Nota - Geoportale della Lombardia
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Capitolo I: Descrizione del progetto Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente I.0 CLASSIFICAZIONE DELL’INTERVENTO SECONDO IL DPR 12 APRILE ’96 Il presente progetto propone lo sviluppo di aree industriali e produttive in Provincia di Mantova, su una superficie complessiva di circa 280 Ha ripartita tra il comune capoluogo ed il comune di San Giorgio di Mantova. L'intervento rientra nelle tipologie di cui agli art. 1 - comma 6 - e 10 del DPR 12.4.1996; figura infatti nell'elenco dell’allegato B della legge citata, come modificata dal DPCM 3.9.1999, al punto 7 lettera a), alla voce "Progetti di infrastrutture": “Progetto di sviluppo di zone industriali o produttive con una superficie interessata superiore ai 40 Ha”. Come indicato nella Tav. 07, sono altresì comprese nel presente Studio di Impatto Ambientale le seguenti modifiche della viabilità di contorno delle aree di cui al Progetto definitivo di Lottizzazione di area ad uso agricolo produttivo Tavola 5c Variante Parziale Zona Valdaro, e delle aree dell'Ipotesi di Sviluppo delle opere di urbanizzazione primaria del P.I.P. Terra-Acqua: - completamento del nuovo raccordo al casello autostradale di Mantova Nord, con il relativo rondeau di smistamento del traffico; - strada di collegamento all’area industriale del P.I.P. “Terra-Acqua” in Comune di Mantova. Vista l’importanza che i progetti riveste per il territorio, i proprietari dei terreni hanno deciso di sottoporre il “progetto delle infrastrutture” al giudizio di compatibilità ambientale. Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente I.1 INDIVIDUAZIONE DEL TERRITORIO COMPRESO NEL PRESENTE PROGETTO Con riferimento alle Tavole 01 e 02 descrittive del territorio nella situazione attuale, l'area del presente progetto è approssimativamente compresa tra: - ad Est: tracciato dell'autostrada A22 per circa 1700 m (dall'intersezione con la linea ferroviaria Mantova-Monselice alla strada comunale per Villanova de Bellis); - a Sud: strada comunale per Villanova de Bellis per circa 300 m e quindi Canale Acque Alte per circa 1100 m, fino all’intersezione con la S.S. n° 482 "Alto Polesana"; - a Ovest: tracciato della S.S. n° 482 per circa 1800 m (dal Canale Acque Alte sino al limite del piano di lottizzazione indicato in planimetria); - a Nord: limite di piano di lottizzazione indicato in planimetria e quindi tracciato della linea ferroviaria Mantova-Monselice per circa 700 m, fino all'intersezione con l'autostrada A22. All'interno del territorio così delimitato si collocano zone residenziali e corti agricole, che come evidenziat nella Tav. 03, non sono comprese nei progetti oggetto del presente studio. L'inquadramento generale dell'area nel territorio mantovano, rispetto alla città capoluogo e ai siti di importanza comunitaria per gli habitat naturali, è rappresentata nella tav. 05. Lo sviluppo complessivo dell'area industriale e delle relative infrastrutture nello stato di progetto è delineato nella Tav. 07 . Complessivamente l'intero territorio del progetto è suddivisibile in tre aree produttive (vedi Tav. 08), "omogenee" per iter burocratici ed autorizzazioni edilizie (vedi § I.2.3): Area 2: di superficie pari a circa 60 Ha, ripartita tra i Comuni di Mantova e di San Giorgio di Mantova, interessata dal piano di insediamenti produttivi della Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente Valdaro S.p.A. (ex. CO.SV.I.M.) e facente parte del P.I.P. “ampliamento 1ª fase”. Nella pratica urbanistica comunale è denominata P.I.P. “TerraAcqua”. Area 21: di superficie pari a circa 60 Ha, ripartita tra i Comuni di Mantova e di San Giorgio di Mantova, di proprietà della Valdaro S.p.A. (ex. CO.SV.I.M.) e facente parte del P.I.P. “ampliamento 2ª fase”; Nella pratica urbanistica comunale è denominata P.I.P.; Area 3: di superficie di circa 167.6 Ha, in Comune di Mantova, recentemente lottizzata e ripartita tra le seguenti proprietà: - EDIL P.F. S.r.l.: 1.234.678 m2 + 102.600 m2 ex Sig.ra Alfa Bondioli - Fondazione d’Arco: 176.647 m2 - EniChem S.p.A.: 102.820 m2 - Crion Produzioni Sapio S.r.l.: 53.920 m2 - RIVOIRA S.p.A.: 5.336 m2 Nella pratica urbanistica comunale è denominata lottizzazione di area ad uso agricolo e produttivo Tavola 5C variante parziale zona Valdaro. Le tre aree indicate, tra loro complementari per quanto riguarda le infrastrutture stradali e ferroviarie, sono pertanto accorpate nel presente Studio di Impatto Ambientale. Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente I.2 LE RELAZIONI TRA IL PROGETTO E GLI STRUMENTI DI PROGRAMMAZIONE E DI PIANIFICAZIONE VIGENTI I.2.1 - Classificazione del territorio secondo gli strumenti urbanistici vigenti I Piani Regolatori L' Area 2 che ricade quasi completamente in Comune di Mantova, ai sensi del P.R.G. ivi vigente è così ripartita: - Zone per uso esclusivamente produttivo (art. 31), destinate ad impianti industriali e artigianali; - Aree destinate ad uso pubblico per attrezzature sociali P0, V2, S (art. 40); - Aree destinate a protezioni stradali (art. 42); - Aree destinate ad infrastrutture ferroviarie (art. 44). L’ Area 3 che ricade completamente in Comune di Mantova, ai sensi del P.R.G. ivi vigente è così ripartita:è così ripartita: - Zone per uso esclusivamente produttivo soggette a particolari cautele (art. 32), per la localizzazione di impianti ed attività artigianali, di produzione, di servizio ed industriali soggette a specifiche misure di tutela; - Zone per uso esclusivamente e prevalentemente produttivo (art. 31 e 30), per l'installazione di impianti industriali e artigianali; - Zone agricole caratterizzate da colture specializzate (art. 36); - Corti rurali (art. 38); - Aree destinate ad uso pubblico per attrezzature sociali P0, V2, S (art. 40); - Aree destinate a protezioni stradali (art. 42); - Aree destinate a infrastrutture ferroviarie (art. 44). L'Area 21 che ricade quasi completamente in Comune di S. Giorgio, ai sensi del P.R.G. ivi vigente ricade nella zona di espansione produttiva; è Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente pertanto assoggettata al Piano per Insediamenti Produttivi (PIP), regolato nelle Norme Tecniche di Attuazione del P.R.G. comunale ed è così ripartita: - zona di espansione caratterizzata da edilizia produttiva (art. 47 bis), in cui sono previste: attività artigianali ed industriali (ad esclusione di quelle classificate insalubri dalla legislazione vigente), attività artigianali di servizio e di autotrasporto; - zone territoriali omogenee "SUB S3": "aree di rispetto delle infrastrutture viarie" (art. 58); - zone territoriali omogenee "SUB S4": "aree di rispetto ferroviario" (art. 59). Nella Tav. 09 il territorio è suddiviso in: - aree per insediamenti produttivi; - aree a standard, o di uso pubblico per attrezzature sociali; - aree di rispetto di 150 m dalla sponda del Canale Diversivo del Mincio, ai sensi della Legge 8 Agosto 1985 n° 431; - aree di rispetto stradale; - aree per infrastrutture ferroviarie. Azzonamento acustico Nella Tav. 16 è riportata la rappresentazione grafica dell’azzonamento acustico, già approvato per l’area 21, rappresentazione che viene completata per le aree 2 e 3 con una proposta di zonizzazione acustica per ora solo ipotizzata nel presente studio, ma coerente con la situazione esistente e futura. Dalla stessa tavola si evince che le aree del progetto rientrano nelle classi IV [aree di intensa attività umana, valori limiti: diurno 65 dB (A), notturno 55 dB (A)]; e V [aree di intensa attività umana, valori limiti: diurno 65 dB (A), notturno 55 dB (A)];. Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente I.2.2 - Uso attuale del territorio in progetto Uso attuale del suolo e caratteri ambientali sono evidenziati nella Tav.02. Trattasi di territorio occupato quasi esclusivamente da coltivazioni agricole, con la presenza di alcune corti rurali. Come rappresentato nella tav. 6, l'area è attraversata dalle seguenti servitù: - elettrodotti aerei ad alta e media tensione; - gasdotto interrato per l'approvvigionamento di Metano dello stabilimento EniChem; - oleodotto interrato per l'approvvigionamento dello stabilimento EniChem di Etilene, Benzene, Cumene dal sito EniChem di Porto Marghera; - oleodotto interrato per l'approvvigionamento di petrolio greggio della raffineria I.E.S. S.p.A. da Porto Marghera; - pipe-line a servizio dello stabilimento EniChem per l'approvvigionamento di gas tecnici (Anidride Carbonica e Azoto) dallo stabilimento Crion Produzioni Sapio S.r.l.; - pipe-line a servizio della raffineria I.E.S. S.p.A. per l'approvvigionamento di Idrogeno gassoso dallo stabilimento Crion Produzioni Sapio S.r.l.. L'unica attività industriale attualmente presente nel territorio dell'intero progetto, è l’azienda Crion Produzioni Sapio S.r.l., ubicata nell’Area 3, che produce e lavora gas tecnici per uso commerciale. Trovandosi ai limiti dell’area del progetto, tale sito industriale è già dotato di infrastrutture e collegato alle reti tecnologiche, ad esclusione della fognatura municipale. Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente I.2.3 - Stato delle autorizzazioni urbanistiche Le tre aree individuate si differenziano per iter autorizzativo e provvedimenti edilizi rilasciati, di seguito riassunti: Area 2 - adottata la Variante al PRG dal Comune di Mantova con Delibera del Consiglio comunale n°58 prot. 4432 del 28.2.2000; - con Delibera n. 129 prot. 14776 del 28.9.2000 sono state approvate le controdeduzioni alle osservazioni alla variante parziale al PRG per la zona Valdaro; - la pratica edilizia sarà trasmessa in Regione Lombardia per l’approvazione definitiva della variante urbanistica; Area 21 - adottata la Variante n° 6 al PRG del Comune di San Giorgio con Deliberazione del Consiglio Comunale n° 14 del 29.5.2000; l'iter di approvazione è proseguito con il deposito del documento (dal 19.7.2000 al 17.8.2000) e le osservazioni del pubblico (entro il 16.9.2000); - In data 17/7/2000 è stato richiesto il parere della Provincia di Mantova e in data 19/7/2000 il parere dell'ASL, rilasciato il 28/12/2000; - la pratica edilizia sarà trasmessa in Regione Lombardia per l’approvazione definitiva della variante urbanistica; Area 3 - lottizzazione approvata con Delibera del Consiglio comunale n°166 del 14.12.1999; - è stato predisposto l’allegato Progetto Definitivo per la realizzazione delle opere di urbanizzazione, la cui approvazione da parte dell’Amministrazione Comunale è subordinata alla conclusione della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale; - l'Azienda Crion Produzioni Sapio S.r.l. ha ottenuto dalla Giunta Regionale - Direzione Generale Urbanistica - il Decreto n. 12310 del Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente 16 maggio 2000, che ai sensi dell'art. 10 del DPR 12.4.96 esclude dalla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale il progetto per la realizzazione nel proprio sito di un impianto di frazionamento aria. L’Area 1 - indicata nella Tav. 8 fa parte del P.I.P. “Terra-Acqua” della Valdaro S.p.A., approvato dalla Regione Lombardia con Delibera della G.R. N° VI/33248 del 12 Dicembre 1997, come variante attuativa del P.R.G. Per tale lottizzazione è in corso la realizzazione per stralci delle opere di urbanizzazione primaria e l’insediamento delle attività artigianali – industriali. Lo stato di avanzamento del PIP è di circa il 50 %. L’ultimazione delle opere di urbanizzazione è prevista entro il 31 dicembre 2002. Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente I.3 DESCRIZIONE DELLE CARATTERISTICHE FISICHE DELL’INSIEME DEL PROGETTO E DELLE ESIGENZE DI UTILIZZAZIONE DEL SUOLO DURANTE LE FASI DI COSTRUZIONE E DI ESERCIZIO Con riferimento alla Tav. 09, le caratteristiche dell'insieme del progetto sono illustrate separatamente per le tre aree definite nel paragrafo precedente: Aree 2 e 21 Si tratta di aree destinate all'insediamento di nuovi complessi produttivi e di nuove infrastrutture (strade di collegamento con il casello autostradale, nuovo raccordo ferroviario, Centro Intermodale Merci), comprese tutte le opere d’urbanizzazione primaria (reti fognarie, acquedotto, gasdotto, illuminazione pubblica, rete Enel e Telecom). Area 3 Si tratta di un’area destinata all’insediamento di nuove infrastrutture e di nuove attività industriali, comprese industrie insalubri di 1ª e 2ª classe (ai sensi del DM Sanità 5 sett. ’94). Le uniche attività a rischio di incidente rilevante, come definite dal D. Lgs. 334/99, sono previste nell’area dell’insediamento industriale esistente della Crion Produzioni Sapio S.r.l.. Tenuto conto della situazione venutasi a creare con l’allontanamento dal territorio comunale di quelle attività a rischio di incidente rilevante per le quali era stata prevista la delocalizzazione sull’area 3, i proprietari ritengono di poter escludere che non solo nei lotti 32, 37, 38, 39, 40, 41, 42, 53, 54, 55, 56, ma anche sui restanti lotti di cui all’art. 32 delle N.T.A. si potranno insediare attività artigianali, di produzione, di servizio ed industriali soggette a specifiche misure di tutela, con esclusione quindi delle attività industriali che rientrano nel campo di applicazione degli artt. 4 e 6 del D.P.R. 175/88 ed in particolare degli impianti di stoccaggio Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente G.P.L. e simili, e di tutti gli insediamenti che potrebbero comportare rischi di incidenti rilevanti. Ricadono nell’area, inoltre, tutte le opere di urbanizzazione primaria necessarie per l’industrializzazione della stessa, quali le reti fognarie, l’acquedotto, il gasdotto, l’illuminazione pubblica, le reti tecnologiche Enel e Telecom. I.3.1 - Le nuove infrastrutture e i flussi di traffico Nuove infrastrutture Il progetto generale per le nuove infrastrutture - descritte in dettaglio nel § I.4.1 prevede: 1) strade e ponti stradali: - asse viario Nord-Sud di collegamento tra il rondeau in progetto sul lotto B della Tangenziale Nord e il casello autostradale Mantova Nord (sito in Comune di San Giorgio); - asse viario Est-Ovest, in Comune di Mantova, di collegamento tra le Aree 3, 2 e 1; - viabilità ordinaria a servizio delle aziende che si insedieranno nel territorio (strade di lottizzazione); - nuovo ponte stradale sull'asse viario Nord-Sud di superamento della linea ferroviaria esistente Mantova-Monselice e del nuovo raccordo ferroviario in progetto; - adeguamento di ponte stradale esistente di attraversamento del Canale Acque Alte; - nuovo ponte stradale di attraversamento del Canale Acque Alte; 2) parcheggi: - in numero pari a sei nell'Area 3, per una superficie complessiva di circa 15 Ha, utilizzati come elemento di separazione tra zone a diversa destinazione urbanistica; Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente - almeno due nelle Aree 2 e 2', per una superficie complessiva di circa 7 Ha, come previsto nel progetto di massima delle opere di urbanizzazione per l’area PIP “Terra-Acqua”; 3) infrastrutture ferroviarie: nuovo raccordo di collegamento alla stazione di Frassine sull'esistente linea ferroviaria Mantova-Monselice, a servizio delle aree in progetto; 4) centro intermodale: centro intermodale per il trasferimento delle merci da sistema di trasporto su gomma a ferrovia. I flussi di traffico nello stato attuale Il traffico veicolare che coinvolge il territorio Mantovano, ed in particolare le aree circostanti l’intervento oggetto di studio, si sviluppa principalmente sull'Autobrennero e sulle Strade Statali n. 10, 62, 420, 482 che collegano il capoluogo con le città di Brescia, Cremona, Modena, Padova, Parma, Reggio Emilia e Verona (vedi Tav.17). A questi assi si deve aggiungere la Strada Provinciale n. 28 che raccorda la zona sud di Mantova con il casello Autostradale di Mantova Nord, raccogliendo anche quei veicoli provenienti da Cremona e Parma e diretti verso il Brennero. Tali arterie intersecano, in corrispondenza dei confini comunali, l’esistente sistema tangenziale, che attualmente risulta incompleto e poco funzionale essendo costituito da alcuni tratti di strade che per le loro caratteristiche geometriche e di uso possono essere ricondotte ad assi urbani. L’unico tratto di tangenziale potenziato è quello Nord-Est che collega il ramo Nord della SS 62, il ramo orientale della SS 10, la SP 28 e la SS 482; i rami Est e Sud-Est della tangenziale sono ancora in fase di progetto. I flussi di traffico nello stato di progetto Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente Le attuali caratteristiche, sicuramente poco felici, della viabilità dell’Interland Mantovano rendono importante l’intervento oggetto di studio, che non solo non peggiora le condizioni attuali di traffico, poiché gli utenti del nuovo polo industriale possono accedere direttamente dalla tangenziale e dal casello autostradale, evitando di attraversare i centri abitati circostanti, ma può aiutare le arterie attualmente più congestionate. Sulla nuova lottizzazione, infatti, si trovano due assi viari principali, uno con direzione Nord-Sud ed uno con direzione Est-Ovest che serve il nuovo porto fluviale di Valdaro, collegato al primo mediante rotatoria. Tali assi si presentano con una sezione stradale tipo 2 della classifica del C.N.R. con due corsie, una banchina transitabile, una pista ciclabile ed un marciapiede per senso di marcia. Si può concludere che, senza l’intervento oggetto di studio, non è previsto nessun asse stradale di grande scorrimento che sia in grado di collegare l’Autobrennero al porto fluviale di Valdaro. I.3.2 - Le opere di urbanizzazione primaria Le opere di urbanizzazione primaria comprendono reti fognarie, acquedotto, gasdotto, illuminazione pubblica, rete Enel e Telecom. Le caratteristiche delle opere sono descritte in dettaglio negli allegati progetti: per l’Area 3 : Progetto definitivo delle opere di urbanizzazione di lottizzazione di area ad uso agricolo e produttivo, tavola 5C variante parziale zona Valdaro – Mantova, 8.6.1999; per le Aree 2 e 21 Ipotesi di sviluppo delle opere di urbanizzazione per l’area PIP “TerraAcqua” e PIP del Comune di San Giorgio di Mantova – Mantova, 15.02.2001. Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente I.3.3 - Le attività produttive nell’area del progetto Superfici lorde massime realizzabili. Nella tabella che segue vengono riportate le massime Superfici Lorde d'uso realizzabili ottenute calcolando le superfici massime edificabili di ciascuna area del progetto sulla base degli indici di densità fondiaria stabiliti dalle vigenti Norme Tecniche di Attuazione dei P.R.G. del Comune di Mantova e del Comune di S. Giorgio, Area Sl realizzabile [mq] 2 ≅ 307.000 21 ≅ 195.600 3 ≅ 631.450 Previsione dei futuri addetti occupati Sulla base delle superfici destinate agli insediamenti produttivi si stima per ciascuna area la seguente capacità occupazionale: Area 2 21 3 Addetti ≅ 500 ≅ 500 ≅ 1000 I.3.4 - Il programma di realizzazione del progetto Le opere relative alla realizzazione delle infrastrutture e per l’ urbanizzazione primaria saranno realizzate secondo quanto indicato nella tabella seguente: Area Progettazione 2 21 3 Entro 2001 Entro 2001 Entro 2001 Inizio lavori Entro 2002 Entro 2002 Entro 2001 Fine lavori Entro 2005 Entro 2005 Entro 2003 definitiva Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente I.3.5 - Esigenze di utilizzazione del suolo durante le fasi di costruzione e di esercizio Il suolo delle aree oggetto del presente studio verrà utilizzato in parte per la realizzazione delle infrastrutture, ed in parte per insediare i nuovi stabilimenti industriali . Tra le infrastrutture è necessario distinguere quelle che verranno realizzate sulle aree 2, 2’ e 3 dal raccordo autostradale poiché le prime sono finanziate direttamente dalle ditte lottizzanti mentre il tratto di raccordo è ancora di competenza dei comuni di Mantova e San Giorgio. Si possono quindi identificare tre fasi distinte in cui si realizzeranno i lavori : Prima fase = costruzione delle infrastrutture , Seconda fase = realizzazione degli insediamenti sui singoli lotti Terza fase = realizzazione del raccordo al casello autostradale. I tempi indicati nella seconda e nella terza fase sono puramente indicativi, in quanto sono funzione del tipo e del numero di stabilimenti che si insedieranno nella lottizzazione in studio. Nel caso del raccordo autostradale la tempistica dipende dalle decisioni che saranno prese dalle varie amministrazioni locali. I.3.6 - I cantieri Sono descritti esclusivamente i cantieri necessari per la realizzazione delle opere di infrastrutture dell’intera zona, comprese gli interventi per l’esecuzione di tutte le reti tecnologiche (acquedotto, gasdotto, elettrodotto, fognature, rete telefonica) e dell’illuminazione pubblica. Nel presente studio viceversa non saranno trattate le problematiche relative ai cantieri per la costruzione dei singoli insediamenti industriali poiché non è noto né il numero né la tipologia degli stessi. Le maggiori problematiche ambientali dei cantieri edili sono rappresentate dall’inquinamento acustico ed atmosferico. Da questo punto di vista gli unici bersagli sensibili sono rappresentati dai centri abitati di Mottella e di Borgo Virgiliana, in quanto l’area confina Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente con complessi industriali già realizzati, o in corso di realizzazione, e con l’aperta campagna. Si precisa inoltre che dal punto di vista climatico la zona è sostanzialmente poco ventosa; dalle direzioni predominanti dei venti riportate nel capitolo III.5.1 si evince che i centri abitati in prossimità dell’area non verranno infastiditi dalle polveri e dal rumore del cantiere. Come specificato nel capitolo I.4.2 il terreno necessario alla costruzione delle strade sarà recuperato nell’area stessa, in modo da recare il minor disturbo possibile agli abitanti delle zone circostanti. In questo modo, infatti gli automezzi adibiti al trasporto terra viaggeranno per lo più all’interno dell’area stessa e non andranno ad aggravare le situazioni di traffico di contorno. I.3.6.1 – Descrizione dei cantieri Sulla Tav. 28 è riportata la localizzazione dei cantieri per la realizzazione delle infrastrutture. Essi saranno di tipo fisso, di superficie pari a circa 3000 mq² cadauno; non sono previsti cantieri temporanei. Le aree di cantiere sono state scelte il più lontano possibile dalle abitazioni in modo da ridurre il disturbo che potrebbe essere arrecato dai mezzi e dai lavori stessi. Per la costruzione delle infrastrutture della area A3 si sfrutterà inizialmente la zona individuata con la lettera C1 nell’allegata planimetria in modo da poter realizzare l’asse viario Est-Ovest sino alla rotatoria centrale. Dopo la costruzione di questo primo asse e di tutte le infrastrutture e sottoservizi ad esso connessi si provvederà allo spostamento dell’area di cantiere che verrà allestito nell’area C2, nella zona destinata alla rotatoria centrale. Il cantiere C3 è stato localizzato in posizione baricentrica rispetto all’area A2; il cantiere C4 è posizionato in prossimità della principale opera viaria Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente da realizzare nell’area A2’ , rappresentata dalla rotatoria di collegamento dell’asse viario Nord-Sud con la Strada Provinciale n.30. Ognuno di questi cantieri sarà dotato delle strutture mobili di servizio, quali uffici, servizi igienici, postazione di primo intervento. I.3.6.2 – Mezzi di cantieri utilizzati La realizzazione delle opere richiede l’utilizzo complessivo delle seguenti macchine di trasporto e operatrici, che verranno impiegate nel periodo dei lavori di costruzione in maniera diversificata secondo le effettive necessità: Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente N Tipo di mezzo Macchine di movimento terra - scavatrici 4 - pale meccaniche 2 - ruspe livellatrici 2 - autocarri ribaltabili 5 - rulli compressori 2 - asfaltatrici 2 Macchine di movimento materiali - autobetoniere 4 - impianti mobili per il pompaggio del calcestruzzo 2 - autogrù con portata sup. a 300 t 0 - autogrù semoventi con portate da 15 a 150 t 1 - trattori 0 - gru edilizie fisse 0 - autocarri con gru 0 - carrelli elevatori 0 Macchine stazionarie - gruppi elettrogeni 2 - motocompressori 2 - impianto fisso di produzione calcestruzzo 0 - motosaldatrici 3 - imbullonatici 0 Macchine impattatrici - martelli pneumatici e perforatrici 2 - battipalo 0 I.3.6.3 – Personale impiegato ed occupazione indotta dal cantiere Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente Per lo svolgimento delle attività di cantiere si prevede una presenza media nell’intero periodo delle costruzioni di 30 unità, con un picco intorno alle 50 unità nel periodo di massima attività, comprese le figure tecnicoamministrative (direttore generale dei lavori, capi cantieri, coordinatori della sicurezza in fase esecutiva, ecc.). Si può prevedere che le ditte impiegate saranno prevalentemente locali. I.3.6.4 – Traffico indotto dal cantiere Nell’ipotesi di una presenza media per autovettura di 2 persone prevedere un flusso quotidiano di circa 15 autovetture si può sulle strade di accesso ai cantieri concentrate dalle 7 alle 8.30 del mattino e dalle 17 alle 18 del pomeriggio, dovuto all’ingresso ed all’uscita del personale impiegato nell’attività di cantiere. Tale flusso è trascurabile anche se Tale flusso è trascurabile anche se risulta contemporaneo a quello degli addetti impiegati attualmente negli stabilimenti adiacenti (EniChem S.p.A., Corneliani S.p.A., Smurfit Italia S.r.l., ecc.) e graverà sulle seguenti strade: - S.S. n° 482 , - S.P. n° 30 , - Strada comunale per Castelletto Borgo. Il traffico di mezzi per l’approvvigionamento di materiali e di servizio al cantiere è invece stimabile in circa 8/10 camion/giorno (massimo). Sviluppandosi prevalentemente al di fuori dei suddetti orari di punta, non creerà invece problemi sulla viabilità. Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente I.4 Descrizione delle principali infrastrutture, con l’indicazione della natura e delle quantità dei materiali impiegati I.4.1 - Infrastrutture in progetto Con riferimento all'intera area del progetto, si descrivono di seguito le principali infrastrutture, rappresentate nella Tav. 09. Strade e ponti (vedi Tav.10) Asse viario Nord-Sud di collegamento tra il rondeau in progetto sul lotto B della Tangenziale Nord (in Comune di Mantova) e il casello autostradale Mantova Nord (in Comune di San Giorgio) L'asse viario Nord-Sud e costituito da una strada urbana di scorrimento veloce, sovra comunale, a quattro corsie, con le seguenti caratteristiche: strada tipo D, a raso, con sviluppo complessivo di circa 2200 m, larghezza complessiva 22.60 m, a due carreggiate - una per ogni senso di marcia - di 8 m di larghezza divise da spartitraffico da 1.60 m, senza stallo di sosta, banchina pavimentata da 1 m e percorso ciclo pedonale da 2.5 m su entrambi i lati, pendenza trasversale del 2.5% con raccolta dell’acqua meteorica fuori dalla carreggiata al limite delle piste ciclabili. Asse viario Est-Ovest, in Comune di Mantova, di collegamento tra le Aree 3, 2 e 1 L'asse Viario Est-Ovest è costituito da una strada urbana di scorrimento, di congiunzione tra: - l'area 1, a servizio del Porto di Mantova, - le aree a sviluppo industriale di cui al presente progetto, - la strada di collegamento con il casello Mantova Nord della autostrada A22. Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente Ha uno sviluppo ortogonale rispetto all'asse Nord-Sud, alla quale si collega tramite la rotatoria descritta al punto precedente; si sviluppa in direzione Ovest-Est intersecando la rotatoria ai confini tra le aree 2 e 3; si raccorda quindi all'area 1 (sino alla rotatoria in prossimità di Corte Ghirardini) mediante il nuovo pontetradale di attraversamento del Canale Acque Alte. L’importante arteria ha le seguenti caratteristiche: strada tipo D, con sviluppo complessivo di circa 1500 m, larghezza complessiva 22.60 m, a due carreggiate - una per ogni senso di marcia - di 8 m di larghezza divise da spartitraffico da 1.60 m, senza stallo di sosta, banchina pavimentata da 1 m e percorso ciclo pedonale da 2.5 m su entrambi i lati. Viabilità ordinaria a servizio delle aziende che si insedieranno nel territorio Strade urbane di lottizzazione Trattasi di strade di tipo E, a raso, di larghezza complessiva 15 m, a due corsie da 5 m e marciapiede (2.5 m) su entrambi i lati. La pendenza trasversale è del 2.5% con raccolta dell’acqua meteorica fuori dalla carreggiata e con bocche di lupo ricavate nei cordoli del marciapiede. Lo sviluppo complessivo è di circa 4300 m nell'Area 3, di circa 2700 m nell'Area 2 e di circa 2000 m nell'Area 21. Strade urbane di lottizzazione interessate da binario ferroviario Collocate solo nell'Area 3, consentono lo sviluppo, in adiacenza alle strade che servono i lotti, del trasporto ferroviario sino ai binari di presa e consegna delle Ferrovie dello Stato. Hanno le seguenti caratteristiche: tipo F, sviluppo a raso per circa 1250 m, larghezza complessiva 20.5 m, a due corsie da 4.5 m, con sede del binario ferroviario su un lato da 6.5 m e marciapiede (2.5 m) su entrambi i lati. Parcheggi Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente Sono utilizzati anche come elemento di separazione tra zone a diversa destinazione urbanistica Area 3 Ne sono previsti sei, per complessivi 15 Ha, completamente impermeabilizzati e dotati di idonea pendenza per lo scarico delle acque meteoriche. Opportuna segnaletica stradale individuerà le aree di sosta e le corsie di accesso e di manovra. Area 2 e 2' Sono previste almeno due aree adibite a parcheggio per complessivi 7 Ha. Per favorire il deflusso delle acque meteoriche saranno interamenti pavimentati con elementi autobloccanti in calcestruzzo, di spessore 8 cm (elementi per traffico leggero), posati su sottofondo di sabbia e geotessuto filtrante. Opportuna segnaletica stradale individuerà le aree di sosta e le corsie di accesso e di manovra. Infrastrutture ferroviarie Trattasi principalmente del nuovo raccordo di collegamento della stazione di Frassine, sull'esistente linea ferroviaria Mantova-Monselice, con - le aree del progetto e il centro intermodale, - il porto fluviale di Mantova-Valdaro (porzione dell'opera esterna al presente Studio di Impatto Ambientale). Limitatamente al tratto interessante l'area del presente progetto, il tracciato dell'opera - si inserisce inizialmente sulla linea ferroviaria esistente MantovaMonselice attraverso la realizzazione di un fascio di binari di presa e consegna (in Comune di San Giorgio), - si sviluppa quindi parallelamente all'autostrada A22 in Comune di San Giorgio e quindi in Comune di Mantova, sino alla strada comunale per Villanova de Bellis. In questa porzione dell'opera (nell'area 2, in Comune di Mantova) si inserisce un fascio di binari di riordino e in adiacenza allo stesso il centro intermodale (o centro di interscambio merci). Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente Nell'Area 3 un secondo raccordo ferroviario si innesta sui binari esistenti in prossimità della stazione di Frassine - con binari di presa e consegna a servizio del lotti più occidentali dell'area del progetto. I binari sono adiacenti a strade di lottizzazione. Centro intermodale (o centro di interscambio merci) Area attrezzata di circa 4 Ha per il trasferimento delle merci dal sistema di trasporto su gomma a quello su rotaia. E' localizzato a diretto contatto del fascio di binari di riordino e consta di - un piazzale di movimentazione, - aree di deposito per cassoni, containers e semirimorchi, - aree di sosta per i mezzi pesanti e leggeri, - edificio per uffici amministrativi, centro di controllo, servizi igienici, ecc.. Le operazioni di carico e scarico avverranno per mezzo di autogrù semoventi, front-loaders e veicoli speciali. I.4.2 - Natura, quantità e provenienza dei materiali necessari per la costruzione delle opere, con indicazioni circa le cave disponibili in base alla normativa vigente ed utilizzabili per quanto riguarda la loro caratterizzazione geologica e potenzialità Dalla relazione Geologica elaborata nel Settembre del 2000 dal Prof. Tagliavini si rileva che il terreno che costituisce l’area di progetto è formato da uno strato superiore spesso circa 50 - 60 cm di terreno agrario al di sotto del quale si trovano importanti depositi ghiaiosi e sabbiosi. Parte dei materiali necessari alla costruzione delle opere di urbanizzazione possono essere reperiti nell’area stessa: la sabbia e la ghiaia necessarie per la realizzazione dei sottofondi stradali verranno estratte dai depositi inferiori, mentre lo strato agrario superficiale andrà a ricoprire le aree destinate a verde pubblico. Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente Il riutilizzo del materiale di scavo in loco permette sia il risparmio delle risorse naturali sia di ridurre notevolmente l’impatto che l’intervento può causare sul traffico delle strade di contorno. Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente I.5 DESCRIZIONE DELLA TECNICA PRESCELTA, CON RIFERIMENTO ALLE MIGLIORI TECNOLOGIE DISPONIBILI A COSTI NON ECCESSIVI E DELLE ALTRE TECNICHE PREVISTE PER PREVENIRE LE EMISSIONI E PER RIDURRE L’UTILIZZO DELLE RISORSE NATURALI; CONFRONTO DELLE PRESCELTE TECNICHE CON LE MIGLIORI TECNICHE DISPONIBILI La tecnica prescelta risulta essere molto semplice: lo scavo verrà fatto in corrispondenza del rilevato per consentire la posa delle fondazioni che saranno costituite dallo stesso terreno scavato. Il costo dello scavo è una voce importante generalmente per la difficoltà oggettiva delle operazioni e l’impiego di mezzi; in questo caso non è fatto su roccia viva o in zona particolarmente impervia, riducendo notevolmente i tempi e semplificando i lavori stessi. Per quanto riguarda le emissioni di vario tipo, dovute alla vita del cantiere, si puntualizza che le scelte logistiche dei cantieri-base sono state fatte tenendo conto della distanza dai centri abitati in modo da arrecare il minor disturbo possibile; nei paragrafi precedenti si è comunque svolta un’analisi specifica dei diversi fattori di emissione ai quali si rimanda per approfondimenti. Le risorse naturali vengono utilizzate per la costruzione delle infrastrutture senza così appoggiarsi a cave di prestito lontane dall’area, evitando di incrementare, con camion da movimento terra, il traffico delle strade limitrofe. Occorre aggiungere che lo scavo per la costruzione delle fondazioni del rilevato stradale non andrà ad intercettare la falda sottostante. In conclusione la tecnica impiegata è una tra le più classiche e meno complesse e costose; tutto questo è reso possibile anche grazie al terreno particolarmente adatto alla costruzione. Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente I.6 VALUTAZIONE DEL TIPO E QUANTITÀ DEI RESIDUI E DELLE EMISSIONI DELL'ACQUA, PREVISTE DELL’ARIA E DEL (INQUINAMENTO SUOLO, RUMORE, VIBRAZIONI, LUCE, CALORE, RADIAZIONI, RIFIUTI, ECC.) RISULTANTI DALLA ATTIVITÀ DEL PROGETTO PROPOSTO La valutazione del tipo e della quantità dei residui e delle emissioni previste è effettuato distinguendo per ciascun aspetto: 1. la fase di cantiere (costruzione delle opere di infrastrutture); 2. l’utilizzo delle opere. I.6.1 - Inquinamento delle acque superficiali In fase di cantiere nessun inquinante contaminerà le acque superficiali in quanto - saranno adottati tutti gli opportuni accorgimenti per evitare spandimenti sul suolo di sostanze/materiali utilizzati, con rischio di dilavamento delle stesse ad opera delle acque meteoriche e recapito nelle acque superficiali; - non è previsto l'incremento di scarichi idrici di acque nere, in quanto i cantieri per realizzazione delle infrastrutture saranno dotati di autonomi servizi igienici di tipo chimico. In fase di esercizio, l'attivazione dei nuovi scarichi idrici comporterà presumibilmente: 1. un incremento sostanzialmente poco significativo del carico inquinante di tipo microbiologico. Tale stima è stata dedotta sulla base delle seguenti previsioni: - impiego futuro nell'area di circa 2000 nuovi addetti (pari a 700 abitanti equivalenti); 2. un incremento di inquinanti di origine industriale, non individuabili né quantificabili in assenza di dati sulla tipologia di aziende che si Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente insedieranno sul territorio, incremento sicuramente limitato trattandosi di aziende di piccola e media dimensione, 3. un limitato impatto ambientale dello scarico delle acque meteoriche di dilavamento delle superfici coperte (capannoni e piazzali) delle attività industriali: infatti sarà ammesso il loro recapito nella rete dedicata - afferente ai corpi idrici superficiali - solo in assenza di inquinanti derivanti dal ciclo di produzione. Viceversa è complessivamente trascurabile il contributo delle acque meteoriche di dilavamento delle nuove infrastrutture. I.6.2 - Inquinamento atmosferico Inquinamento in fase di cantiere L'apporto delle attività di costruzione delle infrastrutture all'inquinamento atmosferico è riconducibile alle emissioni - dei gas di scarico dei mezzi impiegati nei cantieri, - del materiale particellare prodotto durante gli scavi, la movimentazione dei mezzi sul cantiere ed in seguito all’erosione causata dal vento su possibili cumuli di terra. A limitazione dell’impatto ambientale, si terranno bagnati i percorsi degli automezzi ed i loro pneumatici, nonché si procederà ad una rapida asfaltatura delle vie di accesso per i mezzi stessi. Inquinamento in fase di esercizio Ai fini dello studio di impatto ambientale consideriamo che l’inquinamento atmosferico prodotto in fase di esercizio dall’intervento sia dovuto principalmente ai nuovi volumi di traffico che interesseranno la zona di progetto. L’ipotesi nasce dal fatto che non si possono conoscere a priori il numero e le caratteristiche dei nuovi insediamenti che sorgeranno nelle aree produttive. Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente La situazione futura rispetto all’attuale presenta una migliore distribuzione delle emissioni: infatti dalle tavole grafiche 21-25 si vede come gli inquinanti si allontanino dalle zone abitate per spostarsi in zone industriali, che rappresentano un bersaglio sicuramente meno sensibile all’inquinamento atmosferico. L’arteria che trarrà il maggior beneficio dalla realizzazione delle nuove strade è senza dubbio la SS 10, per la quale si prevede una diminuzione di circa il 30 % del traffico e quindi delle emissioni gassose. Inoltre tale porzione di traffico viene dirottata sul nuovo asse viario Nord-Sud che presenta caratteristiche di viabilità extraurbana, quindi meno inquinante. I.6.2.3- Inquinamento acustico Inquinamento in fase di cantiere Per quanto riguarda l’inquinamento acustico bisogna riferirsi al numero ed alla potenza sonora emessa dai mezzi elencati nel paragrafo I.3.6.2; si precisa inoltre che questi non lavoreranno contemporaneamente nello stesso tratto. Le macchine da cantiere non si troveranno concentrate tutte in un’area ridotta. Le abitazioni civili più vicine si trovano a 150 m da uno degli assi stradali di progetto. Visto il tipo di cantiere, destinato alla costruzione di infrastrutture, i lavori si svolgeranno lungo gli assi stradali impedendo la sovrapposizione “acustica” di più macchinari. Inquinamento in fase di esercizio Come per le emissioni in atmosfera, si valuta solo l'inquinamento acustico conseguente alla modifica dei flussi di traffico descritti nel § I.3.1. Infatti non conoscendo in questa fase la tipologia delle future attività, non è possibile stimare l'impatto acustico delle aziende che si insedieranno sul Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente territorio. Si precisa comunque che tutte le aziende che si insedieranno sul territorio dovranno rispettare i limiti definiti dalla zonizzazione acustica territoriale. La conoscenza delle caratteristiche delle sorgenti sonore, connesse con il traffico veicolare, è fondamentale per comprendere e misurare l’inquinamento acustico cui la zona è e sarà soggetta. Perciò, per poter fare una previsione sul traffico che transiterà sulle strade di progetto, si utilizzano i dati forniti dal Comune di Mantova nell’Aggiornamento del Piano Generale del traffico Urbano del 1999 e dalla Provincia di Mantova del 1993. La distanza che intercorre tra San Giorgio e la viabilità in progetto contribuisce ad attenuare il rumore. Nelle simulazioni anche il rumore generato dalle strade di progetto non incide in maniera significativa su quello complessivo, anzi spostando il traffico si alleggerisce il centro di San Giorgio attraversato dalla S.S. n°10. Per mitigare l'impatto acustico sono stati adottati interventi descritti nel capitolo V. Inquinamento da Traffico ferroviario Per la componente di rumore legata al traffico ferroviario del nuovo raccordo è possibile rilevare che non saranno generati impatti significativi rispetto alla situazione ambientale attuale influenzata dall’Autostrada A22. Si rileva infatti che: - dalle stime effettuate sulla futura movimentazione delle merci, i convogli ferroviari in transito saranno almeno 2 al giorno; - la velocità dei treni merci in transito non è elevata (sino a 60 Km orari), in quanto il nuovo raccordo si inserisce in prossimità della stazione esistente di Frassine; - la vicina Autostrada A22 determina già elevati livelli sonori sull’area di indagine; - i ricettori sensibili prossimi al raccordo sono numericamente limitati. Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente Pur tuttavia, in corrispondenza delle abitazioni civili più vicine alla futura sede dell'opera (Corte Ghirardini alla progr. Km 2.6 e la cascina alla progr. Km 2.0 di cui al § 2.2.4 del rapporto di verifica di Valutazione di Impatto Ambientale), sono previsti idonei interventi di protezione acustica con l’inserimento di barriere antirumore. Per il raccordo ferroviario interno all'Area 3 - a servizio dei soli lotti più occidentali dell'area del progetto - valgono considerazioni analoghe in merito ai limitati flussi di traffico previsti e alle basse velocità di percorrenza dei convogli. Le più vicine abitazioni civili inoltre si trovano oltre la S.P. 30 a circa 250 m di distanza dai binari di presa e consegna. I.6.4 - Inquinamento del suolo e delle acque sotterranee Nessun inquinante contaminerà il suolo e le acque sotterranee dell'area: infatti - in fase di cantiere saranno adottati tutti gli opportuni accorgimenti per evitare spandimenti di sostanze/materiali utilizzati ed il conseguente percolamento sul suolo e nelle acque sotterranee; al termine delle operazioni l'area sarà ripulita del materiale residuo; - nella fase costruttiva l'utilizzo di cementi a basso rilascio ionico permetterà di ridurre il rilascio di composti inorganici nell’acqua di falda; - in fase di esercizio, l'impermeabilizzazione del suolo delle aree destinate alla realizzazione delle infrastrutture (ad eccezione delle aree di parcheggio delle aree 2 e 2') e all'insediamento delle attività industriali con prevista manipolazione di sostanze inquinanti, permette di escludere fenomeni di contaminazione. I.6.5 - Inquinamento da vibrazioni Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente In fase di cantiere l'inquinamento da vibrazioni è associato all'utilizzo dei mezzi di trasporto e delle macchine operatrici, elencate nel § I.3.6.2., nonché alle modalità operative di realizzazione di alcune opere civili. I macchinari utilizzati dovranno rispettare i requisiti di sicurezza previsti dal DPR 459/96 ("Direttiva Macchine"). Per la lontananza dei recettori dalle principali opere viarie e dai cantieri base, l'impatto ambientale sarà limitato al traffico di mezzi di trasporto per la movimentazione dei materiali. In fase di esercizio la modifica dei flussi di traffico indotti dalla creazione delle nuove infrastrutture (vedi § I.3.1) comporterà - un incremento di vibrazioni emesse all'interno del territorio del progetto, dovute al traffico veicolare di servizio e di attraversamento dell'area; - una diminuzione dell'inquinamento vibrazionale sulle esistenti SS 10, SP 28, SS 482, sgravati di parte del traffico come conseguenza della realizzazione dei nuovi assi viari. Le velocità massime di percorrenza consentite con apposita segnaletica sulle strade interne all'area (50 km/h sulle strade tipo E e di 70 km/h sulle strade principali) comporteranno limitate emissioni di vibrazioni. L'incremento delle vibrazioni indotte dal transito dei convogli ferroviari sui nuovi raccordi ferroviari sarà modesto, in considerazione dei limitati flussi di traffico e delle ridotte velocità di percorrenza. I.6.6 - Inquinamento luminoso L’inquinamento luminoso derivante dalla pubblica illuminazione delle strade sarà limitato in ottemperanza alla Legge Regionale 27.3.2000 n° 17. Il sistema di illuminazione verrà pertanto realizzato utilizzando corpi illuminanti costituiti da proiettore omologato. L’illuminazione degli assi principali avrà un’intensità conforme alle prescrizioni del codice della strada per le arterie urbane di scorrimento, mentre sarà più ridotta nelle strade secondarie di lottizzazione, in modo da Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente evitare inutili ed esagerate emissioni di luce pur garantendo una visibilità notturna adeguata in tutto il territorio urbanizzato. Come è riportato sulla tavola 11 relativa alle sezioni stradali, per le rotatorie e nei parcheggi si utilizzeranno delle torri faro, mentre lungo le strade si utilizzeranno dei lampioni. Gli impianti realizzati consentiranno: • il controllo della dispersione del flusso luminoso oltre l’orizzonte, ovvero con un’intensità luminosa massima di 0 cd (candela) per 1000 lm (lumen) a 90° ed oltre; • una buona qualità di illuminazione con l’utilizzo di apparecchiature e lampade ad alta efficienza, • una riduzione di consumi energetici con l’impiego di dispositivi atti a ridurre il flusso luminoso (riduzione entro mezzanotte dell’emissione di luce in misura non inferiore al 30% rispetto al regime di operatività). Anche l’illuminazione delle aree dei piazzali dei singoli lotti dovrà rispettare la citata normativa regionale sull’inquinamento luminoso. I.6.7 - Inquinamento elettromagnetico E' limitato in fase di cantiere alla presenza di n. 2 gruppi elettrogeni, in funzione limitatamente al periodo diurno. Non si considera il loro effetto sui ricettori esistenti (abitazioni civili e attività con presenza umana continuativa) per la distanza dei cantieri-base (l'intensità del campo elettrico e magnetico diminuisce rapidamente in funzione dalla distanza). L'interramento delle nuove linee della rete elettrica prevista dal progetto garantisce all'interno dell'area un ridotto inquinamento elettromagnetico. I.6.8 - Calore La realizzazione delle infrastrutture e l'utilizzo delle stesse non comportano alcuna variazione significativa di calore rispetto alle attuali Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente fonti di emissione della zona (petrolchimico EniChem, centrali termoelettriche di EniPower esistenti ed in fase di progetto, traffico veicolare ). I.6.9 - Rifiuti Nell’ampliamento della zona industriale dei Comuni di Mantova e di San Giorgio si é tenuto conto della spinta della politica nazionale e sopranazionale rivolta verso produzioni pulite che possono produrre vantaggi anche in termini di competitività sul mercato. Ciò determinerà una più efficace integrazione degli obiettivi di protezione dell’ambiente e della crescita industriale, ricorrendo ad avanzate tecnologie per il controllo dei processi, dei suoi scarti, nonché di quei processi a più elevata efficienza energetica e di prodotti di minor impatto ambientale. Il trend in diminuzione della produzione di rifiuti industriali rilevato negli ultimi anni sarà favorito; saranno inoltre posizionate sulle aree standard ad uso pubblico due isole ecologiche attrezzate con idonei contenitori per la raccolta differenziata di materiali di scarto delle attività [vetro, carta e cartone, plastica, vegetali e pile]. Ad industrializzazione dell'area compiuta, si stima una produzione di rifiuti non pericolosi assimilabili ai rifiuti urbani (ai sensi art. 7 comma 2 del D. Lgs. 22/97) pari a 1500 t/anno, corrispondente ad una popolazione pari 5.000 abitanti equivalenti (con produzione giornaliera di 1.2 kg/abitante). In fase di cantiere si stima approssimativamente una produzione di rifiuti speciali di 300 kg/giorno, smaltiti conformemente alla legislazione vigente in funzione della loro tipologia: - il ferro, i cavi di risulta e i rifiuti di imballaggio verranno recuperati e rivenduti a terzi autorizzati; - i materiali non recuperabili saranno conferiti a discariche autorizzate; Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente - gli oli lubrificanti dei mezzi di cantiere saranno raccolti e conferiti al consorzio obbligatorio degli oli usati tramite raccoglitori autorizzati. Il deposito temporaneo dei rifiuti avverrà in apposite aree individuate all'interno dei cantieri-base. I rifiuti liquidi saranno stoccati in fusti sigillati per evitare contaminazioni del suolo e delle acque di falda. I.7 RELAZIONE TRA IL PRESENTE PROGETTO E I PROGETTI IN AREE LIMITROFE SOTTOPOSTI A PROCEDURA DI VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE L'unico progetto in aree limitrofe attualmente sottoposto alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale a livello nazionale è quello di EniPower S.p.A. per un impianto di Cogenerazione a ciclo combinato da 780 MWe alimentato a gas naturale. Il nuovo impianto, da installarsi all'interno dello stabilimento EniChem S.p.A. di Mantova, ha lo scopo di soddisfare la richiesta di vapore ed energia elettrica del sito industriale in sostituzione degli obsoleti generatori di calore attualmente in funzione (centrali elettriche a bassa efficienza). La potenzialità di energia installata (termica + elettrica) sarà superiore a quella degli impianti che verranno dismessi. L'energia elettrica eccedente i consumi interni sarà ceduta alla rete nazionale. Le relazioni tra l'impianto di EniPower S.p.A. e il presente progetto di sviluppo di zone industriali e di infrastrutture complementari sono riconducibili a: 1. costruzione del metanodotto per l'approvvigionamento di gas naturale, in quanto è previsto l'attraversamento dell'area del progetto per circa 400 m; 2. costruzione di un nuovo elettrodotto a 380 kV, dalla stazione elettrica annessa all'impianto di cogenerazione alla stazione di interconnessione Ostiglia-Flero di Terna S.p.A.. La lunghezza complessiva dell'opera è Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente di circa 7 Km, il primo tratto in cavo sotterraneo in olio fluido e quindi con percorso aereo a doppia terna. Rispetto al progetto originale, che prevedeva l'attraversamento di aree con attività produttive e insediamenti civili regolarmente autorizzati e concessionati, è in corso la modifica del tracciato - non ancora ufficializzato da EniPower Trasmissione S.p.A. (società che gestisce la rete elettrica) - in recepimento delle prescrizioni del Comune di San Giorgio. Tale nuovo progetto dovrebbe prevedere la creazione di un unico corridoio tecnologico, comprendente l'elettrodotto interrato, il nuovo metanodotto e l'oleodotto esistente a servizio della raffineria I.E.S. S.p.A.. Il nuovo elettrodotto, pertanto, si svilupperà con percorso interrato parallelamente al Canale Diversivo del Mincio e quindi alla S.P. 30 - prevalentemente nella fascia di rispetto stradale - sino alla stazione elettrica di collegamento cavo-linea aerea, ad Est dell'autostrada A22 Modena-Brennero. 3. modifica dell'impatto ambientale dell’intero petrolchimico rispetto allo stato attuale Per quanto concerne lo stato futuro, l'attivazione della nuova centrale elettrica alimentata a Metano darà origine a nuove emissioni in atmosfera di CO (1088 t/a) ed NOx (1814 t/a): in seguito alla contestuale dismissione di caldaie tecnologicamente obsolete (sigle B1, B2, B4 e B5, con bruciatori adatti per olio combustibile, gas naturale e di recupero; caldaia "Package" funzionante a gas naturale) e all'utilizzo della centrale B6, alimentata esclusivamente con metano, come riserva dei nuovi gruppi cogenerativi, si prevede con il progetto: - l'eliminazione delle emissioni di SO2, - la riduzione delle emissioni di polveri; - l'incremento dell'emissione in atmosfera di CO ed NOx, - l'aumento di calore immesso nell'ambiente. Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente In riferimento alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale per la realizzazione del progetto ENIPOWER, la EDIL P.F. ha presentato osservazioni tendenti ad evidenziare la necessità di individuare il tracciato del gasdotto di alimentazione e dell’elettrodotto di collegamento alla rete nazionale in un unico corridoio tecnologico, come rappresentato nella Tavola già allegata alle osservazioni di cui sopra e che viene allegata anche al presente S.I.A.. La EDIL P.F. ha inoltre esposto la necessità di valutare in occasione dell’ingresso sull’area del presente studio delle due nuove importanti servitù un generale riordino anche di tutte le altre servitù esistenti, tenendo anche conto che pare che alcuni degli elettrodotti esistenti non verranno più utilizzati o verranno declassati ad elettrodotti di soccorso. Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente Capitolo II: Descrizione delle principali alternative progettuali, con indicazione delle ragioni della scelta sotto il profilo dell’impatto ambientale Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente II PRINCIPALI ALTERNATIVE PROGETTUALI – RAGIONI DELLA SCELTA Storicamente la scelta di destinare l’area oggetto del presente studio ad un utilizzo prevalentemente industriale risalga al 1975. Nel corso di quell’anno, con una variante al piano regolatore allora vigente tenendo conto delle esigenze delle vicine realtà industriali esistenti, costituite all’epoca dallo stabilimento Montedison e dalla raffineria, allora I.C.I.P. oggi I.E.S., e dalla Belleli s.p.a. si decise di individuare una futura zona di espansione. La destinazione industriale fu poi riconfermata nel nuovo piano regolatore approvato con delibera della giunta regionale n. 42788 del 25.09.1984. La scelta fu ulteriormente confermata nella variante approvata con D.G.R.L. n.54133 del 21.06.1994. Il Comune di S.Giorgio, partecipando al P.I.P. " Terra-Acqua " ha ritenuto di completare con l'Area A21, che ricade quasi completamente sul suo territorio, il Progetto di Lottizzazione produttiva, che nel suo insieme sfiora i 300 Ha I programmi della amministrazione comunale di Mantova, tenendo conto sia delle esistenti attività industriali che del futuro sviluppo delle aree oggetto del presente studio, hanno incentivato la realizzazione di importanti infrastrutture quali il porto commerciale fluviale, il tratto di tangenziale che si sviluppa tra l’Area 3 e lo stabilimento EniChem, tangenziale che proprio in corrispondenza dell’Area 3 la rotatoria con il tratto di collegamento con il casello di Mantova Nord e il raccordo ferroviario che consentirà la realizzazione del centro intermodale. Si può concludere che per ubicazione, infrastrutture viarie esistenti od in via di realizzazione, e mancanza di zone sensibili dal punto di vista ambientale non esistono né sul territorio del comune di Mantova né su quello dei comuni limitrofi aree più idonee ad un utilizzo prevalentemente industriale. Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente Capitolo III: Analisi della qualità ambientale, con riferimento alle componenti dell’ambiente potenzialmente soggette ad un impatto importante dell’intervento in progetto, con particolare riferimento alla popolazione, alla fauna ed alla flora, al suolo, all’acqua, all’aria, ai fattori climatici, ai beni materiali, compreso il patrimonio architettonico e archeologico, ai paesaggi ed all’interazione tra questi fattori Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente III.1 POPOLAZIONE III.1.1 - Nuclei abitativi nell'area del progetto e prossimi alla stessa Nell'area del progetto si collocano le seguenti corti agricole (Tav. 03): - Corte Campagna, sede di un centro di attività artigianali per il recupero dei tossicodipendenti; - Corte Olmo Lungo, abitata dalla famiglia proprietaria di parte dei terreni agricoli circostanti; - Olmo Lungo, disabitata. Le NTA del vigente PRG del Comune di Mantova destinano il loro territorio in parte in area ad uso produttivo (art. 31), ed in parte in aree ad uso pubblico per attrezzature sociali (art. 40). La popolazione attualmente residente nell'area è quindi limitata a circa 10 unità, alle quali si devono aggiungere i lavoratori dell'area agricola e del centro recupero dei tossicodipendenti, presenti limitatamente al periodo diurno. Altri ricettori sensibili, esterni all'area del progetto ma sui confini della stessa, sono Corte Vittoria, Corte Tridolino e Corte Tridolo. attualmente abitate dai proprietari o da affittuari che coltivano i terreni agricoli circostanti. Le abitazioni sono escluse dall'area del progetto, invece terreni saranno riconvertiti in aree industriali. Altri nuclei abitativi sono situati in prossimità dei confini dell'area, mentre i principali centri abitati si trovano rispetto all'area del progetto: - in direzione Nord: Mottella e Tripoli di San Giorgio rispettivamente a circa 1 e 2 Km; Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente - in direzione Ovest: Borgo Virgiliana, a 200 m, Frassine e Lunetta, a circa 1 Km, Mantova, a circa 3 Km; - in direzione Sud e Sud-Est: Formigosa e Pietole Vecchia a circa 2 Km; - in direzione Est: Stradella, Villanova de’ Bellis e Borgo Castelletto a circa 1 Km. III.1.2 - Caratteristiche della popolazione nello stato attuale Tenuto conto dell'esiguità della popolazione residente nell'area, si fa riferimento ai Comuni di Mantova e di San Giorgio di Mantova, con particolare attenzione ai centri abitati prossimi alla zona del presente progetto. 1. Assetto demografico I dati di seguito riportati sono editi dalla Provincia di Mantova Sezione Programmazione e Statistica: a) popolazione residente dal 1991 al 1999: COMUNE DI MANTOVA anno nati morti iscritti 1991 1993 1995 1997 1999 328 311 288 333 388 691 651 643 672 721 1275 1329 1300 1533 1739 cancellati popolazione 1469 1698 1636 1694 1769 52821 51496 50125 49064 48288 famiglie 21284 20653 21012 20789 20692 [*] COMUNE DI SAN GIORGIO DI MANTOVA [*] anno nati morti iscritti 1991 1993 1995 1997 1999 41 46 51 69 72 47 60 48 59 48 274 394 344 339 427 cancellati popolazione 121 168 159 177 170 5739 6021 6319 6683 7189 famiglie 1901 2068 2252 2439 2632 [*] dato del 13° Censimento generale della popolazione 1991 Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente Dai dati si evince: - la diminuzione progressiva della popolazione residente nel Comune capoluogo e, viceversa, un consistente aumento della popolazione residente nel Comune di San Giorgio (il diverso andamento demografico nei Comuni della Provincia è stato attribuito al diverso sviluppo economico e alle scelte urbanistiche dei singoli Comuni); - un elevato tasso invecchiamento della popolazione, soprattutto nel Comune capoluogo, correlato al minore è l’afflusso di nuova popolazione residente rispetto al Comune di San Giorgio; - un tasso di natalità al minimo storico negli anni '80 ed ora in fase di leggera risalita, soprattutto nel comune di San Giorgio, dove è maggiore l’afflusso di nuova popolazione residente; - un tasso di mortalità stabile nel tempo, nonostante l'invecchiamento della popolazione; - l'aumento dell'incidenza degli immigrati sulla popolazione dei due Comuni, in linea con l'andamento crescente registrato nell'intera Provincia. 2. Assetto igienico-sanitario Lo stato di salute della popolazione residente in prossimità dell'area del presente progetto, può essere influenzato da: - esposizione cronica (per lunghi periodi di tempo a dosi relativamente basse) alle emissioni inquinanti derivanti dal polo petrolchimico, compresi inquinanti non convenzionali quali Benzene e Acrilonitrile (tossici e cancerogeni), Stirene e Toluene (nocivi), ecc.; - sostenuto traffico veicolare su tutte le principali arterie stradali e sull'autostrada, con conseguente inquinamento atmosferico ed acustico. In generale: Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente 1. i bersagli delle emissioni di origine industriale sono il sistema respiratorio (SO2, NOx) e cardiovascolare (CO); malattie del sangue (Benzene) e del sistema nervoso centrale (Toluene e Stirene) si riscontrano in seguito all’esposizione cronica ad inquinanti non convenzionali ; 2. le emissioni da rumore agiscono sul sistema nervoso, con danni al sistema psichico, neurovegetativo e all'apparato uditivo nel caso di emissioni a valori elevati; 3. le emissioni di inquinanti derivanti da traffico veicolare sono associate all'aumento di malattie respiratorie (bronchiti e attacchi d'asma) e cardiache; inoltre : - è verificata la correlazione tra l'aumento di cancro al polmone e l'esposizione a scarichi da motori diesel prolungata e ad alte concentrazioni; - alcuni studi suggeriscono la correlazione tre l'aumento del rischio di leucemie infantili e l'esposizione agli scarichi da autoveicoli. I dati di qualità dell'aria e di esposizione al rumore allo stato attuale sono riportati rispettivamente nel capitolo III.5 e I.6.3. Negli ultimi anni, hanno avuto ampia risonanza presso l'opinione pubblica gli studi epidemiologici promossi da Enti pubblici sulla popolazione residente in prossimità del polo petrolchimico ed i lavoratori impiegati nelle stesse aziende; essi hanno rilevato : - un'alta incidenza dei tumori del sistema linfatico nei lavoratori dell'EniChem; - alcuni casi di neoplasie rarissime (sarcomi dei tessuti molli) in pazienti della zona industriale. Nonostante l'assenza di una diretta correlazione di causa - effetto, le emissioni inquinanti esistenti rappresentano un elevato fattore di rischio per la popolazione dell'area. 3. Assetto territoriale ed economico Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente L'attuale uso del suolo, le attività produttive e le infrastrutture esistenti sono descritte nel cap. I.2, con riferimento agli strumenti urbanistici vigenti dei Comuni di Mantova e San Giorgio. Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente III.1.3 - Impatto dell'intervento sulla popolazione 1. Modifica dell'assetto demografico e sociale Con la realizzazione del progetto i residenti delle tre corti agricole interne all'area (e sui suoi confini) saranno privati dei terreni agricoli che attualmente coltivano. La conversione industriale dell'area comporterà presumibilmente in futuro l'allontanamento dei pochi residenti. Una maggiore presenza antropica all'interno dell'area si prevede in fase di cantiere per circa 30-50 unità (rif. § I.3.6) in tutto il periodo necessario alla realizzazione delle opere. Si suppone che un discreto flusso migratorio interesserà le aree residenziali circostanti (sia in Comune di Mantova che di San Giorgio) in seguito all'industrializzazione e alla conseguente creazione di nuovi posti di lavoro. Si stima infatti che le nuove attività comporteranno l'impiego di circa 2000 unità: l'assenza di manodopera locale potrà essere sopperita dal ricorso a manodopera esterna, anche extracomunitaria. Un ampliamento delle zone residenziali è previsto dagli attuali strumenti urbanistici vigenti dei Comuni - di Mantova, nelle frazioni di Borgo Castelletto e Formigosa; altre aree di espansione residenziale più lontane dal territorio del progetto sono collocate nelle frazioni di Angeli, Colle Aperto e nel quartiere cittadino di Te Brunetti; - di San Giorgio, nelle frazioni di Mottella, Tripoli, Caselle e Villanova de Bellis per il complessivo insediamento di circa 1000 abitanti. Mentre il Comune di Mantova ha scarsa disponibilità di aree residenziali, la potenzialità insediativa del comune di San Giorgio non è ancora interamente sfruttata. Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente 2. Inquinamento ambientale e salute pubblica Realizzazione ed utilizzo delle infrastrutture Per la popolazione abitante all’interno dell'area è da prevedersi un aumento dell'inquinamento ambientale (atmosferico ed acustico vibrazionale), sia in fase di cantiere che in seguito all’aumento del traffico veicolare ad infrastrutture realizzate. La stima degli inquinanti emessi in seguito al progetto è riportata rispettivamente nei § I.5.2 e I.5.3. In fase di cantiere i nuclei residenziali più prossimi (nuclei abitativi vicini al confine dell'area e i centri abitati più vicini di Mottella e Borgo Virgiliana) saranno tutti interessati: a) da un limitato inquinamento da polveri, in misura diversa in funzione della direzione predominante del vento (le principali sono le direzioni Sud-Ovest, Ovest, Est, Sud-Est, rif. § III.5.1); b) dall'inquinamento acustico e vibrazionale. Ad infrastrutture realizzate si stima, viceversa, un beneficio in termini di qualità dell'aria per la diminuzione del traffico veicolare per l'abitato di Mottella del comune di San Giorgio, come descritto nel § I.6.2. Il progetto non comporta altri fattori di rischio per la salute pubblica quali microrganismi o organismi superiori patogeni, radiazioni ionizzanti e non ionizzanti. Per i più lontani centri abitati l'impatto della costruzione delle infrastrutture in termini di inquinamento atmosferico e acustico è da considerarsi irrilevante. Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente Industrializzazione dell’area Le attività produttive e artigianali che si insedieranno sul territorio saranno di medio piccola entità per cui il loro impatto sul territorio comporterà un limitato peggioramento della qualità ambientale. 3. Economia dell'area La zona del progetto rappresenta la "naturale" zona di espansione delle attività produttive dei Comuni di Mantova e San Giorgio: è infatti contigua alla zona artigianale e commerciale del Comune di San Giorgio e al polo petrolchimico del Comune di Mantova. E' inoltre servita dalle principali opere pubbliche in fase di progetto e/o di realizzazione della Provincia di Mantova (sistema tangenziale, porto industriale sul Canale Tartaro-Canalbianco, nuovo raccordo e scalo merci ferroviario). Il cambio di destinazione d'uso del suolo (da agricolo ad industriale) ha pertanto rivalutato il terreno. Come conseguenza della creazione di nuovi posti di lavoro e all'importazione di manodopera, si prevede l'aumento della richiesta di abitazioni e servizi, con l'ulteriore rivalutazione degli immobili delle aree residenziali prossime a quella del progetto. Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente III.2 VEGETAZIONE, FLORA, FAUNA ED ECOSISTEMI III.2.1 - Stato attuale dell’area La vegetazione e la flora Come evidenziato nella Tav. 03, l’area del presente progetto è oggi utilizzata quasi esclusivamente in agricoltura. La vegetazione naturale è stata sostituita in epoca storica da colture agricole a carattere intensivo, tipiche della Pianura Padana: frumento, barbabietole da zucchero, soia, ecc. Dai sopralluoghi ambientali effettuati nell'area nel mese di febbraio si è rilevato che: - sulle terre adibite a coltivazione agricola non vi è crescita spontanea di erba per il probabile utilizzo di diserbanti; - la restante vegetazione è limitata sia come tipologia che come numero di esemplari: trattasi di siepi, cespugli, arbusti (gelsi, sambuco) e canniccio (carice), presenti 1. lungo i corsi d'acqua (vegetazione ripariale) ad uso irriguo e soprattutto in prossimità delle corti agricole; 2. in alcuni tratti dei fossi stradali (lungo la S.P. n° 30 e la S.S. n° 482); - solo in prossimità delle corti agricole vi è qualche esemplare di alberi d’alto fusto, quali tracce delle essenze forestali (salici, pioppi, farnie, ontani) che un tempo erano tipiche della zona; - non vi è alcuna presenza significativa di funghi e licheni. Per quanto riguarda la vegetazione dei corsi d'acqua a servizio degli appezzamenti di terreno interni all'area, si precisa che: 1. i letti e le sponde dei corsi d'acqua pubblici, ad uso irriguo e di scolo, sono periodicamente puliti dalla vegetazione per assicurare il maggior scorrimento dell'acqua; Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente 2. per tamponare le piccole falle (frane delle rive), in alcuni fossati privati il letto e le sponde sono ricoperti con teli in plastica, che soffocano la vegetazione spontanea; 3. altri corsi d'acqua privati ad uso irriguo, vuoti al momento dei sopralluoghi e non sottoposti a manutenzione nei mesi invernali, presentano arbusti e canniccio anche sui letti e le sponde. Nella zona a Nord della Corte Olmo Lungo restano tracce dei manufatti (grande fossato vuoto, ponte in muratura a superamento dello stesso) delimitanti il parco, che presumibilmente in passato si estendeva attorno alla villa padronale seicentesca. Dai manufatti residui, le opere in muratura prossime alla corte e l'importanza della villa padronale, si ipotizza che il parco dovesse essere di gran pregio, con esemplari di essenze tipiche della zona. Con riferimento ai seguenti parametri: - rarità delle specie, - loro ruolo nell'ecosistema, - interesse naturalistico rivestito, - interesse economico rivestito, complessivamente la scarsa vegetazione presente non è di particolare pregio, in quanto le specie non sono rare per la Pianura Padana, né protette. Le coltivazioni agricole rivestono, altresì, un interesse di tipo economico: il mancato reddito agricolo annuo è stimabile in 300.000 Euro, considerando la potenzialità produttiva della coltura tipica della zona e gli attuali costi di mercato (90 q.li/Ha di mais a 14 Euro/q.le). Nelle aree circostanti il territorio del progetto si collocano: - a 0.5-1.5 Km in direzione Sud ed Ovest, il “Parco Naturale del Mincio”, area protetta ai sensi della L.R. 47/84, di grande pregio naturalistico e paesaggistico per la presenza di boschi, aree palustri e vegetazioni caratteristiche; Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente - altre aree agricole, simili per tipologia di coltivazione e paesaggio naturale all'area del presente progetto, . ad Est, oltre l'autostrada A22, . a Sud, oltre il Canale Acque Alte, . a Nord, oltre la linea ferroviaria Mantova-Monselice. La fauna Dai rilevamenti diretti effettuati, la fauna è pressoché assente nel territorio del progetto. Fanno eccezione: - l'ittiofauna (pesci, rettili ed anfibi) delle specie tipiche dei corpi idrici superficiali della zona, limitata ai fossi con presenza di acqua (tipicamente da aprile a settembre per quelli ad uso irriguo); - le nutrie, roditore di origine americana introdotto in Italia per la produzione di pellicce, ora inselvatichito e il cui elevato aumento di popolazione è preoccupante sia per le attività antropiche che per gli ambientali naturali. Si precisa che l'ittiofauna non è autoctona, poiché annualmente i principali corsi d'acqua vengono ripopolati delle specie tipiche della zona (carpa e pesce persico soprattutto; alborella, anguilla, luccio, luccioperca, persico trota, tinca e trota in misura minore) per garantire l'attività della pesca sportiva. Viceversa sono potenzialmente presenti - poiché tipici delle aree circostanti: - mammiferi : lepri comuni; - uccelli : fagiani e specie delle aree umide del Parco del Mincio, che possono sorvolare la zona (germani reali, folaghe, gallinelle, martin pescatore sono le specie di maggiori dimensioni; cannareccione e cannaiola di dimensioni minori; specie migratorie quali l'airone cinerino, che sverna nella zona). Nell’area è ammessa zona di caccia. La stagione venatoria si estende solitamente da metà settembre a fine gennaio, con periodi specifici per le Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente diverse specie cacciabili: le più comuni per il territorio del progetto sono i fagiani e le lepri. Ad eccezione degli uccelli tipici dell'habitat del vicino Parco del Mincio, che possono sorvolare l'area del progetto, complessivamente la fauna non è rilevante né per interesse naturalistico né per abbondanza della popolazione esistente. Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente L'ecosistema Le seguenti unità ecosistemiche – con riferimento alla Tav. 03 - sono le uniche individuate nell'area del progetto durante i sopralluoghi diretti effettuati nel mese di febbraio. Sono state delimitate considerando l'interazione tra vegetazione, flora, fauna e manufatti antropici esistenti in siti dalle caratteristiche omogenee. In generale, in considerazione della scarsa importanza della flora e della fauna, anche le unità ecosistemiche individuate sono complessivamente di scarsa rilevanza. 1. Scolo Fortuna (nell’area 2) Corso d'acqua ad uso sia irriguo che di scolo è iscritto nel registro delle acque pubbliche del comprensorio del Consorzio "Fossa di Pozzolo". E' particolarmente importante per l'assetto idrologico del territorio, poiché raccoglie tutte le acque di drenaggio dell'area agricola (sia quella del territorio del presente progetto che quella posta in direzione Est oltre l'Autostrada A22); quindi sottopassa il canale Acque Alte e confluisce nel Dugale Derbasco. Quest'ultimo sfocia nel fiume Mincio. 2. Fosso privato che si estende dalla Corte Olmo Lungo alla confluenza nello Scolo Fortuna (nell’area 2) Fosso privato ad uso principalmente irriguo, di piccole dimensioni, prende acqua dal Condotto Olmo Lungo per poi confluire nello Scolo Fortuna. Non è soggetto al monitoraggio chimico-fisico da parte degli Enti pubblici per la determinazione della qualità delle acque, né vi sono effettuati test riguardanti la fauna invertebrata per determinarne la qualità ecologica. 3. Condotto Olmo Lungo (nelle aree 21 e 3) E' un corso d'acqua ad uso principalmente irriguo, iscritto nel registro delle acque pubbliche del comprensorio del Consorzio "Fossa di Pozzolo". E' alimentato dal condotto privato Brusca-Burione-Olmo Lungo all'esterno dell'area del progetto; dopo un tratto privato presso la Corte Olmo Lungo sfocia nello Scolo Fortuna. Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente L'acqua è alimentata dal Consorzio nel periodo aprile-settembre; il drenaggio di qualche appezzamento agricolo garantisce una minima portata anche nel periodo invernale. 4. Dugalina (nell’area 21) Corso d'acqua ad uso sia irriguo che di scolo è iscritto nel registro delle acque pubbliche del comprensorio del Consorzio "Fossa di Pozzolo". Prende acqua dal Dugale Derbasco, scorre per circa 3 Km in Comune di San Giorgio e quindi la restituisce allo stesso Dugale. Dato l'uso promiscuo, l'acqua è presente nel letto del fossato per tutto il periodo dell'anno. Le caratteristiche dell'ecosistema sono simili a quelle dello Scolo Fortuna. 5. Canale Acque Alte (al confine delle aree 2 e 3) Trattasi di canale artificiale, alimentato dal fiume Tione, con funzione principalmente di scolo (drenaggio) per l'area agricola di circa 30.000 Ha che il canale attraversa (dall'incile a Pontepossero - provincia di Verona alla foce nel Diversivo del Mincio); è utilizzato anche per uso irriguo. Delimita il confine Sud dell'area del progetto e quindi confluisce nel Diversivo del Mincio dopo circa 800 m. La caratterizzazione chimico-fisica delle acque è riportata al § III.4.2; non vi sono effettuati test riguardanti la fauna invertebrata per determinarne la qualità ecologica. Le sponde del Canale sono in calcestruzzo. In prossimità del territorio del progetto, si individuano quali ecosistemi le seguenti riserve naturali (vedi Tav. 05): - "Vallazza", a circa 1.5 Km in direzione Sud dall'area del progetto, è una zona umida di circa 500 Ha del Parco del Mincio, creata dal lago Inferiore di Mantova; - "Valli del Mincio", distante circa 7 km in direzione Ovest, si estende lungo il corso del fiume Mincio, per una superficie di circa 1460 Ha, prima dell'allargamento del fiume a creare il lago Superiore di Mantova; Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente - "Bosco Fontana", a circa 8.5 km in direzione Nord-Ovest, di superficie di circa 235 Ha, è un bosco di latifoglie di particolare importanza in quanto rappresenta l'unico nucleo di foresta planiziaria residua della Pianura Padana. Per l'importanza rivestita a livello di habitat naturale, di flora e di fauna selvatica, le riserve sono state inserite nell'elenco dei "siti di importanza comunitaria", recepiti dalla legislazione italiana con il D.M. 3 aprile 2000 (Elenco dei siti di importanza comunitaria e delle zone di protezione speciale individuate ai sensi delle Direttive 92/43/CEE e 79/409/CEE). III.2.2 - Interazione del progetto con gli elementi considerati L'interazione del progetto con la vegetazione, la flora e la fauna esistente, che prevede modifiche sostanziali dell'intero territorio della zona (da ambiente rurale a zona industriale caratterizzata da capannoni, impianti di produzione all’esterno, stoccaggi di materiali) si ritiene modesta per il basso pregio degli elementi considerati. La vegetazione e la flora Se si escludono le colture agricole, data la qualità non pregiata della restante flora e vegetazione esistente: - le modifiche dell'assetto delle acque sotterranee (convogliamento acque meteoriche nel Diversivo) e superficiali (intercettazione fossi irrigui che non hanno più ragione di esistere per il cambio di destinazione d'uso del terreno) non sono rilevanti per la vegetazione e la flora spontanea; - l'impermeabilizzazione del suolo, la costruzione delle infrastrutture e la maggiore presenza antropica avrà un impatto limitato sugli esemplari significativi - collocati in prossimità delle corti rurali - poiché il terreno immediatamente circostante le corti non è direttamente coinvolto nelle opere; Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente - le essenze flogistiche, che erano tipiche della zona padana, saranno reinserite nel territorio con ulteriori esemplari (Tilia cordata, Acero, Pioppo bianco e cipressino, Farnia; filari alberati di Carpino piramidale ad albereto e Pioppo bianco alternato con Pioppo cipressino) a limitazione dell'impatto visivo delle opere e a salvaguardia dei beni architettonici esistenti (Corte Olmo Lungo, vedi § III.7.1). La fauna L'intercettazione di fossati e canali irrigui a servizio delle aree agricole implica - limitatamente all'interno dell'area del progetto - la scomparsa dell'habitat delle specie ittiche elencate (gli esemplari attualmente presenti non sono autoctoni ma reintrodotti per la pesca sportiva). Il territorio non sarà pertanto fruibile né per uso venatorio, né per uso alieutico (limitato comunque ai periodi di alimentazione dei corsi d'acqua ad uso irriguo). L'ecosistema Nessuna delle unità ecosistemiche individuate all'interno dell'area è di particolare pregio. Scompariranno le unità individuate presso i canali ad uso irriguo, che saranno intercettati (Condotto Olmo Lungo e fosso privato che si estende dalla Corte Olmo Lungo alla confluenza nello Scolo Fortuna). I corsi d'acqua superficiali con funzione di scolo, nonostante sia da prevedersi la salvaguardia del loro regime idrologico, subiranno modifiche per l'inserimento in un ambiente antropizzato e di tipo industriale. Nessuna nuova unità ecosistemica è attesa in seguito alla realizzazione del progetto. La modifica delle unità ecosistemiche esistenti non ha implicazioni sulle citate riserve naturali. Viceversa l'industrializzazione dell'area ed il complessivo peggioramento della qualità dell'aria potrebbero avere ricadute nel lungo periodo sulle aree più prossime del Parco del Mincio. Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente Pertanto è auspicabile che gli Enti competenti territoriali esercitino in modo efficace l’attività di controllo ambientale a salvaguardia dell’equilibrio dell’area . Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente III.3 SUOLO E ACQUE DI FALDA Per la definizione geologico-stratigrafica ed idrogeologica del territorio del presente progetto sono stati considerati tutti gli studi e le indagini geognostiche eseguite nell’area in oggetto , di cui di seguito si riportano le conclusioni (III.3.1, III.3.2, III.3.3.). III.3.1 - Inquadramento geologico dell’area L’evoluzione geologica della parte di Pianura Padana su cui insiste l’area del progetto è collegata allo sviluppo dell’avanfossa alpina e appenninica. Questo grande bacino, meglio noto come golfo padano, si è caratterizzato, nella sua fase di chiusura (Pliocene – inizio Pleistocene) da successive ingressioni e regressioni del mare. Dal Pliocene in poi, si è infatti verificato una imponente sedimentazione con conseguente rilevante subsidenza. Nel Pleistocene medio-superiore il bacino risulta in gran parte colmato ed hanno inizio i processi geomorfologici le cui manifestazioni più significative sono rappresentate dall’impostazione del reticolo idrografico principale qui espresso dal fiume Mincio. L’area in esame risulta costituita da depositi fluviali di pertinenza del fiume Mincio che ha rappresentato il maggiore scaricatore del ghiacciaio gardesano e che ha in passato trasportato a valle una enorme massa di materiali che, a seconda del regime idraulico, si è depositata con granulometrie eterogenee e variamente classate. Il rischio sismico dell'area è basso, dato che la zona è situata lontano da centri fortemente sismometrici e il substrato è interessato da una potente coltre alluvionale. I Comuni di Mantova e di San Giorgio di Mantova non sono classificati in zona sismica. Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente III.3.2 - Assetto geomorfologico Gli elementi morfologici che caratterizzano l’area del progetto e il suo contorno derivano dalla sua collocazione a margine della depressione, che fa capo ai Laghi di Mantova, e dalla sua configurazione altimetrica. III.3.3 - Attuale assetto idrogeologico dell’area L’area interessata dal progetto, lambita sul lato sud-ovest dal sistema del fiume Mincio, è geomorfologicamente parte dell’ampia pianura attraversata dal fiume stesso e presenta i caratteri dei terrazzi alluvionali che ne fiancheggiano il corso. Il P.A.I. (Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico) L'area risulta collocata al di fuori delle fasce fluviali A, B e C, che rappresentano la perimetrazione delle aree a rischio idrogeologico per gli eventi di piena del fiume Mincio, come risulta dal PAI - Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico . Non è perciò soggetta a vincoli idraulici/idrogeologici e alle conseguenti limitazioni d’uso del suolo. Le acque sotterranee L’acquifero principale è rappresentato dalle sabbie, in cui ha sede una falda a pelo libero con livelli piezometrici variabili di diversi metri nell’arco dell’anno. Trattasi di un acquifero che può essere definito di tipo monostrato non compartimentato, influenzato dagli apporti superficiali. Il limite inferiore del sistema acquifero non corrisponde ad alcun limite fisico definito, sia litologico che cronostratigrafico, quanto piuttosto Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente all’interfaccia acque dolci – acque salate, attestato intorno ai 300 metri di profondità. La ricarica della falda è riconducibile agli apporti sotterranei delle falde da monte, alla infiltrazione efficace e alle infiltrazioni irrigue. La superficie freatica appare collocarsi a profondità comprese tra i 2 e 3 m dal piano campagna nelle aree 2 e 2'. III.3.4 - La vulnerabilità idrogeologica La protezione della qualità delle risorse idriche sotterranee è contemplata nella Valutazione di Impatto Ambientale dell’area oggetto di studio. La vulnerabilità idrogeologica prende in considerazione l’impatto di un’attività antropica, che comporti una variazione negativa di tipo chimico e/o fisico della qualità delle acque. La vulnerabilità idrogeologica naturale, in quasi tutta l’area allo stato attuale, risulta essere bassa e media. III.3.5 - Caratterizzazione chimica del suolo e delle acque sotterranee nello stato attuale Numero e collocazione dei punti di indagine Ad eccezione dell'Azienda Crion Produzioni Sapio S.r.l., il territorio del presente progetto è destinato esclusivamente ad uso agricolo. Non si ipotizza pertanto nell'intero territorio alcun fenomeno di inquinamento industriale pregresso, tale da richiedere un'approfondita indagine chimica e idrogeologica ai sensi del DM 471 del 25.10.1999. Inoltre la direzione del flusso idrico da Nord-Est a Sud-Ovest, garantisce la salvaguardia del territorio del progetto rispetto alle accertate contaminazioni del suolo e delle acque superficiali esistenti presso la conca di Valdaro. Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente Alla luce di tali considerazioni la caratterizzazione chimica del suolo e delle acque sotterranee è stata condotta mediante un numero limitato di campionamenti (n°8), scelti in modo casuale, perché il sito non presenta evidenti disomogeneità, ma equamente distribuiti sull’intera area del progetto; la collocazione è evidenziata nella Tav 11 A: Area 2 ➫ 2 punti di indagine, Area 21 ➫2 punti di indagine, Area 3 ➫ 4 punti di indagine. Caratterizzazione chimica del suolo Modalità di effettuazione dell'indagine L'indagine è stata condotta negli 8 punti previsti mediante il metodo di perforazione a rotazione, con carotaggi continui a secco di diametro 101 mm. La profondità di ciascun sondaggio è stata tale da raggiungere il primo acquifero. Il terreno espulso dal carotiere con metodo idraulico è stato depositato in apposite cassette catalogatrici. Quindi per ciascuna perforazione sono stati ricavati n° 3 campioni significativi ed indisturbati, prelevati a profondità diversa. Con riferimento alla Tabella 1, all. 1 del DM 471/99, su tutti i campioni sono stati ricercati i seguenti parametri: - Metalli pesanti: Arsenico, Cadmio, Cromo totale, Mercurio, Nichel, Piombo, Rame, Zinco; - Composti aromatici: Benzene, Stirene, Toluene; - Fitofarmaci: Aldrin, Atrazina, γ-esaclorofenolo (Lindano), somma DDD-DDT-DDE, Dieldrin ed Eldrin; - Idrocarburi: idrocarburi leggeri e idrocarburi pesanti; Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente - Somma di idrocarburi policiclici aromatici. La determinazione analitica di Diossine e Furani (somma PCDD e PCDF, PCB) è stata condotta solo su n° 2 sondaggi di terreno superficiale. Si prevedeva l’analisi anche ai restanti campioni in caso di accertata presenza di contaminazione. La scelta dei parametri da ricercare è stata determinata: 1. dalla necessità di verificare lo stato attuale della qualità del suolo e del sottosuolo, scegliendo pertanto i parametri più significativi e comuni; 2. dalla conoscenza delle attività industriali circostanti, allo scopo di valutare eventuali ricadute di inquinanti; 3. dalla conoscenza dei fenomeni di inquinamento di origine industriale nelle aree prossime a quelle in oggetto. In particolare: - la contaminazione da Mercurio è stata recentemente accertata nell'area della futura conca di Valdaro, durante i rilievi effettuati per la costruzione delle infrastrutture portuali per conto dell'Azienda regionale dei Porti di Cremona e Mantova; - i restanti metalli pesanti sono in generale i parametri più comuni per le contaminazioni di origine industriale e dal traffico veicolare; - i composti aromatici Benzene, Stirene, Toluene sono quelli comunemente utilizzati come materia prima o prodotti dallo stabilimento EniChem; inoltre vi è la loro presenza nelle emissioni in atmosfera del petrolchimico; - i fitofarmaci scelti sono i più comuni utilizzati nelle aree agricole; - la contaminazione da idrocarburi leggeri e pesanti è stata anch’essa recentemente accertata nell'area della futura conca di Valdaro nel corso dei rilievi effettuati per la costruzione delle infrastrutture portuali; inoltre il passaggio degli oleodotti a servizio dello stabilimento EniChem e della raffineria I.E.S. nell'area del progetto giustifica la scelta dei parametri da ricercare (idrocarburi leggeri, idrocarburi pesanti); Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente - la determinazione quantitativa di Diossine e Furani è giustificata dalla presenza da lungo tempo di un inceneritore di rifiuti pericolosi, di centrali termoelettriche alimentate con residui di lavorazione industriali presenti all’interno del petrolchimico: considerando che l'eventuale presenza di tali composti, scarsamente idrosolubili, è da attribuirsi alle ricadute delle emissioni in atmosfera, la ricerca è limitata ai campioni prelevati al primo strato di terreno. Risultati analitici dei campioni di terreno Con riferimento ai certificati d'analisi riportati in allegato e ai limiti tabellari di cui al D.M. 471/99, si evince che nessuno dei parameri analizzati supera le concentrazioni limite per i siti ad uso commerciale ed industriale (all. 1, Tab. 1, colonna B). Tuttavia si riscontra nell'area del progetto un inquinamento diffuso di origine antropica, dovuto alla ricaduta sul suolo delle emissioni atmosferiche inquinanti correlabili: - alla presenza di vie di comunicazione ad elevato traffico veicolare, - alle attività del polo chimico e petrolchimico della città di Mantova. Anche le attività agricole hanno apportato contaminanti (fitofarmaci) nell'area del progetto, seppur in misura minore per l'inquinamento del suolo. Caratterizzazione chimica delle acque sotterranee Modalità di effettuazione dell'indagine In ciascun punto di indagine previsto per i carotaggi di terreno è stato infisso un piezometro realizzato con tubo di diametro 4" in PVC atossico e posa di ghiaietto siliceo in corrispondenza della sezione filtrante. Il prelievo dei campioni di acqua di falda è avvenuto dopo lo spurgo dei piezometri per circa 15'. Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente Con riferimento alla Tabella di cui al punto 3, all. 1 del DM 471/99, su tutti i campioni è stata effettuata le determinazione quantitativa di: - Metalli: Arsenico, Cadmio, Cromo totale, Ferro, Manganese, Mercurio, Nichel, Piombo, Rame, Zinco; - Composti inorganici: Nitriti e Solfati; - Composti aromatici: Benzene, Stirene, Toluene; - Somma di idrocarburi policiclici aromatici; - Fitofarmaci: Aldrin, Atrazina, γ-esaclorofenolo (Lindano), somma DDD-DDT-DDE, Dieldrin ed Eldrin; La determinazione quantitativa di Diossine e Furani (somma PCDD e PCDF, PCB) è stata condotta solo su n. 2 sondaggi superficiali. Si prevedeva l’analisi anche ai restanti campioni di acqua in caso di accertata presenza di contaminazione. Data l’assenza nel DM 471/99 di un parametro chimicamente affine agli idrocarburi, su tutti i campioni si è effettuata la determinazione degli idrocarburi disciolti ed emulsionati dopo estrazione mediante etere di petrolio, di cui alla tab. 1/A dell'all. 2 del D. Lgs. 152/99. Per le motivazioni della scelta dei parametri da analizzare si rimanda alle osservazioni effettuate per l’analisi del suolo. Risultati analitici dei campioni di acqua Con riferimento ai certificati d'analisi e ai limiti di cui al DM 471/99 (all. 1, punto 3, Tab. "acque sotterranee"), si evidenzia il superamento delle concentrazioni limite per i seguenti parametri: - Ferro nei piezometri n. 1, 4, 7, 8: l'elevata concentrazione è tipica della situazione geologica naturale dell'area ; - Piombo in tutti i campioni analizzati, la cui origine è da ricercarsi nelle ricadute da traffico veicolare e dall’olio combustibile delle centrali termoelettriche; Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente - Fitofarmaci, nei piezometri 1 e 2, derivanti dalle coltivazioni agricole dell'area e presumibilmente dei territori circostanti (la falda idrica ha direzione Nord-Sud). Per quanto concerne gli Idrocarburi disciolti ed emulsionati, in tutti i piezometri è superato il limite di 0.05 mg/l stabilito dal D. Lgs. 152/99 per le caratteristiche di qualità delle acque superficiali destinate alla produzione di acqua potabile dopo trattamento fisico e disinfezione. Diossine e Furani non sono viceversa presenti nei due campioni analizzati. Conclusioni dell’indagine ambientale sul sito ai sensi del D.M. 471/99 L'indagine ambientale condotta sul suolo e sulle acque sotterranee ha evidenziato una contaminazione diffusa derivante dalle ricadute delle attività antropiche circostanti l'area del progetto. Limitatamente all'inquinamento da fitofarmaci nelle acque sotterranee, la causa è da ricercarsi nelle attività agricole svolte sia nell'area del progetto che in quelle circostanti (l'acquifero ha direzione Nord-Sud). E' verosimile ritenere che anche le zone limitrofe (area industriali A1, zona agricola ad Est dell'autostrada e zona