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12/04/2011 Modulo A: Origini delle letterature romanze: culture, testi, generi. PARTE SECONDA: EPICA E ROMANZO DIAPOSITIVE E MATERIALI COMMENTATI A LEZIONE Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani I materiali qui raccolti sono stati presentati e discussi durante le lezioni relative alla seconda parte del MODULO A - Origini delle letterature romanze: culture, testi, generi del corso di Filologia romanza I-Z dell’a.a. 2010-11 (prof. R. Tagliani) avente per oggetto la presentazione delle problematiche storico-letterarie dei generi epico, lirico e romanzesco. Tali materiali NON SOSTITUISCONO, ma INTEGRANO i contenuti inerenti la preparazione dell’esame relativo al modulo in oggetto, sono il frutto di un’ampia e libera rielaborazione di alcuni temi nodali affrontati negli agili volumi adottati (A. LIMENTANI-M. INFURNA, L’epica romanza del Medioevo, Bologna, Il Mulino, 2007; M. L. MENEGHETTI, Il romanzo nel Medioevo. Francia, Spagna, Italia, Bologna, Il Mulino, 2010). I materiali iconografici sono tratti dalla rete internet e impiegati in questo documento esclusivamente a titolo didattico ed esemplificativo, senza scopo di lucro. Lo studio delle diapositive NON SOSTITUISCE IN ALCUN MODO la preparazione dei volumetti indicati nel programma ufficiale, pubblicato sul sito, allegato alla dispensa e qui ricordato. Milano, 12 aprile 2011 R.T. Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani 1 12/04/2011 Definizione Caratteri costitutivi dell’epica medievale Chanson de geste e cicli Chanson de Roland Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani L’epica (dal greco έπος, “parola, racconto, narrazione”) è un genere letterario che narra in versi le g gesta, storiche o leggendarie, gg di un eroe o di un popolo, mediante le quali si conservano e tramandano la memoria e l’identità di una civiltà o di una classe politica; è il racconto di un passato glorioso di guerre e di avventure e condensa in sé i caratteri più significativi del pensiero religioso, politico, folklorico, antropologico ed escatologico. La vocazione epica della letteratura è un elemento caratteristico pressoché di tutte le culture e di tutte le epoche p p storiche. Ogni cultura e ogni epoca attribuisce valore epico a creazioni culturali ed atti comunicativi differenti per contesto, genere, modalità, intenzione espressiva. Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani 2 12/04/2011 Storicità del tema (vera, alterata, simulata o pretesa); Cesura cronologica o biografica che abbia fatto perdere ogni consapevolezza circa gli eventi e i personaggi in gioco; Presenza di due parti contrapposte, il cui scontro è rappresentato come decisivo per la sopravvivenza di un’intera comunità e dei suoi ideali; La presenza di un eroe in cui la comunità si riconosce, che per essa si batte e può morire; Sostegno ad un senso collettivo dell’onore attraverso l’azione dell’eroe; Grande rilevanza all’intervento divino e miracoloso in aiuto dell’eroe o della parte “buona” buona (quella per la quale parteggia l’autore l autore, il cui punto di vista è sempre indulgente e celebrativo nei confronti della comunità a cui mostra di appartenere); Prodotto letterario d’autore per lo più anonimo o collettivo (mitico), destinato a performance pubblica affidata ad un professionista (aedo, cantore, giullare, ecc.) Versificazione topica e formulare, soggetta a scorciamenti, amplificazioni, anticipazioni, rielaborazioni. Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani La produzione epica medievale abbraccia vastissimi domini linguistici e cronologici: si intreccia con i racconti mitici e le leggende popolari (dall’area bizantina a quella finnica e germanica) senza p perdere di vista,, specie p in ambito clericale e monastico, la tradizione latina (es. Alexandreis di Gautier de Châtillon, 1180 circa). Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani 3 12/04/2011 Beowulf, anglosassone, VIII Edda, norreno sec. (antico nordico), XII-XIII sec. Nibelungenlied, altotedesco, XIII Hildebrandslied, altotedesco, IX Waltarius, Waltarius latino-germanico, latino germanico X Waldere, anglosassone, VIII sec. sec. sec sec. sec. Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani In età romantica, alla nascita della filologia romanza, si afferma l’idea della genesi orale e popolare dell’epica: eccezion fatta per Diez e Paris, la filologia ottocentesca considerava Chanson de Roland, Cantar de Mio Cid e Nibelungenlied degli originari poemi nazionali nati dall’elaborazione culturale di miti antichi e nazionali. La cesura cronologica tra le origini antiche dei poemi e la loro fissazione sulla carta diede origine a fantasiose teorie sulle origini dell’epica. L’osservazione del comune assetto formale dell’epica romanza (oitanica, occitanica, iberica) in lasse rimate o assonanzate ha dimostrato oltre ogni g dubbio l’esistenza di un esempio p autorevole e modellizzante, che ha mutato l’assetto testuale delle opere più antiche di area germanica generando una nuova tradizione epica. Ciononostante, non va sottovalutata la fase di circolazione orale dei materiali epici, che trovano in età romanza la propria codificazione scritta in opere e forme testuali coerenti a partire da performances orali, che sono anche la destinazione finale rivolta al pubblico. Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani 4 12/04/2011 Gaston Paris, Histoire poétique de Charlemagne, 1865: cantilene coeve all’età dei fatti (carolingia) che, per effetto di continue rielaborazioni formulari ad opera di rapsodi, giungono a generare un nuovo genere. Pio Rajna, Le origini dell’epopea francese, 1884: tradizione merovingica genera l’epica, collegandosi alle origini germaniche delle popolazioni franche (limite della “nostalgia delle origini”). Joseph Bédier, Les legendes épiques, 4 voll., 1908-13: collaborazione tra monaci e giullari maturata a partire dall’XI secolo sulle vie dei pellegrinaggi. Teoria vincente (persino un passaggio della Récherche di P Proust t lla ricorda, i d e ne è di direttamente tt t influenzato). i fl t ) Ramón Menéndez Pidal, La Chanson de Roland y el neotradicionalismo, 1959: si oppone alla teoria bédieriana recuperando, in continuità con Paris e con le teorie romantiche, l’idea di choc collettivo di un fatto storico che genera produzione epica (con forti implicazioni nazionali). Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani Jean Rychner, La chanson de geste. Essai sur l’art poétique des jongleurs, 1955: rileva l’importanza del ruolo dei giullari nella diffusione e nella rielaborazione i l b i del d l sistema i t formulare f l della d ll chanson h de d geste. t => recupero della polemica sulle origini orali dell’epica. Jean Frappier: indagine sociologica sulla trasposizione dei caratteri sociali della feudalità contemporanea nel “passato mitico” dell’età carolingia. Erich Köhler e Henning Krauss, ripartono dalla tesi di Frappier, e mettono in evidenza i temi legati al conflitto tra la grande aristocrazia feudale e i funzionari-guerrieri legati alla corona, interessati ad accrescere il potere e ad ottenere feudi. Cesare Segre, editore critico della Chanson de Roland (1971), ha risolto il ganglio delle origini dell’epica nel rapporto tra oralità e scrittura: l’epica oitanica è un prodotto ad alta formalizzazione (=> origine scritta, concepita in ambiente colto) destinato ad una performance orale (=> abbondanza di elementi formali di natura mnemotecnica, valore narrativo della lassa = unità organizzativa del testo). Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani 5 12/04/2011 Tra l’XI e il XIII secolo, in Francia sono composti circa novanta poemi in lingua d’oïl d oïl, molti dei quali circolano in varie versioni (anche molto diverse). In esse si rispecchia il mondo feudale: lo spirito guerriero, la prodezza, il culto dell’onore, la fedeltà vassallatica, l’amore per la propria terra. Il modello di riferimento letterario precedente è quello del poemetto agiografico, con cui l’epica si confronta in spirito di emulazione (Segre). Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani Jean Bodel, Chanson de Saisnes (fine XII sec.), vv. 6-11: N’en sont que trois materes a nul home antandant: de France et de Bretaigne et de Ronme la grant; ne de ces trois materes n’i a nule samblant. Li conte de Bretaigne sont si vain et plaisant et cil de Ronme sage et de sens aprendant, cil de France sont voir chascun jour aparant. [Non ci sono che tre materie per chi è istruito: di Francia Francia, di Bretagna e di Roma la grande; non c’è somiglianza fra le tre. I racconti di Bretagna sono vani e divertenti, quelli di Roma saggi e istruttivi, quelli di Francia sono veri come appare ogni giorno.] Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani 6 12/04/2011 Bertran de Bar-sur-Aube, Girart de Vienne (fine XII sec.): N’ot ke III gestes en France la garnie: dou roi de France est la plus seignorie [...] et l’autre apres [...] est de Doon a la barbe florie [...] La tierce geste qui mout fist a proisier fu de Garin de Monglane le fier. [Non ci sono che tre gesta in Francia la ben difesa: la più nobile è quella del re di Francia [...] l’altra è quella di Doon dalla bianca barba [...] La terza gesta, che si doveva molto apprezzare, fu di Garin di Monglane il fiero.] Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani Secondo le classificazioni antiche, pertanto: La chanson de geste si differenzia dal romanzo in versi (arturiano o di materia antica) per la veridicità del suo contenuto; All’interno del genere è possibile individuare tre “costellazioni” tematiche, che rappresentanto l’autocoscienza di una organizzazione della matière in cicli (Bertran ne indica tre dei quattro realmente esistenti). Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani 7 12/04/2011 Dalla fine del XII secolo, la materia epica prese ad organizzarsi in modo ciclico: per andare incontro alle richieste del pubblico, gli autori si dedicarono a crare delle genealogie poetiche e leggendarie degli eroi di maggior successo: “i figli generano i padri”, secondo la felice sintesi di Jean Frappier. Nascono così i cicli di chansons: • il ciclo del Re • il ciclo di Guillaume d’Orange (gesta dei Narbonesi) • il ciclo dei vassalli ribelli • il ciclo delle canzoni di crociata. Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani Nelle chansons di questo ciclo il ruolo di protagonista è affidato a Carlo Magno g o a un eroe del suo lignaggio, g gg quasi q sempre p il nipote p Rolando. Ne fanno parte, tra le altre, le seguenti chansons: Chanson de Roland; Berte aus grans piés (avventure di Pipino e di Berta, genitori di Carlomagno); Chanson de Mainet (tratta delle enfances di Carlo Magno); Chanson d’Aspremont, d’Aspremont Otinel, Otinel Entrée d’Espagne (enfances di Rolando e antefatto della campagna di Spagna); Pèlerinage Charlemagne à Jérusalem et Constantinople, narrazione di viaggio di tono comico. Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani 8 12/04/2011 Comprende ventiquattro componimenti che hanno per teatro il Sud della Francia. Gli eroi p principali p sono il conte Aymeri y di Narbona e il figlio secondogenito Guglielmo d’Orange proseguendo fino alla sesta generazione. Guillaume è l’unico personaggio storico (conte di Tolosa e cugino di Carlo Magno, morto nell’812). I titoli principali della gesta sono: Chanson de Guillaume (narra di Guglielmo e del nipote Vivien combattenti contro i pagani); Girart de Vienne, Vienne Les Narbonnais, Narbonnais Couronnement de Louis, Louis Charroi de Nimes, Prise d’Orange, Moniage Guillaume; accanto ad avventure che riguardano Guillaume, le ultime quattro narrano la biografia di Guillaume, con la monacazione finale. Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani Corpus poco organico e piuttosto frammentario, comprende un gruppo di canzoni in cui il nemico cessa di essere nel mondo saraceno e si sposta nell’ambito di una guerra civile fra la monarchia ed i vassalli. Le canzoni hanno per protagonista un leale vassallo cui si contrappone un re (Carlo Martello, Carlomagno, Louis) ingiusto e che non tiene fede ai patti. Ricordiamo: Raoul de Cambrai (narra della ingiusta mancata assegnazione di un feudo a Raoul da parte del re Louis) Girart de Roussillon (in provenzale), Renaut de Montauban, Quatre fils A Aymon, Ch l i Ogier, Chevalerie O i le l cinque i canzonii della d ll gesta t dei d i Lorenesi L i (Hervis de Mes, Garin le Loheren, Gerbert de Mez, Anseis de Mes e Yon), che narrano la lotta per quattro generazioni tra Lorenesi e Bordolesi, una vera e propria faida tra famiglie; Gormont et Isembart, tra le più arcaiche. Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani 9 12/04/2011 Ambientate nella prima e nella terza crociata (l’una per il suo esito vittorioso, l’altra l altra per la caduta di Gerusalemme e la riscossa musulmana), amplificano fortemente l’elemento divino e miracoloso a scapito dell’etica feudale. Sono sei chansons: Les Enfants-Cygnes, Le Chevalier au Cygne, Les Enfances Godefroy, (narrano, su basi leggendarie e favolose, la storia di Goffredo di Buglione a partire dalla sua infanzia) La Chanson d’Antioche, Les Chétifs, La Chanson de Jérusalem (episodi della prima crociata, sia reali che inventati). Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani Girard de Roussillon Canzone Canso della crociata contro gli Albigesi d’Antiocha Boecis Poemetti rolandiani: Ronsasvals e Roland a Saragossa Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani 10 12/04/2011 Cantar de mio Cid Mocedades de Rodrigo Roncesvalles Cantares Cantar Siete navarro (frammentari): de Sancho II (o del Cerco de Zamora) enfantes de Lara Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani Entrée d’Espagne d Espagne Niccolò da Verona, Pharsale Niccolò da Verona, Prise de Pampelune Ciclo di Huon d’Auvergne Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani 11 12/04/2011 Elaborazione scritta 1070-1098; prime testimonianze scritte (ms. Digby 23 di Oxford) di un secolo successivo; Il codice conserva lasse assonanzate, circa 4000 décasyllabes di straordinaria qualità stilistica; Il fondamento storico si riferisce ad un fatto storico, avvenuto nel 778: in un episodio marginale nella storia di Carlo Magno si narra della caduta in un’imboscata ordita dai baschi, sui Pirenei, presso il passo di Roncisvalle, di un notevole numero soldati, tra i quali molti “pari” (illustri personaggi del regno franco) fra cui un Hruodlandus britannici limitis praefectus ((la fonte è Eginardo, p g Vita Caroli). ) L’evento assunse, tre secoli dopo, una forma leggendaria e poetica: nella narrazione epica i baschi diventano mori saraceni di Spagna e l’episodio viene inserito nella guerra santa fra mondo arabo e mondo cristiano di cui Carlo Magno era difensore. Orlando diventa un martire della fede: eroe e allo stesso tempo santo. Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani il testo mostra un andamento per dicotomie oppositive: cristianità vs. Islam (=> male vs. bene); sul piano estetico e morale la guerra è giustificata dal principio: Paien unt tort e chrestïens unt dreit (‘i pagani hanno torto, i cristiani hanno ragione’) 12 apostoli (tra i quali Giuda) = 12 pari (tra i quali Gano) stile formulare (impiego di espressioni stabili e ripetute disposte in situazioni metricamente identiche) affinità metriche e retoriche con l’agiografia oitanica (retaggio della cultura clericale): in particolare, Roland e Boezio del Boeci hanno le medesime caratteristiche e sono entrambi considerati martiri. punto t di vista i t dell’autore d ll’ t = punto t di vista i t del d l pubblico bbli lo scontro fra parti contrapposte fa emergere il sistema di valori di un’intera comunità e dei suoi ideali; l’eroe è portatore del senso profondo del destino collettivo in cui la comunità si riconosce, e di cui l’autore è il difensore e l’ideologo. Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani 12 12/04/2011 I Carles li reis, nostre emperere magnes , Set anz tuz pleins ad estét en Espaigne: Tresqu’en la mer cunquist la tere altaigne. N’i ad castel ki devant lui remaigne; Mur ne citét n’i est remés a fraindre, Fors Sarraguce, ki est en une muntaigne. Li reis Marsilie la tient, ki Deu nen aimet, Mahumet sert e Apollin recleimet: Ne·s poet guarder que mals ne l’i ateignet. AOI. [Il Re Carlo, nostro grande imperatore, / sette anni pieni è stato nella Spagna , / e l’alta terra ha preso fino al mare. mare / Non v v’è è castello che innanzi a lui rimanga, rimanga né città o muro che debba ancora infrangere. / Solo Saragozza, che sta su una montagna, tiene Marsilio, il re che Dio non ama: / serve Maometto e Apollo prega e chiama; / dalla rovina non si potrà salvare]. ________________________ Prima carta del più antico codice della Chanson de Roland: Oxford, Bodleian Library, Digby 23; il ms., in antico francese di varietà anglonormanna, è databile tra il 1140 e il 1170. Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani Carlo Magno, anziano sovrano, da sette anni combatte una guerra contro il Re dei Mori di Spagna, Marsilio; tiene consiglio con i baroni sul destino della guerra: Gano è per la pace, Roland per la guerra ad oltranza; Carlo decide per la pace e manda un’ambasciata a Marsilio (guidata, su consiglio di Gano, dallo stesso Roland, che si era opposto); per vendetta, Gano si accorda con Marsilio affinché i saraceni compiano un’imboscata ai danni della retroguardia dell’esercito, comandata da Roland; a Roncisvalle Roland subisce l’imboscata dei saraceni; in difficoltà, Roland con i ventimila soldati ed i pari, non suona il corno Olifante per chiedere l’aiuto di Carlo contro i saraceni, nonostante le esortazioni del saggio compagno p g Olivieri,, e soccombe nella battaglia; g ; in punto di morte suona il corno: torna Carlo e sgomina le truppe di Marsilio (lo stesso re, ferito, morirà a Saragozza di lì a poco); Baligante, sovrano africano giunto in aiuto di Marsilio, si batte contro Carlo ma viene sconfitto ed è ucciso in duello da Carlo, anche se ha ormai 200 anni; ad Aquisgrana Carlo processa Gano per alto tradimento; condannato, sarà squartato dal tiro di quattro cavalli orientati nella direzione dei quattro punti cardinali. Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani 13 12/04/2011 Madrid, Biblioteca de la Real Academia de la Historia, ms. Emilianense 39, c. 245 In era DCCCXVI, venit Carlus rex ad Cesaragusta. In his diebus habuit duodecim neptis; unusquisque habebat tria milia equitum cum loricis suis. Nomina ex his Rodlane, Bertlane, Oggero Spatacurta, Ghigelmo Alcorbitunas [opp.: Alcorbitanas], Olibero et episcopo domini Torpini. Et unusquisque singulos menses serbiebat ad regem cum scolicis suis. Contigit ut regem cum suis ostis pausabit in Cesaragusta. Post aliquantulum temporis, suis dederunt consilium ut munera acciperet multa, ne a ffamis periret exercitum, sed ad propriam rediret. Quod factum est. Deinde placuit ad regem, pro salutem hominum exercituum, ut Rodlane, belligerator fortis, cum suis posterum veniret. At ubi exercitum portum de Sicera transiret, in Rozaballes a gentibus Sarrazenorum fuit Rodiane occiso. «Nell’anno 778 [lett.: ‘816 dell’era’, e cioè dell’era ispanica: nel Medioevo, in Spagna gli anni erano computati a partire dal 38 a.C., supposta data di fondazione, da parte di Giulio Cesare, delle province romane in terra iberica] re Carlo venne a Saragozza. In quei tempi aveva dodici nipoti, e ciascuno di loro aveva tremila cavalieri tutti corazzati. I nomi di alcuni erano: Rolando, Bertrand, Uggieri Spadacorta, Guglielmo ‘dal curvo naso’, Olivieri e il vescovo messer Turpino. E ciascuno serviva il re un mese all’anno con quelli del suo seguito. Avvenne che il re con le sue schiere si accampò davanti a Saragozza. Dopo un po’ di tempo, i suoi lo consigliarono di accettare i doni offerti [dagli abitanti di Saragozza], perché l’esercito non rischiasse di morire di fame, ma [poi] di tornare in patria. E così fu fatto. Piacque poi al re che Rolando, forte guerriero, restasse alla retroguardia con i suoi, per l’incolumità degli uomini delle altre schiere. Ma mentre l’esercito transitava per il passo di Cize, a Roncisvalle Rolando fu ucciso dalle genti saracene». Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani La lassa è un’unità metrica (strofa) composta da un numero variabile di versi, legati tra loro da assonanza (lassa assonanzata); ogni lassa rappresenta un’unità del racconto, e può essere organizzata in modo da essere riorganizzata, ampliata, anticipata o posticipata. Si tratta di un elemento che favorisce la memorizzazione ma anche la nascita di nuove sezioni del racconto. Esempi di lasse: XXV XXVI Li empereres li tent sun guant, le destre; Mais li quens Guenes iloec ne volsist estre: Quant le dut prendre, si li caït a tere. Dïent Franceis: «Deus, que purrat ço estre? De cest message nos avendrat grant perte.» «Seignurs, - dist Guenes, - vos en orrez noveles!» «Sire, - dist Guenes - dunez mei le cungiéd: Quant aler dei, n’i ai plus que targer.» Ço dist li reis: «Al Jhesu e al mien!» De sa main destre l’ad asols e seignét; Puis li livrat le bastun e le bref. tr. L’imperatore gli tende il guanto destro, ma il conte Gano vorrebbe qui non essere. Andò per prenderlo e gli cadde per terra. Dicono i Franchi: «Dio, che potrà ciò essere? Da un tal messaggio ci verrà una gran perdita». «Signori», dice Gano, «ne sentirete!» tr. «Datemi, sire», disse Gano «il congedo. Poiché andar debbo, non ho che cosa attendere.» E il re: «Partite per Gesù e per me!» Con la sua destra l’assolve e poi lo segna. Quindi gli affida il bastone e il breve. Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani 14 12/04/2011 Chanson de Roland (Oxford, Bodleian Library, Digby 23, cc. 19v.-20r.) Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani LXXXIII Dist Oliver: «Paien unt grant esforz, De noz Franceis m'i semblet aveir mult poi! Cumpaign Rollant, kar sunez vostre corn: Si l’orrat Carles, si returnerat l'ost.» Respunt Rollant: «Jo fereie que fols! En dulce France en perdreie mun los. Sempres ferrai de Durendal granz colps; Sanglant en ert li branz entresqu'a l’or. Felun paien mar i vindrent as porz: Jo vos plevis, tuz sunt jugez a mort.» AOI. [tr. Disse Oliviero: «I pagani hanno gran forza, e i nostrii ffranchii mii pare che siano i pochi! i Perciò, compagno Orlando, suonate il vostro corno. Carlo l’udrà: coi suoi farà ritorno.» Risponde Orlando: «Sarebbe agir da folle! Nella mia Francia io perderei il mio vanto. Di Durendal ora darò gran colpi: L’arrosserò fino nell’elsa d’oro. Sono giunti ai valichi con loro danno i felloni: Giuro che tutti sono dannati a morte».] Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani 15 12/04/2011 LXXXIV «Cumpainz Rollant l’olifan car sunez: Si l’orrat Carles, ferat l’ost returner, Succurrat nos li reis od tut sun barnet.» Respont Rollant: «Ne placet Damnedeu Que mi parent pur mei seient blasmet Ne France dulce ja cheet en viltet! Einz i ferrai de Durendal asez, … [tr. «Compagno Orlando, l’olifante suonate: Carlo l’udrà, farà i Franchi tornare: coi suoi baroni il re ci aiuterà.» Risponde Orlando: Al Signore non piaccia Che i miei parenti sian per me biasimati, E disonore ne abbia la dolce Francia! Prima gran colpi darò con Durendal».] … Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani … Ma bone espee que ai ceint al costet: Tut en verrez le brant ensanglentet. Felun paien mar i sunt asemblez: Jo vos plevis, tuz sunt a mort livrez.» AOI. … la buona spada che tengo cinta al fianco: tutto vedrete il brando insanguinato. Si sono con danno qui i pagani adunati: giuro i che a morte son tuttii destinati». i i Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani 16 12/04/2011 LXXXV «Cumpainz Rollant, sunez vostre olifan: Si l’orrat Carles, ki est as porz