MERCURIUS CORROSIVUS (sublimato corrosivo) Tra i
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MERCURIUS CORROSIVUS (sublimato corrosivo) Tra i
MERCURIUS CORROSIVUS (sublimato corrosivo) Tra i sali di mercurio, che per molti secoli sono stati principalmente usati nel trattamento delle malattie sono quelli associati con una piccola proporzione di acido muriatico (mercurio dolce, mercurius dulcis, calomelano, hydrargyrum muriaticum mite) e il sale muriatico mercuriale completo (sublimato corrosivo, hydrargyrum muriaticum corrosivus) per uso interno, nonchè la sua combinazione con sostanze grasse (unguentum mercuriale s. neapolitanum, unguentum hydrargyri cinereum) per uso esterno. Passerò sopra le altre innumerevoli preparazioni di mercurio, principalmente combinazioni con altri acidi o preparate con altre sostanze, che sono state usate meno frequentemente, e non hanno raggiunto alcuna reputazione duratura. La perfetta combinazione salina del mercurio con l’acido muriatico, il sublimato mercuriale (sublimato corrosivo, mercurius corrosivus sublimatus) è, piuttosto, meglio conosciuto in ragione del suo frequente abuso. Per la sua solubilità in acqua e alcool, e quindi la sua capacità di essere diluito ad ogni grado, è più adatto all’uso omeopatico. Successivamente ho fornito alcuni dei suoi sintomi, che vale la pena aggiungere, i quali serviranno a dare qualche idea della sua azione peculiare, che è molto diversa da quella del mercurio puro. Ho trovato che una singola dose di una piccola porzione di una goccia della quintilionesima, o meglio ancora della decilionesima diluizione, somministrata da sola, sia quasi specifica nella comune dissenteria autunnale. In questo caso la verità della legge di cura omeopatica è distintamente corroborata. 17. Dolore tagliente nell’addome (immediatamente), con brividi all’aperto, nonostante l’aria calda 1. Debolezza di mente; ci guarda con grandi occhi sgranati e non ci comprende (dopo 2 ore) 12. Sapore salato nella bocca (dopo 2 ore) 35. Tosse secca affaticante, vuota (dopo 2 ore) 41. Piedi freddi gelati (dopo 2 ore) 42. Verso sera, sgradevole sensazione nel periostio di tutte le ossa, come all’inizio di una malaria, con sensazione bollente della testa (dopo 6 ore) 45. Comincia improvvisamente ad addormentarsi, con uno shock di tutto il corpo (dopo 8 ore) 21. Insolita distensione dell’addome (dopo 12 ore) SINTOMI TEMPORALI INDEFINITI 17. Immediatamente dopo una evacuazione, pressione in basso, sotto l’ombelico, che dura qualche tempo 24. Insieme a un quasi costante dolore tagliente nell’addome e a una pressione dolente intollerabile quasi inefficace, forzatura e tenesmo, frequente eliminazione di poco muco sanguinolento, giorno e notte 1 ALTRI SINTOMI 2. Cefalea tirante, associata a dolenzia, sopra l’occhio sx, aggravata dal piegamento in avanti 3. Un ronzio nell’orecchio sx, sincrono con il polso 4. Infiammazione degli occhi, che protrudono dalle orbite (Schwarze) 5. Sguardo fisso (Schwarze) 6. Distorsione delle figure (Schwarze) 7. Stiramento del mascellare superiore, verso l’occhio, seguito da gonfiore) 8. Dolore bruciante nelle gengive e nella bocca 9. Labbro inferiore molto gonfio, anche all’interno, tanto che non c’è più linea di demarcazione con il labbro stesso (Schwarze) 10. Gonfiore delle labbra, della lingua e del collo (Schwarze) 11. Raucedine in gola, che rende diffide il parlare, ma non la deglutizione 13. Salivazione (Schwarze) 14. Sete inestinguibile (Schwarze) 15. Vomito (Schwarze) 16. Senso di dolore nella regione dello stomaco e del torace (Schwarze) 19. Bruciore dolente, dalla bocca alla regione gastrica (Schwarze) 20. Addome dolente, molto disteso (Schwarze) 22. Evacuazione di feci viscose 23. Evacuazione di feci sottili 25. Evacuazione di feci miste a muco e sangue scuro coagulato (Schwarze) 26. Diarrea (Schwarze) 27. Tenesmo (Schwarze) 28. Stranguria (Schwarze) 2 29. Prurito anteriormente, nell’uretra 30. Blenorrea uretrale, dapprima sottile, poi densa; alla fine con dolore bruciante alla minzione e fitte attraverso l’uretra 31. Leucorrea giallastra, con disgustoso odore dolciastro 32. (forte dolore al collo dell’utero, durante il coito, seguito da una pressione) 33. Coriza molto forte 34. Tosse secca 36. Dolore tirante notturno, di traverso per tutto il torace 37. Oppressione toracica 38. Gonfiore ghiandolare dolente, intorno ai capezzoli 39. Dolore tirante nell’articolazione dell’anca, muovendosi e appoggiandosi 40. Senso di addormentamento della gamba 43. (al mattino, sulle braccia e sul corpo, vesciche non dolenti, che scompaiono durante il giorno) 44. Lieve dolore tirante qua e là, nei muscoli, di giorno 46. Brivido alla testa 47. Al più piccolo movimento, anche alzandosi dalla posizione seduta, brivido e dolore tagliente nell’addome 48. Dall’aperto, pur con aria calda, che le risulta molto ripugnante, brivido e dolore tagliente nell’addome, con tenesmo 49. calore piegandosi in avanti; freddo alzandosi di nuovo 50. Non riesce a rimanere in alcuna posizione, di notte, fino ad arrivare a un senso di calore e ansietà 51. Frequente disposizione alla stizzosità, tanto che nessuno riesce a fare qualcosa per fargli piacere, alternata a serenità SHIGELLOSI E’ rappresentata da una sindrome infiammatoria acuta del grosso intestino che si manifesta, essenzialmente, con diarrea, ma che può evolvere verso una forma dissenterica. Il termine 3 dissenteria sta ad indicare un interessamento primario del colon, con passaggio di feci di piccolo volume miste a sangue e muco, accompagnato a tenesmo. Coincide con la vecchia denominazione di dissenteria bacillare che diede Shiga nel 1897, quando identificò il batterio omonimo. Tale mirorganismo è un gram negativo che si distingue in 4 gruppi sierologici maggiori (A, B, C, D): il gruppo A esprime la s. dysenteriae; il B la flexneri; il C la boydii; il D la sonnei. La trasmissione è di tipo oro-fecale, senza ospiti intermedi, ma sotto certe condizioni ottimali di temperatura i bacilli possono essere ritrovati in alcuni alimenti, quali latte, uova e formaggio (nell’acqua del mare persistono anche 3 giorni). Sono state descritte, da sempre, forme epidemiche di dissenteria bacillare, peraltro più frequenti nella tarda estate (dissenteria autunnale, descritta dallo stesso Hahnemann): in questi casi il vettore può essere rappresentato dalle mosche. La maggiore incidenza si riscontra nei bambini (soprattutto quelli che frequentano le comunità scolastiche) nell’età compresa fra 1 e 4 anni, spesso in combinazione con infezioni da rotavirus. Patogenesi: i vari ceppi di shigella penetrano l’epitelio del grosso intestino e moltiplicano nella sottomucosa e nella lamina propria, dove si accumulano cellule infiammatorie, che provocano microascessi. Discrete porzioni di colon e sigma sono ricoperte di essudato fibrinoso, mentre compaiono ulcerazioni superficiali sanguinolente di circa 5 mm di diametro. La diffusione dei bacilli per via ematica è molto rara e compare nel 3-6% dei pazienti. Manifestazioni cliniche: il periodo di incubazione è compreso fra le 36 e le 72 ore, con sintomi iniziali aspecifici, caratterizzati da febbre e dolori addominali. La diarrea compare dopo circa 48 ore ed è mista a sangue e muco purulento. La tensione addominale è costante. La remissione spontanea è la regola, e si attua dopo 2-7 giorni di malattia. Nei casi in cui i bacilli (soprattutto s. dysenteriae) producono una enterotossina (denominata S), si manifestano i sintomi clinici della dissenteria: feci di piccolo volume miste a sangue e muco, accompagnate al sintomo fondamentale, il tenesmo. Queste forme sono occasionalmente complicate da neurite periferica o convulsioni (specialmente nei bambini). Nausea e vomito sono rari e, comunque, molto meno frequenti delle forme virali o delle intossicazioni alimentari stafilococciche. La forma dissenterica si risolve, di solito, spontaneamente, in una settimana, anche se i bacilli possono essere isolati nelle feci fino a 2 o anche 3 mesi dopo la remissione del quadro patologico. Nei casi più gravi si può avere disidratazione e una conseguente congiuntivite (quando i sintomi persistono più di una settimana). Rara l’irite, mentre in pochi casi si può osservare un prolasso rettale. Complicazioni a medio e lungo periodo: l’artrite reattiva e la sindrome di Reiter insorgono nei casi