residenziale e commerciale del comune di San Giorgio) presentino la stessa situazione ambientale. Ai fini del presente progetto la situazione del suolo rilevata rende idoneo il territorio per attività commerciali ed artigianali. Per quanto concerne le aree a verde ad uso pubblico previste, esse fungeranno esclusivamente da elemento di separazione tra zone a diversa destinazione urbanistica e non vi saranno installate attrezzature sociali. III.3.6 - Pozzi ad uso potabile nell'area del progetto e prossimi alla stessa Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente Nella Tav. 11B sono rappresentati i pozzi ad uso potabile presenti nell'area del progetto e nelle sue immediate vicinanze, l'assenza di contaminazione microbiologica, che rende l'acqua idonea al consumo umano. III.3.7 - Modifiche delle caratteristiche geomorfologiche III.3.7 .1- Modifiche delle caratteristiche geomorfologiche del suolo e del sottosuolo indotte della realizzazione del progetto Come illustrato nei capitoli precedenti, l'area del progetto non presenta situazioni idrogeologiche di particolare sensibilità o criticità, né caratteristici elementi di interesse geomorfologico. Gli interventi previsti non generano un aumento di rischi indesiderati dal punto di vista idrogeologico: gli scavi e i movimenti di terra necessari alla realizzazione delle opere non danno luogo a processi erosivi, né alcuna delle opere previste comporterà tagli di vegetazione significativa in termini di erosione del suolo. Le modifiche indotte dal progetto sulla componente "suolo e sottosuolo" sono riconducibili a: - consumo significativo di suolo agrario in seguito alla conversione industriale dell'area; - impermeabilizzazione dei suoli dell'area destinati alle infrastrutture e nella fase successiva, ai territori su cui si insedieranno le attività industriali: sarà viceversa garantita la permeabilità dei suoli delle zone destinate a parcheggio delle aree aree 2 e 21, oltre che di tutte le aree a verde previste nel progetto. Le caratteristiche geotecniche del terreno permettono di limitare gli sbancamenti al solo suolo agrario spesso circa un metro. Al di sotto di questo, infatti, si trovano importanti depositi sabbiosi in grado di Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente reggere i carichi dei futuri rilevati stradali nonostante la presenza di alcune lenti argilloso-limose. In fase di cantiere saranno adottati tutti gli opportuni accorgimenti per evitare spandimenti di sostanze inquinanti sul suolo e precauzioni nell’esecuzione dei lavori in prossimità degli oleodotti esistenti di trasporto sostanze liquide pericolose. Al termine delle operazioni l'area sarà ripulita del materiale residuo. La creazione di superfici impermeabili nelle aree su cui si insedieranno le attività industriali potenzialmente inquinanti riduce il rischio di contaminazione. L'immissione di inquinanti atmosferici dovuti al traffico veicolare di servizio e di attraversamento dell'area e all'insediamento delle nuove attività potrà avere ricadute significative - sul suolo del territorio del progetto, - sui più vicini suoli agricoli, posti ad Est dell'autostrada A22. Il consumo di materiale di cava prelevato all'esterno dell'area del progetto è assai limitato (rif. § I.4.2), poiché è previsto il riutilizzo sistematico dei materiali inerti derivanti dallo sbancamento per le infrastrutture. Le fondazioni delle opere non avranno alcuna ripercussione sul suolo e sul sottosuolo, in quanto le caratteristiche geotecniche del terreno non richiedono l’uso di palificazioni profonde. Lo scavo non rimarrà aperto se non per il tempo strettamente necessario. III.3.7.2 - Variazione del regime delle acque sotterranee nello stato di progetto Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente La vulnerabilità dell'acquifero nell'area è media o bassa; in ogni caso la protezione del suolo e della falda sarà garantita dalla pavimentazione in calcestruzzo dell'area interessata dalle attività produttive e dalla circolazione degli automezzi. Le caratteristiche del terreno non richiedono l’uso di palificazioni profonde, che possono andare ad intercettare la falda, per la realizzazione delle infrastrutture stradali, di conseguenza sarà sufficiente uno scavo di circa un metro dal piano campagna per eliminare il terreno ad uso agrario. Lo scavo non rimarrà aperto se non per il tempo strettamente necessario. III.4 ACQUA III.4.1 - I corsi d'acqua preesistenti L’area in esame si estende sulla sponda sinistra del diversivo del Fiume Mincio ed è interessata da - canali pubblici, ad uso irriguo e/o drenante, gestiti dal Consorzio di Bonifica Fossa di Pozzolo, - piccoli corsi d'acqua privati, ad uso irriguo, a servizio degli appezzamenti di terreno agricoli. Il territorio non rientra nelle Aree sensibili, previste dall’art. 18, titolo III, del D. Lgs. 152/99, richiedenti specifiche misure di prevenzione dell’inquinamento e di risanamento. Gli elementi più rilevanti appartenenti all’area del progetto, rappresentati nella Tav.03, sono: 1. Scolo Fortuna (area 2) Corso d'acqua ad uso sia irriguo che di scolo è iscritto nel registro delle acque pubbliche del comprensorio del Consorzio "Fossa di Pozzolo". Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente E' particolarmente importante per l'assetto idrologico del territorio, poiché raccoglie le acque di drenaggio dell'area agricola circostante. Dopo il sottopasso del canale Acque Alte confluisce nel Dugale Derbasco, che sfocia nel fiume Mincio. Non si hanno indicazioni della qualità delle sue acque, poiché non è soggetto al monitoraggio chimico-fisico da parte degli Enti pubblici né vi sono effettuati test riguardanti la fauna invertebrata per determinarne la qualità ecologica. Dato l'uso promiscuo, l'acqua è presente nel letto del fossato per tutto il periodo dell'anno. 2. Condotto Olmo Lungo (aree 21 e 3) E' un corso d'acqua ad uso principalmente irriguo, iscritto nel registro delle acque pubbliche del comprensorio del Consorzio "Fossa di Pozzolo". E' alimentato dal condotto privato Brusca-Burione-Olmo Lungo all'esterno dell'area del progetto; dopo un tratto privato presso la Corte Olmo Lungo sfocia nello Scolo Fortuna. L'acqua è alimentata dal Consorzio nel periodo aprile-settembre; il drenaggio di qualche appezzamento agricolo garantisce una minima portata anche nel periodo invernale. Non è soggetto al monitoraggio chimico-fisiche da parte degli Enti pubblici per la determinazione della qualità delle acque né vi sono effettuati test riguardanti la fauna invertebrata per determinarne la qualità ecologica. 3. Dugalina (area 21) Corso d'acqua ad uso sia irriguo che di scolo è iscritto nel registro delle acque pubbliche del comprensorio del Consorzio "Fossa di Pozzolo". Prende acqua dal Dugale Derbasco, scorre per circa 3 Km in Comune di San Giorgio attraversando l'area del progetto e quindi confluisce di nuovo nel Dugale Derbasco. Dato l'uso promiscuo, l'acqua è presente nel letto del fossato per tutto il periodo dell'anno. Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente 4. Fosso privato che si estende dalla Corte Olmo Lungo alla confluenza nello Scolo Fortuna (sul confine dell'area 2) E' l'unico corso d'acqua privato di una certa rilevanza per la vegetazione riparia presente. Di piccole dimensioni, ad uso principalmente irriguo, prende acqua dal Condotto Olmo Lungo per poi confluire nello Scolo Fortuna. Scorre in prossimità della Corte Olmo Lungo. Non è soggetto al monitoraggio chimico-fisico da parte degli Enti pubblici per la determinazione della qualità delle acque, né vi sono effettuati test riguardanti la fauna invertebrata per determinarne la qualità ecologica. In prossimità del territorio del progetto vi sono inoltre: A) il Canale Acque Alte: scorre in direzione Est-Ovest, delimitando a Sud il territorio in esame, e confluisce quindi nel canale Diversivo del Mincio dopo circa 800 m. La competenza del corso d'acqua è del Magistrato delle Acque, tramite l’Ufficio del Genio Civile di Mantova. Trattasi di canale artificiale, alimentato dal fiume Tione, con funzione principalmente di scolo (drenaggio) per l'area agricola di circa 30.000 Ha che il canale attraversa (dall'incile a Pontepossero - provincia di Verona alla foce nel Diversivo del Mincio); è utilizzato limitatamente anche per uso irriguo. La sua portata massima in prossimità dell'area del progetto è di circa 30 m3/sec d'inverno e 5 m3/sec in estate. La caratterizzazione chimico-fisica delle acque è riportata al § III.4.2; non vi sono effettuati test riguardanti la fauna invertebrata per determinarne la qualità ecologica. Le sponde del Canale sono in calcestruzzo; B) il Canale Diversivo del Fiume Mincio, che scorre in direzione NordSud a circa 50 m dal confine Ovest dell'area del presente progetto. Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente Le sponde del Canale sono in calcestruzzo. Rappresenta la principale opera idraulica della Provincia di Mantova, in quanto devia le portate in esubero del fiume Mincio by-passando la città di Mantova. La sua portata normale in prossimità dell'area del progetto è di circa 340 m3/sec. La caratterizzazione chimico-fisica delle acque è riportata al § III.4.2. Non sono stati effettuati test riguardanti la fauna invertebrata per determinarne la qualità ecologica. L'area spondale del canale Diversivo del Mincio ricade in ambito vincolato ai sensi della Legge 8 Agosto 1985 n° 431 per una ampiezza di 150 m: la fascia di ampiezza di circa 100 m lungo il confine Ovest del territorio del presente progetto è quindi soggetta ai vincoli ambientali di cui alla normativa vigente. Tutti corsi d'acqua descritti sono attualmente utilizzati per uso alieutico. III.4.2 - Qualità delle acque nello stato attuale Dal confronto dai riscontri effettuati con i valori limiti della legislazione italiana (DPR 236/88 sulla qualità delle acque destinate al consumo umano; all. 2 del D. Lgs. 152/99, tab. 1/A sulle caratteristiche di qualità per le acque superficiali destinate alla produzione di acqua potabile) si evince: - la presenza di inquinamento microbiologico (coliformi fecali - tra cui Escherichia Coli - e streptococchi) che non consentirebbero l'uso dell'acqua come risorsa potabile senza un opportuno trattamento; - la presenza di Azoto e di Fosforo, imputabile ai reflui provenienti dagli allevamenti e dal drenaggio di terre agricole trattate con fertilizzanti; - l'assenza di microrganismi patogeni e di rilevante impatto sulla salute (Salmonella); - l'assenza dei seguenti metalli pesanti: Mercurio, Cromo, Rame, Cadmio, Piombo e Nichel (valore inferiore al limite di rilevazione); Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente - valori di Arsenico abbondantemente al di sotto della concentrazione massima ammissibile (50 µg/l). III.4.3 - Variazione del regime delle acque nello stato di progetto I principali interventi strutturali consistono: a) nell’intercettazione dei corsi d'acqua superficiali interni all'area ad uso irriguo, che non hanno più ragione di esistere in seguito alla riconversione industriale del territorio del progetto; b) nel convogliamento e scarico delle acque meteoriche delle aree impermeabilizzate nel Canale Diversivo del Mincio, con le modalità descritte nel successivo paragrafo III.4.5. III.4.4 - Scarichi idrici nello stato di progetto I reflui idrici provenienti dall'area del progetto recapitano in reti separate. Reflui di tipo civile Convogliano in una rete fognaria afferente al depuratore comunale (depuratore chimico-fisico ad ossidazione totale), con scarico finale nel fiume Mincio. Il trattamento dei reflui garantisce il rispetto dei limiti indicati dalla legislazione vigente per lo scarico in corpo idrico superficiale. Come descritto nel § I.6.1, è prevedibile un incremento sostanzialmente poco significativo del carico inquinante di tipo microbiologico nel corpo idrico recettore. Acque meteoriche Il progetto prevede la realizzazione di opportuni collettori per lo scarico di tali acque nel Canale Diversivo del Mincio (vedi § III.4.5). Sono ammesse a questa rete separata le acque piovane di dilavamento: Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente - delle superfici impermeabili delle infrastrutture in progetto, - delle superfici coperte (capannoni e piazzali impermeabilizzati) delle attività industriali, solo se prive di inquinanti derivanti dal ciclo di produzione, e delle attività di servizio. Pertanto la variazione del carico inquinante è da considerarsi limitata sia durante la fase di cantiere che in seguito alla realizzazione delle infrastrutture. Scarichi industriali Saranno convogliati nello stesso collettore delle acque nere se compatibili con il depuratore comunale. Diversamente ogni attività si doterà di proprio depuratore con scarichi finali nel circuito delle acque meteoriche o nella rete fognaria comunale, previa opportuna autorizzazione. E' comunque prevedibile un incremento potenzialmente significativo del carico inquinante di tutti i corpi recettori al momento dell'attivazione degli scarichi idrici industriali. III.4.5 - Descrizione del sistema di smaltimento delle acque meteoriche L'impermeabilizzazione del suolo comporta la necessità di dotare l'intera area del progetto di idonei sistemi di smaltimento delle acque meteoriche. Oltre ai collettori dedicati recapitanti nel Canale Diversivo del Mincio, si valuterà la possibilità di realizzare vasche di laminazione a monte del recapito finale, che consentano: - in assenza di precipitazione, di intercettare e trattenere eventuali liquidi inquinanti ricadenti sul piano viabile e convogliati dal sistema di drenaggio, evitando la loro dispersione nell’ambiente, - in presenza di precipitazione, di provvedere all'eventuale trattamento delle acque di prima pioggia nonché di accumulare un Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente volume di pioggia, da restituire a valle attraverso un opportuno organo di regolazione, per una portata pari al massimo valore recapitabile nella rete consortile. Gli interventi infrastrutturali per i quali il progetto prevede l'impermeabilizzazione del suolo saranno dotati di una adeguato sistema di drenaggio, di tipo controllato, per la salvaguardia della falda e del suolo nei confronti delle acque meteoriche, delle acque di prima pioggia e di accidentali sversamenti di sostanze inquinanti trasportate. Il sistema di raccolta delle acque meteoriche andrà opportunamente coordinato in termini di interferenza con la rete idraulica di superficie esistente, al fine di individuare tutti quegli elementi (canali, fossi) cui sia necessario dare continuità. Nelle sole Aree 2 e 21 per limitare il flusso afferente alla rete di raccolta, tutte le superfici destinate a parcheggio saranno pavimentate in masselli di calcestruzzo autobloccanti, posati su letto di sabbia ed idoneo geotessuto filtrante, che permette il reinserimento di acque pulite nella falda sotterranea. Si valuterà caso per caso l'adozione dello stesso tipo di pavimentazione per i piazzali a servizio degli insediamenti produttivi ed interessati dalla circolazione degli automezzi, preferita solo se si accertati l'assenza di dilavamento di sostanze inquinanti utilizzate nel ciclo di produzione. Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente III.5 ARIA La qualità dell’aria della zona interessata dal presente progetto è influenzata principalmente dalle emissioni gassose derivaWnti dalle attività dello stabilimento EniChem S.p.A., che dista circa 100 m in direzione Ovest dall'area in oggetto. Altra attività industriale importante per quantità e qualità delle emissioni in atmosfera è la raffineria “Ies S.p.A”, posta a circa 1 km ad Ovest dalle aree industriali in progetto ed alle porte dell'area urbana di Mantova. Ulteriore fonte di inquinamento atmosferico è costituita dal traffico autoveicolare. La STATO ATTUALE della qualità dell'aria è descritta nei paragrafi seguenti mediante: 1) i dati meteorologici associati ai monitoraggi ambientali, 2) i monitoraggi ambientali effettuati in prossimità dell'area in oggetto, 3) i dati quantitativi delle principali emissioni di inquinanti provenienti dalle attività industriali esistenti nella zona, 4) il contributo del traffico veicolare alle emissioni in atmosfera. Per lo STATO DI PROGETTO la stima dell'inquinamento futuro è effettuata limitatamente alla modifica dei flussi di traffico veicolare (vedi § I.6.2). III.5.1 - Dati meteorologici VENTI I monitoraggi ambientali di cui al capitolo seguente sono stati correlati con i seguenti dati meteorologici: * Centralina meteo della città di Mantova (collocata a Nord-Ovest rispetto all'area del presente progetto): I settori predominanti di provenienza dei venti sono i settori Nord-Est, Est, Ovest e Nord-Ovest; ad essi si associano le seguenti frequenze: 1996÷1998 Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., 1999 1° trimestre 2000 Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente Nord-Est 18% 18 % 22% Est 22% 23% 23% Ovest 15% 23% 27% Nord-Ovest 18% 5% 7% Nel triennio 1996÷1998 la condizione di calma (0-1 nodi) si attesta su valori del 7.5%; la maggiore frequenza (49%) è registrata per la velocità del vento di 2-4 nodi. Nel 1999 le medie mensili di velocità del vento sono comprese tra 1.7 m/sec (3.8 nodi) e 2.5 m/sec (6 nodi). * Laboratorio mobile posizionato a Villanova de Bellis (Comune di San Giorgio) nel periodo 7.12.95 ÷ 25.6.96 (posizionato ad Est rispetto all'area del presente progetto): I dati elaborati su base mensile indicano che limitatamente al breve periodo di osservazione (inverno e primavera 1996) le direzioni prevalenti sono i settori : - Ovest: mesi di gennaio (35%), febbraio (42.8%) e maggio (16.6%); - Est: mesi di marzo (38.2%) ed aprile (24%); - Sud-Est: mese di giugno (20.8%). Le medie mensili di velocità del vento sono comprese tra 1.3 m/sec (2.9 nodi) e 1.8 m/sec (4 nodi). Le serie di dati di entrambe le postazioni di monitoraggio indicano - seppure con le differenze in frequenza determinate dalle diverse elaborazioni temporali - che l'area di cui al presente progetto risulta frequentemente sottovento rispetto alla zona industriale di Mantova (settori di provenienza Ovest e Nord-Ovest). CLASSI DI STABILITA' ATMOSFERICA Da stime effettuate sulla base della velocità del vento e del grado di radiazione solare, registrate nella centralina meteo di Mantova, alle classi di stabilità atmosferica (espresse come categorie di Pasquill) si assegnano le seguenti frequenze (triennio 1996÷1998): classe E (stabilità debole) ⇒ circa 50% classe C (instabilità debole) ⇒ circa 24% classe D (neutralità) ⇒ circa 11 % classe B (instabilità moderata) ⇒ circa 9.5% Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente classi F+G (stabilità moderata + stabilità forte) ⇒ circa 4% III.5.2 - La qualità dell’aria nello stato attuale: rilievi ambientali nelle zone del progetto e residenziali limitrofe Per illustrare la qualità dell'aria nel vasto territorio del presente progetto sono stati utilizzati i dati dei più recenti monitoraggi effettuati nei Comuni di Mantova e San Giorgio. Tra tutte le postazioni di misura, quelle rappresentative per l'area in oggetto, la cui collocazione è indicate nella Tav. 11 B, sono le seguenti: 1) centralina "Lunetta 2": collocata nell'area residenziale di Frassine, è l'unica tra le attuali stazioni fisse della rete di rilevamento dell'inquinamento atmosferico della Provincia di Mantova che possa essere assunta come riferimento per il territorio del presente progetto, poiché: - è la più vicina all'area in oggetto (a circa 1.2 Km in direzione Nord-Ovest) e all'area industriale di Mantova; - la centralina e l'area di cui al presente progetto sono approssimativamente equidistanti dal baricentro dell'attuale area industriale. E' funzionante dal 18/7/99 (ha sostituito la postazione di Lunetta - Viale Lombardia) e registra solo i valori di SO2, il cui maggior contributo è fornito dalle ricadute di origine industriale; nell'ottobre 1999 inoltre vi è stata condotta una campagna di rilevamento del Benzene; 2) centralina di Lunetta - Viale Lombardia: collocata a circa 1.8 Km in direzione Nord-Ovest; vi sono state condotte: - le misurazioni per la valutazione della qualità dell'aria della provincia di Mantova sino al 1999, - la campagna di monitoraggio del PM10 (polveri sospese con diametro aerodinamico inferiore a 10 µm) del 2000; 3) postazione di Villanova de Bellis (comune di San Giorgio): è situata in zona residenziale a circa 700 m in direzione Est rispetto all'area del presente progetto; nel 1996 vi è stata condotta una campagna di rilevamento di qualità dell'aria da parte del PMIP dell'U.S.S.L. di Mantova per i parametri SO2, NOx, CO, O3 . Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente Le conclusioni , ricavate analizzando i dati esposti ed i parametri meteorologici relativi allo stesso periodo di osservazione, sono le seguenti: 1) presso la centralina "Lunetta 2": - i valori medi giornalieri più elevati nonché i picchi orari superiori a 80 µg/mc (62 nel periodo di osservazione) sono stati registrati in caso di vento a bassa velocità e di direzione generalmente variabile; - gli indicatori statistici si sono mantenuti sugli stessi livelli di quelli degli anni precedenti; 2) postazione di Villanova de Bellis : - i picchi orari a concentrazione > 90 µg/mc (circa 30 nel semestre considerato) si osservano in concomitanza con vento proveniente dalla zona industriale, a bassa velocità di vento o in situazione di calma di vento. Le stesse conclusioni di cui al punto 2) in merito all'origine dell'inquinante sono riportate nello studio condotto dall'Istituto Superiore di Sanità per la pianificazione dell'area industriale di Mantova: i dati del periodo 1996 ÷ 98 di tutte le centraline di monitoraggio collocate nella città di Mantova e nelle sue immediate vicinanze, valutati in relazione ai rilievi meteorologici indicano che "il contributo industriale più significativo all'inquinamento atmosferico dell'area urbana e quello del Biossido di Zolfo ... i più alti valori di concentrazioni sono rilevati quando le postazioni di misura si trovano sottovento alla zona industriale" . Un ulteriore riferimento legislativo per la protezione della salute umana è fornito dalla Direttiva 1999/30/CE del 22 aprile 1999, non ancora recepita dalla legislazione italiana, secondo la quale per l’SO2: 1. il valore limite orario per la protezione della salute umana è 350 µg/mc: in vigore dal 1/1/2005, non deve essere superato più di 24 volte all'anno (il margine di tolleranza è del 43% all'entrata in vigore della Direttiva, con riduzione il 1/1/2001 ed ogni 12 mesi secondo una percentuale costante fino allo 0% entro il 1/1/2005); 2. il valore limite giornaliero per la protezione della salute umana è di 125 µg/mc, da non superare più di 3 volte all'anno, in vigore dal 1/1/2005; 3. la soglia di allarme è di 500 µg/mc, misurati su tre ore consecutive in località rappresentative della qualità dell'aria su almeno 100 km2 oppure in una zona o un agglomerato completi, se tale zona o agglomerato sono meno estesi. Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente Ossidi di azoto (NOx) Le conclusioni - ricavate analizzando i dati esposti ed i parametri meteorologici relativi allo stesso periodo di osservazione - sono le seguenti : - le concentrazioni più elevate si osservano in concomitanza con vento proveniente dal settore Ovest (autostrada A22); - valori occasionali molto elevati sono stati registrati nei mesi di febbraio ed aprile in occasione di inversioni termiche. Come confermato anche da altri studi, l'origine dell'inquinante è pertanto da ricercarsi principalmente nelle emissioni da traffico veicolare più che nelle emissioni di origine industriale. Un ulteriore riferimento legislativo per la protezione della salute umana è fornito dalla Direttiva 1999/30/CE del 22 aprile 1999, non ancora recepita dalla legislazione italiana, secondo la quale per l’NOx: 1. il valore limite orario per la protezione della salute umana è 200 µg/mc di NO2, da non superare più di 18 volte all'anno, in vigore dal 1/1/2010 (il margine di tolleranza è del 50% all'entrata in vigore della Direttiva, con riduzione il 1/1/2001 ed ogni 12 mesi secondo una percentuale costante fino allo 0% entro il 1/1/2010); 2. il valore limite annuale per la protezione della salute umana è di 40 µg/mc di NO2, in vigore dal 1/1/2010 (il margine di tolleranza è del 50% all'entrata in vigore della Direttiva, con riduzione il 1/1/2001 ed ogni 12 mesi secondo una percentuale costante fino allo 0% entro il 1/1/2010); 3. la soglia di allarme è di 400 µg/mc, misurati su tre ore consecutive in località rappresentative della qualità dell'aria su almeno 100 km2 oppure in una zona o un agglomerato completi, se tale zona o agglomerato sono meno estesi. Ozono (O3) E' un inquinante secondario (il suo principale precursore è il Biossido d'Azoto) originato in seguito a reazioni fotochimiche innescate dalle radiazioni solari. Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente Nel corso del periodo di osservazione (7.12.1995 - 25.6.1996) presso la postazione di Villanova de Bellis nel Comune di San Giorgio, sono stati registrati elevati valori di Ozono da aprile a giugno 1996, con superi nei valori medi orari 1. del livello di attenzione (180 µg/mc), 2. del valore limite di 200 µg/mc, raggiunto per 9 volte nel giugno 1996. Occasionalmente sono stati registrati anomali episodi di livelli elevati di inquinante anche sia di notte che nel periodo invernale (fino a 70 µg/mc), fenomeno attribuito al trasporto di masse d'aria ricche di Ozono . Monossido di Carbonio (CO) E' un inquinante legato principalmente alle emissioni dei veicoli a benzina e si disperde rapidamente raggiungendo i valori di fondo già a pochi metri dalla sorgente. Pertanto nella postazione di Villanova de Bellis in Comune di San Giorgio, interessata da scarso passaggio di veicoli, sono state misurate concentrazioni di inquinante molto basse . Polveri fini (PM10) Rappresentano la frazione delle polveri sospese con diametro aerodinamico inferiore ai 10 µm. I dati riportati nel grafico seguente si riferiscono al monitoraggio condotto dall'ARPA di Mantova a Frassine (postazione di Lunetta - Viale Lombardia), dal 25.2.2000 al 15.3.2000. Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente Concentrazione PM10 e precipitazioni atmosferiche 8 7 6 5 mm 4 3 2 1 0 14-mar 12-mar 10-mar 8-mar 6-mar 4-mar 2-mar 29-feb 27-feb 25-feb 180 160 140 120 100 80 60 40 20 0 µg/mc precipitazione concentrazione Le concentrazioni giornaliere ed il trend rilevato sono: - fortemente influenzati dalle condizioni atmosferiche, - in linea con quelli delle postazioni della città di Mantova e non direttamente correlabili a fonti localizzate . Benzene Nel periodo ottobre-novembre 1999 il PMIP di Mantova ha condotto un monitoraggio del Benzene, che ha interessato anche la località di Frassine (postazione "Lunetta 2"), prossima all'area industriale ma lontana dalle principali direttrici ad alto traffico veicolare. I risultati del monitoraggio sono riassunti nelle tabelle seguenti: Tab. 1: Confronto tra le concentrazioni medie settimanali rilevate nella stazione di Frassine e nella città di Mantova (Piazza dei Mille) Periodo osservazione di Concentrazione [µg/mc] Frassine Mantova a 5.4 7.7 a 3.8 6.7 1 settimana 2 settimana Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente Tab 2: frequenza delle concentrazioni di Benzene rilevate nella postazione di Frassine Concentrazione [µg/mc] Frequenza 0 - 2.5 21% 2.5 - 4.5 41% 4.5 - 6.5 18.5% 6.5 - 8 13% 8 - 10.5 3% 10 - 12.5 2% 12.5 - 14.5 1% 14.5 - 16.5 0.5% I valori più elevati sono stati misurati in coincidenza con venti provenienti da SudEst e Sud-Ovest, settori corrispondenti alle aree di provenienza delle emissioni : - degli stabilimenti industriali EniChem e IES (fonti di emissioni in atmosfera di Benzene); - di Via Brennero, interessata da sostenuto traffico veicolare (le concentrazioni maggiori si rilevano in corrispondenza delle ore di più intenso traffico). Uno studio precedente dimostra, viceversa, che la presenza nell'aria di Benzene è imputabile non al traffico veicolare ma alle emissioni in atmosfera della zona industriale. III.5.3 - Contributo all’inquinamento atmosferico delle emissioni di origine industriale (stati attuale e futuro) Stato attuale Nella tabella seguente si riportano i dati quantitativi forniti dall'ARPA - distretto di Mantova - e dalla società EniChem S.p.A. in riferimento agli inquinanti emessi dalle Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente principali attività industriali esistenti in prossimità della zona in oggetto (anno di riferimento: 1999): inquinante [t/a] fonte EniChem S.p.A. + EniPower S.p.A. IES S.p.A. SOGEFI Filtration (ex Fiaam Filter S.p.A.) Belleli Energy Totale SO2 NOx 3019 1271 2094 472 2.3 5113 1745 Particelle COV totali 75 88 64 1 2.8 143 Benzene [Nota 1] 0.26 3.3 0.7 92 0.26 Legenda SO2: Anidride solforosa NOx: Ossidi di Azoto CO: Monossido di Carbonio COV: composti organici volatili, i cui principali componenti in termini di pericolosità per l'uomo e l'ambiente sono il Benzene, l'Acrilonitrile e lo Stirene. Note [1] la quantità di Benzene in emissione è compresa anche nel valore di VOC. Stato futuro In questa fase dello studio, in assenza di dati sulla tipologia delle future attività che si insedieranno sul territorio, non risulta possibile individuare la tipologia degli inquinanti emessi né pertanto stimare quantitativamente l'impatto dei futuri impianti industriali. E' comunque presumibile un peggioramento della qualità dell'aria, tuttavia l'assenza di nuove attività a rischio di incidente rilevante e l'adozione della "migliore tecnologia disponibile", che sarà richiesta alle nuove industre insalubri, limiterà l'emissione di inquinanti. Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente III.5.4 - Contributo all’inquinamento atmosferico delle emissioni da traffico veicolare Area urbana di Mantova Stato attuale: gli unici dati in possesso della locale ARPA si riferiscono alla situazione della città di Mantova per l'anno 1993 . Sulla base delle seguenti assunzioni: numero veicoli transitanti giornalmente attorno all'intera area urbana di Mantova lungo tutte le principali direttrici di traffico: 88.600 [pari ad un valore medio di 3700 veicoli/ora, nell'ipotesi di una distribuzione omogenea dei veicoli transitanti nel corso delle 24 ore giornaliere]; tipologie dei veicoli circolanti: 1. Autovetture a benzina: 60% (2220 veicoli/ora), 2. Autovetture Diesel: 15% (550 veicoli/ora), 3. Veicoli commerciali pesanti Diesel: 20% (740 veicoli/ora), 4. Motocicli: 5% (185 veicoli/ora); lunghezza del percorso medio compiuto da ogni autoveicolo attorno all'area urbana di 20 Km; sono stati stimati i valori delle emissioni di NOx = 348 Kg/h, SO2 = 37.5 Kg/h. I risultati della stima delle emissioni in atmosfera sono rivisti alla data del presente Studio di Impatto Ambientale - mediante i dati editi dall'ANPA - allo scopo di: completare i dati di emissione con gli inquinanti precedentemente non considerati; aggiornare i valori delle emissioni degli automezzi attualmente circolanti, che risultano inferiori a quelle stimate nel 1993 per 1. il miglioramento nella tecnologia dei motori dei veicoli, 2. il minor tenore di inquinanti nei combustibili: ad esempio la bassa concentrazione di Zolfo nell'attuale gasolio per autotrazione (0.035% in peso, Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente da ridursi a 0.05% entro il 2005 ai sensi della norma EN 590) rende già oggi trascurabile il contributo del traffico veicolare all'inquinamento da SO2. Per i motivi precedentemente elencati, gli attuali valori di emissioni risultano inferiori a quelli stimati nel 1993. Stato futuro: Dallo studio effettuato dei flussi di traffico [vedi § I.3.1] si ipotizza che verosimilmente il progetto non comporterà sostanziali modifiche alla preesistente situazione di inquinamento atmosferico dell'area urbana di Mantova. Area industriale del progetto Sulla base di quanto esposto nel § I.6.2 ed evidenziato nelle tavole tematiche allegate allo studio di impatto ambientale si può notare la variazione della distribuzione degli inquinanti atmosferici rispetto alla situazione attuale. Come mostrato dalle tabelle di cui all'allegato 2, quantitativamente le emissioni totali non variano radicalmente tra la situazione attuale e quella di progetto, poiché il maggior numero di veicoli circolanti è compensato dal miglior tipo di traffico: si passa dal traffico urbano della statale 10 a quello extraurbano garantito dai nuovi assi di progetto. L’importanza delle infrastrutture oggetto dello studio è data dallo spostamento dei flussi veicolari da importanti centri abitati a zone industriali, che sicuramente rappresentano un bersaglio molto meno sensibile all’inquinamento atmosferico. Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente III.6 FATTORI CLIMATICI Con riferimento alla tipologia del presente progetto le caratteristiche climatiche significative della città di Mantova (e del vicino nuovo polo industriale) sono quelle che influenzano direttamente la dispersione degli inquinanti atmosferici, quali: - assenza di forti campi di vento; - nebbie e cielo coperto durante l'inverno; - situazione di stabilità atmosferica. Velocità e direzione prevalente dei venti e classi di stabilità atmosferica sono illustrati nel § III.5.1. L'area del progetto non rappresenta una zona di elevata sensibilità dal punto di vista microclimatico. La realizzazione delle infrastrutture in progetto e la loro utilizzazione non comporterà variazioni sul microclima della zona, in quanto: - l'asportazione della vegetazione esistente non è tale da comportare la modifiche nell'umidità locale; - la modifica nella distribuzione delle emissioni di Ossidi di Azoto e di Zolfo da traffico veicolare, derivante dai mutati flussi di traffico dell'area, non sono tali da provocare un aumento significativo del fenomeno delle piogge acide. Anche nell'ottica delle alterazioni climatiche globali, non sono previste significative nuove emissioni di Anidride Carbonica indotte dal traffico veicolare. Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente III.7 BENI MATERIALI: PATRIMONIO ARCHITETTONICO E ARCHEOLOGICO III.7.1 - Beni architettonici Dagli studi effettuati sui beni materiali nell'area del progetto e nelle sue immediate vicinanze, si individua nel complesso "Olmo Lungo" l'unico bene architettonico rilevante vincolato ai sensi della Legge 1089/’39. Complesso “Olmo Lungo” Identificazione catastale Il complesso denominato “Olmo Lungo”, situato in Comune di Mantova, in zona Valdaro, è costituito da un palazzo con pianta a blocco lineare, adibito un tempo a signorile dimora di campagna, con annessa una chiesetta con aula a volta a botte, che si trova in discreto stato di conservazione; fanno parte del complesso anche una torre colombaia, alcuni fabbricati rustici ed una vasta area agricola che li circonda. Con Decreto Ministeriale del 13.03.58 il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ai sensi della Legge 1 giugno 1939 n. 1089, emetteva un decreto di vincolo dell’immobile denominato “Palazzo Olmolungo con annesso Oratorio” sito in Mantova località Valdaro, identificato in Catasto al Foglio 11 sezione D, mappali 27, 28 e lettera A. Successivamente, con decreto del 23 novembre 1999, lo stesso Ministero per i Beni e le Attività Culturali estendeva il decreto di vincolo all’immobile denominato “Complesso Palazzo Olmolungo con Oratorio, torre, annessi, area di pertinenza e corte rustica” sito in Mantova località Valdaro, identificato catastalmente al Foglio 73 NCTR particelle 7, 8, 9, 10, 11, A, 12, 13, 14, 15, 16, 17 (parte sud compresa tra i mappali 30, 31, 18, 9, A, 7, 24, 15 e comprendente il mappale 23), 18, 23, 24, 25, 26, 27; confina con la strada vicinale Olmo Lungo, i mappali 28, 30, 31, 17 (parte nord), mapp. 6, Foglio 75 NCTR. La Fondazione d’Arco, attuale proprietaria del complesso immobiliare, in data 28.02.2000 presentava un ricorso presso il Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia, sezione di Brescia, contro il Ministero per i Beni e le Attività Culturali in persona del Ministro pro tempore e del Direttore Generale pro tempore Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente dell’Ufficio centrale per i beni archeologici, artistici e storici e contro la Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Brescia, in persona del soprintendente pro tempore, per l’annullamento parziale del Decreto 23.11.99. La ditta ricorrente infatti accettava, pur ritenendoli privi di valore storico-artistico, l’estensione del vincolo alla torre colombaria ed ai fabbricati rustici compresi nel complesso, ma contestava l’estensione del vincolo alla vasta area agricola circostante di mq 32.986, identificata catastalmente ai mappali nn. 8, 17 (ora 72) e18. Cenni storici Anticamente, nel 1476, il podere chiamato Olmo Lungo apparteneva ad un certo Maffeo da