passant. Je vos plevis, ja returnerunt Franc.» «Ne placet Deu,» ço li respunt Rollant, «Que ço seit dit de nul hume vivant, Ne pur paien, que ja seie cornant! Ja n’en avrunt reproece mi parent! Quant jo serai en la bataille grant E jo ferrai e mil colps e .VII. cenz, De Durendal verrez l’acer sanglent. Franceis sunt bon, si ferrunt vassalment, JJa cil d’Espaigne p g n’avrunt de mort g guarant.» [tr. «Compagno Orlando, suonate l’olifante. / Carlo l’udrà, che sta passando i valichi. / Io ve lo giuro che torneranno i Franchi.» / «A Dio non piaccia» così risponde Orlando / «che mai si dica che per un mortale, /per un pagano, il corno abbia suonato! / I miei parenti mai non ne avranno biasimo. / Quando nel mezzo sarò della battaglia, / ben più di mille volte trarrò la spada: / rosso di sangue ne vedrete l’acciaio. / Son prodi i Franchi, e colpiran da bravi: / Quelli di Spagna non avranno chi li salvi».] Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani Carles li reis(1), nostre(2) emperere (3) magnes. (1) reis = adesione nazionalista alle vicende franche = immediato disvelamento del punto di vista del narratore; (3)emperere = detentore del potere assoluto, universitale e provvidenziale (secondo il concetto di imperium). (2) nostre Carlo è un sovrano anziano (ha circa 200 anni), giusto e saggio; assomma in sé i caratteri dell’imperator e del pater familias (dignità regale e paterna), declinati secondo la cultura feudale; èd direttamente etta e te ispirato sp ato da Dio, o, che c e comunica co u ca con co lui u attraverso att ave so angeli a ge messaggeri e sogni premonitori: è il re sacerdote, che guida la missione, direttamente ispirata da Dio, dei chrestïens contro i paien; è dotato di grande umanità ed è dedito alla pietas, ad es. nel planctus su Roland morto e nel ricordo sconsolato del lignaggio baronale (barnage). amministra la giustizia in forza del potere imperiale, ma anche – in quanto re cristiano – in nome di Dio (cfr. condanna di Gano). Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani 17 12/04/2011 GANO DI MAGANZA (*) È patrigno(*) di Roland e cognato di Carlo Magno Esponente dell’alta aristocrazia feudale Interessato al mantenimento dello status quo per preservare i propri possedimenti feudali; Propugnatore della “linea morbida” (accordo con Marsilio) Muore da vile, dopo essere stato processato e condannato condannato, mediante squartamento Gano aveva sposato la madre di Roland, Berta, sorella di Carlo Magno, dopo la morte del padre Milone per mano dei saraceni. ROLAND (**) È figliastro(*) di Gano e nipote di Carlo Magno(**) Esponente del ceto dei funzionariguerrieri (c.d. “cavalieri senza feudo) Interessato al rafforzamento del potere regio in prospettiva anti-aristocratica, per ottenere dei feudi Propugnatore della “linea dura” (guerra ad oltranza contro Marsilio) Muore da eroe sul campo di Roncis alle porgendo il guanto Roncisvalle, g anto destro tra le mani dell’arcangelo Gabriele (come un santo martire) Una versione precedente alla Chanson de Roland accenna ad un “inconfessabile peccato” di Carlo Magno: forse Orlando è figlio illegittimo di Carlo, nato da un rapporto incestuoso con la sorella Berta. Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2 2010-11 – prof. R. Tagliani Dieric Bouts, Martirio di sant’Ippolito (1470-1475 ca), Brugge, Museum der Erlöserkathedrale 18 12/04/2011 Evoluzione del termine “romanzo” Romanzi francesi in versi Chrétien de Troyes y e Gautier d’Arras Ciclificazioni Romanzi francesi in prosa Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani Jean Bodel, Chanson de Saisnes (fine XII sec.), vv. 6-11: N’en sont que trois materes a nul home antandant: de France et de Bretaigne et de Ronme la grant; ne de ces trois materes n’i a nule samblant. Li conte de Bretaigne sont si vain et plaisant et cil de Ronme sage et de sens aprendant, cil de France sont voir chascun jour aparant. [Non ci sono che tre materie per chi è istruito: di Francia, di Bretagna e di Roma la grande; non c’è somiglianza fra le tre. I racconti di Bretagna sono vani e divertenti, quelli di Roma saggi e istruttivi, quelli di Francia sono veri come appare ogni giorno.] Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani 19 12/04/2011 Fino al VI sec. d.C. i termini lingua latina e lingua romana coincidevano; infatti la Romània corrispondeva alla comunità linguistica e culturale creata dall’Impero romano e perpetuata, dopo la crisi dell’impero, dalla nuova unità data dalla religione cristiana divenuta religione di stato. Progressivamente i due termini vengono a distinguersi: • lingua latina = lingua scritta, letteraria (modelli classici) • lingua romana = lingua parlata, parlata staccata dalla norma classica 813, Concilio di Tours: ut... homilias... transferre in rusticam romanam linguam aut theotiscam 842, Giuramenti di Strasburgo: Ludhovicus romana, Karolus vero teudisca lingua Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani Es. predica rimata, I metà XII sec.: romanus / romanicus > ROMANICE (avverbio che si riferisce alla lingua del popolo; cfr. i corrispondenti a.fr. romanz e l’it. romanzo). LOQUI ROMANICE = “esprimersi attraverso la lingua parlata dal popolo” A lla simple i l gentt ai fait simplement un simple sermun nel fis as lettrez car il unt asez escriz e raisun. Por icel enfanz lo fis en romanz qui ne sunt letré: car mielz entendrunt la langue dont sunt des enfance usé. Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani 20 12/04/2011 Romanz e latin sono all’interno del mondo medievale due poli della realtà linguistica linguistica. Spesso l’opera volgare si presenta come un surrogato (traduzione, parafrasi, adattamento divulgativo) di un’opera latina. Wace, Vie de Saint Nicolas, vv. 41-44 (prima metà XII sec.) En romanz voil dire un petit p de ceo que nus le latin dit que li lai le puissent aprendre qui ne poent latin entendre Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani Jaufre Rudel, Quan lo rius de la fontana, vv. 29-32 (prima metà XII sec.) Senes breu de pargamina tramet lo vers, que chantam en plana lengua romana romana, a·n Hugon Brun per Filhol. Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani 21 12/04/2011 Senso originario: lingua volgare nel XII secolo: discorso orale o testo scritto in volgare dalla seconda metà del XII secolo: • opera narrativa in versi in volgare destinata non al canto ma alla lettura; • materia avventurosa tradotta in volgare da leggende del mondo antico antico, celtico o bizantino-orientale; nel XIII-XIV secolo: opera narrativa in prosa entro cui si traspone la tematica dei precedenti romanzi in versi. Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani Le espressioni indicano l’azione letteraria di trasportare dal latino al volgare, volgare di “tradurre” nel senso di dar forma volgare a una materia preesistente in veste latina. Es. Chrétien de Troyes, Cligès, vv.1-3, 8: Cil qui fist d’Erec et d’Enide Et les commandemanz d’Ovide Et l’art d’amors an romans mist […] Un novel conte rancomance. Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani 22 12/04/2011 Wace, Roman de Brut, v.10442: qui ceste estoire en romanz mist Benoit de Saint-Maure, Roman de Troie , vv. 33-39: Et por co me vueil travaillier en une estoire comencier, que de latin, on je la truis, se jj’ai ai le sen et se jo puis, puis la voudrai en romanz metre que cil qui n’entendent la letre la puissent deduire el romanz. Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani Nel XII sec. roman indicava sia la chanson de geste che il romanzo: in particolare,, le chanson de g p geste erano chiamate romans,, sebbene fossero componimenti destinati al canto. Il fatto che chanson non potesse applicarsi ai romanzi, che erano invece destinati alla lettura privata, individuale o collettiva, spiega la tendenza di romanz a specificarsi come lemma per definire i testi non destinati al canto. Si oppongono, così, due verbi : chanter vs. conter. Il romanzo nasce dalla separazione tra musica e forma poetica, favorito dalla diffusione della lettura, secondo la felice sintesi di Albert Thibaudet: «Le roman médiéval c’est un clerc lisant et une dame qui l’écoute». Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani 23 12/04/2011 CHANSON DE GESTE Assimilabile ad una prospettiva antropologica di carattere rituale Prevalente organizzazione paratattica Metro: lasse di décasyllabes o di alessandrini Organizzazione secondo il principio di giustapposizione ROMANZO Assimilabile ad una prospettiva antropologica di carattere mitico Organizzazione per accumulazione di episodi Metro: couplet d’octosyllabes Organizzazione secondo il principio di causalità Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani Organizzazione a DOMINANTE NARRATIVA: • Queste: ricerca di un oggetto o di una persona; • Don contraignant: il dono che impegna Organizzazione a DOMINANTE STRUTTURALE: • Entrelacement Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani 24 12/04/2011 Il metro tipico del romanzo francese (entro il XII secolo) è il couplet (= distico) di octosyllabes a rima baciata: es. Chrétien de Troyes, Cligès, vv.1-10: Cil qui fist d’Erec et d’Enide Et les commandemanz d’Ovide Et l’art d’amors an romans mist, Et le mors de l’espaule fist, Del roi Marc et d’Ysalt la blonde,, Et de la hupe et de l’aronde Et del rossignol la muance, Un novel conte rancomance D’un vaslet qui an Grece fu Del linage le roi Artu. b i brisure d couplet du l t Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani L’espressione (coniata da Paul Meyer) esprime il progressivo i evolversi l i del d l rapporto t ttra metrica e sintassi: originariamente, il couplet di octosyllabe concludeva entro il secondo verso l’unità sintattica; in nessun caso, nei testi più antichi, l’unità si interrompeva nel primo verso del couplet. Con l’evolversi della materia romanzesca, la frase può continuare a coincidere col couplet ma può anche estendersi su due o più couplets. Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani 25 12/04/2011 Materia alessandrina: Albéric de Pisançon Pisançon, Roman d d’Alexandre Alexandre, 1120 (sopravvivono 105 octosyllabes) Apollonius de Tyr, 1155 circa (sopravvivono 53 vv.) Materia cronachistica (di impronta arturiana): Geffrei Gaimar, Estoire des Engleis, 1136-1137 Wace, Wace Roman de Brut, Brut 1155 Il modello di riferimento è Goffredo di Monmouth, Historia regum Britanniae, 1137-1147 Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani Cronache volgari successive di valore letterario-narrativo: Wace, Wace Roman de Rou, Rou 1170 Benoît de Sainte-Maure, Chronique des ducs de Normandie, 1170 Romanzi di materia antica (1155-1165) Roman de Thèbes , 1160, pittavino (fonte: Stazio, Tebaide) Roman d d’Eneas Eneas, 1160, 1160 normanno (fonte: (fonte:Virgilio Virgilio, Eneide) Benoît de Saint-Maure, Roman de Troie, 1165, normanno (Darete Frigio, De excidio Troiae e Ditti Cretese, Ephemeris belli troiani) Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani 26 12/04/2011 Béroul, Roman de Tristan, 1165-1170 Thomas, Roman de Tristan, 1170-1173 Folie Tristan (due versioni di Oxford e di Berna), fine del XII secolo. Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani È considerato più grande poeta in lingua romanza prima di Dante Di tutti i suoi componimenti sono rimasti cinque Dante. romanzi, in couplets di octosyllabes a rima baciata: • Erec et Enide, 1170 circa • Cligès, 1176 circa • Yvain, ou le chevalier au Lion, 1170-1180 • Lancelot ,ou le chevalier de la Charrette, iniziato nel 1176, i incompleto, l terminato i da d Geoffroy G ff de d Laigny) L i ) • Le roman de Perceval, ou le conte du Graal, incompleto, con varie Continuazions (di Wauchier de Denain, Gerbert de Montreuil, Manessier) Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani 27 12/04/2011 PERDUTI Les comandemanz d’Ovide, d Ovide, traduzione da Ovidio, Remedia amoris Art d’amors, traduzione da Ovidio, Ars amandi Le mors de l’espaule, poemetto Le roi Marc et Ysalt la blonde, romanzo FRAMMENTI La muance de la hupe et de l’aronde er del rossignol, traduzione da Ovidio,, Metamorphoseon p libri,, conservato in un solo frammento dal titolo Philomela DUBBIA ATTRIBUZIONE Guillaume d’Angleterre, prototipo degli ancestral romances Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani Con Chrétien si supera la necessità di recuperare il mondo classico per giustificare la legittimità dei sovrani (legittimazione encomiastica). Nuovo uso delle fonti: non più cronache o testi classici, ma fonti di varia provenienza (= aventure, anche d’origine orale e/o folclorica) amate dal pubblico e rilette alla luce di un nuovo sen (= ideologia letteraria) e organizzate secondo j ((= montaggio gg strutturale). ) una differente conjointure Organizzazione bipartita del racconto: costruzione dell’io del protagonista e visione/rapporto con il mondo (prospettiva che è alla base del Bildungsroman, “romanzo di formazione”). Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani 28 12/04/2011 Erec, figlio del re Lac, conquista l’amore della bella Enide e, senza difficoltà, i due si uniscono in matrimonio. Dopo p un p primo p periodo di perfetta felicità, l’armonia tra i due entra in crisi a causa dell’eccessivo amore di Erec per la moglie, che lo spinge a trascurare l’esercizio delle armi attirandosi l’accusa di recreantise [fiacchezza] da parte degli altri cavalieri della corte arturiana. Offeso dai pettegolezzi e dal credito dato ai maldicenti da Enide, Erec parte insieme alla moglie in cerca di avventure, con l’intento di dimostrarle che il suo onore cavalleresco non è stato intaccato dai piaceri della vita coniugale coniugale. Grazie anche al’aiuto di Enide Enide, Erec combatte e sconfigge avversari via via più temibili. Ritrovato così l’equilibrio tra valore guerriero e amore coniugale, i due sposi sono reintegrati a pieno titolo nella corte di Artù e, alla morte di Lac, insieme sono incoronati sovrani a Nantes. Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani Alexandre, figlio dell’imperatore di Costantinopoli, giunge alla corte di Artù per farsi armare cavaliere e si innamora di Soredamor, sorella di Galvano e nipote di Artù. I due giovani si sposano e dalla loro unione nasce Cligès. Alla morte del padre lo zio di Cligès, Alis, usurpa il trono e decide di sposare Fenice, figlia dell’imperatore di Germania. Accompagnato da Cligès, Alis si reca a Colonia per conoscere la futura sposa, ma costei si innamora di Cligès e, pur non potendo rifiutare le nozze con Alis, decide di appartenere solo al suo amato. Grazie ad un filtro preparato dalla nutrice Tessala, Fenice riesce ad evitare la consumazione del matrimonio e, grazie ad un secondo filtro, si finge morta per fuggire con Cligès. Cligès Nonostante i sospetti dei medici di Salerno, Salerno i due innamorati possono lasciare Costantinopoli e rifugiarsi in una torre, ma - scoperti e denunciati da un improvvido giovane cavaliere – fuggono e cercano rifugio presso la corte di Artù, inseguiti da Alis, che muore, roso dalla rabbia, alla vigilia di una battaglia con Artù. I due giovani amanti possono così suggellare il loro amore con il matrimonio. Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani 29 12/04/2011 Yvain conquista, ricambiato, l’amore di Laudine, della quale ha ucciso in duello il marito; ma ben presto l’amore della coppia conosce una grave crisi. Accusato da Galvano di trascurare i suoi doveri cavallereschi, Yvain è trascinato in una serie di tornei e, preso dalla vita militare, non torna a casa nel termine di un anno dalla partenza, come invece aveva promesso alla moglie, e perde il suo amore. Per questo Yvain cade vittima di un’improvvisa follia e si trasforma in un selvaggio, abbandonando ogni costume civile. Grazie al soccorso di un eremita e ad un unguento della fata Morgana, Yvain recupera il controllo di sé e vive una serie d’avventure che g gli insegnano g il valore dell’altruismo. In particolare, salva un leone dall’attacco di un serpente e l’animale, grato, si lega a lui come un fedele compagno e lo aiuta nei successivi combattimenti, anche qui posti in un crescendo di difficoltà. Rinato come cavaliere al servizio di un ideale di carità, Yvain può fare ritorno a casa e riconciliarsi con Laudine, riconquistando il suo posto di sposo e signore. Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani Ginevra è tenuta prigioniera da Méleagant; Galvano, alla ricerca della regina, incontra un cavaliere che segue una carretta simile a quella su cui sono p i criminali condannati. Il nano che la guida g sostiene che,, per p trovare esposti Ginevra, si debba salire sulla carretta della vergogna; Galvano rifiuta, il cavaliere, dopo qualche esitazione, sale (donde il secondo titolo, le Chevalier de la charrette). I due proseguono insieme fino a quando, informati da una damigella sulle due vie possibili per raggiungere il regno di Méleagant, si separano: Galvano si dirige verso il Ponte sott’Acqua, il cavaliere della carretta verso il Ponte della Spada. Attraversatolo dopo una serie di avventure, il cavaliere della carretta ingaggia un durissimo duello con Méléagant, incoraggiato da Ginevra, che lo chiama per nome (e solo a questo punto il lettore conosce che egli è Lancillotto). L’eroe L eroe sconfigge Méléagant e libera la regina, ed è ricevuto nella sua camera, dove i due divengono amanti e vivono una notte d’amore. Ginevra torna alla corte di Artù insieme a Galvano, salvato da Lancillotto mentre sta per affogare nei pressi del Ponte sott’Acqua; l’eroe resta invece prigioniero di Méléagant. A questo punto (v. 6146) Chrétien lascia a Geoffroy de Laigny la rapida conclusione del romanzo, che si chiude con l’inaspettata liberazione di Lancillotto e l’uccisione di Méléagant. Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani 30 12/04/2011 Perceval, adolescente cresciuto nella foresta, incontra per caso cinque cavalieri e, affascinato, parte con loro per la corte di Artù, causando la morte di sua madre, uccisa dal dolore. Armato cavaliere, Perceval lascia presto la corte per dedicarsi alle avventure cavalleresche. Nelle sue peregrinazioni conosce e si innamora della bella Blancheflor, ma non cessa di praticare gli insegnamenti cavallereschi sui quali si è formato. Giunto al castello del Re Pescatore assiste, insieme al re malato, ad una strana processione, in cui si succedono tre giovani che recano rispettivamente una lancia dalla punta sanguinante, un graal e un tagliere d’argento. Mal interpretando la virtù della discrezione, l’inesperto cavaliere si astiene dal porre le domande che gli permetterebbero di capire il mistero del Graal. Risvegliatosi il giorno dopo nel castello deserto, Perceval apprende che il suo peccato – l’aver fatto morire la madre di dolore – gli ha impedito di porre le domande previste, che avrebbero guarito il Re Pescatore e riportato p il benessere nel suo regno. g Il giovane g vive allora come cavaliere errante per cinque anni, acquistando gloria militare ma dimenticando Dio, fino a quando un eremita gli svela il mistero del Graal: il mistico recipiente contiene una sola ostia, grazie alla quale è tenuto in vita il vecchio padre del Re Pescatore, di cui Perceval è cugino per parte di madre. Qui la narrazione si sposta sulla quête di Galvano, impegnato nella ricerca della Lancia-che-sanguina. Il cavaliere, fatto prigioniero e impegnato in un torneo, invia l’annuncio del duello ad Artù: qui il romanzo si interrompe. Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani Erec et Enide e Yvain: romanzi dell’amore coniugale: • mostrano come conciliare il valore militare con l’amore l amore perfetto; • il potere non è concepito in senso epico: nel quadro di una società feudale, i protagonisti non sono spinti all’azione dal potere regio (anche se sovrani, i protagonisti si comportano come gli iuvenes, i cavalieri senza feudo) • l’aventure, in crescendo di difficoltà, è un percorso di raffinamento/perfezionamento dell’eroe, e permette di culminare l i nella ll felicità f li ità matrimoniale t i i l • l’eccesso nell’esercizio dell’amore coniugale è visto con sospetto: secondo il pensiero clericale, il vero amore è quello adultero, che non si realizza mai. Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani 31 12/04/2011 Cligès e Lancelot: romanzi dell’amore adultero: • ll’amore amore è generatore di avventure; • Cligès è l’ «anti-Tristano» (la risposta polemica all’ineluttabilità «magica» dell’amore); • gli ostacoli sulla via degli amori sono tratti psicologici che rappresentano dubbi e scrupoli verso il realizzarsi di una pulsione puramente emotiva e naturale; • l’ideologia dirompente che giustifica l’amore adultero (specie nel Lancelot) mette in scena una polarizzazione drammatica tra «amore convenzionale», di impronta razionale, e «amore passionale», folle e totalizzante. • Superamento del binomio ovidiano amore/malattia, e presentazione di un sentimento che è schiavo della passione, e fa perdere di vista la realtà. Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani Le roman de Perceval, ou le conte du Graal e le sue varie Continuazions ((di Wauchier de Denain, Gerbert de Montreuil, Manessier): • Trionfo del tema dell’aventure, che sconfigge l’amour; • ricerca del senso della vita è chiave per interpretare la realtà; • Il mondo (cavalleresco e arturiano) è in crisi: solo una soluzione magica lo può salvare; ma per raggiungerla, occorre che vi sia chi esercita le virtù cavalleresche al massimo grado; • il Graal è il simbolo delle ambiguità umane: un misterioso mito celtico dell’abbondanza che, trasfigurato, diventa il paradigma cristiano della vita santa e dell’ etica cavalleresca. Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani 32 12/04/2011 Poca attenzione, e forse rifiuto (competitivo/polemico?) della matière de Bretagne g p propugnata p g da Chrétien, autore con il q quale è in competizione p dialettica (seppur a grande distanza nella qualità). La sua migliore caratteristica espressiva è l’eclettismo con cui accosta fonti molto diverse tra loro. Si conoscono due romanzi: Eracle: è una biografia romanzata di Eraclio I, imperatore bizantino. Accanto a fatti storici (incoronazione, lotta col re di Persia e recupero della reliquia della Vera Croce), il romanzo contiene una parte importante di meraviglioso meraviglioso, accentuato ancor più dallo scenario dell'Oriente dell Oriente. Ille et Galeron (dedicato a Beatrice di Borgogna, seconda moglie di Federico Barbarossa): Ille è un eroe bretone, ma l’azione si svolge a Roma, e si ispira alla trama del Lai d’Eliduc di Marie de France, spostata avanti di una generazione. Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani Robert de Boron è il primo autore che produce una ciclificazione dei materiali romanzeschi romanzeschi, con la sua trilogia (o forse tetralogia) graaliana che da un’esplicita dimensione cristiana al Sacro Graal, identificato nella coppa che Giuseppe d’Arimatea utilizzò per raccogliere il sangue di Cristo. • Joseph d’Arimathie, in couplets di octosyllabes: • Merlin (in couplets di octosyllabes, rimasto in forma frammentaria, integrabile da una prosificazione successiva) • Perceval (rimangono solo due prosificazioni); • Mort Artu in versi (perduto, alla base dell’anonimo rifacimento noto con il titolo Mort le roi Artu, in prosa) Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani 33 12/04/2011 Lancelot-Graal (Vulgate): romanzo ciclico in prosa sulla tematica graaliana (inizio XIII sec.), sec ) in 5 romanzi: • Estoire del Saint Graal; • Merlin; • Lancelot du Lac; • Queste del Saint Graal; • Mort le roi Artu Roman de Tristan en prose, 1225-1240 (versione breve e versione lunga, ciclica e contaminata con altre prose) Università degli studi di Milano – Filologia romanza I-Z, a.a. 2010-11 – prof. R. Tagliani 34
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