N°2 - 2009
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pagina 2 Intervista al presidente Nazionale della C.N.D.A. Giovanni Gentile di Francesco Fabbri Ormai siamo giunti al giro di boa del primo anno dalla rielezione del Consiglio Direttivo della C.N.D.A., un anno dei più sofferti della storia sportiva della C.N.D.A. La diatriba tra C.N.D.A. e UITS è ormai entrata a far parte della storia e speriamo che ci resti per sempre. Il 2009 può entrare a pieno titolo tra le pietre miliari della vita della C.N.D.A. e chiediamo a Giovanni Gentile di raccontarci in prima persona come lo ha vissuto. Presidente, torna con la memoria all’incontro di Roma e raccontaci quali sono state le tue prime sensazioni un attimo dopo la firma sull’accordo tra C.N.D.A. e UITS. Sono stato l’ultimo ad uscire dalla stanza, mi rendevo conto che era accaduto qualcosa d’importante, ma ancora non mettevo bene a fuoco, all’amico Giorgio Cavicchi che mi accompagnava ho chiesto in romagnolo “ma l’abbiamo preso o dato?” la sua espressione è stata la risposta più eloquente. Pensavi veramente di riuscire ad ottenere praticamente l’intera posta in palio? Assolutamente no, dopo quattro anni passati a sbattere contro porte chiuse o cercare di parlare con orecchie tappate, poteva accadere di tutto e di più. Però sottolineo che questo è u n primo accor do, sarà da rivedere e migliorare in alcuni punti, ma è in ogni caso una buona base di partenza. Per chi volesse inviare materiale da pubblicare (articoli, foto, disegni, ecc...) può scrivere, telefonare oppure inviare una e-mail alla redazione: Avancarica Magazine c/o X.mas srl - Viale della Lirica 61 48100 Ravenna tel. 0544.272252 fax 0544.271417 e-mail: [email protected] Durante la diatriba con UITS, i tuoi associati sono stati un blocco granitico, perché le difficoltà cementano, poi una volta raggiunta la vittoria c’è stato il rischio concreto di un rilassamento? Come lo hai affrontato? Al termine della battaglia c’è sempre da parte del vincitore la voglia di fare “pulizia, ma questo nella C.N.D.A. non è accaduto, i soci, seppur con qualche legittimo “mal di pancia”, hanno tenuto un profilo basso, civile e consapevole e questo non deve essere scambiato come un rilassamento, ma un merito, riconosciuto con profondo rispetto. Una domanda che sempre più spesso circola tra i tesserati C.N.D.A. è come comportarsi con quei dissidenti che con il loro comportamento hanno messo in serio pericolo l’esistenza della C.N.D.A. Fortunatamente essi erano un numero esiguo ma numeroso quanto bastava per dare il via alla campagna di delegittimazione della C.N.D.A., senza di essi non sarebbe mai partita la burletta dell’avancarica UITS. Ora, ad accordo firmato, sono tornati quasi tutti nella casa madre, la C.N.D.A., che li ha accolti nuovamente ed a pieno titolo. Solo alcuni elementi stanno ancora dimenando gli ultimi colpi di coda, attaccando personalmente la presidenza della C.N.D.A., ma per loro s i sono aperte le porte della Giustizia, civile e penale. Sin dalle prime battute si è visto che l’accordo si basava su fondamenta molto instabili e certo non per colpa di C.N.D.A., gli episodi di Coldrano e Cerea, calendari non concordati e decisioni unilaterali, ecc..., quando e com’è avvenuta la svolta? La svolta è avvenuta, quando mi sono reso conto che le trattative andavano portate avanti di persona con un colloquio a due tra il presidente dell’UITS, Obrist, ed il sottoscritto, scavalcando di fatto tutti gli intermediari più o meno affidabili, e devo dire che ho avuto il piacere di trovare in Obrist una persona corretta e disponibile al dialogo. Un altro passo altrettanto importante e meno sofferto è stato l’accordo firmato tra C.N.D.A. e FITAV, cosa ti aspetti da questo nuovo compagno di viaggio? In FITAV si è respirata subito un’aria diversa, sarà stato che tra piattellisti ci s’intende “al volo”, sono bastate poche battute col presidente Rossi che l’accordo è stato formalizzato. Sul tiro a volo ad avancarica è stata data a C.N.D.A. mano libera assicurandole il pieno appoggio di FITAV e questo è un passo importantissimo, tutte le gare ufficiali si disputeranno sui campi FITAV e non può esservi vetrina migliore per la promozione del tiro a volo ad avancarica. pagina 3 Lo scoppio del fucile ed una grazia ricevuta Uno sfortunato cacciatore si reca a caccia, s’avvicina per colpire alcune tortore posate su un albero alla sua destra, prende la mira, spara, ma l’arma gli scoppia tra le mani fortunatamente senza conseguenze dolorose, ed egli, devoto e riconoscente, ringrazia la Madonna. Il nostro cacciatore è persona di media età e d’evidente agiatezza perché veste con una certa ricercatezza: le fibbie delle scarpe e l’abito sono propri di persona abbiente certamente con buona pratica di caccia e delle armi. Vediamo lo schioppo: possiamo immaginare un ottimo Zanotti, prodotto dai rinomati archibugieri di S. Maria in Fabriago, rifinito ad arte, con acciarino “moderno o alla francese”. Nella tavoletta si nota il calcio in scuro legno di noce o di pero, calciolo in metallo, lunga canna, cane che stringe la pietra focaia, lo scodellino, la martellina, e lo scoppio con la vampata di fuoco che si propaga lungo la canna con fiammate che fuoriescono persino dalla bocca dell’arma. Cosa può essere accaduto? Esclusa un’esagerata carica di polvere e di pallini, chi ha pratica di caricamento noterebbe la bacchetta che sporge in modo abnorme. Anche ammettendo una carica errata - si consideri che la pres sione massima si ha nel la camera di scoppio o nella sua prossimità - nel caso in esame l’esplosione ha provocato la frattura della canna per tutta la sua estensione. Canna con difetto di costruzione o di logoramento? Probabilità da non escludere a priori anche se pare difficile pensare che una persona benestante possa recarsi a caccia con uno schioppo in quelle condizioni. A mio avviso la causa più probabile dello scoppio potrebbe essere dovuta ad una disattenzione, l’ostruzione della canna, con foglie o fango, durante il percorso accidentato in campagna con conseguente sovrappressione. L’impazienza di sparare gli ha giocato un brutto tiro, la prudenza, specialmente con le armi, non è mai troppa! Piero Raggi Tavoletta votiva P.G.R. Lugo - ultimo quarto del secolo XVII - Olio su tavola - cm. 29x18 pagina 4 ARMI ANTICHE, MILITARI E CIVILI ARMI DA COLLEZIONE EX ORDINANZA DECORAZIONI OGGETTISTICA MILITARE E DOCUMENTAZIONE STORICA Si effettuano valutazioni gratuite, da parte di esperti a domicilio ed eventuali acquisti e/o permute GARANTIAMO LA MASSIMA RISERVATEZZA Per tutte le altre news, classifiche e varie collegati al sito www.cnda.it pagina 5 Accordo CNDA-FITAV pagina 6 L’ARCHIBUGIO Tutto ebbe inizio per caso, come spesso avviene nel mondo del tiro a segno e dei poligoni, e in altre parole con la voglia e la curiosità di scoprire qualcosa di nuovo che desse sensazioni ed emozioni mai provate. L’avancarica sembrò lo sbocco naturale di questa ricerca. In quegli anni, siamo nel 1993, in Romagna esisteva una sola compagnia d’avancarica affiliata alla C.N.D.A., la Compagnia del Passatore di Santarcangelo di Romagna che accoglieva tra le sue fila anche gli appassionati di Forlì, naturale quindi chiedere ed ottenere ospitalità nella Compagnia del Passatore Questo è il primo gruppo d’appassionati d’avancarica di Faenza con le insegne del Passatore, da sinistra in piedi: Gilberto Montanari, Giancarlo Caroli, Nerio Bosi, Ermanno Argnani, Edmondo Facchini, in ginocchio: Angelo Lucchesi, Gianni Marabini. Nel 1997 i faentini si staccarono dal gruppo forlivese e crearono una compagnia autonoma, L’Archibugio (LARC) il primo presidente fu Gianni Marabini e con la nuova gestione l’avancarica faentina prese nuovo impulso. Per tutte le altre news, classifiche e varie collegati al sito www.cnda.it pagina 7 Questo è il primo gruppo di tiratori de LARC, da sinistra: Alberto Lega, Salvatore Lacerenza, Gianni Marabini, Edmondo Facchini, Nerio Bosi, Marco Mazzotti. Con la nascita del tradizionale Trofeo delle Ceramiche, LARC entrò a pieno titolo nel calendario delle manifestazioni della C.N.D.A. Arrivarono anche i primi risultati sportivi di rilievo. E’ sotto la presidenza di Giovanni Gentile che c’è stata la consacrazione tra i grandi dell’avancarica d’Alberto Lega che portò alla compagnia LARC tre titoli italiani, un titolo europeo individuale e un titolo mondiale a squadre ai quali vanno aggiunti un titolo italiano a squadre di Pennsylvania (composta da Gentile, Bosi, Facchini) e la medaglia d’argento mondiale, a squadre “Batesville” di Giovanni Gentile. Anche nel settore politico istituzionale furono raggiunti i massimi vertici, con Gentile che fu eletto nel consiglio direttivo della C.N.D.A. per poi diventarne il presidente nazionale, tutt’ora in carica. Francesco Fabbri Vendi...cerchi ...scambi? Inserisci il tuo annuncio gratuito su Avancarica Magazine per telefono via fax via e-mail: 0544.272252 0544.271417 [email protected] pagina 8 Dopo le parole….i fatti Come si conviene tra persone perbene, alle parole seguono sempre i fatti. Ed è ciò che ha sottolineato oggi, con legittima commozione, il presidente Giovanni Gentile, quando, durante l’assemblea annuale dei soci della C.N.D.A. presso l’Hotel Farnese di Parma, ha consegnato nelle mani del coordinatore provinciale della Protezione Civile di Parma, Marco Nadalini, l’assegno di 2.340 euro, frutto della decisione dei finalisti del campionato italiano C.N.D.A. di rinunciare alle proprie, meritate, premiazioni e devolvere il corrispettivo delle stesse pro terremotati de L’Aquila. La Protezione civile parmense è impegnata seguire l’elenco dei finalisti e di chi ha alla ricostruzione di 2 campi da rugby, uno a L’Aquila A contribuito a titolo personale, con l’indicazione e l’altro nel comune di Villa S.Angelo. della compagnia di appartenenza: ALLEGRI AMANTINI ANDREOLI ANTONELLI ARRIGONI ARTUSO ASCIONE BARAVALLE L’Ufficio Stampa C.N.D.A. DE IURI BERIA BERNOCCHI BERTOLI BIAGINI BONI BONI BRAMBILLA BRIATORE BROIA BRUN CACCIATORI CANATO CAPONE CARON CARUSO CASUCCI CATANI CATTANEO CAVICCHI CAZZOLI CESANO CHIAPPORI CIRCI CIUFFI COCUMAZZI CREPALDI D'ADDETTA DE PAOLI ESPOSITO FANTOLINO FARINOTTI FAVALLI FERRARI FERRERIO AN. FERRERIO AL. FILIPPI FRANZIN FREZZOLINI GALLI GARGIULO Il momento GENNARI della GENTILE GINANNESCHI consegna DELL’AVO Senza voler rinfocolare polemiche, giustamente s opite, questa donazione è una risposta inequivocabile a quanti, più o meno velatamente, accusarono a quel tempo la C.N.D.A. di strumentalizzare la tragedia che colpì l’Abruzzo. AP CDP SLV ARTA APN AB AAN AP GAP SLV SPTA SPTA GTA STETA STETA SLV APN SPTA CGG ARS AP ARTA AB GTA APN GAP SLV BDP SLV SPTA CUS ARTA STETA IB APN AP CdP AP2 AP SPTA 3L GTA 3L 3L CUS AP ARTA APN GAP APN L’ARC SLV GIACHETTI GIACOPELLI GIANDINOTO GRAZIOLI GUENZI IAMETTI LAURELLA LAZZURI LEPORE LOFRESE LUCCHELLI LUCCHINI MANNA MARIANI MELE MOLINO MORANI MORETTI MORO MUSOLINO A. MUSOLINO P. ORSO PENNA PIZZINATO PORINI PORTESANI RAZZANO RESTA RINALDI ROPA ROSATI ROSSO SAMMARCO SICLARI SIFLETTO P.G. SIFLETTO D. SIGNORINI SIMONE SOZZANI TIVELLI VACCHERI VALERI VECCHI VEDANI VENANZI VENTURA VESCOVI VIGLIOTTI ZANONI ZANZI DEL RIU MORO SEREDA 3L SPTA AP GTA AAN 3L AP AL CUS AL AP 3L CUS SPTA GAP AP AAN STETA AB AP AP AB AP AB GTA AP AP AL AAN SLV SPTA OWSS STAP STETA AP AP ARTA AP 3L APN ALTM ARTA SPTA 3L AP CUS AB GAP 3L BdP APN AB pagina 9 23° Campionato Europeo Una splendida avventura di Antonio Ferrerio La Nazionale Avancarica si è recata quest’anno a Valencia, nel sud della Spagna, per il XXIII° Campionato Europeo del M.L.A.I.C. Molto caldo in Italia e peggio ancora lungo la strada ma a Valencia per fortuna una pioggia sottile e una temperatura inaspettata, almeno il giorno del nostro arrivo, hanno cominciato a dissipare i nostri timori. Valencia ha ospitato la kermesse Europea d’Avancarica del M.L.A.I.C. del 2009 dal 7 al 12 Settembre a causa delle temperature elevatissime del mese d’Agosto, che hanno suggerito agli organizzatori di posticipare la data, ma anche e soprattutto perché sede nel mese d’Agosto dell’Expo 2009, con la conseguente paralisi della città e delle sue strutture ricettive. Il viaggio, vista la distanza abbordabile (1.400 km.), si è svolto in modo autonomo con mezzi propri, e la rappresentativa Italiana si è ritrovata tra il Sabato sera e la Domenica