cronici non trattati (soprattutto nei soggetti con HLA-B27). KARTULIS (Penzoldt: Trattato di Terapia speciale medica, Napoli, 1895, Amministrazione del giornale La Terapia Clinica, vol. I: 394-408) “Già fin dai tempi di Ippocrate con la parola dissenteria (δυσεντερία) è stata indicata una malattia, la quale si distingue per le coliche, il tenesmo e le deiezioni fluide, le quali sono frequenti, ma in piccola quantità, mucose e sanguinolente. A causa della grande differenza e mutabilità dei suoi sintomi, non è facile stabilire un limite esatto fra questa malattia e le altre affezioni del canale intestinale che decorrono con diarrea…Nell’ulteriore corso della malattia, 4 secondo l’intensità delle alterazioni anatomiche, che si svolgono nell’intestino, si hanno spesso deiezioni di colore bilioso, oppure di color cioccolato, o contenenti muco-pus, pus e pseudomembrane. Nei casi molto gravi le deiezioni divengono puramente sanguinolente; vi sono allora intense coliche e tenesmo. Gli infermi si sentono molto deboli e prostrati. La febbre può pervenire fino a 39,6°. L’addome, lungo il tragitto del colon, è più o meno sensibile alla pressione e spesso anche tumido. Codesti sintomi riscontransi essenzialmente nei casi acuti. Però, spessissimo la dissenteria diviene cronica e allora i sintomi si modificano in modo svariato. Nei casi cronici leggeri il sangue e il muco possono mancare nelle fecce, o presentarvisi solo accidentalmente. Il tenesmo e le coliche sono rare. Il sintomo principale è la diarrea cronica. Se i casi si protraggono per molti anni, l’infermo gradatamente dimagra (spesso malgrado abbia un buon appetito) e non poche volte termina con la morte per esaurimento e in conseguenza di complicazioni. Nei casi cronici gravi perdurano l’evacuazione di muco e di sangue, come pure il tenesmo, le coliche e la sensibilità alla pressione dell’addome. Nelle fecce rinvengonsi spesso grandi quantità di brani necrotici di mucosa. In questa forma l’appetito e lo stato generale dell’infermo sono, per lo più, fortemente disturbati”. NIEMEYER (Patologia e Terapia speciale medica, Vallardi, Milano, 1866, vol. IV: 355-6) “Alla vera invasione della malattia precedono talvolta per più giorni fenomeni precursori, consistenti in un perturbamento indeterminato dello stato generale e in anomalie della digestione, specialmente inappetenza, sete, leggeri dolori colici e inclinazione a diarrea. Il principio della dissenteria è solo di rado segnalato da brivido e sovente non è indicato neppure da un’orripilazione e da altri sintomi febbrili. Nella maggior parte dei casi la malattia comincia con una diarrea apparentemente innocua, colla quale vengono eliminate masse fecali di aspetto tale, da non destare alcun sospetto; è preceduta soltanto da un mediocre dolore colico ed è affatto libera da tenesmo, oppure questo fenomeno, che più tardi diviene tanto molesto, è leggerissimo. Ma quanto più spesso le diarree si susseguono l’una l’altra, altrettanto più violenti diventano i dolori colici (tormina ventris), che cominciano poco tempo avanti ogni singola evacuazione alvina e prima della scarica salgono a un grado intollerabile. Le evacuazioni stesse sono accompagnate da un tenesmo all’ano assai molesto e doloroso, che spesso è con comitato da stranguria. Malgrado il violento tenesmo e la sua lunga durata, pure non vengono evacuate che quantità relativamente piccole di masse, le quali ora non sono più fecali, ma mucose e di color grigio (dysenteria alba) e ora mucoso-sanguinolenti (dysenteria rubra) ed ora constano di puro sangue. In alcuni casi vengono evacuate di quando in quando singole scibale dure insieme colle masse mucose e mucose-sanguinolenti. Tosto dopo una scarica il paziente si sente alleviato; ed accusa dolori per lo più solo allorquando si esercita una pressione più forte sull’addome, principalmente nella regione del colon, ma ben più presto, e spesso già dopo pochi minuti, i dolori addominali ritornano; l’ammalato s’incurva e guaisce, e raggiunto il sommo grado di dolore, segue di nuovo il molestissimo tenesmo, sotto il quale vengono di nuovo evacuate quantità proporzionatamente piccole di dejezioni dissenteriche