Fighting Windmills, la band che vuole spaccare Studiare al nord
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Fighting Windmills, la band che vuole spaccare Studiare al nord
30 il CROTONESE SCUOLA SABATO 9 APRILE 2016 N. 41 Pagina a cura del Liceo Scientifico Filolao di Crotone Erica Rende a nuova generazione viene ormai catapultata sin dalla tenera età in una realtà tecnologica, che mette a confronto il mondo “reale” con quello “illusorio”. Tutto ciò avviene soprattutto tramite la musica, che è un mezzo veloce e diretto. Molte ragazzine ad esempio vi si avvicinano tramite il belloccio di turno, che in televisione e nei video musicali sfodera sorrisi accattivanti e regala canzoni d’amore in cui ognuna di esse si rivede, mitizzandolo ed adorandolo. Altri invece seguono alcune cantanti ridotte ad essere gusci vuoti, icone della pornografia per fare successo all’interno di una società a cui interessa l’immagine e non il L contenuto. Il genere più ascoltato nell’universo giovanile è la musica commerciale: formata dagli artisti che occupano i primi posti nelle classifiche musicali. Seguono in coda il genere rock, punk, numetal, metalcore, ma soprattutto il rap che è una sorta di sfogo, una denuncia nei confronti del sistema, una tipologia particolare che utilizza frasi semplici e concise, ma ricche di significato. In voga è anche il genere tecno, house ed elettronico che viene principalmente utilizzato nelle discoteche. La musica in quanto forma di arte aiuta la mente ad intersecarsi con le emozioni, gli strumenti con le parole, creando un’armonia di suoni che permette al musicista, servendosi di un microfono, di una chitarra o di qualsiasi altro strumento, di liberare i propri sentimenti. Nascono così piccole band, le quali promuovono l’interazione ed il confronto fra vari ragazzi, che non si limitano a “fare musica”, ma sentendola propria, scrivono canzoni e si dedicano a questa attività completamente. “Crotone non ha un buon rapporto con le band giovanili, soprattutto perché le sottovaluta e non prende sul serio i minorenni. Qualora però ci dovesse essere qualche occasione veniamo sfruttati: non siamo trattati come sarebbero trattati degli adulti”, così risponde Roberta Gerbasi, bassista della neo band crotonese Fighting Windmills (nelle foto), fondata l’estate 2015. “La lotta contro i mulini a vento di Don Chisciotte”, traduzione del nome proposto dal secondo chitarrista Antonio Mazzei, il quale aggiunge che questa “piccola” novità all’interno del nostro “piccolo” territorio è una “grande” opportunità, un’attività da sostenere, da incoraggiare. “Sicuramente ogni musicista spera che un giorno la sua musica possa essere apprezzata da molti e Fighting Windmills, la band che vuole spaccare quindi fare di una passione un lavoro, ed è proprio quello che vogliamo noi come gruppo”, racconta il batterista Roberto Fusto. Il nostro territorio ha molto da offrire e la zona brulica di ragazzi che hanno molto da dare. “Spero che Crotone possa essere, o diventare, una grande piazza musicale” afferma il primo chitarrista Francesco Veltri, la maggioranza si lamenta della poca attività culturale in cui è immersa la città, ma quando si presentano occasioni, i visi sono sempre pochi o inesistenti e l’incoraggiamento per queste nuove proposte va a scemare. Alisea Perticone, la cantante del gruppo, conclude con una incitazione verso la città, con un ottimismo propositivo: “La voglia di spezzare la monotonia c’è, quindi le opportunità per farsi includere le si possono sia creare che cogliere. Si parla piuttosto di abitudine e curiosità, e penso che queste due attitudini possano esistere qui, a Crotone, come in qualsiasi altro posto”. Studiare al nord, necessità più che scelta Alessandra Scerbo econdo i dati Svimez (associazione per lo sviluppo industriale del mezzogiorno) entro 15 anni le università del sud rischiano di sparire e infatti è sempre più accentuata la tendenza dei giovani meridionali a intraprendere il proprio percorso universitario nelle università del nord. Questa fuga intellettuale se in parte è dettata da pregiudizi, è tuttavia dovuta anche a dati concreti, come il mancato beneficio di borse di studio per la carenza di risorse, la limitata offerta formativa e in molti casi le strutture poco avanzate dal punto di vista tec- S nologico. Il problema sta nei criteri di distribuzione dei finanziamenti tra i quali quello di dare maggiori risorse agli atenei che hanno più studenti in corso, poiché purtroppo il ritardo negli studi è un fenomeno diffuso perlopiù al sud. Inoltre è prevista la concessione di più fondi alle università che hanno maggiore capacità di attrarre investimenti da privati, operazione sicuramente più complicata in un territorio con poche imprese come quello meridionale. Un altro fattore da considerare è l'inefficienza dei collegamenti, al sud infatti i treni regionali sono sempre meno presenti, più lenti e vecchi. Per questo è molto più facile e meno dispendioso prendere un volo diretto verso una città del nord. Molti poi nella scelta universitaria considerano che le prospettive di lavoro sono maggiori nel settentrione, infatti anche i tirocini formativi hanno più possibilità di trasformarsi in proposte lavorative al nord anziché al sud, dove ci sono meno strutture e pochissime industrie. Spesso quindi la decisione di non rimanere al sud è dettata dalla paura del futuro e dalla consapevolezza che alla conclusione del percorso universitario sarà comunque necessario spostarsi altrove, si tratta purtroppo di una fuga tristemente inevitabile.
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