mattina all’Hotel Abba Acteon, un’ottima struttura sapientemente selezionata dal responsabile sportivo Andriotto, in prossimità del centro di Valencia, a poche centinaia di metri dal Porto, e sulla strada per il Poligono di tiro di precisione. (continua a pag. 10) pagina 10 Dedichiamo la mattina della Domenica 6 Settembre alla visita di Valencia, città d’arte e cultura, con le sue meravigliose chiese, musei, negozi ed ai numerosi mercatini all’aperto, di qualunque tipo di mercanzia uno possa desiderare, dalla numismatica e la filatelia, ai mercatini dell’usato e ai classici oggetti della tradizione spagnola, oltre che alle prelibatezze della cucina locale Valenciana. La sera di domenica si è tenuta la riunione ufficiale della Nazionale Avancarica, con il discorso di benvenuto del Presidente Gentile, la presentazione del programma della manifestazione e la consegna dei documenti di gara e dei vari appuntamenti da parte del Delegato M.L.A.I.C. Antonio Ferrerio. Nella stessa occasione sono state ufficializzate dal Presidente Gentile le squadre presentate dalla C.N.D.A. nelle varie discipline, da sempre oggetto di grand’attenzione da parte dei molti interessati a farne parte, lasciando una riserva di modifica in caso di modesti risultati durante gli allenamenti in programma lunedì e martedì. Il poligono del tiro di precisione si trova a poco più di 30 minuti d’auto in direzione nord-est, mentre quello del tiro a volo si trova dall’altra parte della città, a circa 40 minuti, in prossimità dell’Autodromo di Valencia che, solo 15 giorni prima, aveva ospitato il GP di Formula 1. Purtroppo la distanza che divide i due poligoni impedisce di far visita ai colleghi e ci limitiamo a far pervenire tutte le informazioni e le notizie via telefono. pagina 11 Per il resto la struttura è perfettamente funzionante e idonea alla manifestazione, e l’accoglienza degli Spagnoli è come il solito cordiale e calorosa. Il campo di tiro a volo si trova in cima ad una collina che domina Valencia, più fresco e ventilato, è una struttura stupenda con ampi spazi a disposizione, Club House e numerosi stand di tiro, di cui due sono stati attrezzati per il tiro ad Avancarica. Espletate le formalità di rito, lunedì iniziamo gli allenamenti avendo a disposizione linee più che sufficienti per le nostre attività. Durante il pomeriggio spuntano i primi mercatini con accessori, armi e curiosità che attraggono tiratori ed appassionati. Martedì c’è il controllo armi e tutto fila liscio senza intoppi o difficoltà. Martedì sera inaugurazione del XXIII° Campionato Europeo d’Avancarica, e gli spagnoli non tradiscono le aspettative: un carosello storico con figuranti in divisa d’epoca con armi bianche e ad avancarica, 2 squadriglie di cavalieri, un cannone ad avancarica, sul suggestivo scenario della spiaggia di una marina in prossimità di Valencia, ci fa ripercorrere la storia delle guerre di conquista e degli scontri che hanno portato all’indipendenza di Valencia, il tutto magistralmente gestito da un’istrionica voce in campo che dettagliava il susseguirsi delle scene e delle situazioni rappresentate. La presenza del Sindaco di Valencia, del Presidente dell’Associazione Industriali, e del Presidente della Federazione Valenciana del tiro Olimpico, hanno sottolineato l’importanza dell’evento del M.L.A.I.C. e di quanto fosse sentito dalla Comunità Locale. Mercoledì 9 Settembre iniziano le competizioni: ognuno di noi cerca la concentrazione necessaria per dare il massimo e sfruttare quest’importante appuntamento per ottenere un buon risultato e far ben figurare l’Avancarica Italiana. (continua a pag. 12) 23° Campionato Europeo - Valencia 2009 Nella struttura del tiro di precisione di Naquera, al nostro arrivo, c’è gran fermento e lavori in corso: il poligono dei 100 metri, costruito per il Campionato M.L.A.I.C., è ancora in fase di collaudo, e purtroppo scopriamo che mancano ancora gli isolamenti acustici. pagina 12 Fin dall’inizio della giornata si capisce che c’è qualcosa di buono nell’aria, oltre al profumo di una paella Valenciana proposta dall’organizzazione per il pranzo: esordisce Antonio Ferrerio 3° con un buon 96/100 in Kuchenreuter O che contribuisce a portare la squadra di Boutet (Ferrerio Antonio-VecchiLucchini) al 3° posto. Iniziare la prima giornata con 2 medaglie di bronzo è di buon auspicio, e la serata si termina con le premiazioni per poi rientrare all’albergo e riposarci dopo la lunga e stressante giornata al Poligono. Giovedì assistiamo al capolavoro di Cattaneo che con uno strabiliante 97/100 in Miniè O straccia la concorrenza lasciando il 2° classificato a 3 punti di distanza, e trascinando di peso la squadra di Pauly (Cattaneo-Ferrerio Alb.-Guenzi) al 3° posto. pagina 13 Venerdì iniziamo il penultimo giorno di gare con un botti no di medaglie inaspettato e la convinzione che possiamo continuare a far bene, ma ancora non immaginiamo quanto…. Iniziamo subito fortissimo con Giuliana Casucci che vince con un prestigioso 97/100 la categoria Walkirie R, e nel pomeriggio seguono a breve distanza la notizia d’altri due Ori di Squadra nelle categorie Wedgnock (Maximilian O) con CattaneoGuenzi-Sammarco e Egg (Cominazzo O) con CataniFerrerio Antonio-Lucchini che conquistano anche il Record Europeo. Nella serata e poco prima delle premiazioni ci giunge la notizia che i nostri piattellisti hanno conquistato una Medaglia d’Argento nella squadra di B atesville ( Lorenzoni O /R) c on B oni-Gentile-Siclari. L e premiazioni sono per noi tutti uno spettacolo incredibile, perché 3 medaglie d’Oro nello stesso giorno sono un record veramente importante per la nostra rappresentativa e l’inno Nazionale ci diventa sempre più familiare. Sabato ci sono gli shoot off per il piattello e abbiamo il nostro Moreno Boni 3° nella gara di Lorenzoni R dopo lo spareggio per il 2° posto: purtroppo dopo una tesissima e lunga sequenza di piattelli rotti da entrambi i concorrenti, al 17° piattello di spareggio Moreno deve cedere ad uno strepitoso tedesco, Werner Pahl, che non ne sbaglia uno neanche a pagarlo. La serata conclusiva, con cena di gala, si svolge sabato sera nelle vicinanze del Poligono di Naquera con i consueti saluti, scambi d’omaggi, pins e cravatte. Nell’occasione il M.L.A.I.C., nella persona del suo Segretario Generale, David Bridgen, riceve i ringraziamenti da parte della Federazione Valenciana per l’avere loro concesso l’onore di organizzare quest’importante evento e si procede alla cerimonia del passaggio di consegne e della bandiera del M.L.A.I.C. tra il Delegato Spagnolo e quello Finlandese, in quanto nel 2011 il prossimo Europeo sarà disputato a pochi Km da Helsinki in una località sul mare, all’interno di una Scuola Militare che ha sede in uno stupendo fortilizio ottocentesco. (continua a pag. 14) 23° Campionato Europeo - Valencia 2009 Le premiazioni ci vedono tutti, Presidente Gentile in testa, commossi ad ascoltare (e cantare) l’inno Italiano, contribuendo ancor di più a convincerci della nostra gran competitività in tutte le specialità, e tornando all’albergo le note dell’inno Nazionale continuano a risuonare nella nostra mente. pagina 14 4 Medaglie d’ORO 1 d’ARGENTO 4 di BRONZO sono un bottino di grande prestigio che porta la nostra rappresentativa al 4° posto generale, dopo le superpotenze Germania, Francia e Spagna, e che conferma ancora una volta il v alore d ella n azionale italiana C.N.D.A. 23° Campionato Europeo - Valencia 2009 Lasciando Valencia la domenica mattina, non posso far altro che ripercorrere gli eventi vissuti nei giorni precedenti e realizzo che nonostante una rappresentativa purtroppo limitata dai tanti problemi occorsi anche quest’anno, dai limitati mezzi economici e dalle assenze forzate (chi per motivi familiari) degli ultimi giorni, la trasferta è stata a dir poco eccezionale. pagina 15 LA BOURSE AUX ARMES DI PARIGI 2009 di Paola Andrean Serafini Anche quest’anno, il 18 ottobre u.s. si è svolta l’edizione autunnale della “Bourse aux Armes” di Parigi, a Rungis, paesino di soli 4,2 kmq situato a sud di Parigi, poco lontano dall’aeroporto di Orly. La sede della mostra mercato è presso la zona industriale, SILIC, nell’Espace J.Monnet ed è divisa in due settori: uno riservato ai privati e uno per i professionisti. foto 1 foto 1b particolarità! Dai privati si può acquistare a prezzi meno cari che dai venditori d i p rofessione, m a è c erto c he g li og getti più particolari si trovino più facilmente presso questi ultimi! Per esempio, Mr. Gabrielli mi ha mostrato un revolver calibro 8, “model d’essai militaire 1887”, fabbricato in soli 1000 esemplari, predecessore del modello 1892, della Manifacture d’Armes St. Etienne foto 1a (vedi foto 1) con cacciavite estraibile! Alcuni di questi venditori, mi conoscono già da anni e per loro sono “la dame aux photos” e dunque ci tengono a mostrarmi i loro pezzi più pregiati, fornendomi anche informazioni e talvolta smontandoli per farmi vedere le Come Mr. Alain Bonnard, che esponeva una bellissima daga del 1890 della Marina Tedesca (foto n. 2) ed un fucile Sistema foto 2 Charoy del 1822, trasformato a percussione nel 1834, (foto n. 3) come pure un archibugio (petrinale) da caccia della fine del XVIII secolo (foto n. 4). Molte delle foto che vi propongo sono di armi che appartengono a venditori del settore, che preferiscono restare anonimi e che a causa delle vetrine in cui erano esposti i pezzi, non sono proprio bellissime, foto 3 ma vi danno l’idea di cosa si può trovare in quel mercato, che è uno dei più importanti in Europa. foto 3a Ed ecco una vetrina di revolvers, (foto n.5), una di pistole di vario genere (foto n. 6), una con attrezzi per armi a ruota e a continua a pag. 16 pagina 16 pietra: chiavi da ruota, morsetto stringimolle e portapolverini di varie forme (foto n.7 e n.7a) ed ancora una “Mitrailleuse” ovvero “Gaulois” a cinque colpi brevettata nel 1893 da Blachon e Mimard e fabbricata dalla Manifacture d’armes et cycles de Saint-Etienne, mod. n. 2 del 1894 contenuta in un astuccio di pelle (foto n. 8) mentre altre vetrine contengono medaglie di vario genere (foto n. 9). foto 4 foto 4b Ancora una “Pistole Reform Bréveté D.R.P. 177023 ” con quattro canne (foto n. 10), oppure la UNIQUE foto 4a C.S. SHATUCK ARMS CO . Hatfield Mass. (foto n. 11) una rara Victor Colette a percussione (foto n. 12) Una pistola ad armonica a 10 colpi (foto 13). Per la gioia dei collezionisti un banco con diversi astucci di pistole con accessori (foto n. 14) e per i restauratori-collezionisti, un banco di attrezzi e “pezzettini” di ogni genere! (foto n. 15) Tra le più antiche, una bellissima pistola bresciana a ruota del ‘600 (foto n. 16) e alcune “fiorentine” di Anghiari del ‘700 (che mi sono fatta servire su un cuscino di raso per poterle fotografare meglio! (foto n.17). Ma non solo, c’era anche un piccolo cannoncino, da muro o da nave, a pietra focaia (foto n. 18) ed un fucile – martello (foto n. 19) ed anche un fucile a ripetizione della fine del XVII secolo firmato da Berselli – Bologna (foto n.20) Ma non c’erano solo armi antiche, anche Kalashnikov (foto n. 21), mitragliatrici MG 42 (foto n. 22) una Lathi M40 della fabbrica di Husqvarna, in Svezia (foto n. 23). foto 5 E poi armi particolari, come quelle delle foto n. 24, n. 25, n. 26 e n. 27. Mr. Lombard mi ha mostrato una carabina militare a percussione, del 1842, donata al Gen. Vital completamente foto 6 decorata con filo d’acciaio intarsiato (al centro nella foto n. 28) (particolari foto 28a, 28b e 28 c), un fucile con due meccanismi a pietra piuttosto tardi, del 1837, per le guardie del Vaticano (foto n. 29) foto 7a ed ancora un’arma con un particolare sistema di accensione laterale a percussione e 2 bellissime canne di foto 7 damasco! (foto n. 30). Ma fra tutte, quella che mi ha stupito di più, con dimostrazione pratica (su cuscino!) è stata una speciale arma, per la caccia al cinghiale, dotata di uno spiedo che al bisogno si infila nell’animale e in seguito alla pressione della spinta manuale, fa scattare il meccanismo foto 8 di sparo per il colpo finale ! (foto n. 31) pagina 17 foto 11 foto 9 foto 12 foto 11b foto 13 foto 13a foto 10 foto 11c foto 16 foto 14 foto 16a foto 15 foto 13b foto 17 foto 19 foto 21 foto 18 foto 20 foto 22 foto 23 continua a pag. 18 pagina 18 foto 28 foto 28b foto 24 foto 25 foto 28a foto 28c foto 26 foto 27 foto 29 foto 31 foto 31a foto 30 foto 30a foto 30b foto 31b venditori privati venditori professionisti venditori professionisti Bene, credo che quanto vi h o descritto, con parole e d immagini, abbia risvegliato in voi il piacere e il desiderio di esserci al prossimo appuntamento, che sarà per il 18 aprile 2010!!! pagina 19 SFIDA ALL'OK CORRAL Sabato 4 luglio 2009, presso il poligono Umberto I° di Roma si è disputata l’ormai consueta manifestazione sportivo-culinaria. Hanno partecipato tutti soci ARTA ed i soci del TSN Roma che già avevano sperimentato l’avancarica. I tiratori, scesi in pedana a due a due, scelta l'arma, fucile o pistola monocolpo ad avancarica, avevano 10 minuti per sparare quanti più colpi possibili in un bersaglio da PL posto a 50 metri, passava il turno il tiratore con più punti. Al termine si è confermato il motto del vecchio Flint: "quando un uomo con la pistola incontra un uomo col fucile, l'uomo con la pistola è un uomo morto!" Come si può dedurre dalla classifica, i fucili l’hanno fatta da padroni, onore quindi al prode Sardella, unico “pistolero” ad entrare nei “top ten”. --------------------------------------------------------------------------------Tiratore Colpi Punti Media Note --------------------------------------------------------------------------------1° CAPONE Massimo 17 156 9,17 Fucile a percuss. 2° FREZZOLINI Ernesto 15 113 7,53 Fucile a percuss. 3° VALERI Antonio 13 111 8,53 Fucile a percuss. 4° CIRCI Sandro 13 102 7,84 Fucile a pietra 5° MATTEI Mario 10 84 8,4 Fucile a percuss. 6° VENTURA Gianluigi 10 82 8,2 Fucile a percuss. 7° RIVALTA Andrea 11 80 7,27 Fucile a percuss. 8° PEZZOLET Vincenzo 10 78 7,8 Fucile a percuss. 9° SARDELLA Antonio 12 73 6,08 Pistola a percuss. 10° GINANNESCHI Giuseppe 7 58 8,28 Fucile a percuss. --------------------------------------------------------------------------------Al termine della gara la tradizionale cena conviviale e la riffa per il Fucile Tryon cal.451 della ditta Pedersoli. Un particolare ringraziamento al dott. Carlo Mantegazza, presidente del TSN Roma per la squisita ospitalità. Arrivederci alla prossima “Gara di Natale”. Antonio Valeri pagina 20 e l a t a N i d a r a G “Buona la prima” sto che Chi ben comincia….ed è per que ttello pia al tiro di la prima Gara di Natale re, mb dice 8 ì rted ad avancarica, disputata ma nza Fae di A. .D. al campo permanente C.N fa ben sperare per il futuro. tempo Nonostante l’inclemenza del pause vi bre le del che ha concesso solo nato zio fun ha durante la gara, tutto ne sio ten la ta nca a dovere e non è ma ta tes a ta tes un agonistica che ha visto ico Enr ica car in tra il campione italiano Boni con il Siclari e l’ex iridato Moreno pronto per ci Tur giovane forlivese Iacopo o dei 2 cal ale ntu approfittare di un eve battistrada. 1° 2° 3° 4° 6° 7° La classifica finale vede: Enrico Siclari con 21/25 Moreno Boni con 20/25 Iacopo Turci con 18/25 e a pari merito Giovanni Gentil 25 17/ con ed Eugenio Ciuffi Andrea Mariotti al debutto con 16/25, Giancarlo Moro con 15/25. Enrico Siclari Iacopo Turci ola La giornata si è chiusa a tav le con e po” tem col tradizionale “terzo premiazioni. Francesco Fabbri L’ospite d’onore Il terzo tempo Moreno Boni pagina 21 il Dito nell’Occhio Samuel Colt ed i revolver, un cammino tra il mito, la leggenda e la storia. di Gualtiero Fabbri La particolarità dei prodotti in cui si era Samuel Colt, può essere preso a pieno titolo come uno dei simboli del vecchio West, specializzato, richiedeva un sistema lavorativo molto esigente: occorrono un gran numero di armi soprattutto per i suoi revolvers. per rifornire un esercito e queste devono avere un Le 3 mitiche armi che hanno accompa- funzionamento impeccabile, quindi con tolleranze gnato l’avventura Western, nel bene e nel male, minime di lavorazione, dovendo produrre anche i la Colt 1851 Navy, la Colt 1860 Army e la Colt pezzi di scorta e di ricambio delle parti guaste, S.A.A. 1873, assieme a tante altre, sono diventa- diventa indispensabile la intercambiabilità e la Colt, allora, era l’unica che garantiva questo. te icone indiscutibili di quel periodo. Indubbia è la fama di Samuel Colt come costruttore ed industriale, meno noto il suo estro di venditore, forse acquisito negli anni in cui girava le fiere come imbonitore, che lo aveva portato ad essere il precursore della pubblicità su vasta scala, non lesinando omaggi a personalità importanti, militari e politiche. Da non dimenticare la felice scelta, da parte sua e dei suoi successori, di preziosi collaboratori, alcuni dei quali vere miniere di brevetti, quali: E. Whitney, E.K. Root, A. Thuer, A.C.B. Richards, W. Mason, Hiram Berdan, W.H. Elliot, C.J. Ehbets, F.W. Weatherhead, W.B. Franklin, R.J. Gatling, J.M.Browning. La fama delle sue armi aumentò con la loro adozione da parte delle forze armate tramite, a dire il vero, non chiarissime commesse con il governo U.S.A. Basti pensare che al tempo della guerra di secessione, un revolver Remington, indiscutibilmente superiore ai coevi modelli Colt costava all’esercito 12,5 dollari contro gli oltre 20 dollari dei secondi, ma questi ultimi ebbero comunque la preferenza nelle scelte governative. I miti e le leggende camminano di pari passo e questo vale anche per Samuel Colt, che è c onsiderato l ’inventore d el r evolver, i deato, secondo la leggenda, osservando le pale di un battello a vapore, e poi intagliando l’idea su un modello di legno durante una traversata oceanica. Il vero problema era che tutte le armi del periodo diventavano praticamente pezzi unici, il vero genio di Colt, (oltre che trovare sempre un giudice che gli prolungava l'esclusiva del tamburo), fu appunto quella di applicare alla fabbricazione la produzione in serie, con pezzi intercambiabili. In Inghilterra esistevano revolvers a pietra focaia già nel 1680, ma anche qui niente di nuovo, era solo stata applicata all’arma corta un’idea sviluppata in centro Europa alla fine del 1500. Un esempio per tutti, i 200 modelli di colt automatiche per i trials del 1910 costarono 18,50 dollari l’uno, le Savage 65 dollari, la DWM, addirittura, si rifiutò di investire denaro per preparare le sue 200. Negli Stati Uniti, poi, le pistole tipo “pepperbox”, a luminello, (che a ben guardare sono revolvers a tutti gli effetti), di Allen & Thurber erano in vendita già a metà degli anni ’30. (segue nelle pagina seguenti) Chissà c he d elusione a vrà p rovato arrivando in Europa e scoprire che laggiù il revolver esisteva già, infatti, un tale JAMES Fino a metà dell’ottocento, le armi erano PUCKLE aveva depositato, a Londra, un brevetto appannaggio di piccole e medie officine con p e r p i s t o l a - r e v o l v e r g i à n e l 1 7 1 8 , m a anche costui non aveva inventato niente di abilissimi artigiani che aggiustavano a mano le rivoluzionario. parti da assemblare, una ad una. Senza dimenticare che il sig. ARTEMUS WHEELER di Boston, Massachussets, il 10 giugno Si deve quindi a Colt ed ai suoi successori 1818 aveva ottenuto negli U.S.A. un brevetto per la meccanizzazione del lavoro e l’introduzione “un revolver a pietra focaia con il tamburo che ruota tramite il movimento del cane”. delle prime lavorazioni in serie. pagina 22 I brevetti COLT in U.S.A. partono dall’anno 1836, Samuel Colt, quindi, non può essere considerato l’inventire del revolver, suo, invece, è il merito di avere reso pratico ed efficiente un sistema, tamburo più luminelli, esistente già da tempo. Se si vuole trovare la vera scoperta di Colt occorre accompagnarlo nel suo viaggio oceanico fino in India, facendo prima un passo indietro:in Inghilterra dal 1819 un tale Collier iniziò la costruzione di fucili, carabine e revolvers, con il tamburo ruotante ad ogni sparo. affermò che “Colt a sua volta aveva copiato il sistema da un'arma inglese di E.H. Collier, quando era a Calcutta come marinaio ed il suo prototipo, disse l'avvocato, fu copiato appunto dalle Collier's”. Per la cronaca nemmeno quella dell’americano inglese Collier era farina del suo sacco, il brevetto depositato da lui a Londra, era lo stesso brevetto di A. Wheeler registrato negli U.S.A. nel 1818. La catena di S.Antonio continuò poi con C.Coolidge che depositò lo stesso brevetto in Francia, naturalmente ognuno di questi dichiarò In seguito presentò l'arma alla commissione militare Inglese (Woolwich) per ben due di aver migliorato l’invenzione precedente, come alla fine fece pure, buon ultimo Samuel Colt. volte, ma venne sempre rifiutata, Un'ultima osservazione che getta un poco di ombra sui meriti del nostro eroe, sempre a proposito del brevetto Colt del 25-02-1836: alla fine del 1836, a Washington, un forte incendio distrusse l'ufficio federale dei brevetti, con tutti i documenti e gli archivi che conteneva, oltre un anno dopo, non si specifica la data esatta, il Nella versione successiva, a luminello, il tamburo si girava a mano, alle prove sparò 100 ricostruito ufficio chiamò i titolari di brevetti a colpi in 29 minuti, colpendo il bersaglio a 100 presentare i duplicati in loro possesso per poterli registrare nuovamente, Samuel Colt in yard 71 volte, era meglio delle altre ma non di molto e per i militari rimaneva sempre troppo cara. quell’occasione affermò di non avere più la copia e ritrascrisse a memoria il suo brevetto. A quel punto entrò in scena Colt, ed in Il brevetto del revolver Smith-Wesson India, dopo il 1824, tramite la filiale di Bazett, porta la data 29-04-1837, quindi posteriore a Farquhar, Crawfort e Co. di Calcutta, vendette quello di Colt, che però non si sa esattamente “alcune migliaia” di armi, che furono acquistate per lo più da ufficiali di Marina, perchè ritenute da cosa descrivesse. loro idonee come armi anti-arrembaggio. La Smith-Wesson si rifece poi largamente A conforto di quanto scritto, riporto quanto acquisendo il brevetto di Rolling White, un ex dichiarato dall’avvocato R. Choate, difensore dipendente Colt, il quale aveva offerto la sua della ditta Smith & Wesson (all’epoca invenzione al suo ex datore di lavoro, che, con un Massachussetts Army Company), a proposito del black-out imprenditoriale lo rifiutò, lasciando alla famoso processo vinto da Colt, nel giugno del concorrenza l’esclusiva del tamburo forato, 1851 per il brevetto sul tamburo ruotante, questi caricato dal retro, fino al 1868. L'arma di Collier era buona, ma nella versione a pietra il meccanismo a molla che girava il tamburo ad ogni sparo rendeva l’arma troppo complicata per un soldato e troppo cara per l'acquisto da parte del Governo. Inserisci il tuo annuncio gratuito su Avancarica Magazine tel. 0544.272252 fax 0544.271417 e-mail: [email protected] Ve n d i ... c e r c h i ... scambi? pagina 23 Carabina revolver con acciarino chenapan Europa centrale, fine 1500 Harmon Fife. U.S.A. 1835 Brazier, Inghilterra, 1815-1830 Il tamburo gira alla pressione del grilletto Da “Pistole & revolver”, di Wilkinson, ed. Vallardi Collier Revolving Rifle. G.B. 1818-1820 Wheeler, Revolving Flintlock. U.S.A. 1818-1820 pagina 24 DITE LA V la voce all’avancarica Un tiratore del TSN di Milano ci scrive: …omissis… sino a qualche settimana fa in bacheca, al poligono della Cagnola, si poteva leggere un comunicato della società lombardo veneta che sconfessava l’operato della C.N.D.A. ed attaccava personalmente il presidente Gentile …omissis… ora, anche se è stato firmato l’accordo tra la C.N.D.A. e l’U.I.T.S., la C.N.D.A. è guidata sempre dalle stesse persone e dallo stesso presidente, cosa farà questa compagnia? Resterà coerentemente sull’Aventino, al riparo da queste persone che tanto danno s embra a bbiano creato all’avancarica? Lettera firmata. (G.C.V) Milano Risponde il presidente della C.N.D.A. Gentile: La questione è stata già chiarita e l’argomento, per quanto riguarda la compagnia SLV, si può considerare chiuso. Il presidente Pavani a la SLV hanno preso le distanze da quel comunicato sconfessandone gli autori, persone che, continuando pervicacemente nell’azione denigratoria e calunniosa della C.N.D.A. e del sottoscritto, ci hanno obbligati ad adire per vie legali a tutela del mio nome e di tutta la C.N.D.A. che rappresento. STRA Nota della redazione: la lettera del dott. Piero Raggi, sintetizzata per ragioni di spazio, è inserita in questa rubrica come risposta al dott. Silvio Cuman. “Fiaschetta sì, fiaschetta no. Ovvero: quando l’assurdo diventa dogma” “Il dottor Silvio Cuman (Presidente A.P.N.) narra che qualcuno è scampato per fortuna da grossi guai, quando, un ritorno di fiamma, ha incendiato la fiaschetta con la quale aveva con imprudenza caricato l’arma da avancarica…” ……sino all’ultima guerra il fucile a bacchetta era assai diffuso nelle campagne romagnole, specie tra i ragazzi e tra i cacciatori meno abbienti, per il suo modico prezzo e il più ridotto costo delle cariche. Queste le armi e gli accessori del cacciatore d’allora: schioppo o schioppa (doppietta) in spalla, nella “saccona” un sacchettino di tela o di pelle per la munizione, perché spesso il caricamento era fatto ad occhio nel cavo della mano; fiaschetta Cortesi o la sola scatoletta delle polvere di Bonifazi – altre volte polvere “fatta in casa”, capsule nel contenitore di cartone, oppure sciolte in tasca, un viluppo di capecchio… e via. Le boccettine comparvero, quando in Italia si riscoprì il tiro ad avancarica (anni ’70?) – gare paesane con tiro al bersaglio erano praticate anche in passato – e i promotori di questo sport, forse non cacciatori, avevano escluso la fiaschetta. Citando la corposa monografia del compianto Enrico Arrigoni – “Avancarica moderna”, Editrice Olimpia,1984, dove alle pagine 104 e 105, così dice: “…un incidente più teorico che pratico che ha influenzato in maniera notevole il nostro modo di maneggiare le armi ad avancarica. Mi riferisco all’eventualità di uno scoppio della fiaschetta, nelle canne dopo il tiro, potrebbe essere rimasta una particella incandescente, versando la polvere dalla fiaschetta essa s’ incendia e la fiaschetta potrebbe esplodere nella mano del tiratore”. Le armi ad avancarica si sono sempre accompagnate da tempo immemorabile alla relativa fiaschetta, nelle cassette antiche e moderne è sempre presente il porta polvere; se la pericolosità della fiaschetta avesse un minimo d’attendibilità viene da chiedersi perché si continui a produrla, se ne conoscono di quelle del XVI secolo! Editoriale Non contesto assolutamente le asserzioni documentate del dott. Raggi, mi preme invece rilevare un fatto inconfutabile, la differenza che corre tra l’uso dell’avancarica a caccia ed in aperta campagna ed il tiro a segno con armi ad avancarica nel chiuso di un poligono. Lo stesso Enrico Arrigoni, nel suo libro, parla di problemi più “teorici che pratici” quindi, per evitare che l’eccezione confermi la regola, l’uso dei contenitori per il caricamento in pedana di tiro a segno nel poligono o nei campi di tiro o nel tiro al piattello negli stand di tiro a volo, è una regola internazionale M.L.A.I.C. fatta propria dalla C.N.D.A. e va perciò tassativamente rispettata, come anche il tenere la scatoletta degli inneschi coperta quando si è in pedana (lex dura lex, sed lex). Le belle riproduzioni di fiaschet ta vanno usate per versare il polverino nel bacinetto oppure per contenere e versare il semolino. Francesco Fabbri pagina 26 I successi Pedersoli nel campionato europeo I rappresentanti di diciassette nazioni si sono dati appuntamento, dal 7 al 12 settembre 2009, a Nàquera e, per il tiro a volo, a Cheste, i cui impianti sportivi sono ubicati non lontano da Valencia, Spagna, per disputare il XIII campionato europeo di tiro con armi ad avancarica. (a cura dell’ufficio stampa Davide Pedersoli) Ogni manifestazione internazionale che riguarda il tiro ad avancarica è seguita dalla ditta Davide Pedersoli sempre con particolare attenzione, come se l’intera azienda fosse impegnata sulle linee di tiro fianco a fianco a tutti gli altri concorrenti. E ogni successo conquistato suscita sempre la stessa emozione e la stessa soddisfazione che ogni singolo tiratore può percepire appena salito sul podio. Conquistare una medaglia significa ricevere la giusta gratificazione anche per chi l’arma l’ha costruita, in special modo se esiste la consapevolezza di avere allestito un prodotto in maniera scrupolosa, mai dimenticando di tenere strettamente legate tra loro le moderne tecnologie e l’esperienza e le abilità che la peculiare tradizione della Valle Trompia ha saputo trasmettere ai maestri armaioli. Il campionato europeo appena concluso ha arricchito il palmares di Casa Pedersoli di altre trentasei medaglie, migliorando il risultato dell’edizione di due anni or sono; quelle d’oro sono passate da nove a sedici, mantenendo lo stesso numero delle dieci d’argento e diminuendo da quattordici a dieci quelle di bronzo. Le medaglie sono giunte grazie ai tiratori impegnati sia nelle discipline individuali sia in quelle a squadra e, come consuetudine, è giusto segnalare tutti quei campioni che, utilizzando un’arma Pedersoli, hanno conquistato i tre gradini del podio. Le medaglie d’oro Nelle specialità individuali sono state conquistate in Cominazzo dal francese Pascal Mainchin con la pistola Le Page; in Miquelet con il finlandese Timo Näätänen Lihavainen che ha sparato con un moschetto Mod. An IX fissando il nuovo record europeo con 97 punti; in Lamarmora con lo spagnolo Jose Ramon Galan Talens che ha imbracciato un fucile Württembergischen e realizzato, fissando il nuovo record, l’ottimo punteggio di 98/100; in Walkyrie con l’italiana Giuliana Casucci e il suo Tryon Creedmoor; in Lorenzoni (49 piattelli colpiti e nuovo record europeo) e in Manton con il tedesco Franz Lotspeich e i suoi Mortimer. Le altre medaglie d’oro, giunte dalle specialità a squadre, sono state assegnate a Leopold Plattner che con la sua Le Page ha contribuito al successo del team austriaco in Forsyth; al Belgio in Peterlongo anche per merito di Rudolph Lambert e del suo revolver Remington; alla Finlandia, nella cui squadra Timo Näätänen Lihavainen e Antero Mustamäki hanno impiegato il moschetto Mod. An IX e contribuito a fissare il nuovo record con 276 punti; alla Francia in Pforzheim grazie alle prestazioni di Herve Amann e Jean-Luc Mainchin con i loro Bristlen Morges; alla Germania in Enfield, Amazons e Lucca, specialità in cui facevano parte della squadra, rispettivamente, Josef Mayr e il suo Württembergischen, Il fucile Württembergischen ha conquistato sette medaglie – tre d’oro, una d’argento e tre di bronzo – e fissato, con 98 punti, il nuovo record europeo nella specialità Lamarmora. Rita Palmer con il fucile Gibbs e Alfred Bailer con il Mortimer a pietra focaia; agli spagnoli Matias Mayol Colom e Antonio Vicente Llorca Lozano e al loro Württembergischen per la vittoria in Magenta e nuovo record con 272 punti; nel tiro al piattello ancora due medaglie alla Germania che con le squadre di Batesville e Hawker ha primeggiato grazie a Roland Robben e a Franz Lotspeich, entrambi in gara con il fucile Mortimer. pagina 27 Le medaglie d’argento Quelle individuali hanno cinto il collo degli austriaci Herbert Wagner e Andreas Handl che, in Cominazzo e in Maximilian hanno utilizzato, rispettivamente, la pistola Le Page e il fucile Jäger, e del tedesco Josef Mayr che in Miquelet ha sparato con il moschetto Charleville. Dalle specialità a squadre sono giunte altre sette medaglie: quelle dei francesi Jean-Paul Pastouret e Pascal Mainchin in Wogdon e Jean-Pierre Bonnet in Forsyth, con le pistole Le Page a pietra e Kuchenreuter utilizzate nelle due specialità; quelle delle squadre tedesche in Halikko e in Magenta in cui tutti e tre i componenti, Peter Käpernick, Axel Klingman e Josef Mayr nella prima e Alfred Bailer, Josef Mayr e Axel Klingmann nella seconda, hanno utilizzato armi Pedersoli (moschetti 1777 e Springfield 1795 in Halikko e Württembergischen in Magenta); degli austriaci in Pforzhein, con Andreas Gassner e Andreas Handl che hanno gareggiato con il Bristlen Morges; delle spagnole Pascui Munoz Hernandez, con il Tryon Creedmoor, e Yolanda Pons Martinez, con il Gibbs, in Amazons; degli italiani Moreno Boni ed Enrico Siclari in Batesville con il fucile Mortimer. Il fucile Mortimer a percussione a canna liscia ha fatto registrare il nuovo record europeo nella specialità Lorenzoni e si è fregiato di due medaglie d’oro, una d’argento e una di bronzo. Nella versione a pietra focaia, sia a canna liscia che rigata, ha vinto altre tre medaglie d’oro. Le medaglie di bronzo Sul terzo gradino del podio sono saliti i tedeschi Peter Käpernick, che ha gareggiato con il moschetto Mod. An IX in Miquelet, Alfred Bailer in Lamarmora e Josef Mayr in Minié, entrambi con il fucile Württembergischen; la francese Maeva Moelo in Vetterli Youth con il Tryon Creedmoor; la spagnola Yolanda Pons Martinez con il fucile Jäger in Maximilian; l’italiano Moreno Boni in Lorenzoni con il fucile Mortimer. Ancora quattro medaglie di bronzo sono state assegnate alla squadra svizzera in Halikko, a cui faceva parte Katharina Stierli con il moschetto Mod. An IX, a quella tedesca in Pforzheim, anche per merito dei 97 punti realizzati da Walter Massing con il suo Bristlen, a quella francese in Lucca, con Roland Thomes che ha sparato con un fucile Alamo, e a quella spagnola in Enfield, in cui i tiratori Jose Ramon Galan Talens e Luciano La pistola Le Page a pietra focaia, un classico della Porta Gran hanno produzione Pedersoli, ha arricchito il proprio palmares con altre tre medaglie: una d’oro e due d’argento. utilizzato il Württembergischen. Conclusioni Si tratta di risultati estremamente gratificanti, specialmente se si considera che alle trentasei affermazioni ufficiali bisogna aggiungere cinque tiratori classificatisi al quarto posto, otto al quinto posto e otto al sesto posto. Volgendo l’attenzione sulle armi impiegate dai vari tiratori si nota la presenza dei modelli storici di Casa Pedersoli. La pistola Le Page a pietra, il Bristle Morges e il Tryon Creedmoor si sono aggiudicati tre medaglie ciascuno, il fucile Mortimer, nelle diverse configurazioni, e il Württembergischen ne hanno conquistato sette ciascuno, i moschetti a pietra focaia An IX, Charleville e Springfield 1795 sette medaglie, i fucili Gibbs e Jäger due, e una ciascuna è stata assegnata alle pistole Le Page a percussione e Kuchenreuter, al revolver Remington e al fucile Alamo a pietra. Tre nuovi record individuali (Miquelet, Lamarmora e Lorenzoni) e tre nelle specialità a squadre (Halikko, Enfield e Magenta) completano il soddisfacente quadro delle prestazioni delle armi Pedersoli in terra di Spagna. Dopo tali risultati la Davide Pedersoli rivolge il proprio ringraziamento a tutti i tiratori che hanno mostrato fiducia verso un prodotto di consolidata qualità e augura loro di potere percorrere ancora una strada colma di successi. pagina 28 COMPRO... VENDO... 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I primi 10.001 pezzi furono consegnati a fronte di un nuovo contratto del 11 agosto 1862, e altri 2.500 seguirono da contratto del 13 dicembre 1863. Erano ottimi fucili, ma per qualche motivo non vennero mai utilizzati durante la guerra, o perlomeno non è rimasta alcuna prova che lo furono. Del resto, lo Zuavo non fu l’unica ottima arma a subire questa sorte durante la Guerra Civile. Rimasero semplicemente nei magazzini, quindi gli esemplari che sopravvissero rimasero in ottime condizioni e furono rivenduti ai civili alla fine della guerra. Zouave Musket pagina 31 Ciò nonostante, si tratta probabilmente del fucile militare più bello che sia mai stato prodotto, ed è forse questo il motivo per cui divenne la più famosa replica della Guerra Civile. Quando la rievocazione storica della Guerra Civile diventò di moda, molti rievocatori usavano armi originali, e fu allora che il Remington 1863 guadagnò grandissima popolarità. Lo Zuavo è il primo moschetto di cui sia stata costruita una replica – la loro produzione iniziò in Italia tra la fine degli anni ’60 e l’inizio dei ’70. Armi Sport iniziò la produzione del suo modello Zouave nel 1968, e neoffre oggi 5 diverse versioni: una carabina ed un fucile, entrambi disponibili con tre rigature o con canna liscia. La versione a 7 righe poligonali è il nostro “fiore all’occhiello”. Armi Sport è l’unico produttore che offre la versione a 7 righe , com’era l’originale. “La nostra replica è totalmente fedele all’originale, ad eccezione della finitura satinata della canna, per minimizzare il riflesso della luce. Questo modello dello Zouave è stato sviluppato in collaborazione c on tre tiratori italiani ed il risultato di questo lavoro di team sono state… due medaglie d’oro ed una d’argento nel Campionato del Mondo di Adelaide, Australia, nell’agosto 2008”. Medaglie Zouave
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