di odore debole. Questa scena si può ripetere venti o trenta volte e ancor più entro ventiquattro ore. Nel decorso della malattia si associano quasi costantemente, quand’anche mancassero in principio, eziandio i sintomi febbrili e gli altri fenomeni morbosi. Se l’intensità dell’affezione intestinale raggiunge un modico grado, la febbre offre piuttosto un carattere eretistico e sinocale, ed il polso è mediocremente accelerato, pieno e duro. Ne’ gradi più alti della malattia dessa però assume fin da principio un carattere astenico, il polso diventa piccolo e la sua frequenza sale a un carattere 5 considerevole…anche nei gradi più leggeri della malattia e nonostante una febbre modica, gli ammalati, a motivo delle considerevole perdita di albumina, dei dolori e della mancanza di sonno, soffrono gravemente e acquistano in breve un aspetto pallido; il polso, in principio pieno, diventa piccolo, la psiche è assai depressa, la stanchezza e lo spossamento raggiungono un grado altissimo. Ne’ gradi più alti della dissenteria le evacuazioni si susseguono l’una all’altra a brevi intervalli, i dolori colici quasi mai cessano del tutto e di quando in quando salgono a un grado intollerabile; il ventre è sensibile già sotto la pressione di leggero grado. Anche il tenesmo è più durevole e più tormentoso che non ne’ gradi più leggeri della malattia. Le dejezioni contengono molto sangue, numerosi fiocchi e lembi, e talvolta masse membranose di maggior volume. In molti casi viene evacuato anche sangue puro in gran quantità…a tutto ciò si aggiungono un grave perturbamento della salute generale, una completa inappetenza, lingua asciutta, notevole depressione delle forze e della disposizione psichica, spesso anche assopimento del sensorio e delirii leggeri…la convalescenza è sempre assai lunga e ne’ casi più favorevoli passano più settimane prima che l’ammalato possa abbandonare il letto…se la malattia ha un esito letale, allora il polso diventa sempre più piccolo, l’apatia cresce, la coscienza di sé si dilegua, l’infermo non accusa più dolori e tenesmo, le evacuazioni succedono involontariamente ed egli muore, come in altre malattie a rapido esaurimento, coi sintomi di una generale paralisi. Se la malattia volge dalla forma acuta nella cronica, il che accade molto spesso ne’ gradi più elevati della dissenteria, la febbre scompare…d’ordinario alternano diarrea e stitichezza; di quando in quando vengono evacuate feci normali commiste con masse mucosanguinolente o purulente, ed altre volte viene eliminato soltanto un liquido piriforme, il prodotto della mucosa suppurante; gli ammalati dimagrano eccessivamente e periscono dopo più mesi per cachessia e idrope marastico. Finalmente, se le perdite di sostanza della mucosa intestinale guariscono lasciando uno stringimento cicatriziale, l’aspetto morboso d’una dissenteria più grave è seguito da quello di una stenosi dell’intestino”. HAHNEMANN (esame delle fonti della comune materia medica, in: Lesser writings, Jain Publishers, New Delhi: 693) “Con una infinità di farmaci scelti empiricamente gli allopatici contrastano la dissenteria autunnale, ma con quale misero successo! I sintomi di sublimato corrosivo, comunque (vide la Materia Medica Pura), rassomigliano tanto a quelli di questa malattia, che tale medicina deve esserne il rimedio specifico; e l’esperienza mi ha convinto, da molti anni, che una singola dose, ossia una piccola porzione di una goccia della trilionesima attenuazione di mercurius sublimatis corrosivus è sufficiente a produrre una guarigione rapida e completa”. Similitudine (tra parentesi i sintomi di mercurius corrosivus, descritti nella Materia Medica Pura): • coliche (17), tenesmo e deiezioni fluide, le quali sono frequenti, ma in piccola quantità, mucose e sanguinolente (Kartulis); • deiezioni di colore bilioso, oppure di color cioccolato, o contenenti muco-pus (22), pus e pseudomembrane (25). Nei casi molto gravi le deiezioni divengono puramente sanguinolente; vi sono allora intense coliche (17) e tenesmo (24, 27)). Gli infermi si sentono molto deboli e prostrati. La febbre può pervenire fino a 39,6°. L’addome, lungo 6 • • • • • il tragitto del colon, è più o meno sensibile alla pressione e spesso anche tumido (20) (Kartulis). fenomeni precursori, consistenti in un perturbamento indeterminato dello stato generale e in anomalie della digestione, specialmente inappetenza, sete, leggeri dolori colici e inclinazione a diarrea (26) (Niemeyer); il principio della dissenteria è solo di rado segnalato da brivido e sovente non è indicato neppure da un’orripilazione e da altri sintomi febbrili. Nella maggior parte dei casi la malattia comincia con una diarrea apparentemente innocua (Niemeyer); quanto più spesso le diarree si susseguono l’una l’altra, altrettanto più violenti diventano i dolori colici (tormina ventris), che cominciano poco tempo avanti ogni singola evacuazione alvina e prima della scarica salgono a un grado intollerabile. Le evacuazioni stesse sono accompagnate da un tenesmo (48) all’ano assai molesto e doloroso (Niemeyer); dopo una scarica il paziente si sente alleviato; ed accusa dolori per lo più solo allorquando si esercita una pressione più forte sull’addome, principalmente nella regione del colon, ma ben più presto, e spesso già dopo pochi minuti, i dolori addominali ritornano (Niemeyer); il polso, in principio pieno, diventa piccolo, la psiche è assai depressa, la stanchezza e lo spossamento raggiungono un grado altissimo (Niemeyer). YERSINIOSI La forma più comune è data dalla specie y. enterocolitica, patogeno invasivo che ha un’alta incidenza nei bambini (soprattutto in USA). Fonti di contaminazione sono le carni, specialmente suine e confezionate. Sono conosciuti quattro tipi patogeni, che variano secondo la distribuzione geografica (03, 08, 09 e 05.27). La contaminazione del sangue (trasfusioni) induce uno shock tossico, mentre il ferro ne amplifica la virulenza (pazienti dializzati), fino a culminare in ascessi epatici. Manifestazioni cliniche: a volte possono essere confuse con quelle di una appendicite acuta (dolore addominale, febbre, vomito, diarrea e leucocitosi). La necrosi dell’epitelio intestinale determina la formazione di ulcere, mentre il quadro di enterocolite può essere complicato da adeno-mesenterite, ileite e appendicite acuta (della quale è la causa effettiva in una piccola percentuale di casi). Complicazioni: fenomeni autoimmuni, quali l’artrite reattiva, eritema nodoso, sindrome di Reiter, irite, febbre reumatica e sarcoidosi possono svilupparsi nei pazienti con yersiniosi. Disordini tiroidee autoimmuni, quali malattia di Graves e di Hashimoto, possono avere un’alta immunizzazione (umorale e cellulare) nei confronti di yersinia enterocolitica: alcuni determinanti antigenici di parete causano, infatti una risposta anticorpale crociata anche contro cellule di tiroide. Si è visto, inoltre, che la parete batterica è in gradi di legare il TSH, dal che si deduce che gli anticorpi anti-yersinia interagiscono con il recettore della tireotropina. Le yersiniosi sono, generalmente, severe (a volte anche mortali). La terapia omeopatica del mercurius corrosivus permette di negativizzare i titoli anticorpali di shigellae e yersiniae, alla potenza 030LM: due gocce una volta al giorno, per 40 giorni, con 7 remissione della sintomatologia. Molto interessante, clinicamente, è l’associazione tra risposta specifica anti-yersinia e la tiroidite, sia autoimmune (Hashimoto, con anti-TPO e anti-TG+), sia di Graves-Basedow, con ipertiroidismo e positività per anti-recettore del TSH, dovuto alle omologie di sequenza tra antigeni batterici e recettore stesso. L’uso del sublimato, in caso di malattia di Graves, permette di ridurre i tempi di ipertiroidismo e negativizzare, contemporaneamente, la risposta anti-yersinia e anti-recettore del TSH. Shigellae e yersiniae possono indurre, mediante la risposta immunitaria specifica prodotta verso i propri antigeni, una artrite reattiva, oltre che innescare la sindrome di Reiter e la spondilite anchilosante (entrambe HLA-B27+). L’uso del sublimato corrosivo, soprattutto nelle prime fasi di malattia, è in grado di curare il paziente in maniera stabile e duratura, qualora i due batteri siano implicati nel meccanismo etio-patogenetico. 8
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