.,
Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
Capitolo V:
Descrizione dei sistemi di monitoraggio e
delle misure previste
per evitare, ridurre o compensare
i rilevanti effetti negativi del progetto sull’ambiente
Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s.,
Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
Nel realizzare il progetto delle opere di urbanizzazione si è cercato di limitare il più possibile gli
impatti che possono essere causati dall'intervento stesso sull'ambiente e sull’uomo sia dal punto di
vista visivo che acustico e atmosferico.
Per limitare l’impatto visivo si prevede l'inserimento nel territorio di esemplari di essenze
floristiche tipiche della zona soprattutto nelle zone adibite a verde pubblico ed ai bordi delle
strade.
Nelle aree 2 ed 2' verranno piantumate le seguenti specie: Tilia cordata, Acero, Pioppo bianco e
cipressino, Farnia; filari alberati di Carpino piramidale ad albereto e Pioppo bianco alternato con
Pioppo cipressino.
Nelle area 3 verranno inserite oltre alle essenze sopracitate anche: Quercia, Tiglio, Liriodendro,
Acero Pseudo Platanus, Prumus, Liquidanbar, Lougus, Forsizia e Viburno.
Sempre nell'area 3 per migliorare l'impatto paesaggistico dell'intervento in progetto nelle zone a
verde verranno realizzati anche piccoli specchi d'acqua.
L'edificio vincolato, unico bene architettonico presente sulle aree, è stato circondato da parcheggi
e da un’area a verde in modo da allontanare i futuri insediamenti industriali ed è stato reso fruibile
grazie alla realizzazione di una strada di servizio.
Su tutte le aree dell'intervento verranno posti limiti di velocità pari a 50 km/h sulle strade tipo E e
di 70 km/h su quelle principali.
Una limitazione di questo tipo permette una sensibile riduzione sia dell'inquinamento atmosferico
che di quello acustico, come si può vedere dalle tavole, infatti, lungo le arterie principali sono
presenti numerose rotatorie che non permettono una circolazione ad andatura costante. Limitando
la velocità di percorrenza si limitano le fasi di accelerazione e frenata che sono le più pesanti in
fatto di impatto acustico ed atmosferico.
Per limitare ulteriormente l’inquinamento acustico derivante dal traffico veicolare nelle aree A2 ed
A2', più vicine ai centri abitati, sulle due strade di scorrimento di tipo D la sovrastruttura del corpo
stradale verrà realizzata con un manto drenante che, oltre a garantire l’aderenza e la regolarità
superficiale, consente lo smaltimento delle acque (è ad elevata porosità) e la fonoassorbenza
(dimezza la potenza acustica generata dal contatto tra il pneumatico e la superficie stradale).
Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s.,
Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
Fino alla realizzazione delle opere rimarranno infissi nel suolo i piezometri utilizzati per il prelievo
dell’acqua di falda. In questo modo sarà possibile il prelievo di ulteriori campioni.
Tutti gli accorgimenti adottati in fase di cantiere a salvaguardia della popolazione residente in
prossimità dell’area di progetto sono stati descritti nel paragrafo I.3.6 e nel capitolo I.6.
Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s.,
Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
Capitolo VI:
Indicazione delle difficoltà
(inadeguatezza dei dati di base,incertezza dei
metodi,lacune tecniche,mancanza di conoscenze)
incontrate nella redazione dello studio
Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s.,
Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente
Per descrivere le difficoltà incontrate nella redazione del presente studio è necessario separare la
fase relativa alla realizzazione delle infrastrutture da quella della costruzione degli stabilimenti.
Nella prima fase le maggiori lacune sono dovute alla mancanza di dati ufficiali relativi ai flussi di
traffico ed all’inquinamento prodotto dagli autoveicoli. Di conseguenza è stato necessario effettuare
stime sulla base di dati parziali forniti da diverse fonti.
Nella seconda fase le maggiori carenze riguardano le informazioni sulla tipologia delle future
aziende che insedieranno le loro attività sul territorio: il loro impatto sulle componenti ambientali
pertanto non può che essere indicativo e dedotto sulla base della destinazione dell'area di cui alle
NTA dei vigenti strumenti urbanistici.
Mantova lì, 9 Aprile 2001
I TECNICI INCARICATI
Dott. Ing. Luciano Borra
Dott. Ing. Umberto Maffezzoli
Dott. Ing. Davide Borra
I COLLABORATORI
Dott. Ing. Maria Teresa Tedeschi
Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s.,
Dott. Cristina Ligabue
Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente