Etica, formazione, giovani: argomenti per addetti ai lavori?
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Etica, formazione, giovani: argomenti per addetti ai lavori?
dossier.dossier Etica, formazione, giovani: argomenti per addetti ai lavori? La poca abitudine all’uso del termine «etica» nella scuola può essere data dall’impressione permanente di avere altre priorità, altre urgenze. Quando mai si ha l’occasione di affrontare esplicitamente una preoccupazione etica, insegnando, valutando ed orientando i giovani su piste formative e professionali? Eppure la possibilità di affrontare l’insegnamento con gli occhiali dell’etica potrebbe essere un vantaggio per la qualità del lavoro richiesto agli istituti scolastici. GIORGIO COMI. formatore presso l’Istituto svizzero di pedagogia, Lugano; consulente di progetti presso Labor Transfer SA, Camorino. Qui ci occuperemo delle Scuole che si rivolgono agli allievi e agli apprendisti che si confrontano con gli stimoli, le scoperte e i dubbi dell’adolescenza. Ci imbattiamo sovente in temi da affrontare a partire da argomentazioni che hanno a che vedere con l’etica: il tema delle pari opportunità, quello dell’integrazione di figli di famiglie migranti o quello dell’incontro di regole di vita collegate a culture diverse. Alcune parole «razzismo, sessismo, sviluppo sostenibile, opportunismo e idealismo», e i dilemmi determinati dalla ricerca di equilibrio tra gli interessi diversi «economici ed ecologici, la ripartizione del benessere tra i popoli» fanno parte regolarmente delle tematiche scolastiche. Si tratta sovente di argomenti trattati in classe, con quegli allievi adolescenti che sono a un passo dal dover – voler assumere le responsabilità del diventare adulti. Adolescenti a scuola In questa fase della vita, l’adolescenza, l’individuo si ritrova con un bagaglio cognitivo che lo porta a considerare il mondo con sguardi nuovi. L’adolescente si ritrova a poter utilizzare dei ragionamenti formali, che lo liberano dalla necessità di un contatto diretto con ciò che vede. Queste nuove possibilità cognitive gli permettono di ragionare sulle cose, sulle relazioni, sul mondo e su se stesso, in assenza dei soggetti della sua speculazione. La scoperta di poter formulare teorie, di generalizzare e applicare regole a situazioni totalmente diverse fra di loro incita l’adolescente a riflettere su argomenti infiniti: la religione, la politica, il senso della guerra, il mistero della vita o il funzionamento dell’economia. Il giovane s’interroga sulla giustizia e sul potere, sul rispetto della natura, sul senso dell’essere e sul proprio divenire. E la scuola va La scuola secondaria e professionale lavora con questi giovani e cerca di favorirne la formazione culturale e le scelte di carriera. Gli insegnanti hanno la responsabilità di accompagnare questi giovani in uno dei periodi più affascinanti della vita, determinato dalla scoperta di sentirsi pensare, scandito dalla consapevolezza di poter decidere per sé e per gli altri, di saper gestire in piena autonomia i propri ragionamenti e di poter incidere sulla realtà sociale. Giovani che vogliono essere riconosciuti come «persone», con un atteggiamento proprio, un ruolo esplicito, un’opinione da rispettare. In questa stessa scuola entrano anche dei giovani che non hanno ancora raggiunto la capacità di riflettere su progetti teorici, di ragionare per varianti, di utilizzare criteri logici, di difendere un’opinione. La scuola prepara quindi molte piste professionali e d’approfondimento teorico e culturale per allievi che hanno approcci decisamente diversi ai problemi della vita. Costruzione dell’identità individuale a scuola L’attività svolta sulla base di obiettivi di apprendimento mette il giovane nella condizione di sperimentare comportamenti specifici, di provare sentimenti particolari nei confronti di temi e avvenimenti, che influenzano il suo atteggiamento e il suo modo di proporsi. La Education permanente 2000 / 2 Zeitschrift der SVEB – Revue de la FSEA 25 dossier.dossier «La rilevanza della riflessione etica per le scelte operate nella scuola è diffusa, soggiacente e presente in ogni atto didattico e organizzativo.» possibilità di incontrare adulti sovente diversi tra di loro, con comportamenti e valori di varia natura favorisce l’adolescente in questa scoperta di modelli di vita e di pensiero articolati e a volte contrastanti. Il modo di affrontare un argomento, di prendere una decisione, di considerare l’opinione degli altri sono altrettanti elementi che il giovane sperimenta durante le lezioni. L’insegnante, per parte sua, non può sempre effettuare un approfondimento della situazione dei ragazzi che si trova di fronte o della fascia socioeconomica in cui si situano. Solo in parte conosce le prospettive di carriera dei suoi allievi, le attività che svolgono, la loro biografia familiare, le lingue e la cultura in cui sono immersi. L’insegnante ha però la possibilità di proporsi come un mediatore efficace tra le singole individualità e il suo progetto d’insegnamento, per favorire la formazione di riferimenti etici in ogni giovane della sua classe. L’insegnante ha la responsabilità di offrire ai giovani che gli sono affidati quelle occasioni di confronto che possano favorire la definizione di valori di riferimento, di propositi guida da utilizzare per argomentare le proprie posizioni, per confrontarsi con altri, in progetti intellettuali o concreti, su dilemmi di vita quotidiana e d’ordine spirituale. Il lavorìo interiore e di confronto accompagnerà il giovane durante diversi anni, anche oltre la fine della scuola, in vista del raggiungimento di una consapevolezza d’identità. In altri casi il giovane saprà solo di individuare modelli da seguire o rifiutare. Una didattica della sperimentazione, dalla parte dell’insegnante L’insegnante sa bene che le sue discipline d’insegnamento sono occasioni per esercitare strumenti logici, consolidare competenze relazionali e comunicative. L’attività scolastica che svolge deve allora favorire il fare, il vivere situazioni e lo sperimentare modi di agire diversi. Questo contesto «sperimentale» si fonda su simulazioni e giochi di ruolo, strategie didattiche per eccellenza che offrono l’occasione di inquadrare in nuovi modi un concetto, un problema o un dilemma. Siamo certi che ognuno può vedere l’opportunità di andare al di là del semplice fatto di «far studiare» un argomento per trasformarlo in un’occasione di apprendimento del «come fare», del come affrontare e cercare soluzioni teoriche e fattibili, favorendo l’esercizio delle competenze che concorrono alla costruzione di uno spirito d’analisi, di confronto e argomentazione. Molti insegnanti già operano in questa direzione, favorendo la costruzione di un atteggiamento cooperativo «nel senso della cooperazione delle idee», un atteggiamento investigativo «nel senso del piacere della speculazione logica», un’atteggiamento intuitivo «nel senso del piacere dello scoprirsi capaci di inventare soluzioni mai pensate». È una scuola fatta per ragionare sulle azioni quella a cui facciamo riferimento, una scuola nella quale la sperimentazione è collegata alla riflessione. È una scuola che evita le contrapposizioni tra pratica e teoria, che cerca di integrare le situazioni con le opinioni, le scelte individuali con il confronto, per favorire una crescita individuale basata su una conoscenza di sé nell’azione e nel pensarsi. E l’etica? I contesti formativi concepiti per favorire l’incontro degli individui con le problematiche del pensiero e dell’azione, devono mirare il consolidamento degli strumenti mentali. La ragione cresce infatti nella misura in cui essa è esercitata. Questa attività permette una maggior autonomia di pensiero e aumenta la possibilità di pensarsi socialmente, nella comunità. L’interrogarsi sul proprio divenire e sul significato della propria esistenza può allora sfociare nel darsi ragioni d’esistere, riflettendo sull’esistenza stessa per prepararsi all’età della concretezza, delle negoziazioni e dei compromessi: l’età adulta. La rilevanza della riflessione etica per le scelte operate nella scuola è quindi diffusa, soggiacente e presente in ogni atto didattico e organizzativo. In questo contesto, la maggor responsabilità dell’insegnante sta nel muoversi adeguatamente fra attitudini spontaneiste «ognuno la pensa come crede» o legaliste «le scelte sono basate su dottrine specifiche». Con un po’ di colore diremo che l’insegnante cerca costantemente una posizione etica su una linea delimitata agli estremi dall’essere menefreghista e dal voler indottrinare. Compito non facile, che necessita sensibilità e competenza. Ragione d’essere dell’etica nella scuola: giovani con responsabilità di adulti Se definiamo il gioco democratico come la sintonizzazione continua tra gli interessi del momento e i fondamenti culturali di una società, possiamo sottolineare il carattere mutevole ed evolutivo dei riferimenti etici cui dovremmo far riferimento nella formazione. Education permanente 2000 / 2 Zeitschrift der SVEB – Revue de la FSEA 26 – Le condizioni sociali «facilità di movimento e d’incontro», L’éthique dans la formation des jeunes Les écoles secondaires et professionnelles portent à la réflexion éthique un certain regard didactique. Mais elles le font souvent de manière implicite et diffuse. – Le possibilità economiche «convivenza sullo stesso territorio di livelli economici diversi e in via di radicalizzazione», – Le concezioni del lavoro «riorientamento dei sistemi di produzione, modifica delle identità professionali, disoccupazione», – L’abbassamento dell’età in cui si assumono responsabilità individuali «facilità di movimento autonomo, chiave al collo, carta di credito e telefono cellulare, maggior età sessuale a 16 anni, famiglie allargate o monoparentali». Molti giovani sono chiamati a gestire molto presto diverse responsabilità, ben al di là di quelle determinate da un apprendistato o dalla realtà sociale di un club e di una squadra sportiva. Le iniziative parlamentari che mirano all’abbassamento della maggior età politica a 16 anni interpretano questa evoluzione. C’è chi assicura che molti giovani si interessano sempre di più alla vita attiva e alla costruzione di decisioni in merito a temi quali l’entrata nella Comunità europea, la regolamentazione delle droghe o la gestione del territorio. Le opinioni sono certamente divergenti. Sta di fatto che questi giovani forzati ad assumere responsabilità oppure davvero interessati alla comunità devono poter trovare nella scuola una palestra adeguata per esercitarsi. Per questo è necessario andare al di là di una scuola che sviluppa l’intelligenza o le capacità professionali, per offrire una scuola che proponga adeguate La formation initiale doit pourtant trans- Zusammenfassung Questo continuo movimento d’idee e di riferimenti sembra aver subito una forte accelerazione nell’ultimo ventennio, vediamo qualche esempio: Résumé dossier.dossier Ethik in der Ausbildung Jugendlicher In Sekundar- und Berufsschulen ist ethische Reflexion für jede didaktische Handlung relevant. Sie kommt aber oft nur implizit und auf Umwegen zum Tragen, z. B. bei Diskussionen über mettre davantage que des compétences ein beliebiges Unterrichtsthema. Die professionnelles. Elle doit apporter une Schulen müssen mehr vermitteln als culture générale et accompagner cet âge nur berufliche Kompetenzen. Sie sollen déterminant pour la vie, celui de l’adole- den Jugendlichen Gelegenheit geben, scence, durant lequel se construit l’iden- zu reflektieren, zu argumentieren, den tité. Elle doit aider à forger une vision Umgang mit Wertevielfalt und Verant- philosophique et politique qui assure la wortung zu üben in einem Umfeld, wo pluralité des valeurs et, à partir de là, andere ebenso wie sie ihren eigenen une véritable démocratie. Elle doit ap- Weg suchen. prendre à être responsable dans un monde en pleine mutation où les uns et les autres cherchent leur chemin. opportunità di esercizio della riflessione, del confronto e del dibattito, per favorire la costruzione di quadri di riferimento morale. Solo a questa condizione la scuola può considerarsi una struttura che sa ancora rispondere alle esigenze espresse dalla società. La visione filosofica e la visione politica del mondo possono trovare nella scuola una posizione adeguata, attraverso la formazione degli insegnanti che possono assumere il compito in modo consapevole e professionale. La pluralità di valori con cui tutti noi siamo confrontati può allora diventare il quadro di riferimento di una democrazia dell’accoglienza e dell’ascolto. Ciò favorirà il superamento del periodo contraddistinto dalle preoccupazioni e dalle tensioni che accompagnano i tentativi di ridurre e semplificare le contraddizioni che ci attorniano: Etica a scuola dunque per dar sostanza al ragionare e all’argomentare, al scegliere chi si vuol essere e chi si vuol diventare, in un contesto fatto anche di altri, che cercano la loro strada. «Molti giovani sono chiamati a gestire molto presto diverse responsabilità, ben al di là di quelle determinate da un apprendistato o dalla realtà sociale di un club.» Education permanente 2000 / 1 Zeitschrift der SVEB – Revue de la FSEA 27