Crema; successivamente, nel 1495, fu donato dal Marchese Francesco Gonzaga al capitano dei balestrieri Giovanni Michele Bandello (o Mandello) a compenso dei servizi prestati. Rimase proprietà della famiglia Bandello (o Mandello) per circa un secolo sino a quando, nel 1592, fu venduto ad Annibale Chieppio, che diventerà consigliere del duca Vincenzo Gonzaga, ed al suo tutore Giulio Cesare Spada, canonico della Cattedrale. Dai documenti storici dell’Archivio Chieppio si rileva che dopo il 1595, quando il Chieppio fu nominato Consigliere supremo di stato, alla proprietà furono annesse altre tre biolche di terra. Dai documenti dell’Archivio Chieppio si rileva che il palazzo fu costruito nei primi anni del 1600 per lo stesso Annibale Chieppio, mentre la torre colombaia fu costruita nel 1651. Dopo la morte di Giuseppe Maria Chieppio nel 1731 la famiglia si estinse e per il matrimonio di Teresa Chieppio, sorella di Giuseppe Maria, con il conte Alberto D’Arco, tutti i beni, compresa questa proprietà, passarono alla famiglia nobile mantovana dei D’Arco. Il palazzo fu adibito a residenza estiva sino al periodo della prima guerra mondiale, quando fu destinato in parte a magazzino e in parte ad abitazione rurale. Attualmente l’intero complesso appartiene alla Fondazione D’Arco. Cenni architettonici Nell’inventario dei beni di Annibale Chieppio, redatto nel 1623, l’edificio principale viene descritto come un palazzo pregevole, caratterizzato da prospetti dalle linee semplici ma molto eleganti, circondato da mura esterne che delimitano il giardino Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente circostante, abbellito internamente con decorazioni ed affreschi, ormai scomparsi e arricchito esternamente da due logge laterali. Poiché dopo la prima guerra mondiale fu adibito a magazzino e ad abitazioni rurali, il palazzo subì delle trasformazioni interne resesi necessarie per adattare i locali alle esigenze di molte famiglie; i saloni furono così suddivisi in locali più piccoli con tramezze che hanno nascosto o in alcuni casi distrutto gli affreschi e le decorazioni. L’incuria e la decadenza dovuta anche al tempo trascorso provocarono gravi danni all’edificio, e causarono la perdita delle logge laterali, dei locali di servizio adiacenti e della grande peschiera; il giardino fu trasformato in pollaio e in orto. Vicino al palazzo, ubicata in asse rispetto all’ingresso, si trova ancora in discrete condizioni di conservazione una torre colombaia. Al piano terra della costruzione si entra in un ambiente collegato al piano superiore, dove si trovano una stanza con soffitto piano e travi in legno e un locale adiacente con il vero e proprio colombario, nelle cui pareti sono state ricavate circa 500 sedi per i piccioni. Adiacente al palazzo è situata una cappella, in discrete condizioni di conservazione. Il brolo antistante è delimitato da una muraglia, realizzata in cotto nel 1600, arricchita in alcuni tratti da una decorazione a bugne. A sud del giardino antistante il palazzo si trova una cancellata che si apre sulla corte rustica costituita da edifici rurali disposti intorno a una grandissima aia pavimentata in cotto, secondo la consuetudine delle corti tipiche del territorio mantovano. III.7.2 - Scavi archeologici nell'area del presente progetto ed in prossimità della stessa Dai dati forniti dalla Soprintendenza archeologica della Lombardia - nucleo operativo di Mantova - nell'area del presente progetto è stato rinvenuto un unico sito archeologico, collocato in Comune di San Giorgio di Mantova (vedi Tav.04). Trattasi di un recente rinvenimento, in aperta campagna, di superficie di selci del periodo neolitico e di abbondante materiale del periodo romano (mattoni, frammenti di vetro e ceramica, tessere di mosaico). I reperti sono attualmente in carico al Nucleo operativo di Mantova della Soprintendenza archeologica della Lombardia. L'area del ritrovamento è classificata "a rischio archeologico", indicante la possibilità di ulteriori futuri rinvenimenti. Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente Il sito si inserisce in un più vasto contesto di ritrovamenti archeologici, perlopiù casuali (durante scavi di fondazioni, lavori di manutenzione, ecc.), prevalentemente di epoca romana. Per inquadrare significativamente l'area del progetto dal punto di vista archeologico, nel prospetto seguente si descrivono i siti individuati nel territorio compreso entro 2 Km circa dai suoi confini: Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente Localizzazione del sito archeologico Distanza del sito dai confini dell'area Tipologia del ritrovamento & datazione Materiale rinvenuto Corte Ghirardini (frazione di Castelletto Borgo Comune di Mantova) Frazione di Castelletto Borgo (Comune di Mantova) Frazione di Castelletto Borgo (Comune di Mantova) 600 m in direzione Sud Tomba "alla cappuccina" dell'alto medioevo 1.5 Km in direzione Sud-Est Sito dell'età del bronzo Ossa umane, frammenti di laterizi romani (mattoni e tegoloni) Abbondante materiale di superficie 1.5 Km in direzione Sud-Est Probabile rinvenimento di villa rustica di epoca romana (1^ o II^ sec. d.C.) Frazione di Castelletto Borgo, loc. Castelletto Arrivabene (Comune di Mantova) Frazione di Formigosa, loc. Valdaro nell'area del porto fluviale (Comune di Mantova) Frazione di Formigosa (Comune di Mantova) 2.2 Km in direzione Sud-Est Riferimenti dell'archivio topografico della soprintendenza archeologica di Mantova Relazione della Dott.ssa Tamassia prot. n° 980 del 11.4.1973 Relazione della Dott.ssa Tamassia del 17.9.1980 Laterizi, tessere musive, frammenti di ceramica, bronzo, vetro ed intonaco (materiale di superficie) Sito di età neolitica Selci, frammenti (il primo rinvenuto ceramici ad Ovest della città ascrivibile alla di Mantova) cultura del Vaso a Bocca Quadrata Relazione della Dott.ssa Franchini prot. n. 420 del 30.4.1988 1 km in direzione Sud Ritrovamento a 11 m di profondità di età probabilmente pleistocenica Osso di grandi dimensioni Relazione del Dott. Starnieri del 14/10/97 1.6 Km in direzione Sud Sito romano Frustuli di laterizi e frammenti di tegoloni Relazione del gruppo Archeologico Ostigliese del 31/3/1995 Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Relazione della Dott.ssa Tamassia prot. n. 677 del 28.11.1990 Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente Localizzazione del sito archeologico Distanza del sito dai confini dell'area Tipologia del ritrovamento; datazione Materiale rinvenuto Frazione di 1.2 Km in Frassine, presso il direzione NordMonumento ai Ovest Caduti (Comune di Mantova) Materiali etruschi e Ossa, n. 2 vasetti romani sparsi lacrimali, lucernetta a vernice nera, frammenti di due ciotole Frazione di 1 Km in direzione Frassine, nei pressi Nord-Ovest della raffineria IES (Comune di Mantova) Tombe presumibilmente di epoca tardoromana Frazione di Frassine, presso ponte della SS Mantova-Legnago (Comune di Mantova) Frazione di Frassine (Comune di San Giorgio) Corte Cherubine, in loc. Boccabusa (Comune di San Giorgio di Mantova) 1.5 Km in direzione Nord Tomba romana "alla cappuccina" 1.5 Km in direzione NordOvest 1.4 Km in direzione Nord Tomba romana "a capanna" Corte Foresto, 1.5 Km in (Villanova de direzione Est Bellis - Comune di San Giorgio di Mantova) Tomba in mattoni, con copertura in marmo: rinvenuti uno scheletro e n. 4 teschi umani; tomba scavata nel terreno contenente resti umani Mattoni, n. 2 Relazione della scheletri umani Dott.ssa Tamassia prot. 558 del 1/3/1958 Mattoni, n. 4 scheletri Tombe di epoca Ossa umane, romana frammenti di (probabilmente del vasellame 1^ sec. d.C.) Villa romana Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Riferimenti dell'archivio topografico della soprintendenza archeologica di Mantova Relazione del Dott. Cattifavi dell'11/3/1933; Relazioni della Dott.ssa Tamassia del 10/5/’74,13/3/’79 e 28/5/’75. Relazione della Dott.ssa Tamassia del 8/9/1968 Frammenti e pezzi di laterizi; ciottoli; frammenti di ceramica; vetri, tessere musive; frammento di vaso, pezzetti di intonaco affrescato Relazione del dott. Cottifavi prot. n. 92 del 11/3/1933 Relazione della Dott.ssa Franchini del 31/10/1992, 20/9/1997,27/9/19 97. Relazioni della Dott.ssa Tamassia del 7/11/1992 Relazione del gruppo Archeologico Ostigliese del 12/3/1999 Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente III.7.3 - Interazione del progetto con gli elementi considerati La realizzazione delle infrastrutture in progetto avrà effetti sulla connotazione paesaggistica in cui si inserisce l'edificio vincolato. Per minimizzare l'impatto del progetto, è prevista la realizzazione di due parcheggi e di un'area a verde intorno alla Corte Olmo Lungo, allo scopo di distanziare l'edificio vincolato dai futuri insediamenti industriali. Per quanto concerne l’unico sito archeologico presente nell'area del progetto, vi sarà condotta un'indagine preliminare allo scopo di: - individuare l'esatta estensione del sito, - procedere ad eventuali nuovi scavi per il recupero dei reperti. L'indagine - coordinata ed approvata dalla Soprintendenza archeologica - fornirà prospezioni geognostiche del sito mediante sondaggi del terreno con georadar ed elettromagnetismo, con maglia molto fitta (1 x 1 m massimo) e doppio orientamento. In considerazione della presenza di siti archeologici attorno a tutta l'area del progetto, durante gli scavi per la realizzazione delle infrastrutture si prevede in generale di interrompere prontamente i lavori e contattare la Soprintendenza archeologica in caso di individuazione nel sottosuolo di materiali e/o reperti. La realizzazione del progetto non avrà alcun impatto significativo sui siti archeologici esterni all'area. Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente III.8 paesaggio L’ area interessata dall’intervento si presenta per lo più pianeggiante con quella morfologia lievemente ondulata tipica della pianura mantovana. Attualmente pur essendo immersa in un contesto industriale particolarmente importante per l’economia mantovana viene sfruttata dal punto di vista agricolo dagli attuali proprietari. L’unico elemento importante dal punto di vista paesaggistico presente sull’area è rappresentato da Palazzo Chieppio di Corte Olmo Lungo, vincolato dalla legge 1089/39 e già ampiamente descritto nel capitolo III.7.1. L’area di progetto viene già attraversata da quattro linee elettriche, due delle quali alimentano la stessa EniChem . Anche gli elementi tipicamente rurali , come i fossi di irrigazione , si presentano spogli in seguito all’utilizzo di diserbanti ed all’applicazione di barriere in plastica sulle sponde per facilitare lo scorrere dell’acqua. L’elemento paesaggistico più importante della zona circostante l’area è il Parco Naturale del Mincio che si estende dal lago di Garda fino al fiume Po. Tale Parco, che rappresenta una delle più importanti ed estese zone umide del Nord Italia dista mediamente non meno di 1 km dall’area di studio senza quindi essere mai a diretto contatto. Come si può vedere dalla Tav.04 tra il “Parco” e la nuova lottizzazione industriale si interpone il canale Diversivo del Mincio, lo stabilimento Enichem e l’area industriale del Cosvim. Da quanto esposto dalla documentazione fotografica allegata si può capire come il paesaggio dell’area interessata dal progetto abbia già perso quelle caratteristiche che contraddistinguono gli ambienti agricoli e rurali. E’ importante osservare che dal Parco del Mincio non si vedrà il profilo delle nuove strade ed in futuro dei nuovi insediamenti industriali, poiché risultano “schermati “ dagli stabilimenti esistenti. Inoltre in prossimità del palazzo sottoposto a vincolo ambientale sono previsti dei parcheggi che allontanano i futuri insediamenti industriali e la strada di servizio per poterlo raggiungere. Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente Il fotomontaggio allegato al presente studio mostra la vista del progetto, sia delle infrastutture che dei futuri insediamenti produttivi, da una posizione elevata posta all’interno del complesso “Crion Produzioni Sapio”. Dall’immagine si nota che, pur trattandosi di un’area industriale l’abbondanza di zone a verde permette di mitigare l’impatto dell’intervento sul paesaggio circostante. Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente Capitolo IV: Descrizione dei possibili effetti rilevanti, sia positivi che negativi, sull’ambiente dovuti: - alla realizzazione del progetto - al prelievo e utilizzo delle risorse naturali - all’emissione di inquinanti, alla creazione di sostanze nocive, allo smaltimento di rifiuti e al verificarsi di incidenti Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente Descrizione qualitativa dei possibili effetti rilevanti del progetto sull’ambiente. Con riferimento all'indagine ambientale condotta nel capitolo III e alla valutazione del tipo / quantità dei residui e delle emissioni previste (§ I.6), si stima qualitativamente la rilevanza degli effetti sull'ambiente e sull'uomo nell'area del progetto e nelle aree limitrofe (centri abitati più prossimi e Parco del Mincio). La valutazione è suddivisa per 1. la fase di preparazione o costruzione delle opere, 2. la fase di utilizzo o sfruttamento sia delle infrastrutture che degli insediamenti di tipo industriale DESCRIZIONE FASE Fase di preparazione o costruzione Preparazione del terreno Costruzione delle opere Fase di utilizzo sfruttamento Traffico veicolare attraversamento e servizio all'area Produzioni industriali Attività commerciali e servizio Suolo e acque di falda Acque superficiali Aria Rumore e vibrazione Uomo Flora e fauna X X X X X (-) (-) (-) (-) (-) (-) (-) # # - - + X # X X -? -? X # X o di di di Legenda dei simboli usati -(-) (- -) # ? X + effetto negativo diretto di lunga durata, probabilmente meno significativo effetto negativo diretto di lunga durata, probabilmente significativo effetto negativo diretto di breve durata, probabilmente meno significativo effetto negativo diretto di breve durata, probabilmente significativo effetto negativo indiretto probabile effetto negativo effetto irrilevante effetto positivo Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente Capitolo V: Descrizione dei sistemi di monitoraggio e delle misure previste per evitare, ridurre o compensare i rilevanti effetti negativi del progetto sull’ambiente Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente Nel realizzare il progetto delle opere di urbanizzazione si è cercato di limitare il più possibile gli impatti che possono essere causati dall'intervento stesso sull'ambiente e sull’uomo sia dal punto di vista visivo che acustico e atmosferico. Per limitare l’impatto visivo si prevede l'inserimento nel territorio di esemplari di essenze floristiche tipiche della zona soprattutto nelle zone adibite a verde pubblico ed ai bordi delle strade. Nelle aree 2 ed 2' verranno piantumate le seguenti specie: Tilia cordata, Acero, Pioppo bianco e cipressino, Farnia; filari alberati di Carpino piramidale ad albereto e Pioppo bianco alternato con Pioppo cipressino. Nelle area 3 verranno inserite oltre alle essenze sopracitate anche: Quercia, Tiglio, Liriodendro, Acero Pseudo Platanus, Prumus, Liquidanbar, Lougus, Forsizia e Viburno. Sempre nell'area 3 per migliorare l'impatto paesaggistico dell'intervento in progetto nelle zone a verde verranno realizzati anche piccoli specchi d'acqua. L'edificio vincolato, unico bene architettonico presente sulle aree, è stato circondato da parcheggi e da un’area a verde in modo da allontanare i futuri insediamenti industriali ed è stato reso fruibile grazie alla realizzazione di una strada di servizio. Su tutte le aree dell'intervento verranno posti limiti di velocità pari a 50 km/h sulle strade tipo E e di 70 km/h su quelle principali. Una limitazione di questo tipo permette una sensibile riduzione sia dell'inquinamento atmosferico che di quello acustico, come si può vedere dalle tavole, infatti, lungo le arterie principali sono presenti numerose rotatorie che non permettono una circolazione ad andatura costante. Limitando la velocità di percorrenza si limitano le fasi di accelerazione e frenata che sono le più pesanti in fatto di impatto acustico ed atmosferico. Per limitare ulteriormente l’inquinamento acustico derivante dal traffico veicolare nelle aree A2 ed A2', più vicine ai centri abitati, sulle due strade di scorrimento di tipo D la sovrastruttura del corpo stradale verrà realizzata con un manto drenante che, oltre a garantire l’aderenza e la regolarità superficiale, consente lo smaltimento delle acque (è ad elevata porosità) e la fonoassorbenza (dimezza la potenza acustica generata dal contatto tra il pneumatico e la superficie stradale). Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente Fino alla realizzazione delle opere rimarranno infissi nel suolo i piezometri utilizzati per il prelievo dell’acqua di falda. In questo modo sarà possibile il prelievo di ulteriori campioni. Tutti gli accorgimenti adottati in fase di cantiere a salvaguardia della popolazione residente in prossimità dell’area di progetto sono stati descritti nel paragrafo I.3.6 e nel capitolo I.6. Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente Capitolo VI: Indicazione delle difficoltà (inadeguatezza dei dati di base,incertezza dei metodi,lacune tecniche,mancanza di conoscenze) incontrate nella redazione dello studio Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente Per descrivere le difficoltà incontrate nella redazione del presente studio è necessario separare la fase relativa alla realizzazione delle infrastrutture da quella della costruzione degli stabilimenti. Nella prima fase le maggiori lacune sono dovute alla mancanza di dati ufficiali relativi ai flussi di traffico ed all’inquinamento prodotto dagli autoveicoli. Di conseguenza è stato necessario effettuare stime sulla base di dati parziali forniti da diverse fonti. Nella seconda fase le maggiori carenze riguardano le informazioni sulla tipologia delle future aziende che insedieranno le loro attività sul territorio: il loro impatto sulle componenti ambientali pertanto non può che essere indicativo e dedotto sulla base della destinazione dell'area di cui alle NTA dei vigenti strumenti urbanistici. Mantova lì, 9 Aprile 2001 I TECNICI INCARICATI Dott. Ing. Luciano Borra Dott. Ing. Umberto Maffezzoli Dott. Ing. Davide Borra I COLLABORATORI Dott. Ing. Maria Teresa Tedeschi Ingg. Luciano e Davide Borra di Entek S.a.s., Dott. Cristina Ligabue Ing. Umberto Maffezzoli di Studio Sicurezza &Ambiente